L’articolo sulla giornata alimentare di Davide Rebellin non è passato affatto inosservato al pubblico. Ha sollevato anche un certo dibattito. C’è chi lo ha ammirato e chi lo ha criticato, di certo l’alimentazione del corridore veneto non è per tutti.
Noi l’abbiamo sottoposta al giudizio dell’ormai nota nutrizionista del Team Novo Nordisk, Laura Martinelli, la quale lo anticipiamo non “boccia” Rebellin.
Rebellin e la sua età insolita
«Ne sento di tutti i colori – spiega la Martinelli – e sono abituata ad approcci non convenzionali. L’importante è che ognuno trovi il proprio equilibrio e credo che in qualche modo Rebellin ci sia riuscito. Partiamo col dire che con l’età si compensa meno in modo naturale, devi essere sempre più attento. E dove non arriva il fisico devi aiutarti dall’esterno. E infatti il suo modo di alimentarsi non è convenzionale, come non è convenzionale la sua età per fare professionismo».
«La sua colazione è ricca e sempre a base di cereali: quinoa, grano saraceno… che sono inusuali per un italiano. Un altro aspetto che mi ha incuriosito è che lui cena presto, il che di base non è sbagliato. Così facendo, Rebellin fa del digiuno intermittente continuato. Lui cena alle 17 e poi fa colazione verso le 6 del mattino, sono 13 ore di digiuno. Di questa pratica avevamo parlato, lui lo fa in modo blando, ma costante. Rebellin va continuamente a stimolare il metabolismo e la produzione di energia».
D’accordo sulla carne
Con la dottoressa si passa poi ad analizzare quello che è un po’ il fulcro del mangiare di Rebellin, vale a dire l’assenza di carne.
«Io – spiega la Martinelli – non sono una nutrizionista per gli estremi. Sono per la riduzione del consumo di carne, ma non per toglierla. Nella scelta della carne andrebbe valutata la provenienza: dove pascolava l’animale, come ha vissuto, cosa mangiava… In breve: andrebbe fatta una scelta qualitativa della carne dal “macellaio di fiducia”. Una scelta che a mio avviso dovremmo fare tutti, non solo i corridori. E’ una scelta sostenibile. Ma ripeto non va tolta a prescindere. Anche perché ci sono produttori e famiglie che allevano in modo corretto. Un po’ quel che avete scritto con la pasta Hammurabi. Senza contare che serve al fisico.
«In generale Rebellin non segue una dieta vegana totale. Lui ogni tanto mangia pesce ed uova e nel complesso tutto è ben gestito ed equilibrato. Il vegano deve integrare per forza con prodotti di sintesi, come la B12. Senza contare che le fonti proteiche naturali contengono carboidrati, tutte. Ed è difficile togliergli o ridurgli i carboidrati.
«Lui per esempio non scola l’acqua del riso. In quell’acqua c’è disciolto dell’amido vuol dire che vuol prendere tutti i nutrienti. Se avesse voluto perdere peso non sarebbe stato facile per lui».
Pesce e uova salvano tutto
Durante gli allenamenti abbiamo visto che Rebellin non fa uso di barrette e gel, ma preferisce utilizzare prodotti fatti in casa.
«Per me questo è un fattore collegato all’età. Per decine di anni il suo fegato è stato sottoposto ad un sovraccarico epatico, assumendo prodotti di sintesi. Quindi adesso cerca prodotti naturali. Io lo dico sempre ai miei atleti: sarebbe meglio preferire rice cake, paninetti… cose fatte in casa. E in tal senso i più reticenti sono i giovani. Essendo meno esperti preferiscono far riferimento alle classiche barrette confezionate i cui valori nutrizionali sono ben stampati sull’etichetta. E’ giusto provare in allenamento quella che sarà l’alimentazione in gara e pertanto i prodotti confezionati, ma una volta accertato che sono tollerati sarebbe meglio, almeno per me, mangiare al naturale, anche per il recupero. Preferisco dare il Parmigiano agli aminoacidi BCAA, lo yogurt greco al posto delle caseine…
«In generale – conclude la Martinelli – l’alimentazione di Rebellin è equilibrata. Se non avesse mangiato di tanto in tanto pesce e uova sarebbe cambiato tutto. Poi sì, è molto impegnativa da un punto di vista delle preparazione dei cibi e delle tempistiche, ma questo è un altro discorso. E se sta bene a lui e alla moglie che gliele prepara…sta bene a tutti!».