A Siena sfreccia Kopecky, ma brilla Persico

05.03.2022
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Ancora una volta è derby Olanda-Belgio. Annemiek Van Vleuten e Lotte Kopecky. Quando l’atleta della Sd Worx taglia il traguardo i giornalisti belgi esultano. E qua e là esulta anche qualcuno in Piazza del Campo. I tifosi del Nord sono ovunque, anche alla Strade Bianche. E fa piacere. Fa piacere vedere quanto ci tengano. Si radunano alle transenne per improvvisare un coro in favore di Lotte. Si radunano loro e si radunano le atlete, le più importanti del WorldTour. Tra loro c’è anche Silvia Persico, della Valcar Travel & Service, che però non appartiene a questa categoria.

Intanto i cori per la Kopecky vanno avanti. Ci sono gli applausi per la Van Vleuten, decisamente contrariata, e gli abbracci per Marianne Vos. Proprio lei, appena esce dalle transenne, è assalita dai suoi connazionali che le chiedono foto a autografi.

Livello alto

Ma prima di arrivare a questo epilogo, tra l’altro al cardiopalma con belga e olandese che si sono prese a spallate nelle ultime curve, si è vissuta una corsa molto intensa e soprattutto molto dura. Il freddo prima e il vento poi, l’hanno fatta da padrona.

Nonostante ciò si sono presentate in 16 negli ultimi quindici chilometri e in una dozzina al triangolo rosso. Segno che il livello si è alzato. Segno che il WorldTour femminile inizia davvero a prendere quota.

E le parole di Elisa Longo Borghini (ottava) sono emblematiche: «Non sono pienamente soddisfatta di me, non lo sono mai a dire il vero, ma con il mio stato di forma va bene. Non sono al massimo, ma il ciclismo femminile è cresciuto molto e non si può più pensare di andare forte da febbraio ad ottobre. Adesso bisogna cercare dei picchi».

Ed evidentemente non è qui a Siena che Elisa aveva previsto un picco. Anche se l’atleta della Trek-Segafredo comunque non è andata assolutamente male.

Scenari stupendi nel senese. Oggi sole, vento e freddo
Scenari stupendi nel senese. Oggi sole, vento e freddo

Però la Persico!

Ma forse la notizia più bella per i colori italiani quest’oggi è riposta proprio in quella ragazza che ha “osato” intromettersi nel giro delle grandi, Silvia Persico.

L’atleta della Valcar inizia a raccontare le sue sensazioni e la sua corsa, quando al telefono ecco Davide Arzeni, il suo diesse.

«Sono contenta – ci dice con occhi soddisfatti Silvia – davvero. Quando sono arrivata all’ultimo chilometro e mi sono ritrovata con tutte queste campionesse nel drappello di testa mi sono detta: “Adesso però credici. Quello che viene, viene. Non mollare”. Ho insistito finché ho potuto, ma poi mi sono mancate le energie.

«Volevo concludere nelle dieci, lo ammetto, ma non so ancora quanto sia arrivata. Da parte mia ho dato tutto. Oggi stavo bene».

Silvia è arrivata giusto decima. Risultato centrato dunque, ma quel che conta davvero è che una prestazione così in una gara di questo livello ti dà fiducia nei tuoi mezzi, ti fa crescere. E viene dopo il podio iridato nel cross. Insomma due indizi fanno (quasi) una prova.

«Da dopo il mondiale ho qualcosa in più. Spero di continuare così, anche come squadra. Il cross aiuta in una gara simile, ma quel che conta sono le gambe. Lì si fa tutto in un’ora. Però guidando bene la bici si risparmiano un bel po’ di energie mentali sugli sterrati. Tanto più che negli ultimi 40-50 chilometri c’era tanto vento e si sono aperti dei ventagli».

«Ora so che la prossima volta posso arrivare ancora più avanti. E adesso? Adesso pensiamo al Belgio».

Silvia in realtà già ha corso lassù. Ha preso parte a tre gare e tornerà per Gp Oetingen, Ronde van Drenthe e Nokere Koerse. Non sarà presente al Trofeo Binda, proprio per ottenere il massimo in ottica Fiandre. Intanto correrà domani al Trofeo Oro in Euro a Montignoso (Massa Carrara).

Silvia leader

E dall’altra parte del telefono Arzeni cosa dice? 

«Silvia – spiega il “Capo” – è cresciuta moltissimo quest’inverno. E’ cresciuta di testa, il motore lo ha sempre avuto. Adesso sa che può stare là davanti. Ha deciso che era il momento di fare il salto di qualità. Gli altri anni poi aveva dovuto tirare spesso per le sue compagne, adesso invece ha un po’ più spazio. E anche questo conta».

In effetti la squadra è abbastanza sulle sue spalle. In due stagioni il team rosa ha visto partire campionesse come Cavalli, Guazzini, Balsamo… non è facile ripartire. Ma il gruppo è forte e le ragazze non si risparmiano mai. Anche quando le cose non vanno bene.

«Sapete che giovedì l’ho rimandata a casa? – riprende Arzeni – Silvia non stava bene. Erano un paio di giorni che aveva un raffreddore fortissimo. Mi ha detto che si sentiva la febbre e così l’ho fermata. In pratica questa settimana non si è mai allenata. Lunedì avevamo corso, martedì aveva riposato. Mercoledì dovevamo fare delle foto. Giovedì, come vi ho detto, l’ho mandata a casa e ieri ha fatto una sgambata».

«Quello di oggi è il nostro miglior risultato di sempre alla Strade Bianche. Credo che avessimo un trentesimo posto come miglior piazzamento. Siamo forti dai!».

Mondiali Persico 2022

Il mondiale di Pidcock e dell’Italia col segno più

31.01.2022
6 min
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La prima regola, nel correre un mondiale, è che devi essere pronto, innanzitutto mentalmente a saper cogliere l’occasione che ti si può proporre. In questo Silvia Persico è stata esemplare. Il suo clamoroso bronzo conquistato a Fayetteville, nei Mondiali illuminati dall’impresa di Pidcock, è figlio soprattutto di quanto successo nella seconda tornata. La gara era ancora lunga, ma Vos e Brand erano stanche di giochicchiare e hanno fatto esplodere la corsa. Da questa esplosione che ha favorito la loro fuga è nata anche una seconda coppia con l’ex iridata Alvarado e l’azzurra, bravissima a cogliere l’occasione mentre le altre, prese di sorpresa, vedevano crescere il divario. Poi l’azzurra ha saputo tenere, anzi l’olandese non le dava neanche cambi. Ma alla fine è stata punita dal destino tramite un problema meccanico che ha lanciato la campionessa tricolore verso un podio insperato.

Mondiali staffetta 2022
Il gruppo azzurro vincitore del Team Relay con Pontoni: da lui in senso orario Persico, Toneatti, Leone e Bramati (foto FCI)
Mondiali staffetta 2022
Il gruppo azzurro vincitore del Team Relay con Pontoni: da lui in senso orario Persico, Toneatti, Leone e Bramati (foto FCI)

Team Relay, una vittoria che conta

L’Italia del ciclocross torna da Fayetteville riaffacciandosi nel medagliere dopo anni. Portando a casa anche la vittoria nel Team Relay che, anche se non valeva come gara iridata, ha pur sempre un peso specifico come ogni evento di squadra, perché testimonia la bontà del movimento (e il fatto che l’Olanda non ci fosse non sminuisce di nulla la prestazione dei nostri). Pontoni chiude come meglio non poteva la sua prima stagione da cittì: «E’ una trasferta nata tra mille difficoltà ma che chiudiamo con un gigantesco segno positivo. Devo dire grazie alla federazione che ci ha supportato sempre al massimo e anche a tutti i ragazzi, quelli che c’erano e quelli che sono rimasti a casa perché tutti hanno contribuito a creare un gruppo fantastico che darà altri frutti, ne sono certo».

Tornando un attimo indietro, mentre la Vos andava a conquistare il suo ottavo titolo mondiale nel ciclocross e 13° complessivo privando la Brand del suo secondo Grande Slam consecutivo, la Persico andava a interrompere l’attesa lunga sequela di nomi olandesi occupando un posto sul podio a testimonianza di quella crescita che dovrebbe produrre risultati anche su strada come si attendono alla Valcar: «E’ un bronzo che mi ripaga di tanti sacrifici, quelli che mi hanno dato la forza di resistere e di andare a caccia di un risultato che alla vigilia sembrava un’utopia. Il mio approccio alle gare ora è più tranquillo, credo che anche questo serva».

Arriva l’acuto del “terzo tenore” Pidcock…

Si ha un bel dire che il mondiale americano era quello degli assenti e delle delegazioni ridotte. Lo spettacolo non è mancato, come anche le sorprese: chi avrebbe mai immaginato uno svizzero conquistare la gara junior maschile, dove Paletti ha retto nel gruppo di testa finché le forze lo hanno sorretto pagando poi dazio al jet lag? In fin dei conti anche la gara Elite maschile, anche se priva di Van Der Poel e Van Aert, ha dato molti spunti, premiando il terzo tenore rimasto, quel Tom Pidcock che continua a collezionare medaglie d’oro in qualsiasi disciplina, basta che ci siano due ruote…

Nel ciclocross il gioco di squadra funziona fino a un certo punto. Il Belgio (unica formazione europea al completo) ha messo Vanthourenhout addosso al britannico per proteggere Iserbyt. Sweeck e Aerts hanno svolto all’inizio un grande lavoro rintuzzando i due scatenati francesi Dubau e Venturelli per mettere i bastoni fra le ruote all’inglese. Nel 4° dei 9 giri in programma, Pidcock ha forzato su un piccolo strappo. Iserbyt si è fatto prendere di sorpresa soprattutto mentalmente, ha messo il piede a terra e la gara è finita lì. Vanthourenhout e Sweeck hanno provato a chiudere ma il ritmo era troppo alto.

Mondiali Pidcock 2022
Pidcock plana sul traguardo: è il suo 6° oro mondiale tra cross, mtb e strada
Mondiali Pidcock 2022
Pidcock plana sul traguardo: è il suo 6° oro mondiale tra cross, mtb e strada

Iserbyt, sconfitta che fa male

Una settimana prima Iserbyt faceva la voce grossa a Hoogerheide, in America è sembrato invece timoroso, troppo timido nell’affrontare la gara, anche il giro finale con l’olandese Van Der Haar, provando a staccarlo senza poi insistere e venendo infilato allo sprint. Una gara titolata è qualcosa di davvero diverso, il peso che viene dalla posta in palio rischia di schiacciarti: c’è chi riesce a gestirlo e si esalta, chi no…

Certamente Pidcock fa parte della prima categoria. Il fatto che “quei due” non ci fossero poteva accrescere il suo carico di responsabilità: «Paradossalmente ha reso tutto più difficile – ha affermato nelle interviste dopo l’arrivo – tutti si aspettavano che la gara sarebbe stata più gestibile, invece è diventato qualcosa di tattico sul quale bisognava ragionare e l’ho fatto per tutta la settimana. Siamo arrivati qui con un piano e io l’ho messo in pratica alla lettera, avendo la meglio sullo stress. Sapevo che in quel preciso momento dovevo attaccare e l’ho fatto».

Due titoli per Olanda e Gran Bretagna

La Gran Bretagna porta così a casa due titoli esattamente come l’Olanda, grazie a Pidcock (primo britannico a vincere la prova elite) e alla Backstedt, davvero imbattibile fra le juniores dove c’è stata la bellissima prova della Venturelli quinta (e chissà che cosa avrebbe potuto fare la Corvi se non fosse arrivata a Fayetteville solo poche ore prima della partenza). Il Belgio paga ancora dazio, com’era avvenuto lo scorso anno a Ostenda: evidentemente la rassegna iridata non porta molta fortuna alla nazione più forte del movimento, che ha pagato oltremisura la rinuncia di Van Aert: «Abbiamo corso la nostra migliore gara possibile e sono stati gli altri ad essere migliori – ha detto Iserbyt dopo il bronzo conquistato – Non dobbiamo essere felici ma accontentarci, gli altri erano più forti». Ma quando piazzi 6 uomini fra i primi 11, è forse un po’ poco per una nazione che aveva puntato tutto su Fayetteville…

Persico 2022

Fra tricolore e strada, ecco la nuova Persico

19.01.2022
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Il momento di fare le valigie per l’America è vicino, ma d’altro canto a smontare e montare l’interno dei trolley Silvia Persico c’è abituata, il suo inverno è stato ricco di viaggi, di gare e anche di soddisfazioni. Ora c’è una maglia tricolore da mostrare e si è visto già domenica, nella tappa di Coppa del mondo a Flamanville (FRA) come quel simbolo le abbia dato energie in più, facendola arrivare al quinto posto a un minutino dal podio, cogliendo il suo miglior risultato internazionale di sempre. «E avrebbe potuto anche essere migliore – racconta l’azzurra – ma è stata una delle gare più lunghe dell’anno e alla fine non avevo tante energie per sprintare per la quarta piazza».

Molto è cambiato per Silvia e molto è destinato a cambiare. Intanto l’approdo alla Fas Airport Services, condividendo la stagione con Lechner e Arzuffi, ossia il meglio del ciclocross italico racchiuso in un solo team, si è rivelato fondamentale per la sua crescita: «La conquista della maglia tricolore è qualcosa che non mi aspettavo ma testimonia il salto di qualità che ho fatto. Lavorare con gente d’esperienza, condividere le trasferte e gli impegni mi ha fatto crescere, ora affronto le gare con più consapevolezza, mi sento più libera di esprimermi».

Persico Flamanville 2022
A Flamanville la Persico ha colto il suo miglior risultato in Coppa, quinta a 1’33” dalla Van Empel
Persico Flamanville 2022
A Flamanville la Persico ha colto il suo miglior risultato in Coppa, quinta a 1’33” dalla Van Empel
Solitamente dopo la fine della stagione di ciclocross iniziava una fase più tranquilla per te, ma ora sei particolarmente attesa anche su strada…

A dir la verità anche nelle stagioni scorse non è che mi fermavo, la strada ha sempre fatto parte delle mie annate agonistiche. Diciamo che prima preferivo il ciclocross e nel cuore è ancora un po’ così. Privilegiavo l’inverno, non lo nego. Ora però le aspettative sono altre, sia da parte del team che anche mie, questa ritrovata sicurezza devo trasportarla su strada sapendo che godrò di maggiore libertà.

Hai già un’idea di quel che ti attende?

So che dovrò lavorare tanto, questo è sicuro… Io dico che sarà una buona stagione se avrò fortuna e potrò sfruttare questa nuova consapevolezza unita alla fiducia del team. Sicuramente appena chiusa la stagione del ciclocross tirerò diritto per sfruttare la mia condizione nelle prime prove del calendario, fino alle classiche, poi faremo il punto della situazione.

Persico tricolori 2022
A Variano di Basiliano la 24enne di Alzano Lombardo ha conquistato il suo primo tricolore
Persico tricolori 2022
A Variano di Basiliano la 24enne di Alzano Lombardo ha conquistato il suo primo tricolore
Intanto prima c’è la scadenza mondiale…

A Fayetteville vado per fare bene, centrare una Top 10 che con la concorrenza che c’è sarebbe un risultato molto importante. Considerando sia il momento che sto attraversando, sia le caratteristiche del percorso che abbiamo avuto la possibilità di provare in occasione della Coppa del mondo, credo che potrò fare bene. E’ chiaro che non sarà semplice, anche perché siamo sulla corda da molte settimane, visti tutti gli impegni internazionali, ma di semplice in questo mondo che cosa c’è?

Hai detto che dopo il Mondiale tirerai dritto, non temi di chiedere troppo al tuo fisico?

Chi viene dal ciclocross ha da una parte il vantaggio della condizione acquisita, dall’altro la maggiore fatica rispetto a chi inizia, oltretutto chiaramente dovrò saltare i primissimi impegni. Dopo la chiusura della stagione, farò una settimana di sosta per poi riprendere e andare al ritiro della squadra (la Valcar Travel & Service, ndr) in Spagna dove mi ritroverò con le compagne. Le prime gare saranno a fine febbraio, proprio per riacquisire dimestichezza con il mezzo e sfruttare la condizione.

Persico Consonni
Con Chiara Consonni, capitana da quest’anno della Valcar. Ma Silvia avrà più libertà
Persico Consonni
Con Chiara Consonni, capitana da quest’anno della Valcar. Ma Silvia avrà più libertà
Che tipo di gare preferisci su strada?

Io prediligo i percorsi abbastanza mossi, anche con strappi brevi, di un paio di chilometri, ma dove si fa fatica, perché posso sfruttare la mia esplosività. Un percorso che secondo me fa al caso mio è quello del Giro delle Fiandre, ma in passato non ho mai potuto giocare le mie carte per ragioni di squadra. E’ questo che mi piace di più della nuova situazione, la maggiore libertà per far vedere quel che valgo. Ora ci voglio provare…

Conoscendoti come crossista e stradista, ci sono tecnicamente dei punti in comune?

Difficile a dirsi, sono mezzi diversi con caratteristiche e gare diverse. Mi verrebbe da pensare che il cronoprologo sia qualcosa di abbastanza vicino al concetto di durata del ciclocross. Sicuramente però l’attività invernale dà qualcosa di fondamentale, come ad esempio la capacità di guida che è qualcosa che si migliora sempre, io ad esempio so che devo ancora lavorarci sopra.

Persico Balsamo
2011. Al Trofeo Edil Palazzolo per esordienti la Persico è battuta solo da una certa Elisa Balsamo…
Persico Balsamo
2011. Al Trofeo Edil Palazzolo per esordienti la Persico è battuta solo da una certa Elisa Balsamo…
Ci hai detto delle tue aspirazioni per il Fiandre: quali sono le gare, a parte quella dei muri, che ti piacciono di più?

Potreste pensare a quelle belghe, invece in generale prediligo molto le prove spagnole, come la Vuelta a Burgos, oppure il Giro del Lussemburgo. Sono gare che si attagliano perfettamente alle mie caratteristiche, come un vestito su misura. Poi c’è la Roubaix: volevo tanto farla nel 2021, ma con lo spostamento si è andata a sovrapporre alla stagione di ciclocross: non potete sapere quanto sono curiosa di affrontarla…

Variano, tricolori elite: brindano Persico e Dorigoni

09.01.2022
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Il ghiaccio si è trasformato in fango. E nel fango i corridori fanno fatica a stare in piedi. Anche ieri le gare del pomeriggio si erano corse in insidiosi toboga, ma oggi per gli elite sembra che la melma sia persino più scivolosa.

La maglia tricolore se la portano a casa Silvia Persico e Jakob Dorigoni, entrambi con gare dominate dall’inizio alla fine, complice un po’ di sfortuna dei rivali, che però fa da sempre parte del pacchetto.

Podio e abbraccio

Fra le donne certi gesti sono più ricorrenti. E così, mentre Silvia Persico sta per scendere dal podio con la medaglia al collo e il tricolore indosso, dal cancello irrompe sotto al palco Alice Maria Arzuffi, che ha appena concluso la gara. Lascia la bici sull’asfalto e si protende verso il palco, mentre Persico e Lechner si chinano per abbracciarla. E’ un gesto di forte intensità.

«E’ stato un momento importante – conferma Silvia Persico – l’anno scorso glielo avevo dato io perché a me le cose non erano andate bene. Quest’anno ci siamo scambiate. Sapevo che sarebbe stata un’avversaria importante, però non so cosa le sia successo. Siamo amiche anche fuori dal ciclismo».

Eva Lechner è una sua compagna di squadra alla FAS Airport Services, anche se oggi correva con la maglia dell’Esercito. Dopo l’arrivo si sono scambiate battute e abbracci.

Arzuffi arriva sotto al podio, Lechner e Persico si chinano per abbracciarla
Arzuffi arriva sotto al podio, Lechner e Persico si chinano per abbracciarla

Lechner, soprattutto amica

«Sapevo che Eva sarebbe stata un’avversaria importante – dice Silvia – nonostante fossimo compagne di squadra. Con lei mi trovo molto bene, proviamo sempre insieme i percorsi. Quando mi è tornata sotto, sono ripartita di nuovo, riprendevo margine, ma sbagliavo. Così ho capito di dover fare le cose con calma e mantenere la tranquillità, perché stavo molto bene. Ho voluto dimostrare che Silvia Persico c’è e speriamo di continuare sino a fine stagione. Questa squadra mi dà serenità. Siamo quattro ragazze molto unite, con un’amicizia che va oltre il ciclismo. Quando c’è bisogno, ci siamo l’una per l’altra. Sono alla Valcar da quando avevo 12 anni, devo ringraziare Valentino Villa per questo. E la maglia tricolore vale davvero tanto, è un punto di partenza. Spero di continuare così e di portarla in giro per il mondo».

Tecnica e sfortuna

Fra gli uomini si va di pugni e strette di mano. La corsa la stava guidando Filippo Fontana, autore del giro più veloce del campionato italiano, ma a causa di un salto di catena e di una foratura, il ventunenne veneto si è ritrovato a inseguire senza riuscire più a ripetere i tempi di inizio corsa. E così Dorigoni, che ha avuto i suoi problemini in avvio di gara, ha preso il largo e non si è più voltato.

«La maglia tricolore è un simbolo molto importante – dice l’altoatesino della Guerciotti – in tutto il mondo si conoscono le tre strisce. E’ molto bello vincere, soprattutto il campionato italiano che è una delle gare cruciali della stagione. Al mattino il fondo era ghiacciato e man mano che usciva il sole, si scioglieva, ma sotto c’era ghiaccio. E’ stato davvero insidioso, in più Pontoni ha disegnato un percorso molto duro. C’era da scegliere se andare in bici e correre a piedi, bisognava stare attenti alla guida. Era molto completo».

Menare, scattare, correre…

«Secondo me oggi ho guidato molto bene, ma anche Filippo (Fontana, ndr) guida molto pulito. Per vincere, bisognava essere completi, menare, scattare, correre, però anche saper guidare. Ed è stato importante anche andare sul sicuro. Gomme da fango e su certi pezzi scendere a piedi e correre. Ho avuto anche io i miei problemi, ma sono riuscito a superarli».

Terzo fra gli elite è stato Nicolas Samparisi, fratello di quel Simone con cui ieri avevamo parlato della bicicletta KTM di Francesca Baroni, che ha chiuso all’ottavo posto. I camper si allontanano, presto Variano sprofonderà nel gelido silenzio dell’inverno. Il baccano delle motoseghe che salutavano il passaggio dei corridori si è spento. Da stasera i tricolori hanno cambiato padrone.

La Cannondale SuperSix EVO del Team FAS messa alla frusta

06.12.2021
6 min
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Questo progetto è la conferma che il ciclocross e il gravel racing possono convivere e condividere una sola bicicletta. La Cannondale SuperSix EVO CX è la versione dedicata agli specialisti del cx, grazie ad un allestimento dedicato e a geometrie (nominate OutFront) che hanno poco da invidiare alle biciclette “cx only” e di sicuro non è un mezzo pensato nell’ottica del bikepacking. Il frame-kit è in comune con la versione SE (gravel) ed è la bici utilizzata in gara da quest’anno dalle ragazze della FAS Airport Services, sponda nel cross della Valcar&Travel Services, su cui corrono quindi Eva Lechner, Alice Maria Arzuffi, Silvia Persico e Lucia Bramati. Entriamo nello specifico del test.

L’angolazione dell’immagine permette di vedere anche le forme delle tubazioni
L’angolazione dell’immagine permette di vedere anche le forme delle tubazioni

SuperSix EVO CX, le sue peculiarità

Il telaio si basa sulla costruzione monoscocca ed è full carbon. Non utilizza il tessuto composito in alto modulo (HM), ma quello standard. L’impatto estetico e il design nel suo complesso, unito allo shape delle tubazioni, ricorda da vicino la sorella stradale Cannondale SuperSix Evo.

I profilati sono voluminosi, mai eccessivi, con un avantreno più muscoloso e un posteriore più “sottile”, un abbinamento mai banale e gratificante. Siamo nel ciclocross e il concept risulta moderno. I tubi hanno la sezione frontale arrotondata (soluzione mutuata dalla versione road), mentre il lato che non impatta nello spazio ha il profilo tronco.

Il fango blocca la ruota? Problema risolto

E poi c’è il carro ribassato, con l’innesto allargato dei foderi obliqui. Tradotto: tanto spazio tra i due pendenti e la gomma. L’ampia luce di passaggio c’é anche nel comparto anteriore, nella forcella (tutta in carbonio). Davanti e dietro scorrono pneumatici fino a 45c di sezione (mica male, pensando ai tracciati con tanto fango e alle gomme larghe che si usano nel gravel). Rimanendo in questa parte della bici e sempre in merito alla forca, ha un rake di 5,5 centimetri: aperto.

In un certo senso contrasta con l’angolo dello sterzo che è piuttosto chiuso (e infatti, la faccia e lo sguardo sono sempre perpendicolari allo sterzo, un bel vantaggio per chi ama la bici reattiva sull’avantreno). Ovviamente la considerazione è da rapportare taglia per taglia. Questa combinazione però, ha dei vantaggi in termini di guidabilità nello stretto e in fatto di stabilità.

Cinque taglie, dalla 46 alla 58

Qui entrano in gioco anche i foderi bassi del retrotreno che adottano il protocollo Save: sono muscolosi e molto corti (solo 42,2 centimetri) sagomati e asimmetrici, dissipano a dovere e si innestano nella scatola del movimento centrale che è larga 83 millimetri. La guarnitura One è in alluminio con perno da 30 di diametro.

La Cannondale SuperSix EVO CX è disponibile in cinque taglie, dalla 46 alla 58, tutte con ruote da 700c. L’allestimento è uno, così come l’accostamento dei colori. Il prezzo di listino è di 4.199 euro.

Le nostre impressioni

Non abbiamo avuto modo di testare la Cannondale SuperSix EVO SE, “solo” la cx in questione, sta di fatto che questa bicicletta ha un carattere racing e non fa nulla per nasconderlo. Race certo, ma con un approccio molto moderno, dove l’estremizzazione della rigidità diventa un limite.

E’ leggera, perché 8,3 chilogrammi (8,27 per la precisione e abbiamo provato la taglia 51) sono pochi, anche in considerazione dell’allestimento (e si può limare ancora molto), è agile davanti ed è parecchio veloce nei cambi di direzione. E’ una bella arma da sfruttare nei passaggi stretti e in quei punti che assomigliano più a singletrack, che non a fettucciati.

Leggera, ma non nervosa

Nonostante questo, non l’abbiamo “sentita” eccessivamente rigida, anzi, la sua capacità di copiare il terreno è un fattore da capire prima e da sfruttare poi. Anche il carro segue questa sorta di fil rouge, deciso nelle forme e mai eccessivamente brioso nelle risposte: il comfort ne guadagna.

Molto buono a nostro parere il valore dell’altezza del movimento centrale da terra: 28 centimetri (28,2 per la misura più grande). I valori di reach e stack sono in linea con le taglie, considerando i moderni sviluppi che prevedono attacchi manubrio ridotti. Questo non è un fattore secondario, che facilità la scelta della taglia più consona anche a chi arriva dalla strada e dal gravel puro.

Noi l’abbiamo testata e messa sotto torchio alla nostra maniera, ma ora sentiamo chi la bicicletta la utilizza nel contesto agonistico di primo piano.

Eva Lechner (a sinistra) con la SuperSix Evo CX
Eva Lechner (a sinistra) con la SuperSix Evo CX

Una 51 per Eva Lechner

Eva Lechner: «Mi trovo davvero bene e non lo dico solo perché è la bicicletta del team. Fin da subito ho avuto delle ottime sensazioni di guida di fitting ottimale in sella. Uno dei grossi vantaggi è il suo peso ridotto, al tempo stesso è stabile. Per darvi un riferimento, io utilizzo una taglia 51 e nella configurazione gara uso i tubolari: dico questo perché anche la geometria e la componentistica sono importanti».

La Persico al Trofeo Guerciotti 2021
La Persico al Trofeo Guerciotti 2021

Persico: «La più reattiva»

«Utilizzo Cannondale da cinque anni – spiega Silvia Persico – per me è una bella fortuna, perché le bici sono belle e performanti. A mio parere, questa SuperSix EVO CX  è la più reattiva della gamma. Sotto alcuni punti di vista è superiore anche alla SuperX che utilizzavo l’anno scorso. E’ molto briosa, reattiva e veloce. Tenete presente che in allenamento uso le gomme con la camera d’aria, mentre in gara i tubolari. La vedo anche in un contesto gravel racing, anche se onestamente non ho dei riferimenti precisi, in riferimento a questa categoria di bici».

Trofeo Guerciotti, nuova sede, diluvio e brindisi finale

01.11.2021
5 min
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Freddo, nebbia e pioggia. Tantissima, incessante. Terra, erba e fogliame che diventano fango. Insomma il clima ideale del ciclocross. E non poteva essere altrimenti per il battesimo nel Parco del Po a Cremona – per un giorno, con condizioni del genere, enclave del Belgio – del 42° Gran Premio Mamma e Papà Guerciotti.

Dopo tante edizioni all’Idroscalo di Milano, gli argini del grande fiume hanno fatto da cornice ad un evento atteso e che, nella nuova location, sperava di diventare ancora più importante. Ad anticipare le gare del pomeriggio – junior, donne e uomini elite – si è disputato al mattino il Memorial Baccin e Baraldi, riservato ai più giovani e agli amatori.

Ora la palla passa a Pontoni che dovrà fare le convocazioni per gli europei del prossimo weekend (foto Billiani)
Ora la palla passa a Pontoni che dovrà fare le convocazioni per gli europei del prossimo weekend (foto Billiani)

Paletti cresce

Tra gli junior si è imposto Luca Paletti (Team Paletti), figlio d’arte di Michele (ex pro’ di Ariostea e Mapei) che ha colto la sua quinta vittoria consecutiva in questo inizio di stagione di ciclocross, mentre tra le donne Silvia Persico (Fas Airport Service) ha superato Sara Casasola (Dp66 Giant Smp) e Gaia Realini (Selle Italia Guerciotti). Nella gara elite maschile doppietta della Selle Italia Guerciotti con Jakob Dorigoni ed il tricolore Gioele Bertolini (davanti a Filippo Fontana del CS Carabinieri) che così si riscattano dopo il loro patatrac del giorno prima a Brugherio (si erano ostacolati nel finale) che aveva favorito la vittoria di Davide Toneatti, oggi giunto quarto.

Gaia Realini, terza al Guerciotti dietro Silvia Persico e Sara Casasola, parla del cross, della strada e del suo futuro

Soddisfazione Persico

Al termine delle premiazioni abbiamo avvicinato Silvia Persico, reduce dal nono posto ottenuto sabato scorso in Belgio ad Overijse nella prova di Coppa del mondo (vinta dalla ungherese Blanka Vas).

«Sono soddisfatta – dice – perchè è la prima vittoria nel ciclocross. Volevo fare bene perché arrivo da un periodo con un buon colpo di pedale. Sono partita un po’ malino, ho cercato di prendere le prime posizioni fino a raggiungere la ruota di Sara Casasola, che nel frattempo aveva preso un po’ di margine. Quando l’ho recuperata ci siamo date dei cambi a tirare. A due giri dalla fine ho provato ad allungare da sola, ma sono rimasta bloccata da un problema meccanico. Sara mi ha ripassato e sono arrivata ai box correndo per cambiare bici. Mi sono rimessa al suo inseguimento fino a riprenderla nuovamente.

Il cross di Brugherio è stata una parentesi sfortunata per gli atleti del team Selle Italia-Guerciotti (foto Billiani)
Il cross di Brugherio è stata una parentesi sfortunata per gli atleti del team Selle Italia-Guerciotti (foto Billiani)

«Nelle ultime curve l’ho passata prima di fare lo sprint, anche se ero tranquilla perché sapevo che forse sarei stata un po’ più veloce di lei. Con il fango che si è creato, l’argine è diventato molto selettivo però io avevo già corso in questo parco in passato in una tappa del Trofeo Lombardia-Piemonte. E’ un circuito misto che richiama uno belga e anche quello dell’Idroscalo. Ora aspetto la convocazione ufficiale per l’europeo però spero di essermela guadagnata con la vittoria di oggi. Vorrei fare bene anche qui in Italia, in Val di Sole, il 12 dicembre nella prova di Coppa del mondo. Poi guarderò per un eventuale mondiale prima di iniziare a pensare alla strada».

Surplace Guerciotti

La doppietta della Selle Italia Guerciotti è figlia di ciò che era accaduto ventiquattro ore prima. Jakob Dorigoni negli ultimi cento metri rallenta, si volta indietro per vedere dov’è Gioele Bertolini e quasi fa surplace prima della linea per attenderlo. Il campione italiano arriva e trova la mano tesa del suo compagno per tagliare il traguardo assieme, mettendo a tacere i malumori del giorno prima. 

«A Brugherio – spiega Dorigoni – è stata una giornata sfortunata, con errori, non positiva. Noi cerchiamo sempre di dare spettacolo ed il meglio per la squadra, però non è andata bene. Qui a Cremona invece abbiamo cercato di aiutarci e quando Filippo Fontana ha commesso l’errore, io ho provato ad allungare un po’ per tirare il collo a tutti gli altri. Nel finale poi Gioele è partito e l’ho aspettato proprio negli ultimissimi metri per conquistare la vittoria a braccia alzate assieme. L’avrei lasciata molto volentieri a lui visto l’errore di ieri, ma l’importante che abbiamo vinto come squadra.

Sara Casasola si è arresa soltanto alla maggior potenza di Silvia Persico in volata
Sara Casasola si è arresa soltanto alla maggior potenza di Silvia Persico in volata

«Il percorso era piuttosto simile a quello tradizionale dell’Idroscalo, ci siamo divertiti sotto la pioggia. Certo, durante le prove e nel riscaldamento diventa tutto più difficile. Però facendo un’ora a tutta ci scaldiamo. Un meteo così fa la differenza nel pre-gara. Credo che sia io che Bertolini ci siamo guadagnati la convocazione per l’europeo ma è importante fare un passo alla volta e fare bene in campo internazionale».

Valcar 2021

Bramati, ecco il primo bilancio in casa Fas-Valcar

29.10.2021
4 min
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La stagione per Luca Bramati è ormai entrata nel vivo e le giornate del vecchio campione bergamasco vanno avanti a un ritmo quasi infernale, tra allenamenti delle sue ragazze e preparazione delle continue trasferte. L’attività della Fas-Valcar, com’era stato stabilito all’atto della costituzione del team “figlio” di quello della strada, ha una forte impronta internazionale, confermando quell’immagine di team “quasi professionistico” al quale si pensava.

La formazione lombarda ha anche preso parte alla lunga trasferta americana, cedendo Alice Maria Arzuffi alla nazionale ma portando oltreoceano le altre tre ragazze: Eva Lechner, Silvia Persico e Lucia Bramati e i risultati nel complesso sono stati davvero soddisfacenti: «Portare un team al completo dall’altra parte dell’Atlantico, soprattutto in questo periodo, non è facile, ci siamo dovuti adattare, per fortuna la Cannondale ci ha messo a disposizione un bravissimo meccanico che ci ha dato una grossa mano».

Eva Lechner è riuscita anche a centrare una Top 10 e farlo al cospetto di tante olandesi non è mai facile…

Il suo bottino poteva anche essere più cospicuo, ma nella prima gara ha subìto un incollaggio di un tubolare che l’ha fortemente frenata. Eva sta vivendo un buon periodo, è calma e serena mentalmente e quando è così rende di più, considerando poi che siamo ancora a inizio stagione non può che migliorare.

Bramati Honsinger 2021
Lucia Bramati in gara a Waterloo, alle sue spalle la campionessa americana Honsinger
Bramati Honsinger 2021
Lucia Bramati in gara a Waterloo, alle sue spalle la campionessa americana Honsinger
Di Silvia Persico, considerata sempre la numero 3 del panorama nazionale che cosa puoi dire?

I risultati parlano per lei, ha già mostrato di aver fatto un salto di qualità. Sia in America ma ancor più al suo ritorno in Europa, si è attestata nella Top 15 e ha ridotto il gap dalle più forti, è un miglioramento cospicuo e costante che mi rende molto fiducioso.

Per tua figlia Lucia è stata la trasferta più lontana…

Una bellissima esperienza, che ha vissuto con tanta emozione. Si è ritrovata a 18 anni a competere fra le grandi, qualcosa di inaspettato, poi considerando come hanno lavorato gli americani sembrava un immenso paese delle meraviglie… Lei però si è adattata bene e non si è fatta per nulla intimorire. Poi, in Europa, è stata anche ottava di categoria e si è ritrovata un bel premio in denaro…

A proposito di America, anche a te il percorso dei mondiali è piaciuto come a Pontoni?

Altroché! E’ stato una bellissima sorpresa. Sapevo che ci avevano investito tanto, ma quando ti trovi almeno 3 chilometri di percorso costruiti dal nulla, tutti con terra riportata rimani esterrefatto e pensi a come sia possibile una cosa del genere venendo dalla nostra realtà. Hanno speso cifre che per noi sono inimmaginabili.

Valcar Waterloo 2021
Nel gruppo di Bramati si è subito instaurato un bel clima, che dà fiducia per il resto dell’annata
Valcar Waterloo 2021
Nel gruppo di Bramati si è subito instaurato un bel clima, che dà fiducia per il resto dell’annata
Alla vigilia della stagione l’approdo della Valcar nel mondo del ciclocross era visto come una grande scommessa. Dopo le prime esperienze come funziona la convivenza?

Benissimo, come da accordi, anzi ancora meglio. Nello scorso fine settimana, ad esempio, il patron Arzeni era in Olanda per le gare del team su strada, alla domenica ci ha raggiunto a Zonhoven per la tappa di Coppa del Mondo mettendosi a completa disposizione. Sono due realtà diverse, lo avevamo detto ma su queste basi si può davvero lavorare bene e tanto.

Torniamo un attimo a parlare di Lucia: nel suo caso devi rivestire una doppia funzione, quella di tecnico e padre…

Infatti per lei gestire l’attività è più difficile che per le altre, basti pensare che domenica siamo arrivati a casa all’una e mezza e alle 7 era già in piedi per andare a scuola. Devo dire però che da parte mia non è necessario esserle di sprone, è davvero responsabile e concentrata in entrambe le attività, a scuola il suo rendimento è più che soddisfacente, sa che questo è l’anno della maturità e serve grande concentrazione.

Lucia Bramati 2021
Per Lucia Bramati un anno impegnativo: oltre al ciclocross c’è da preparare la maturità scolastica…
Lucia Bramati 2021
Per Lucia Bramati un anno impegnativo: oltre al ciclocross c’è da preparare la maturità scolastica…
Gestisci un team con 4 ragazze di vertice: secondo te è possibile un ulteriore allargamento, magari a qualche maschietto?

Vedremo. Fino allo scorso anno avevo la gestione di Gioele Bertolini e le cose funzionavano, ma devo anche dire che, dalle prime settimane vissute, la gestione del team così com’è strutturato è… totalizzante. Le idee per il futuro sono tante e fra queste c’è anche una squadra mista, ma è presto per parlarne.

In America ti sei trovato a stretto contatto con Pontoni nella sua nuova veste: come vanno le cose fra voi due?

Ottimamente, da atleti eravamo rivali, ma fa parte del passato. Da quel che ho visto e sentito, Daniele ha già creato un clima in squadra decisamente positivo. Quando ha assunto l’incarico ci siamo parlati, mi ha chiesto di essere sincero, dirgli quando sbaglia, essere collaborativo e da parte mia c’è la massima disponibilità. L’aver aperto le porte a tutti sta creando quel sostrato di serenità che farà bene a tutti. Dobbiamo continuare così.

Bramati Luca Lucia

Bramati e il progetto Valcar: «Abbiamo grandi ambizioni»

26.08.2021
4 min
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«Ma da chi avete saputo la notizia?». Luca Bramati, intento a gestire il suo stand Trinx nel villaggio dei Mondiali Mtb in Val di Sole, accoglie in maniera un po’ inattesa le domande sul suo nuovo incarico alla Valcar. La formazione dedita al ciclismo su strada, che sta facendo molto bene pur non essendo tra le squadre WorldTour, differenzierà il suo impegno nel 2022 aprendo una nuova sezione dedicata al ciclocross e toccherà al medagliato mondiale il compito di gestirla, ma soprattutto di dare vita a un nuovo progetto, molto ambizioso.

«Con Valentino Villa ci conosciamo praticamente da sempre – afferma il team manager bergamasco – il primo anno hanno anche usato le bici con il mio marchio. Durante l’estate mi ha proposto l’idea di allargare l’impegno societario anche al ciclocross, ma aveva bisogno di qualcuno che gestisse la squadra nella sua completezza, per permettergli di avere un po’ di riposo prima che riprenda l’attività su strada. Saremo due entità separate, anche se Arzuffi e Persico svolgeranno entrambe le attività».

Arzuffi 2021
Alice Maria Arzuffi, dopo una buona stagione su strada punta a un grande inverno
Arzuffi 2021
Alice Maria Arzuffi, dopo una buona stagione su strada punta a un grande inverno

Un po’ di strada per Lucia

Il gruppo è composto da 4 ragazze: con Alice Maria Arzuffi e Silvia Persico che erano già nel team su strada affluiscono Eva Lechner e Lucia Bramati (nella foto di apertura di qualche anno fa con il papà) provenienti dalla Trinx: «In questo modo sarà più semplice gestire la squadra: nell’ultima stagione di ciclocross Eva e Lucia correvano con un team professionistico belga, ma quella realtà è troppo diversa dalla nostra, lì le atlete sono solo numeri, noi siamo abituati a seguirle di più, a coccolarle. Poi continueranno la loro stagione nella Mtb sempre con il marchio Trinx».

Questo cambiamento ha in sé i prodromi di un passaggio della talentuosa Lucia alla strada? Bramati ci pensa un po’, poi ammette: «Finora ha fatto una sola gara su strada, ai Campionati Italiani allieve finendo ventesima senza avere alcuna esperienza. E’ stata una mia scelta, avevo troppa paura. Ora che sta crescendo vedo che ha la testa giusta e proverà anche la strada, ma intendo farle fare gare dove c’è molta salita, perché sono convinto che è lì che può emergere».

Persico 2021
Da Silvia Persico ci si attende molto nel ciclocross, le possibilità ci sono tutte
Persico 2021
Da Silvia Persico ci si attende molto nel ciclocross, le possibilità ci sono tutte

Squadra pro’ all’italiana…

Luca parlava di un’esperienza belga conclusa non positivamente, ma che ha comunque lasciato qualcosa, soprattutto in termini di idee. Il progetto Valcar non è solo un team di 4 ragazze, ma qualcosa che va al di là e che deve tendere alla costruzione di un team professionistico: «Io sono convinto che possiamo crearlo anche nella nostra realtà, ma alle nostre condizioni. Significa che non ci sono solo io e 4 ragazze, ma c’è una struttura dietro: due meccanici belgi deputati alle gare all’estero, due per le prove italiane che saranno impiegati anche di rinforzo nelle principali trasferte, un massaggiatore fisso, addirittura un bus parcheggiato in Belgio che ci servirà per le prove internazionali. Vogliamo fare le cose per bene e anche per questo abbiamo deciso di coinvolgere solo 4 ragazze per ora, per seguirle al 100%».

L’inizio della stagione è alle porte, Bramati ha già preparato la trasferta negli Usa per le prime prove di Coppa del mondo: «Andremo per raccogliere subito un po’ di punti, poi il resto della stagione sarà tutto da costruire. Parliamoci chiaro: il calendario così concepito è assurdo, con 17 prove di Coppa, gli altri circuiti internazionali, tantissime gare italiane, ci sono mille sovrapposizioni e dovremo fare delle scelte. E’ stata, quella dell’Uci, una scelta disastrosa perché non abbiamo ingaggi, seguire il calendario è molto dispendioso. Vedremo come andranno le prime prove e poi faremo i nostri conti».

Lechner 2021
Eva Lechner, dopo il 25° posto a Tokyo in Mtb, prepara il Mondiale in Val di Sole in programma sabato
Lechner 2021
Eva Lechner, dopo il 25° posto a Tokyo in Mtb, prepara il Mondiale in Val di Sole in programma sabato

Cannondale nel cross

Le ragazze svolgeranno comunque tutta la stagione ciclocrossistica per poi separarsi per i rispettivi destini, esattamente come faranno ora, ricongiungendosi per la trasferta americana: «Arzuffi e Persico hanno staccato un po’ per recuperare man hanno ancora degli impegni su strada, lo stesso dicasi per la Lechner, che dopo Tokyo ha mollato un po’ saltando gli Europei di Mtb, ora è qui in Val di Sole per i Mondiali con una condizione tutto sommato buona, vedremo che cosa potrà fare. Poi si comincerà a pensare al ciclocross».

Il percorso della Valcar è in divenire, in questi giorni dovrebbe arrivare l’abbigliamento, intanto Luca Bramati tiene a sottolineare un importante aspetto tecnico, lavorando di fatto per due team: «Con la Valcar utilizzemo bici Cannondale, la Trinx non è interessata al ciclocross quindi con essa andrò avanti per la Mtb. Anche questo conferma che si tratta di due realtà distinte». Messaggio ricevuto, ora la parola passa ai prati…

Italiano donne: obiettivo anticipare salite (e Longo Borghini)

16.06.2021
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Sicuramente le ragazze non avranno tempo di godersi l’azzurro del mare alle porte dell’alto Salento e al tempo stesso la bellezza delle alture di Alberobello. Magari lo faranno con più calma al termine del campionato italiano. Eh sì, perché quest’anno la maglia tricolore si assegna in Puglia e più precisamente tra Monopoli e Castellana Grotte.

Proprio da quelle parti questo inverno la Valcar di Davide Arzeni, di Elisa Balsamo e di Silvia Persico aveva fatto il suo ritiro invernale e con il team blu-fucsia andiamo a scoprire il percorso che vedrà impegnate le ragazze domenica prossima.

L’altimetria dell’italiano donne: 143,2 chilometri e 1.654 metri di dislivello
L’altimetria dell’italiano donne: 143,2 chilometri e 1.654 metri di dislivello

Persico verso l’italiano

«Io – dice Silvia Persico – non sono stata moltissimo con il resto della squadra perché ero impegnata con la nazionale in vista dell’altro campionato italiano quello di ciclocross, ma ricordo degli strappi abbastanza impegnativi, che sicuramente renderanno difficile la corsa soprattutto se saranno affrontati ad alta velocità. Potranno frazionare il gruppo. Non mancano poi le curve. A me piacciono, non ho problemi, ma qualche svolta può essere insidiosa».

Ma forse a preoccupare più di tutto Silvia Persico è la distanza: «Il percorso misura oltre 140 chilometri, una distanza un bel po’ più lunga di quelle che stiamo affrontando solitamente che si attestano sui 120. E non è una cosa da sottovalutare».

Silvia Persico trionfa all’Euganissima Flanders
Silvia Persico trionfa all’Euganissima Flanders

Obiettivo anticipare 

Eppure Silvia dovrebbe essere contenta visto che viene proprio da una vittoria. La ragazza bergamasca infatti ha alzato le braccia al cielo nella Euganissima Flanders, una nuova corsa nel padovano.

«Negli ultimi due giri – racconta Silvia – è andata via la fuga decisiva, ma già prima ero nel drappello delle attaccanti. Volevo anticipare un po’ e sono scattata prima della salita. Nel penultimo passaggio sono rimasta davanti con Giorgia Bariani della Top Girls Fassa Bortolo, poi però dopo la scalata con me non c’era più lei ma la sua compagna Debora Silvestri. Siamo andate via insieme e in volata ho avuto la meglio io.

«La squadra ha lavorato per me. Vengo da due settimane in cui mi sento bene. A cosa paragonerei il percorso dell’italiano in Puglia? Ad un Fiandre, ma con le debite proporzioni».

E Silvia Persico farà proprio come detto in apertura: dopo il campionato italiano, andrà a La Course in Francia e poi: «Tornerò in Puglia, in Salento… ma per le vacanze. Col fatto del ciclocross non stacco praticamente da un anno. E infatti poi riprenderò la preparazione anche per il cross. Ho bisogno di riposare!».

Solo in un paio di punti gli strappi del percorso superano il 10%, per il resto è molto filante
Solo in un paio di punti gli strappi del percorso superano il 10%, per il resto è molto filante

Occhio alle tattiche

E la tattica adottata dalla Persico alla Euganissima Flanders potrebbe essere molto simile a quella che ipotizza il suo diesse Davide Arzeni.

L’imperativo è non portare Elisa Longo Borghini ai piedi dell’ultima salita. Chiaramente non è nulla di personale, semplicemente l’atleta della Trek-Segafredo è la più forte. «Si tratta di una salita di quattro chilometri, che tra l’altro una volta raggiunta la cima, non scende; resta in quota e va verso l’arrivo. Credo – dice Arzeni – che più di qualche squadra vorrà cercare di anticipare, per questo mi aspetto molti attacchi».

Inoltre bisogna considerare non solo le squadre dei team “privati”, ma anche i gruppi sportivi. Le Fiamme Azzurre di Tatiana Guderzo, data in grande spolvero, potrebbero essere le migliori alleate della Valcar ma anche di coloro che vogliono anticipare. E creare scompiglio.

«Senza contare che sono previsti 35 gradi e questo inciderà non poco», aggiunge Arzeni che durante il ritiro quelle strade le ha studiate a menadito. Mentre una costante che dovrebbe non esserci, previsioni alla mano, è il vento: dato inferiore ai 20 chilometri orari.