Zardini al Giro, tester d’eccezione dei nuovi occhiali Salice

11.05.2022
5 min
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Chiacchiere da Giro e giorno di riposo. Sbirciando fra i camion, ti accorgi di tutto ciò che di nuovo passa fra le mani dei corridori. E se in casa UAE Emirates ci sono delle strane ruote in cerca di conferme, alla Drone Hopper-Androni c’è la novità dichiarata degli occhiali Salice 026 che la squadra sta provando proprio dal Giro.

Colori e forma

I ragazzi sono appena rientrati dall’allenamento e hanno anche preso qualche goccia d’acqua. Per questo gli occhiali di Zardini sono puntinati dall’acqua, evidente conseguenza del trattamento superficiale delle lenti, per impedire che in caso di pioggia… vera, la visibilità risulti compromessa. Lui si accorge che lo osserviamo, fa un sorriso e racconta.

La Drone Hopper-Androni ha ricevuto gli occhiali 026 al Giro, come test per l’anno che verrà
La Drone Hopper-Androni ha ricevuto gli occhiali 026 al Giro, come test per l’anno che verrà

«La prima cosa che si nota quando te li danno – dice – è la colorazione. Poi se osservi meglio, vedi che hanno la lente più grande del modello precedente e soprattutto non hanno disegno a mascherina. Il risultato più immediato è che ti riparano un po’ di più e la visuale mi sembra molto buona. Anche la leggerezza, non li senti».

Meno aria negli occhi

Aste, attacchi e porta nasello sono stampati in Grilamid, leggero e resistente. Terminali e nasello sono prodotti in Megol, materiale anti scivolamento e “antiscalzamento”. La calzata, come conferma Zardini, è confortevole. Il disegno della lente, con la sagomatura sia in basso sia in alto, orienta bene il flusso dell’aria, evitando gli appannamenti.

«Ho già testato che mi entra meno aria da sotto – conferma il corridore di Peschiera del Garda – e infatti mi gocciolano meno gli occhi. Proprio zero. La superficie della lente è più ampia, entra meno aria e non senti che poggiano sugli zigomi, sono leggeri. Sono perfetti. In realtà, non si appannavano neanche gli altri (con Zardini avevamo già parlato delle sue sensazioni con il modello precedente, in questo caso lo step è ulteriore, ndr), ma con questi sarà per la visibilità superiore, mi trovo meglio».

Lenti intercambiabili

La mancanza della montatura nella parte bassa è uno dei punti più ricercati dai corridori. Si tratta ovviamente di valutazioni soggettive, ma l’esperienza personale dice che pedalare vedendo una striscia netta nella parte bassa del campo visivo può infastidire

«Manca della montatura – conferma Zardini – c’è solo ai lati e sul nasello. A me in basso dà fastidio, gli occhiali tutti a mascherina infatti non riesco a portarli. Soprattutto sotto. E poi il fatto di non avere la montatura tutto intorno rende più facile cambiare la lente. Questa – dice sfilando l’occhiale – è quella che va bene per tutto. Poi c’è quella chiara da pioggia o per quando non ci si vede. E poi c’è quella fotocromatica».

Edoardo Zardini, 32 anni da Peschiera del Garda, è pro’ dal 2013
Edoardo Zardini, 32 anni da Peschiera del Garda, è pro’ dal 2013

Lenti specchiate e trattate

L’occhiale 026, si legge infatti nella scheda prodotto Salice, monta lenti facilmente intercambiabili in policarbonato specchiate, con protezione UV400 nm ad alto contrasto per garantire un maggior senso di profondità e avere di conseguenza reazioni più veloci. La lente è antigraffio e, come abbiamo notato in precedenza, riceve il trattamento Idro che far scivolare via acqua, polvere e sporco.

L’occhiale è in vendita in 9 colorazioni (con il bianco in combinazione con blu, nero, rosso, viola e il lime con nero e blu e il nero con rosso e all black), con un astuccio in cui è contenuta una seconda lente arancio. La particolarità è anche nella doppia versione, small e normale. La prima (145,5 mm di larghezza e 53,3 mm in altezza massima) è disegnata per i visi più minuti, la seconda per visi più grandi e di conseguenza è più ampia (152,7 mm di sviluppo in larghezza e 60,0 mm in altezza).