Bertolini scappa, Dorigoni morde, ma non basta

10.01.2021
4 min
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Due crossisti dall’estremo Nord che lottano nel profondo Sud, per prendersi la maglia tricolore. Quando uscivano dalle curve e si alzavano sui pedali, Gioele Bertolini e Jakub Dorigoni mandavano gli schizzi di fango in aria.

Dorigoni sfruttava la sua potenza sui rettilinei, Bertolini la sua agilità nel fettucciato. E così per tutta la gara, visto che già dopo poco erano in testa a controllare e a controllarsi. Eh sì, sono stati loro due gli indiscussi protagonisti dei campionati italiani di Lecce e reso la gara così entusiasmante. 

Gioele Bertolini (25 anni) in azione
Gioele Bertolini (25 anni) in azione

Controllo totale

Bertolini, tranquillo e furbo, si è visto e rivisto il percorso e tenendo fede a quanto ci aveva detto ieri ha sfruttato ogni finestra di prova. E infatti ha cambiato qualcosa proprio a ridosso del via.

«Ho deciso di abbassare le pressioni a 1.2 bar – dice il Valtellinese – dieci minuti prima del via. Alla fine il terreno ha tirato parecchio nella prima parte, ma era ancora bagnato nella seconda. Bisognava guidare con grande pulizia. Ed è quello che ho fatto. Ho cercato di essere sempre in controllo, nello sforzo e, appunto, nella guida.

«Se Dorigoni accelerava, acceleravo anche io. Non mi sono lasciato intimorire. Ho guidato con un occhio davanti e uno dietro. Ma il dogma era non fare errori».

Bertolini verso Ostenda

Per Gioele, oggi in veste Esercito, si tratta del quarto tricolore nel ciclocross.

«Per me – conclude Bertolini – era importante questa gara perché è la stagione del mio riscatto, dopo i problemi dell’anno scorso. Questa maglia di certo mi dà fiducia in vista del futuro, a cominciare dai campionati mondiali. Adesso andremo tutti in ritiro con il cittì Scotti e ci prepareremo anche per la sabbia che troveremo ad Ostenda».

Conoscendo il Bullo, se parla del futuro allora vuol dire che è più che motivato. Molto probabilmente non avrà i cavalli per tenere a bada Van der Poel o Van Aert, ma se il percorso dovesse diventare tecnico e insidioso lui saprà far valere le sue doti tecniche. E comunque dopo un tricolore si ha tutto il diritto di sognare.

Jakob Dorigoni e sullo sfondo Bertolini che scappa
Jakob Dorigoni e sullo sfondo Bertolini che scappa

Delusione Dorigoni

Uno che ha fame si vittorie come Dorigoni, non si può certo accontentare del secondo posto. L’altoatesino della Guerciotti ci credeva e ci ha provato fino in fondo. Fresco della maglia rosa nel GIC, si è presentato a Lecce con la voglia di strafare e di confermare la maglia tricolore che era sulle sue spalle.

E infatti esordisce con un: «Non sono riuscito a confermare la maglia». Il suo sguardo la dice lunga. All’inizio neanche vuole parlare. Va ai microfoni della Rai solo perché deve. Però appena dopo il traguardo una pacca sulle spalle di Bertolini da parte sua non manca.

«Purtroppo la mia gara è finita nel momento in cui sono scivolato – racconta Dorigoni – Ho speso parecchio per risalire e poi non sono riuscito a chiudere su Gioele. Non bisognava fare errori: lui ci è riuscito e io no. Sapevo che questo tracciato poteva essere molto adatto alle sue caratteristiche e che sarebbe andato forte. La differenza l’ha fatta nella guida. Forse guadagnavo qualcosina nei rettilinei, ma lui ha controllato».

Ed è vero, alla fine i due sono stati i più forti. Lo dimostra il distacco inflitto al terzo, Cristian Cominelli, a quasi un minuto.

La prova elite ha chiuso quella che è stata una vera festa, nonostante le ristrettezze imposte dal covid, altrimenti l’idea di portare il cross in città era davvero vincente.