Vogliamo argomentare i passaggi fondamentali ed alcuni punti chiave della trasmissione top di gamma di Shimano. Per tutti è il Dura Ace Di2 a 12 velocità, tecnicamente scriviamo e parliamo della piattaforma Shimano Dura Ace Di2 R9200/R9250.
Non solo “12 rapporti dietro”
I dodici pignoni e la doppia corona anteriore sono il simbolo, la sostanza e qualcosa di tangibile. lo sono anche i nuovi manettini, più voluminosi e “facili”, sempre un punto di appoggio sui quale basare il proprio sforzo. L’atleta valuta (giustamente) quello che vede, quello che riesce a sfruttare ed utilizzare sul campo. Eppure il nuovo Dura Ace Di2 non rappresenta solo una trasmissione, ma è la massima espressione disponibile dell’unione tra meccanica, elettronica e smart concept. Si tratta di un pacchetto completamente rivisto nel design, nella costruzione e nell’utilizzo. Shimano Dura Ace Di2 R9250 si pone ancora una volta come punto di riferimento per la ricerca di una performance.
Cosa significa
Significa che per interpretare in modo corretto alcuni passaggi della nuova piattaforma Shimano e sfruttarne a pieno le sue potenzialità, è necessario capire che si tratta di uno strumento sviluppato senza compromessi. Tutto il pacchetto Dura Ace Di2 12 speed combina i due protocolli di trasmissione dati, wireless e con i cavi. C’é la massima integrazione dei componenti, una sorta di gestione remota ottimizzata e una personalizzazione con un ampio delta di azioni. Tutto questo non dimentica la tendenza di interfacciarsi in modo sempre più “smart”, ad esempio tramite un telefonino, aspetto che però non sacrifica la natura corsaiola di Shimano Dura Ace. Shimano Dura Ace Di2 R9200 è un’auto da corsa. Deve essere prima di tutto efficiente, uno strumento che non lascia nulla al caso e azzera i margini di errore.
I led dei manettini che indicano l’autonomia della batteria Il pairing del sistema è possibile anche tramite QR con la app E-Tube Project
I led dei manettini che indicano l’autonomia della batteria Il pairing del sistema è possibile anche tramite QR con la app E-Tube Project
Dura Ace Di2 a 12V: i componenti
- I due Shifters comunicano via wireless con il cambio posteriore e la trasmissione dei dati funziona grazie a due batterie CR1632. E’ difficile stabilire la loro autonomia. Si parla di 1,5/2 anni, ma le variabili sono il meteo e le condizioni di utilizzo. I pulsanti laterali sono più sporgenti di 1,5 millimetri, se paragonati alla versione Shimano Dura Ace di vecchia generazione e hanno uno spazio maggiore verso il basso. Questo facilità il raggiungimento e la cambiata quando si è in presa bassa sul manubrio. E’ stato aumentato lo spazio per la mano e il rake della leva è regolabile. L’impianto idraulico è stato implementato ed “arricchito” con il ServoWave (una sorta di servo-assistenza), che migliora la gestione dell’idraulica e della frenata.
- Il cambio posteriore è anche la sede della centralina e del cervello che smista gli impulsi. La maschera elettronica è perfettamente integrata e protetta. C’é la nuova porta d’ingresso per il cavo per la ricarica della batteria (comune al power meter), collegata a filo e inserita nel telaio. Tecnicamente e dal punto di vista meccanico, il cambio posteriore supporta i pignoni fino a 34 denti.
- I fili e la batteria. I primi sono mutuati dalla piattaforma EP8, quella delle e-bike, sono più sottili (rispetto alla versione precedente). La batteria è un cilindro con tre uscite ed è inserita nel frame della bici.
- Il deragliatore è collegato alla batteria tramite filo. Ha le dimensioni ridotte ed ha mantenuto le funzioni di microassestamento automatico e autoallineamento. Le microregolazioni per il fine tuning sono possibili in maniera elettronica: non ci sono più le viti a brugola. Supporta le corone fino a 55 denti.
- E poi ci sono la guarnitura (54/40, 52/36 oppure 50/34) ed i pignoni (11/28, 11/30 e 11/34). Nelle prime due combinazioni è stato aggiunto il rapporto di “mezzo”, ovvero il 16, mentre la terza soluzione ha il 34. La catena è stata mutuata dalla piattaforma off-road Shimano XTR.
Una piccola brugola, nascosta nel manettino, utile per la regolazione della corsa della leva C’é il ServoWave nel comparto idraulico E poi ci sono le nuove pinze, per il Dura Ace sono un monoblocco in alluminio. Le pinze sono mutuate dalla generazione precedente Il bilanciere posteriore La porta d’ingresso per il cavo, nel cambio posteriore Il deragliatore, più magro Shimano Dura Ace 9200, c’é anche il power meter L’uscita a tre vie della batteria
Una piccola brugola, nascosta nel manettino, utile per la regolazione della corsa della leva C’é il ServoWave nel comparto idraulico E poi ci sono le nuove pinze, per il Dura Ace sono un monoblocco in alluminio. Le pinze sono mutuate dalla generazione precedente Il bilanciere posteriore La porta d’ingresso per il cavo, nel cambio posteriore Il deragliatore, più magro Shimano Dura Ace 9200 guarnitura 52-36 denti L’uscita a tre vie della batteria
Distrazioni al minimo
Si raggiungono facilmente i pulsanti e le leve del freno e c’é tanto spazio per appoggiare le mani, aspetto utile quando si spinge a tutta e “si tira sul manubrio”. Non ci sono più i fili che dai manettini scorrono nel manubrio e non c’é più la centralina. Per agire sulle funzioni automatiche della trasmissione e sul fine tuning della cambiata bisogna fermarsi e scendere dalla bici. Qui si apre anche un altro scenario, ovvero quello della rinnovata piattaforma Shimano E-Tube, disponibile anche tramite app sullo smartphone. E’ più diretta e semplice da gestire e comunica con la trasmissione Dura Ace Di2 (ma anche Ultegra) senza che questa abbia l’unità di trasmissione D-Fly (che ora è completamente integrata del bilanciere posteriore). Con la nuova app si hanno tutti i componenti Shimano sotto controllo, anche il power meter e si valuta lo sviluppo metrico dei rapporti, per ottimizzare la cambiata.
In conclusione
A tratti paragonabile con la precedente versione, la nuova Shimano Dura Ace Di2 è molto cambiata e guarda ad un futuro sempre più connesso ed accessibile tramite i dispositivi mobili, smart certo, ma anche diretto e che adotta un numero sempre più ridotto di “filtri e di passaggi”. E’ una trasmissione più veloce, se paragonata con quella precedente, risultato che è la combinazione tra meccanica ed elettronica. Il cambio posteriore risponde il 58% più velocemente, il deragliatore il 45%. Questione di centesimi di secondo, ma è l’insieme dei dettagli che fa la differenza.