Parigi, le medaglie, i tecnici, le scelte: Amadio, come si fa?

27.03.2024
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E’ comprensibile che, guardando alle Olimpiadi di Parigi, ciascun tecnico voglia per sé gli atleti migliori. Pertanto è comprensibile che lunedì Marco Villa si sia irrigidito davanti all’ipotesi, appena sussurrata, che Elisa Balsamo possa essere dirottata sulla strada o portata a fare sia strada sia pista. In realtà Diego Bragato, responsabile del settore performance della FCI, ha spiegato in modo semplice ed efficace che il doppio impegno sia un grosso rischio: due giorni per recuperare sono pochi. Così se l’eventualità è stata esclusa da un pezzo per Ganna e Milan, si dovrà ragionare anche per le donne. Il quartetto è una costruzione particolare e spietata. Immaginare di avere uno degli atleti in condizioni poco meno che perfette dà i brividi. Per contro, privare la strada di una campionessa del mondo (lasciamo fuori dal discorso Chiara Consonni per non aggiungere altra carne al fuoco) sarebbe un duro colpo per Sangalli.

Dato che ciascun tecnico vuole per sé gli atleti migliori, la distribuzione degli azzurri non sarà lasciata alle valutazioni individuali, ma vedrà il team manager Roberto Amadio nei panni del mediatore. E dato che si parla di Olimpiadi, anche il CONI dirà la sua ed è chiaro che i criteri siano diversi da quelli di mondiali ed europei. Si ragiona giustamente per medaglie, per cui a un certo punto la ragion di stato prevarrà sulle ambizioni personali di tecnici e atleti. Perciò, per arricchire il punto di vista e dargli un’altra profondità, abbiamo affrontato la questione con Amadio.

Roberto Amadio è dal 2021 team manager delle nazionali: debuttò alle Olimpiadi di Tokyo
Roberto Amadio è dal 2021 team manager delle nazionali: debuttò alle Olimpiadi di Tokyo
Allora Roberto, come la mettiamo?

La valutazione tecnica fra uomini e donne è diversa, avete ragione. Anche il modo di interpretare le corse femminili è diverso da quello maschile. Ci sono molte più possibilità che arrivi un gruppetto senza la selezione ben definita che potrebbe verificarsi fra gli uomini. Un po’ per la distanza, un po’ per il percorso, un po’ per i fenomeni che vediamo in questo momento e che possono accendere la corsa in qualsiasi momento. Con le donne è diverso, ma credo sia ancora presto per immaginare degli scenari. Perché ci sono ancora delle classiche che possono offrire spunti. E poi soprattutto sono convinto che deve essere l’atleta a esprimere la propria convinzione di poter far bene, qual è la sua ambizione. Per cui vedremo, sono situazioni diverse che valuteremo.

Immaginiamo sia una valutazione complessa.

Abbastanza. La Federazione e di conseguenza il CONI valuteranno anche in base a quante possibilità abbiamo di andare a medaglia in una specialità piuttosto che in un’altra. Questo è chiarissimo e taglia tutti i discorsi. Per ora tuttavia direi di aspettare, lasciare ancora del tempo e far passare le classiche che sto osservando molto bene, immaginando quali situazioni potrebbero ripetersi eventualmente a Parigi. Visto il percorso, immagino che ancora una volta alle Olimpiadi verranno fuori atleti di fondo.

E’ complicato tenere in equilibrio i vari settori?

In realtà qua il vero problema è il modo di lavorare dell’UCI. Prima si riempiono la bocca con la multidisciplina e poi fanno di tutto perché alle Olimpiadi non si possa metterla in atto. Se la prova su strada fosse stata cinque giorni prima o una settimana prima, tutti questi problemi non ci sarebbero stati. L’interazione fra settori funziona e la dimostrazione sono Milan, Ganna, Consonni e tutte le ragazze che fanno pista e vincono su strada. Ma non si può mettere in difficoltà una specialità o l’altra perché viene fatto un calendario che rende impossibile farle entrambe. Soprattutto gli uomini come possono fare un inseguimento a squadre due giorni dopo una corsa di 290 chilometri, sapendo di dover fare 3’43” – 3’44” in qualificazione per essere fra primi quattro? Il tema è questo.

La Gand-Wevelgem donne di domenica è stata un primo momento di osservazione
La Gand-Wevelgem donne di domenica è stata un primo momento di osservazione
Il calendario di Tokyo infatti era migliore, invece a partire dagli ultimi mondiali di Glasgow è cambiato qualcosa in peggio…

Infatti il problema non è del CIO, ma dell’UCI.

La Federazione avrebbe potuto opporsi a questo calendario nel momento in cui è uscito?

Lo sapete come fanno, no? Tirano fuori il calendario quando è stato approvato ed è impossibile modificarlo.

Immagini di fare una riunione con tutti i tecnici per affrontare l’argomento?

Ho già fatto due riunioni tutti assieme dove abbiamo preso delle decisioni. Ne farò un’altra a breve, dove faremo il punto su Parigi, sui mondiali e gli europei. Faccio sempre le riunioni assieme a tutti, perché comunque sono tutti coinvolti, visto il tipo di atleti che abbiamo soprattutto per quanto riguarda pista, strada e crono. Poi ci sono complicazioni ulteriori a livello di iscrizione e partecipazione all’Olimpiade. Hanno ridotto di un’unità tutte le specialità per rimanere dentro il numero degli atleti, quindi se a Tokyo avevamo cinque atleti in competizione e uno fuori che poteva subentrare, a Parigi ne abbiamo quattro in gara più uno a disposizione. Per cui alla fine siamo penalizzati noi che abbiamo un numero di atleti superiore. Non è facile, sono giorni che lotto per capire come incastrare tutte le cose.

Nella recente ricognizione a Parigi, Velo, Bennati e Sangalli: tecnici di crono, strada pro’ e strada donne
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Certo non è facile mettersi nei panni dei singoli tecnici, che devono rinunciare ad atleti potenzialmente competitivi…

Li capisco, però voglio ribadire che per le Olimpiadi, a differenza del mondiale e degli europei, in cui i tecnici fanno le loro valutazioni specifiche, si fanno scelte per il bene della nazionale, della Federazione e del CONI. Questo deve essere percepito anche dalla gente. Saranno fatte valutazioni con delle logiche precise e ce ne prenderemo la responsabilità. Che vada bene o vada male, ci siamo abituati. Se andrà bene, il merito sarà di qualcun altro. Se andrà male, si sa di chi è la colpa. Ma questo onestamente è l’ultimo dei miei problemi.