Un giro con Bartoli nel motore (potente) di Tiberi

23.11.2023
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Quando dal primo giugno si decise che Antonio Tiberi avrebbe corso con la Bahrain Victorious, fu anche stabilito che della sua preparazione si sarebbe occupato Michele Bartoli. Non è mai facile subentrare alla guida di un corridore che nelle ultime due stagioni ha lavorato nella stessa direzione, per cui il toscano si limitò a osservare, capire e portare piccoli correttivi, seguendo la logica che a breve ci spiegherà.

Di Tiberi si parla come di uno degli italiani potenzialmente più adatti ai grandi Giri e per questo Luca Guercilena si è mangiato le mani quando il laziale è andato via. Lo aveva pescato dopo un solo anno fra gli under 23 e per lui aveva impostato una crescita graduale, interrotta sul più bello e passata fra le mani del team di Miholjevic.

«In qualche misura – spiega Bartoli – il fatto che Antonio sia stato cresciuto in modo così graduale potrebbe rivelarsi una fortuna. Si allenava con una metodologia non sbagliata, ma leggera, quasi da categorie giovanili. Ora invece è entrato in una dimensione a tutti gli effetti professionistica ed è pronto per fare tutto al 100 per cento. Quando prendi un atleta, valuti anche il suo storico per avere un’idea su come partire. A lui soprattutto serviva un grande Giro che non aveva ancora fatto. Dopo una Vuelta così, anche fisicamente sei pronto a tutto».

Michele Bartoli
Michele Bartoli, 54 anni, è uno dei preparatori del Team Bahrain Victorious
Michele Bartoli
Michele Bartoli, 54 anni, è uno dei preparatori del Team Bahrain Victorious
E’ difficile prendere un corridore a stagione già iniziata?

Il vero rischio, la difficoltà è che i feedback che ricevi potrebbero condizionarti l’anno dopo. Se prendi un atleta che ha comunque lavorato in una direzione, anche se utilizzi una metodologia diversa, quella non la cancelli. Puoi intervenire, correggerlo se ha sbagliato, però il flusso di quello che ha fatto rimane. Quindi il tuo lavoro non lo valorizzi al 100 per cento e il rischio è che lui perda fiducia. Perciò devi fargli capire che tutto quello che state per fare potrebbe non dare risultati immediati, ma se lo ritroverà l’anno dopo. Il difficile è non fargli perdere la fiducia nel nuovo metodo. Il pregresso non lo cancelli, invece a fine stagione fai un mese di riposo e poi riparti da zero.

Quindi con Antonio non hai introdotto grosse variazioni oppure c’è stato un cambio di registro?

Ho cambiato registro, studiando quello che aveva fatto. Io sono un preparatore, ho le mie idee e magari proviamo a inserirle pian piano.

Su cosa sei intervenuto?

Quantità, qualità e la dedizione. Secondo me Antonio è un ragazzo di assoluta prospettiva, ma ha bisogno di crescere uniformemente sotto tutti gli aspetti, come quando si sale di categoria, anche nell’approccio al lavoro. Ho notato che faceva dei volumi inferiori rispetto al suo essere professionista, non so se per consiglio o se perché nella sua testa gli andava così.

La sua stagione è ripresa dalla Svizzera, in maglia Bahrain. Qui la crono al Tour de Suisse
La sua stagione è ripresa dalla Svizzera, in maglia Bahrain. Qui la crono al Tour de Suisse
Perché secondo te?

Sul passato non mi piace neanche fare troppe domande, perché non mi piace entrare nel lavoro che hanno fatto gli altri. Però faccio una considerazione: ai giovani si chiede tutto subito. E proprio per questo averlo fatto crescere per gradi, va bene. Non si può sempre fare riferimento a Pogacar e Remco, perché sono due su migliaia di atleti. Il confronto è pericoloso perché quel livello è impossibile da trovare per gli altri. Oppure lo trovano, ma si bruciano. Comunque sia a 21-23 anni oggettivamente non hai le stesse qualità atletiche che puoi avere a 26-28. Quindi perché sacrificarlo all’estremo a quell’età, se già sai che non può darti il 100 per cento? Allora è meglio farlo maturare con calma. 

In base a cosa Tiberi è un corridore di grandi prospettive?

Fisicamente, senza dubbio. Ha un motore importante. E poi mentalmente è uno che non si fa problemi di niente. Questo potrebbe essere un pro e un contro. E’ un ragazzo molto deciso, quando ti risponde non lo fa mai a mezza bocca. E’ segno di una determinazione che a lungo andare è importante.

Tiberi ha appena iniziato il primo inverno sotto la tua regia, in che modo lavorerà?

I primi 15 giorni sono stati una fase di attivazione, in cui si rimette tutto in moto. Subito dopo inizieremo con uno specifico per indirizzare il fisico. E chiaro che non parliamo di un vero e proprio allenamento come quello che farà fra tre settimane, comunque se gli dai una direzione e gli stimoli giusti, la risposta che avrai nelle settimane successive sarà migliore. Inutile fare cose che non portano vantaggi, meglio preparare l’organismo per quando andrai ad allenare certe qualità in modo più sostanzioso.

Tiberi ha ripreso ad allenarsi in modo blando da una decina di giorni: salite al medio e nessun fuori giri
Tiberi ha ripreso ad allenarsi in modo blando da una decina di giorni: salite al medio e nessun fuori giri
Antonio è uno preciso che segue tutto e poi carica il lavoro sulla piattaforma?

E’ molto preciso, ma su questo vorrei fare una riflessione. Secondo me l’allenatore non può essere troppo autoritario come invece è necessario per altre figure della squadra. L’allenatore deve essere anche un confidente, un collaboratore. Se è troppo rigido, il rischio è che il corridore si chiuda a riccio e la collaborazione non funziona più. L’ho visto negli anni. E’ capitato che quando un atleta fa ripetutamente lo stesso errore, la tentazione sia quella di mandarlo a quel paese. Ma se gli dici le cose in modo troppo rigido, non ottieni nulla. Devi mettergli davanti il fatto compiuto, fargli vedere l’errore, però non serve a nulla scontrarti, perché poi non ti crede più e magari chiede di cambiare allenatore. E’ chiaro che un giovane come Antonio commetta degli errori, tutti li fanno. E allora bisogna fargli capire le cose nel modo giusto e lui è uno che ascolta.

Nel suo inverno ci sarà anche palestra?

Da qualche anno si fanno tutti i giorni gli esercizi di core. Poi ci sarà da fare uno specifico un pochino più intenso, che richiederà 2-3 sedute alla settimana. In più, Antonio continua a nuotare. Gli piace, non è un lavoro inserito in qualche programma, lo fa occasionalmente.

Con Tiberi si farà una preparazione mirata a obiettivi specifici?

Vedendolo e studiandolo in gara e negli allenamenti, dato che è forte a cronometro e in salita, pensi subito ai grandi Giri. Però è anche un corridore rapido. E’ vero che oggi i corridori da Giri vincono anche le classiche, ma in assoluto nell’impostare il lavoro si cerca di privilegiare quello in cui la squadra crede di più. Non so se sarà il suo caso, perché ancora i programmi non sono stati fatti, però se dovesse fare il Giro d’Italia si dovrà impostare il lavoro già dall’inverno. E se prima dovrà fare la Liegi, ci saranno piccoli aspetti da aggiustare.

Il miglior risultato di Tiberi alla Vuelta è stato il 7° posto a Guadarrama, 20ª tappa della corsa
Il miglior risultato di Tiberi alla Vuelta è stato il 7° posto a Guadarrama, 20ª tappa della corsa
Come va sulle salite lunghe ?

Molto bene, per quello che si è visto alla Vuelta. E’ salito di livello con il passare dei giorni e il suo gruppetto di appartenenza si assottigliava sempre di più. Mi viene in mente la tappa dell’Angliru. Una salita di tanti minuti, dura, immensa. Quel giorno ha fatto una tappa veramente bella (Tiberi si è piazzato 18° a 4’10” da Roglic, ndr), che per giunta era a fine Vuelta. Ha davvero un bel recupero.

Come lo alleni? Riesci a seguirlo di persona?

Sì, perché viene spesso in Toscana. Avendoci corso da junior, ha degli amici da cui a volte si ferma. Credo venga anche questa settimana. E poi partirà per il ritiro e qualche giorno ci andrò anche io. Sono contento che lo abbiate trovato cresciuto, siamo facendo un bel lavoro.