Un velocista in squadra. Coden e l’esperienza con Bianchi

12.11.2021
4 min
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Qualche giorno fa abbiamo “scoperto” il difficile mondo velocista italiano, grazie all’esperienza di Matteo Bianchi. Ebbene, continuiamo questo viaggio con Alessandro Coden, allenatore e diesse di Matteo alla Campana Imballaggi.

Alessandro è un vero appassionato. Supportare un ragazzo che di fatto non corre mai nella tua squadra non è cosa da poco. 

Coden e Bianchi ai mondiali juniores 2019 in Germania
Coden e Bianchi ai mondiali juniores 2019 in Germania

Quella tirata d’orecchie 

«Matteo – racconta Coden – è con noi da quando era al primo anno juniores. Alla Campana Imballaggi infatti abbiamo sia gli juniores che i dilettanti. Dopo due mesi lo cacciai via perché non era molto dedito al lavoro, diciamo così… Dopo due giorni tornò piangendo. Lo ripresi. Fu una lezione. Ma gli servì.

«Oggi è un atleta molto serio ed è educato. Come del resto tutti i nostri ragazzi. Però lui ascolta e non fa come altri che ti dicono sì, ma poi fanno di testa loro. Matteo si fida di chi ha avuto fiducia in lui».

«E chissà per quale gioco del destino, ne ho un ‘altro di ragazzo, Mattia Predomo, che ha fatto la stessa cosa. Anche lui è della zona di Laives, Bolzano. Anche lui non mostrava molta serietà. E anche lui l’ho mandato via. Dopo una settimana è tornato. E la cosa bella è che anche Mattia ha fatto terzo al mondiale juniores!».

Bianchi impegnato in un test qualche anno fa
Bianchi impegnato in un test qualche anno fa

Fra test e strada

E a proposito di fiducia, Coden è anche colui che segue la preparazione di Bianchi. Una preparazione particolare e macchinosa che richiede una certa organizzazione del lavoro, fra strada, pista (anzi piste, ndr) e palestra.

«Io e il preparatore Antonio Freschi seguiamo Matteo. Antonio fa le tabelle, le fa anche ai nostri stradisti. Insieme le discutiamo e poi io seguo Matteo. Ogni due mesi facciamo dei test. Li facciamo su ciclomulino o su strada.  

«Matteo va in pista una o due volte a settimana: a Montichiari, a Mori o a Bassano del Grappa. Ma non bisogna pensare che un atleta come lui, un velocista, non abbia bisogno del fondo. Altroché… Specie ad inizio stagione fa quello che che fanno gli stradisti. Magari non fa 5-6 ore come loro, si ferma a quattro ore al massimo. Però poi fa anche dietro motore, le volate fuori scia… In una settimana esce tre volte su strada, due su pista e tre, quattro volte va in palestra. A volte esce su strada dopo la palestra proprio per fare trasformazione. 

«Man mano che si avvicinano le gare aumenta il lavoro in pista e diminuisce, fino a sparire, quello su strada. Per me Matteo è un chilometrista vero. Non a caso ai mondiali juniores tre anni fa ha preso un bronzo».

Per Coden Bianchi è un chilometrista, ma l’azzurro è molto bravo anche nel keirin
Per Coden Bianchi è un chilometrista, ma l’azzurro è molto bravo anche nel keirin

Investimento di passione

Fiducia, impegno, lavoro, ma poi la realtà è che di fatto mantenere un velocista è un costo, anzi un costo doppio, per una squadra. Ogni atleta incide sui conti di un team, ma almeno correndo e mostrando al pubblico la maglia in qualche modo “ripaga” l’investimento. Un pistard, tanto più velocista che non ha gare (in Italia), in pratica non lo si vede mai.

«Tutto vero – spiega Coden – però quando fai questa scelta sai a cosa vai incontro. Adesso Matteo è nell’Esercito. Lo si potrebbe vedere con la nostra maglia almeno ai campionati italiani, ma deve utilizzare quella dell’Esercito. Lo supporti con i materiali, lo alleni, lo segui nella preparazione… e sì: è un costo doppio. Però lo fai, perché ci tieni».

«Io sono un ex pistard. Sono stato un velocista. Ho fatto quinto ai mondiali di Mosca del 1989 e nel 1988 ho vinto una tappa della Coppa Europa. Quindi prendo un velocista è perché è un qualcosa che ho dentro. Non solo, ma è un qualcosa che porto avanti già da un po’ e che continuerò a fare proprio per supportare questi ragazzi».

Il centro UCI ad Aigle: oltre al velodromo e alla foresteria ci sono anche una pump track e una pista per Bmx
Il centro UCI ad Aigle: oltre al velodromo e alla foresteria ci sono anche una pump track e una pista per Bmx

Verso Aigle

Una bella storia di sport e di passione quella di Coden. Il diesse si rivede in questi atleti, ma ammette anche che in passato per certi aspetti le cose erano migliori. Forse è per questo che porta avanti questa “missione”.

«Molto è cambiato da allora – dice Coden – sono migliorati i materiali, noi certi tempi con quei rapporti dell’epoca proprio non potevamo farli, ma sono peggiorate altre cose, almeno in Italia. Una volta il settore della velocità era più supportato e seguito.

«Noi stiamo facendo di tutto per poter mandare Bianchi al centro UCI di Aigle. Telefonate su telefonate, email… non dico tutti i giorni ma quasi. E’ un grosso impegno ma sembra che ci siamo riusciti, visto che a gennaio Bianchi dovrebbe andare in Svizzera».