Cima Grappa incorona Tesfatsion, ma Zana va in maglia

05.06.2022
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Zana parte lungo. Sul Monte Grappa ci sono nuvole che vanno e vengono, nascondendo il sole e scoprendolo di colpo. Il vicentino della Bardiani-Csf-Faizanè vuole dimenticare il secondo posto di ieri alle spalle di Scaroni e ha messo tutta la squadra a tirare. Prima Zoccarato, poi Covili. I ragazzi di Reverberi impongono un bel ritmo e non ottengono cambi. Quando Zana parte, Amadio, fermo sulla destra della strada nella polo azzurra, dice che è troppo presto. Filippo lo sa, ma sa anche che Tesfatsion è più veloce. L’anticipo però non dà i risultati sperati: il Grappa diventa terra di conquista dell’Eritrea, in una sorta di insolito contrappasso storico. Zana è ancora secondo.

«Sono uscito bene dal Giro – dice il corridore riccio della Drone Hopper-Androni – dove il livello era alto per il ritmo e gli avversari. Sono caduto malamente, ma per fortuna va tutto bene. Alla fine è stato un buon allenamento, perché ora ho gambe molto forti. Ieri ho parlato con il mio direttore sportivo e gli ho detto: “Sto bene, domani vinco”. E oggi ho vinto. Sono molto felice».

Il volo del Block Haus

Natalino è uscito bene dal Giro, corso con la solita verve anarchica. Per cui se i direttori gli dicevano di stare buono, lui attaccava. Non doveva muoversi nel giorno del Block Haus, ad esempio, eppure è partito all’attacco e in quel volo spaventoso in discesa ha rischiato la pelle. Dal Giro se ne è andato il giorno di Aprica, ma appena le ferite hanno smesso di fargli male, s’è preso il secondo posto all’Appennino e oggi la tappa.

«Avevo fiducia di vincere lo sprint – racconta ancora dopo aver posato per foto e stretto mani a un gruppo di tifosi africani con la bandiera eritrea – per questo ho detto a Cepeda di tirare. Conoscevo i corridori nel gruppetto, pensavo che Zana fosse più veloce, ma l’ho battuto».

Tesfatsion ha 23 anni e quest’anno aveva già vinto il Tour of Rwanda
Tesfatsion ha 23 anni e quest’anno aveva già vinto il Tour of Rwanda

Condizione ritrovata

Zana non sa se mangiarsi le mani o rallegrarsi per la maglia di leader, che non sarà facile da difendere ma è pur sempre un passo avanti. Fortunato, vincitore quassù lo scorso anno, è caduto ieri e solo partire oggi è stato un atto eroico. Non riusciva nemmeno a frenare, poi con i chilometri la situazione è un po’ migliorata. Scaroni invece si è staccato in preda ai crampi a 4 chilometri dall’arrivo. Quando non corri per due mesi e ricominci di botto, soprattutto se è caldo e l’arrivo è in cima al Monte Grappa, un crampo in fondo è il minimo che possa capitarti.

«La squadra ha fatto un lavoro supersonico – dice Zana – devo ringraziarli. Speravo di ripagarli con la vittoria, ma sapevo che Tesfatsion era più veloce. Per questo sono partito lungo. Ho provato a prendergli un paio di metri, ma mi ha chiuso subito. In fondo sono uscito bene dal Giro. E’ tutto l’anno che cercavo questa condizione e finora non l’avevo mai trovata. Adesso mi sembra di essere tornato alle sensazioni dello scorso anno e magari nelle tre tappe che restano proverò a dare soddisfazione alla squadra».

Fratelli d’Africa

Natalino detesta la ribalta o così almeno sembra. Grazie alle vittorie di Biniam Girmay, sull’Eritrea si sono accesi riflettori potenti. E così, dopo aver finito di salutare i suoi tifosi venuti per lui sul Monte, torna a raccontarsi.

«In Eritrea – dice Tesfatsion in inglese – ci sono tanti corridori forti, anche meglio di me. Forse dopo le nostre vittorie, qualcosa cambierà, magari le squadre verranno a cercarli e per l’Eritrea e per l’Africa si apriranno prospettive interessanti. Non conosco quelle persone – dice ammiccando ai tifosi che se ne vanno sventolando la bandiera del suo Paese – neanche pensavo che ci fossero degli eritrei quassù. Fra noi è come essere una grande famiglia. Chiunque abbia quella bandiera potrebbe essere mio padre o mio fratello. E spero già da domani di dargli altre soddisfazioni. Domani a Brisighella è una tappa che mi piace molto».

Restano gli alpini

E poi si incammina assieme a Zana verso il Sacrario Militare di Cima Grappa, mentre la gente inizia a defluire e la montagna si riappropria del suo silenzio. Un’altra tappa è in archivio, il Food Program previsto dall’organizzazione oggi ha servito risotto al formaggio Piave Stravecchio, salumi e vini di due cantine, fra cui quella di Flavio Vanzella. Domani la corsa lascerà il Veneto e si sposterà in Emilia Romagna, con Zana in maglia di leader. Un ultimo sguardo alle penne degli alpini che rimarranno quassù per custodire uno dei luoghi più struggenti dell’arco alpino, che conserva i resti di oltre 12 mila soldati italiani e oltre 10 mila austro-ungarici, e anche noi prendiamo la via di Bassano. Il mondo là in basso sembra davvero lontano e silenzioso.