Come emergere in un team WorldTour? Sentite Zanini…

07.02.2023
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Le parole di Tiberi dall’Australia sembra abbiano dato una scossa al movimento italiano, reduce da una settimana ricca di squilli, da Milan a Ciccone, da Velasco a Consonni. E’ forse presto per dire se saremo più protagonisti in giro per il mondo di quanto sia avvenuto nella passata stagione, ma certamente al di là delle vittorie si vede una forte voglia di emergere, dai più giovani come dai più esperti. C’è voglia di protagonismo ed era questo che si chiedeva, ma come si mette in pratica in team WorldTour ricchissimi di talenti?

Tiberi ha messo in evidenza il tema dei giovani italiani alla ricerca di spazio nei team WorldTour
Tiberi ha messo in evidenza il tema dei giovani italiani alla ricerca di spazio nei team WorldTour

Il frosinate era stato chiaro: «Il ruolo devi guadagnartelo, ma questo non avviene solo in corsa. E’ un processo che dura tutto l’anno, bisogna darsi da fare anche in ritiro, pedalando ma anche fuori dalle corse. Bisogna far vedere di esserci, di avere quella fame necessaria per emergere. Bisogna guadagnarsi la fiducia degli altri, dirigenti come compagni di squadra, dimostrare sempre quel che si vale e soprattutto quel che si vuol fare».

Abbiamo chiesto a Stefano Zanini, diesse dell’Astana e capace da corridore di vincere Amstel, Parigi-Bruxelles e tappe al Giro e al Tour se le strade per il protagonismo sono davvero quelle.

«Bisogna saper miscelare atteggiamento propositivo e umiltà – dice – da parte di chi viene da squadre juniores e Development. Bisogna entrare in punta di piedi, ascoltare ciò che i diesse dicono, guadagnarsi poco a poco la fiducia sul campo. E’ fondamentale anche vivere le esperienze precedenti, nel team Devo in particolare, con lo spirito giusto, per emergere, ma anche per imparare».

Zanini ha avuto una carriera lunga 17 anni con 29 vittorie. Qui il trionfo all’Amstel del ’96
Zanini ha avuto una carriera lunga 17 anni con 29 vittorie. Qui il trionfo all’Amstel del ’96
Quanto conta il carattere per diventare leader?

E’ fondamentale, ma bisogna intendersi bene su che cosa intendiamo per carattere. La troppa esuberanza non va bene. Al pari della troppa timidezza. Bisogna saper ascoltare i più anziani e dall’altra parte saper trasmettere ai più giovani. Saper condividere i momenti cruciali, far capire a chi è nuovo come e quando muoversi. Si cresce lentamente pensando sempre al bene della squadra, lavorando magari perché vinca un altro del proprio team.

Era così anche ai tuoi tempi?

Certamente, è sempre stato così. C’è un punto che è focale: prima o poi l’occasione capita, se la cogli facendo ciò che la squadra dice, sali di livello e presto diventi una “punta”. Ti sei guadagnato la fiducia, gli altri sanno che se corrono per te, ci sono buone possibilità che si arrivi al risultato. E’ vero che poi ogni team ha le sue direttive, ma questo vale un po’ dappertutto.

Lorenzo Milesi, qui nella crono dei mondiali 2022. La Dsm conta su di lui, dopo averlo fatto passare dal team Devo
Lorenzo Milesi, qui nella crono dei mondiali 2022. La Dsm conta su di lui, dopo averlo fatto passare dal team Devo
Molti appassionati hanno però la sensazione che i team WorldTour tendano a privilegiare i corridori di casa…

Non credo ci sia questa tendenza, si guarda chi è più in forma, chi è davvero in grado di garantire il risultato. Poi dipende da tante cose: è chiaro che ad esempio da noi se vince Lutsenko ha un altro ritorno mediatico per gli sponsor, ma quel che conta è che qualcuno vinca, chiunque sia…

Tu sei partito gregario per poi vincere grandi corse. Il tuo esempio è valido ancora oggi?

Penso proprio di sì. Io ho iniziato che tiravo le volate ad Allocchio e Fontanelli – racconta Zanini – l’ho fatto per 4 anni, ma intanto cercavo spazio nelle fughe quando capitava l’occasione. Alla Gewiss ero sia candidato alla vittoria nelle corse che più mi si addicevano, sia ultimo uomo per le volate di Minali. Lo stesso dicasi alla Mapei, ed era una squadra con tanti campioni, ma anche allora l’occasione capitava sempre. Alla fine ho avuto una carriera lunga e devo dire piena di soddisfazioni.

Battistella è già stato protagonista in Spagna. Zanini conta molto sulla sua crescita
Battistella è già stato protagonista in Spagna. Zanini conta molto sulla sua crescita
Era più facile o più difficile allora?

Il principio di base non è cambiato, ci sono grandi campioni oggi come ce n’erano allora. E’ una ruota che gira, verrà di sicuro la gara che si metterà in un certo modo e dovrai farti trovare pronto, cogliere l’opportunità. Un buon leader è anche quello che si mette a disposizione per la squadra, lavorando perché vinca un compagno che magari alla vigilia aveva un altro ruolo. Il team funziona se tutti sono abbastanza duttili, se sanno fare squadra dentro e fuori dalla corsa. Il ciclismo in questo senso è un perfetto esempio di vita.