Amadori e Sangalli, dal Liberazione prove di azzurro

15.02.2022
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Il Gran Premio Liberazione si avvicina a grandi passi. Il 25 aprile tornerà il “mondiale di primavera”, com’era chiamato soprattutto quando ancora c’era il ciclismo dilettantistico. Allora sulle strade di Roma si confrontavano i giovani talenti italiani e non solo con le corazzate dell’est europeo, quelle del “dilettantismo di Stato”. I tempi sono profondamente cambiati e ora le gare del Liberazione (ricordiamo che sarà una tre giorni piena di eventi, dal 23 al 25) sono nella giornata principale riservate a donne e Under 23.

Per la sua conformazione così particolare con un circuito da ripetere svariate volte, la corsa laziale sarà sicuramente un test importante anche in ottica nazionale. Marino Amadori e Paolo Sangalli, responsabili rispettivamente per under 23 e donne, hanno già cerchiato di rosso la data e saranno a Roma per assistere all’evento e prendere appunti. Già, perché il 2022 è pieno di impegni, si comincerà a parlare di nazionale molto prima del solito.

Amadori Colnaghi 2021
Marino Amadori, qui con Luca Colnaghi, guarda con molto interesse al Liberazione del 25 aprile (foto Scanferla)
Amadori Colnaghi 2021
Marino Amadori, qui con Luca Colnaghi, guarda con molto interesse al Liberazione del 25 aprile (foto Scanferla)

I Giochi del Mediterraneo

Non ci sono infatti solamente europei e mondiali, ma a fine giugno c’è l’appuntamento dei Giochi del Mediterraneo. Si potrebbe pensare che sia una manifestazione omnisportiva di serie B, ma così non è per l’Italia. Il Coni tiene molto a questo appuntamento e da sempre chiede alle federazioni di portare all’evento il meglio. Così non fanno i nostri soliti rivali francesi, quasi sempre sonoramente battuti nel medagliere ma che regolarmente ci finiscono davanti, seppur di pochissimo come a Tokyo, alle Olimpiadi.

Amadori questo lo sa bene e il suo lavoro, in attesa che la stagione prenda il via con la Coppa San Geo, è già iniziato.

«La gara dei Giochi del Mediterraneo sarà il 30 giugno – spiega – quindi due mesi dopo il Liberazione, ma questo non significa che la prova romana non darà indicazioni. Io anzi lo ritengo un appuntamento molto importante, al termine del quale fare un primo punto della situazione per capire quanti ragazzi potranno entrare in un’ampia rosa di azzurrabili, che penso potrà essere nell’ordine della cinquantina di nomi».

Percorso Liberazione 2021
Il tracciato del GP Liberazione, con i suoi 7 chilometri, non dà attimi di tregua (foto Simone Lombi)
Percorso Liberazione 2021
Il tracciato del GP Liberazione, con i suoi 7 chilometri, non dà attimi di tregua (foto Simone Lombi)

Percorso per chi sa rilanciare

Il tecnico azzurro conosce molto bene il percorso della corsa romana: «E’ un tracciato davvero unico e particolare. Non solo perché transita in uno scenario che nessuna altra città al mondo si può permettere, ma perché tecnicamente si presta a mille soluzioni, non puoi mai sapere in anticipo la trama che la corsa andrà a interpretare. Le squadre non hanno sufficienti uomini per controllare la corsa, così c’è spazio libero per passisti veloci e finisseur. Tanto è vero che anche quando si arriva in volata, si tratta di gruppi abbastanza ridotti rispetto al numero di partenti».

Proprio queste caratteristiche rendono la corsa romana un osservatorio ideale per chi poi deve costruire una nazionale che abbia un senso logico in base ai percorsi delle gare titolate: «Attendiamo di conoscere i tracciati dei vari impegni ufficiali, non dimenticando che gli europei quest’anno saranno disgiunti fra under 23 ed elite. Sicuramente quella di Roma è una buona verifica. Mi aspetto corridori che sappiano rilanciare l’azione su un percorso non durissimo, ma che non dà tregua. Chi vince il Liberazione deve per forza avere un grande valore, non si trionfa per caso a Caracalla…».

Paolo Sangalli da quest’anno è responsabile del settore femminile su strada
Paolo Sangalli da quest’anno è responsabile del settore femminile su strada

La lettura di Sangalli

Su quest’ultimo aspetto, magari a causa della differenza di forze fra donne e under 23, il suo collega Paolo Sangalli non è completamente d’accordo.

«Per le ragazze – dice – quello del Liberazione è un percorso molto duro, dalla Piramide si sale e col passare dei giri si fa sempre più fatica a rilanciare. Diciamo che è un tracciato esigente, questa è la parola giusta. Sono davvero contento che sia tornato in calendario, essendo una prova Uci 1.2 avrà anche una buona partecipazione. Sarà un valido banco di prova per le italiane non impegnate nel WorldTour».

Marta Bastianelli, qui vittoriosa alla Vuelta CV Feminas, ha vinto per due volte il LIberazione
Bastianelli, qui vittoriosa alla Vuelta CV Feminas, ha vinto due volte il Liberazione

Nessuna seconda scelta

Uno degli ostacoli per l’affermazione della gara femminile a livello internazionale è la sua concomitanza con le classiche del WorldTour, il giorno prima ci sarà la Liegi-Bastogne-Liegi che attirerà la maggior parte delle protagoniste.

«Io sarò a Liegi – conferma – ma il giorno dopo sarò anche a Roma, perché quella gara non voglio perdermela. Per ora non è nel WorldTour, ma questo secondo me è un falso problema, oltretutto nessuna gara può proporre una location unica come Roma. Io dico che le possibilità di crescita sono enormi, bisogna solo dare tempo al tempo».

Letizia Paternoster è la vincitrice dell’ultima edizione datata 2018 (foto FCI)
Letizia Paternoster è la vincitrice dell’ultima edizione datata 2018 (foto FCI)

Concomitanza Giro

Anche Sangalli sa bene che il Liberazione può, anzi deve essere un importante test per le gare future della nazionale. A cominciare dai Giochi del Mediterraneo.

«E’ vero che il percorso algerino non si conosce ancora – dice – ma le caratteristiche geografiche della zona algerina portano però a pensare che non sarà un percorso montagnoso. Per questo il Liberazione darà responsi molto utili. Costruire la nazionale non sarà facile: nel 2017 vincemmo con Elisa Longo Borghini la gara in linea ed Elena Cecchini la cronometro. Entrambe però non ci saranno per la contemporaneità con il Giro d’Italia. Ma saremo competitivi, questo è sicuro, non ci saranno seconde scelte nella nazionale azzurra».

Dei percorsi di europeo e mondiale, Sangalli si è già fatto un’idea: «Quello di Monaco sarà piuttosto simile a quello dell’edizione di Glasgow, mentre per il mondiale mi aspetto un tracciato molto nervoso, dicono sia per velocisti, ma con 1.500 metri di dislivello significa che devi tenere anche in salita se vuoi esserci nel finale».