Dopo quattro stagioni le strade di Demi Vollering ed Elena Cecchini si separeranno. L’olandese si è accasata alla FDJ Suez, mentre per il 2025 l’azzurra rimarrà in maglia SD Worx-Protime. I cammini quindi prendono sentieri differenti e mentre la preparazione riparte, approfittiamo per parlare con Elena Cecchini del suo rapporto con Demi Vollering. Le due hanno condiviso spesso le loro strade, in allenamento e in gara. Sono state accanto nei successi e nelle sconfitte, dividendo momenti ed emozioni sempre nuove.
«Sicuramente – dice Cecchini – con Demi (Vollering, ndr) ho avuto un rapporto speciale. Siamo state in camera insieme qualche volta, spesso nel primo anno alla SD Worx, nel 2021. Ho scoperto il suo lato umano e caratteriale, cosa che mi ha aiutata molto ad affrontare il mio ruolo di gregaria. Lavorare per lei è stato un piacere. Mancherà tanto alla squadra e a me come persona. E’ un’atleta che quando hai accanto ti senti di poter vincere ovunque».
Legami unici
Nel momento in cui si condividono esperienze, giorni di gara e di ritiro per tanti anni è normale che qualcosa rimanga. Prima della prestazione e dell’atleta, ci sarà sempre la persona. Soprattutto se il rapporto che si crea è così forte da unire le persone anche al di fuori dell’attività agonistica.
«Il bello di questi legami – continua la friulana – è che poi rimangono, Demi e io continuiamo a sentirci e lo faremo ancora. Siamo e saremo prima di tutto amiche. Quella di Vollering è stata una scelta di lavoro, ma questo non cambia quello che abbiamo costruito e condiviso. So che c’è e ci sarà sempre».
Tu che l’hai vissuta tanto, che ragazza è?
Dal punto di vista atletico, per come l’ho vista in questi anni, penso sia una ragazza che a differenza di altre atlete non si ammazza di lavoro. Sa cosa vuol dire riposare e ha molta cura di questo aspetto. Cura tutti gli aspetti del suo corpo, ad esempio ha l’abitudine di fare yoga la mattina. Ha talento ma non si sovraccarica di lavoro, si allena sempre il giusto.
Di persona invece?
Sicura di sé. Ha un carattere estremamente determinato e molto sensibile. Quest’ultimo aspetto mi ha sempre permesso di andarci d’accordo. E’ una che mostra le proprie sensazioni ed emozioni, anche in pubblico. Parla con lo sguardo e fa capire ciò che prova con il linguaggio del corpo, non si tiene nulla dentro. Spesso ha pianto durante una delle interviste post gara, ha sempre mostrato se stessa.
Mettersi a disposizione di una persona del genere rende tutto più facile?
Lo rende molto piacevole. La vedi in gara e sai esattamente cosa vuole, sia dalle compagne che da se stessa. Ad esempio: quest’anno alla Vuelta aveva la maglia rossa ma si vedeva che non fosse serena al 100 per cento, nonostante avesse dimostrato di essere la più forte. Questo perché nel 2023 aveva perso la corsa per pochi secondi. Così durante la gara le stavo vicina dicendole di non preoccuparsi e che avremmo portato a casa la vittoria. A volte con una ragazza del genere basta una parola.
Al Tour de France si è riproposto lo stesso scenario, con la maglia gialla persa per pochi secondi. Secondo te è una cosa che l’ha segnata?
In quell’occasione non c’ero e certe dinamiche non le ho vissute, anzi non mi sono curata nemmeno di saperle. So solo che in condizioni normali Vollering avrebbe vinto, nel giorno della caduta non so cosa sia successo realmente. Sicuramente era dispiaciuta, perché ha mostrato di poter recuperare, ma le è mancato davvero poco. Chiunque sappia qualcosa di ciclismo riconosce che Demi fosse la più forte al Tour. Lei, come le altre atlete olandesi, ha una capacità di rialzarsi indiscutibile. Tanto che poi ha trovato subito le forze e le energie per puntare al mondiale.
A guardare la gara di Zurigo sembra che l’abbia sentita molto dal punto di vista emotivo, forse troppo?
Non credo, per diversi motivi. Ci teneva a fare bene perché si correva in Svizzera, a due passi da dove vive. Per come l’ho vista anche al ritiro di ottobre nel quale ha salutato la squadra penso sia soddisfatta della sua stagione. Ha comunque raccolto tanti successi e parecchi piazzamenti importanti. Forse alle Ardenne non era al 100 per cento, ma dalla settimana dopo la Liegi è uscita in crescendo, tanto che le gare da lì a metà giugno le ha vinte tutte.
In tanti hanno parlato di un rapporto che si era logorato all’interno del team…
Rimando le considerazioni al mittente. Chi allenerà Demi Vollering d’ora in poi dovrebbe concentrarsi sul suo futuro e non sul passato. Si è scritto molto e detto altrettanto, me penso sia puro gossip. Fino al Tour i rapporti erano sereni e rilassati. Poi alla Grande Boucle non c’ero, quindi non so se da quel momento in poi sia cambiato qualcosa. Ma a ottobre eravamo tutti distesi e felici di ciò che abbiamo costruito. Mi dispiace anche leggere certe cose.
Come sarà vederla con una maglia diversa?
Strano all’inizio, ma poi diventerà normale. E’ giusto che sia così, ci si abitua a tutto alla fine. La cosa particolare sarà vedere la lista partenti e non averla nel nostro team. Penso, tuttavia, che Vollering si troverà bene alla FDJ Suez, è una che va d’accordo con tutti. E’ un team che lavora bene. Poi non so bene quando ci vedremo e in quali gare. A inizio anno il nostro calendario potrebbe non combaciare. Io partirò dal UAE Tour Women e poi vorrei fare le Classiche.