L’analisi del Giro Donne e uno sguardo al Tour

18.07.2023
6 min
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Il Giro Donne ha lasciato uno strascico lungo alle proprie spalle, che continuerà a far parlare gli appassionati fino al 27 luglio, data d’inizio del Tour de France Femmes. Al seguito del UAE Team ADQ c’era Simone Casonato, performance coach delle ragazze di Arzeni. Casonato ha avuto modo di leggere la corsa dall’interno, vivendola attimo per attimo: grazie al suo occhio tecnico, ci siamo immersi in queste nove tappe. 

Simone Casonato lavora da due anni come performance Coach del UAE Team ADQ
Simone Casonato lavora da due anni come performance Coach del UAE Team ADQ

Nove giorni di lavoro

Quello del coach del UAE Team ADQ è stato un lavoro a 360 gradi, volto a leggere la prestazione delle sue atlete e non solo. 

«Il mio lavoro – dice – si svolgeva in due grandi momenti: il pre tappa ed il post tappa. Nelle fasi precedenti alla partenza, facevo una previsione delle prestazioni delle ragazze, in termini di energie spese. Analizzavo il percorso ed i punti salienti, grazie ai vari software e fogli di calcolo, fornivo una stima dell’energia espressa durante ogni momento della tappa. Un lavoro che andava di pari passo con quello della nostra nutrizionista: Erica Lombardi.

«Nel post tappa – continua Casonato – l’analisi riguardava la prestazione delle nostre ragazze e delle avversarie. Una cosa estremamente utile per i nostri diesse e non solo».

Silvia Persico ha performato bene sia sulle salite brevi (adatte a lei) che sulle più lunghe
Silvia Persico ha performato bene sia sulle salite brevi (adatte a lei) che sulle più lunghe
Quindi si può dire che hai avuto un occhio su tutto il Giro Donne: che cosa ti è parso della prestazione di Van Vleuten?

Si è dimostrata una tacca sopra le altre, le sue prestazioni sono state in linea con i suoi migliori valori del 2022, espressi durante il Tour de France Femmes. In particolare con la tappa della Super Planche des Belles Filles, dove ha espresso i suoi migliori numeri di sempre. 

La cosa che ha impressionato è la sua costanza…

Non solo quella. Lei riesce ad esprimere valori elevati sia consecutivamente che nel corso di tutte le tappe. Per farvi un esempio: riesce a mantenere un picco intorni ai 5,5 watt per chilo su salite da 20 minuti, anche consecutive. Questi dati è stata in grado di riportarli durante tutte le nove tappe (diventate otto a causa dell’annullamento della crono iniziale, ndr). 

Una delle sorprese di questo Giro Donne è stata Gaia Realini.

Si è dimostrata estremamente solida, lo testimonia il fatto che abbia chiuso terza in classifica generale, portando a casa la maglia di miglior giovane. Ha performato ad alti livelli su più terreni: nella tappa regina, quella di Ceres, è stata l’unica a seguire Van Vleuten in salita. Mentre nella tappa di Alassio ha fatto vedere una grande esplosività, caratteristica fondamentale per seguire le prime. Ha solamente 21 anni e sicuramente ha messo in chiaro di essere una delle migliori atlete del futuro. 

Per quanto riguarda le vostre c’è da sottolineare la vittoria di Chiara Consonni nell’ultima tappa…

Chiara ha avuto un finale in crescita, che legato alla sua giovane età è un bel segnale, vincere alla fine di un grande Giro è sinonimo di solidità. Nella volata di Olbia ha avuto un minimo decremento del picco di potenza rispetto alla sua miglior performance. Per una velocista è un grande dato che denota grandi qualità neuromuscolari.

Silvia Persico invece ha ottenuto una bella top 10, no?

Ha avuto una buona tenuta su tutte le tappe, sicuramente non ha giocato a suo favore la cancellazione del prologo. Lì avrebbe potuto fare bene. Silvia ha messo in campo una buona tenuta sia su salite brevi, vicine alle sue caratteristiche, sia in salite più lunghe.

Ci sono stati altri dati che ti hanno colpito?

Uno in particolare: ovvero che l’intensità media di una tappa al Giro Donne è superiore rispetto a quella degli uomini. Un fattore determinato sicuramente dalla distanza percorsa in ogni tappa. La frazione più lunga è stata la quarta, con 134 chilometri. Uno studio ha dimostrato che le donne, durante una corsa, rimangono per più tempo in Zona 4, precisamente del 13%, rispetto agli uomini. I maschi stanno in quella fascia di sforzo, che varia tra il 91 e il 105% per il 20% del tempo totale della gara. Le donne arrivano anche al 33%. 

Torniamo un attimo a Van Vleuten, hai detto che si è espressa sui suoi migliori valori, riuscirà a mantenerli fino alla fine del Tour?

Va detto che non si è mai risparmiata, nonostante avesse un gran margine sulle avversarie. Nelle due settimane che dividono Giro e Tour, il riposo diventa fondamentale. Certo è che Van Vleuten vince i tre grandi Giri dal 2021, sicuramente ha una sicurezza psicologica importante. Va fatta un’analisi però.

Van Vleuten ha vinto la Vuelta per soli 9 secondi sulla connazionale Vollering, un vantaggio risicato
Van Vleuten ha vinto la Vuelta per soli 9 secondi sulla connazionale Vollering, un vantaggio risicato
Dicci.

In questo 2023 l’olandese è partita “a rilento” rispetto allo scorso anno. Il calendario è cambiato, la Vuelta è stata la prima grande corsa a tappe e questo ha influito. 

Infatti in Spagna ha vinto, ma con soli 9 secondi su Vollering. 

Esattamente, perché non era al massimo della sua condizione. I dati, sulla salita di Lagos de Covadonga, parlavano di un discostamento di 0,2/0,3 watt per chilo dalle sue migliori prestazioni. Tant’è che laVollering le ha rifilato poco meno di un minuto. 

Vollering arrivava alla Vuelta Femenina da una campagna del Nord vissuta da dominatrice.

Vero, hanno avuto due approcci alla stagione completamente diversi. Vollering ha avuto un picco di forma ad aprile, che ha sfruttato per fare una grande Vuelta e mettere in difficoltà Van Vleuten. Quest’ultima invece è partita più piano per arrivare poi ad avere la miglior forma possibile al Giro Donne ed al Tour Femmes. 

Vollering ha corso una grande campagna del Nord, poi si è fermata per preparare al meglio il Tour
Vollering ha corso una grande campagna del Nord, poi si è fermata per preparare al meglio il Tour
Vollering, invece, arriverà al Tour da una lunga pausa, l’ultima gara è stato il campionato nazionale…

Ha diviso la stagione in due blocchi, un modo più canonico per gestire la condizione. Il grande vantaggio di Van Vleuten è che riesce a sostenere carichi di lavoro inimmaginabili per le altre. In un anno arriva a fare 33.000 chilometri e 430.000 metri di dislivello. Vi faccio un paragone, Valgren, nel 2018 è stato uno dei corridori dell’Astana ad aver fatto più chilometri. Ha totalizzato 33.900 chilometri ed accumulato 437.000 metri di dislivello, Van Vleuten non è così lontana. 

Il Tour de France Femmes però probabilmente si deciderà nelle ultime due tappe: arrivo al Tourmalet e cronometro finale.

Per questo il duello Vollering-Van Vleuten affascina così tanto, arrivano in maniera talmente diversa che non abbiamo quasi idea di come possa andare. Non ci resta che goderci questo grande spettacolo, consapevoli che anche il caldo giocherà la sua parte.