Il passato voleva riprendersi il presente. Ma Vollering ha detto no

08.03.2025
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SIENA – Ma non dovevamo non vederci più? Così recitava una canzone di Lucio Battisti, ed è probabilmente quello che ha pensato Demi Vollering quando ha visto la sua ex compagna Anna van der Breggen ancora alla sua ruota. Come una volta. Come ai vecchi tempi. La Strade Bianche Women va alla grandissima atleta della FDJ-Suez.

Sulle strade senesi tutti si aspettavano la lotta fra Anna Van der Breggen (altro rientro eccellente), la nostra Elisa Longo Borghini, Demi Vollering e, secondo alcuni, anche Mavi Garcia. E in effetti, non ci si è andati lontano.

Tutto succede nell’ultima fase di gara: quando si affronta Colle Pinzuto, Van der Breggen forza, ma Vollering segue senza problemi e anzi, allo scollinamento rilancia. Proprio lì, quando inizia il falsopiano e servono tante gambe e tanti watt, l’unica a resistere all’ex compagna e connazionale è proprio Van der Breggen. Mancano esattamente 14 chilometri alla fine e da lì in poi sarà una fuga a due.

La potenza e la classe di Anna Van der Breggen (34 anni) al rientro dopo tre anni di stop
La potenza e la classe di Anna Van der Breggen (34 anni) al rientro dopo tre anni di stop

La classe della campionessa

Sembra un tuffo nel passato. Le due olandesi hanno un altro passo, un’altra pedalata. E in questa fuga quasi non si parlano. Anche all’arrivo solo Van der Breggen si sposterà per un timido saluto nei confronti di Vollering.

«Se mi aspettavo di vincere? No, ma ci ho sperato». Così inizia Anna Van der Breggen nel post gara. L’atleta della SD Worx, quando parla, ti guarda fisso e non molla un secondo. Ha una determinazione agghiacciante.

«Ho anche sofferto molto durante la gara, è stata dura sin dall’inizio e non sapevo quanto avrei potuto reggere. Però sono molto felice, perché era da così tanto tempo che non mi giocavo un finale in questo modo e quindi sono piuttosto sorpresa, anche se poi eravamo partite per vincere».


«L’attacco? Non avevo in programma di attaccare alle Tolfe, volevo solo stare davanti, quindi ho cercato di affrontare la discesa e l’inizio dello strappo finale il più velocemente possibile. Ho pensato che in quel modo avrei avuto un po’ di spazio per il resto del settore. Ma a quel punto della gara sarebbe cambiato davvero poco. Si doveva andare a tutta! Questa corsa comunque mi dà fiducia per il resto della stagione».

Lo spettacolo dei settori super impolverati della Strade Bianche Women
Lo spettacolo dei settori super impolverati della Strade Bianche Women

Botta e risposta

«Demi – riprende Van der Breggen – voleva che passassi a tirare, ma mi serviva tempo. Sono vecchia e mi serve tempo per recuperare! Non abbiamo avuto lunghe conversazioni, stavamo soffrendo un po’. C’era il dolore alle gambe e anche le emozioni della gara, il pubblico, il finale che si avvicinava. Tra l’altro è stato bello sentire tutto questo di nuovo, soprattutto in questa gara».

«Io – risponde Vollering – sono contenta per aver vinto in generale, non per aver vinto davanti ad Anna. Questa è una vittoria importante per me e per la squadra, non un trionfo contro qualcuno».

Nel finale, come detto, si sono salutate in modo timido e fugace. Non che siano nemiche, ma di certo non si abbracciano. Ognuna fa la sua corsa e sul piatto c’era un passato di spessore. Pensateci un attimo: fino a pochi mesi fa erano entrambe nella stessa squadra e una era l’allenatrice dell’altra. Si dice che in allenamento si siano scontrate spesso.

«Oggi il duello con Anna mi ha riportato a quando ero giovane. Ricordo quei tempi, quando non ero alla sua altezza, non riuscivo a tenerla. Averla battuta mi ha fatto capire quanto sia cresciuta. Mi ha fatto capire che sono diventata forte».

Van der Breggen va da Vollering: l’abbraccio è durato un secondo
Van der Breggen va da Vollering: l’abbraccio è durato un secondo

Vittoria di squadra

E’ vero che Vollering ha vinto, ma va detto anche che aveva la squadra migliore. A un certo punto c’erano tredici atlete davanti e tre erano della FDJ-Suez. Oltre a Demi, c’erano anche Juliette Labous ed Evita Muzic, fondamentale a Colle Pinzuto. E non solo: Muzic è caduta (all’arrivo sanguinava dal ginocchio), è risalita, è andata in fuga e, una volta scattate “quelle due”, faceva il tifo per radio.

«Oggi – spiega Vollering – ho avuto un problema meccanico che ci ha un po’ cambiato i piani, ma Juliette Labous è stata fortissima a riportarmi dentro. Ha fatto delle trenate incredibili. Mi piace molto lo spirito di questa squadra, come ci stiamo muovendo, l’atmosfera. Questa è stata una vittoria del gruppo. Abbiamo tanti obiettivi e la Strade Bianche era uno di questi.

«Ma quando parti con la consapevolezza di poter vincere, tutto lo staff e tutte le compagne sono più motivate, più determinate e quando lavorano riescono a dare di più. Si alza il livello della prestazione.
Per me è un nuovo capitolo, per questo credo che a volte il mio grazie nei confronti delle ragazze non basti. Ma so che loro lo sanno. Voglio che tutte si sentano partecipi».

Demi Vollering taglia il traguardo di Piazza del Campo. «We did it» (ce l’abbiamo fatta), urlava
Demi Vollering taglia il traguardo di Piazza del Campo. «We did it» (ce l’abbiamo fatta), urlava

Addio 2024

E qui Demi Vollering parla anche, non senza un filo di emozione, della sua situazione mentale. Sostanzialmente dice di essere rifiorita, di aver trovato una nuova famiglia e racconta del suo 2024 travagliato.

«Non sapevo se lasciare la SD Worx o no. Se facevo bene o meno. Lo scorso anno non ero libera di testa, avevo sempre qualche problema. Rispetto all’anno scorso mi sento diversa. Mi sono sbloccata. In gara volevo fare certe cose e non mi venivano. C’erano problemi in squadra e questo aveva creato incertezze sul mio futuro. Però voglio dire una cosa – e sembra quasi volersi togliere un sassolino – posso dire di essere una persona leale».

Muzic-Labous, due amazzoni al fianco di Vollering

19.02.2025
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Non solo Vollering e Guazzini, nella FDJ-Suez che ingaggiando la campionessa olandese punta con decisione sul Tour de France ci sono anche Evita Muzic e Juliette Labous. Il general manager Stephen Delcourt si è detto certo che le sue tre leader collaboreranno per l’obiettivo comune e anche le dirette interessate sembrano in perfetta sintonia. La foto di apertura ritrae le tre leader della squadra francese sul podio della Vuelta Burgos 2022, vinta da Labous su Muzic e Vollering. Sono sempre state rivali, questa volta divideranno i gradi nella stessa squadra.

Abbiamo parlato con loro al via della stagione, cogliendo nelle loro parole l’entusiasmo per la nuova avventura (anche per Muzic che c’era già dal 2017, questo nuovo corso è una ventata d’aria fresca) e per la grandezza del progetto in cui sono state coinvolte.

Muzic che batte Vollering

Evita Muzic è francese e ha 25 anni. Nel 2020, quando ne aveva 21, vinse la tappa di Motta Montecorvino al Giro d’Italia Donne. Invece lo scorso anno ha staccato proprio Vollering sul traguardo di La Laguna Negra alla Vuelta.

«Una vittoria che mi ha dato grande fiducia – dice – e che mi ha fatto arrivare al Tour de France con obiettivi molto ambiziosi, per cui poi sono rimasta piuttosto delusa per il quarto posto. Ma quando ora mi guardo indietro, sono orgogliosa di quello che ho fatto. Sono stata per tutto l’anno leader della squadra e per me era la prima volta. Ho dovuto affrontare molta pressione e alla fine ho dato il massimo».

Vuelta 2024, Muzic vince la sesta tappa a Laguna Negra precedendo la leader Vollering
Vuelta 2024, Muzic vince la sesta tappa a Laguna Negra precedendo la leader Vollering

Gli onori di casa

Muzic si è ritrovata nei panni del leader mentre la squadra aspettava e sperava nel ritorno di Marta Cavalli. Con l’arrivo di Vollering, per la francese si prospetta un ruolo di minore esposizione, che potrebbe persino farle bene.

«Per me Demi è la benvenuta – sorride – abbiamo un buon rapporto e trovo sia bello avere una delle migliori atlete al mondo nella nostra squadra. Avere anche Juliette Labous ci spingerà tutti ai massimi livelli. Impareremo l’una dall’altra, ci aiuteremo a vicenda e correremo per la vittoria. Penso sia più facile avere Demi come compagna che come avversaria, questo mi permette di dire che andremo al Tour de France con l’obiettivo di centrare la maglia gialla. Quanto a me, mi accontenterei di vincere una tappa, che davvero mi manca».

Il 7 luglio 2022 Labous conquista il Passo Maniva del Giro Donne, dopo 100 chilometri di fuga
Il 7 luglio 2022 Labous conquista il Passo Maniva del Giro Donne, dopo 100 chilometri di fuga

Labous in risalita

Juliette Labous, campionessa di Francia, sorride e ci sarà da capire se dividere i gradi con due compagne sia quello che si aspettava o l’abbia scoperto durante la trattativa. Alla DSM era stata la giovane leader per i Giri, alla FDJ-Suez potrà puntare magari al Giro d’Italia, ma sul Tour grava l’ipoteca di Vollering.

«Ho inizato la stagione al UAE Tour – racconta Labous – e mi sono trovata bene, nonostante l’inverno sia stato abbastanza duro, perché mi sono ammalata spesso. Ho sentito che siamo una vera squadra perché abbiamo avuto alcune difficoltà, alcune cadute e qualche malattia, eppure siamo rimaste sempre unite. L’ho sentito anche nel modo di correre aggressivo ed è stato fantastico. Fisicamente per me, i primi due giorni sono andati bene, ma nella tappa di salita la cosa si è fatta più dura (a Jebel Hafeet ha chiuso a 2’11” da Longo Borghini, ndr). Il team però ha detto che non dubitano di me, che ho bisogno di calma per crescere e che abbiamo tutto il tempo necessario».

Con questa immagine sul sito della squadra, la FDJ-Suez lancia il 2025 delle sue tre leader
Con questa immagine sul sito della squadra, la FDJ-Suez lancia il 2025 delle sue tre leader

Seguire l’istinto

Dopo la dichiarazione di intenti degli sponsor, non c’è dubbio che per la squadra francese la chiamata al successo sia inevitabile, anche se non sembra che il management in questo momento stia attuando un particolare pressing sulle atlete.

«Abbiamo bisogno di essere unite – spiega Labous – e abbiamo lavorato su questo per tutto l’inverno. Penso che ci aiuterà a raggiungere grandi successi e non vedo l’ora di farlo. Per me sarà sicuramente diverso. Nei miei 8 anni con la DSM, all’inizio sono stata una giovane che poteva aiutare, poi sono diventata un po’ più leader e negli ultimi anni sono stata la leader solista. C’era molta pressione, per cui non vedevo l’ora di condividerla con altre leader. Voglio fare nuovi passi nella mia carriera, perché penso di aver fatto un sacco di top 5 e un sacco di top 10 e ora voglio solo vincere di più e aiutare la squadra a farlo. Penso di potermi divertire anche a seguire il mio istinto».

Delcourt e la FDJ-Suez: voglia di vincere e parole profonde

18.02.2025
6 min
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Quando la scorsa settimana FDJ ha accolto nella sua sede le atlete più rappresentative della FDJ-Suez per il lancio della stagione 2025, probabilmente tutti speravano ma non potevano essere certi che Demi Vollering avrebbe vinto al debutto la Setmana Valenciana. Invece l’olandese, staccando il primo giorno Anna Van der Breggen di cui aveva preso il posto tre anni fa alla guida della SD Worx, ha subito ribadito di essere sbarcata in Francia per vincere.

Stephen Delcourt non potrebbe essere più soddisfatto. Il general manager della squadra francese, con cui avevamo stabilito ottimi rapporti negli anni di Marta Cavalli alla FDJ-Suez, si è ritrovato di colpo nelle tasche il necessario per allestire uno squadrone e ora osserva quanto fatto e quanto invece si può ancora fare.

«Il 2025 per noi è una stagione speciale – dice – la numero 20 di questa squadra. La storia del team nasce da una grande passione, direi da un sogno e noi vogliamo portarla avanti allo stesso modo. L’abbiamo fondata nel 2006 con l’ambizione di sviluppare il ciclismo femminile e ora abbiamo la visibilità che pensiamo di meritare, anche se i nostri sponsor vogliono di più e hanno puntato su un progetto a lungo termine. Quando abbiamo composto l’organico di ragazze straordinarie per questa stagione, abbiamo messo nel mirino grandi corse come la Parigi-Roubaix o il Tour de France. Una grande squadra deve avere grandi obiettivi».

Stephen Delcourt, 39 anni, è il general manager della FDJ-Suez
Stephen Delcourt, 39 anni, è il general manager della FDJ-Suez
La scadenza del progetto per ora è il 2028.

Quello è il termine entro il quale ci piacerebbe aver vinto tutte le grandi gare del calendario. Abbiamo 18 ragazze, assieme a loro affronteremo un gruppo di rivali che si è molto rafforzato. Se guardiamo a cosa è successo lo scorso inverno nel ciclismo femminile, non possiamo che definirlo un momento emozionante. Ora in ogni squadra ci sono delle grandi leader. Al UAE Tour abbiamo visto quanto si sia rinforzata il UAE Team Adq con l’arrivo di Elisa Longo Borghini. La SD Worx sarà la solita grande avversaria, con il ritorno di Anna Van der Breggen. Ma non dimentichiamo l’organico della Canyon//Sram Crypto, che ha l’ultima vincitrice del Tour de France e ha preso la nostra Ludwig. Molte altre squadre stanno crescendo, come la Visma che ha preso Pauline Ferrand-Prevot.

Un momento di forte sviluppo per tutto il movimento?

La cosa più importante è che possiamo essere davvero felici per il ciclismo femminile. Ci sono molte squadre che possono recitare ad altissimo livello e noi siamo fiduciosi perché abbiamo costruito questa squadra con tre leader straordinarie come Muzic, Vollering e Labous e compagne di squadra altrettanto eccezionali.

Prima tappa alla Valenciana e Vollering vince a Gandia dopo il duello con Van der Breggen (foto di apertura)
Prima tappa alla Valenciana e Vollering vince a Gandia dopo il duello con Van der Breggen (foto di apertura)
Per il ciclismo femminile si annuncia una stagione più combattuta rispetto a quella maschile oppure credete di poter dominare il gruppo?

Non credo che saremo al livello di fare quel che accade da qualche tempo con Tadej Pogacar. Non mi piacerebbe essere una squadra killer che ammazza le corse, abbiamo grande rispetto per le altre, anche perché alcune hanno fatto la storia del ciclismo femminile. Di certo però sappiamo che ci saranno forti rivalità, che mi aspetto molto accese già da Omloop Het Nieuwsblad e Strade Bianche

Vollering, Labous e Muzic: quanto sarà complicato metterne d’accordo tre?

La prima cosa che abbiamo fatto, quando abbiamo deciso di contattare Juliette Labous e Demi Vollering, è stato parlare anche con Evita Muzic. Volevamo che fosse tutto chiaro, ma anche capire come possano stare insieme e completarsi. Dopo aver fatto tutti i nostri colloqui faccia a faccia, è stato facile immaginare che possano farlo. Prima di tutto perché sono donne straordinarie e poi perché abbiamo 18 corridori che saranno in grado di dare loro supporto e affiancarle. Quello che è successo in Australia lo dimostra. Abbiamo iniziato la stagione vincendo due corse con Ally Wollaston, dimostrando che siamo in grado di vincere le gare del WorldTour anche senza le tre leader.

Dopo aver vinto la Surf Coast Classic, seconda vittoria 2025 per FDJ-Suez con Ally Wollaston alla Cadel Evans Great Ocean Race
Dopo aver vinto la Surf Coast Classic, seconda vittoria 2025 per FDJ-Suez con Ally Wollaston alla Cadel Evans Great Ocean Race
Non ci sono soltanto loro, insomma…

Mi reputo davvero fortunato ad avere due atlete come Jade Wiel e Vittoria Guazzini che hanno accettato di estendere il loro contratto fino al 2028. Questo è il modo migliore per lavorare ed era il nostro obiettivo. Non ho fatto tutto da solo. Ne abbiamo ragionato con gli allenatori e con i direttori sportivi. Abbiamo un gruppo di lavoro con cui scambiamo idee e poi abbiamo iniziato a confrontarci con Evita, Juliette e Demi sin da novembre. Non volevamo decidere per loro.

Le squadre si sono rinforzate, i budget aumentano: l’obiettivo è arrivare al livello e il modo di correre degli uomini?

Tutti hanno voluto muoversi sul mercato e questo ha sicuramente creato sofferenza nei team più piccoli. Ci siamo rinforzati perché dopo un po’ tutti hanno deciso di contrastare lo strapotere della SD Worx. Ora ogni team ha un grande staff, sono rimasto colpito da come si è riattrezzata la UAE. E’ molto buono per il nostro sport. E’ facile immaginare che più o meno tutti abbiano avuto un aumento dei budget e questo ha permesso a di ingaggiare le grandi leader. Ora bisogna aspettare e vedere le prime gare, ma credo sia importante che le ragazze continuino a correre con l’istinto del combattente senza pensare alla televisione e senza aspettare le indicazioni via radio dei direttori sportivi. Se continuano così, non ho paura per il futuro.

Vittoria Guazzini, in azione al UAE Tour, ha esteso il suo contratto con la FDJ-Suez fino al 2028
Vittoria Guazzini, in azione al UAE Tour, ha esteso il suo contratto con la FDJ-Suez fino al 2028
Questa crescita dei team va di pari passo con la crescita delle organizzazioni oppure si rischia uno strappo?

E’ un argomento importante, anche sul fronte della sicurezza. Abbiamo bisogno che tutti siano della stessa dimensione. Se ci sono gli organizzatori e non i corridori, non c’è gara. Corridori senza organizzatori, non c’è gara. Per questo è importante sedersi allo stesso tavolo. Condividere tutto ciò di cui abbiamo bisogno per ottenere la massima visibilità. Condividere i problemi e gli sponsor, essere una cosa sola. Per questo dico che non mi piacerebbe ammazzare le gare e le altre squadre. Abbiamo bisogno di un ciclismo forte.

Anche se andiamo fuori tema, cosa pensi di quello che è accaduto fra gli uomini all’Etoile de Besseges?

Esempio giusto, non sono d’accordo su questa situazione e spingo davvero tutti gli attori del ciclismo a ragionarci sopra. A pensare insieme al futuro, perché se continuiamo così, nessuno vorrà più correre perché lo riterrà troppo pericoloso. E nessuno vorrà più organizzare gare, perché la pressione da fuori sta diventando troppo alta. Questo è il momento di parlare faccia a faccia e di prendere una decisione insieme.

Pensieri e parole di Vollering al debutto con la FDJ-Suez

12.02.2025
6 min
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Demi Vollering tornerà in gara domattina per la prima tappa della Setmana Ciclista Valenciana indossando una nuova maglia da quando nel 2021 lasciò la Parkhotel Valkenburg per approdare e successivamente sbocciare al Team SD Worx.

Per la campionessa olandese (immagine Instagram in apertura) che fa base da anni in Svizzera, il 2024 è stato un anno sicuramente positivo, tuttavia… ferito dalla sconfitta nelle due gare cui forse teneva di più. Se infatti nel computo delle vittorie rientrano la Vuelta, Itzulia Women, il Giro di Svizzera e la Vuelta a Burgos, i secondi posti al Tour de France e ancor di più il quinto ai mondiali di Zurigo restano come ferite ancora pruriginose.

La incontriamo virtualmente attraverso lo schermo di un computer nella conferenza stampa di vigilia della stagione alla FDJ-Suez, la ex squadra di Marta Cavalli, nata vent’anni fa per far crescere il ciclismo femminile e che ha di recente dichiarato senza mezzi termini di voler vincere il Tour de France. Per questo oltre a Vollering sono arrivati Juliette Labous e uno sponsor ambizioso come Specialized. Lei racconta, noi abbiamo la possibilità di riempirla di domande.

Come va con la nuova squadra?

Davvero bene. Ho fatto un’ottima preparazione invernale, mi sento già come in casa mia. Ovviamente all’inizio è stato spaventoso per me entrare a far parte di un nuovo team con così tante nuove persone intorno a me. Ma devo dire che i primi training camp sono stati davvero utili e ho scoperto che quelle facce nuove erano anche molto gentili. Qui alla FDJ-Suez ho trovato un’atmosfera molto rilassata, niente da dimostrare o qualcosa del genere. E’ davvero bello essere qui.

Il cambio di squadra ti ha ricordato il primo giorno in una nuova classe?

Il primo incontro fa sempre un po’ paura, ma per fortuna conoscevo già quasi tutti, come ci si conosce stando in gruppo. Appena ho firmato, ho cominciato a osservare tutto quello che facevano, proprio per farmi un’idea più precisa. Poi l’anno è finito e non c’è stato tanto da aspettare. Abbiamo degli ottimi sponsor, ho con me nuovamente Specialized e tutto è molto professionale.

Il precedente cambio di squadra c’era stato nel 2021. Quanto sei diversa come donna da allora?

Questa è una buona domanda. Ero ancora molto giovane e inesperta di questo sport, non sapevo molto, soprattutto parlando di tattica, ritrovandomi di colpo con compagne molto forti. In questi quattro anni, sono cresciuta tanto come donna. Penso anche di aver imparato a parlare molto meglio, perché prima ero molto timida. Sono cresciuta in tanti aspetti diversi. Ovviamente sono sempre la stessa Demi, ma ho imparato tanto e sono cresciuta per cui in parte sono davvero un’altra persona.

Vollering e Kung, ciascuno a suo modo un gigante. La FDJ-Suez e la Groupama-FDJ sono però entità distinte
Vollering e Kung, ciascuno a suo modo un gigante. La FDJ-Suez e la Groupama-FDJ sono però entità distinte
Dovrai condividere la leadership con Muzic e Labous, ma del resto sei abituata…

Certo. E’ sempre molto bello avere compagne di squadra così forti. Non solo Evita e Juliet, ma l’intera squadra è super forte. Penso che sia molto importante per tutte le gare cui puntiamo. Lavoriamo tutti molto duramente per raggiungere i nostri obiettivi e penso che tutti condividiamo la stessa passione e la stessa determinazione.

L’anno scorso il Tour ti è sfuggito per appena 4 secondi, sarà il tuo obiettivo principale per il 2025?

Il Tour de France è sempre stato un grande obiettivo per me e anche per la squadra, per cui sarà bello lavorare insieme per vincerlo. Ci saranno anche altri traguardi, anche se quello resta il bersaglio grosso.

C’è una grande differenza rispetto alle altre squadre in cui hai corso prima?

Molte persone pensano che far parte di una squadra francese significa dover parlare solo francese e lavorare in modo meno professionale. Per me in realtà è l’opposto. E’ davvero una bella squadra, pensano ad ogni dettaglio. Faccio un piccolo esempio. Quando eravamo al primo ritiro in Spagna, per tutto il tempo ho sentito il bisogno di cambiare qualcosa sulla mia bici, ma non sapevo cosa. Sono rimasta calma, ho continuato ad allenarmi e ho aspettato che il personale di Specialized tornasse per vedere cosa volessi modificare. Ho provato una sella diversa, ma non è cambiato molto. Allora mi hanno detto che forse avrei potuto provare un attacco manubrio più lungo, perché passando da Sram a Shimano, mi sentivo più corta rispetto al solito. Poteva essere una soluzione, ma ho pensato che non sarei riuscita a trovare un attacco più lungo lì in Spagna.

Demi Vollering ha vinto il Tour Femmes 2023, mentre è arrivata seconda nel 2024 per appena 4 secondi
Demi Vollering ha vinto il Tour Femmes 2023, mentre è arrivata seconda nel 2024 per appena 4 secondi
Invece?

Invece si sono presentati con un nuovo manubrio e una nuova bici e questo ha reso super facile testare le cose. Hanno caricato la mia vecchia bici sull’ammiraglia, in modo che potessi cambiare se non andava bene. Questi sono piccoli dettagli molto importanti per i corridori e dicono molto sulla squadra.

La scorsa stagione non è stata perfetta, hai cambiato qualcosa nell’approccio con questa?

Lavoro con un nuovo allenatore e già questo rende le cose diverse, anche se non penso di cambiare molto. Gli allenamenti sono un po’ diversi, ma alla fine la base è la stessa. Sei sempre su una bici e fai ore e lavori specifici. Di sicuro, questo inverno è stato molto più rilassato e calmo. L’anno scorso ho dovuto prendere tante decisioni e ricordo bene lo stress. Quest’anno invece ho potuto pensare soltanto ad allenarmi, per cui mi sento molto più pronta.

Che cosa intendi con le decisioni da prendere lo scorso inverno? Pensavi già di cambiare squadra?

Era una decisione importante che dovevo prendere ed è stata ovviamente molto difficile. L’anno prima era stato per me un tale successo che sarebbe stato molto difficile eguagliarlo nella stagione successiva. Per questo ho cominciato a pensare di cambiare squadra, ma volevo essere sicura di non sbagliare. Osservavo ogni piccolo dettaglio ed ero impegnata in molte conversazioni cercando di prendere però la decisione anche con il cuore. Volevo essere completamente sicura che fosse la migliore. Mi è costata tanto, ma credo sia stata ottima e spero che ne avremo conferma durante la stagione.

Demi Vollering è nata a Pijnacker, in Olanda, il 15 novembre 1996. E’ alta 1,72 per 57 chili (foto FDJ-Suez)
Demi Vollering è nata a Pijnacker, in Olanda, il 15 novembre 1996. E’ alta 1,72 per 57 chili (foto FDJ-Suez)
Molte persone non vedono l’ora di assistere alla battaglia tra voi e la SD Worx, tu cosa ti aspetti da Lotte Kopecky e Anna Van der Breggen, che era anche il tuo preparatore?

Prima di tutto, non la vedo come una battaglia tra le due squadre, penso che sia una sfida con tutte le altre squadre del gruppo. Penso che molte si faranno avanti con corridori forti e questa è una buona presentazione per la prossima stagione. Avremo atlete forti in quasi tutte le squadre. Ma ci tengo a dire che non voglio vendicarmi della SD Worx o qualcosa del genere, perché l’ho lasciata con buoni sentimenti. Ovviamente vogliamo batterli, ma questa è un’altra cosa.

Pensi davvero che Lotte Kopecky possa diventare una rivale per i Grandi Giri?

Penso che Lotte abbia dimostrato di poter essere già molto forte in salita. Sono molto curiosa di sapere come si preparerà e come starà, ovviamente, in gara. Non ho dubbi però che possa essere una grande rivale per la vittoria assoluta del Tour.

Shimano, partnership rinnovata (fino al 2026) con la FDJ-Suez

05.02.2025
3 min
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Nel panorama estremamente dinamico ed in crescita del ciclismo su strada, dove cambiamenti e innovazioni sono all’ordine del giorno, Shimano conferma il proprio impegno prolungando la partnership con il team UCI Women’s WorldTour FDJ-Suez. Già partner tecnico ufficiale dal 2023, Shimano continuerà così a supportare la squadra francese fino al 2026, con un contratto estendibile per altri due anni.

Le atlete della FDJ-Suez pedaleranno con il gruppo Shimano Dura Ace Di2
Le atlete della FDJ-Suez pedaleranno con il gruppo Shimano Dura Ace Di2

L’azienda giapponese fornirà al team i suoi prodotti più avanzati, tra cui il sistema Dura Ace Di2, garantendo prestazioni di cambiata e frenata di livello superiore. Questo supporto tecnologico è fondamentale per sostenere il calendario agonistico del team FDJ-Suez. Così da assicurare alle atlete un vantaggio competitivo nelle competizioni di alto livello. FDJ-Suez si presenta al “via” della nuova stagione con un “roster” di atlete di assoluto valore. Brillano Demi Vollering, vincitrice del Tour de France Femmes avec Zwift 2023, e Juliette Labous, campionessa nazionale francese. Accanto a loro, cicliste del calibro di Elise Chabbey e Ally Wollaston contribuiranno a rendere il team ancora più competitivo. Dopo un 2024 che ha portato 13 vittorie, inclusi due titoli nazionali, le aspettative per il 2025 sono davvero altissime.

«In un momento di significativi cambiamenti nelle sponsorizzazioni – ha dichiarato Stephen Delcourt, il Direttore Generale di FDJ-Suez – era per noi cruciale preservare questa partnership. Shimano non è solo un riferimento tecnico, ma anche un alleato a lungo termine che condivide i nostri valori di innovazione e prestazioni».

Il ciclismo femminile

«Il Women’s WorldTour – ha sottolineato Yuzo Shimano, Senior Executive Officer di Shimano – rappresenta una nuova era, caratterizzata da competizione tattica e un pubblico in espansione. Shimano vuole ispirare le nuove generazioni di cicliste. Per questo la collaborazione con FDJ-Suez riflette perfettamente ed in modo molto chiaro il nostro impegno per questo sport».

Fondata nel 2006, FDJ-Suez è diventata una delle squadre più vincenti del ciclismo femminile. Vanta 75 vittorie e in generale successi in gare prestigiose come il Giro, la Vuelta e Classiche Monumento. Shimano, dal canto suo, sviluppa dal 1921 componenti di altissima qualità per il ciclismo. Grazie a oltre un secolo di esperienza, l’azienda giapponese con quartier generale a Osaka si conferma un punto di riferimento nel settore. Il suo contributo non è solo rivolto alle vittorie degli atleti, ma anche a garantire esperienze ciclistiche uniche per gli appassionati di tutto il mondo. 

Shimano

Il 2025 della Kopecky. Partenza “lenta” e grandi obiettivi

25.01.2025
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Inutile girarci intorno: quello che attende Lotte Kopecky è un anno importante. Portando in giro quella maglia iridata che veste da quasi un anno e mezzo, la belga si prepara a una stagione intrigante e delicata che dovrà dire se sta davvero cambiando pelle. Nel consueto appuntamento con la stampa prima del via ufficiale, l’iridata ci tiene a mettere alcune cose in chiaro.

Lo fa partendo dalla coabitazione con la campionessa europea Lorena Wiebes, dalle caratteristiche tecniche anche abbastanza simili alle sue a differenza di quanto avveniva con la Vollering. Una coabitazione difficile in seno alla SD Worx? La campionessa di Rumst non è di questo parere.

Con la Wiebes c’è buon feeling. Le due verranno gestite attraverso obiettivi diversi
Con la Wiebes c’è buon feeling. Le due verranno gestite attraverso obiettivi diversi

«Abbiamo obiettivi diversi e anche se guardiamo all’anno scorso potete notare che è andato tutto abbastanza liscio tra noi due, quindi non vedo alcun problema in questo. Ognuna ha i suoi target e finché sappiamo l’uno dall’altro cosa vogliamo, penso che difficoltà non ce ne siano».

Ora ritroverai Demi Vollering come avversaria e non più come compagna di squadra, non averla più nel team quanto cambia come tattiche e gestione delle corse?

Sì, sarà tutto diverso. Ma penso che sia importante concentrarsi solo su noi stessi, sul nostro gruppo, su come lavorare. Non dovremo concentrarci troppo su di lei, sarà un’avversaria come un’altra.

La Kopecky insieme alla Vollering, seconda e prima al Tour 2023. Ora sono fiere avversarie
La Kopecky insieme alla Vollering, seconda e prima al Tour 2023. Ora sono fiere avversarie
Hai sfiorato la vittoria finale al Tour e al Giro, ti ritieni una ciclista da grandi corse a tappe o restano le classiche il tuo target?

Mi piacciono le classiche, questo è sicuro. E’ vero, ho chiuso due volte al secondo posto in un grande giro senza una preparazione specifica, senza una predisposizione, questo vale molto. Ma io resto la Lotte di sempre, che va a caccia di ogni traguardo e cerca di cogliere ogni occasione. Qui siamo tutti curiosi di sapere quanto lontano possiamo arrivare se ci proviamo. Quindi è chiaro che anche una maglia in un grande giro diventa un obiettivo.

Non hai paura che per migliorare in salita possa perdere qualcosa della tua esplosività allo sprint?

Beh, dipende da come ci alleniamo. Certo. Penso di essere riuscita a gestirlo abbastanza bene per mantenere l’equilibrio di quei componenti tra essere esplosivi e arrampicarsi bene, è come una bilancia e magari quest’anno penderà un po’ di più dalla parte della salita piuttosto che dello sprint. Ma le caratteristiche non cambiano, resto una delle più esplosive e quindi non vedo alcun problema in questo.

Ma hai cambiato qualcosa nella tua preparazione quest’anno?

Sì, dopo l’anno scorso così lungo e stressante ho avuto molto più riposo rispetto all’anno prima e abbiamo anche optato per una preparazione più facile verso la stagione che sta arrivando.

La Kopecky in allenamento. Nel 2024 ha corso per 48 giorni con 17 vittorie
La Kopecky in allenamento. Nel 2024 ha corso per 48 giorni con 17 vittorie
In questo e nel prossimo anno, prima dell’inizio delle qualificazioni olimpiche, la pista rimane nel tuo programma?

Credo di sì, anche se è un anno un po’ complicato. Per ora ci sono solo gli europei e una prova di Coppa delle Nazioni, a cui non correrò perché non si adatta al mio calendario. Per quanto riguarda i campionati del mondo alla fine dell’anno, ci sono ancora dei dubbi sul farli o non farli, ma per conto mio a un mondiale non direi mai di no.

Hai vinto tantissimo negli ultimi tre anni, qual è la corsa che vincendola ti farebbe sentire una ciclista completa?

La risposta è forse il Tour, ma forse solo per quanto questo tipo di corsa è lontana dalle mie caratteristiche di base.

Le classiche restano un obiettivo primario. Qui la vittoria in solitaria al Fiandre 2023
Le classiche restano un obiettivo primario. Qui la vittoria in solitaria al Fiandre 2023
Il tuo programma com’è strutturato?

Rispetto al passato ci saranno alcuni cambiamenti. Come dicevo, ho preso l’approccio in maniera molto più comoda, quindi inizieremo un po’ più tardi, ma partiremo subito forte con una novità come la Milano-Sanremo. La stagione sembrerà diversa dall’anno scorso e cercheremo di affrontarla anche in modo diverso rispetto a prima. Era già nei piani iniziare da lì per avere una preparazione più mirata e tranquilla. Avevo anche bisogno di staccare un po’ per via di problemi al ginocchio retaggio dell’ultima stagione.

I mondiali in Rwanda, visto che sono una corsa per scalatori, come li vedi?

Penso che il campionato del mondo sarà davvero duro. Voglio dire, questo è quello che ho sentito dire sul percorso. Ma ovviamente devo vederlo di persona per giudicare. Ma sono campionessa del mondo, è anche un dovere per me esserci. Cercherò di farlo al meglio.

Per la belga la pista resta un grande amore. Vuole essere presente ai mondiali di fine stagione
Per la belga la pista resta un grande amore. Vuole essere presente ai mondiali di fine stagione
Qual è la situazione del ciclismo femminile belga, Kopecky a parte?

Non siamo così grandi, questo è chiaro rispetto ad altri movimenti come Olanda o Italia, ma voglio dire, stiamo diventando più forti. Ci sono atlete che stanno crescendo a vista d’occhio, come la De Wilde ancora U23, o la Ghekiere. E poi ci sono alcune giovani, ne escono fuori ogni anno. Questa è la cosa più importante, continuiamo a crescere. Quindi forse non sarà questo o l’anno prossimo o l’anno dopo ancora, ma sono abbastanza sicura che in futuro avremo una nazionale davvero buona, Kopecky a parte…

Ma senti di essere un esempio trascinante per le altre?

Sì e questo è davvero importante. A volte non mi rendo conto di quanto mi ammirano o di quante cose loro vogliono imparare in realtà. Ma ci provo. Cerco di dare il buon esempio e questo è qualcosa che conta. Anche più di tante vittorie, se puoi lasciare qualcosa per il domani.

Il parere di Borgato: «Un Giro Women duro e ancora incerto»

19.01.2025
6 min
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Come normale che fosse, appena svelato il percorso del Giro d’Italia Women 2025 si sono rincorse immediatamente le prime impressioni. Quelle della maglia rosa uscente Longo Borghini le abbiamo registrate subito, ma ce ne sono altre da sentire. Giada Borgato ha seguito la presentazione della corsa e un’idea se l’è fatta, così come ci ha fornito qualche spunto supplementare.

Fino a cinquecento metri dalla fine del Giro Women dell’anno scorso, c’era solo un secondo a dividere le prime due della generale e poteva succedere di tutto. Poi sul viale in salita che portava al traguardo de L’Aquila, Longo Borghini ha distanziato definitivamente Kopecky per il trionfo inseguito da sempre. A luglio vedremo qualcosa di simile? E chi saranno le contendenti al via? Ecco cosa ci ha detto la commentatrice tecnica di Rai Sport, ormai prontissima come sempre a ricominciare la stagione.

Giada Borgato (qui con Stefano Rizzato) è commentatrice per Rai Sport. E’ stata campionessa italiana nel 2013
Giada Borgato (qui con Stefano Rizzato) è commentatrice per Rai Sport. E’ stata campionessa italiana nel 2013
Giada qual è stato il tuo primo parere sul disegno della gara?

E’ un Giro Women completo, che va verso il duro e per donne di classifica. Poche possibilità per le velociste come l’anno scorso. Penso che ci vorranno grandi gambe anche per le tappe considerate intermedie. Personalmente penso che si potrebbero vedere poco le cosiddette seconde linee. Oltre alla generale, chi punta alle tappe saranno atlete forti. E poi attenzione, sono 8 giorni e passano in un lampo. Si fa presto ad arrivare alla fine del Giro.

Apriamo allora una parentesi. Secondo te le grandi corse a tappe femminili dovrebbero durare di più?

Sono del parere che, per come è messo adesso il ciclismo femminile, sarebbe ora di aumentare il numero delle tappe, così come hanno aumentato il chilometraggio, mentre i dislivelli importanti c’erano già in passato. Lo faranno facendo un passo alla volta, ma per me una dozzina di giorni, se non addirittura due settimane, sarebbe un format perfetto. Ovvio però che ci sono sempre equilibri sottili e manovre difficili da far incastrare.

Longo Borghini con l’auto vinta al Giro Women 2024. Per Borgato parte favorita (foto facebook)
Longo Borghini con l’auto vinta al Giro Women 2024. Per Borgato parte favorita (foto facebook)
Intendi per gli organizzatori?

Quello senza dubbio. Per me vanno di pari passo gli eventuali sforzi economici per allestire una gara di quindici giorni con il lustro che tuttavia ne assumerebbe. Ma c’è altro. Penso alla distanza fra Giro e Tour perché a quel punto non ci sarebbe spazio per recuperare le energie e contestualmente le atlete sarebbero obbligate a scegliere una delle due corse, molto più di quanto non facciano già adesso. Non vorrei che in Italia rischiassimo di vedere la stessa situazione degli uomini, dove tutti i big vogliono andare al Tour. Per il momento vanno bene otto tappe per i tre Grandi Giri, ma speriamo che in futuro si possa trovare una soluzione che accontenti tutti, specie tra Giro e Tour.

Tornando al percorso, sembra molto simile a quello del 2024. Proviamo ad entrare di più nel dettaglio?

La cronometro iniziale di Bergamo sarà importante, come le sono tutte le prove contro il tempo ovunque vengano messe. L’arrivo dell’Aprica è una salita pedalabile. Le più forti si daranno già battaglia, ma potrebbero arrivare in un gruppo piuttosto nutrito. La terza tappa che arriva a Trento sarà quasi certamente per velociste, anche se il Tonale in avvio potrebbe scombinare qualche piano e strizzare l’occhio a qualche tentativo da lontano. Il traguardo in salita di Pianezze sarà il primo vero spartiacque. A differenza del primo arrivo in salita dell’anno scorso a Toano dove si era affrontata tanta pianura, stavolta ci saranno continui saliscendi ed un chilometraggio importante. Quel giorno potrebbe esserci il primo scossone in classifica.

Kopecky, seconda nel 2024, per Borgato potrebbe essere ancora la rivale principale di Longo Borghini (foto instagram)
Kopecky, seconda nel 2024, per Borgato potrebbe essere ancora la rivale principale di Longo Borghini (foto instagram)
E potrebbe iniziare un’altra corsa?

Credo proprio di sì e non solo sulla carta. La quinta frazione arriva a Monselice e sarà la seconda ed ultima possibilità per le sprinter perché gli ultimi tre giorni saranno davvero impegnativi, come l’anno scorso e forse anche di più. La tappa di Terre Roveresche ricalca quella di Urbino di un anno fa. Potrebbe prestarsi a fughe di atlete forti e le leader dovranno stare attente. Il giorno successivo c’è il tappone di Monte Nerone, senza un metro di pianura e 160 chilometri. Ci saranno tre “gpm” e l’arrivo in quota è davvero duro, con gli ultimi 8 km all’8% medio. Bisognerà fare attenzione anche eventualmente al caldo. Ad esempio quella è una tappa perfetta, come quella di Pianezze, per le caratteristiche di Longo Borghini.

Il gran finale di Imola non sarà la classica passerella.

Assolutamente no, sarà una tappa vera, da classica. L’altimetria piace ad Elisa, ma occhio ad una come Kopecky che su un percorso del genere va molto forte e potrebbe diventare pericolosa qualora in classifica fosse ancora vicina come l’anno scorso. Ha ragione Elisa (Longo Borghini, ndr) a dire che non bisogna attendere l’ultima tappa. Per me potrebbe uscire ancora una gara tirata ed incerta.

Longo Borghini ha già detto che parteciperà. Kopecky sarà ancora la prima avversaria oppure vedremo altri grandi nomi?

Se intendiamo Vollering, penso che lei farà il Tour Femmes. E’ stata presa dalla FDJ-Suez che punta dichiaratamente alla corsa di casa, quindi credo che al Giro Women verrà Labous, che poi a sua volta in Francia lavorerà per Vollering. E Labous comunque è una grande atleta, che può vincere. Ludwig va recuperata e potrebbe venire al Giro per fare classifica per la Canyon, anche se potrebbe tornare Bradbury per migliorare il suo terzo posto. Mentre credo che Kopecky sarà la capitana della SD-Worx.

Quindi non vedremo nemmeno Van der Breggen?

Secondo me Van der Breggen potrebbe essere leader al Tour. Lei torna consapevole dei suoi mezzi e sapendo di poter andare molto forte. Bisognerà capire se si vorrà scontrare con Vollering alla Vuelta prima di farlo in Francia. Anna e Kopecky non aspetteranno le classiche per decidere un eventuale cambio di programma. Comunque fra poco li dichiareranno e vedremo cosa faranno. Magari vengo smentita.

Realini si è appena fratturata il gomito, ma può recuperare bene ed essere la leader della Lidl-Trek (foto Hardyccphotos)
Realini si è appena fratturata il gomito, ma può recuperare bene ed essere la leader della Lidl-Trek (foto Hardyccphotos)
Chiudiamo con un cenno a Realini e Cavalli?

Gaia purtroppo ha subito una frattura al gomito, che è sempre critico da rimettere a posto. Tuttavia credo che abbia abbastanza tempo per recuperare. Secondo me in Lidl-Trek capiranno strada facendo chi correrà il Giro Women da leader. Essendo italiana potrebbero avere un occhio di riguardo e a parità di forze con Fisher-Black e Markus, correranno per Gaia. Per lei comunque dirà tanto la crono iniziale. Marta invece bisogna vedere cosa sceglierà. Se lei dice di fare il Giro Women, la Picnic-PostNL la schiera subito e volentieri. E’ un’ottima vetrina per potersi rilanciare senza troppe pressioni.

Bastianelli e il mercato femminile: «Rivoluzione e più equilibrio»

08.01.2025
7 min
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Poco più di una settimana e poi la stagione femminile prenderà il via al Tour Down Under con quelle corpose novità generate dal mercato. La conseguente curiosità manifestata da Paladin qualche giorno fa rispecchia quella generale di tanti altri addetti ai lavori e anche quella di Marta Bastianelli.

L’ex campionessa iridata ed europea sta per entrare nell’ultimo chilometro della seconda gravidanza. A inizio marzo sarà nuovamente mamma di un’altra bimba: «Sarà Clarissa a darle il nome quando nascerà, tanto a noi genitori andrà sempre bene». Però nel frattempo Bastianelli rimane sul pezzo. Ha appena finito una stagione di apprendistato al fianco dell’ex cittì Sangalli, ma per quanto lei professi di necessitare di ulteriore esperienza ed al netto degli impegni da madre, molti la vedrebbero bene come nuova guida delle nazionali femminili. Sfruttando così la conoscenza del suo mondo, abbiamo chiesto a Marta un parere sugli effetti che potranno avere le grandi manovre di mercato del 2025.

Marta Bastianelli è stata la vice dell’ex cittì Sangalli. Ad inizio marzo sarà nuovamente mamma di una bimba (foto Claudio Peri)
Marta Bastianelli è stata la vice dell’ex cittì Sangalli. Ad inizio marzo sarà nuovamente mamma di una bimba (foto Claudio Peri)

Diamo i numeri

Il 17 gennaio in Australia si inizia a correre e da lì in avanti vedremo all’opera tutte le formazioni che hanno cambiato tanto o poco. E’ stato un inverno che ha prodotto complessivamente (tra juniores che passano, promozioni, rientri e addii importanti) 78 nuovi arrivi e 72 partenze di atlete nei quindici team WorldTour, mentre per le sette formazioni nella neonata categoria ProTeam siamo esattamente a metà di queste cifre. In media significa che ogni squadra ha cambiato cinque ragazze e mai come stavolta col coinvolgimento di tante capitane storiche.

Dopo sei annate e 32 vittorie con la Lidl-Trek, Longo Borghini è passata in UAE (in apertura, foto UAE Team ADQ). Dopo quattro stagioni e 42 successi con la SD Worx Vollering è andata alla FDJ-Suez assieme a Labous che ha lasciato l’attuale Picnic-PostNL dopo otto anni e sei affermazioni. Dalla formazione francese se sono andate anche Cavalli e Ludwig dopo rispettivamente quattro e cinque stagioni condite da sette e dieci successi. Invece dopo tre anni da diesse – ma non di inattività – rientra alle corse con la sua SD Worx Van der Breggen portandosi in dote le 41 vittorie ottenute dal 2017 al 2021 con la corazzata olandese. E questo solo per citare i movimenti più importanti. Infine guardando espressamente al nostro movimento, nel 2025 vedremo all’opera 36 italiane nel WorldTour, 8 nei ProTeam, circa 70 nei sei team continental italiani e altre 4 in quelli esteri.

Con 69 vittorie nel 2024 e 62 nel 2023, per Bastianelli la SD Worx resta il team di riferimento anche se ci sarà più incertezza (foto facebook)
Con 69 vittorie nel 2024 e 62 nel 2023, per Bastianelli la SD Worx resta il team di riferimento (foto facebook)
Marta qual è la prima impressione che hai avuto a mercato chiuso?

Quella della rivoluzione. Rispetto a prima, ora abbiamo almeno un paio di leader distribuite su più squadre che possono giocarsi tante corse. Classiche e Grandi Giri potrebbero andare a tante atlete diverse. Credo che sarà una gran bella stagione, più incerta del passato. C’è più equilibrio, almeno sulla carta.

La FDJ con l’arrivo eclatante di Vollering cambia dimensione?

E’ stato un trasferimento che può spostare le gerarchie in molte gare. Non dimentichiamo che hanno preso pure Labous, che è una capitana di primissimo livello a tutti gli effetti. Inoltre hanno Guazzini che per me può fare risultato nelle classiche del Nord. Hanno una bellissima squadra, molto forte, tuttavia secondo me non sarà quella favorita per la stagione.

L’eclatante trasferimento di Vollering sposterà gli equilibri? In 4 stagioni alla SD Work ha conquistato 42 vittorie (foto FDJ-Suez)
L’eclatante trasferimento di Vollering sposterà gli equilibri? In 4 stagioni alla SD Work ha conquistato 42 vittorie (foto FDJ-Suez)
Si riparte dai domini di vittorie degli ultimi due anni. Quindi la SD Worx rimane la squadra-faro?

Premettiamo che non si è assolutamente depotenziata. Al posto di Vollering ritorna Van der Breggen e so che sta già facendo test straordinari. Anna non se ne è mai andata perché anche da diesse, oltre ad allenarsi, teneva sotto osservazione i watt e i dati delle varie corse. Hanno sempre Kopecky che dopo il Tour 2023 e il Giro dell’anno scorso ha dimostrato che può diventare un corridore da gare a tappe. E’ capace di qualunque cosa lei. Poi per le volate hanno Wiebes. La SD Worx è esperta (età media 27,4 anni, la più alta del WorldTour, ndr) e hanno la cosiddetta forza-squadra. Sono forti nella mentalità, non solo nelle individualità, e sanno come si fa a vincere. Forse non come gli anni scorsi, ma per me resta il team di riferimento.

Hanno avuto anche altre due partenze eccellenti.

E’ vero, sono andate via Reusser e Fisher-Black. Marlen la conosco bene (sono state compagne alla Alè Cipollini nel 2021, ndr) e credo che in Movistar possa tornare a grandi livelli. Anzi potrà giocarsi maggiormente le sue carte in tante occasioni rispetto alla SD Worx dove spesso doveva lasciare spazio alle altre capitane. Stesso discorso anche per Fisher-Black che alla Lidl-Trek guadagna qualche grado in più rispetto a prima. Ma anche lì troverà un grosso cambiamento.

Van der Breggen rientra dopo 3 anni da diesse. Con Kopecky e Wiebes formerà un tridente formidabile (foto SD Worx-Protime)
L’effetto domino del mercato ha toccato anche la Lidl-Trek. Da dove vuoi cominciare?

Completo il discorso di prima. Realini fino all’anno scorso ha fatto da gregaria di lusso a Longo Borghini, però ora diventa leader e può dimostrare il suo valore atletico. Personalmente mi auguro che possa far vedere chi è. Per il resto hanno campionesse fortissime. Penso alle “mamme” Van Dijk e Deignan. E penso soprattutto a Balsamo, una delle migliori atlete in assoluto al mondo. Attenzione perché per me se Elisa si mette in testa di fare le classiche come il Fiandre da prima punta, cosa che prima non poteva fare, non andrà piano.

Proseguiamo con l’altro cambiamento importante di Longo Borghini. Che ambiente troverà?

Lascia una sorta di famiglia, soprattutto dopo tutto quel tempo, ma ne trova un’altra. Elisa è passata alla UAE assieme a Slongo e alle compagne Chapman e Backstedt, ma lei è una ragazza che si trova bene ovunque e so che ci ha pensato bene prima di scegliere. Elisa è cresciuta molto come persona, oltre che come leader, e penso che abbia fatto bene a cambiare squadra perché può far fare un ulteriore passo in avanti a tutta la squadra. Inevitabilmente col suo arrivo, la UAE si è rafforzata molto e diventa uno dei team di punta per moltissime corse.

Marlen Reusser cerca il rilancio alla Movistar alle fine di un 2024 difficile. Ha lasciato la SD Worx dopo tre stagioni
Marlen Reusser cerca il rilancio alla Movistar alle fine di un 2024 difficile. Ha lasciato la SD Worx dopo tre stagioni
Canyon-Sram e Picnic-PostNL partono allo stesso piano delle altre?

Assolutamente sì. La Canyon era già molto competitiva prima, con una struttura collaudata. Ora con l’arrivo di Chiara (Consonni, ndr) hanno trovato la forte velocista che gli mancava, senza scordarci di Ludwig. Sarà in prima linea anche la ex DSM nonostante sia la formazione più giovane del WorldTour (età media 22,4 anni, ndr). Da loro è arrivata Cavalli e non è un trasferimento da poco. E’ mancata tanto al ciclismo italiano, non si vincono per caso le classiche che ha conquistato lei. Spero trovi la serenità necessaria e penso che sia nell’ambiente giusto per rilanciarsi in mezzo a tante giovani. Ho sentito Marta poco prima di Natale.

Cosa vi siete dette?

Innanzitutto sta bene, è felice ed è la cosa più importante. Nelle ultime due stagioni ha corso poco, mettendoci più del previsto per riprendersi. Però ha ancora 26 anni e si è potuta permettere di recuperare a dovere a livello psicofisico. Abbiamo parlato tanto e le ho ricordato che quest’anno c’è un mondiale adatto alle sue caratteristiche. Mi ha risposto che è motivata e che vuole dimostrare il suo valore. Vedrete che tornerà come prima.

Cavalli è stato uno dei colpi del mercato. Bastianelli l’ha sentita motivata e la vede punta al mondiale in Rwanda (foto Picnic-PostNL)
Cavalli è stato uno dei colpi del mercato. Bastianelli l’ha sentita motivata e la vede punta al mondiale in Rwanda (foto Picnic-PostNL)
Infine facciamo finta che Marta Bastianelli sia la cittì azzurra. A parte le solite note, da quali italiane si aspetta qualcosa in più?

La prima che mi viene in mente è Gasparrini, che è quella che conosco meglio di tutte. Può fare ancora più di quello che ha fatto finora. Poi dico Venturelli che ho visto girare in pista e può diventarne una pedina molto importante, oltre che su strada. Speravo passasse nel WorldTour, però ha deciso di restare nel devo team della UAE. Un’altra che farà bene è Ciabocco. L’ho vista da vicino durante l’Avenir e dopo la prestazione sul Finestre le ho detto che non si deve sottovalutare. Lei ha capito ora cosa può fare in squadra. In generale è sempre difficile fare i nomi precisi, però abbiamo tante giovani come Masetti, Tonetti, Barale o altre che possono alzare ulteriormente l’asticella.

Guazzini sbircia nel 2025. Super Fdj e classiche nel mirino

01.01.2025
7 min
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Il Buon Anno Nuovo ce lo dà Vittoria Guazzini. L’oro olimpico della madison di Parigi apre il 2025 guardandoci dentro per vedere cosa le riserverà. Molto passerà da lei e dai suoi colpi, altrettanto dalla sua FDJ-Suez che si presenta rinnovata e decisamente rinforzata per raggiungere gli obiettivi cerchiati in rosso.

Gli ultimi giorni del 2024 Guazzini li ha passati nel velodromo di Montichiari proprio dopo aver festeggiato il ventiquattresimo compleanno a Santo Stefano e prima di fare altrettanto con l’affiatato e vincente gruppo azzurro della pista. Un viaggio dalla Toscana alla bassa bresciana che profuma di inizio carriera e che adesso è uno degli aspetti da incastrare al meglio nel fitto programma su strada che la attende. Lo scambio degli auguri di queste festività è stato più di un pretesto per fare due chiacchiere con Vittoria.

La tua presenza a Montichiari è in ottica europei di Zolder?

I giorni in pista erano già fissati da tempo. Ora come ora non penso che li correrò. Sono in programma dal 12 al 16 febbraio, quindi un mese dopo rispetto all’anno scorso, ma pochi giorni prima dovrei esordire su strada al UAE Tour (dal 6 al 9 febbraio, ndr). Vedremo come fare, di sicuro ne devo parlare bene con Marco (Villa, il cittì della pista, ndr).

Con la tua squadra hai già stilato una bozza del calendario che farai?

In linea di massima sì, però fino alla fine della primavera. L’ultima gara di quel segmento di stagione potrebbe essere l’Amstel Gold Race. Prima però farò tutto il blocco delle classiche delle pietre in Belgio. Tra la Gand e la Roubaix mi piacerebbe fare bene, raccogliere qualcosa di buono sia in quei giorni, ma anche prima se ci fosse l’occasione.

Al Giro d’Onore hai detto che ti piacerebbe vedere il velodromo di Roubaix…

Sì, per forza, perché vorrebbe dire che non sono caduta (ride, ndr). Nel 2021 mi ero rotta una caviglia in gara, nel 2023 addirittura il bacino durante la ricognizione, quindi potete capire che mi accontenterei di arrivare al traguardo. Battute a parte, spero di avere e mantenere la giusta condizione in quel periodo per poter provare ad essere competitiva anche in quella corsa.

A proposito di obiettivi, ne hai già in mente qualcuno in particolare?

Adesso non ci sto pensando troppo. Tuttavia qualcosa c’è già. Vorrei riconfermarmi campionessa italiana a crono. Avrei puntato anche al mondiale a crono in Rwanda, ma ho guardato il percorso su VeloViewer e ho capito che se ne parla nel 2026. Onestamente non capisco perché continuino a disegnare tracciati così duri e poco adatti a specialisti. Il percorso della prova contro il tempo dei mondiali di Zurigo era assurdo, con una discesa molto pericolosa, soprattutto su una bici da crono. Meglio lasciar perdere…

Meglio pensare ai Grandi Giri? Il Tour Femmes è il grande obiettivo della tua FDJ-Suez.

Come dicevo prima non so ancora quali correrò. Dipenderà molto da come uscirò dal periodo delle classiche e quindi dal relativo programma. Certamente possiamo dire che non è un segreto che la nostra squadra voglia vincere il Tour, a maggior ragione visto che è un team francese. Non pensiamo però solo a quei dieci giorni di luglio, c’è tanto altro a cui puntare. Per ora sono solo parole. Dovremo vedere quando la stagione si aprirà ed entrerà nel vivo come saremo messe.

La campagna acquisti è stata fatta proprio per la Grande Boucle. Cosa ne pensi?

Prima di tutto lasciatemi dire che mi dispiace molto non avere più compagne come Marta, Cille e Grace (rispettivamente Cavalli, Ludwig e Brown, ndr). La nostra era una formazione forte e attrezzata già prima. Penso a Evita Muzic che ha fatto un grande salto di qualità, cogliendo ottimi risultati l’anno scorso. E’ indubbio comunque che il nostro organico abbia fatto ulteriori passi in avanti. Credo che siamo competitive in tutti i reparti. Ad esempio è arrivata Wollaston, che io conosco bene perché ci siamo spesso trovate in pista. Non era con noi in questi ritiri perché è a casa sua in Nuova Zelanda, ma sono certa che Ally darà tanto alla squadra. Così come Chabbey e le giovani Rayer e Gery.

Gli arrivi più importanti sono stati Labous e Vollering. Com’è stato il primo impatto con loro?

Molto buono. Ho conosciuto Juliette e Demi durante il primo ritiro in California (con tappa da Specialized, nuovo fornitore di bici e caschi, ndr) e poi ancora meglio in quello in Spagna per i primi allenamenti. Si vede subito che sono atlete vere, che si interessano a piccole cose e curano il dettaglio. Giù dalla bici sono ragazze estremamente di compagnia, molto tranquille. Diciamo che ero più preparata su Demi perché me l’aveva descritta molto bene Elena (Cecchini, ndr) duranti le gare e i ritiri con la nazionale.

Quest’anno ti scade il contratto. Stai pensando anche a questo?

E’ ancora molto presto per discuterne, però posso dirvi che sto molto bene nella FDJ-Suez. Prima di ogni cosa dovrò far parlare la strada, poi valuteremo anche questo punto.

Vittoria Guazzini vuole riconfermarsi tricolore a crono e al 2025 chiede un bell’exploit su strada, magari in una classica del Nord (foto FDJ-Suez)
Vittoria Guazzini vuole riconfermarsi tricolore a crono e al 2025 chiede un bell’exploit su strada, magari in una classica del Nord (foto FDJ-Suez)
Sei la prima intervistata del 2025 e puoi esprimere un desiderio. Cosa chiede Vittoria Guazzini al nuovo anno?

Bella domanda, devo dire che mi trovate un po’ impreparata. Non saprei, ma resto in ambito agonistico così non sbaglio. Al 2025 chiedo un bell’exploit su strada, uno di quelli da far sobbalzare e far dire “che brava la Guazz”. Ecco, questo. Non so dove, non so quando, ma l’importante che arrivi (e ci saluta sorridendo alla sua maniera mentre ci scambiamo nuovamente gli auguri di Buon Anno, ndr).