Pro’, giovani e sicurezza: Dagnoni cosa farà?

26.02.2021
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Cordiano Dagnoni è il freschissimo presidente della Federazione ciclistica italiana. L’ex corridore e tecnico lombardo ha vinto le elezioni giusto la scorsa domenica.

Ma nel momento della “festa” Dagnoni non ha parlato di programmi e progetti. Lo fa però adesso con noi che gli chiediamo di giovani professionisti e sicurezza: tre temi importantissimi per il ciclismo e per chi va in bici. Lui stesso ci aveva illustrato il suo programma elettorale, adesso vediamo cosa potrà veramente realizzare nei prossimi mesi.

Cordiano Dagnoni, neo presidente federale, è già al lavoro…
Dagnoni, neo presidente federale, è già al lavoro…
Presidente, partiamo dai giovani. Quali sono le sue linee guida?

A livello promozionale prevediamo un progetto alternativo a quello delle scuole. Riteniamo più proficuo passare per oratori e centri estivi. 

Perché, Dagnoni?

Perché d’estate i bambini sono più propensi a fare attività sportiva, a stare all’aria aperta e gli animatori/accompagnatori lo stesso. Per questo vogliamo trovare accordi con gli enti promozionali. In tal senso è fondamentale l’impiantistica: bike park, ciclodromi, pump track…. Bisogna trovare location sicure, anche per far star tranquilli i genitori che altrimenti non li manderebbero. E in questo progetto il fuoristrada e la Bmx sono fondamentali. Ad un bambino metti il casco integrale, le protezioni e lo mandi giù da una rampa, ma sapete quanto si diverte e che attitudini acquisisce?

Gli organizzatori di gare juniores, allievi… spendono molto in tasse e in cambio hanno avuto poco dalla Fci, magari giudici che li multavano perché la logistica dell’arrivo non era conforme per pochi centimetri… Cosa farà la Fci adesso?

Beh, la Fci ha molto agevolato queste società dando contributi a chi si è preso l’onere di organizzare sotto pandemia e in qualche modo hanno già preso. Ma quello delle tasse Fci è solo un aspetto marginale. In generale aumentano i costi. Pensiamo per esempio solo al personale Asa: chi ha fatto un corso e ha ricevuto una certificazione adesso si sente abilitato a chiedere un contributo. Si sta più attenti alla sicurezza, giustamente, ma i costi aumentano e la coperta è corta. Posso dire che cercheremo di avere un occhio di riguardo e di intervenire secondo le nostre risorse.

Oggi è sempre più difficile trovare dei ragazzi che vogliono far fatica, mentre il movimento amatoriale è molto forte. Si può sfruttarlo? Pensiamo ad una quota delle iscrizioni devolute al settore giovanile, a gare organizzate sfruttando la stessa struttura della granfondo. E’ chiaro che molto ricadrebbe sull’organizzatore, ma proprio per questo la Fci può essere di supporto…

La tessera degli amatori già aveva subito una maggiorazione che andava a vantaggio dei giovanissimi, solo che poi anche la tessera dei giovanissimi è aumentata in quanto il costo dell’assicurazione era praticamente più alto della tessera stessa. In Lombardia, dove ero stato presidente del comitato regionale, avevo proposto questo progetto di associare le gare amatoriali con quelle dei ragazzi. Spesso sono gli stessi papà che corrono e che poi potrebbero portare il figlio o la figlia a gareggiare. Magari la mattina si fa la granfondo e nel pomeriggio la gara giovanile, sfruttando le stesse strutture. Chiaramente con un tracciato diverso. Ma vado oltre.

Prego…

Penso che la stessa cosa si possa proporre per il paraciclismo. Credo sia anche un messaggio sociale. E lo stesso associare il paraciclismo ai giovanissimi. I paratleti sono esempi e sarebbe educativo per i piccoli. Da questi atleti arrivano grandi lezioni di vita.

L’esclusione dell’Androni Giocattoli dal Giro 2021 ha sollevato grandi polemiche
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Passiamo al mondo dei pro’, presidente. Ci rendiamo conto che il ruolo della Fci è marginale, ma cosa può fare la Federciclismo per riportare il nostro sport ai vertici internazionali. Cosa può fare per tornare ad avere squadre WorldTour?

Bella domanda! Noi ci concentriamo su altri settori. E’ vero che le medaglie arrivano dal mondo dei pro’, ma il nostro compito è quello di tutelare anche le categorie sottostanti. Se poi si parla della mancanza di team WorldTour, questo è vero. Ma attenzione, perché d’Italia ce n’è molta in queste squadre: corridori, massaggiatori, diesse, meccanici… Probabilmente il fisco fa scappare le società dal nostro Paese. Ma questo è un aspetto che dovrebbe rivedere prima di tutto il governo. Noi possiamo solo tendergli la mano affinché possa trovare soluzioni valide.

Spesso in Italia le piste ciclabili sono fatte senza veri criteri di ciclabilità
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Nelle ultime settimane c’è stata polemica riguardo ai posti assegnati al Giro. La Fci potrebbe intercedere con Rcs per trovare un regolamento univoco?

Bisogna trovare delle regole certe e definite, che si sottraggano ai giudizi soggettivi. Servono dei parametri che stabiliscono se ne hai diritto oppure no. Io credo che Fci e Rcs dovrebbero collaborare molto di più. Questo è un mio obiettivo.

Sicurezza. Giusto un paio di giorni fa è morto un altro ragazzo, Giuseppe Milone di 17 anni. Cosa farà la Fci per questo delicato tema?

Torniamo al discorso di prima: serve una certa impiantistica. Bisogna ragionare con le amministrazioni locali per trovare gli spazi giusti. I ciclodromi sono la via migliore. Percorsi di 800-1.000 metri nei quali possono girare i ragazzi, ma anche gli amatori. Spazi in cui possano starci anche le scuole di Mtb. Poi certo, anche sull’educazione stradale (da parte di tutti, automobilisti e ciclisti, ndr) abbiamo degli ampi margini di miglioramento. Bisogna sviluppare piste ciclabili, ma ciclabili vere, non ciclopedonali. Come in Belgio, Olanda. Andrebbe rivista la moda urbana delle nostre città e periferie. La cultura ciclistica va creata e noi come Fci siamo portavoce di questo cambiamento.

La regola del metro e mezzo di distanza è giusta, ma è anche vero che spesso è irrealizzabile: buche, traffico, strade strette… Cosa ne pensa, Dagnoni?

Come presidente del comitato lombardo feci mettere sul lato sinistro delle maglie della nostra rappresentativa il logo giallo del metro e mezzo affinché fosse pubblicizzato. Poi sì, ha una realizzabilità relativa, è più un consiglio per automobilisti che una regola.