Arzuffi punta tutto sulla strada: «Più chilometri e più salite»

21.03.2023
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Come molte sue colleghe, Alice Maria Arzuffi sta virando nettamente sulla strada. La lombarda è stata una delle (tante) atlete fuoriuscite da quella fucina di campionesse che era la Valcar Travel & Service ed è approdata alla Ceratizit-Wnt.

Arzuffi è stata e resta un’ottima ciclocrossista, ma a quanto pare con il livello che cresce anche tra le donne, c’è meno spazio per fare entrambe le specialità ad alto livello.

Alice hai nelle gambe già nove giorni di corsa, tra cui una gara a tappe. Senza contare che hai fatto anche un po’ di cross: ti sei riposata poco dunque questo inverno?

Eh sì, ho già fatto abbastanza. Però quest’anno non ho fatto la stagione di cross intera. Anzi, ho fatto solo tre gare. Ho preso parte giusto all’italiano e ad altre due per prepararlo, ma sempre in Italia. Pertanto non è stato affatto dispendioso.

Una preparazione mirata alla strada, dunque?

Esatto, la preparazione in questo inverno è stata fatta principalmente per la strada. Non ho fatto alcun allenamento per il cross. Quelle tre gare le ho prese proprio come divertimento e per fare un pizzico di ritmo.

E senti la differenza in corsa?

Sì. Sono contenta perché comunque sono già ad un punto migliore rispetto all’anno scorso di questo periodo. Ho fatto un bel periodo di riposo durante l’inverno, proprio per concentrarmi solo sulla strada. Adesso andrò avanti con la preparazione sempre in questa direzione, per cercare di performare al meglio nei mesi di maggio, giugno e luglio. Sono concentrata al 100 per cento sulla strada.

Quest’anno Arzuffi ha già corso in Belgio, ma lei punta ad andare forte nei mesi più caldi
Quest’anno Arzuffi ha già corso in Belgio, ma lei punta ad andare forte nei mesi più caldi
Squadra nuova Alice, vieni da una realtà italiana ed ora sei in un team straniero: come ti stai trovando? Che differenze ci sono?

Beh, qualche differenza c’è, però col fatto che c’è anche un bel gruppo di italiane mi sento come “a casa”. Senza contare che il direttore sportivo, Dirk Baldinger, parla italiano il che è un bell’aiuto. Una fortuna. Sinceramente è una squadra tranquilla, che non ci fa mancare assolutamente nulla e ci mette nelle condizioni migliori per esprimerci al top in gara. Sono veramente contenta di questa scelta.

Chi ti segue a livello di preparazione?

Luca Quinti, lo stesso preparatore di Consonni, Rota, Masnada,…

Puntando più sulla strada avrai cambiato qualcosa immaginiamo riguardo alla preparazione… Tanto più che non hai fatto il cross?

La prima cosa è stata un bel periodo di riposo. Dopo molto tempo ho fatto un vero inverno di stacco. Poi sono aumentati i chilometri: questa è stata la differenza principale. Quel che più mi mancava fare, specialmente nel mese di gennaio: mai fatti così tanti chilometri! E tanta endurance l’ho fatta anche a dicembre. Gli altri anni chiaramente non riuscivo a farla. Era impossibile perché comunque correndo tutte le settimane non riuscivo a fare un training camp al caldo, per esempio. Questo inverno invece sono stata a Calpe, in Spagna. 

Una delle uscite di Alice tra le alture slovene (foto Instagram)
Una delle uscite di Alice tra le alture slovene (foto Instagram)
Che di chilometri ne hai macinati in quantità si vede anche dal fatto che sei magrissima…

Insomma… devo ancora limare qualcosa! Però è vero, sono a buon punto. E questo si sente soprattutto in salita. Salita che quest’anno ho iniziato a fare anche molto più in allenamento. Avendo il tempo di fare delle lunghe distanze, riesco a fare più chilometri e ad inserire più scalate. E penso che questa sia la cosa migliore.

E quali sono le salite che batti di più?

Dalle mie parti quelle nei pressi del lago di Como e le strade del lago, che sono le mie preferite. Altrimenti quando sono da Luca (Braidot, il fidanzato azzurro di mtb, ndr) nei pressi di Gorizia sulle alture del Collio. Spesso sconfino anche in Slovenia.

Tra Covid e delusioni, la Arzuffi rimette tutto in gioco

11.10.2022
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Che fine ha fatto Alice Arzuffi? Della lombarda della Valcar Travel & Service si erano un po’ perse le tracce, la sua ultima gara internazionale è stata il 27 agosto in Francia, poi più nulla. Intanto si è cominciato a parlare delle sue prospettive nel ciclocross, ben diverse da quel che eravamo abituati a supporre: anche lei salterà almeno tutta la prima parte della stagione e forse non solo…

Ce n’era abbastanza per soddisfare le mille curiosità parlando direttamente con lei per capire che cosa attendersi: «Perché ho finito prima? Colpa del Covid, avevo in programma di gareggiare anche a settembre ma il virus mi ha messo KO e quindi abbiamo deciso d’accordo con la squadra di staccare prima. Attualmente sono ferma e lo sarò per tutto il mese, poi si valuterà il da farsi».

Una stagione difficile per la Arzuffi su strada, con 49 giorni di gara senza risultati
Una stagione difficile per la Arzuffi su strada, con 49 giorni di gara senza risultati
Come mai una pausa così lunga?

Nei giorni del Covid ho riflettuto, è come se il mio fisico mi stesse mandando dei messaggi: per anni sono andata avanti senza soste fra l’inverno nel ciclocross e le stagioni su strada, ora che sono negli anni principali della carriera (la Arzuffi ha 27 anni, ndr) devo cominciare a selezionare e intanto devo recuperare. E’ come se fossi andata in overtraining. Una volta che avrò ripreso gli allenamenti capirò che cosa fare.

Ti rivedremo nel ciclocross?

Per quest’anno non so ancora bene che cosa fare, come detto valuterò in corso d’opera. Potrei preparare la parte finale della stagione, quella più importante con le tappe finali di Coppa e i Tricolori oppure pensare direttamente alla stagione su strada, devo pensarci bene e valutare le situazioni createsi nel frattempo. Anche perché il prossimo anno cambierò squadra, entrando a far parte di un team del WorldTour, ma non posso ancora ufficializzare il nome.

A Boom, nel Superprestioge 2019-20, la sua ultima vittoria internazionale (foto cxmagazine.com)
A Boom, nel Superprestioge 2019-20, la sua ultima vittoria internazionale (foto cxmagazine.com)
La sensazione è che l’ultima stagione sui prati ti abbia lasciato qualche strascico psicologico…

Effettivamente sono rimasta delusa da alcuni episodi. Penso di aver dato molto a questo ambiente negli anni, anche con vittorie prestigiose, ho fatto grandi investimenti sulla mia carriera aprendo la strada verso l’ingresso in grandi team multinazionali, ma ho avuto la sensazione che tutto sia stato presto dimenticato. Poi per carità, ognuno fa le proprie scelte, ma alcune non mi sono piaciute e mi hanno un po’ tolto la voglia.

Con le compagne di team e di nazionale sei in buoni rapporti?

Sicuramente, ci sentiamo spessissimo, Silvia (la Persico, ndr) è stata un riferimento per tutte sia d’inverno che su strada. I suoi risultati se li merita tutti perché so bene quanti sacrifici ha fatto, quanto sia stata lunga e lenta la scalata verso i vertici, ma tra studio e problemi fisici la sua esplosione non arrivava mai. Ora ha fatto vedere di che cosa è capace.

Nel cross la lombarda ha vinto 5 titoli nazionali (di cui 4 fra le U23) e 3 medaglie europee
Nel cross la lombarda ha vinto 5 titoli nazionali (di cui 4 fra le U23) e 3 medaglie europee
Ti hanno sorpreso i suoi risultati su strada?

Io ho sempre pensato che fosse un po’ più stradista che crossista, ma solo trovando la sua dimensione avrebbe potuto ingranare le marce e acquisire la consapevolezza necessaria per i grandi risultati.

E la tua di stagione su strada com’è stata?

Di segnali positivi ne ho avuti pochi, forse proprio per quel discorso di eccesso di allenamento e gare fatto in precedenza. Ho fatto tanta fatica, mi sono allenata con puntiglio, ma ho raccolto poco e mi spiace perché non ho potuto compensare come avrei voluto gli sforzi della squadra, che mi è sempre rimasta accanto non facendomi mancare nulla.

La Arzuffi si è spesso spesa per le compagne: qui con la Baril (CAN), prima al GP Ciudad de Eibar
La Arzuffi si è spesso spesa per le compagne: qui con la Baril (CAN), prima al GP Ciudad de Eibar
Le tue gioie le hai vissute per interposta persona, attraverso i grandi risultati del tuo fidanzato Luca Braidot vincitore in Coppa del mondo Mtb e bronzo mondiale…

Anche il pensiero suo, di come è arrivato a questa bellissima annata, è stato oggetto di riflessione. So bene quanti sacrifici abbia affrontato, quanti anni ha passato arrivando sempre alle soglie di quel salto di qualità che non arrivava mai. Lui ha cambiato molte cose nella sua preparazione, si è rivolto a un mental coach e i risultati si sono visti.

Con lui hai parlato delle tue scelte?

Sì, ci confrontiamo spesso, mi stimola molto ad andare oltre la delusione di non aver portato a casa quanto volevo. Mi spinge a prendere le cose con più leggerezza senza guardare sempre i numeri. Forse faremo quest’inverno qualche gara insieme, ma senza l’assillo del risultato, pensando ai nostri obiettivi estivi. Poi comunque, settimana dopo settimana, deciderò il da farsi.

Arzuffi-Braidot: metti una stradista e un biker a tavola insieme

16.09.2022
6 min
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Esiste la dieta unica per il ciclista? No, specialmente se si parla di discipline differenti come la strada e il cross o mtb. Per scoprire i piccoli dettagli che valgono la vittoria, abbiamo intervistato una coppia polivalente: Alice Arzuffi, campionessa italiana donna elite di ciclocross 2020, che gareggia anche su strada, e Luca Braidot (i due sono insieme in apertura, foto Instagram), che nel cross country quest’anno ha conquistato due prove di Coppa del mondo, il bronzo mondiale concludendo la stagione al primo posto nella classifica UCI.

Su strada, Arzuffi punta alle tappe di salita: qui al Giro d’Italia
Su strada, Arzuffi punta alle tappe di salita: qui al Giro d’Italia

Il peso e la dieta

Per cominciare abbiamo chiesto di valutare da 1 a 10 l’importanza del peso nella performance delle due discipline: strada, con le gare a tappe che costringono i ciclisti a rimanere in sella per molte ore, e cross, assimilando il ciclocross di Alice al cross country di Luca, con sforzi intensi e di durata tra l’ora e l’ora e mezza.

«Su strada 10. Si sa che è determinante – inizia Alice – soprattutto per chi come me, punta alle tappe di salita. Nel cross posso permettermi anche uno o due chili in più».

«Nella mtb cross country – svela Luca – ci sono tante più variabili in gara. Il peso conta, ma è più importante la testa. Io sono sempre stato magro, ma ora con l’aiuto della nutrizionista, mangio gli alimenti giusti e sono sicuro al 100% che ho energia a sufficienza fino a fine gara, a differenza degli anni passati».

Braidot ha vinto due prove di Coppa del mondo e il bronzo ai mondiali di Les Gets (foto Michele Mondini)
Braidot ha vinto due prove di Coppa del mondo e il bronzo ai mondiali di Les Gets (foto Michele Mondini)

Prima di strada e cross

Se si vuole curare il dettaglio a tavola, bisogna considerare di adattare la dieta al soggetto, a ciò che ha in programma, e non è sufficiente fare sempre lo stesso carico di carboidrati.

«Prima delle gare su strada, specialmente quelle a tappe – dice Alice – sono molto rigorosa. Gli ultimi giorni prima dell’appuntamento prediligo i carboidrati di riso e pasta riducendo le verdure. Il giorno della gara poi mangio 3h45’ prima e rispetto al cross mangio di più. Se la gara è in tarda mattinata, faccio una colazione abbondante con dolce e salato. Invece se è più tardi nel pomeriggio, mi prendo una piccola porzione di riso con albicocche disidratate. Per le gare di cross sto più leggera e a differenza della strada non mangio assolutamente più nulla nelle tre ore prima, ad eccezione di un gel in partenza».

Il riso, uno dei pasti a base di carboidrati più usato dagli atleti: anche da Arzuffi
Il riso, uno dei pasti a base di carboidrati più usato dagli atleti: anche da Arzuffi

Prima della Mtb

In mtb Luca fa un’ulteriore distinzione tra la gara della domenica su distanza olimpica, quindi di 80 a 100 minuti circa e la short track, una gara sprint di 20-25 minuti che gli stessi atleti affrontano al venerdì sera e che, come una sorta di qualifica, determina l’ordine di partenza della domenica.

«Da venerdì sera aumento i carboidrati – spiega – eliminando però la verdura. Scelgo poi proteine più leggere come il pollo, l’albume o il pesce bianco. Nel pasto pre gara cerco di cuocere pasta o riso mantenendo più amido possibile, tipo risottando la pasta, e senza aggiungere sale. Completo con una piccolissima porzione di proteine, sempre delle più facili da digerire. Un’ultima differenza è che nella gara della domenica mangio anche una barretta 2 ore prima e un gel alla partenza, nelle short track solamente il gel, non meno di 15 minuti prima».

Dal venerdì sera prima della gara, Braidot punta su proteine leggere come il pollo
Dal venerdì sera prima della gara, Braidot punta su proteine leggere come il pollo

Crisi di fame o crisi di sete

Se su strada la difficoltà è di introdurre sufficienti quantità di nutrienti per preservare la gamba anche nei giorni successivi, nel cross il problema riguarda più l’idratazione, soprattutto per il XC in cui le gare si svolgono sotto il sole estivo.

«Su strada cerco di raggiungere i 60-80 grammi di carboidrati all’ora, usando gel, barrette e bevendo almeno una borraccia di malto e fruttosio», rivela Alice.

«Io invece – continua Luca – prendo un gel ogni 15 minuti circa, quando passo dai box. E’ quello generalmente l’unico punto in cui i percorsi, altrimenti tecnici ed impegnativi, concedono un attimo per rifornirsi».

Lo scorso anno Braidot si è sperimentato in gravel nella Serenissima
Lo scorso anno Braidot si è sperimentato in gravel nella Serenissima

La dieta per il recupero

La compostezza degli stradisti si nota soprattutto nel recupero, quando con un calendario fitto di gare, spesso a tappe, non si può lasciare nulla al caso.

«Su strada appena tagliato il traguardo – spiega Alice – il massaggiatore è li che ci aspetta con il “recupero”, una borraccia con le soluzioni di carboidrati e proteine che diversi brand offrono. Dopo essermi cambiata mangio del riso freddo con delle proteine, un panino o a volte dello yogurt con i cereali come merenda, per poi cenare in hotel. Nel cross invece tendo a prendere solamente degli amminoacidi e a mangiare qualcosa di completo e sano a cena». 

In mtb sembra tutto più semplice, perché non avendo gare a tappe o particolarmente ravvicinate c’è tempo per recuperare, ma Luca confessa che anche nel XC non c’è niente da sottovalutare.

«Come Alice nel ciclocross – spiega Luca – dopo gara prendo amminoacidi e faccio un pasto completo. Devo però stare più attento al recupero dopo la short track, che essendo una gara serale, condiziona la qualità del mio sonno, nonostante non sia un amante dei gel alla caffeina. Con la dottoressa Martinelli, sto ancora lavorando per trovare la combinazione di alimenti migliore per me dopo la short track».

Alice Maria Arzuffi si divide fra cross e strada
Alice Maria Arzuffi si divide fra cross e strada

Due approcci diversi

Riassumendo, possiamo dire che tendenzialmente per uno sforzo di endurance bisogna preparare il fisico con più anticipo, con un buon carico di carboidrati, una giusta quantità di proteine e una corretta idratazione.

In una gara più corta ed intensa, è invece più importante essere reattivi fin da subito, senza appesantimenti da pasti troppo abbondanti o ricchi di verdure e proteine difficili da digerire. Per quanto riguarda i gel alla caffeina? Non sono essenziali. Luca e Alice preferiscono assumerli solo se ci sono meno di 25 gradi, e sempre con parsimonia per evitare tachicardie e crampi.

A tutta verso il cambiamento. I progetti della nuova Arzuffi

03.05.2022
5 min
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Non solo ruote veloci per la Valcar Travel & Service, di patron Valentino Villa. Storicamente le ragazze blu-fucsia le vediamo sfrecciare sugli arrivi di gruppo e molto spesso alzano le braccia al cielo. Tuttavia tra di loro c’è anche chi è un pelo meno veloce e molto più scalatrice: è Alice Maria Arzuffi.

La lombarda sta vivendo una stagione all’insegna del cambiamento. Lei, grande ciclocrossista, forse la più pura tra le italiane, sta guardando sempre più alla strada e in qualche modo al prossimo Giro d’Italia, in cui sarà la donna di classifica della sua squadra.

Alice Maria Arzuffi (classe 1994) è una delle atlete di spicco e più mature della Valcar Travel&Service
Alice Maria Arzuffi (classe 1994) è una delle atlete di spicco e più mature della Valcar Travel&Service
Alice, partiamo dai prossimi impegni…

Da sabato andrò in Spagna per tutte le corse iberiche di questo periodo. Dovrei saltarne una, poi testa bassa sull’estate.

Dicevamo: una stagione di cambiamento, di evoluzione, se vogliamo. E’ così?

E’ corretto, sì. Dopo tanti anni nel cross, fatto come l’ho fatto io, volevo puntare più sulla strada. E infatti il mio programma è iniziato prima del solito. Ho già una buona forma ma voglio migliorarla ancora. Voglio migliorarla proprio in Spagna, per arrivare al massimo nel periodo che interessa a me: l’estate, luglio, con il Giro e il Tour. E poi a fine stagione dovrò prendere una decisione.

Una decisione: se fare ancora il cross?

Esatto. A fine stagione si valuterà in modo definitivo. Magari qualche gara di ciclocross la farò lo stesso, ma non più nello stesso modo o con lo stesso impegno costante nell’arco dell’inverno.

A fine stagione la Arzuffi prenderà una decisone sulla sua attività nel cross, che l’ha vista protagonista negli ultimi anni
A fine stagione la Arzuffi prenderà una decisone sulla sua attività nel cross, che l’ha vista protagonista negli ultimi anni
Perché, Alice, questo desiderio di cambiare o almeno di provare a cambiare?

Ho fatto il ciclocross al top per molti anni. Sono arrivata ad essere la prima a livello nazionale e nel 2018 tra le migliori a livello mondiale, ma oltre non si va e le motivazioni non sono le stesse. All’inizio quando andavo in Belgio (la Arzuffi ha corso il cx con una squadra belga, la 777, ndr) c’era entusiasmo. I primi due anni tutto okay, tutto bello, alla fine era ciò che volevo, ciò che sognavo, ma nelle ultime due stagioni è stata molto dura.

Come mai?

Ero totalmente da sola, vivevo in una casa da sola e il clima belga, in ogni senso (persone e atmosferico), non aiuta. Alla fine io fatto qualcosa che neanche i Pontoni e i Bramati in passato hanno fatto. Loro venivano su, ma erano in compagnia, ogni tanto tornavano. Io, ripeto, ero sola, dovevo farmi tutto da sola: allenarmi, andare alle gare, sistemare la casa. Alla lunga era diventato uno stress.

Come hai detto prima di fatto avevi toccato il tuo apice nel cross e gli stimoli per forza di cose non sono più gli stessi…

Esatto. E poi con la 777 non ci siamo lasciati bene. Loro mi hanno accusata di lasciare il mio ritiro, la mia casa in Belgio perché ogni 15 giorni volevo tornare 3-4 giorni a casa in famiglia. Mi dicevano: sei indipendente, hai la macchina. Sì, ma le olandesi ci tornavano a casa e al massimo dovevano fare un’ora e mezza di auto, io no.

Torniamo agli argomenti più belli e al futuro. Sarai la donna di classifica della Valcar Travel&Service?

Eh sì! Con Davide (Arzeni diesse e preparatore della Valcar, ndr) ne ho parlato ad inizio stagione e l’idea è di fare bene. Ci arriveremo con una bella squadra. Ho delle compagne forti. Silvia Persico sta andando molto bene e anche la canadese, Olivia Baril, ha le mie stesse caratteristiche.

La Arzuffi in questa stagione ha già 14 giorni di corsa, gli anni passati nello stesso periodo ne aveva solo 6-7
La Arzuffi in questa stagione ha già 14 giorni di corsa, gli anni passati nello stesso periodo ne aveva solo 6-7
Caratteristiche da…

Da scalatrice. O comunque vado bene sul passo, sulle gare lunghe e nelle corse a tappe mi trovo bene perché ho un buon recupero.

E per questo “obiettivo classifica” stai lavorando diversamente? Stai facendo più salita?

In questo momento specifico non troppe salite, visto che sono a casa del mio compagno (Luca Braidot, azzurro della Mtb, ndr) in Friuli a ridosso delle colline verso la Slovenia. E’ un posto bellissimo per pedalare, di sicuro molto meno trafficato. Giusto ieri ho fatto una salita di 20′ e non ho incontrato una macchina.

Invece a casa?

Vivo a Seregno. Sono a 30 chilometri da Lecco e a 30 da Como, in Brianza. Anche lì è molto bello. In pratica sono nel cuore del Giro di Lombardia. Spesso mi alleno sul Sormano.

E quindi dicevamo dei tuoi lavori: più salita? Più dislivello?

In parte sì. Quando faccio la distanza il dislivello non è mai meno di 2.000 metri, ma arrivo anche a 2.500 metri, specie quando vado in altura dove accumulare metri è più facile. E a proposito di altura ci tornerò tra fine maggio e giugno con la Polizia.

La brianzola a fine mese salirà ai 1.900 metri di quota del Passo San Pellegrino
La brianzola a fine mese salirà ai 1.900 metri di quota del Passo San Pellegrino
Come mai con la Polizia e non con la tua squadra di club?

Perché le Fiamme Oro ci danno questa opportunità di fare un periodo di ritiro e noi possiamo scegliere più o meno quando e dove. Io andrò al San Pellegrino.

Ah, dove andava anche Nibali! Un gran bel posto…

Esatto proprio nello stesso rifugio. Ormai sono di casa. E’ un posto ideale per allenarsi.

Quale potrebbe essere un obiettivo concreto per te al Giro?

Vorrei fare bene in una tappa, salire almeno sul podio in una frazione. Per la classifica, visto il livello che c’è, direi che potrebbe andare bene una top 15. Sarei soddisfatta. E poi per me è un po’ il primo Giro se vogliamo, ne ho fatti altri ma li sfruttavo già per preparare il cross dell’inverno successivo. Stavolta sarà diverso, anche per le motivazioni.

Arzuffi strada 2021

Abbiamo ritrovato la Arzuffi, più carica che mai

09.02.2022
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Nelle ultime settimane, con Eva Lechner e Silvia Persico a centrare la Top 10 in Coppa del Mondo e quest’ultima arrivare fino al podio iridato, abbiamo un po’ perso le tracce di Alice Maria Arzuffi. Il campionato italiano di ciclocross, nel quale era la detentrice della maglia tricolore, è stato l’ultimo capitolo della sua stagione, poi non si è vista più. In sede di consuntivo, Luca Bramati l’ha riportata in superficie e allora ci siamo chiesti che fine avesse fatto mentre le compagne della FAS Airport Service affrontavano gli ultimi, più importanti momenti della stagione sui prati.

Alice ci risponde dalla Spagna, dove sta svolgendo il ritiro prestagionale della Valcar Travel & Service, ma quella che sentiamo è una Arzuffi nuova, carica di aspettative per la stagione su strada come non accadeva in passato, anche se chiaramente bisogna partire dall’inverno: «Ho staccato la spina subito dopo il tricolore. Ho parlato con il cittì Pontoni, mi ha detto che gli Italiani erano una discriminante per la convocazione per i mondiali e allora d’accordo con la società ho deciso di chiudere prima rispetto al solito, in modo da iniziare in anticipo la preparazione su strada e arrivare a una miglior condizione per gli appuntamenti primaverili».

Arzuffi Europei 2021
La Arzuffi agli Europei di Col du Vam chiusi all’8° posto, nel momento migliore della stagione
Arzuffi Europei 2021
La Arzuffi agli Europei di Col du Vam chiusi all’8° posto, nel momento migliore della stagione
Dovendo fare un bilancio della tua stagione di ciclocross che cosa diresti?

E’ stata un’annata nel complesso positiva, ma certamente mi aspettavo qualche buon risultato in più. Il campionato italiano sapevo che doveva essere un crocevia, ma sono arrivata all’appuntamento un po’ debilitata dall’influenza e non ho potuto rendere quanto mi aspettavo. Io ho dato il massimo, volevo essere al picco della forma a gennaio ma non sono mai riuscita a toccare i vertici che volevo. Questo però mi ha dato una spinta ulteriore per le gare da qui in avanti.

Bramati, parlando della vostra prima stagione insieme, ha detto di avere scoperto una Arzuffi nuova, con la quale ha trovato un compromesso per lavorare bene pensando soprattutto al prossimo anno. Come sono i vostri rapporti?

Quando siamo partiti, avevamo ognuno dei pregiudizi sull’altro. Il fatto è che negli anni scorsi, quand’era commentatore alla Tv alcuni suoi giudizi non mi erano piaciuti e io non sono tipo da tenersi dentro il rospo… Siamo due del segno dello scorpione, così abbiamo avuto qualche discussione accesa e questo aveva lasciato strascichi. Pian piano però, lavorando insieme e smussando i nostri angoli, abbiamo trovato un modo per venirci incontro. D’altronde tecnicamente Luca ha un’esperienza enorme, ho imparato molto con lui.

Arzuffi tricolore 2021
Alice col tricolore indosso: ne ha vinti 4 da U23 e uno assoluto
Arzuffi tricolore 2021
Alice col tricolore indosso: ne ha vinti 4 da U23 e uno assoluto
Il fatto di far parte della stessa “casa madre”, come team di ciclocross e su strada, è un aiuto?

Decisamente. In questo modo il passaggio è praticamente indolore. Quando ho deciso di staccare prima, è stata una scelta che ho preso potendo avvalermi sia dell’appoggio del team di ciclocross che di quello della strada, fra le due parti c’è molta comunicazione e questo non può far che bene. Negli anni scorsi il passaggio era più difficile.

Sai che quest’anno ci si attende molto da te nella stagione su strada?

Sì, ma io per prima mi attendo molto, voglio togliermi qualche sassolino dalla scarpa… Non posso negare che in passato, la stagione su strada era vista più come una lunga tappa di preparazione verso l’inverno, per trovare il ritmo giusto per il ciclocross, ora invece voglio vedere che cosa sono capace di fare su strada senza pensare a quel che verrà quando si tornerà dall’altra parte. Ora corro su strada e sono concentrata solo su quello.

Arzuffi sci 2022
Una breve vacanza sugli sci prima di iniziare la preparazione su strada (foto Instagram)
Arzuffi sci 2022
Una breve vacanza sugli sci prima di iniziare la preparazione su strada (foto Instagram)
Quando si comincia?

Ormai mancano pochissimi giorni, dal 17 al 20 febbraio sarò già in gara alla Setmana Valenciana. Naturalmente non faccio pronostici, ma conto di avere qualche riscontro sul lavoro effettuato in vista di quello che sarà il primo obiettivo, il periodo delle classiche dove voglio far bene e ottenere qualcosa, perché sono gare che mi vanno particolarmente a genio.

Nel corso della stagione saresti disponibile a qualche chiamata per la nazionale di ciclocross? Pontoni ha detto di pensare a qualche gara su strada con il gruppo invernale…

Non credo che ne avrò bisogno. Il mio calendario comprende almeno 70 giorni di gara, credo siano già abbastanza per non mettere altra carne al fuoco. So già che nel mio programma ci saranno sicuramente il Giro d’Italia e molto probabilmente il Tour de France, facendosi i conti fra le due corse a tappe e le classiche, già si vede che il calendario è bello ricco. Se però ci sarà la proposta di fare qualche ritiro prestagionale, in relazione agli impegni su strada sono più che disponibile. Per me però quel che conta è arrivare all’inverno con qualcosa in mano, far vedere che so vincere anche qui.

Bertolini Variano 2021

Tricolori di ciclocross, parola a chi ha già vinto…

06.01.2022
5 min
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Questi sono giorni che per alcuni hanno un sapore particolare. Sono gli ultimi giorni nei quali si indossano le maglie tricolori di ciclocross, che domenica verranno rimesse in palio a Variano di Basiliana. Alcuni si rimetteranno in gioco per mantenerla, altri la riporranno nell’armadio come ricordo di un passaggio importante nella propria carriera. E’ un rituale che ripete ogni anno, ma che mantiene sempre il proprio fascino.

In queste giornate di allenamento, di preparazione della trasferta, di studio del nuovo percorso ogni occhiata a quella maglia raccoglie un misto di nostalgia e speranza, anche in chi l’aveva già vestita e sa bene quali emozioni sappia regalare.

Lecce, la grande rivincita di Bertolini

Per Gioele Bertolini, ad esempio, quella conquistata ai tricolori dello scorso anno ebbe un forte senso di riscatto: «Fu una grande rivincita, venivo da un anno disgraziato, con un bruttissimo incidente in Mtb che mi aveva praticamente fatto saltare tutta la stagione offroad e rischiava di compromettere anche quella sui prati».

Che cosa rappresenta indossare quella maglia?

E’ un grandissimo onore prima di tutto e questo senso lo avverto ogni volta che la indosso. Quella del 2021 non è stata la prima, ma ogni volta è come se lo fosse. Poi, quando si gareggia all’estero, è palpabile l’effetto che fa, negli avversari, in chi guarda, ancor più nei nostri connazionali che vivono lì. Gli stessi corridori ti guardano con occhi diversi, magari anche con un po’ d’invidia.

Bertolini Lecce 2021
Gioele Bertolini in azione a Lecce: quella è stata la quarta maglia tricolore vinta tra gli elite
Bertolini Lecce 2021
Gioele Bertolini in azione a Lecce: quella è stata la quarta maglia tricolore vinta tra gli elite
Che cosa è cambiato in questi 12 mesi?

Ho avuto più continuità, sicuramente arrivo alla gara di Variano con una condizione ben diversa da quella del 2021. Mi sento molto più pronto, mi spiace solo che le buone sensazioni vissute in corsa non si siano tradotte in risultati a causa di piccoli problemi, un po’ di sfortuna, ma la scelta di aver privilegiato la stagione estera penso che paghi alla lunga.

Conosci il percorso di gara?

Ci ho disputato e vinto il Campionato Triveneto dello scorso anno (nella foto di apertura di Alessandro Billiani), è un tracciato molto tecnico e vario che si adatta bene alle mie caratteristiche. Lo preferisco asciutto, ma anche con la pioggia penso di poter andare bene.

Arzuffi e il rispetto per la maglia

Alice Maria Arzuffi si prepara a una grande battaglia. Si ha un bel dire che le principali protagoniste della gara elite di domenica (lei, la Lechner, la Persico) sono tutte dello stesso team, fuori si è amiche ma in gara si punta tutte allo stesso obiettivo, ancor di più ai tricolori. Anche la ragazza di Seregno aveva già indossato la maglia: «Però mai da Elite, per questo la vittoria dello scorso anno ha un sapore particolare».

Alice è abituata a seguire il calendario estero, anzi forse proprio questo fattore ha dato un sapore in più a quest’annata tutta tricolore: «E’ una grande soddisfazione indossare quel simbolo nelle gare più prestigiose in giro per l’Europa, è qualcosa che si nota sempre e chi ha indosso una maglia di campione nazionale ha quasi una forma di rispetto in più da parte delle altre. Per me ha un valore molto importante».

Arzuffi Lecce 2021
L’arrivo vittorioso della Arzuffi nel 2021, primo titolo da elite in carriera
Arzuffi Lecce 2021
L’arrivo vittorioso della Arzuffi nel 2021, primo titolo da elite in carriera
Che cosa ricordi in particolare della gara di 12 mesi fa?

La cosa che più mi è rimasta impressa è la sensazione che provavo sulla mia pelle quando mi sono ritrovata davanti a tutte, da sola. Mi dicevo di rimanere concentrata e non fare errori perché si stava avvicinando qualcosa di veramente bello.

Ti dispiace un po’ doverla mettere da parte?

No, anzi è qualcosa che mi dà maggiore spinta per i tricolori di domenica, perché se ci sono riuscita allora posso ripetermi.

Che cosa sai del tracciato friulano?

Non ci ho mai corso, so che è abbastanza tecnico e duro, ma so anche che sarà fondamentale affrontarlo in prova con il massimo dell’attenzione, fermandosi a ogni difficoltà tecnica, cercando di capire e memorizzare tutte le linee di gara per non farmi trovare impreparata.

Olivo, il grande assente

E’ curioso il fatto che Brian Olivo ai Tricolori di Variano di Basiliana non ci sarà, è l’unico campione nazionale che non difenderà il titolo, per la scelta del team di fargli saltare tutta la stagione sui prati per preparare la strada. Olivo ha cambiato categoria, avrebbe dovuto correre fra gli under 23. Perlomeno ha avuto la possibilità di indossarla, quella maglia, non solo sul podio di Lecce: «Dopo la rassegna tricolore feci in tempo a disputare due gare, almeno ho vissuto quella sensazione così particolare e viva. Sapevo che poi avrei dovuto riporla, per questo mi ha fatto particolarmente piacere».

Riguardandola, che cosa provi?

E’ il simbolo di qualcosa che si è conquistato e che resterà, che nessuno potrà portare via. Quando corri nelle categorie minori c’è lo svantaggio che, se sei al secondo anno, non potrai indossarla nella stagione successiva, avviene fra gli esordienti, allievi e anche da junior. Resta però dentro la sensazione di qualcosa di bello.

Bryan Olivo, campionati italiani juniores Lecce 2020
Olivo in maglia tricolore a Lecce, una gioia provata per poco a causa del cambio di categoria
Bryan Olivo, campionati italiani juniores Lecce 2020
Olivo tricolore a Lecce, una gioia provata per poco a causa del cambio di categoria
Anche tu hai un ricordo particolare legato a quella giornata di un anno fa?

E’ un misto di sensazioni, mi sono passati per la mente mille pensieri, i sacrifici fatti per conquistarla, la rabbia per i problemi affrontati per arrivarci, tutto ha contribuito a quella vittoria. Devo dire grazie al mio preparatore Alessio Mattiussi e alla mia famiglia perché quello è stato un punto fermo della mia carriera.

Domenica a Variano non ci sarai, ti dispiace non poterti giocare un’altra maglia?

Ho imparato sulla mia pelle che le maglie tricolori hanno un valore enorme in qualsiasi disciplina vengano conquistate, quindi se quest’anno non ho potuto giocare le mie carte nel ciclocross, lo farò sicuramente su strada e su pista, potete star certi che quello è un mio obiettivo, spazio nell’armadio ce n’è…

Bertolini Guerciotti 2021

Europei di cross, Pontoni suona la carica azzurra

05.11.2021
5 min
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Una rappresentativa di 22 convocati. Contingente presente quasi al completo in tutte le categorie, salvo che fra gli Elite, dove ci saranno i due big Gioele Bertolini (nella foto d’apertura) e Jakob Dorigoni. La squadra di Daniele Pontoni è pronta e già diretta verso il Col du Vam, teatro nel weekend dei Campionati Europei che rappresentano il primo grande appuntamento della stagione.

Il luogo della disfida ha avuto un peso non indifferente nelle scelte del Cittì friulano, che lo ha studiato nei particolari: «Quello degli Europei un percorso durissimo, questo è innegabile, io dico che è un mix tra i tracciati dei Mondiali di Valkenburg e quelli italiani di Sappada e Monte Prat. Non è tecnicissimo, ma ha altimetrie importanti, 30 metri a giro che alla fine si fanno sentire, con una salita al 18 per cento in acciottolato e un arrivo sempre in salita. Nella Ronde Van Drenthe, la gara femminile del World Tour, hanno affrontato la parte finale del circuito per tre volte e quella salita faceva male».

Iserbyt Europei 2020
Eli Iserbyt è il campione uscente, viene da 3 successi nelle ultime 5 uscite. Si riconfermerà?
Iserbyt Europei 2020
Eli Iserbyt è il campione uscente, viene da 3 successi nelle ultime 5 uscite. Si riconfermerà?
Che squadra è quella azzurra?

Una formazione ambiziosa, soprattutto nelle categorie giovanili e il fatto che in una rassegna ufficiale tornino le gare loro riservate è per me il tema principale della rassegna, ci riappropriamo dell’essenza del ciclocross messa da parte nell’ultima stagione. Sui giovani però c’è da fare un discorso a parte: con loro sono stato molto chiaro, infatti nella successiva tappa di Coppa del Mondo a Tabor, aperta alle loro categorie, ci saranno atleti diversi dagli Europei perché voglio che ci sia una rotazione e tutti devono fare esperienze internazionali, capire che cosa significa gareggiare ad alto livello. Abbiamo numeri qualitativamente importanti e tutti devono avere le loro occasioni.

Lo scorso anno pensi che la pandemia abbia privato il movimento di quale risultato internazionale importante?

Sicuramente. Avevamo ad esempio un movimento junior maschile eccezionale, penso a Masciarelli ma anche ad Agostinacchio, Olivo, Fede e altri. Potevamo lasciare un segno, ma dall’altra parte so anche che il percorso dei Mondiali di Ostenda non era fatto per le nostre caratteristiche e avremmo fatto fatica. Resta comunque il fatto che abbiamo un bacino di talenti molto promettente sul quale dobbiamo lavorare.

Toneatti Brugherio 2021
Dopo l’ottima esperienza americana Toneatti ha vinto l’Internazionale di Brugherio (foto Billiani)
Toneatti Brugherio 2021
Dopo l’ottima esperienza americana Toneatti ha vinto l’Internazionale di Brugherio (foto Billiani)
Che cosa ti aspetti oggi in quelle stesse categorie?

Le prospettive sono buone, ma solo la gara potrà dare i responsi giusti perché noi come gli altri partiamo al buio. Io ho guardato gare internazionali, ho studiato resoconti, mi sono fatto un’idea su chi saranno i favoriti in ogni categoria, ma mai come quest’anno si parte senza una precisa base data dai confronti precedenti. Io sono comunque convinto che nelle due prove junior possiamo dire la nostra, Paletti e la Corvi possono davvero conquistare qualcosa d’importante.

Anche nelle gare Under 23 pensi che siamo in lizza per il podio?

Penso proprio di sì, qui abbiamo già riscontri più freschi soprattutto in campo femminile con la Realini che in America ha fatto molto bene e con un po’ di fortuna può giocarsela alla pari con le olandesi, ma non vanno sottovalutati neanche i maschi, Fontana e Toneatti arrivano all’appuntamento nella forma giusta e con la giusta esperienza. Sarà fondamentale vedere il loro approccio con il percorso, nelle prove prima della gara.

Gaia Realini, Europei ciclocross, s'Hertogenbosch, 2020
Gaia Realini sarà una delle punte azzurre, in gara domenica fra le Under 23
Gaia Realini, Europei ciclocross, s'Hertogenbosch, 2020
Gaia Realini sarà una delle punte azzurre, in gara domenica fra le Under 23
Venendo alle Elite femminili, se guardiamo le prime prove di Coppa vediamo che dietro l’armata olandese, l’Italia è quella che ha una forza d’urto maggiore, se ci fosse una classifica a squadre saremmo tranquillamente secondi…

E’ vero perché abbiamo una costanza di rendimento medio-alta e le tre consecutive Top 10 conquistate sempre da atlete diverse (Lechner, Arzuffi, Persico in sequenza) lo dimostra. Ma non abbiamo più solo loro: la Teocchi ad esempio agli Europei non c’è perché ha ripreso da poco, ma è del gruppo, lo stesso dicasi per Gariboldi e Bulleri che nelle loro uscite internazionali mi sono piaciute. Ecco, vorrei che fosse sottolineato il fatto che da parte dei team c’è un atteggiamento nuovo, aperto all’estero: a Tabor ci saranno più team italiani presenti e questo è per me un grande aiuto.

Che cosa ti aspetti da Bertolini e Dorigoni?

Io sono convinto che faranno una bellissima figura. Guardo Bertolini e ripenso alla sua prova iridata di Valkenburg, questa volta il percorso può aiutarlo a ottenere qualcosa di simile. E’ in buona condizione, al Guerciotti lo ha dimostrato, arriva nella forma giusta. Per me entrambi sono in grado di entrare fra i primi 10 e sarebbe un grande segnale per il movimento.

Arzuffi Waterloo 2021
Con la Arzuffi, ma anche con Lechner e Persico l’obiettivo è la Top 10 fra le elite
Arzuffi Waterloo 2021
Con la Arzuffi, ma anche con Lechner e Persico l’obiettivo è la Top 10 fra le elite
Che cosa dirai ai ragazzi prima della partenza?

Io dico che sempre che nelle gare di un giorno può succedere di tutto. Ricordo sempre l’esempio di Bradbury, l’australiano che vinse l’oro olimpico nello short track: non era il favorito, anzi non era neanche da considerare per il podio, eppure le cose si misero in modo tale che la sua giornata di grazia lo portò al massimo risultato possibile. Una giornata simile per arrivare per tutti, prima o poi e perché non agli Europei sabato o domenica?

Arzuffi 2021

Arzuffi: «E’ ora di sfatare certi luoghi comuni…»

31.10.2021
5 min
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E’ un’Alice Maria Arzuffi carica a mille, quella che sta affrontando l’inizio di stagione e i risultati lo stanno dimostrando. Domenica, nella prima prova di Coppa del Mondo in terra europea a Zonhoven, l’azzurra ha chiuso in decima posizione a 2’57” dalla vincitrice Betsema, ma soprattutto è stata la seconda delle non olandesi: «Io cerco di migliorare e fare il meglio possibile, è chiaro che ci troviamo a gareggiare in una marea arancione, il loro livello medio è eccezionale e stanno venendo fuori anche nuovi talenti dalle categorie minori, ma non è questo che io devo guardare, devo pensare a me stessa e a fare il meglio possibile».

Questa rinnovata e positiva verve emerge anche quando si analizza l’aspetto tecnico delle sue prime uscite, toccando quello che, fino allo scorso anno, era un tasto dolente, le partenze un po’ al rallentatore: «E’ ora di sfatare questo luogo comune: basta guardare come sono state le ultime gare internazionali, non solo domenica ma anche quelle americane, per notare che sin dal via sono al livello delle migliori. Spero che i risultati facciano dimenticare questo riferimento che non sento più di meritarmi».

Arzuffi Zonhoven 2021
Il difficile percorso sabbioso di Zonhoven ha visto la Arzuffi chiudere nella Top 10, prima della stagione
Arzuffi Zonhoven 2021
Il difficile percorso sabbioso di Zonhoven ha visto la Arzuffi chiudere nella Top 10, prima della stagione
Il 10° posto di Zonhoven è un buon punto di partenza?

Diciamo che mi dà sicurezza maggiore rispetto a quella delle gare americane, dove non sono rimasta completamente soddisfatta, mi aspettavo di più. Evidentemente la condizione è migliorata al ritorno e in terra belga mi sono sentita più a mio agio. Sinceramente comunque so che c’è ancora da lavorare, ma conto di essere all’Europeo in una condizione già più avanzata e adatta a un evento così importante.

Vieni da una stagione su strada nella quale ti si è vista di più, affrontata con molta decisione, esattamente come fai con il ciclocross…

La strada l’ho sempre affrontata seriamente, ci ho sempre creduto, anzi se devo essere sincera è stata una stagione dalla quale volevo estrarre qualcosa in più. Ho tirato fino al Giro d’Italia e alla Clasica di San Sebastian, poi sono rimasta tre settimane ferma e quasi dal nulla ho affrontato il Giro di Norvegia. Inoltre la prima parte della stagione è stata una sofferenza per via di una posizione in sella che non era ideale e che mi dava problemi alla schiena, ci sono voluti 3 mesi e soprattutto il grande apporto di Aldo Vedovati per identificare il problema e risolverlo. Nel 2019 corsi più giorni, per questo penso che posso fare di più e meglio.

Arzuffi San Sebastian 2021
Alice impegnata nella Clasica di San Sebastian, conclusa al 27° posto a 3’45” dalla Van Vleuten
Arzuffi San Sebastian 2021
Alice impegnata nella Clasica di San Sebastian, conclusa al 27° posto a 3’45” dalla Van Vleuten
Come riesci a gestire due attività così importanti ricavando il necessario riposo?

E’ fondamentale la programmazione: quando finisco il ciclocross a febbraio stacco un mese di assoluto riposo, nel quale non tocco neanche la bici, poi riprendo per iniziare gradualmente e tornare in gara ad aprile. A fine stagione su strada secondo riposo, questa volta di una decina di giorni. E’ una scelta che negli anni ho trovato fondamentale per poter tirare fuori il meglio.

I responsabili delle squadre, soprattutto su strada, ti hanno mai fatto problemi?

No, ho sempre tenuto a specificarlo e metterlo nero su bianco, sono scelte fatte anche in base ai calendari e agli obiettivi sia del team che miei personali. Non ci sono mai state incomprensioni in tal senso, poi ora è tutto molto più semplice.

Arzuffi Fas Valcar 2021
Il poker della Fas-Valcar, da sinistra Lechner, Arzuffi, Persico e Bramati
Arzuffi Fas Valcar 2021
Le tre elite della Fas-Valcar, da sinistra Lechner, Arzuffi e Persico
Come ti stai trovando nella Fas-Valcar di ciclocross dopo anni nei quali hai corso in Belgio? 

Qui c’è molto da dire, perché la differenza è enorme. Partiamo dalla premessa che non rinnego la mia scelta di andare a vivere e correre in Belgio, è stata importante per la mia carriera, ma va anche detto che il prezzo psicologico e personale è stato alto, soprattutto negli ultimi due anni. Non dovevo pensare solo ad allenarmi e gareggiare, ero quasi abbandonata a me stessa, dovevo pensare a ogni trasferta: il volo, la logistica, i trasferimenti, il viaggio delle bici, i tamponi… Non ne potevo più, arrivavo in gara già stanca. Ora è un sogno, sono in un team dove si pensa a tutto e posso tornare a concentrarmi sulle corse. 

E’ un aiuto correre nello stesso team d’estate e d’inverno?

Enormemente. E’ la strada giusta per poter crescere e non parlo solo a livello personale, ma di tutto il ciclocross italiano. Con il diesse Arzeni nel corso dell’anno ci siamo trovati spesso a parlare, mi aveva accennato a quest’idea e mi ha chiesto molti consigli su tutto quello che sarebbe servito. Io gli ho spiegato quali erano le necessità e il progetto è partito.

Arzuffi Europei 2020
La ragazza di Seregno punta ora sugli Europei del 7 novembre. In bacheca ha già un argento e un bronzo
Arzuffi Europei 2020
La ragazza di Seregno punta ora sugli Europei del 7 novembre. In bacheca ha già un argento e un bronzo
Come ti trovi con Luca Bramati e le ragazze?

Finora abbiamo potuto lavorare poco insieme, io e Luca, perché in America ero nel gruppo della nazionale, ma ho subito notato che ha creato un ambiente familiare. Poi con Silvia e Eva (Persico e Lechner, ndr) ci conosciamo da anni e abbiamo condiviso tante trasferte, è un gruppo collaudato.

Correrai in Italia o seguirai solo la stagione internazionale?

Forse sarò a Faé di Oderzo l’8 dicembre, poi naturalmente per gli Italiani, per il resto vedremo come strutturare la stagione in vista dei Mondiali. A proposito: il percorso di Fayetteville è fenomenale, molto pedalabile, proprio come piace a me…

Valcar 2021

Bramati, ecco il primo bilancio in casa Fas-Valcar

29.10.2021
4 min
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La stagione per Luca Bramati è ormai entrata nel vivo e le giornate del vecchio campione bergamasco vanno avanti a un ritmo quasi infernale, tra allenamenti delle sue ragazze e preparazione delle continue trasferte. L’attività della Fas-Valcar, com’era stato stabilito all’atto della costituzione del team “figlio” di quello della strada, ha una forte impronta internazionale, confermando quell’immagine di team “quasi professionistico” al quale si pensava.

La formazione lombarda ha anche preso parte alla lunga trasferta americana, cedendo Alice Maria Arzuffi alla nazionale ma portando oltreoceano le altre tre ragazze: Eva Lechner, Silvia Persico e Lucia Bramati e i risultati nel complesso sono stati davvero soddisfacenti: «Portare un team al completo dall’altra parte dell’Atlantico, soprattutto in questo periodo, non è facile, ci siamo dovuti adattare, per fortuna la Cannondale ci ha messo a disposizione un bravissimo meccanico che ci ha dato una grossa mano».

Eva Lechner è riuscita anche a centrare una Top 10 e farlo al cospetto di tante olandesi non è mai facile…

Il suo bottino poteva anche essere più cospicuo, ma nella prima gara ha subìto un incollaggio di un tubolare che l’ha fortemente frenata. Eva sta vivendo un buon periodo, è calma e serena mentalmente e quando è così rende di più, considerando poi che siamo ancora a inizio stagione non può che migliorare.

Bramati Honsinger 2021
Lucia Bramati in gara a Waterloo, alle sue spalle la campionessa americana Honsinger
Bramati Honsinger 2021
Lucia Bramati in gara a Waterloo, alle sue spalle la campionessa americana Honsinger
Di Silvia Persico, considerata sempre la numero 3 del panorama nazionale che cosa puoi dire?

I risultati parlano per lei, ha già mostrato di aver fatto un salto di qualità. Sia in America ma ancor più al suo ritorno in Europa, si è attestata nella Top 15 e ha ridotto il gap dalle più forti, è un miglioramento cospicuo e costante che mi rende molto fiducioso.

Per tua figlia Lucia è stata la trasferta più lontana…

Una bellissima esperienza, che ha vissuto con tanta emozione. Si è ritrovata a 18 anni a competere fra le grandi, qualcosa di inaspettato, poi considerando come hanno lavorato gli americani sembrava un immenso paese delle meraviglie… Lei però si è adattata bene e non si è fatta per nulla intimorire. Poi, in Europa, è stata anche ottava di categoria e si è ritrovata un bel premio in denaro…

A proposito di America, anche a te il percorso dei mondiali è piaciuto come a Pontoni?

Altroché! E’ stato una bellissima sorpresa. Sapevo che ci avevano investito tanto, ma quando ti trovi almeno 3 chilometri di percorso costruiti dal nulla, tutti con terra riportata rimani esterrefatto e pensi a come sia possibile una cosa del genere venendo dalla nostra realtà. Hanno speso cifre che per noi sono inimmaginabili.

Valcar Waterloo 2021
Nel gruppo di Bramati si è subito instaurato un bel clima, che dà fiducia per il resto dell’annata
Valcar Waterloo 2021
Nel gruppo di Bramati si è subito instaurato un bel clima, che dà fiducia per il resto dell’annata
Alla vigilia della stagione l’approdo della Valcar nel mondo del ciclocross era visto come una grande scommessa. Dopo le prime esperienze come funziona la convivenza?

Benissimo, come da accordi, anzi ancora meglio. Nello scorso fine settimana, ad esempio, il patron Arzeni era in Olanda per le gare del team su strada, alla domenica ci ha raggiunto a Zonhoven per la tappa di Coppa del Mondo mettendosi a completa disposizione. Sono due realtà diverse, lo avevamo detto ma su queste basi si può davvero lavorare bene e tanto.

Torniamo un attimo a parlare di Lucia: nel suo caso devi rivestire una doppia funzione, quella di tecnico e padre…

Infatti per lei gestire l’attività è più difficile che per le altre, basti pensare che domenica siamo arrivati a casa all’una e mezza e alle 7 era già in piedi per andare a scuola. Devo dire però che da parte mia non è necessario esserle di sprone, è davvero responsabile e concentrata in entrambe le attività, a scuola il suo rendimento è più che soddisfacente, sa che questo è l’anno della maturità e serve grande concentrazione.

Lucia Bramati 2021
Per Lucia Bramati un anno impegnativo: oltre al ciclocross c’è da preparare la maturità scolastica…
Lucia Bramati 2021
Per Lucia Bramati un anno impegnativo: oltre al ciclocross c’è da preparare la maturità scolastica…
Gestisci un team con 4 ragazze di vertice: secondo te è possibile un ulteriore allargamento, magari a qualche maschietto?

Vedremo. Fino allo scorso anno avevo la gestione di Gioele Bertolini e le cose funzionavano, ma devo anche dire che, dalle prime settimane vissute, la gestione del team così com’è strutturato è… totalizzante. Le idee per il futuro sono tante e fra queste c’è anche una squadra mista, ma è presto per parlarne.

In America ti sei trovato a stretto contatto con Pontoni nella sua nuova veste: come vanno le cose fra voi due?

Ottimamente, da atleti eravamo rivali, ma fa parte del passato. Da quel che ho visto e sentito, Daniele ha già creato un clima in squadra decisamente positivo. Quando ha assunto l’incarico ci siamo parlati, mi ha chiesto di essere sincero, dirgli quando sbaglia, essere collaborativo e da parte mia c’è la massima disponibilità. L’aver aperto le porte a tutti sta creando quel sostrato di serenità che farà bene a tutti. Dobbiamo continuare così.