Ciclismo e scuola: così lavora la Zalf, parola di Faresin

08.02.2022
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Il passaggio dalla categoria juniores a quella under 23 è delicato, ci si confronta con ragazzi più grandi e competitivi. Alle difficoltà agonistiche si aggiunge che i ragazzi che affrontano il primo anno di under 23 sono alla fine del loro percorso scolastico. Scuola che, com’è giusto che sia, viene messa in primo piano rispetto all’attività agonistica. Ma come fanno i team ad organizzare gli allenamenti nel periodo scolastico?

«Gianni Faresin ha previsto tabelle specifiche di allenamenti e gare per noi che andiamo ancora a scuola – ci ha detto giorni fa Alberto Bruttomesso – d’altronde loro vogliono che prima pensiamo ad andare bene lì, poi dopo gli esami mi concentrerò solo sulla bici».

Ne parliamo perciò con Gianni Faresin, diesse della Zalf Euromobil Desirée Fior (foto Scanferla in apertura). Suo figlio, Edoardo, che abbiamo già intervistato, è un ottimo esempio di questo doppio impegno.

Edoardo Faresin si è spinto addirittura oltre e dopo essersi diplomato si è laureato in ingegneria biomedica.
Edoardo Faresin si è laureato in ingegneria biomedica.
Fino ad inizio giugno i ragazzi vanno a scuola, come si organizza l’attività?

Innanzitutto bisogna scindere fra inverno e primavera. In inverno gli allenamenti sono più brevi visto che le giornate sono molto corte, generalmente alle 16,30 è già buio. Appena le giornate si allungano si può iniziare a lavorare in maniera più profonda.

E per dicembre e gennaio i ragazzi come lavorano?

La maggior parte di loro frequenta istituti tecnici o professionali quindi escono molto tardi da scuola, alle 14 o 14,30. Avendo a disposizione solamente un paio d’ore per l’allenamento si fanno lavori specifici. Il “lungo” lo si fa la domenica mattina.

Al secondo ritiro della Zalf a Castelfranco è intervenuto anche il cittì Amadori (foto Scanferla)
Al secondo ritiro della Zalf a Castelfranco è intervenuto anche il cittì Amadori (foto Scanferla)
E con il clima rigido delle vostre parti come vi relazionate?

Quando c’è brutto tempo si sostituisce il lavoro in settimana con degli allenamenti in palestra o con delle sessioni di spinning. Per fortuna il clima quest’anno è stato più gentile.  

E quando iniziano le corse?

Gareggiare è più allenante e quindi la domenica corrono sempre, facendo noi la doppia attività (elite e under 23, ndr) possiamo gestirli nel migliore dei modi. Trattandosi di ragazzi al primo anno di esperienza nella categoria li facciamo correre con gli under. E’ anche una questione mentale…

In che senso?

Se dovessimo mandarli a correre con i pro’ non riuscirebbero nemmeno a finire la corsa e il morale calerebbe. 

I ritiri brevi vicino casa sono comodi anche per gli studenti (foto Scanferla)
I ritiri brevi vicino casa sono comodi anche per gli studenti (foto Scanferla)
Immaginiamo sia fondamentale che i ragazzi vadano bene a scuola, anche perché hanno la maturità da affrontare.

Sarebbe da irresponsabili non farli concentrare adeguatamente sull’obiettivo scolastico. Per il loro futuro, è giusto che completino il percorso scolastico nel migliore dei modi. Così poi a giugno, quando il calendario si fa più fitto hanno la possibilità di correre e divertirsi.

Sono aumentati i ragazzi che dopo il diploma continuano il percorso scolastico, questo influisce sulla attività?

Se è un percorso universitario che prevede l’obbligo di frequenza non cambia molto rispetto alle superiori, anzi, aumentando il carico di studi diventa più complicato. Se, invece, non c’è l’obbligo di frequenza si tratta solamente di trovare un equilibrio: la mattina ci si allena e il pomeriggio si studia.

Gianni Faresin, Zalf Fior
Per Gianni Faresin e la Zalf l’impegno scolastico viene prima di quello agonistico
Gianni Faresin, Zalf Fior
Per Gianni Faresin e la Zalf l’impegno scolastico viene prima di quello agonistico
A giugno, finiti gli esami fate un ritiro di squadra?

Sì, lo facciamo in altura. Nei mesi invernali facciamo qualche giorno in corrispondenza delle vacanze e degli impegni scolastici. Di solito facciamo i ritiri nel weekend così tutti i ragazzi possono essere presenti e si inizia a formare il gruppo. Anche se una cosa bisogna dirla…

Cosa?

In alcuni Paesi, che hanno i ragazzi che si affacciano al mondo under 23 hanno già finito il percorso scolastico. Affrontare un primo anno a mente “libera” aiuta nel non subire troppo il cambio di categoria.