Villa e una Nations Cup vissuta in emergenza

22.03.2023
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Dopo le prime due tappe di Nations Cup su pista è il momento di fare un primo punto della situazione con Marco Villa. Siamo nel pieno delle qualificazioni olimpiche ed ogni trasferta assume un significato particolare in base alla corsa ai posti per Parigi 2024, ma il tecnico azzurro più che alla classifica guarda alle contingenze, legate al calendario dei suoi ragazzi intriso di impegni su strada. Bisogna fare di necessità virtù e non è facile.

Le due trasferte, a Jakarta e Il Cairo, non hanno portato grandi risultati, soprattutto con i quartetti ma Villa questo lo sapeva già: «Abbiamo dovuto affrontare queste trasferte in emergenza, facendo la conta degli elementi a disposizione, ma sinceramente speravo meglio. Per due volte in campo maschile siamo finiti fuori in qualificazione, ma abbiamo pagato problemi superiori a quelli che mi aspettavo e in una situazione già difficile, ci siamo trovati in ulteriori difficoltà anche se naturalmente non sono rimasto contento».

Tanti problemi per Villa nella gestione della Nations Cup. Anche in Canada ci sarà un team rimaneggiato
Tanti problemi per Villa nella gestione della Nations Cup. Anche in Canada ci sarà un team rimaneggiato
Che cosa è successo?

A Jakarta doveva venire con noi Pinazzi, ma la sera prima si è accorto di avere un problema con il passaporto e quindi non è potuto partire. Al Cairo Mattia sapeva di non poter venire essendo già stato precettato da Amadori per alcune trasferte azzurre su strada, è venuto con noi Boscaro, ma il giorno prima della gara ha avuto una crisi di asma da sforzo, non avendo preso le medicine prescritte e il medico ha sconsigliato il suo impiego. Non posso negare che siamo andati male, il vento freddo e la pista all’aperto non ci hanno aiutato. Ora resta la terza prova, speriamo di far meglio, avremo finalmente Pinazzi, ma non avremo un quartetto per i primi 4 posti.

In campo femminile le cose sono andate meglio…

Il quinto posto del Cairo è un bel risultato, considerando che mancavano quasi tutte le titolari e abbiamo inserito giovani come Crestanello e Vitillo che si sono ben disimpegnate. A Milton a differenza dei maschi avremo quasi tutte le più forti e quindi andremo per far bene.

Uno dei due podi azzurri in Egitto, grazie a Michele Scartezzini terzo nell’eliminazione
Uno dei due podi azzurri in Egitto, grazie a Michele Scartezzini terzo nell’eliminazione
Sui social molti si sono allarmati pensando al ranking olimpico e alla qualificazione per Parigi 2024: la situazione ti preoccupa?

La vittoria all’europeo ci pone in una situazione di tranquillità, oltretutto saranno 10 i quartetti qualificati, noi abbiamo una vittoria e due noni posti. Il problema non è la qualificazione, ma la posizione nel ranking. A me non piace andare nelle gare che contano davvero e partire per primi, secondi o terzi, voglio potermi regolare sulla base di quanto hanno fatto gli altri, quindi dovremo risalire la china. C’è un mondiale a punteggio doppio, nel 2024 ci saranno europei e altre due prove di Nations Cup. Io guardo all’aspetto complessivo, lì non dovremo sbagliare.

Il quartetto femminile francese in trionfo a Il Cairo. Per le azzurre un quinto posto non disprezzabile
Il quartetto femminile francese in trionfo a Il Cairo. Per le azzurre un quinto posto non disprezzabile
Chi non è avvezzo alle dinamiche del quartetto può pensare che sia troppo dipendente dal valore dei singoli: se Ganna e Milan non ci sono, si perde troppa qualità…

E’ vero solo in parte. Se non ci sono i titolari bisogna reinventare il quartetto e non è facile. Trovare chi fa la partenza, chi è secondo a tirare che è un ruolo molto delicato. Quando Ganna e Milan sono in gara, le loro trenate consentono agli altri di recuperare, Lamon ad esempio senza di loro è chiamato a un lavoro molto diverso. Cambiano tutti i meccanismi ma questo lo sappiamo. Io però mi aspetto che i giovani si mettano in gioco, mostrino entusiasmo per trovare spazio e non si sentano messi da parte perché ci sono quei due e altrettanto mi aspetto che i meno giovani si facciano vedere per guadagnarsi il posto. Vorrei che prendessero esempio da Viviani…

Il suo secondo posto nell’omnium lo mette al sicuro per i punti necessari per essere ai mondiali…

E’ stato bravissimo, ma io guardo oltre il risultato. Mi è piaciuta la sua continua ricerca di competitività per acquisire più sicurezza che gli sarà utile anche su strada. Alla Ineos sei sempre sotto esame, c’è una competizione interna incredibile. Inoltre mi piace che si stia impegnando anche per il quartetto, sa che se vuole essere a Parigi dovrà essere disponibile e competitivo anche per quello e superare la concorrenza di altri.

Per Viviani piazza d’onore nell’omnium dietro il transalpino Bourdat, ma ottimi segnali complessivi
Per Viviani piazza d’onore nell’omnium dietro il transalpino Bourdat, ma ottimi segnali complessivi
Queste prove di Coppa, relativamente alle altre squadre, che ti hanno detto?

La competitività è altissima, le altre Nazioni hanno perso al massimo un elemento, sapevamo già che non c’era partita. Alla Francia ad esempio mancava solo Thomas. Noi eravamo con il quartetto a mezzo servizio. Quando agli europei eravamo al completo la situazione è stata ben diversa.

Tornando a giovani e meno giovani, fra le donne questo sta avvenendo?

Io noto un grande entusiasmo, il mio lavoro è iniziato da poco. Mi sono accorto però che dietro una generazione di campionesse, da Balsamo a Paternoster, da Guazzini a Barbieri e le altre, c’è un buco. Ci manca quasi completamente il settore under 23, il che significa che dobbiamo lavorare sulle più giovani e farle maturare in fretta. Per questo le prestazioni di Crestanello e Vitillo mi hanno confortato. Il gruppo è nutrito, ma non dobbiamo dimenticare i ricambi.

Miriam Vece, qui in semifinale, ha chiuso quarta nella velocità, suo miglior piazzamento di sempre
Vece, qui in semifinale, ha chiuso quarta nella velocità, suo miglior piazzamento di sempre
Miriam Vece quarta nella velocità significa che la qualificazione olimpica è più vicina?

Sì, ha fatto un grande passo avanti, ma non deve fermarsi. Deve dare continuità alle sue prestazioni. Lei sa che la sua specialità, i 500 metri da fermo, non è olimpica, prima sottovalutava il keirin perché ne aveva un po’ paura, ma ora la vedo più convinta e in Egitto è andata a livelli altissimi, ma io credo siano quelli i suoi. Deve solo crederci, d’altronde nella velocità non abbiamo una squadra al femminile e al maschile forse è ancora presto per staccare il biglietto olimpico, quindi bisogna puntare sulle specialità singole.

Che ti aspetti dalla prossima prova di Milton?

Saremo ancora in emergenza, lo so già, ma almeno al maschile recupererò Pinazzi e fra le ragazze rientreranno un po’ di titolari. Spero comunque che le prestazioni siano superiori a quelle finora registrate, da parte di tutti.

Velocità: dopo Monaco Quaranta alza le aspettative

23.08.2022
5 min
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Ivan Quaranta è già immerso nella nuova avventura dei suoi ragazzi, i mondiali juniores che si svolgono da oggi a sabato a Tel Aviv, ma in Israele è arrivato sull’onda di risultati come quelli di Monaco che hanno dato un risalto enorme al suo settore, la velocità, come da tantissimo tempo non accadeva. Nel suo piccolo anche la velocità su pista ha contribuito alla grande affermazione azzurra nella rassegna europea, con l’Italia per la prima volta trionfante nel medagliere della manifestazione multisportiva e terza in quello relativo al ciclismo su pista, pur in presenza di molte importanti assenze.

Bianchi Monaco 2022
Il podio del chilometro a Monaco, con Bianchi 2° al fianco del vincitore Landerneau (FRA) e di Dohrnbach (GER)
Bianchi Monaco 2022
Il podio del chilometro a Monaco, con Bianchi 2° al fianco del vincitore Landerneau (FRA) e di Dohrnbach (GER)

Bilancio superiore alle attese

Portare sul podio un ragazzo giovane come Matteo Bianchi e una ragazza più esperta come Miriam Vece che ha comunque ancora 25 anni (nella foto di apertura con Quaranta) significa che si sta lavorando più che bene, considerando che il settore ha preso vita praticamente da meno di un anno e Quaranta, giustamente, ha scelto di lavorare da subito con nuove leve (tanto è vero che la Vece, che pure collabora con il tecnico, lavora ancora nel centro Uci di Aigle in attesa che anche il settore femminile prenda maggiormente corpo).

Per questo è un Quaranta entusiasta quello che mette in archivio un evento che resterà come pietra miliare nella ricostruzione del settore: «Abbiamo raggiunto obiettivi inattesi, considerando che eravamo partiti con l’obiettivo di far fare esperienza ai ragazzi, tutti under 23. Significa che i risultati che avevamo ottenuto ad Anadia negli europei di settore non erano stati un caso, pur in un evento dal livello alto».

La velocità a Monaco ha rilanciato la scuola francese, qui Vigier vincitore di velocità e keirin
Vigier Monaco 2022
La velocità a Monaco ha rilanciato la scuola francese, qui Vigier vincitore di velocità e keirin
E quello di Monaco, di che livello è stato?

Sono i tempi a dire che è stato un grande evento, basti pensare che due atleti sono scesi sotto il minuto nel chilometro e uno di questi era Bianchi. Gli unici che mancavano erano i due olandesi Lavreysen e Hoogland perché dopo la vittoria nel team sprint hanno ritenuto la pista non sufficientemente sicura.

Questo tema è stato molto discusso, considerando anche le tante cadute alcune con conseguenze pesanti come per Letizia Paternoster. Che idea ti sei fatto in proposito?

Era sicuramente difficile da interpretare, molto breve, senza sufficienti rettilinei tanto è vero che nelle gare di velocità e di keirin è stato decisivo il sorteggio. La giuria ha infatti stabilito di far fare ai concorrenti 4 giri senza stayer in luogo degli abituali 3, ma chi partiva in testa aveva un vantaggio enorme. Inoltre anche la bassa pendenza ha pesato sull’evoluzione delle gare, ma considerando anche la scorrevolezza della pista non direi che essa fosse eccessivamente pericolosa. Bisogna sapersi adattare a ogni situazione.

Napolitano Monaco 2022
Napolitano ha conquistato l’accesso alle semifinali del keirin, un punto di partenza
Napolitano Monaco 2022
Napolitano ha conquistato l’accesso alle semifinali del keirin, un punto di partenza
Proprio a proposito del keirin, il cammino di Napolitano arrivato fino alla finale di consolazione ti ha sorpreso?

Non più di tanto perché a livello tattico Daniele è molto avanti, sa interpretare le gare. Gli manca ancora un po’ di gamba e i tempi in tal senso sono uno specchio di dove può e deve lavorare, ma non dimentichiamo che è al primo anno U23 eppure era stato sul podio ad Anadia. Inoltre sottolineerei un altro fattore: l’ucraino andato in finale era stato battuto dai nostri in Portogallo, quindi Napolitano poteva benissimo essere al suo posto. Il potenziale c’è tutto.

Considerando le prove sue e di Bianchi, argento nel chilometro da fermo ma anche il settimo posto nella velocità a squadre, cominci a pensare a una possibile qualificazione per Parigi 2024?

Sarei folle a non farlo, i risultati ci dicono che possiamo e dobbiamo provarci – afferma sicuro Quaranta – A Parigi andranno 6 squadre europee e noi, dati alla mano, siamo settimi ma a pochissimo dalla Polonia e a mezzo secondo dalla quarta. Il tempo è dalla nostra parte considerando l’età dei ragazzi, dobbiamo crederci. Il periodo di qualificazione scatterà nel prossimo febbraio o noi dovremo farci trovare pronti, ma io ci credo fortemente in questi ragazzi. Poi, sia chiaro, se andremo sarà per fare esperienza, per continuare in quel cammino di crescita che spero porterà a grandi risultati nell’edizione olimpica successiva.

Mondiali juniores, le finali

I mondiali juniores su pista si svolgono a partire da oggi e fino a sabato nel Sylvan Adams Velodrome di Tel Aviv, il velodromo più grande del Medio Oriente, intitolato al magnate israeliano che l’ha fatto costruire e che ha creato anche la Istael-Premier Tech. Già questa sera i ragazzi di Quaranta saranno impegnati nella velocità a squadre che potrebbe dare riscontri interessanti.

Martedì 23 agosto
Scratch W
Velocità a squadre W
Velocità a squadre M
Mercoledì 24 agostoInseguimento a squadre M
Scratch M
Keirin M
Inseguimento a squadre F
Eliminazione F
Giovedì 25 agostoCorsa a punti M
Inseguimento individuale M
Velocità individuale F
Omnium F
Venerdì 26 agosto500 metri da fermo F
Corsa a punti F
Inseguimento individuale F
Velocità individuale M
Omnium M
Sabato 27 agostoEliminazione M
Madison F
Chilometro da fermo M
Keirin F
Madison M
Nella velocità però continuiamo a soffrire…

Per questo dobbiamo in questo momento spingere maggiormente nella prova a squadre, perché se qualifichiamo il terzetto, un atleta sarà automaticamente ammesso al torneo olimpico di velocità e uno a quello del keirin. In questo il cammino di crescita del quartetto dell’inseguimento e il lavoro di Villa devono essere per noi la via maestra. Sono sincero, non tutto è andato perfettamente a Monaco, ma sarebbe stato folle pensare il contrario. Con calma dovremo ragionare non su quel che è andato bene, ma su cosa non ha funzionato per migliorare.

Intanto c’è da pensare alla rassegna iridata junior, con che prospettive siete partiti?

Abbiamo Predomo campione europeo e Minuta bronzo nel keirin, già questi due risultati dicono che dobbiamo puntare al bersaglio grosso e i ragazzi hanno tutto per riuscirci. Nella team sprint avremo in più Frizzarin, che arriva dal Bmx dove ha fatto 8° agli Europei, ci darà sicuramente una spinta ulteriore nel giro di lancio, io conto che potremo scendere di altri 3-4 decimi rispetto al tempo di Anadia. Siamo competitivi dappertutto, è questa la nostra nuova grande forza.

Il bronzo di Vece nei 500 metri, antipasto del mondiale

15.08.2022
3 min
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«No, non ho rimpianti. So che fare la velocista è stata la scelta migliore – dice Miriam Vece – e quella che mi si addice di più. Brucia un po’ perdere l’argento per così poco. Mancano due mesi al mondiale di Parigi e ho tempo per preparare la rivincita».

Le parole dell’azzurra arrivano da Monaco dopo il bronzo nei 500 metri ai campionati europei. Il podio rappresenta un altro tassello importante nella sua scalata ai vertici della specialità. E se nei giorni scorsi Diego Bragato confermava come nel maschile ci sia da vincere ancora la resistenza della strada, parlando con Miriam è evidente l’orgoglio per la scelta che l’ha portata via da casa

Il bronzo ha dato soddisfazione nell’immediato, poi si è trasformato in un bel… rodimento
Il bronzo ha dato soddisfazione nell’immediato, poi si è trasformato in un bel… rodimento

Argento sfumato

Vece ha 25 anni, viene da Crema ed è tesserata per la Valcar-Travel&Service. Il suo bronzo nei 500 metri è venuto con il tempo di 33”434, che non è bastato per battere l’ucraina Olena Starikova, argento con 33”403, e la tedesca Emma Hinze, campionessa europea con 32”668. 

«Sono arrivata agli europei in buona forma -conferma – forse mi aspettavo di più dalla velocità, ma il ciclismo è anche questo. Non ho fatto molte di tappe in preparazione, solo le due Coppe delle Nazioni e una gara in Germania».

L’obiettivo di Vece sono ora i mondiali di Parigi che si correranno a ottobre
L’obiettivo di Vece sono ora i mondiali di Parigi che si correranno a ottobre

Supporto alla FCI

Il racconto di Bragato sull’aiuto della lombarda all’impostazione del settore velocità azzurro trova conferme nelle parole di Miriam, che ad Aigle vive a tempo pieno la dimensione del velocista.

«Sono orgogliosa e contenta – conferma fra un turno e l’altro degli europei – del nuovo gruppo che si sta creando in Italia con i velocisti. Posso solo esserne contenta e sono super fiera di tutti loro. Per quanto io possa aiutare Ivan (Quaranta, ndr) e Diego (Bragato, ndr), se hanno bisogno di qualsiasi consiglio sanno che possono contare su di me. Quindi certo, ho dato e sicuramente darò ancora una mano a entrambi».

Sul podio dei 500 metri, Vece è terza dietro Starikova e Hinze
Sul podio dei 500 metri, Vece è terza dietro Starikova e Hinze

Il test di Parigi

I mondiali di Parigi si svolgeranno a metà ottobre nel velodromo di Saint Quentin en Yvelines, in una sorta di test nel velodromo che ospiterà le Olimpiadi del 2024.

«C’è tempo per lavorare – prosegue Miriam Vece – con l’obiettivo di scendere sotto i 33 secondi. Negli ultimi 12 mesi tante cose sono cambiate e soprattutto è cresciuta la consapevolezza dei mezzi che ho! Niente di nuovo quanto a rapporti e bici, sono sempre gli stessi! Questo podio soddisfa, ma non al 100 per cento. Quando si è così vicini, si vuole sempre di più e quell’argento sfumato per 0.034 brucia, molto. Ma so anche che per l’oro bisogna lavorare molto. Emma Hinze si è confermata la regina anche di questa specialità».

Villa Glasgow 2022

Glasgow, missione compiuta. Villa traccia il bilancio azzurro

25.04.2022
5 min
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Una tappa particolare, quella di apertura della coppa del mondo su pista a Glasgow. Innanzitutto per la sua collocazione temporale, accavallata con il periodo delle classiche delle Ardenne che ha posto molti atleti di fronte a una difficile scelta, cercando di ricavare spazio e libertà dagli obblighi imposti dalle varie squadre. Poi per i regolamenti Uci, che impongono una presenza in coppa (ci saranno sole altre due tappe, a Milton e Cali) per essere eleggibili per i mondiali e quindi per guadagnare punti importanti per la qualificazione olimpica.

Il cittì Marco Villa (nella foto di apertura fra Balsamo e Guazzini, seconde nella madison, le foto @arne_mill/FCI) è stato così costretto ad autentici salti mortali nella composizione della squadra azzurra, richiamando in nazionale tutti i migliori (chi è rimasto fuori, come Milan e Paternoster, è stato solo per problemi di salute) ma senza poterli “assemblare” come al solito, senza quindi aver potuto fare quei necessari lavori specifici di allenamento a ridosso dell’evento che a questi livelli sono decisivi. Se quindi a prima vista il quarto posto finale del quartetto olimpionico può sembrare deludente, scavando si scopre che ci sono precise ragioni.

Glasgow quartetto 2022
Il quartetto iridato ha chiuso 4°, dopo il miglior tempo in qualificazione con 3 dei 4 olimpionici
Glasgow quartetto 2022
Il quartetto iridato ha chiuso 4°, dopo il miglior tempo in qualificazione con 3 dei 4 olimpionici

5 podi, un buon inizio

Villa, in procinto di tornare in Italia, spiega il bilancio azzurro (un oro con Viviani nella “sua” eliminazione, argento delle due formazioni madison e della Vece nei 500 metri da fermo, bronzo del quartetto femminile) con la solita sincerità, senza pararsi dietro ad attenuanti: «I problemi che ho avuto io li hanno avuti tutti, devo abituarmi a questa situazione perché è chiaro che ragazzi e ragazze hanno la strada come attività primaria. Abbiamo comunque approntato un sistema che consente loro, almeno una volta a settimana di effettuare lavori su pista e questo serve per mantenere legato un filo e per fare ripassi, è chiaro che poi possono mancare quei particolari che fanno la differenza».

Il quartetto azzurro era stato il migliore in qualificazione, con Ganna al suo interno, poi che cosa è successo?

E’ proprio a questo che mi riferivo a proposito dei particolari. Il quartetto è fatto di sincronismi che devono funzionare alla perfezione: Lamon ha chiamato al cambio Scartezzini che non lo ha sentito, così il quartetto si è sfaldato e una cosa simile è avvenuta nella finalina. Non nascondo di esserci rimasto un po’ male, perché so bene il valore di questi ragazzi e so che ci tengono a far bene ogni volta che scendono in pista, ma sono esperienze che fanno parte del gioco.

Relativamente alla prova delle ragazze, la sensazione è che i vertici ora siano ancora più vicini…

Io sto portando avanti il lavoro che ha impostato con loro Salvoldi. Ho detto loro che sta a loro crederci, se lo faranno, fra due anni e mezzo saranno al livello delle migliori. Con la Gran Bretagna in semifinale erano davanti fin quasi alla fine, hanno perso per 60 millesimi perché la Consonni, che era quella che meno aveva lavorato su pista, ha ceduto, ma io guardo a quella sconfitta come a un fatto positivo, ora dobbiamo lavorare per trasformare quei 60 millesimi da uno svantaggio a un vantaggio nei confronti delle avversarie.

Come giudichi nel complesso la trasferta azzurra?

E’ stata positiva, va guardata con soddisfazione considerando proprio le difficoltà avute e lo scarso tempo per mettere a punto quei meccanismi che a questi livelli fanno la differenza. Ribadisco però che i problemi nostri li hanno avuti tutti: la Francia aveva qui il meglio, con Thomas reduce dal trionfo a Besseges e i quartetti che continuano a crescere pensando alle Olimpiadi di casa. La Gran Bretagna anche aveva i migliori effettivi, basti guardare la Archibald che si era fatta male nell’omnium è stata prontamente e degnamente sostituita nella madison. Per questo i risultati azzurri sono ampiamente positivi.

Viviani Eliminazione 2022
Viviani ha un po’ deluso nell’omnium, ma nell’eliminazione è sempre il re
Viviani Eliminazione 2022
Viviani ha un po’ deluso nell’omnium, ma nell’eliminazione è sempre il re
Come pensi di regolarti per le prossime tappe?

A Milton conto di portare molti Under 23, soprattutto per il quartetto, in modo da far fare loro esperienza, proprio perché ci tengo a lasciare la porta aperta a nuovi innesti in vista anche di Parigi 2024, quindi c’è bisogno che si confrontino ai massimi livelli. Fra le donne sicuramente ci saranno la Balsamo e la Consonni: a proposito di Elisa devo dire che la sua abnegazione le fa onore: durante le classiche ha fatto su e giù con il Belgio proprio per effettuare lavori in pista e i risultati si sono visti, sia nel quartetto, sia soprattutto nella madison con la Guazzini. Spero inoltre di recuperare la Paternoster che è mancata a Glasgow in quanto aveva la febbre, attendiamo gli esami per capire come sta, come anche vorrei portare la Fidanza in ripresa dopo il brutto incidente.

E a Cali?

In Colombia ci sarà una spedizione più ridotta nei numeri, è probabile che soprattutto al femminile ci saranno poche ragazze per la concomitanza con il Giro d’Italia, forse rinunceremo al quartetto. Per questo era importante essere a Glasgow al meglio delle nostre forze.

Glasgow donne 2022
Azzurre terze nel quartetto, con Alzini, Balsamo, Barbieri, Consonni e Guazzini
Glasgow donne 2022
Azzurre terze nel quartetto, con Alzini, Balsamo, Barbieri, Consonni e Guazzini

Intanto l’Olanda riparte senza Wild

Nel complesso la tappa di Glasgow ha confermato la sensazione emersa nel dopo Tokyo, ossia l’emergere di nuove forze pronte a smuovere le gerarchie. Nel quartetto maschile ormai la Francia è una seria candidata ai vertici mondiali, guidata da quell’Ermenault figlio d’arte che ai mondiali di Roubaix aveva impressionato nell’inseguimento individuale. Fra le donne le transalpine sono in netta crescita mentre anche l’Olanda inizia a interessarsi alla specialità, in un quadro di ricostruzione dopo l’addio della sua storica guida Kirsten Wild. Ci sarà molto da lavorare, ma noi ci siamo.

Miriam Vece Europei 2020

Velocità senza azzurri, ma la Vece guarda già avanti

21.07.2021
5 min
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Se è vero che dal 2012 la spedizione italiana su pista (allora ridotta al solo Elia Viviani impegnato nell’Omnium e finito 6°) è andata espandendosi, continua a latitare nel settore velocità: una grande parte delle gare di Tokyo 2020 ci vedranno semplici spettatori ed è così da molto tempo, praticamente da quando Roberto Chiappa ha appeso la bici al chiodo.

Miriam Vece ci ha provato ed è indubbio che in questi 5 anni sia cresciuta a dismisura, fino ad arrivare sul podio mondiale nei 500 metri da fermo. Peccato però che la gara non faccia parte del programma olimpico e che nelle altre prove (velocità e keirin) ci siano ancora dei passi da fare per arrivare nell’elite planetaria. Intanto però la portacolori dell’Esercito continua ad allenarsi e intanto vive la sua attesa olimpica, come ogni altro appassionato sportivo.

Come stai vivendo da spettatrice l’attesa per questi Giochi Olimpici e quant’è il rammarico per non essere potuta entrare nel gruppo delle partecipanti?

Sinceramente la sto vivendo bene, so che mancano pochi giorni ormai e non vedo l’ora di vedere le mie compagne di nazionale e i ragazzi con cui mi alleno correre e far vedere quanto valgano. Certo non posso negare che ho dentro di me un forte disappunto per non esserci anch’io: a volte penso che non accenderò la TV finché le Olimpiadi non saranno finite, altre penso che è andata così e da qui posso solo imparare e migliorare.

Vece Europei 2020
Miriam Vece con il bronzo dei 500 metri da fermo agli Europei 2020, dopo quello vinto ai Mondiali
Vece Europei 2020
Miriam Vece con il bronzo dei 500 metri da fermo agli Europei 2020, dopo quello vinto ai Mondiali
Riguardando indietro, pensi che ci fosse davvero la possibilità di qualificarti o sei conscia che il processo di maturazione è più orientato verso Parigi 2024?

Non so onestamente come sarebbe andata se avessi iniziato ad allenarmi solo da velocista e cosi seriamente magari un anno prima. Nella velocità ci vuole tanta esperienza e tattica, cosa in cui sto migliorando di gara in gara, ma purtroppo con i se e i ma non si va da nessuna parte e la qualifica per Tokyo 2020/1 non è arrivata. Ora sicuramente il mio obiettivo più grande sarà Parigi 2024 e posso assicurare che ci sto già lavorando.

Tu sei giovanissima, ma eri bambina quando l’Italia presentò l’ultimo azzurro nella velocità (Roberto Chiappa nel 2008) mentre al femminile non siamo mai stati presenti: secondo te negli ultimi anni sono stati fatti progressi nel settore o siamo ancora molto indietro?

Sicuramente il nostro livello non è paragonabile al livello delle nazionali Top come Olanda, Gran Bretagna e altre, ma sono convinta che pian piano l’Italia si stia facendo rivedere. Penso che le due medaglie di bronzo vinte da me nel 2020 han fatto vedere che l’Italia si sta dando da fare e spero che questo possa rappresentare solo l’inizio. Allenandomi a Montichiari ho visto un gruppetto di 3 junior allenarsi da velociste, spero non mollino e vadano avanti, anche se essere velocista su pista vuol dire mollare completamente la strada e so che ad alcuni diesse la cosa non va molto giù…

Si parla spesso delle differenze fisiche prima ancora che tecniche tra i nostri specialisti e quelli delle nazioni più in voga (Olanda, Australia, Paesi orientali): è davvero tutta questione di muscoli?

La palestra fa una gran parte del lavoro, ma non tutto. Ci sono velociste come Voinova, la Welte e altre ragazze che hanno muscoli, ma non sono enormi eppure vanno fortissimo. Spingere i rapporti lunghi è la base al giorno d’oggi, che si allena sia in pista che in palestra e la tattica/tecnica fa la sua bella parte in gara, puoi essere veloce e forte quanto vuoi ma se non sai correre non vai lontano, parlo anche per esperienza personale: mi è capitato un paio di volte di essere quella col tempo migliore tra le due in batteria e poi ho perso la gara…

Gros Welte Europei 2018
La francese Gros e la tedesca Welte, due delle pretendenti al podio nella velocità a Tokyo
Gros Welte Europei 2018
La francese Gros e la tedesca Welte, due delle pretendenti al podio nella velocità a Tokyo
Tu che le atlete più forti le hai conosciute ed affrontate, chi vedi favorite per il podio olimpico nelle tre specialità (velocità individuale e a squadre e keirin)?

Ci sono tante ragazze che vanno forte ed è da un po’ che non ci sono gare internazionali e non le vedo correre, quindi non saprei. Ma sul podio della sfida per team sicuro metto Germania, Russia e credo Cina. Anche nella velocità e keirin sul podio vedo le tedesche; Sara Lee da Hong Kong penso sia un’altra delle favorite come può esserlo l’inglese Marchant , già medaglia olimpica a Rio. Nel keirin sul podio penso che ci sarà anche la coreana Lee. Poi in gara tutto può succedere, anche le russe, le olandesi e la francese Gros nelle specialità individuali non sono da sottovalutare.

Quanto inciderà l’assenza di eventi da oltre un anno per alcuni Paesi e pochissimi per altri (gli Europei disputati solo nel 2020 e a ranghi ridotti, annullati nel 2021, Mondiali disputati appena prima dello scoppio della pandemia)?

Il non correre per così tanto inciderà: l’adrenalina, l’ansia e la tensione prima di gare così importanti non si può vivere in allenamento, a differenza magari di un 200 metri lanciato che lo si può provare esattamente come si farebbe in gara.

Secondo te anche le condizioni particolari della rassegna olimpica, con gare senza pubblico, influiranno sugli esiti delle prove?

Se fosse una domanda personale per me ti direi sì. Sentire il pubblico urlare, applaudire e incitare mi dà sempre quella carica in più, poi va da persona a persona ma sono convinta che tanti atleti la pensano come me.

Lavreysen Hoogland 2020
Da sinistra Hoogland e Lavreysen, olandesi, secondo e primo ai Mondiali 2020. Una doppietta che si ripeterà?
Lavreysen Hoogland 2020
Da sinistra Hoogland e Lavreysen, olandesi, secondo e primo ai Mondiali 2020. Una doppietta che si ripeterà?
In campo maschile, considerando sempre le tre prove del settore, quali saranno i corridori e le scuole che si metteranno maggiormente in luce?

In campo maschile sul podio del TS mi aspetto olandesi e inglesi, sarà sicuramente una bellissima battaglia tra di loro come credo anche nella velocità e nel keirin. Gli olandesi sono campioni del mondo da anni e sicuramente faranno di tutto per vincere l’oro. Nelle specialità individuali penso che diranno la loro anche i giapponesi e australiani, poi penso che anche Nico Paul da Trinidad and Tobago che detiene il record nel mondo nei 200 metri possa fare molto bene nella velocità.

Tre soli anni per arrivare a Parigi: secondo te è un tempo ridotto per rimescolare le carte dopo Tokyo e quindi pensare a un contingente italiano più corposo e completo?

Penso che l’Italia, almeno in campo femminile, a Parigi avrà più esperienza e sono quasi certa che per alcune di loro sarà la seconda Olimpiade, sono tutte giovani e c’è ancora margine per migliorare. In campo velocità speriamo che tre anni siano abbastanza per arrivare dove vogliamo.

Che cosa significherebbe per te qualificarti per allora?

Qualificarmi per Parigi sarebbe il sogno di una vita, sarebbe scrivere la storia della velocità femminile in Italia ed è qualcosa che voglio e spero di riuscire a fare.

Miriam Vece, Migle Marozaite, velocità, europei Plovdiv 2020

Vece, valigia, risate e gambe d’acciaio

17.11.2020
5 min
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Parlare con Miriam Vece è uno spasso. Forse perché è abituata all’esilio svizzero e non vedeva l’ora di parlare un po’ italiano. Oppure perché come ogni velocista che si rispetti, ha in circolo la giusta dose di follia. La sua storia è singolare e qualcuno l’ha gia raccontata. Ma un po’ di compagnia non guasta, per cui dopo gli europei abbiamo bussato alla sua porta, trovandola in Italia, prima che sparisca nuovamente in Svizzera.

Miriam Vece, bronzo 500 mt, europei pista 2020
Miriam Vece, un bel sorriso dopo il bronzo nei 500 metri
Miriam Vece, bronzo 500 mt, europei pista 2020
Il bronzo nei 500 metri vale un bel sorriso

Le cose vanno così. Miriam vive a Romanengo, provincia di Cremona. E quando inizia a correre, si rende conto che la salita non fa al caso suo. In più dicono che la mischia delle volate la renda nervosa e così pensa di passare alla pista. Non immagina ancora che cosa significhi in Italia essere una velocista, ma lo scopre alla svelta. Infatti nel 2018, anno in cui vince due titoli europei U23 nei 500 metri e nella velocità, il cittì Salvoldi le propone di entrare nel centro Uci di Aigle. Qua non avrebbe compagne con cui allenarsi, ad eccezione di Elena Bissolati con cui divide i ritiri azzurri. Lassù migliorerà di certo. Il dado è tratto e a fine 2018 scatta il piano. I risultati iniziano a vedersi. Ai Giochi Europei di Minsk 2019 arriva il bronzo nei 500 metri. Agli europei dello stesso anno, l’argento nei 500 metri e il bronzo nella velocità. Ai mondiali di Berlino 2020 il bronzo nei 500 metri. Mentre ai recenti campionati europei di Plovdiv, Miriam è rimasta fuori d’un soffio dalla semifinale della velocità e ha preso il bronzo nei 500 metri, a 50 centesimi dall’argento.

Perché sei una velocista?

Correvo su strada e ho visto che la salita non mi piaceva. Non ci ho messo tanto, giusto tre gare da junior (ride di una risata contagiosa, ndr).

Così hai scelto la specialità meno affollata d’Italia…

Quella è proprio la parte più dura. Sei da sola. In palestra. In pista. Un mondo completamente diverso. Stando in Svizzera almeno c’è un gruppetto di 5-6 ragazzi con cui scambiare due parole.

Miriam Vece, 500 mt, europei pista 2020
E’ il momento di lanciarsi, una spinta e si va…
Miriam Vece, bronzo 500 mt, europei pista 2020
Pronta a scattare, una spinta e si va
Come funziona la settimana lassù?

Di solito tutte le mattine, rulli o wattbike (una bici statica su cui fare potenziamento, ndr). Poi due sessioni a settimana in palestra. Due o tre sessioni in pista. Il sabato uscita su strada e la domenica riposo.

Sembra divertente quanto un corso ufficiali! Certo immaginando gli stradisti che escono e fanno ripetute all’aria aperta…

A volte è divertente anche un allenamento durissimo (sorride, ndr), ma il caffè al bar ci tocca soltanto il sabato.

A cosa pensi vedendo il vuoto di vocazioni nella tua specialità?

Penso che se faccio risultato, si crea movimento, ma la vedo dura. Penso che in Italia non ci sia la mentalità, perché si tratterebbe di abbandonare la strada. E poi le ragazzine hanno l’esempio della Paternoster e del quartetto. E da quest’altra parte ci siamo soltanto Elena ed io.

Di recente Daniela Isetti, candidata alle elezioni federali, ha detto di voler potenziare il settore velocità perché assegna parecchie medaglie olimpiche.

Ci sono tre medaglie, non poche. Ma c’è anche l’adrenalina e l’emozione. L’ansia prima della gara, la concentrazione. Non sono discipline banali.

Si percepisce il cambio di passo. Sulla logistica si può scherzare, ma la passione è una cosa seria. La fatica quotidiana per andare più forte è un fronte su cui non si transige. Ed è giusto così.

Serve tanta forza. Con quali rapporti gareggi?

Nei 500 metri, uso il 56×15, che è il più agile e i permette di guadagnare nel primo giro. Nei 200 invece passo al 62×15.

Su strada si guarda al rapporto potenza/peso: nella velocità?

Il peso non incide tanto, ti agevola solo nelle partenze da fermo. Ma sono altre le cose da guardare, fra tecnica e forza.

Gli scalatori sognano Pantani, i velocisti vanno appresso a Sagan. E tu?

Per me c’è solo Miriam Welte, anche se ha smesso. Un po’ perché si chiama come me. Un po’ perché nella velocità olimpica fa il primo giro come me. E poi perché ha vinto il mondiale nei 500 metri che sono la mia specialità.

Ti senti con Salvoldi o sei completamente in mano agli svizzeri?

E’ stato Dino a darmi la possibilità di andare su e ci sentiamo spesso, anche se il lavoro lo impostano i tecnici di Aigle.

Miriam Vece, Elena Bissolati, europei pista 2019, velocità olimpica
Due velociste azzurre: Miriam Vece ed Elena Bissolati
Miriam Vece, Elena Bissolati, europei pista 2019, velocità olimpica
Elena Bissolati e Miriam Vece, poi quasi il vuoto…
Torni spesso a casa?

Poco, prima delle gare o un weekend al mese.

Corri mai su strada?

Non farebbe male, ma vanno forte e anche solo stare in gruppo sarebbe una faticaccia.

Com’è la sistemazione di Miriam Vece nella… caserma Uci?

Stanza singola per tutti e da quest’anno il bagno in camera. Il bagno in corridoio era proprio brutto (risata argentina, ndr).

E dove si mangia?

Per fortuna adesso si mangia nel dormitorio, grazie al Covid (sospiro di sollievo, ndr). Prima si faceva tutto in pista e non era proprio simpatico. Adesso almeno mi sveglio coi miei tempi, faccio colazione, mi preparo…

A che ora ti svegli?

Alle 8 per essere in pista alle 10.

E la sera cosa si fa?

Gran vita (scoppia a ridere, ndr). Giochiamo a carte, Play Station, internet, televisione. Nei weekend si fa magari un giro sul lago. Praticamente è come essere in ritiro a vita.

E quest’inverno?

Non sappiamo molto, non si sa quando si faranno gli europei ed è certo che non ci saranno gare di classe 1 e 2. Starò un po’ a casa, poi tornerò a Aigle. Meglio non perdere tempo.

Questa intervista è stata davvero uno spasso…

Non sono una delle più forti, ma almeno sono divertente.

Ma la domanda a questo punto è la seguente: la permanenza di Miriam Vece in Svizzera finirà dopo Tokyo oppure è un… ergastolo?

Da una parte spero sia un ergastolo. Sono arrivata su che stavo già facendo dei buoni tempi grazie alla preparazione con Dino, poi da quando son lì sono in continuo miglioramento. E francamente credo sia uno dei pochi modi per vedere fino a dove posso arrivare.