La perfezione in 10″: la velocità secondo Napolitano

29.11.2022
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Nel giovane gruppo dei velocisti azzurri di cui si parlava nei giorni scorsi con Quaranta e stamattina con Diego Bragato, quelli che trasmettono più esperienza sono Matteo Bianchi e Daniele Napolitano, sebbene il primo abbia 21 anni e il secondo appena 19. Napolitano è di Torino e il velodromo Francone è sempre stato il suo parco giochi, con il supporto di Dario Zampieri, campione italiano del keirin nel 2017 e oggi tatuatore. Il fulmine sul polpaccio sinistro glielo ha disegnato lui, mentre è stato il team della famiglia Ceci a far salire in alto il suo tasso tecnico, in quel periodo nebbioso in cui i velocisti erano a rischio estinzione.

«Tre anni fa – dice Napolitano – c’eravamo solo Matteo Bianchi ed io, quindi non c’era grande voglia di fare risultato perché eravamo da soli in due categorie diverse. Era più difficile. Adesso che si è creato un gruppo. Ci siamo noi e se ne aggiungeranno altri. C’è più stimolo, c’è competizione in allenamento e c’è tanta voglia di far bene, perché siamo sei che hanno dimostrato di andare forte».

Napolitano (a destra) e Bianchi: l’arrivo nel velodromo di Noto dei due velocisti più esperti
Napolitano (a destra) e Bianchi: l’arrivo nel velodromo di Noto dei due velocisti più esperti

Allo stesso modo in cui Bianchi e Predomo corrono con la Campana Imballaggi-Geo&Tex Trentino, dal 2022 Napolitano è tesserato con il Team Colpack-Ballan, che già in precedenza aveva lanciato la carriera di Filippo Ganna e poi si era fatto carico del gruppo di endurance in cui correvano Consonni e Lamon. Oggi gli specialisti sono rimasti in due: Davide Boscaro, che corre nella continental, mentre Napolitano è nel team U23.

Anche tu, come Bianchi, avevi pensato di andare in Svizzera?

Avevo chiesto, mi ero informato, ma soprattutto perché nel periodo invernale Montichiari è chiuso quasi tutti gli anni per lavori. Quindi volevo avere un altro posto per andare ad allenarmi. Sarei andato per conto mio, pagando tutto di tasca mia.

Agli europei Napolitano ha trovato anche Boscaro, compagno di club (foto Team Colpack)
Agli europei Napolitano ha trovato anche Boscaro, compagno di club (foto Team Colpack)
Poi cosa è successo?

Mentre ero lì che ci pensavo, per fortuna è arrivato Ivan Quaranta e ci ha offerto di lavorare tutti insieme, così ho preferito seguire lui che farmi consigliare da un altro che poi non sai mai come va a finire.

E di colpo è rinata la velocità…

Il settore veloce per me è stato sempre molto bello da vedere, bello da vivere. Vedere le gare degli altri mi ha sempre appassionato. E adesso, avendo un gruppo di tutte le età, da Stefano Moro che è elite agli junior di primo anno, ci sono i ragazzini ancora grezzi che devono imparare e i più grandi che possono insegnargli qualcosa. E’ comunque aggiungere qualcosa che il tecnico non sa: un atleta che corre molto durante l’anno, per esempio ti può insegnare qualche malizia.

Quanto dura la costruzione di quei 10 secondi di gara?

Tanto! Passo tanto tempo in palestra, ci sto anche tre ore e mezza. Mi piace stare lì a fare un bel carico. E poi comunque anche noi facciamo i nostri 80-90 chilometri con i vari lavori. Mentre in pista si fanno giornate da 6-7 ore ogni volta. Lavori tanto finché non scendi di un decimo, finché non arrivi ai tempi per qualificarti. Tanti pensano che dietro una volata da 9-10 secondi ci sia solo il provare in pista, invece è molto più complesso di quello che sembra. Perché porti il tuo corpo al limite per quei 10 secondi e devi essere al massimo delle tue condizioni perché non hai il tempo di pensare e gestirti. In quei 10 secondi devi essere a tutta, dare tutto e non sprecare niente.

Gli scalatori hanno l’assillo del peso…

Noi, a differenza di uno stradista che magari fa uscite di 5-6 ore, facciamo molti lavori a secco più brevi in pista, quindi ovviamente dobbiamo stare molto attenti all’alimentazione. Facciamo molti più pasti al giorno di quelli che fa uno stradista. Lo stradista fa due ore in più e perde un po’ di massa grassa. Noi abbiamo questi lavori, poi si fanno 30-40 minuti di pausa, poi si risale in pista. Non hai tempo veramente di consumare la massa grassa, quindi è molto importante mangiare bene. Devi arrivare al momento in cui serve, perché devi fare le prove di gara o devi correre, che il tuo corpo ha energia da vendere.

Un altro modo di mangiare?

Sì, noi mangiamo molte proteine. Io personalmente mangio piatti non tanto abbondanti, però mangio più volte al giorno. Faccio colazione, poi lo spuntino tra la colazione e il pranzo, pranzo, la merenda e la cena. Sono di media in 5-6 pasti al giorno, ma c’è chi ne fa anche di più. Perché bisogna sempre mantenere il corpo con la giusta energia.