Gruppo performance: il progetto per i successi azzurri

25.09.2022
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Dal Centro Studi al Gruppo Performance (in apertura foto Fci): è una delle rivoluzioni della Federazione ciclistica italiana. Un cambio firmato Diego Bragato. Si tratta di una struttura che molto può dare e sta dando, in tempi in cui l’asticella si è alzata parecchio.

Oggi si parla di multidisciplinarietà. In questo caso si dovrebbe parlare anche di tecnici “multidisciplinari”. Alla base del Gruppo Performance, che tra l’altro come vedremo non è solo, c’è una grande condivisione di conoscenze e d’informazioni con tecnici e atleti.

Bragato (a destra) con Elisabetta Borgia e Federico Ventura del freestyle. Lo scambio d’informazioni è centrale in questo progetto
Bragato con Elisabetta Borgia, lo scambio d’informazioni è centrale in questo progetto
Diego, cerchiamo di capire meglio questo interessante cambiamento. In precedenza c’era il Centro Studi. E adesso?

In pratica il Centro Studi è stato sostituito da due gruppi: la Scuola dei tecnici, di cui fa parte tra gli altri anche Paolo Slongo, e il Gruppo Performance di cui faccio parte e ne sono il responsabile. Sono stato io a chiedere a  Roberto Amadio (team manager delle squadre nazionali della Fci, ndr) un gruppo a parte. La Scuola dei tecnici resta aggiornata sulla parte scientifica, gli studi, le evoluzioni delle preparazioni. Noi del Gruppo Performance invece curiamo la parte pratica di questi studi.

Qual è la funzione del Gruppo Performance?

Lavoriamo per i vari commissari tecnici e le loro nazionali. In quest’ottica ho chiesto un gruppo di persone al nostro supporto per poter collaborare appunto con i vari cittì. E per questo abbiamo indetto una selezione per titoli e colloquio con il fine di individuare altre figure. Si sono presentate 80 persone, ne abbiamo prese quattro

Chi sono i tecnici presenti?

Ci sono Marco Compri, che è esperto in termini di palestra, forza. C’è Mattia Michelusi che in passato faceva parte del Centro Studi e successivamente ha avuto delle esperienze con dei team WorldTour. Mattia è un esperto nell’analisi dei file, dei dati e delle prestazioni. Si passa poi a Luca Festa, la new entry. Oltre alle sue lauree in Scienze Motorie e dello Sport, è anche un ricercatore e vanta persino delle pubblicazioni. Anche lui ha avuto esperienze in squadre di club. E’ molto bravo in quella che è la fisiologia dell’esercizio, nel monitoraggio dei carichi di lavoro, nella programmazione a lungo raggio e per questo è importante nel lavoro con i giovani. Marco Decet invece è un esperto dei test e delle valutazioni funzionali. Inoltre lui viene dal mondo dell’offroad, gravity ed era importante una presenza di questo genere, per tornare a curare bene quel settore.

Le videonalisi sono importanti. Di questi aspetti se ne occupa Fabbioni
Le videonalisi sono importanti. Di questi aspetti se ne occupa Fabbioni
Una bella squadra…

E non vanno dimenticate altre due figure fondamentali. Fausto Fabbioni, che cura la parte logistica, i video, i software… Ed Elisabetta Borgia, alla quale è affidata l’area psicologica, che fa parte a tutti gli effetti della prestazione.

Qual è il’obiettivodel Gruppo Perfomance?

Affiancare i commissari tecnici in base alle loro richieste e dare loro un servizio di supporto. Faccio un esempio. Due anni fa il cittì della downhill ci aveva richiesto una figura per gestire lo stress degli atleti. E quindi ecco che abbiamo coinvolto la Borgia. Serviva qualcuno per la palestra ed è stato chiamato Compri.

Insomma il Gruppo Perfomance è un po’ come il settore tecnico di una squadra WorldTour?

L’idea è proprio quella, ma con molta più flessibilità verso tecnici e atleti. Noi infatti non abbiamo a disposizione i corridori tutto l’anno.

Nulla è lasciato al caso. Qui i test a crono a Monza. Dati preziosi per il Gruppo Performance e per i cittì (immagine Instagram)
Nulla è lasciato al caso. Qui i test a crono a Monza. Dati preziosi per il Gruppo Performance e per i cittì (immagine Instagram)
Lo scambio d’informazioni è vitale in questo progetto. Come fate?

Recentemente abbiamo fatto una due giorni a Montichiari. Siamo stati tutti insieme. Ho voluto coinvolgere tutti i tecnici per condividere il modus operandi, conoscere i loro punti di vista. I pareri esterni, derivanti da esperienze diverse, sono ben accetti. Compri per esempio non è mai andato in bici, viene dalla pesistica e dalla pallavolo, eppure il suo metodo e il suo approccio di lavoro hanno dato ottimi frutti. Sono stati un valore aggiunto.

Vi vedete online, avete una chat?

Chiaramente abbiamo una chat nostra. E ne fa parte anche Josè Dantas, il responsabile del reparto scientifico, proprio per fare da ponte con la Scuola dei tecnici. Passiamo poi molto tempo al telefono. Siamo un gruppo unito e ciò che voglio è avere idee lineari.

E infatti proprio di quest’ultimo aspetto ti avremmo chiesto. Con tanti tecnici di provenienza differente è importante individuare una direttrice, una “lingua comune”. Bisogna incanalare tutte queste teorie e per farlo serve un “collettore”…

Ed è proprio questo il mio ruolo. Mi devo assicurare che il gruppo vada nella stessa direzione ed anche per questo io non voglio ruoli etichettati o predefiniti: deve esserci interscambio. Ho detto di Compri tra bmx e pista, ma questo deve avvenire anche con altre discipline.

Bragato, autore della foto, durante la due giorni del Gruppo Performance a Montichiari
Bragato, autore della foto, durante la due giorni del Gruppo Performance a Montichiari
Come nasce questa idea del Gruppo Performance? Ed è una tua idea?

Sì, è una mia idea. Negli anni passati in Federazione vedevo che c’era un grande potenziale degli atleti e dei tecnici in tutte le discipline, ma mancava qualcosa per fare il salto di qualità. Mancava qualcosa da un punto di vista scientifico che desse ai ragazzi una base solida. Non volevo che le prestazioni o le vittorie fossero frutto di un exploit del talento dell’atleta o del tecnico. No, volevo che fossero frutto di un sistema. Una volta che quel tecnico o quel corridore lasciano, poi salta tutto. Quindi ho creato questa struttura, questo staff lineare e trasversale al tempo stesso. Uno staff che vorrei fosse abile anche nello scovare talenti.

E’ importante avere nuovi ricambi e allargare la base…

Faccio l’esempio di quanto accaduto fra pista e mtb: questo è stato possibile perché c’erano occhi su entrambe le discipline. Analizzando i dati, i test, abbiamo visto che alcuni atleti potevano andare bene anche per l’altra disciplina. Dobbiamo capire la disciplina più adatta ai ragazzi. E monitorarli è importante. Si lega anche alla loro crescita. 

La chiave, Diego, è tutta in quella frase: “Bisogna vincere non per il talento, ma per il sistema”…

Io sono convinto che si possa fare bene e che passo dopo passo si possa andare parecchio avanti. Serve continuità. Per ora Amadio e la Federazione ci hanno dato fiducia.

Progetto 3R, parte da qui la rivoluzione amatoriale

26.07.2022
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L’accordo siglato da Fci e Acsi e denominato sotto il nome di “progetto 3R” ha il sapore di una rivoluzione destinata a cambiare il mondo del ciclismo amatoriale. Si tratta di un accordo ad ampio raggio che coinvolge sì il mondo delle Granfondo, ma riguarda tutta la concezione ciclistica italiana, con una forte impronta sul turismo e sul rapporto con le istituzioni.

Il progetto nasce da un’idea dell’associazione Formula Bici, che voleva ridare impulso al settore delle Granfondo che, più di altri, ha sofferto gli effetti del lockdown (nel 2020 un movimento che viveva su oltre 200 gare ne aveva viste effettuate meno di una ventina e la ripresa è stata molto lenta con effetti che si avvertono ancora adesso): «Era necessario rimettere mano a tutto il settore per rilanciare le sue potenzialità – ha affermato il presidente Roberto Sgalla, responsabile anche della Commissione dei Direttori di Corsa, nel corso della presentazione – garantendo un più alto livello di qualità dei servizi, dei rapporti con gli enti locali, della sicurezza».

3R conferenza
Da sinistra Andrea Capelli (Commissione SAN), Emiliano Borgna, Roberto Sgalla e Gianantonio Crisafulli
3R conferenza
Da sinistra Emiliano Borgna, Roberto Sgalla e Gianantonio Crisafulli

Gare analizzate al microscopio

Per capirne di più abbiamo allora interpellato i firmatari del documento, in primis il consigliere federale Gianantonio Crisafulli, responsabile dell’attività amatoriale: «Siamo partiti dalla consapevolezza di dover mettere mano a un calendario che, nel suo pieno sviluppo, ha troppe gare: molti organizzatori per sopravvivere sono costretti a ridurre le quote d’iscrizione e a contenere le spese, a tutto danno della sicurezza e questo non poteva più avvenire. Gli organizzatori saranno quindi chiamati a richiedere una certificazione, attraverso un questionario e senza oneri, per poter entrare in calendario».

Nel questionario ogni organizzatore dovrà dare un quadro esaustivo della propria gara. Dalla sua storia ai dati sulla partecipazione. Da tutti i servizi erogati ai mezzi e volontari impiegati. Dalla ricettività del territorio a tutte le iniziative di contorno. In base a questa massa di dati, si otterrà una delle due seguenti certificazioni: Tripla A per manifestazioni con un minimo di 800 iscritti e costo d’iscrizione minimo di 50 euro, oppure Doppia A con riferimenti rispettivi di 400 iscritti e 40 euro.

3R cicloturismo
Uno degli obiettivi è ridare alle granfondo una forte impronta cicloturistica senza togliere l’agonismo
3R cicloturismo
Uno degli obiettivi è ridare alle granfondo una forte impronta cicloturistica senza togliere l’agonismo

Strada spianata per i permessi?

Gli obiettivi sono molteplici: «Ottenuta la certificazione, l’organizzatore avrà innanzitutto una maggiore protezione nel calendario, evitando concomitanze nel raggio di almeno 200 chilometri. Avrà poi una strada privilegiata nei rapporti con le istituzioni e con gli enti preposti alla concessione dei permessi. Infine spingeremo su ogni gara inserita nel calendario perché ci sia uno spazio specifico dedito all’attività giovanile, che vada da iniziative ludiche per i più piccoli fino all’allestimento di gare di contorno per le categorie fino agli allievi».

L’aspetto dei rapporti con gli enti non è secondario. Molto spesso il lavoro degli organizzatori viene vanificato a pochissimi giorni dalla gara dalla mancata concessione dei permessi di passaggio. «Un evento è tale se non è solo sportivo – riprende Crisafulli – Dobbiamo considerare la Granfondo come inserita in un contesto turistico, quindi bisogna far sì che sia un motivo non solo per arrivare, correre e andare a casa, ma anche per scoprire tutto quel che la località può garantire, dando quindi motivo a chi corre e soprattutto chi accompagna di fare di quel weekend un’esperienza a 360°».

3R Granfondo Versilia
La GF della Versilia, una delle tante prove con classifica su tratti cronometrati
3R Granfondo Versilia
La GF della Versilia, una delle tante prove con classifica su tratti cronometrati

Formula agonistica da rivedere

Proprio sull’aspetto turistico s’innesta il ragionamento di Emiliano Borgna, presidente dell’Acsi Ciclismo, il principale ente di promozione sportiva come attività che ha sottoscritto l’accordo: «L’agonismo com’era inteso prima del covid ha perso richiamo, ce lo dicono i numeri dei praticanti che erano fortemente calati nel pieno della pandemia e non sono ancora tornati ai livelli di prima. Questo perché la figura dell’amatore è più improntata verso un tipo di pedalata che non guarda al cronometro.

«Per questo siamo d’accordo nello spingere sempre più verso granfondo che prevedano tratti cronometrati dove chi vuole confrontarsi contro il cronometro e gli avversari può farlo, ma che per il resto sia una passeggiata in compagnia per godersi il mondo che lo circonda. Non tutti possono allenarsi tutti i giorni, anzi molti riescono a uscire in bici una volta alla settimana. Anche loro però vanno coinvolti nel nostro mondo, dando agli eventi un taglio più in linea con il passato cicloturistico».

Maratona dles Dolomites
Nelle grandi classiche come la Maratona dles Dolomites si pensa a invitare anche gli Elite (foto Freddy Planinschek)
Maratona dles Dolomites
Nelle grandi classiche come la Maratona dles Dolomites si pensa a invitare anche gli Elite (foto Freddy Planinschek)

Rating, ranking, responsibility

Torniamo al discorso delle certificazioni. Le 3 R stanno per rating, ossia la valutazione della qualità organizzativa della granfondo; ranking, per stilare una graduatoria di merito tesa in futuro a creare un circuito delle principali classiche e a garantire ai migliori nella graduatoria di poter partire sempre dalle prime griglie; responsibility, per spingere gli organizzatori a fare tutto quel che è necessario per garantire la sicurezza degli atleti.

Chi volesse quindi cimentarsi nell’organizzazione di una granfondo, avendo a disposizione un budget anche cospicuo ma senza un background di esperienze, troverà quindi porte chiuse? «No – risponde Borgna – ma dovrà dare risposte concrete. Troppo spesso abbiamo visto organizzazioni proporre gare “al minimo”, con quote d’iscrizione ridicole senza che di conseguenza ci fosse un’adeguata sicurezza. La certificazione è aperta a ogni organizzatore, anche di altri enti, ma bisognerà dare adeguate garanzie».

Cannondale sposa in pieno la filosofia FAR Gravel

12.07.2022
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Mancano appena due mesi e poi sarà ancora… FAR Gravel. Contando sul prezioso supporto di Cannondale, nuovamente main partner dell’evento, torna difatti ad Argenta (Ferrara), nel weekend del 17 e 18 settembre, l’atteso evento 100% dedicato al mondo gravel. Per il secondo anno consecutivo, il bike brand americano sarà dunque ancora al fianco della FAR Gravel. Quest’anno l’evento sarà ancora più prestigioso in quanto “sede” dei primi Campionati Italiani Federazione Ciclistica Italiana Gravel Open e Master della storia

La FAR Gravel Cannondale Alé prevede tre percorsi: 50, 100 ed un lungo di 150 chilometri, tutti tracciati aperti a ciclisti di qualsiasi livello e lungo i quali ci si potrà mettere alla prova utilizzando qualunque tipologia di bicicletta, dalla gravel tradizionale fino alla e-bike. La partenza, “alla francese”, è fissata per il pomeriggio di sabato, con arrivo previsto fino alla mezzanotte. Si pedalerà tra boschi, argini, canali e sentieri di erba e terra battuta, attorno a paludi che al tramonto si riempiranno di fascino, lasciando tutti a bocca aperta di fronte ai numerosi fenicotteri che popolano l’area…

Parola d’ordine: inclusione

E proprio sullo stesso percorso della cicloturistica del sabato si svolgeranno il giorno successivo i primi Campionati Italiani Gravel organizzati dalla Federazione Ciclistica Italiana. La prima storica edizione dei tricolori di questa disciplina si inserirà così in un già ricco weekend dedicato al mondo gravel, consentendo di fatto agli amatori di pedalare sullo stesso tracciato degli agonisti. 

L’evento Far Gravel si terrà il 17 ed il 18 settembre, al suo interno ci saranno anche i primi campionati italiani di disciplina
L’evento Far Gravel si terrà il 17 ed il 18 settembre

«Questa avventura a pedali aperta a tutti – ha dichiarato Simone Maltagliati, Marketing Manager Cannondale per l’Italia – rispecchia alla perfezione la filosofia del nostro brand. La nostra parola d’ordine è inclusione, perché nel mondo bike tutti sono i benvenuti. E proprio in sinergia con la FAR Gravel ci poniamo l’obiettivo di avvicinare più cicliste e ciclisti possibili allo spirito del gravel. Siamo dell’idea che con il mezzo giusto non esistano percorsi troppo sfidanti o ciclisti non all’altezza, ed è proprio per questo che lavoriamo costantemente per migliorare l’esperienza in bicicletta del nostro variegato pubblico. Essere presenti ad Argenta ci ricorda quanto sia importante in questo settore il concetto di fare comunità e di sentirsi parte di un insieme in cui quello che conta è partecipare, non arrivare primi».

Far Gravel

Cannondale

Enervit in azzurro: partnership e collaborazione estesa al 2024

07.05.2022
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Enervit ha rinnovato fino alla stagione 2024 il proprio accordo di sponsorizzazione e di partnership con la Federazione Ciclistica Italiana. L’intesa è stata siglata presso la sede milanese di Enervit. Erano presenti il Presidente della FCI Cordiano Dagnoni e del Presidente di Enervit spa Alberto Sorbini

Il rinnovo di questo accordo prevede il supporto di Enervit a tutte le specialità della Federazione Ciclistica Italiana, dalla strada al fuoristrada, fino ad arrivare al paraciclismo e alla pista. 

 Il nuovo spot Enervit realizzato dall’agenzia creativa ligure SUN Times di Francesco Pelosi.

Squadra che vince non si cambia

«Squadra vincente non si cambia – ha dichiarato Cordiano Dagnoni, il presidente della FCI – quello che possiamo impegnarci a fare è affinare le nostre competenze e migliorare, puntando al prossimo traguardo. Scienza, innovazione e ricerca sono tre elementi che Enervit mette a disposizione dell’integrazione sportiva e quindi dei nostri atleti. Il lavoro di sinergia tra l’Equipe Enervit e la Federazione ha alzato ulteriormente la qualità di prodotti già eccezionali, studiati e leader nel mercato dell’integrazione alimentare sportiva e della nutrizione funzionale. Sono davvero orgoglioso di rinnovare questa partnership con un marchio in cui crediamo, per noi sinonimo di certezza, e di continuare un percorso che ci porterà insieme fino alle Olimpiadi di Parigi 2024». 

«È un vero onore e una grande soddisfazione continuare a supportare al meglio la Federazione e i suoi 250 atleti nelle diverse specialità – ha ribattuto Alberto Sorbini, il Presidente di Enervit – e questo lo facciamo ogni giorno con i nostri prodotti, con passione e con un’esperienza unica maturata nel campo della nutrizione e dell’integrazione. Con la FCI la partnership è consolidata, condividiamo gli stessi valori e lo spirito di squadra. Inoltre, abbiamo un importante rapporto di reciproco scambio, con gli atleti e con lo staff della Federazione. È difatti fondamentale per noi ricevere i loro preziosi suggerimenti, che ci portano a innovare e migliorare… sempre». 

Enervit e Federazione Ciclistica Italiana collaboreranno fino alle prossime Olimpiadi, quelle di Parigi 2024
Enervit e Federazione Ciclistica Italiana collaboreranno fino alle prossime Olimpiadi, quelle di Parigi 2024

Un passo nella storia

Da oltre 40 anni, la passione per la nutrizione nello sport guida la ricerca scientifica di Enervit. Un’esperienza unica che, giorno dopo giorno, ha permesso di ideare, testare, sviluppare, e produrre alimenti funzionali e integratori innovativi di alta qualità. Un approccio 100% “in house” quello di Enervit, per soddisfare le esigenze di chi fa sport, di chi è attento al proprio benessere. Nel pieno solco della “vision” del brand, ovvero quella di aiutare tutte le persone a migliorare la qualità della propria vita, promuovendo una nutrizione positiva e una costante attività fisica.

Suzuki e FCI: insieme per la maglia azzurra, anche virtualmente

03.03.2022
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Suzuki Italia e la Federazione Ciclistica Italiana proseguono spedite nella collaborazione in chiave “sponsorship” e comunicazione. La stagione 2022 ha portato uno spunto nuovo sul quale collaborare, ovvero quello dalla partecipazione della squadra nazionale italiana ai Campionati del Mondo eSports: una nuove disciplina ciclistica riconosciuta dall’UCI. 

L’UCI Cycling Esports World Championships, giunto alla seconda edizione dopo quella che si è svolta nel dicembre 2020 è una competizione in cui gli sforzi dei concorrenti alimentano i rispettivi avatar nel gioco. I corridori impegnati nella competizione gareggiano tutti sugli stessi rulli Wahoo KICKR V5 Smart Trainers. Questi rispondono in modo intelligente ai cambiamenti di pendenza virtuale, simulando le sagome degli altri corridori.

Caratteristica unica del ciclismo eSports sono poi i PowerUps: i “potenziamenti” che si ottengono nel corso della gara. Possono essere utilizzati strategicamente dai giocatori per aiutarsi in una fuga, vincere uno sprint, oppure più semplicemente per risparmiare energia. Come avviene in tutti i Campionati del mondo, i vincitori vestiranno per l’intero corso della stagione la maglia iridata in tutti gli eventi virtuali a cui parteciperanno.

Ospiti Suzuki a Seregno

Sabato 26 febbraio ben 180 concorrenti si sono sfidati sul percorso Zwift virtuale di Knickerbocker, immaginato per 55 chilometri (dislivello oltre 900 metri) attorno al celebre parco newyorkese di Central Park. Un tracciato che ha trasportato i corridori nel futuro con addirittura strade sopraelevate in vetro (con punte in salita che hanno raggiunto il 17%), che hanno condotto gli atleti ad ammirare dall’alto lo Skyline di Manhattan.

Continua la collaborazione tra Suzuki e la Federazione
Continua la collaborazione tra Suzuki e la Federazione

La nostra nazionale ha schierato al via tre atleti: Liam Bertazzo, Matteo Cigala e Martina Fidanza. Proprio quest’ultima in compagnia di un gruppo di cinque ciclo amatori selezionati dalla Federazione Ciclistica Italiana, ha disputato la sua prova dalla concessionaria Suzuki Europea Auto di Seregno. Presso la stessa concessionaria sono intervenuti anche i presidenti di FCI, Cordiano Dagnoni, e quello di Suzuki Italia Massimo Nalli, oltre al ct Paolo Sangalli, al responsabile della struttura tecnica Luciano Fusarpoli e al presidente del Comitato Lombardo Stefano Pedrinazzi. Ben una quarantina sono stati invece gli ospiti che hanno tifato ed incitato la Fidanza per tutta l’ora e un quarto di gara.

Una disciplina coinvolgente

«Quella che ho vissuto è stata davvero un’esperienza dura, ma anche divertente – ha dichiarato Martina Fidanza – in quanto è molto difficile riuscire a capire i momenti, sfruttare le scie e recuperare. Una sensazione strana. Mi è piaciuto avere i tifosi attorno a me, sempre pronti a sostenermi. Un plauso alla FCI e naturalmente a Suzuki Italia per aver organizzato questa iniziativa davvero molto coinvolgente».

L’avatar di Matteo Cigala, uno dei tre atleti impegnati nella prova iridata di eSports.
L’avatar di Matteo Cigala, uno dei tre atleti impegnati nella prova iridata di eSports.

«Quella che abbiamo vissuto presso la concessionaria Suzuki Europea Auto di Seregno – ha ribattuto Cordiano Dagnoni, presidente della FCI – è stata un’esperienza che ha messo a dura prova Martina. Sembrava un gioco, ma la fatica era vera… Il percorso era molto duro, forse non propriamente adatto alle sue caratteristiche. Per quanto invece riguarda il tema degli eSports, come Federazione stiamo seguendo con moltissima attenzione la loro evoluzione. La spettacolarità non manca, ed eventi come questo, al quale ho avuto modo di partecipare da spettatore, lo testimoniano».

Suzuki

Federciclismo

Salvato, cosa dice l’Accpi di questi passaggi precoci?

05.01.2022
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Si finirà col fare spallucce e le cose andranno avanti al solito modo. Perciò, prima che smetta di essere argomento di discussione, torniamo per qualche minuto sul tema dello scorso editoriale e sui passaggi di corridori che, pur di diventare professionisti direttamente dagli juniores, ricorrono alla residenza estera.

Come già detto, il problema è tutto nostro perché nonostante l’Uci abbia spazzato il campo dai dubbi, la Federazione italiana ha stabilito una regola per la quale l’accesso al professionismo è subordinato all’aver corso per tre anni in categorie internazionali. Deroghe sono state concesse, come per Tiberi e Piccolo, affinché passassero dopo appena un anno da U23. Il presidente Di Rocco le giustificò alla luce dei limiti all’attività imposti dalla pandemia, ma forse proprio la storia di Piccolo dovrebbe far riflettere su cosa accada passando senza la necessaria solidità psicologica.

Nel 2020 Di Rocco firmò una deroga per i passaggi di Tiberi e Piccolo, nella foto. Ma quest’ultimo è presto tornato U23
Nel 2020 Di Rocco firmò una deroga per i passaggi di Tiberi e Piccolo, nella foto

Due fronti contrapposti

Ognuna delle parti in causa ha le sue ragioni e le difende. Ruggero Cazzaniga, vicepresidente Fci additato dai più come l’estensore e il difensore della norma italiana, dice che la decisione spettava alla Lega del Ciclismo Professionistico, che se ne è lavata le mani rinviando tutto al Consiglio federale. E aggiunge, a difesa della regola che regolamenta i passaggi, di aver parlato a lungo di questo con Luca Guercilena e che il grosso limite di chi passa troppo giovane è l’incapacità psicologica di reggere il gioco.

Alex Carera, procuratore dei due corridori in questione (Pinarello e Pellizzari) si scaglia contro la norma italiana. E parlando delle tutele per i ragazzi, dice che avrebbe avuto dubbi se la gestione della Bardiani fosse stata la stessa degli ultimi 4-5 anni (quando sarebbero stati fatti passare corridori non all’altezza, che per questo hanno smesso), ma che il nuovo progetto U23 gli sembra convincente. Che i ragazzi svolgeranno la stessa attività che farebbero in continental, ma avranno i contributi versati e guadagneranno tempo in termini di esperienza. 

Al netto del fatto che sulla scelta di questi ragazzi si potrà fare una valutazione basata sui fatti fra un paio di stagioni, il punto resta però la norma e i motivi per cui essa è stata prevista. Se si ritenesse di volerla/doverla abolire, servirebbe che tutte le forze in campo si sedessero a un tavolo per discuterne. Il tentativo di aggirarla risolve probabilmente il caso specifico, ma rinvia il problema alla prossima volta. Come avere l’auto con targa dell’Est per aggirare le sanzioni del Tutor.

Masnada è passato a 24 anni quando ha raggiunto la necessaria solidità. A proposito di passaggi precoci…
Masnada è passato a 24 anni quando ha raggiunto la necessaria solidità

La voce che manca

Una voce che ancora manca all’appello è quella del sindacato dei corridori. Che cosa succederebbe se in un’azienda venissero assunti dipendenti privi della necessaria formazione? Il sindacato probabilmente insorgerebbe, mentre dall’Accpi non sono venuti segni di reazione. Ragione per cui abbiamo interpellato Cristian Salvato, il suo presidente. Che cosa pensa di questi passaggi?

«E’ difficile prendere posizione – dice – ed è un fatto che l’Italia sia l’unico Paese con questo sbarramento. La mia opinione è personale, ma è pur sempre quella del presidente dell’Accpi. Da un punto di vista del diritto al lavoro, Pinarello ha ragione. Credo però anche che la Fci abbia preso una linea corretta. Si deve avere pazienza, perché sono tanti i corridori bruciati per essere passati troppo presto. Spero che Pinarello, che non conosco, diventi il nuovo Nibali, ma che motivo ha di voler anticipare così tanto?».

Evenepoel è un’eccezione: nel 2018 vinse 23 corse da junior, fra cui doppio europeo e doppio mondiale
Evenepoel è un’eccezione: nel 2018 vinse 23 corse da junior, fra cui doppio europeo e doppio mondiale
Alex Carera parla della bontà del progetto Bardiani.

Se Pinarello fosse mio figlio, dato che ha la stessa età, gli avrei consigliato comunque di aspettare. Vero che c’è il progetto Bardiani, ma proprio parlando di quella squadra forse poteva far maturare gli altri corridori che non ha confermato. Non tutti arrivano in due anni e si continua a fare l’esempio di Ballan oppure di Ballerini e Masnada, passati fra i 23 e i 25 anni, per dire che conviene aspettare il giusto tempo.

Non è strano che la norma italiana sia contro quella internazionale?

Credo sia necessario uniformare le norme, però l’Italia è la culla del ciclismo e delle migliori idee di questo sport e ha un buon regolamento. E’ vero che il ciclismo è cambiato, ma guardando le foto Pinarello non mi sembra formato com’era Quinn Simmons quando vinse il mondiale juniores. Non mi sembra un Pippo Pozzato. Magari sarà anche forte, ma abbiamo delle strepitose continental e squadre di under 23 in cui sarebbe potuto maturare molto bene.

Sei a favore dell’unificazione delle norme, ma trovi giusta quella italiana?

Secondo me non è sbagliata. Chi non crede a tante cose, creda alla matematica. E la statistica dice che a fronte dei tanti che ogni anno passano, sono più quelli che smettono presto perché sono passati quando non erano pronti. La domanda è: ci troviamo davanti a un fenomeno?

Ayuso è passato nel WorldTour dopo sei mesi da U23 in cui ha vinto ogni corsa, anche il Giro, con grande facilità
Ayuso è passato nel WorldTour dopo sei mesi da U23 in cui ha vinto ogni corsa
I fenomeni hanno diritti a parte?

Se arriva uno come Ayuso o come Evenepoel, se fossero italiani, che al secondo anno da junior vince 23 corse fra cui entrambi gli europei con distacchi abissali ed entrambi i mondiali, si può valutare che passi prima, perché fra gli under 23 avrebbe poco da imparare. Ma Pinarello quante corse ha vinto nel 2021?

Sei o giù di lì…

Il ciclismo è cambiato, vero, ma io ne vinsi 5 fra cui un mondiale e non passai direttamente. Alcuni miei compagni ne vinsero 12-13 e non ci sono mai arrivati al professionismo. Ripeto, il ragazzo ha i suoi diritti, ma credo che l’Italia abbia ragione. Lo dissi subito, a suo tempo: il precedente di Evenepoel farà disastri. Detto questo, ora che Pinarello ha firmato il suo contratto, come Associazione lo accoglieremo. Ma come Presidente e padre gli dirò che avrebbe potuto aspettare.

Amadio, il primo punto su juniores e nazionali

18.05.2021
4 min
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Che cosa sta facendo Roberto Amadio? Nominato alla presidenza della Struttura Tecnica Strada e Pista della Federazione, il friulano è un po’ sparito dai radar, inghiottito dalla macchina federale e dalla necessità di capirne dinamiche e segreti.

«Il progetto di questa Federazione – spiega Ruggero Cazzaniga, suo predecessore e ora vicepresidente federale – è salire di livello, passando per un ammodernamento che consenta di coinvolgere partner che ci facciano crescere. Amadio riveste la funzione del team manager e coordinatore delle nazionali. Deve imparare che cosa vuol dire catapultarsi in questa realtà che non è 100% privata, ma vive in favore delle società. Vedo da parte sua una grande volontà e vedo una squadra diversa dal passato, che sta nascendo con ottimi presupposti».

L’obiettivo finale sarà gestire le nazionali come un team WorldTour per tutto l’anno
L’obiettivo finale sarà gestire le nazionali come un team WorldTour per tutto l’anno

In ufficio

In questi giorni Amadio (che nella foto di apertura è con Moreno Argentin) vive una strana situazione, con un occhio sul Giro d’Italia e l’altro sul nuovo incarico, che lo prende parecchio.

«Al momento – dice – si sta lavorando all’approvazione delle gare e a dettagli ogni giorno da imparare e altri da aggiustare. Per fortuna ho accanto Giorgio Elli, che è molto preparato, e lo stesso Cazzaniga che mi aiutano a capire i meccanismi. Non è come guidare un team, questo è chiaro. Sono anche in contatto con i tecnici delle nazionali, lavorando sui prossimi appuntamenti. Ma per ora è un ruolo molto da ufficio e poco sul campo. Ho visto un paio di corse juniores e una di dilettanti, per fortuna c’è lo streaming…».

Obiettivo juniores

Qualche settimana fa avevamo parlato di lui con Michele Biz, proprio a proposito della categoria juniores, dopo che Roberto era andato a seguire le corse organizzate da un pool di squadre friulane per ovviare alla stasi dell’attività.

Biz pensa che la Fci dovrebbe mettere mano alla categoria juniores…

Forse è arrivato troppo professionismo. Forse si dovrebbero lasciare i ragazzi di quell’età più tranquilli, mentre ci sono 4-5 squadre nettamente superiori alle altre, che corrono in modo professionale e ammazzano le altre realtà.

Gran Premio Liberazione juniores, vince Dario Igor Belletta
Gran Premio Liberazione juniores, vince Dario Igor Belletta
Non si dice che adesso si passa professionisti direttamente dagli juniores?

Io invece credo che la categoria vada protetta ed è un’attenzione importante, perché si tratta della fase in cui si intravedono le potenzialità di un corridore. C’è chi matura prima e chi matura dopo e bisogna tutelare i più interessanti, magari riparandoli dall’equazione che se non vinci, non trovi squadra per l’anno successivo.

Non siamo forse alla ricerca del nuovo Evenepoel?

Ecco, bravi! C’è quest’ansia di trovare il super talento e se poi non funziona, gli danno un calcio nel sedere. Perché funziona così, lo sappiamo. La Fci impone i due anni nelle categorie giovanili, ma poi arrivano i procuratori, si attaccano al diritto al lavoro e nel nome di questo cancellano il diritto più sacrosanto del corridore che è crescere gradualmente. In più si creano della aspettative che non sempre possono essere mantenute.

Il programma elettorale di Dagnoni prevedeva la rifondazione delle squadre nazionali. Senza fare nomi per non metterti in imbarazzo, state ragionando anche sui futuri tecnici?

La gestione futura delle nazionali, proprio come è scritto nel programma elettorale che ha portato Dagnoni alla presidenza, sarà uno dei miei compiti. Come impostarle e come gestirle. La nomina dei commissari tecnici è compito del presidente, io semmai potrò dare qualche indicazione, ma al momento non mi sfiora il dubbio di fare nulla, perché stanno lavorando tutti bene.

Alla Coppi e Bartali, Amadio assieme al presidente Dagnoni e al cittì azzurro Cassani
Alla Coppi e Bartali, Amadio assieme al presidente Dagnoni
Cazzaniga parla di nazionali come un team WorldTour.

E’ il motivo probabilmente perché la scelta è caduta su di me. E’ un programma ampio che coinvolge strada, fuoristrada e pista. Un progetto che richiede uomini che ben si integrino, che sappiano lavorare insieme, seguendo la linea. Ma tutto questo è competenza del Consiglio Federale. Per ora mi sto occupando di altro. E vi assicuro che ho tanto da fare. Però visto che bravo ieri Sagan? Gli ho mandato un messaggio. Quando vince uno dei miei ragazzi, salta fuori il vecchio cuore Liquigas.

Borgna: l’Acsi potrebbe collaborare, ma Fci vuole?

26.01.2021
4 min
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C’è da capire, usando il linguaggio crudo della strada, se la grande attenzione dei 4 candidati alla Presidenza Fci verso cicloturisti e amatori nasca da un nobile fine o non sia piuttosto il modo di arrivare alle loro quote associative. In ciascuna delle interviste pubblicate nei giorni scorsi a Dagnoni, Isetti, Martinello e Perego (in ordine alfabetico) la battuta comune di ognuno era: «Vanno proposte attività vere e non considerarli dei bancomat».

Dato che continua a sembrarci insolito, se non per ambiti ristretti, che una Federazione affiliata al Comitato Olimpico debba destinare risorse agli amatori, ci siamo rivolti a chi con loro lavora da anni e lo fa anche bene, per capire se ci siano margini di manovra. E così abbiamo suonato nuovamente alla porta di Emiliano Borgna, responsabile nazionale di Acsi Ciclismo (in apertura sulla sinistra, alla presentazione della Marcialonga). Nel 2019, l’Acsi aveva 53.000 tesserati, 1.900 società affiliate, 1.200 eventi organizzati, 80 Gran Fondo. Abbiamo parlato con lui per capire se ci siano margini di collaborazione con la Fci, lasciando a ciascuno il proprio ruolo e ottimizzando le risorse.

Ecco il logo dell’iniziativa 2021 dell’Acsi
Ecco il logo dell’iniziativa 2021 dell’Acsi
Buongiorno Emiliano, ci dicesti di aver parlato con Martinello durante l’estate, ci sono stati altri contatti?

Con nessuno, nulla. Probabilmente si sentono di un’altra dimensione, che poi da un punto di vista normativo è vero. Vediamo quando entrerà in vigore la riforma dell’ordinamento sportivo, se ci saranno compiti più definiti. Sul fronte degli amatori, la situazione degli ultimi anni è a favore nostro e di altri Enti, perché loro hanno poca attività.

Perché siete così forti e perché per la Fci sembra tutto così difficile?

Abbiamo snellito molto la macchina organizzativa, cerchiamo di aiutare le società ad organizzare i loro eventi. Di là questo non c’è e per contro hai delle tasse gara parecchio elevate, anche perché per tanti anni non c’è stata attenzione verso il mondo amatoriale e sono rimasti indietro, avendo però probabilmente degli altri obiettivi. Ci sono stati anni ibridi, in cui si poteva credere all’agonismo amatoriale, quando si erano raggiunti degli estremi di esasperazione. Ma ora, anche grazie al Covid, le cose si sono normalizzate. Gli eventi sono fermi oppure parteciparvi è difficilissimo. La gente però ha continuato a fare sport, lo dicono anche i dati sui sinistri. E qui è nata la nostra idea di Kom You.

Che cos’è?

Lo spunto per dare un obiettivo alle persone, perché la situazione sarà ancora questa per alcuni mesi, speriamo pochi, e poi la ripresa avrà comunque incertezze e criticità. Così abbiamo ideato una challenge che dia ai praticanti lo stimolo per allenarsi, anche perché gli ultimi eventi virtuali, potendo comunque uscire in strada, hanno avuto un bel calo di partecipanti. Si affrontano le più belle salite italiane, seguendo due filoni. Puoi farne il maggior numero oppure ricercare la prestazione, con la classifica che viene stilata tramite condivisione della propria attività su Strava. Possono partecipare tutti, non solo i nostri tesserati. C’è tanta gente che ha cominciato, vestiti come capita, con bici inizialmente improvvisate. Sono nuovi tesserati per allargare il bacino e non restringerlo ai Veterani over 40, che hanno la stabilità economica per comprare le bici e pagare le iscrizioni.

Partenza Nove Colli 2018
Migliaia alla partenza della Nove Colli, perché non abbinare gare di giovanissimi ed esordienti?
Partenza Nove Colli 2018
Perché non abbinare gare giovanili alla GF?
La caccia ai neofiti è anche nei programmi dei quattro candidati…

Quando nacque il discorso delle convenzioni, per cui lo sport si faceva tramite gli Enti di promozione in collaborazione con le Federazioni, noi fummo i primi a firmare, non per soggezione, ma perché credevamo in una possibile collaborazione e ci crediamo ancora. Poi hanno raffrontato i numeri dei tesserati e i discorsi sono finiti. Non vedo nella Fci un competitor, lo sono semmai gli Enti che non organizzano eventi e non hanno costi che fanno campagna di tesseramento fra le mie società a prezzi stracciati. Con Fci siamo mondi diversi, si potrebbe trovare benissimo un punto di incontro.

Si parla di gare di giovanissimi legate alle Gran Fondo.

Si potrebbe sfruttare la logistica dell’evento amatoriale e abbattere i costi per gli organizzatori che da quando le gare regionali sono diventate nazionali, sono aumentati. Ma potremmo collaborare anche al di fuori delle gare.

In cosa?

La realizzazione di ciclodromi in cui fare tutti attività. Gestire l’attività di base, ad esempio nelle scuole o con i disabili. Queste cose le fanno gli Enti, non le Federazioni. Loro hanno tutto codificato con i riferimenti normativi del Coni, specialità per specialità, ma un modo per portare le persone in bici si trova. Se fai attività di giovanissimi ed esordienti alle Gran Fondo, eviti anche di far andare i ragazzini sui furgoni malmessi di certe società. Vanno alle gare con la famiglia, il papà fa la sua Gran Fondo e i bambini la loro corsa. E’ anche il modo di condividere lo sport in famiglia.

Lo fate già?

In alcuni eventi come la Marcialonga, il sabato si fa l’evento dei bambini ed ha una partecipazione eccezionale. La Gran Fondo dovrebbe essere l’atto finale di una festa di famiglia. 

E se la Fci viene a prendersi i bambini, proponendo loro la tessera?

Benvenga. Noi non possiamo fare agonismo con i bambini fino ai 13 anni, prima si fanno attività ludico-promozionali. E’ giusto che i piccoli facciano attività federali. Se diventano Nibali, siamo tutti contenti. Se non lo diventano, magari vengono da noi come amatori.

Elisa Balsamo, tra studio e allenamento, foto Instagram

Sette giorni da Balsamo, fra libri, bici e… cereali

27.11.2020
5 min
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Ogni mattina, appena alzata, Elisa Balsamo scrive a Erica Lombardi, la sua nutrizionista. Le spiega quale lavoro dovrà fare e prende nota del menù. Le sue giornate non sono mai uguali fra loro, quindi è difficile ricondurle in schemi. Al momento la piemontese è in vacanza, sia pure a casa. Ma come funziona la settimana tipo quando si fa sul serio e magari nel menu c’è anche la pista?

Elisa Balsamo, 4a Vuelta Navarra 2020 (foto Valcar)
Prima corsa dopo il lockdown: Vuelta Navarra, quarto posto (foto Valcar)
Elisa Balsamo, 4a Vuelta Navarra 2020 (foto Valcar)
Quarta alla Vuelta Navarra alla ripresa (foto Valcar)

«Adesso che siamo agli inizi – dice col buongiorno – seguo un piano settimanale. Per il seguito, sono sempre in contatto con Davide Arzeni, mio preparatore e direttore sportivo alla Valcar. Quello che faccio certamente ora è risveglio muscolare a digiuno per tenere il tono. Qualche uscita con tranquillità. Qualche camminata. Abbiamo già le prime date per andare in pista, ma inizialmente saranno sedute di tecnica».

Quindi si comincia con la nutrizionista. Sicura che risponde sempre?

Sicurissima, lei c’è sempre (ride, ndr). Quello che mangio dipende dall’allenamento. Ognuno deve trovare il suo equilibrio. Ad esempio se al mattino devo fare distanza, mangio porridge, yogurt con i cereali, fette biscottate con ricotta o marmellata. Niente caffè, non mi piace.

Cosa metti in tasca?

Dato che fermarmi mi dà fastidio, porto gallette con marmellata, una banana, barrette di cereali. Il necessario per riparare una foratura e dovrei anche ricordarmi di avere con me 10 euro. Poi lo smanicato e niente auricolari.

Quanto è lunga una distanza di Elisa Balsamo?

Poco più di quattro ore.

Elisa Balsamo, cereali colazione (foto Instagram)
Cereali a colazione, sul suo blog anche le regole per l’uso (foto Instagram)
Elisa Balsamo, cereali colazione (foto Instagram)
Cereali a colazione con criteri precisi (foto Instagram)
Da sola oppure in gruppo?

DI solito vado con il mio fidanzato (Davide Plebani, anche lui azzurro della pista, ndr) che sta uscendo da una mononucleosi. Andiamo insieme, ognuno fa i suoi lavori e poi rientriamo. In gruppo non mi piace, voglio fare bene quel che devo. Altra cosa se sono in ritiro con la squadra, ovviamente.

Parti tardi, così scavalchi l’ora del pranzo?

Faccio in modo di rientrare sempre per le 14-14,30. Sono abituata a mangiare tardi dai tempi del liceo, pranzare alle 15 non è un problema.

Cosa prevede il pranzo quando c’è distanza?

I carboidrati ci sono sempre. La mia pasta preferita sono gli spaghetti, senza glutine o di kamut, conditi con pomodoro. Poi un secondo, magari non carne rossa.

Quante distanze nella tua settimana?

Una basta e avanza. Preferisco lavori di qualità che di quantità e poi considerate che durante la stagione la distanza la fai anche in gara.

Poi Balsamo sta tutto il pomeriggio sul divano, giusto?

Un riposino si fa (sorride, ndr), poi però ho sempre qualcosa da fare. Studio, cosa che riesco a conciliare bene (doveva laurearsi in Lettere Moderne e Contemporanee all’Università di Torino a settembre, ma il Covid l’ha costretta a rimandare al 2021, ndr). A volte si fa un giro. Vivo a orari normali, niente di strano. Poi si va verso la cena. Ancora carboidrati, proteine e verdure, oppure solo proteine. E acqua nel bicchiere.

Elisa Balsamo, ritiro Fiamme Oro San Pellegrino (foto Instagram)
Raramente si allena su salite più lunghe di 20 minuti (foto Instagram)
Elisa Balsamo, ritiro Fiamme Oro San Pellegrino (foto Instagram)
Raramente per Balsamo salite lunghe più di 20′ (foto Instagram)
Cambia qualcosa quando i lavori sono più brevi e intensi?

Un po’ sì. Ho scritto un articolo nel mio blog sul fatto che il muesli va bene prima di un allenamento di forza resistente, se invece si deve affrontare un allenamento di forza esplosiva bisogna aggiungere della quinoa soffiata. Che i fiocchi d’avena sono particolarmente indicati per un allenamento di endurance . Il grano saraceno soffiato è ideale per un allenamento di recupero e la quinoa soffiata è molto adatta per un allenamento con lavori al medio oppure, aggiungendo zuccheri semplici, per lavori in soglia. Diciamo che in genere la dieta è una cosa molto soggettiva, ma in uno schema ideale non devono mancare carboidrati, proteine e verdure. Ad esempio a me le uova non piacciono e devo trovare il modo di sostituirle.

Come funzionano i tuoi lavori di soglia?

Faccio lavori progressivi in salita per raggiungere la soglia. Oppure lavoro intermittente. La pista va tenuta presente, per questo non faccio mai salite più lunghe di 20 minuti. Per non perdere brillantezza.

Occhio sempre sul misuratore di potenza?

Per i lavori specifici sempre, ma senza avere aperta la pagina. Registro i dati e li analizzo al rientro.

Quale è il tuo schema di lavoro settimanale?

Si può dire che in successione faccio un giorno lavori forza, poi l’intermittente, agilizzazione, riposo e palestra. E a parte pochi momenti dell’anno, ci sono sempre sessioni in pista. Due giorni a settimana, di solito martedì e giovedì, a meno che non ci siano dei ritiri e allora si sta di più.

Elisa Balsamo, Silvia Pollicini, ritiro Valcar (foto Valcar)
Balsamo, Pollicini e la squadra in ritiro, altrimenti Elisa esce da sola (foto Valcar)
Elisa Balsamo, Silvia Pollicini, ritiro Valcar (foto Valcar)
Solo in ritiro Balsamo esce in gruppo (foto Valcar)
Che cosa si fa in quel caso lunedì e mercoledì?

Il mio preparatore dice di privilegiare le sensazioni, ma il lunedì di solito vado in palestra. E anche con Salvoldi si sentono affinché i lavori siano compatibili fra loro.

Cosa si fa in quei due giorni in pista?

Dipende dalla lontananza della gara. Nei ritiri a ridosso, si fanno prove cronometrate, partenze, lavori di forza resistente, prove di madison. Altrimenti tanto dietro moto. Si fa la giornata lunga dal mattino e in quel caso porto il pranzo al sacco e mangio tornando a casa. Altrimenti due sessioni e allora andiamo a pranzo fuori. Di base, a tavola seguo sempre la linea concordata, ma bisogna anche adattarsi.

Il lavoro in pista resta nelle gambe?

Spesso sì, considerando che nel quartetto si usa anche la corona da 62, mentre nelle prove di gruppo uso il 52 o il 55, perché mi piace andare un po’ agile.

Elisa Balsamo, Omnium, campionati europei Plovdiv 2020
Ha chiuso la stagione in pista con due titoli europei. Qui nell’omnium
Elisa Balsamo, Omnium, campionati europei Plovdiv 2020
Ha chiuso la stagione in pista con due titoli europei
Cosa si fa nei due giorni prima di una gara?

Se si corre di domenica, il venerdì dietro moto e il sabato una sgambata per smaltire il viaggio. Il dietro moto si fa più spesso che solo il venerdì, in realtà.

E la moto la guida Davide?

Ce la guidiamo reciprocamente (ride, ndr), facciamo gioco di squadra.

E il lunedì?

Riposo. Di solito si viaggia, altrimenti un giretto o un salto in palestra.

Massaggi sempre, poco o mai?

E’ un’abitudine che sto iniziando a prendere. Alle gare sempre. A casa quando riesco, uno ogni due settimane. E’ un fatto di abitudine, dovendo viaggiare era una cosa cui non pensavo mai.