Ormai lo ripetiamo da tempo, se si è giovani soprattutto se juniores o under 23, trovare una squadra è sempre più difficile. O i ragazzi sono già dei veri campioncini o la situazione si fa nettamente complicata.
Vuoi una certa crisi (dovuta anche al Covid), vuoi il sistema fiscale che non agevola la nascita di nuove società, vuoi la sicurezza sulle strade… il risultato è che le squadre dove potersi tesserare sono sempre di meno. E sono sempre di meno, per non dire quasi del tutto assenti, dalla Toscana, Umbria in giù.
In questo quadro il rischio di perdere dei ragazzi, ancor prima che dei potenziali campioni, diventa sempre maggiore.
Noi ci siamo chiesti cosa può fare la Federazione in soccorso di quei ragazzi che restano “a piedi”. Abbiamo visto che la Federciclismo si è mossa, per esempio, per trovare un team all’iridato di Roubaix, Liam Bertazzo, ma con i ragazzi?
Parola a Cazzaniga
Non si potrebbe ipotizzare che ogni comitato regionale faccia una sua squadra, così da raccogliere eventuali “senza contratto”?
«Così mi ritirate la volata – parte in tromba e in modo appassionato Ruggero Cazzaniga, vicepresidente della FCI – ho fatto inserire questa proposta nelle norme attuative già l’anno scorso».
«Il tesseramento individuale non si può fare, serve una società. Con questa norma (la 31.0 del regolamento dilettanti 2021, ndr) i presidenti regionali, o chi per essi, potevano creare una società, tra virgolette, fittizia. Fare quindi loro stessi un’affiliazione e consentire così il tesseramento dei vari ragazzi in cerca di una squadra».
«Il problema è che purtroppo gli stessi comitati regionali hanno snobbato questa proposta mettendo come scusanti eventuali problemi che potevano dare i ragazzi, non essendo seguiti in maniera diretta, piuttosto che esaltare le opportunità di questa iniziativa».
Obiettivo promozione
Cazzaniga rilancia poi l’argomento. Secondo lui non si tratta solo di trovare squadre ai ragazzi, bensì di fare promozione.
«Il ruolo di una federazione non è solo quello di vincere più medaglie – riprende Cazzaniga – cosa comunque importante chiaramente, ma è quello di poter mettere in condizione i ragazzi di avvicinarsi a questo sport. Faccio un esempio: a maggio c’è il Giro d’Italia, io a giugno devo essere in grado di poter tesserare i ragazzi che si appassionano vedendo la corsa rosa insieme al papà. Ma oggi nessuna società tessera un ragazzo che parte da zero, o quasi, a giugno. E neanche posso biasimarle più di tanto visto che nella maggior parte dei casi non navigano in buone acque economiche e che ci sono comunque dei costi da sostenere.
«E non dobbiamo pensare solo agli juniores o agli under che sono “pochi” e quantificabili, ma dobbiamo pensare anche a esordienti, allievi e ai ragazzi che potrebbero essere tesserati. Ai ragazzi del paese: credo che tra pista, strada, bmx, mtb… qualcosa si possa trovare».
«Per questo l’idea delle squadre dei comitati regionali per me era, ed è, vincente. È una soluzione praticamente a costo zero. Chi non riesce a trovare squadra quasi certamente possiede una sua bicicletta, la Federazione, in questo caso i comitati regionali non hanno problemi a fare un’affiliazione e a tesserare un corridore, si tratta solo di fornire ai ragazzi una maglia. Se poi ci sono problemi per tirare fuori 10 maglie allora c’è qualcosa che non va in quel comitato regionale stesso.
«Fosse per me – aggiunge Cazzaniga – questa “iniziativa” di tesseramento la farei anche a livello centrale, nazionale».
Opportunità per tutti
Chiaramente tesserarsi in questo modo è una sorta di ancora di salvataggio, ne siamo consapevoli, però meglio un salvagente che non tentare per nulla. Che non poter inseguire i propri sogni.
«Un ragazzo o una ragazza andrebbero alle corse con i propri genitori – dice Cazzaniga – vestendo la maglia del rispettivo comitato. In questo modo avrebbero comunque la possibilità di giocarsi le loro carte.
«Secondo il regolamento della delibera che presentai potrebbero fare le gare regionali, non quelle nazionali per le quali servono almeno team composti da quattro componenti. Correrebbero in regione chiaramente se c’è una gara nel loro comitato, ma possono anche spostarsi in altre regioni. Penso magari al Sud. In questo modo ragazze e ragazzi hanno comunque l’opportunità, di seguire il loro sogno. E se un team fosse interessato a loro… sarebbero liberi di andare».