Barcellona, domenica la Vuelta: 7 tappe per battere Vollering

02.05.2025
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Lo scorso anno finì con Demi Vollering prima, davanti a Rjejanne Markus ed Elisa Longo Borghini. L’olandese del Team SD Worx dominò la Vuelta Espana con relativo agio, mettendo in fila le vittorie di una primavera strepitosa. Fra il 10 maggio (data di Fine Vuelta) e il 15 giugno, vinse in serie Itzulia Women, la Vuelta a Burgos e il Tour de Suisse. Troppo fieno in cascina, pensò probabilmente il fato, che di lì in avanti la relegò al secondo posto del Tour de France e del Romandia e al quinto del mondiale.

Vollering aveva già annunciato che avrebbe cambiato squadra e il 28 ottobre, un mese dopo i mondiali di Zurigo, arrivò l’ufficialità della firma alla FDJ-Suez con Specialized al suo fianco.

La Vuelta Femenina 2025 ha 7 tappe, da Barcellona a Cotobello, nel Nord della Spagna
La Vuelta Femenina 2025 ha 7 tappe, da Barcellona a Cotobello, nel Nord della Spagna

Super tris FDJ-Suez

A distanza di un anno, Vollering ci riprova. E anche se la squadra francese di Delcourt ha dichiarato di avere occhi (quasi) solo per il Tour de France, schiererà al via il meglio del meglio. Vollering, appunto, Labous e Muzic: le tre punte in grande spolvero. Va bene il Tour, avranno pensato, ma intanto portiamoci avanti.

«Lo scorso anno, tutti rimasero stupiti – ha raccontato Muzic – dal fatto che fossi riuscita a battere Demi sulla salita di Laguna Negra (sesta tappa, ndr). E’ stata un’esperienza illuminante, perché ha dimostrato quanto lontano potrei arrivare. C’era un punto interrogativo sulla mia partecipazione quest’anno, ma ho chiesto di essere presente perché è ci tengo molto. Condividerla con Demi e Juliette Labous è molto emozionante per me».

Vuelta 2024, Muzic stacca Vollering nella sesta tappa a Laguna Negra
Vuelta 2024, Muzic stacca Vollering nella sesta tappa a Laguna Negra

Sette tappe nel Nord della Spagna

La Vuelta Espana Femenina non c’era, a differenza del Giro e del Tour che possono aver avuto delle interruzioni, ma hanno alle spalle una storia decennale. Quando nacque nel 2016, la Vuelta era prova di un giorno: la Madrid Challenge by La Vuelta. Salì a 2 giorni di gara nei due anni successivi, divennero 3 nel 2020, quando divenne Challenge by La Vuelta, poi 4 nel 2021. Nel 2022 le tappe passarono a 5 e dal 2023 si è arrivati a quota 7: un bel passo avanti e una conquista in più per il ciclismo delle ragazze.

Tuttavia 7 tappe sono poche per esplorare un Paese grande come la Spagna, così la Vuelta Femenina 2025 è una corsa che non scende verso Sud, ma si mantiene a una longitudine più o meno costante per le 7 tappe che la compongono. La sola cronometro è quella a squadre di apertura e poi, come sempre, saranno le salite a decidere.

DatatappaPartenza-ArrivoKm
4 maggio 1ª tappaBarcellona-Barcellona (cronosquadre)8,1
5 maggio 2ª tappaMolins de Rei-Sant Boi de Llobregat99
6 maggio 3ª tappaBarbastro-Huesca132,4
7 maggio 4ª tappaPedrola-Borja111,6
8 maggio 5ª tappaGolmayo-Lagunas de Neila120,4
9 maggio 6ª tappaBecerril de Campos-Baltanás126,7
10 maggio 7ª tappaLa Robla-Cotobello. Asturias152,6
Totale km750,8

Cronosquadre a Barcellona

La Vuelta Femenina 2025 partirà domenica da Barcellona con una cronometro a squadre di 8 chilometri. Fu così anche lo scorso anno e la vittoria della Lidl-Trek consegnò la maglia di leader a Gaia Realini. La capitale della Catalogna aveva già ospitato la Vuelta nel 2023 e accoglierà il Tour del 2026, ugualmente con delle prove a squadre. Da qualche anno infatti l’amministrazione della regione ha visto nella bicicletta un mezzo chiave per il turismo e la sostenibilità.

Anche questa volta, il percorso porterà le squadre e le inquadrature su alcuni dei monumenti più rappresentativi. La crono partirà appena fuori Casa Milà, nota come “La Pedrera” (edificio progettato da Antoni Gaudí) e farà il giro di boa di fronte ai giardini del Palacio de Pedralbes. Le atlete probabilmente non avranno tempo per guardarsi intorno. Il percorso è infatti impegnativo e richiederà la massima concentrazione.

Dopo la cronosquadre d’avvio a Valencia, la prima leader della Vuelta 2024 fu Gaia Realini
Dopo la cronosquadre d’avvio a Valencia, la prima leader della Vuelta 2024 fu Gaia Realini

Tra vento e strappi in Aragona

La seconda tappa porta da Molins de Rei a Sant Boi de Llobregat. Salita dura in partenza, l’Alto de la Creu de L’Aragall, e occasione d’oro per andare in fuga.

Il vento sarà un fattore determinante nella terza tappa da Barbastro a Huesca, promettendo ventagli o velocità folli, a seconda della sua direzione.

Si entrerà poi in Aragona con la tappa da Pedrola a Borja, con le salite di Moncayo ed El Buste, trampolino di lancio prima della discesa sul traguardo.

Lo scorso anno finì con Vollering davanti a Markus e Longo Borghini
Lo scorso anno finì con Vollering davanti a Markus e Longo Borghini

Gran finale a Cotobello

La quinta tappa apre le porte agli scalatori, con l’intermezzo della sesta che si conclude a Baltanás, con una ghiotta occasione per i velocisti.

La quinta, si diceva, va da Golmayo a Lagunas de Neila, salita totem della Vuelta a Burgos e della Vuelta dei professionisti. La settima tappa si spinge invece nelle Asturie con la partenza a La Robla e l’arrivo a Cotobello: 152 chilometri con tre salite della seconda metà di tappa. L’Alto de la Colladona, l’Alto de la Colladiella e il durissimo Cotobello, per un totale di 2.500 metri di dislivello, che sono un record per le tappe della Vuelta Espana Femenina.

Non c’è niente di scontato. La riunione dei tecnici domattina renderà definitivo l’elenco partenti che vede al via anche la vincitrice del Tour 2024 Niewiadoma, le italiane Ciabocco, Magnaldi, Borghesi, Trinca Colonel, Marturano e Paternoster, come pure Marianne Vos e la vincitrice della Roubaix Ferrand-Prevot.

Come accadde con gli uomini fino al 1994 (nel 1995 la corsa spagnola passò a settembre), la Vuelta in primavera fatica per avere al via tutte le migliori, soprattutto da quando è tornato il Tour de France Femmes spostando tutte le attenzioni più avanti nell’estate, ma resta l’occasione per completare un grande blocco di corse WorldTour in Spagna. E per riempire la prima casella, lasciando agli altri l’onere della mossa successiva.

Dopo lo sfogo di Vollering, il punto sui premi per le donne

29.03.2025
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«Trovo molto deludente – ha detto Demi Vollering a Eurosport circa la Milano-Sanremo – che riceviamo solo l’11 per cento di ciò che spetta agli uomini. E’ una differenza enorme. Ora, nessuna di noi è qui per i premi in denaro, ma se la gente parla di pari opportunità, allora vogliamo davvero che accada. Ciò include le piccole cose, come questa. Dimostra solo che non ci siamo ancora arrivati. C’è ancora molto lavoro da fare».

Il Ministro Roccella ha garantito alla Lega Ciclismo la copertura dei premi per le gare femminili (foto Roberto Pittore)
Il Ministro Roccella ha garantito alla Lega Ciclismo la copertura dei premi per le gare femminili (foto Roberto Pittore)

La promessa del Ministro

L’importo dei premi è indicato sul libro di corsa della Sanremo, stampato su un lato per gli uomini e sull’altro per le donne. Entrambe le gare sono inserite nel calendario del WorldTour.

Il montepremi per gli uomini ammonta a 50 mila euro: il primo che ne vince 20 mila, il secondo 10 mila e il terzo 5 mila. Quello per le donne ammonta complessivamente a 10.260 euro: la prima ne ha presi 2.256, la seconda 1.692, la terza 1.128.

Al netto del fatto che la parità non passa soltanto per i premi, ma anche per la sicurezza in corsa, il divario è obiettivamente notevole. Per questo abbiamo provato a fare una piccola ricostruzione del discorso dei premi. Alla presentazione della Coppa Italia delle Regioni a Roma, il Ministro della Famiglia e delle Pari Opportunità Roccella assicurò infatti alla Lega Ciclismo i fondi per pareggiare la differenza dei premi.

E’ l’Accpi, presieduta da Cristian Salvato, a ricevere e ridistribuire i premi delle corse
E’ l’Accpi, presieduta da Cristian Salvato, a ricevere e ridistribuire i premi delle corse

Una casa sicura

Cristian Salvato, presidente dell’Accpi, fa un riassunto sulla situazione dei premi. Spiega che non esiste una regola che imponga agli organizzatori di prevedere premi uguali per uomini e donne. Lo hanno fatto quelli di Flanders Classics che organizzano il Giro delle Fiandre, ma in giro per il mondo non è un’abitudine condivisa da tutti.

«In Italia ci siamo avvicinati – spiega – dopo che la Lega Ciclismo del presidente Pella ha stanziato una somma per questo scopo con il contributo del Ministro Roccella. Gli organizzatori mettono una somma e loro integrano, ma non arrivano al vero pareggio. Quanto alla distribuzione dei premi, come altre associazioni dei corridori in Francia e Spagna, li raccogliamo noi in Italia e poi li giriamo al CPA Cycling che è il referente unico.

«Io penso però che la parità di cui parla Vollering non sia da circoscrivere ai premi. La strada per costruire una casa solida è ancora lunga, bisogna tirare su dei muri fatti bene, poi si può pensare all’arredamento. Non basta dare i premi e siamo a posto, secondo me sono l’ultima cosa. Prima c’è da parlare soprattutto di sicurezza che non passa per i cartellini gialli e quelle cose. Passa da uno standard omogeneo per le barriere, ad esempio, che non c’è a livello professionistico e non oso immaginare a livello giovanile…».

L’UCI del presidente Lappartient ha parificato gli stipendi WorldTour femminili a quelli professional maschili
L’UCI del presidente Lappartient ha parificato gli stipendi WorldTour femminili a quelli professional maschili

Pareggio al livello Pro Series

I premi saranno l’ultima cosa, resta però la curiosità di capire in che modo la Lega Ciclismo si stia muovendo per pareggiare i conti e dare dunque seguito al suo annuncio.

Il pareggio effettivamente avviene, ma per tutte le gare femminile che fanno parte della Coppa Italia delle Regioni, il riferimento è ai premi alla categoria Pro Series maschile, che prevedono un montepremi di 18.800 per ogni gara.

Per cui la Sanremo con i suoi 50 mila euro resta lontana, ma ad esempio al Trofeo Matteotti gli uomini avranno un montepremi di 14 mila euro che sarà inferiore rispetto a quello delle donne. E d’altra parte la disparità regna sovrana anche a livello degli stipendi. Nonostante i proclami dell’UCI, gli stipendi delle donne WorldTour sono pari a quelli delle professional maschili, ma non risulta che Demi Vollering si sia lamentata per questo.

Quello che manca, volendo raggiungere il livello delle gare Monumento, sarebbe un’integrazione di 30 mila euro che però forse costituisce un esborso superiore a quello che la Sanremo delle donne rende a RCS in termini di ritorno economico. Si organizzano le gare per produrre utile ed è raro che l’organizzatore si esponga per importi superiori a quelli che incassa.

Il montepremi della Sanremo Donne è stato aumentato da RCS Sport (qui Vegni Bellino) rispetto al minimo stabilito dall’UCI
Il montepremi della Sanremo Donne è stato aumentato da RCS Sport (qui Vegni e Bellino) rispetto al minimo stabilito dall’UCI

La Coppa Italia delle Regioni

Dal punto di vista economico, nei prossimi 4-5 anni il ciclismo femminile difficilmente raggiungerà gli investimenti di quello maschile, per cui i ragionamenti degli organizzatori saranno per forza piuttosto cauti.

Nonostante ciò, dato che il montepremi minimo per le gare WorldTour è di 8.000 euro, i 10.260 di RCS costituiscono un passo in avanti. E se nel libro di corsa viene indicato un importo così basso è perché vi viene inserito il premio che l’organizzazione è in grado di riconoscere con le sue forze: l’integrazione da parte della Lega arriva da altre casse.

E’ pari invece fra uomini e donne il montepremi finale della Coppa Italia delle Regioni: 150 mila euro per gli uomini e la stessa cifra per le donne.

Sanremo Donne, il presidente della Lega Pella consegna a Balsamo la maglia di leader della Coppa Italia delle Regioni
Sanremo Donne, il presidente della Lega Pella consegna a Balsamo la maglia di leader della Coppa Italia delle Regioni

Un difetto di comunicazione?

Ma allora perché la protesta della Vollering? Forse per un difetto di comunicazione. Se infatti le atlete italiane sono state avvisate dell’intervento della Lega Ciclismo e sono consapevoli del contributo ai loro premi, forse è saltato il passaggio con le straniere, che la Lega non ha potuto contattare.

A quanto ci risulta, la Lega del Ciclismo Professionistico verserà la sua parte all’Accpi, con delle modalità attualmente allo studio. Dato che l’Associazione processa il pagamento dei premi 3-4 volte all’anno, la Lega approfitterà di una di queste finestre per il suo montepremi? Non resta che attendere la prova dei fatti, ma almeno ora il quadro ci sembra un po’ più chiaro.

Van Der Breggen: il ritorno e un nuovo modo di vivere il ciclismo

20.03.2025
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LUINO – Il ritorno alle corse di Anna Van Der Breggen ha stupito sotto tutti i punti di vista. Appena ufficializzata la notizia, la curiosità era rivolta al capire se e come sarebbe tornata competitiva, la domanda che girava tra gli addetti ai lavori riguardava il suo livello di competitività. Una volta riattaccato il numero sulla schiena, alla Volta Femenina de la Comunitat Valenciana, è arrivato un terzo posto alla tappa inaugurale al quale è seguita la prima top 3 in classifica generale. Nemmeno il tempo di mettere tutti i dubbi sul tavolo che la campionessa della SD Worx-Protime li ha spazzati via a colpi di pedale. 

Le conferme delle qualità atletiche di Van Der Breggen, se mai ce ne fosse stato bisogno, sono arrivate con il mese di marzo. Prima gara con un assaggio di muri delle Fiandre e un settimo posto colto. Alla Strade Bianche è andata ancora meglio, attacco in discesa sullo sterrato de Le Tolfe e testa a testa con Demi Vollering. Il secondo posto finale a Piazza del Campo ha fatto capire a tutto il gruppo che Anna Van Der Breggen è tornata con lo stesso stile di prima.

Anna Van Der Breggen è tornata in gruppo dopo tre anni di pausa con uno spirito differente
Anna Van Der Breggen è tornata in gruppo dopo tre anni di pausa con uno spirito differente

Un nuovo gusto

Al Trofeo Binda la pioggia ha cancellato la presentazione delle squadre e riuscire ad avvicinare la due volte campionessa iridata non è stato semplice. In attesa che salisse sul palco del foglio firma siamo riusciti a scambiare due battute con lei, partendo da una semplice domanda: “come mai hai deciso di tornare”?

«Quando ho smesso – racconta Van Der Breggen – avevo davvero chiuso con molte cose. E dopo tre anni da diesse mi sono sentita di nuovo motivata, ma ora credo di correre in maniera diversa. Alla base c’è una ragione differente, non voglio vincere tutte le gare e sono contenta di questo mio nuovo approccio. Ho vinto tanto e sono contenta di quello che ho fatto nella mia carriera, ma ora mi piace pedalare. Mi diverto molto di più nel giocare le carte della squadra e allenarmi».

Il talento dell’olandese rimane invariato, qui alla Strade Bianche alle spalle di Demi Vollering
Il talento dell’olandese rimane invariato, qui alla Strade Bianche alle spalle di Demi Vollering
Tutti si aspettano che tu possa ancora vincere, come ti fa sentire?

Ha senso, ma per me non è così. Sento che non è la mia motivazione. Penso di potermi godere maggiormente il ciclismo senza questo tipo di pressione, non la sento più e non è più parte di me. 

Qual è la tua motivazione?

Mi piace andare in bici ed essere felice nel farlo. Sono contenta di pedalare e migliorare ancora sia singolarmente che nel processo di squadra insieme alle mie compagne, in modo da creare un team solido e vincere tutte insieme. Credo di aver capito quanto un ciclista abbia bisogno della squadra e se vuoi metterti in mostra questa si sfalda. 

E’ una cosa che è cambiata grazie ai tre anni passati da diesse?

Sì, anche come diesse si guarda molto di più ai compagni di squadra e credo che sia anche quello che faccio adesso che sono risalita in bici. Prima del mio ritiro nel 2022 mi concentravo soprattutto sul vincere le gare e basta. Ora per me è importante che tutti si sentano bene, che siano felici e possano provare a vincere la gara.

Negli ultimi tre anni le altre ragazze ti avevano al loro fianco sull’ammiraglia, ora torni in bici…

Penso che sia bello. Voglio dire, avevo bisogno di una pausa dopo tre anni e mi sono sentita davvero motivata nel salire nuovamente in bicicletta. Ed è quello che dicevo prima, è come se cambiasse la prospettiva. Quando ero diesse ho visto un ruolo diverso e per me è stata davvero una bellissima esperienza. Ho vissuto una combinazione di cose davvero piacevole e mi ha fatto imparare qualcosa in più sul ciclismo. Penso che ora in bici io sia più rilassata per questo motivo.

Van Der Breggen ora mette al centro il team e il benessere di squadra e compagne
Van Der Breggen ora mette al centro il team e il benessere di squadra e compagne
Dopo tre anni in cui hai allenato e ti sei formata in questo campo hai cambiato il tuo approccio ai lavori in bici? 

Sicuramente ho imparato qualcosa di nuovo. Mi è piaciuta come esperienza e ho capito di potermi allenare di più rispetto a quanto facevo prima e non ho paura di andare in profondità nella formazione.

Il passato voleva riprendersi il presente. Ma Vollering ha detto no

08.03.2025
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SIENA – Ma non dovevamo non vederci più? Così recitava una canzone di Lucio Battisti, ed è probabilmente quello che ha pensato Demi Vollering quando ha visto la sua ex compagna Anna van der Breggen ancora alla sua ruota. Come una volta. Come ai vecchi tempi. La Strade Bianche Women va alla grandissima atleta della FDJ-Suez.

Sulle strade senesi tutti si aspettavano la lotta fra Anna Van der Breggen (altro rientro eccellente), la nostra Elisa Longo Borghini, Demi Vollering e, secondo alcuni, anche Mavi Garcia. E in effetti, non ci si è andati lontano.

Tutto succede nell’ultima fase di gara: quando si affronta Colle Pinzuto, Van der Breggen forza, ma Vollering segue senza problemi e anzi, allo scollinamento rilancia. Proprio lì, quando inizia il falsopiano e servono tante gambe e tanti watt, l’unica a resistere all’ex compagna e connazionale è proprio Van der Breggen. Mancano esattamente 14 chilometri alla fine e da lì in poi sarà una fuga a due.

La potenza e la classe di Anna Van der Breggen (34 anni) al rientro dopo tre anni di stop
La potenza e la classe di Anna Van der Breggen (34 anni) al rientro dopo tre anni di stop

La classe della campionessa

Sembra un tuffo nel passato. Le due olandesi hanno un altro passo, un’altra pedalata. E in questa fuga quasi non si parlano. Anche all’arrivo solo Van der Breggen si sposterà per un timido saluto nei confronti di Vollering.

«Se mi aspettavo di vincere? No, ma ci ho sperato». Così inizia Anna Van der Breggen nel post gara. L’atleta della SD Worx, quando parla, ti guarda fisso e non molla un secondo. Ha una determinazione agghiacciante.

«Ho anche sofferto molto durante la gara, è stata dura sin dall’inizio e non sapevo quanto avrei potuto reggere. Però sono molto felice, perché era da così tanto tempo che non mi giocavo un finale in questo modo e quindi sono piuttosto sorpresa, anche se poi eravamo partite per vincere».


«L’attacco? Non avevo in programma di attaccare alle Tolfe, volevo solo stare davanti, quindi ho cercato di affrontare la discesa e l’inizio dello strappo finale il più velocemente possibile. Ho pensato che in quel modo avrei avuto un po’ di spazio per il resto del settore. Ma a quel punto della gara sarebbe cambiato davvero poco. Si doveva andare a tutta! Questa corsa comunque mi dà fiducia per il resto della stagione».

Lo spettacolo dei settori super impolverati della Strade Bianche Women
Lo spettacolo dei settori super impolverati della Strade Bianche Women

Botta e risposta

«Demi – riprende Van der Breggen – voleva che passassi a tirare, ma mi serviva tempo. Sono vecchia e mi serve tempo per recuperare! Non abbiamo avuto lunghe conversazioni, stavamo soffrendo un po’. C’era il dolore alle gambe e anche le emozioni della gara, il pubblico, il finale che si avvicinava. Tra l’altro è stato bello sentire tutto questo di nuovo, soprattutto in questa gara».

«Io – risponde Vollering – sono contenta per aver vinto in generale, non per aver vinto davanti ad Anna. Questa è una vittoria importante per me e per la squadra, non un trionfo contro qualcuno».

Nel finale, come detto, si sono salutate in modo timido e fugace. Non che siano nemiche, ma di certo non si abbracciano. Ognuna fa la sua corsa e sul piatto c’era un passato di spessore. Pensateci un attimo: fino a pochi mesi fa erano entrambe nella stessa squadra e una era l’allenatrice dell’altra. Si dice che in allenamento si siano scontrate spesso.

«Oggi il duello con Anna mi ha riportato a quando ero giovane. Ricordo quei tempi, quando non ero alla sua altezza, non riuscivo a tenerla. Averla battuta mi ha fatto capire quanto sia cresciuta. Mi ha fatto capire che sono diventata forte».

Van der Breggen va da Vollering: l’abbraccio è durato un secondo
Van der Breggen va da Vollering: l’abbraccio è durato un secondo

Vittoria di squadra

E’ vero che Vollering ha vinto, ma va detto anche che aveva la squadra migliore. A un certo punto c’erano tredici atlete davanti e tre erano della FDJ-Suez. Oltre a Demi, c’erano anche Juliette Labous ed Evita Muzic, fondamentale a Colle Pinzuto. E non solo: Muzic è caduta (all’arrivo sanguinava dal ginocchio), è risalita, è andata in fuga e, una volta scattate “quelle due”, faceva il tifo per radio.

«Oggi – spiega Vollering – ho avuto un problema meccanico che ci ha un po’ cambiato i piani, ma Juliette Labous è stata fortissima a riportarmi dentro. Ha fatto delle trenate incredibili. Mi piace molto lo spirito di questa squadra, come ci stiamo muovendo, l’atmosfera. Questa è stata una vittoria del gruppo. Abbiamo tanti obiettivi e la Strade Bianche era uno di questi.

«Ma quando parti con la consapevolezza di poter vincere, tutto lo staff e tutte le compagne sono più motivate, più determinate e quando lavorano riescono a dare di più. Si alza il livello della prestazione.
Per me è un nuovo capitolo, per questo credo che a volte il mio grazie nei confronti delle ragazze non basti. Ma so che loro lo sanno. Voglio che tutte si sentano partecipi».

Demi Vollering taglia il traguardo di Piazza del Campo. «We did it» (ce l’abbiamo fatta), urlava
Demi Vollering taglia il traguardo di Piazza del Campo. «We did it» (ce l’abbiamo fatta), urlava

Addio 2024

E qui Demi Vollering parla anche, non senza un filo di emozione, della sua situazione mentale. Sostanzialmente dice di essere rifiorita, di aver trovato una nuova famiglia e racconta del suo 2024 travagliato.

«Non sapevo se lasciare la SD Worx o no. Se facevo bene o meno. Lo scorso anno non ero libera di testa, avevo sempre qualche problema. Rispetto all’anno scorso mi sento diversa. Mi sono sbloccata. In gara volevo fare certe cose e non mi venivano. C’erano problemi in squadra e questo aveva creato incertezze sul mio futuro. Però voglio dire una cosa – e sembra quasi volersi togliere un sassolino – posso dire di essere una persona leale».

Muzic-Labous, due amazzoni al fianco di Vollering

19.02.2025
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Non solo Vollering e Guazzini, nella FDJ-Suez che ingaggiando la campionessa olandese punta con decisione sul Tour de France ci sono anche Evita Muzic e Juliette Labous. Il general manager Stephen Delcourt si è detto certo che le sue tre leader collaboreranno per l’obiettivo comune e anche le dirette interessate sembrano in perfetta sintonia. La foto di apertura ritrae le tre leader della squadra francese sul podio della Vuelta Burgos 2022, vinta da Labous su Muzic e Vollering. Sono sempre state rivali, questa volta divideranno i gradi nella stessa squadra.

Abbiamo parlato con loro al via della stagione, cogliendo nelle loro parole l’entusiasmo per la nuova avventura (anche per Muzic che c’era già dal 2017, questo nuovo corso è una ventata d’aria fresca) e per la grandezza del progetto in cui sono state coinvolte.

Muzic che batte Vollering

Evita Muzic è francese e ha 25 anni. Nel 2020, quando ne aveva 21, vinse la tappa di Motta Montecorvino al Giro d’Italia Donne. Invece lo scorso anno ha staccato proprio Vollering sul traguardo di La Laguna Negra alla Vuelta.

«Una vittoria che mi ha dato grande fiducia – dice – e che mi ha fatto arrivare al Tour de France con obiettivi molto ambiziosi, per cui poi sono rimasta piuttosto delusa per il quarto posto. Ma quando ora mi guardo indietro, sono orgogliosa di quello che ho fatto. Sono stata per tutto l’anno leader della squadra e per me era la prima volta. Ho dovuto affrontare molta pressione e alla fine ho dato il massimo».

Vuelta 2024, Muzic vince la sesta tappa a Laguna Negra precedendo la leader Vollering
Vuelta 2024, Muzic vince la sesta tappa a Laguna Negra precedendo la leader Vollering

Gli onori di casa

Muzic si è ritrovata nei panni del leader mentre la squadra aspettava e sperava nel ritorno di Marta Cavalli. Con l’arrivo di Vollering, per la francese si prospetta un ruolo di minore esposizione, che potrebbe persino farle bene.

«Per me Demi è la benvenuta – sorride – abbiamo un buon rapporto e trovo sia bello avere una delle migliori atlete al mondo nella nostra squadra. Avere anche Juliette Labous ci spingerà tutti ai massimi livelli. Impareremo l’una dall’altra, ci aiuteremo a vicenda e correremo per la vittoria. Penso sia più facile avere Demi come compagna che come avversaria, questo mi permette di dire che andremo al Tour de France con l’obiettivo di centrare la maglia gialla. Quanto a me, mi accontenterei di vincere una tappa, che davvero mi manca».

Il 7 luglio 2022 Labous conquista il Passo Maniva del Giro Donne, dopo 100 chilometri di fuga
Il 7 luglio 2022 Labous conquista il Passo Maniva del Giro Donne, dopo 100 chilometri di fuga

Labous in risalita

Juliette Labous, campionessa di Francia, sorride e ci sarà da capire se dividere i gradi con due compagne sia quello che si aspettava o l’abbia scoperto durante la trattativa. Alla DSM era stata la giovane leader per i Giri, alla FDJ-Suez potrà puntare magari al Giro d’Italia, ma sul Tour grava l’ipoteca di Vollering.

«Ho inizato la stagione al UAE Tour – racconta Labous – e mi sono trovata bene, nonostante l’inverno sia stato abbastanza duro, perché mi sono ammalata spesso. Ho sentito che siamo una vera squadra perché abbiamo avuto alcune difficoltà, alcune cadute e qualche malattia, eppure siamo rimaste sempre unite. L’ho sentito anche nel modo di correre aggressivo ed è stato fantastico. Fisicamente per me, i primi due giorni sono andati bene, ma nella tappa di salita la cosa si è fatta più dura (a Jebel Hafeet ha chiuso a 2’11” da Longo Borghini, ndr). Il team però ha detto che non dubitano di me, che ho bisogno di calma per crescere e che abbiamo tutto il tempo necessario».

Con questa immagine sul sito della squadra, la FDJ-Suez lancia il 2025 delle sue tre leader
Con questa immagine sul sito della squadra, la FDJ-Suez lancia il 2025 delle sue tre leader

Seguire l’istinto

Dopo la dichiarazione di intenti degli sponsor, non c’è dubbio che per la squadra francese la chiamata al successo sia inevitabile, anche se non sembra che il management in questo momento stia attuando un particolare pressing sulle atlete.

«Abbiamo bisogno di essere unite – spiega Labous – e abbiamo lavorato su questo per tutto l’inverno. Penso che ci aiuterà a raggiungere grandi successi e non vedo l’ora di farlo. Per me sarà sicuramente diverso. Nei miei 8 anni con la DSM, all’inizio sono stata una giovane che poteva aiutare, poi sono diventata un po’ più leader e negli ultimi anni sono stata la leader solista. C’era molta pressione, per cui non vedevo l’ora di condividerla con altre leader. Voglio fare nuovi passi nella mia carriera, perché penso di aver fatto un sacco di top 5 e un sacco di top 10 e ora voglio solo vincere di più e aiutare la squadra a farlo. Penso di potermi divertire anche a seguire il mio istinto».

Delcourt e la FDJ-Suez: voglia di vincere e parole profonde

18.02.2025
6 min
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Quando la scorsa settimana FDJ ha accolto nella sua sede le atlete più rappresentative della FDJ-Suez per il lancio della stagione 2025, probabilmente tutti speravano ma non potevano essere certi che Demi Vollering avrebbe vinto al debutto la Setmana Valenciana. Invece l’olandese, staccando il primo giorno Anna Van der Breggen di cui aveva preso il posto tre anni fa alla guida della SD Worx, ha subito ribadito di essere sbarcata in Francia per vincere.

Stephen Delcourt non potrebbe essere più soddisfatto. Il general manager della squadra francese, con cui avevamo stabilito ottimi rapporti negli anni di Marta Cavalli alla FDJ-Suez, si è ritrovato di colpo nelle tasche il necessario per allestire uno squadrone e ora osserva quanto fatto e quanto invece si può ancora fare.

«Il 2025 per noi è una stagione speciale – dice – la numero 20 di questa squadra. La storia del team nasce da una grande passione, direi da un sogno e noi vogliamo portarla avanti allo stesso modo. L’abbiamo fondata nel 2006 con l’ambizione di sviluppare il ciclismo femminile e ora abbiamo la visibilità che pensiamo di meritare, anche se i nostri sponsor vogliono di più e hanno puntato su un progetto a lungo termine. Quando abbiamo composto l’organico di ragazze straordinarie per questa stagione, abbiamo messo nel mirino grandi corse come la Parigi-Roubaix o il Tour de France. Una grande squadra deve avere grandi obiettivi».

Stephen Delcourt, 39 anni, è il general manager della FDJ-Suez
Stephen Delcourt, 39 anni, è il general manager della FDJ-Suez
La scadenza del progetto per ora è il 2028.

Quello è il termine entro il quale ci piacerebbe aver vinto tutte le grandi gare del calendario. Abbiamo 18 ragazze, assieme a loro affronteremo un gruppo di rivali che si è molto rafforzato. Se guardiamo a cosa è successo lo scorso inverno nel ciclismo femminile, non possiamo che definirlo un momento emozionante. Ora in ogni squadra ci sono delle grandi leader. Al UAE Tour abbiamo visto quanto si sia rinforzata il UAE Team Adq con l’arrivo di Elisa Longo Borghini. La SD Worx sarà la solita grande avversaria, con il ritorno di Anna Van der Breggen. Ma non dimentichiamo l’organico della Canyon//Sram Crypto, che ha l’ultima vincitrice del Tour de France e ha preso la nostra Ludwig. Molte altre squadre stanno crescendo, come la Visma che ha preso Pauline Ferrand-Prevot.

Un momento di forte sviluppo per tutto il movimento?

La cosa più importante è che possiamo essere davvero felici per il ciclismo femminile. Ci sono molte squadre che possono recitare ad altissimo livello e noi siamo fiduciosi perché abbiamo costruito questa squadra con tre leader straordinarie come Muzic, Vollering e Labous e compagne di squadra altrettanto eccezionali.

Prima tappa alla Valenciana e Vollering vince a Gandia dopo il duello con Van der Breggen (foto di apertura)
Prima tappa alla Valenciana e Vollering vince a Gandia dopo il duello con Van der Breggen (foto di apertura)
Per il ciclismo femminile si annuncia una stagione più combattuta rispetto a quella maschile oppure credete di poter dominare il gruppo?

Non credo che saremo al livello di fare quel che accade da qualche tempo con Tadej Pogacar. Non mi piacerebbe essere una squadra killer che ammazza le corse, abbiamo grande rispetto per le altre, anche perché alcune hanno fatto la storia del ciclismo femminile. Di certo però sappiamo che ci saranno forti rivalità, che mi aspetto molto accese già da Omloop Het Nieuwsblad e Strade Bianche

Vollering, Labous e Muzic: quanto sarà complicato metterne d’accordo tre?

La prima cosa che abbiamo fatto, quando abbiamo deciso di contattare Juliette Labous e Demi Vollering, è stato parlare anche con Evita Muzic. Volevamo che fosse tutto chiaro, ma anche capire come possano stare insieme e completarsi. Dopo aver fatto tutti i nostri colloqui faccia a faccia, è stato facile immaginare che possano farlo. Prima di tutto perché sono donne straordinarie e poi perché abbiamo 18 corridori che saranno in grado di dare loro supporto e affiancarle. Quello che è successo in Australia lo dimostra. Abbiamo iniziato la stagione vincendo due corse con Ally Wollaston, dimostrando che siamo in grado di vincere le gare del WorldTour anche senza le tre leader.

Dopo aver vinto la Surf Coast Classic, seconda vittoria 2025 per FDJ-Suez con Ally Wollaston alla Cadel Evans Great Ocean Race
Dopo aver vinto la Surf Coast Classic, seconda vittoria 2025 per FDJ-Suez con Ally Wollaston alla Cadel Evans Great Ocean Race
Non ci sono soltanto loro, insomma…

Mi reputo davvero fortunato ad avere due atlete come Jade Wiel e Vittoria Guazzini che hanno accettato di estendere il loro contratto fino al 2028. Questo è il modo migliore per lavorare ed era il nostro obiettivo. Non ho fatto tutto da solo. Ne abbiamo ragionato con gli allenatori e con i direttori sportivi. Abbiamo un gruppo di lavoro con cui scambiamo idee e poi abbiamo iniziato a confrontarci con Evita, Juliette e Demi sin da novembre. Non volevamo decidere per loro.

Le squadre si sono rinforzate, i budget aumentano: l’obiettivo è arrivare al livello e il modo di correre degli uomini?

Tutti hanno voluto muoversi sul mercato e questo ha sicuramente creato sofferenza nei team più piccoli. Ci siamo rinforzati perché dopo un po’ tutti hanno deciso di contrastare lo strapotere della SD Worx. Ora ogni team ha un grande staff, sono rimasto colpito da come si è riattrezzata la UAE. E’ molto buono per il nostro sport. E’ facile immaginare che più o meno tutti abbiano avuto un aumento dei budget e questo ha permesso a di ingaggiare le grandi leader. Ora bisogna aspettare e vedere le prime gare, ma credo sia importante che le ragazze continuino a correre con l’istinto del combattente senza pensare alla televisione e senza aspettare le indicazioni via radio dei direttori sportivi. Se continuano così, non ho paura per il futuro.

Vittoria Guazzini, in azione al UAE Tour, ha esteso il suo contratto con la FDJ-Suez fino al 2028
Vittoria Guazzini, in azione al UAE Tour, ha esteso il suo contratto con la FDJ-Suez fino al 2028
Questa crescita dei team va di pari passo con la crescita delle organizzazioni oppure si rischia uno strappo?

E’ un argomento importante, anche sul fronte della sicurezza. Abbiamo bisogno che tutti siano della stessa dimensione. Se ci sono gli organizzatori e non i corridori, non c’è gara. Corridori senza organizzatori, non c’è gara. Per questo è importante sedersi allo stesso tavolo. Condividere tutto ciò di cui abbiamo bisogno per ottenere la massima visibilità. Condividere i problemi e gli sponsor, essere una cosa sola. Per questo dico che non mi piacerebbe ammazzare le gare e le altre squadre. Abbiamo bisogno di un ciclismo forte.

Anche se andiamo fuori tema, cosa pensi di quello che è accaduto fra gli uomini all’Etoile de Besseges?

Esempio giusto, non sono d’accordo su questa situazione e spingo davvero tutti gli attori del ciclismo a ragionarci sopra. A pensare insieme al futuro, perché se continuiamo così, nessuno vorrà più correre perché lo riterrà troppo pericoloso. E nessuno vorrà più organizzare gare, perché la pressione da fuori sta diventando troppo alta. Questo è il momento di parlare faccia a faccia e di prendere una decisione insieme.

Pensieri e parole di Vollering al debutto con la FDJ-Suez

12.02.2025
6 min
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Demi Vollering tornerà in gara domattina per la prima tappa della Setmana Ciclista Valenciana indossando una nuova maglia da quando nel 2021 lasciò la Parkhotel Valkenburg per approdare e successivamente sbocciare al Team SD Worx.

Per la campionessa olandese (immagine Instagram in apertura) che fa base da anni in Svizzera, il 2024 è stato un anno sicuramente positivo, tuttavia… ferito dalla sconfitta nelle due gare cui forse teneva di più. Se infatti nel computo delle vittorie rientrano la Vuelta, Itzulia Women, il Giro di Svizzera e la Vuelta a Burgos, i secondi posti al Tour de France e ancor di più il quinto ai mondiali di Zurigo restano come ferite ancora pruriginose.

La incontriamo virtualmente attraverso lo schermo di un computer nella conferenza stampa di vigilia della stagione alla FDJ-Suez, la ex squadra di Marta Cavalli, nata vent’anni fa per far crescere il ciclismo femminile e che ha di recente dichiarato senza mezzi termini di voler vincere il Tour de France. Per questo oltre a Vollering sono arrivati Juliette Labous e uno sponsor ambizioso come Specialized. Lei racconta, noi abbiamo la possibilità di riempirla di domande.

Come va con la nuova squadra?

Davvero bene. Ho fatto un’ottima preparazione invernale, mi sento già come in casa mia. Ovviamente all’inizio è stato spaventoso per me entrare a far parte di un nuovo team con così tante nuove persone intorno a me. Ma devo dire che i primi training camp sono stati davvero utili e ho scoperto che quelle facce nuove erano anche molto gentili. Qui alla FDJ-Suez ho trovato un’atmosfera molto rilassata, niente da dimostrare o qualcosa del genere. E’ davvero bello essere qui.

Il cambio di squadra ti ha ricordato il primo giorno in una nuova classe?

Il primo incontro fa sempre un po’ paura, ma per fortuna conoscevo già quasi tutti, come ci si conosce stando in gruppo. Appena ho firmato, ho cominciato a osservare tutto quello che facevano, proprio per farmi un’idea più precisa. Poi l’anno è finito e non c’è stato tanto da aspettare. Abbiamo degli ottimi sponsor, ho con me nuovamente Specialized e tutto è molto professionale.

Il precedente cambio di squadra c’era stato nel 2021. Quanto sei diversa come donna da allora?

Questa è una buona domanda. Ero ancora molto giovane e inesperta di questo sport, non sapevo molto, soprattutto parlando di tattica, ritrovandomi di colpo con compagne molto forti. In questi quattro anni, sono cresciuta tanto come donna. Penso anche di aver imparato a parlare molto meglio, perché prima ero molto timida. Sono cresciuta in tanti aspetti diversi. Ovviamente sono sempre la stessa Demi, ma ho imparato tanto e sono cresciuta per cui in parte sono davvero un’altra persona.

Vollering e Kung, ciascuno a suo modo un gigante. La FDJ-Suez e la Groupama-FDJ sono però entità distinte
Vollering e Kung, ciascuno a suo modo un gigante. La FDJ-Suez e la Groupama-FDJ sono però entità distinte
Dovrai condividere la leadership con Muzic e Labous, ma del resto sei abituata…

Certo. E’ sempre molto bello avere compagne di squadra così forti. Non solo Evita e Juliet, ma l’intera squadra è super forte. Penso che sia molto importante per tutte le gare cui puntiamo. Lavoriamo tutti molto duramente per raggiungere i nostri obiettivi e penso che tutti condividiamo la stessa passione e la stessa determinazione.

L’anno scorso il Tour ti è sfuggito per appena 4 secondi, sarà il tuo obiettivo principale per il 2025?

Il Tour de France è sempre stato un grande obiettivo per me e anche per la squadra, per cui sarà bello lavorare insieme per vincerlo. Ci saranno anche altri traguardi, anche se quello resta il bersaglio grosso.

C’è una grande differenza rispetto alle altre squadre in cui hai corso prima?

Molte persone pensano che far parte di una squadra francese significa dover parlare solo francese e lavorare in modo meno professionale. Per me in realtà è l’opposto. E’ davvero una bella squadra, pensano ad ogni dettaglio. Faccio un piccolo esempio. Quando eravamo al primo ritiro in Spagna, per tutto il tempo ho sentito il bisogno di cambiare qualcosa sulla mia bici, ma non sapevo cosa. Sono rimasta calma, ho continuato ad allenarmi e ho aspettato che il personale di Specialized tornasse per vedere cosa volessi modificare. Ho provato una sella diversa, ma non è cambiato molto. Allora mi hanno detto che forse avrei potuto provare un attacco manubrio più lungo, perché passando da Sram a Shimano, mi sentivo più corta rispetto al solito. Poteva essere una soluzione, ma ho pensato che non sarei riuscita a trovare un attacco più lungo lì in Spagna.

Demi Vollering ha vinto il Tour Femmes 2023, mentre è arrivata seconda nel 2024 per appena 4 secondi
Demi Vollering ha vinto il Tour Femmes 2023, mentre è arrivata seconda nel 2024 per appena 4 secondi
Invece?

Invece si sono presentati con un nuovo manubrio e una nuova bici e questo ha reso super facile testare le cose. Hanno caricato la mia vecchia bici sull’ammiraglia, in modo che potessi cambiare se non andava bene. Questi sono piccoli dettagli molto importanti per i corridori e dicono molto sulla squadra.

La scorsa stagione non è stata perfetta, hai cambiato qualcosa nell’approccio con questa?

Lavoro con un nuovo allenatore e già questo rende le cose diverse, anche se non penso di cambiare molto. Gli allenamenti sono un po’ diversi, ma alla fine la base è la stessa. Sei sempre su una bici e fai ore e lavori specifici. Di sicuro, questo inverno è stato molto più rilassato e calmo. L’anno scorso ho dovuto prendere tante decisioni e ricordo bene lo stress. Quest’anno invece ho potuto pensare soltanto ad allenarmi, per cui mi sento molto più pronta.

Che cosa intendi con le decisioni da prendere lo scorso inverno? Pensavi già di cambiare squadra?

Era una decisione importante che dovevo prendere ed è stata ovviamente molto difficile. L’anno prima era stato per me un tale successo che sarebbe stato molto difficile eguagliarlo nella stagione successiva. Per questo ho cominciato a pensare di cambiare squadra, ma volevo essere sicura di non sbagliare. Osservavo ogni piccolo dettaglio ed ero impegnata in molte conversazioni cercando di prendere però la decisione anche con il cuore. Volevo essere completamente sicura che fosse la migliore. Mi è costata tanto, ma credo sia stata ottima e spero che ne avremo conferma durante la stagione.

Demi Vollering è nata a Pijnacker, in Olanda, il 15 novembre 1996. E’ alta 1,72 per 57 chili (foto FDJ-Suez)
Demi Vollering è nata a Pijnacker, in Olanda, il 15 novembre 1996. E’ alta 1,72 per 57 chili (foto FDJ-Suez)
Molte persone non vedono l’ora di assistere alla battaglia tra voi e la SD Worx, tu cosa ti aspetti da Lotte Kopecky e Anna Van der Breggen, che era anche il tuo preparatore?

Prima di tutto, non la vedo come una battaglia tra le due squadre, penso che sia una sfida con tutte le altre squadre del gruppo. Penso che molte si faranno avanti con corridori forti e questa è una buona presentazione per la prossima stagione. Avremo atlete forti in quasi tutte le squadre. Ma ci tengo a dire che non voglio vendicarmi della SD Worx o qualcosa del genere, perché l’ho lasciata con buoni sentimenti. Ovviamente vogliamo batterli, ma questa è un’altra cosa.

Pensi davvero che Lotte Kopecky possa diventare una rivale per i Grandi Giri?

Penso che Lotte abbia dimostrato di poter essere già molto forte in salita. Sono molto curiosa di sapere come si preparerà e come starà, ovviamente, in gara. Non ho dubbi però che possa essere una grande rivale per la vittoria assoluta del Tour.

Shimano, partnership rinnovata (fino al 2026) con la FDJ-Suez

05.02.2025
3 min
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Nel panorama estremamente dinamico ed in crescita del ciclismo su strada, dove cambiamenti e innovazioni sono all’ordine del giorno, Shimano conferma il proprio impegno prolungando la partnership con il team UCI Women’s WorldTour FDJ-Suez. Già partner tecnico ufficiale dal 2023, Shimano continuerà così a supportare la squadra francese fino al 2026, con un contratto estendibile per altri due anni.

Le atlete della FDJ-Suez pedaleranno con il gruppo Shimano Dura Ace Di2
Le atlete della FDJ-Suez pedaleranno con il gruppo Shimano Dura Ace Di2

L’azienda giapponese fornirà al team i suoi prodotti più avanzati, tra cui il sistema Dura Ace Di2, garantendo prestazioni di cambiata e frenata di livello superiore. Questo supporto tecnologico è fondamentale per sostenere il calendario agonistico del team FDJ-Suez. Così da assicurare alle atlete un vantaggio competitivo nelle competizioni di alto livello. FDJ-Suez si presenta al “via” della nuova stagione con un “roster” di atlete di assoluto valore. Brillano Demi Vollering, vincitrice del Tour de France Femmes avec Zwift 2023, e Juliette Labous, campionessa nazionale francese. Accanto a loro, cicliste del calibro di Elise Chabbey e Ally Wollaston contribuiranno a rendere il team ancora più competitivo. Dopo un 2024 che ha portato 13 vittorie, inclusi due titoli nazionali, le aspettative per il 2025 sono davvero altissime.

«In un momento di significativi cambiamenti nelle sponsorizzazioni – ha dichiarato Stephen Delcourt, il Direttore Generale di FDJ-Suez – era per noi cruciale preservare questa partnership. Shimano non è solo un riferimento tecnico, ma anche un alleato a lungo termine che condivide i nostri valori di innovazione e prestazioni».

Il ciclismo femminile

«Il Women’s WorldTour – ha sottolineato Yuzo Shimano, Senior Executive Officer di Shimano – rappresenta una nuova era, caratterizzata da competizione tattica e un pubblico in espansione. Shimano vuole ispirare le nuove generazioni di cicliste. Per questo la collaborazione con FDJ-Suez riflette perfettamente ed in modo molto chiaro il nostro impegno per questo sport».

Fondata nel 2006, FDJ-Suez è diventata una delle squadre più vincenti del ciclismo femminile. Vanta 75 vittorie e in generale successi in gare prestigiose come il Giro, la Vuelta e Classiche Monumento. Shimano, dal canto suo, sviluppa dal 1921 componenti di altissima qualità per il ciclismo. Grazie a oltre un secolo di esperienza, l’azienda giapponese con quartier generale a Osaka si conferma un punto di riferimento nel settore. Il suo contributo non è solo rivolto alle vittorie degli atleti, ma anche a garantire esperienze ciclistiche uniche per gli appassionati di tutto il mondo. 

Shimano

Il 2025 della Kopecky. Partenza “lenta” e grandi obiettivi

25.01.2025
5 min
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Inutile girarci intorno: quello che attende Lotte Kopecky è un anno importante. Portando in giro quella maglia iridata che veste da quasi un anno e mezzo, la belga si prepara a una stagione intrigante e delicata che dovrà dire se sta davvero cambiando pelle. Nel consueto appuntamento con la stampa prima del via ufficiale, l’iridata ci tiene a mettere alcune cose in chiaro.

Lo fa partendo dalla coabitazione con la campionessa europea Lorena Wiebes, dalle caratteristiche tecniche anche abbastanza simili alle sue a differenza di quanto avveniva con la Vollering. Una coabitazione difficile in seno alla SD Worx? La campionessa di Rumst non è di questo parere.

Con la Wiebes c’è buon feeling. Le due verranno gestite attraverso obiettivi diversi
Con la Wiebes c’è buon feeling. Le due verranno gestite attraverso obiettivi diversi

«Abbiamo obiettivi diversi e anche se guardiamo all’anno scorso potete notare che è andato tutto abbastanza liscio tra noi due, quindi non vedo alcun problema in questo. Ognuna ha i suoi target e finché sappiamo l’uno dall’altro cosa vogliamo, penso che difficoltà non ce ne siano».

Ora ritroverai Demi Vollering come avversaria e non più come compagna di squadra, non averla più nel team quanto cambia come tattiche e gestione delle corse?

Sì, sarà tutto diverso. Ma penso che sia importante concentrarsi solo su noi stessi, sul nostro gruppo, su come lavorare. Non dovremo concentrarci troppo su di lei, sarà un’avversaria come un’altra.

La Kopecky insieme alla Vollering, seconda e prima al Tour 2023. Ora sono fiere avversarie
La Kopecky insieme alla Vollering, seconda e prima al Tour 2023. Ora sono fiere avversarie
Hai sfiorato la vittoria finale al Tour e al Giro, ti ritieni una ciclista da grandi corse a tappe o restano le classiche il tuo target?

Mi piacciono le classiche, questo è sicuro. E’ vero, ho chiuso due volte al secondo posto in un grande giro senza una preparazione specifica, senza una predisposizione, questo vale molto. Ma io resto la Lotte di sempre, che va a caccia di ogni traguardo e cerca di cogliere ogni occasione. Qui siamo tutti curiosi di sapere quanto lontano possiamo arrivare se ci proviamo. Quindi è chiaro che anche una maglia in un grande giro diventa un obiettivo.

Non hai paura che per migliorare in salita possa perdere qualcosa della tua esplosività allo sprint?

Beh, dipende da come ci alleniamo. Certo. Penso di essere riuscita a gestirlo abbastanza bene per mantenere l’equilibrio di quei componenti tra essere esplosivi e arrampicarsi bene, è come una bilancia e magari quest’anno penderà un po’ di più dalla parte della salita piuttosto che dello sprint. Ma le caratteristiche non cambiano, resto una delle più esplosive e quindi non vedo alcun problema in questo.

Ma hai cambiato qualcosa nella tua preparazione quest’anno?

Sì, dopo l’anno scorso così lungo e stressante ho avuto molto più riposo rispetto all’anno prima e abbiamo anche optato per una preparazione più facile verso la stagione che sta arrivando.

La Kopecky in allenamento. Nel 2024 ha corso per 48 giorni con 17 vittorie
La Kopecky in allenamento. Nel 2024 ha corso per 48 giorni con 17 vittorie
In questo e nel prossimo anno, prima dell’inizio delle qualificazioni olimpiche, la pista rimane nel tuo programma?

Credo di sì, anche se è un anno un po’ complicato. Per ora ci sono solo gli europei e una prova di Coppa delle Nazioni, a cui non correrò perché non si adatta al mio calendario. Per quanto riguarda i campionati del mondo alla fine dell’anno, ci sono ancora dei dubbi sul farli o non farli, ma per conto mio a un mondiale non direi mai di no.

Hai vinto tantissimo negli ultimi tre anni, qual è la corsa che vincendola ti farebbe sentire una ciclista completa?

La risposta è forse il Tour, ma forse solo per quanto questo tipo di corsa è lontana dalle mie caratteristiche di base.

Le classiche restano un obiettivo primario. Qui la vittoria in solitaria al Fiandre 2023
Le classiche restano un obiettivo primario. Qui la vittoria in solitaria al Fiandre 2023
Il tuo programma com’è strutturato?

Rispetto al passato ci saranno alcuni cambiamenti. Come dicevo, ho preso l’approccio in maniera molto più comoda, quindi inizieremo un po’ più tardi, ma partiremo subito forte con una novità come la Milano-Sanremo. La stagione sembrerà diversa dall’anno scorso e cercheremo di affrontarla anche in modo diverso rispetto a prima. Era già nei piani iniziare da lì per avere una preparazione più mirata e tranquilla. Avevo anche bisogno di staccare un po’ per via di problemi al ginocchio retaggio dell’ultima stagione.

I mondiali in Rwanda, visto che sono una corsa per scalatori, come li vedi?

Penso che il campionato del mondo sarà davvero duro. Voglio dire, questo è quello che ho sentito dire sul percorso. Ma ovviamente devo vederlo di persona per giudicare. Ma sono campionessa del mondo, è anche un dovere per me esserci. Cercherò di farlo al meglio.

Per la belga la pista resta un grande amore. Vuole essere presente ai mondiali di fine stagione
Per la belga la pista resta un grande amore. Vuole essere presente ai mondiali di fine stagione
Qual è la situazione del ciclismo femminile belga, Kopecky a parte?

Non siamo così grandi, questo è chiaro rispetto ad altri movimenti come Olanda o Italia, ma voglio dire, stiamo diventando più forti. Ci sono atlete che stanno crescendo a vista d’occhio, come la De Wilde ancora U23, o la Ghekiere. E poi ci sono alcune giovani, ne escono fuori ogni anno. Questa è la cosa più importante, continuiamo a crescere. Quindi forse non sarà questo o l’anno prossimo o l’anno dopo ancora, ma sono abbastanza sicura che in futuro avremo una nazionale davvero buona, Kopecky a parte…

Ma senti di essere un esempio trascinante per le altre?

Sì e questo è davvero importante. A volte non mi rendo conto di quanto mi ammirano o di quante cose loro vogliono imparare in realtà. Ma ci provo. Cerco di dare il buon esempio e questo è qualcosa che conta. Anche più di tante vittorie, se puoi lasciare qualcosa per il domani.