Villa Glasgow 2022

Glasgow, missione compiuta. Villa traccia il bilancio azzurro

25.04.2022
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Una tappa particolare, quella di apertura della coppa del mondo su pista a Glasgow. Innanzitutto per la sua collocazione temporale, accavallata con il periodo delle classiche delle Ardenne che ha posto molti atleti di fronte a una difficile scelta, cercando di ricavare spazio e libertà dagli obblighi imposti dalle varie squadre. Poi per i regolamenti Uci, che impongono una presenza in coppa (ci saranno sole altre due tappe, a Milton e Cali) per essere eleggibili per i mondiali e quindi per guadagnare punti importanti per la qualificazione olimpica.

Il cittì Marco Villa (nella foto di apertura fra Balsamo e Guazzini, seconde nella madison, le foto @arne_mill/FCI) è stato così costretto ad autentici salti mortali nella composizione della squadra azzurra, richiamando in nazionale tutti i migliori (chi è rimasto fuori, come Milan e Paternoster, è stato solo per problemi di salute) ma senza poterli “assemblare” come al solito, senza quindi aver potuto fare quei necessari lavori specifici di allenamento a ridosso dell’evento che a questi livelli sono decisivi. Se quindi a prima vista il quarto posto finale del quartetto olimpionico può sembrare deludente, scavando si scopre che ci sono precise ragioni.

Glasgow quartetto 2022
Il quartetto iridato ha chiuso 4°, dopo il miglior tempo in qualificazione con 3 dei 4 olimpionici
Glasgow quartetto 2022
Il quartetto iridato ha chiuso 4°, dopo il miglior tempo in qualificazione con 3 dei 4 olimpionici

5 podi, un buon inizio

Villa, in procinto di tornare in Italia, spiega il bilancio azzurro (un oro con Viviani nella “sua” eliminazione, argento delle due formazioni madison e della Vece nei 500 metri da fermo, bronzo del quartetto femminile) con la solita sincerità, senza pararsi dietro ad attenuanti: «I problemi che ho avuto io li hanno avuti tutti, devo abituarmi a questa situazione perché è chiaro che ragazzi e ragazze hanno la strada come attività primaria. Abbiamo comunque approntato un sistema che consente loro, almeno una volta a settimana di effettuare lavori su pista e questo serve per mantenere legato un filo e per fare ripassi, è chiaro che poi possono mancare quei particolari che fanno la differenza».

Il quartetto azzurro era stato il migliore in qualificazione, con Ganna al suo interno, poi che cosa è successo?

E’ proprio a questo che mi riferivo a proposito dei particolari. Il quartetto è fatto di sincronismi che devono funzionare alla perfezione: Lamon ha chiamato al cambio Scartezzini che non lo ha sentito, così il quartetto si è sfaldato e una cosa simile è avvenuta nella finalina. Non nascondo di esserci rimasto un po’ male, perché so bene il valore di questi ragazzi e so che ci tengono a far bene ogni volta che scendono in pista, ma sono esperienze che fanno parte del gioco.

Relativamente alla prova delle ragazze, la sensazione è che i vertici ora siano ancora più vicini…

Io sto portando avanti il lavoro che ha impostato con loro Salvoldi. Ho detto loro che sta a loro crederci, se lo faranno, fra due anni e mezzo saranno al livello delle migliori. Con la Gran Bretagna in semifinale erano davanti fin quasi alla fine, hanno perso per 60 millesimi perché la Consonni, che era quella che meno aveva lavorato su pista, ha ceduto, ma io guardo a quella sconfitta come a un fatto positivo, ora dobbiamo lavorare per trasformare quei 60 millesimi da uno svantaggio a un vantaggio nei confronti delle avversarie.

Come giudichi nel complesso la trasferta azzurra?

E’ stata positiva, va guardata con soddisfazione considerando proprio le difficoltà avute e lo scarso tempo per mettere a punto quei meccanismi che a questi livelli fanno la differenza. Ribadisco però che i problemi nostri li hanno avuti tutti: la Francia aveva qui il meglio, con Thomas reduce dal trionfo a Besseges e i quartetti che continuano a crescere pensando alle Olimpiadi di casa. La Gran Bretagna anche aveva i migliori effettivi, basti guardare la Archibald che si era fatta male nell’omnium è stata prontamente e degnamente sostituita nella madison. Per questo i risultati azzurri sono ampiamente positivi.

Viviani Eliminazione 2022
Viviani ha un po’ deluso nell’omnium, ma nell’eliminazione è sempre il re
Viviani Eliminazione 2022
Viviani ha un po’ deluso nell’omnium, ma nell’eliminazione è sempre il re
Come pensi di regolarti per le prossime tappe?

A Milton conto di portare molti Under 23, soprattutto per il quartetto, in modo da far fare loro esperienza, proprio perché ci tengo a lasciare la porta aperta a nuovi innesti in vista anche di Parigi 2024, quindi c’è bisogno che si confrontino ai massimi livelli. Fra le donne sicuramente ci saranno la Balsamo e la Consonni: a proposito di Elisa devo dire che la sua abnegazione le fa onore: durante le classiche ha fatto su e giù con il Belgio proprio per effettuare lavori in pista e i risultati si sono visti, sia nel quartetto, sia soprattutto nella madison con la Guazzini. Spero inoltre di recuperare la Paternoster che è mancata a Glasgow in quanto aveva la febbre, attendiamo gli esami per capire come sta, come anche vorrei portare la Fidanza in ripresa dopo il brutto incidente.

E a Cali?

In Colombia ci sarà una spedizione più ridotta nei numeri, è probabile che soprattutto al femminile ci saranno poche ragazze per la concomitanza con il Giro d’Italia, forse rinunceremo al quartetto. Per questo era importante essere a Glasgow al meglio delle nostre forze.

Glasgow donne 2022
Azzurre terze nel quartetto, con Alzini, Balsamo, Barbieri, Consonni e Guazzini
Glasgow donne 2022
Azzurre terze nel quartetto, con Alzini, Balsamo, Barbieri, Consonni e Guazzini

Intanto l’Olanda riparte senza Wild

Nel complesso la tappa di Glasgow ha confermato la sensazione emersa nel dopo Tokyo, ossia l’emergere di nuove forze pronte a smuovere le gerarchie. Nel quartetto maschile ormai la Francia è una seria candidata ai vertici mondiali, guidata da quell’Ermenault figlio d’arte che ai mondiali di Roubaix aveva impressionato nell’inseguimento individuale. Fra le donne le transalpine sono in netta crescita mentre anche l’Olanda inizia a interessarsi alla specialità, in un quadro di ricostruzione dopo l’addio della sua storica guida Kirsten Wild. Ci sarà molto da lavorare, ma noi ci siamo.

La zampata di Quaranta sulla velocità azzurra

14.04.2022
5 min
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La prima domanda, un sospiro e una battuta divertita come risposta. «Come ho trovato la velocità della pista italiana? Eh, potrei dirvi come la penso ma dopo dovrei uccidervi! Come facciamo?». Ivan Quaranta (in apertura con Matteo Bianchi e Mattia Predomo, foto FCI), che chiamavano “il Ghepardo”, apre la nostra chiacchiera con una zampata (di spirito) proprio come terminava le volate da corridore.

Dallo scorso gennaio, ufficialmente, il 47enne cremasco è collaboratore del cittì della pista Marco Villa per le discipline veloci. Quelle che stanno facendo fatica nel nostro movimento e per le quali Quaranta dovrà rimboccarsi le maniche per riportarle agli antichi splendori. L’argomento meritava di essere approfondito con lui, che da junior nel 1992 ad Atene fu campione del mondo della velocità, prendendo spunto anche dai suggerimenti di Sir Chris Hoy dei giorni scorsi.

Il coinvolgimento di Quaranta nei piani federali era emerso già al Lunigiana 2021, dove ha guidato il team azzurro
Il coinvolgimento di Quaranta nei piani federali era emerso già al Lunigiana 2021
Ivan come mai la velocità azzurra non è più quella di un tempo?

Il mio pensiero è allineato a quello di Villa, Fabio Masotti e Diego Bragato (questi ultimi due rispettivamente collaboratore e preparatore atletico, ndr). Ovvero che in Italia è un problema culturale. L’italiano ha la velocità nel proprio DNA. Ha vinto tutto quello che si poteva fin dai tempi di Maspes e Gaiardoni fino a Chiappa o ai miei. Se oggi dovessimo fare un mondiale di velocità in pista con esordienti o allievi saremmo sicuramente tra i primi. Poi però succede che all’estero, in Francia, Gran Bretagna o Olanda, questi ragazzi continuano a lavorare su pista mentre qua da noi il diesse, il genitore o il tifoso del ragazzo inizia già ad immaginarselo vincente nelle volate su strada al Giro o al Tour. E’ vero che abbiamo vinto le Olimpiadi con Viviani, Ganna e il quartetto nelle discipline endurance ma in Italia si pensa che il ciclismo sia solo su strada. Figuriamoci la velocità.

Come si può ovviare a questo modo di pensare?

E’ dura adesso convincere un ragazzino a non abbandonare la velocità in pista, dedicandosi totalmente ad essa. La fase più importante, quindi, è quella del reclutamento. Adesso sto cercando di compiere questa missione con i più giovani, sia col mio modo di fare sia anche e soprattutto con dei numeri o certezze scientifiche. Non è che Villa o io ne sappiamo di meno dei tecnici olandesi, ad esempio. E’ che con i cavalli da corsa sono capaci tutti a vincere e tutto è più semplice. Bisogna avere più ragazzi.

Miriam Vece, Migle Marozaite, velocità, europei Plovdiv 2020
Miriam Vece, qui contro Marozaite agli europei di Plovdiv 2020, è un talento in crescita fra le ragazze
Miriam Vece, Migle Marozaite, velocità, europei Plovdiv 2020
Miriam Vece, qui contro Marozaite agli europei di Plovdiv 2020, è un talento in crescita
Cosa bisogna fare per essere persuasivi?

Bisogna farli appassionare. E per farsi appassionare devi aumentare la attività. Qui da noi le discipline veloci in pista vengono un po’ snobbate dagli organizzatori. All’estero ogni domenica i giovani gareggiano in pista. Personalmente ho pensato a un modo sia a breve che a lungo termine per convincerli ed interessarli. Nel breve bisogna lavorare bene con i ragazzi che abbiamo adesso. Il lungo termine poi sarà una conseguenza. La Federazione in ogni caso ci sta aiutando tanto, però potrebbe spingere gli organizzatori a fare più corse di questo tipo. Vi faccio un esempio per spiegarmi meglio…

Vai pure…

Prendete i ragazzi della BMX. Loro sanno già che non correranno mai il Tour de France, perché le loro prove durano pochissimo. E’ un modello di prestazione totalmente diverso alla strada, eppure chi inizia con questa disciplina continua e non gli interessa del resto. La fanno perché gli piace. E corrono tutte le domeniche. Ci vorrà della pazienza, ma la via da seguire è questa.

Matteo Bianchi, uno dei velocisti azzurri più forti, impegnato in una volata nel keirin
Matteo Bianchi, uno dei velocisti azzurri più forti, impegnato in una volata nel keirin
Se l’hai letta, cosa pensi di quello che ci ha detto Hoy a Londra?

Eh, figuratevi se dieci minuti dopo che l’avevate pubblicata, non me l’avevano già girata (ci confida sorridendo, ndr)?! Ho il suo stesso pensiero, che tra l’altro ha detto in maniera disinteressata. L’unico aspetto che non condivido a pieno è quello legato al budget. Ovvero che investendo nella velocità si tolga qualcosa all’endurance. Chris Hoy ha tanta esperienza e lo ha affermato come ipotesi, però magari non conosce bene la realtà italiana. Villa sarebbe ben felice di vincere, ad esempio, sia l’inseguimento a squadre che il team sprint. Noi tecnici dobbiamo poter lavorare con i migliori e poi garantire in futuro a questi ragazzi un adeguato stipendio per mantenersi in modo autonomo.

Come sta procedendo il tuo lavoro?

Abbiamo ragazzini che fanno già tempi buonissimi su pista in cemento all’aperto. Se lavoriamo sul rapporto da spingere portandoli in un velodromo al chiuso con pista in legno, guadagniamo un secondo abbondante come ridere. E da lì quindi iniziare a lavorare sempre meglio per abbassare i tempi. Ora stiamo facendo buone cose con Miriam Vece, cui faceva riferimento Hoy, con Mattia Predomo (bronzo mondiale nel 2021, ndr), Matteo Bianchi o Daniele Napolitano. Inoltre abbiamo iniziato una bella collaborazione con Tommaso Lupi, il cittì della nazionale di BMX.

Predomo 2021
Nel 2021, Mattia Predomo ha centrato il bronzo mondiale nella velocità juniores al Cairo
Predomo 2021
Nel 2021, Mattia Predomo ha centrato il bronzo mondiale nella velocità juniores al Cairo
In cosa consiste?

Mi hanno messo a disposizione già alcuni loro atleti che hanno girato in pista con noi. I loro atleti hanno caratteristiche simili ai nostri e viceversa. Ci stiamo già muovendo, ma ancora non entro nel dettaglio delle cose. Ciclisticamente parlando la velocità in pista e la BMX sono due discipline che più si somigliano. E infatti non è un caso che l’olandese Harrie Lavreysen (due ori olimpici a Tokyo e già campione del mondo ed europeo e vincitore della Champions League della pista, ndr) venga proprio dalla BMX.

Hoy ci ha detto che se l’Italia trova la persona giusta, la velocità azzurra si rilancerà in fretta. Sei tu quella persona?

Non lo so, ma spero proprio di sì. Posso dirvi che mi aspetta un compito difficile, però questo ruolo è stimolante. Ho affrontato così tante sfide quasi impossibili nella mia vita, che questa mi affascina. Parigi 2024 è troppo vicina, ma Los Angeles 2028 è alla nostra portata. Stiamo lavorando in questa ottica, oltre che per le rassegne mondiali e continentali. Anzi secondo me potremmo avere delle sorprese nel giro di poco.

Martina Fidanza, dopo la paura il piano di rientro

12.04.2022
3 min
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Martina Fidanza è tornata in pista, perché le hanno detto che riprendere su strada dopo la frattura delle due vertebre sarebbe stato rischioso. Così stamattina ha caricato la bici in macchina ed è andata a Montichiari, dove l’aspettava Marco Villa. La caduta che ha interrotto la sua stagione su strada si è verificata il 16 marzo alla Nokere Koerse, settima corsa con la maglia della Ceratizit WNT Pro Cycling, in cui è approdata quest’anno..

«Ma io ero spaventata più per la testa – dice – perché dopo la caduta mi sono venute addosso veramente in tante. Mi hanno portato in ospedale e l‘unica cosa strana era che quando muovevo le gambe, partivano come delle scariche alla schiena. Mi hanno fatto gli esami per la testa ed era tutto a posto. Poi hanno insistito per guardare la schiena e la radiografia ha evidenziato la frattura di una vertebra. Ho provato ad alzarmi e mi hanno ceduto le gambe. Poi un po’ mi sono ripresa. Sono riuscita a prendere il volo di ritorno, anche grazie a mia sorella e al dottor Pollastri della sua squadra (il Team Bike Exchange-Jayco, ndr). Il giorno dopo sono andata dall’ortopedico ed è saltato fuori che c’era una seconda vertebra lesionata».

Da quest’anno, la bergamasca Fidanza – classe 1999 – corre con la Ceratizit WNT Pro Cycling
Da quest’anno, la bergamasca Fidanza – classe 1999 – corre con la Ceratizit WNT Pro Cycling
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto fin qui?

Qualcosa di buono si era iniziato a vedere. Nella prima corsa a tappe ho fatto un nono e un secondo posto. Penso che nonostante tutto, sia stato un buon inizio.

Dopo quanto tempo sei risalita in bici?

La verità? Il giorno dopo (si mette a ridere, ndr) ho provato a fare un giretto, ma dopo due pedalate ho capito che era impossibile. Sono stata due settimane col busto, poi ho cominciato la rieducazione in piscina, a fare delle camminate, la cyclette e insieme Tecar e magnetoterapia per attutire il dolore.

Hai tolto il busto dopo due settimane?

Ho tolto quello rigido venerdì e ora ho un corpetto più piccolo per la vita di tutti i giorni. Adesso c’è da capire come risponderà la schiena in pista.

Il suo 2021 si era chiuso con l’oro nello scratch ai mondiali di Roubaix
Il suo 2021 si era chiuso con l’oro nello scratch ai mondiali di Roubaix
Ti sei fatta una tabella ideale di rientro?

Ho tutto chiaro, ma bisogna vedere come andrà il recupero. Vorrei rientrare nella Coppa del mondo su pista in Canada, se Villa me ne dà la possibilità, perché ci arriverei con due settimane di allenamento, che sono poche. Poi farei un paio di gare a tappe, come la Ride London e il Giro di Campania. Non per fare risultato, ma per mettere insieme dei chilometri. Poi il Giro di Svizzera a giugno, un po’ di altura con le Fiamme Oro e i campionati italiani prima del Giro.

La schiena fa male?

Male a volte, più che altro ho dei fastidi. Per questo sono curiosa di vedere come mi riadatterò alla bici da pista. Certo non salirò subito su quella da inseguimento. Con quella penso che dovrò aspettare ancora un po’…

Villa: dribbling con squadre e strada. Il 2022 sarà un “tetris”

12.04.2022
4 min
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Il calendario delle gare su strada è sempre più nel pieno e anche quello della pista ha iniziato a fare capolino. Urge dunque fare il punto con Marco Villa, il cittì padrone di casa del parquet. Dopo la sbornia dello scorso anno tra successi olimpici e iridati e allenamenti di squadra ponderati al millimetro, quest’anno le cose sembrano essere partite in sordina. E un po’ si sapeva.

Il 2022 è anno di grossi cambiamenti, anche tecnici. Cambiamenti che riguardano lo stesso Villa, il quale si ritrova a gestire anche la nazionale femminile.

Marco Villa (classe 1969) quest’anno avrà un bel da fare per avere gli atleti e le atlete a disposizione e in buone condizioni
Marco Villa (classe 1969) quest’anno avrà un bel da fare per avere gli atleti e le atlete a disposizione e in buone condizioni
Marco dopo l’anno olimpico e in attesa dei grandi appuntamenti, sembra una stagione più tranquilla…

Apparentemente sembra così. Tuttavia la prossima settimana a Glasgow inizia la Coppa del mondo. Ci andiamo un po’ guardando la prestazione e un po’ le esigenze di calendario. Non ci sono molti atleti, ma la Coppa bisogna farla se poi si vuol fare anche i mondiali, anche se non è certo questo il modo migliore per prepararla.

Cioè?

Bisogna che gli atleti partecipino, altrimenti per regolamento non possono fare i mondiali. Simone Consonni sta preparando il Giro e Ganna verrà nella settimana successiva alla Roubaix. Viviani, più o meno, la stessa cosa. Immagino che Pippo verrà in Scozia per attaccare il numero alla schiena. La interpreto come un lasciapassare per il mondiale.

E vale anche per le donne?

Vale anche per loro: sì. Loro sono quasi tutte su in Nord Europa per le classiche. Le ho viste poco e quasi sempre singolarmente. Non ne avevo 4 o 5 per provare un quartetto, per dire… Ma questo è stato il primo approccio e okay: avanti così.

Questa situazione riguarda anche le altre nazionali?

Questo non lo so, io guardo alla mia e dopo lo scorso anno credo che siano gli altri che guardano all’Italia. Se do un occhio alle ragazze che stanno correndo, sono le stesse che avrò a Glasgow. E’ un gruppo che conosco poco, ho poche indicazioni e alcune non hanno una grande esperienza.

Ganna e Viviani, andranno a Glasgow dal prossimo 21 aprile, ma l’avvicinamento non sarà dei migliori
Ganna e Viviani, andranno a Glasgow dal prossimo 21 aprile, ma l’avvicinamento non sarà dei migliori
Il lavoro ti si è raddoppiato da quando segui anche le donne?

Non del tutto perché non ho più gli junior che invece segue Salvoldi. E per questa categoria c’è alle spalle un grosso lavoro di scouting, di preparazione. Con Dino ci siamo confrontati e stiamo cercando di dare loro lo stesso metodo di lavoro, così che quando passeranno under 23 abbiano acquisito certi metodi. 

Però hai le donne junior…

Esatto, e faccio lo stesso lavoro, però va detto che loro sono meno in numero rispetto ai maschi della stessa categoria. Pertanto dai: non è del tutto raddoppiato il lavoro!

Secondo te quando potrai avere i tuoi atleti e le tue atlete veramente a disposizione?

Io credo che quest’anno sarà un po’ così. Bisognerà adattarsi. Soprattutto con le donne cercherò di far capire a loro e ai rispettivi team qual è il mio metodo di lavoro, così come ho fatto con gli uomini nel corso degli anni. Non pretendo di averle tutte per 15 giorni consecutivi, voglio e spero di guadagnarmi la fiducia e il rispetto dei loro team manager, dei loro diesse per concertare insieme il lavoro. Mi rendo conto che non sarà facile. Ci saranno Giro, Tour, europei su strada, Giochi del Mediterraneo… tanti impegni. Gli europei su strada sono quasi concomitanti con quelli su pista. Bisognerà trovare il giusto equilibrio.

Chiara Consonni e Vittoria Guazzini (rispettivamente a sinistra e destra della Norsgaard) sono impegnate nelle classiche del Nord
Chiara Consonni e Vittoria Guazzini (rispettivamente a sinistra e destra della Norsgaard) sono impegnate nelle classiche del Nord
Un vero “tetris”… Di fatto ormai con il WorldTour anche il calendario femminile è bello pieno…

Io sono contento per le donne. Sono contento che comincino ad avere un calendario che renda giustizia all’attività. Prima era ridotto e per poche elette. Quello che mi sembra di capire, piuttosto, è che non ci siano ancora abbastanza ragazze da poter fare la doppia (o tripla, ndr) attività. Gli organici sono ancora piccoli e va a finire che le più forti corrono sempre.

Marco, è questo l’anno per curare altri aspetti come magari far crescere dei giovani, sviluppare questo o quel materiale, perfezionare un cambio?

Il lato tecnico lo curiamo sempre. E sempre cerchiamo la perfezione. Sul fatto che i giovani possano crescere lo do per scontato: devono continuare a crescere, anche solo perché più vanno avanti e più maturano fisicamente.

E potrebbe essere anche l’anno buono per fare qualche cambio nel quartetto?

Come vedete sono gli impegni che lo impongono e i cambi li faccio ben volentieri. C’è più spazio per i giovani e per chi ha lavorato dietro le quinte. E poi come ho già dimostrato alle Olimpiadi di fronte alle prestazioni, di fronte al cronometro non discuto: va in squadra chi va più forte… a prescindere dal nome.

Moro e la Zalf vincono, grazie anche a Marco Villa

17.03.2022
4 min
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La Due Giorni per Alessandro Bolis si è chiusa con la vittoria in solitaria di Manlio Moro, corridore della Zalf Euromobil Désirée Fior, al secondo anno negli under 23 (foto Scanferla apertura). Il ragazzo nato a Pordenone ha anticipato di 25 secondi il gruppo regolato da Marco Andreaus. Quella ottenuta da Moro è la terza vittoria stagionale per la squadra di Faresin, dopo quelle di Guzzo e De Pretto.

Moro ha vinto alla Due Giorni Alessandro Boris con un’azione da lontano (foto Scanferla)
Moro ha vinto alla Due Giorni Alessandro Boris con un’azione da lontano (foto Scanferla)

Un bel modo di inziare

«E’ stata una vittoria… vissuta -dice Moro – ho cercato in tutti i modi di entrare nella fuga, il percorso era molto adatto alle mie caratteristiche. E’ andata bene perché sono riuscito a staccare i miei compagni di fuga guadagnando quasi 40 secondi. Poi ad una decina di chilometri dal traguardo ho forzato un po’ su una curva e lì è andata male (dice ridendo, ndr), nel senso che son caduto. Per fortuna avevo buon margine e sono ripartito prima che mi riprendesse il gruppo». 

Seconda vittoria tra gli under 23, la prima nel 2021 alla Coppa Città di Bozzolo (foto Scanferla)
Seconda vittoria tra gli under 23, la prima nel 2021 alla Coppa Città di Bozzolo (foto Scanferla)

Cambio di preparazione

«Una vittoria che dà morale (la definisce così Manlio, ndr), come tutte le vittorie. Sono molto contento di come ho iniziato la stagione, quest’inverno ho lavorato molto, prima con la nazionale di pista e poi con la squadra. Con Marco Villa e gli altri ragazzi abbiamo fatto due ritiri a Gran Canaria, mentre con la squadra ho lavorato molto bene una volta tornato.

«Da gennaio ho anche cambiato tipologia di allenamenti – riprende il ragazzo – ora una volta a settimana vado a Montichiari. Lì lavoro sempre insieme a Marco Villa, abbiamo deciso di spostare i lavori di forza dalla strada alla pista. Il vantaggio è immenso, lontano dal traffico si riesce a lavorare in maniera molto più serena e spingo rapporti che su strada non ho. E i risultati non hanno tardato ad arrivare».

Da questo inverno Moro va una volta a settimana a Montichiari per allenarsi su pista insieme a Marco Villa (foto Bettini Photo)
Da questo inverno Moro va una volta a settimana a Montichiari per allenarsi con Marco Villa

Colloqui costanti

Faresin è sempre stato abbastanza restio sull’attività di pista, ma nelle ultime stagioni alla Zalf stanno aprendo molto anche ai ragazzi che praticano la doppia disciplina.

«Gianni – racconta Manlio – sta cambiando idea riguardo alla doppia attività, anche perché sta vedendo come lavoro ed i risultati che ottengo. Come detto vado una volta a settimana a Montichiari, spesso da solo, ma a volte vengono come anche Cattelan e Bonetto. Il confronto tra Marco Villa ed i diesse della Zalf è continuo e questo crea una sinergia perfetta. A dire il vero sono stati anche i miei compagni di nazionale a dirmi di non abbandonare la pista nella preparazione (Lamon, Scartezzini, Bertazzo, ndr)».

Gli allenamenti in pista gli permettono di lavorare meglio sulla forza
Gli allenamenti in pista gli permettono di lavorare meglio sulla forza

Un salto in Belgio

Con il morale alto sarebbe facile fare proclami, invece, Moro mantiene un profilo basso nel raccontarci i prossimi obiettivi.

«Domenica sfrutterò ancora condizione e morale e sarò alla partenza della Popolarissima. Domenica 27 marzo sarò con la nazionale, guidata da Amadori, alla Gand under 23. Sarà la mia prima esperienza al nord, sinceramente non so cosa aspettarmi, sono però felicissimo di fare così tante esperienze».

Bertazzo riparte dal Maloja Pushbikers. E ci racconta tutto…

22.02.2022
5 min
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A volte capita che un oro non basti come biglietto da visita. La medaglia del metallo più prezioso conquistata da Liam Bertazzo nell’inseguimento a squadre agli ultimi mondiali su pista a Roubaix non gli è servita a mantenere un ingaggio, quanto meno, tra i team professional.

Il padovano di Tribano – fresco dei trent’anni compiuti il 17 febbraio – era in uscita dalla Vini Zabù, società con cui è stato nelle ultime sette stagioni e che si sapeva avrebbe chiuso a fine 2021. Prima della fine dell’anno anche la Federciclismo e Marco Villa avevano provato ad aiutarlo a trovare una squadra. «Se lo merita», aveva detto il cittì della pista. Ma niente fino a pochi giorni fa.

Ora Bertazzo un contratto ce l’ha. Lo ha firmato con la Maloja Pushbikers (formazione continental tedesca) e si è concretizzato grazie alla intercessione, diciamo così, della pista. Mentre sta rientrando dal ritiro della nazionale a Peschiera del Garda, Liam ci spiega tutto al telefono, commentando in diretta anche la sua partecipazione per i mondiali eSports sulla piattaforma Zwift del 26 febbraio insieme a Matteo Cigala, Martina Fidanza ed Elena Pirrone. «Quella – ci dice ridendo – non sarà una passeggiata, anzi sarà una vera sofferenza».

Bertazzo parla con Fortin, suo amico e futuro compagno. Gli farà da apripista nelle volate (foto Facebook/Maloja Pushbikers)
Bertazzo parla con Fortin, suo amico e futuro compagno (foto facebook Maloja Pushbikers)
Liam finalmente hai trovato una squadra, non potevi restare a piedi. Come è nata questa trattativa?

E’ stato un insieme di cose. Conoscevo già di fama il loro general manager Christian Grasmann, che è stato un ottimo pistard e aveva corso una Sei Giorni di Berlino con Villa. Poi ho scoperto meglio questa formazione grazie al mio compagno di allenamento Filippo Fortin, che aveva firmato con loro a ottobre e me ne parlava bene. A quel punto abbiamo approfondito i contatti e qualche settimana fa sono stato a Monaco di Baviera per firmare (la loro sede però è a Holzkirchen, 30 chilometri a sud del capoluogo bavarese, ndr).

Che impressione hai avuto?

E’ una squadra piccolina, ma ben organizzata. Hanno una bella mentalità, tanta voglia di fare e con un buon clima. Ragionano come un’azienda. Dopo sette anni in un team italiano, qui troverò un ambiente differente. Sarà una esperienza di vita. Avrò per lo più compagni tedeschi, poi uno statunitense ed uno neozelandese. Con loro potrò migliorare il mio inglese.

Abbiamo guardato sul loro sito e sui loro profili social per capire meglio alcuni aspetti tecnici. Sai qualcosa dei loro marchi?

Il team è supportato da belle realtà aziendali. Useremo biciclette Wiawis. Sono sudcoreane e già le conoscevo perché la loro nazionale le utilizza in pista e vedevo i mezzi nelle varie competizioni internazionali. So che hanno già pronto un telaio per me. Maloja, che è il main sponsor, invece è un brand di abbigliamento tecnico, principalmente da outdoor (sono i fornitori ufficiali della nazionale di biathlon degli Stati Uniti che ha partecipato alle Olimpiadi invernali di Pechino, ndr). Le nostre divise saranno arancio-grigie, esteticamente colpiscono. Sono prodotte proprio da Maloja e ogni anno le hanno cambiate anche per un discorso di marketing.

Liam Bertazzo veste già i colori arancio-grigio del suo nuovo team (foto Facebook/Maloja Pushbikers)
Liam Bertazzo veste già i colori arancio-grigio del suo nuovo team (foto Facebook/Maloja Pushbikers)
Perché hai scelto questa squadra?

Per un po’ di fattori. Voglio continuare a puntare sulla pista. Parigi 2024 è un mio obiettivo dopo che per me è stato un onore essere riserva a Tokyo. Però volevo tornare a fare strada ed essere competitivo. Grazie a Grasmann, che conosce bene entrambe, ho pensato che la sua squadra fosse quella giusta per me per ripartire dopo la chiusura della Vini Zabù.

Che calendario avrai?

Lo vedremo poco alla volta, però fino alla fine di aprile ce l’ho già pianificato. Esordirò il 2 marzo al Trofeo Umag in Croazia, dove farò un altro paio di corse fino al 13. Poi correremo a Rodi sia il 20 marzo che dal 24 al 27. Infine dal 21 al 24 aprile ci saranno le prime prove di Nations Cup su pista a Glasgow. Dovrò calibrare bene gli impegni tra le due attività nel resto della stagione.

Che obiettivi ti sei prefissato?

Non ne ho uno in particolore, in pratica riparto da zero. Vorrei recuperare il tempo perso a causa dell’infortunio alla schiena per il quale mi avevano dovuto operare per forza due anni fa (una microdiscectomia, ndr) dopo la caduta nella gara a tappe in Colombia ad inizio 2019. Non riuscivo quasi più a camminare. Adesso sto decisamente meglio. Vorrei ritrovare un po’ di feeling con la volata, tornare a comparire in qualche ordine d’arrivo. Ma soprattutto aiutare Fortin, che sarà il velocista principale.

Nel Velodromo di Montichiari Bertazzo ha provato la bici Wiawis che userà nel Maloja Pushbikers (foto Facebook)
A Montichiari, Bertazzo ha provato la bici Wiawis che userà nel Maloja Pushbikers (foto Facebook)
Come mai nessun’altra formazione ti ha cercato?

Non c’è stato tanto interesse da parte di alcuna professional, sia italiana che straniera. La Federazione ha provato ad aiutarmi e la ringrazio tanto, però non ha sortito alcun effetto. Sinceramente non so il perché ma non accuso nessuno. Le motivazioni potrebbero essere diverse. Un po’ perché si sapeva che ho corso poco per i problemi alla schiena. E quindi ho avuto risultati scarsi. Oppure perché in Italia, malgrado abbiamo campioni come Consonni, Ganna, Viviani e Milan, ancora non c’è una grande considerazione per la doppia attività strada-pista. Peccato, perché nei velodromi adesso si possono svolgere tanti lavori in sicurezza che portano frutti su strada. E viceversa.

Chiudiamo Liam, siamo contenti di sentirti carico. Sei pronto ad iniziare?

Assolutamente sì. Andremo in ritiro da oggi al 27 febbraio (sul Lago di Garda, ndr). Prima però ho fatto una visita nella sede della squadra e della ditta Maloja (a Rimsting, sempre in Baviera, ndr). E’ nuova e bellissima, ero molto curioso di vederla. Loro vogliono crescere e io voglio dare il mio contributo al loro progetto.

Pinazzi, voglia di vincere e zero voli pindarici

07.02.2022
5 min
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La pressione lui l’ha sempre gestita bene. Mattia Pinazzi – ventuno anni il prossimo 4 aprile – è uno di quelli che se sta per cadere il mondo, fa un passo di lato per non farsi colpire. Non si è mai fatto troppo influenzare dalle sue prestazioni. Né quando vinceva tanto nelle categorie giovanili, né quando faceva fatica a trovare i risultati negli ultimi anni. 

Maglia Arvedi

Il velocista della Arvedi Cycling, la stessa squadra di Moro e Lamon, vuole fare un personale upgrade ed affrontare il 2022 da protagonista. Lo farà con un rinnovato ottimismo grazie ai sigilli ottenuti nella parte finale della scorsa stagione. Dal 20 agosto, giorno in cui ha conquistato la medaglia di bronzo agli europei su pista U23 in Olanda, al 16 ottobre, data del successo a Saronno in una corsa U23.

A ottobre la seconda vittoria 2021, a Saronno, su Fiaschi (foto Instagram)
A ottobre la seconda vittoria 2021, a Saronno, su Fiaschi (foto Instagram)

Due mesi di fuoco nei quali il parmense, una volta risolti i problemi al ginocchio destro, ha vinto a metà settembre nell’arco di tre giorni anche la Targa Libero Ferrario su strada e il tricolore elite su pista nello scratch a Dalmine.

Per capire i suoi programmi, abbiamo sentito Pinazzi al termine del suo allenamento giornaliero (quattro ore pedalate sulle prime colline fuori Parma) e alla vigilia del collegiale azzurro su strada e pista (di cui farà parte) voluto da Marco Villa in programma da domani 8 febbraio fino al 12 a Peschiera del Garda.

Mattia, come sta andando la preparazione?

Sto bene rispetto all’anno scorso nello stesso periodo. Ho iniziato prima ad allenarmi, a novembre, dopo una breve vacanza. Durante l’inverno ho corso la Sei Giorni di Gand e a Grenchen. Sono state corse utili per trovare subito il giusto colpo di pedale. E ne ho sentito il beneficio durante il mini-ritiro della squadra (dal 31 gennaio al 4 febbraio, ndr).

Il tuo esordio su strada ed il resto del calendario sono già stati pianificati?

Sì, il debutto sarà sabato 26 febbraio alla San Geo. Il giorno successivo sarò a Misano per la 100 Chilometri che si corre all’interno del circuito motociclistico. Il resto della stagione è più o meno delineato per fare più gare possibili su strada per un preciso obiettivo.

Quale?

L’intenzione e la priorità sono quelle di andare al mondiale in Australia. Ne ho già parlato col cittì Marino Amadori. Sono nella sua lista di papabili azzurri, lui crede in me. Ed io voglio ricambiarlo. Il percorso è adatto alle mie caratteristiche. Non pare durissimo, ma ha alcune salitelle che, seppur non sembrino impossibili, non vanno assolutamente sottovalutate. Dovrò cercare di andare forte fin dalle prime corse perché il primo step sarebbe conquistarsi la convocazione per alcune gare al Nord da fare con la nazionale.

Con la nazionale, Pinazzi ha messo il naso fra i pro’: qui al Giro del Veneto (a destra) assieme a Raimondi, entrambi parmensi
Con la nazionale al Giro del Veneto (a destra) assieme a Raimondi, entrambi parmensi
E con la pista come farai?

Non voglio trascurarla. Lo sa Marino, tant’è che ne ha già parlato con Marco (Villa, cittì della pista, ndr). Anche Marco a sua volta ha compreso la situazione, come immaginavo. Ho un buon rapporto con entrambi, mi confronterò con loro durante la stagione.

Ci sono anche altri appuntamenti con la nazionale…

Sì, ci saranno anche europei e Giochi del Mediterraneo. Ma non ne abbiamo parlato in modo approfondito. Poi ad aprile inizieranno le prove di Nation’s Cup su pista. Europei e mondiali su pista invece sono un altro obiettivo. Voglio guadagnarmi la convocazione e farli bene anche se li ho già fatti e quindi, rispetto a quelli su strada, non sono una novità.

Queste gare riusciranno a metterti un po’ più di pressione?

In realtà un po’ ce l’ho sempre ma la maschero bene (ride, ndr). E’ giusto e fa bene avercela. Come dice sempre Elia (Viviani, ndr), le gare si vincono e si perdono però l’importante è sapere di aver fatto e dato il massimo per farle al meglio.

Fai parte del gruppo azzurro della pista da qualche anno. Sei pronto al passaggio di consegne che ci sarà? All’orizzonte c’è Parigi 2024 e potresti essere una pedina importante…

Me lo hanno già fatto in tanti questo discorso. Andare alle prossime Olimpiadi è uno dei miei obiettivi, ma ci sarà da vedere cosa faranno i professionisti. E di conseguenza cosa starò facendo io. Di elite ce ne sono tanti per la pista ed entrare in un nuovo quartetto, dopo quello che hanno vinto loro nelle ultime competizioni, sarà molto difficile. In queste annate ho sempre lavorato con loro ma per un motivo o l’altro arrivavo agli appuntamenti internazionali giù di forma. In ogni caso deciderà Villa, io continuerò ad essere a disposizione.

Nel 2021 Pinazzi ha vinto il tricolore dello scratch su Moro e Scartezzini (foto Aivlis/Silvia Colombo)
Nel 2021 Pinazzi ha vinto il tricolore dello scratch su Moro e Scartezzini (foto Aivlis/Silvia Colombo)
Hai finito la scorsa stagione in crescendo. Cosa ti ha sbloccato mentalmente?

Credo sia stata la medaglia di bronzo agli europei in pista. Già da junior la vedevo sempre lì senza mai prenderla. Sembrava un miraggio. Fino ad allora, per tornare al top, in pratica usavo le gare come allenamento. In corsa facevo di tutto. Tiravo tutto il giorno per i miei compagni dall’inizio alla fine. Dopo quel terzo posto è stato tutto più facile.

Mattia, a proposito, un’ultima domanda prima di chiudere. Un tuo futuro tra i pro’ quando potrebbe esserci?

E’ presto per pensarci. Anche se non ho il procuratore c’è stata qualche chiacchiera in estate con qualche team professional e WorldTour, ma non vi dico chi erano. Ho avuto una proposta anche dalle Fiamme Azzurre, ma non ho ancora deciso. Anche perché devo avere determinati requisiti. Adesso penso solo a questo 2022, in cui voglio migliorare i piazzamenti dell’anno scorso. E cercare di vincere, vincere e vincere.

Barbieri, per quest’anno via dal fango: «Tutto sulla strada»

06.01.2022
5 min
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L’anno scorso di questi tempi, Rachele Barbieri aveva il fango nei capelli. Nella sua agenda c’erano infatti il ciclocross in preparazione alla pista (più che alla strada) e una gran voglia di ripagare gli sponsor che l’avevano aiutata a costruire la squadra per inseguire il sogno olimpico. E se oggi il fango è un ricordo (che l’emiliana vive con una punta di nostalgia), è anche perché quel cammino l’ha portata dove voleva. Sono venute le vittorie. Sono venute le Olimpiadi. E alla fine è saltato fuori anche il contratto in una squadra WorldTour, il team Liv Racing Xstra, in cui fare l’atleta significherà semplicemente fare l’atleta.

«Ho corso solo un cross – ammette – pochi giorni fa. Quest’anno ho voluto dedicarmi meglio e di più alla strada. Fare 40 minuti a tutta in questa fase della stagione non era quello di cui ho bisogno. Nonostante mi diverta e lo trovi utile, per quest’anno l’ho messo da parte».

Nel 2020-21 la sua stagione di cross fu piuttosto piena: i 40′ di gara erano funzionali anche alla pista
Nel 2020-21 la sua stagione di cross fu piuttosto piena

La pista in mente

Allo stesso modo, anche la pista è finita per qualche settimana nel cassetto. Rachele non ha partecipato ai primi due raduni voluti da Villa in Sicilia e Slovenia, ma è in contatto con il cittì azzurro.

«Non ho voluto perdere giorni di allenamento – dice – ho parlato con Marco e lui sa che ci tengo a mantenere la pista. Aspetteremo che Montichiari riapra e poi ricomincerò ad andarci, se non per tre volte alla settimana, almeno una vorrei esserci. Ho parlato con le ragazze che sono andate in ritiro, si sono trovate tutte molto bene. Spero si riesca a mantenere il gruppo e credo anche che l’esperienza di Villa per noi sia una grande occasione».

Il tocco di Giorgia

Ora però si pensa alla strada e, vista la grande occasione, è anche giusto. In squadra l’ha voluta Giorgia Bronzini, che ha lasciato la Trek-Segafredo per dare al nuovo team un’impronta personale. Ad ora le ragazze si sono ritrovate per pochi giorni di team building, in attesa di aprire la stagione con un ritiro in Toscana proprio nei prossimi giorni.

«Per adesso – racconta – è tutto molto bello. Si sta rivelando una squadra molto familiare. C’è più professionalità che serietà, mentre me la sarei aspettata più rigida. Ci sono regole chiare, ma grande informalità. Il tocco di Giorgia è evidente, in questo clima c’è tanto del suo stile. Cercare un ottimo rapporto all’esterno della gara darà a tutte la spinta per fare il meglio. E fra qualche giorno saremo finalmente in bici».

Rachele Barbieri corre nelle Fiamme Oro: qui al Giro d’Onore della Fci a Roma
Rachele Barbieri corre nelle Fiamme Oro: qui al Giro d’Onore della Fci a Roma

Livello WorldTour

Le sue vittorie le ha portate a casa, anche se per il tipo di organizzazione che aveva costruito attorno a sé – atleta unica di squadra continentalil suo calendario 2021 è stato per forza limitato e per fortuna c’è stata la nazionale che a luglio l’ha portata a correre il Baloise Tour, concluso con il secondo posto nell’ultima tappa.

«Non abbiamo stabilito ruoli – dice – ma la squadra crede in me come velocista e questo fa piacere e un po’ mette ansia. Cercherò di fare del mio meglio. So che ci sarà da soffrire per il livello delle rivali e delle corse. Al Baloise ho visto che tutto sommato posso reggere certi ritmi, ma chi ha corso tutto l’anno nel WorldTour mi ha detto che il livello ha continuato ad alzarsi. Verrà certamente in corsa il momento in cui mi chiederò chi me l’abbia fatto fare, ma per ora non se ne parla (una bella risata argentina scaccia i brutti pensieri, ndr)».

Questa è la vittoria di Maltignano a maggio 2021, ottenuta da Rachele Barbieri davanti a Martina Fidanza
Questa è la vittoria di Maltignano a maggio 2021, davanti a Martina Fidanza

Chilometri e salita

Adesso si lavora, con la spinta di quando è tutto nuovo. Il suo allenatore resta Stefano Nicoletti e con lui Rachele ha aumentato carichi e ritmi per farsi trovare pronta.

«Sono cambiate delle cose – conferma – avevo bisogno di aumentare i chilometri e le ore, per far crescere la resistenza che, avendo fatto corse minori e concentrata sulla pista, avevo un po’ messo da parte. E poi c’è la salita, altro fattore su cui sto lavorando. Sono tornata a vivere a Serramazzoni, per cui ogni giorno per rientrare a casa devo fare 10-12 chilometri di salita. Prima delle volate, ormai c’è sempre qualche ostacolo e sarà bene farsi trovare pronte. Inizierò con la Valenciana, ma faremo programmi dettagliati in ritiro. Fra Giro e Tour è più probabile che corra il Giro. Non si conosce il percorso, ma parlano di tappe veloci. Non ho mai fatto una corsa di 10 giorni, sarà comunque una grande esperienza».

Degli sponsor personali di Rachele Barbieri rimane l’auto BMW del marchio Vis Hydraulics (foto Instagram)
Degli sponsor personali rimane l’auto BMW del marchio Vis Hydraulics (foto Instagram)

Atleta e basta

E così, indossando la nuova maglia e pedalando sulla nuova bici, Rachele ha chiuso con gratitudine la porta sulla squadra costruita attorno a sé e ha potuto concentrarsi solo sul fare l’atleta.

«Sono stata contenta di quell’esperienza – sorride – ma devo riconoscere che sia stato impegnativo, anche per il rapporto con gli sponsor. Essendo tutte persone che conosco e che mi seguono come tifosi, temevo di non fare mai abbastanza. Abbiamo parlato e li ho trovati tutti contenti che abbia firmato con la LIV. E’ rimasto un bellissimo rapporto, ma che bello avere già tutto organizzato. I voli. I tamponi. Devo dire che pensare a fare solo l’atleta è davvero un’altra cosa…».

Consonni, un anno di novità: dalle “Fiamme” ai gradi di leader

04.01.2022
5 min
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«Ho più esperienza, quest’anno non sarò nemmeno più under 23. Ormai sono diventata grande». In questo 2022 che è appena nato, Chiara Consonni sa già cosa l’aspetta e lo dice con l’immancabile sorriso sulle labbra. Di lei Rossella Callovi, braccio destro del cittì Paolo Sangalli, ci ha detto che è un “trattore” perché è una potenza. Come ragazza per il suo carattere estroverso e solare, a cui piace sdrammatizzare. Come atleta perché quando si attacca il numero sulla schiena si trasforma, scherza poco e mena forte.

Risultati alla mano, la ventiduenne bergamasca sarà chiamata ad uno step ulteriore della sua carriera diventando il faro della rinnovata Valcar-Travel&Service (con cui è sotto contratto fino al 2023) dopo le partenze di Cavalli (a fine 2020) ed ora di Alzini, Guazzini, Magri, Malcotti, Pollicini (ritorno al triathlon) e soprattutto dell’iridata Balsamo. Anche se per la verità “Capo” Arzeni, recentemente interpellato sull’accoppiata Giro Donne-Tour Femmes, ci ha detto che in questa stagione ci sarà spazio per tutte le altre sue ragazze.

E dopo le Feste, Chiara Consonni si è rimboccata le maniche per il 2022 (foto Instagram)
E dopo le Feste, Chiara Consonni si è rimboccata le maniche per il 2022 (foto Instagram)

Nazionale mista, tutto ok

La Consonni ha chiuso il 2021 con un collegiale azzurro a Novo Mesto, in Slovenia, dal 27 al 30 dicembre, voluto da Marco Villa, ora cittì unico della pista, anche del settore femminile. Giorni vissuti con le compagne, con i colleghi maschi e per conoscere meglio lo staff.

«Onestamente pensavo peggio – dice – invece è andato molto bene ed è stata una bella esperienza. Per il futuro dovremo capire meglio le modalità visto che per noi ragazze cambiano non solo i tecnici, ma anche massaggiatori e meccanici. Però qui ci siamo ben organizzati e abbiamo lavorato bene».

Il Grand Prix du Morbihan Feminin è stato la sua terza vittoria del 2021 (in apertura dopo l’arrivo)
Il Grand Prix du Morbihan è stato la terza vittoria 2021 (in apertura dopo l’arrivo)
Chiara torniamo sulla Valcar. E’ impossibile non fare una battuta con te. Anno dopo anno le stai mandando via tutte…

Praticamente sì (ride, ndr). No dai, fosse stato per me sarebbero rimaste tutte. Questo bel gruppo si era creato 6/7 anni fa da tante ragazze talentuose. Molte di loro hanno deciso di prendere un’altra strada e auguro davvero il meglio a loro. La Valcar può ancora fare tanto ed io mi sento che devo e posso dare tanto a questa squadra. Ho delle responsabilità.

Quali sono?

Verso le mie compagne, innanzitutto. La cosa che forse mi fa più paura è quella di poter deludere loro che hanno lavorato tutto il giorno per me. E magari di aver privato una delle mie amiche di poter fare risultato al posto mio. Poi sento la responsabilità di crescere e di arrivare agli obiettivi che ho già un po’ definito con Davide (Arzeni, ndr). In tutto questo sono comunque motivata a fare sempre di più. 

Nonostante tu sia una ’99, hai già una grande esperienza con diverse vittorie e piazzamenti importanti. Partirai con i gradi di capitano…

Non mi piace tanto questo termine, perché ognuna di noi lo è nella gara adatta a sé. Di conseguenza io sarò a disposizione delle altre compagne nelle corse più mosse, con più salita o se non sarò competitiva in qualche sprint. Tuttavia so di avere lo spunto più veloce in squadra e so che in tante classiche del Nord, dove si arriva in volata, toccherà a me farla. Lavoro per farmi trovare pronta.

Anche per Consonni debutto alla Roubaix, con un fuori pista per evitare la caduta
Anche per Consonni debutto alla Roubaix, con un fuori pista per evitare la caduta
Avverti già un po’ di pressione?

Adesso non ci penso. Ma sono sicura che quando faremo la riunione pre-gara per farmi fare la corsa, allora la sentirò. Dall’altro lato so che questo mi stimolerà ancora di più.

In cosa pensi di dover migliorare?

Le mie carenze al momento sono le lunghe distanze e gli strappi in salita. Devo perfezionare alcuni punti deboli, come la resistenza o come l’alimentazione

Nel tuo programma ci saranno tante gare al Nord, ma quale tra Giro e Tour? Arzeni ci ha detto che potresti fare bene entrambi come cacciatrice di tappe…

Fosse per Davide, mi farebbe correre tutte le gare del mondo (ride, ndr). So che lui crede in me, come faccio a dirgli di no? Comunque dovremo fare delle scelte. Inizierò alla Valenciana, in linea e poi a tappe. A seguire, anche se ancora non hanno annunciato il tracciato, alcune indiscrezioni dicono che, contrariamente al solito, il Giro potrebbe avere un percorso meno duro. Potrebbero esserci diverse tappe, specialmente le prime, più adatte alle mie caratteristiche. Sinceramente ho una piccola preferenza per il Tour, che è il simbolo iconico del ciclismo. Staremo a vedere, in ogni caso io sono disposta a correrli tutti e due, anche se non so come arriverei in fondo. 

A proposito di indiscrezioni, il campionato italiano (organizzato da ExtraGiro in una data tra il 22 e il 26 giugno, ndr) ci sarà nei giorni del tuo compleanno e pare che strizzi l’occhio alle ruote veloci. Quanto segretamente punti al tricolore?

Che notizia se il percorso fosse così! Sì, sono sempre in quel periodo (Chiara compie gli anni il 24 giugno, ndr) e quest’anno penso che potrei correrlo già con le Fiamme Azzurre. Quindi spero mi facciano festeggiare loro.

Gand-Wevelgem 2021, Chiara Consonni
La Gand è la classica che ora sente più vicina ai propri mezzi. Nel 2021 ha chiuso nel secondo gruppo
Gand-Wevelgem 2021, Chiara Consonni
La Gand è la classica che ora sente più vicina ai propri mezzi. Nel 2021 ha chiuso nel secondo gruppo
In questo momento della tua carriera, pensi di essere più avanti o più indietro rispetto a quello che ti aspettavi?

Eh, difficile rispondere. Devo ancora crescere come persona. Ad esempio, rispetto ad una Elisa Balsamo, so che devo ancora fare tanto per arrivare a quel livello, ma sto facendo piccoli passi per diventare una professionista al 100 per cento. Mio fratello Simone penso sia il re della regolarità e da lui ho imparato a crescere anno per anno. Direi che sono al punto giusto, sono in linea con le aspettative.

Tu hai già vinto una gara WorldTour (quinta tappa del Boels Ladies nel 2019, ndr). C’è una gara in particolare sulla quale hai fatto un cerchiolino rosso?

Sul Fiandre! Ma al momento è troppo duro per me, quindi nulla (ride, ndr). Tutte quelle del Belgio vanno bene. De Panne o anche la stessa Parigi-Roubaix, ma vi dico la Gand-Wevelgem. Ero già venuta a correrla da junior per due volte (25ª nel 2016, 7ª nel 2017, ndr) e mi aveva colpito subito. Mi è sempre piaciuta molto.