Alzini Fidanza

Fiamme Oro, 6 ragazze a Tokyo con tante ambizioni

14.07.2021
4 min
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Con i loro 71 ragazzi selezionati in 19 discipline, le Fiamme Oro sono il gruppo sportivo italiano più presente ai Giochi Olimpici di Tokyo, con quasi il 18,5 per cento dell’intera rappresentativa azzurra che, pur con qualche defezione di troppo soprattutto fra le squadre, è la più folta della storia italiana dell’evento a cinque cerchi. In questo contingente, il ciclismo recita un ruolo finalmente importante, con 6 ragazze in gara, 4 su pista e 2 su strada (con Elisa Balsamo chiamata a fare da riserva per la gara del 25 luglio).

Già una presenza così significativa è un risultato importante per tutto il gruppo ciclistico, guidato dall’Ispettore Superiore Nicola Assuntore, che per spiegarlo ripercorre la breve storia della sezione ciclistica: «Avevamo iniziato il nostro cammino nel 2015 con 3 ragazze e già a Rio 2016 ne portammo 2, tra cui Elisa Longo Borghini che ci ripagò con il suo straordinario bronzo. Oggi il contingente è triplicato, significa che abbiamo fatto le cose per bene».

Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, Marta Cavalli, tricolore donne elite, Breganze 2020
Elisa Longo Borghini (prima, al centro) e Marta Cavalli (terza, a destra) targate FF.OO.: è il podio dei tricolori 2020
Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, Marta Cavalli, tricolore donne elite, Breganze 2020
Elisa Longo Borghini (prima, al centro) e Marta Cavalli (terza, a destra) targate FF.OO.: è il podio dei tricolori 2020
Nella loro preparazione avete avuto voce in capitolo?

La gestione delle ragazze in funzione dell’evento olimpico è pienamente in mano alla Federazione e ai suoi tecnici. Ci siamo confrontati spesso con Salvoldi sul lavoro delle ragazze trovando sempre una piena sintonia e i risultati nascono anche da questo.

E per quel che riguarda l’organizzazione della trasferta?

Lì la responsabilità è in toto del Coni, che ha un ufficio specifico, quello della Preparazione Olimpica. Non nascondo che avremmo voluto esserci e avevamo anche pensato ad organizzare la trasferta nel Sol Levante per una delegazione delle Fiamme Oro, ma le difficoltà legate alla pandemia ci avevano fatto desistere. Poi è arrivata la notizia che le Olimpiadi saranno a porte chiuse e quindi la nostra sofferta decisione è stata suffragata dai fatti.

Barbieri Livigno 2021
Tante interviste nel periodo preolimpico anche per Rachele Barbieri
Barbieri Livigno 2021
Tante interviste nel periodo preolimpico anche per Rachele Barbieri
Che cosa vi aspettate?

Se si tratta di fare pronostici, siamo scaramantici al massimo… Scherzi a parte, a Rio si presentarono 37 atleti delle Fiamme Oro che vinsero 7 medaglie, facendo le proporzioni ci aspettiamo sicuramente belle soddisfazioni. Quel che è certo è che abbiamo chance in tutte le discipline, ciclismo naturalmente incluso.

Guardando dall’esterno, come giudichi il gruppo?

Si è lavorato davvero bene, saremo a Tokyo con una squadra giovane ma in grado di battagliare con ambizioni in tutte le prove. Mi sono andato a riguardare i risultati degli europei dello scorso anno, molti dicevano che avevano poco valore viste le assenze, eppure vincemmo la madison contro le britanniche campionesse olimpiche e nel quartetto vincemmo l’argento con un tempo da semifinale olimpica. Perché allora non sperare? Poi c’è Elisa Longo Borghini: l’ho incontrata al campionato Italiano, era impressionante per la sua carica, è l’unica che può mettere in difficoltà le olandesi, il Giro donne non fa testo, lei pensa a Tokyo.

Barbieri Balsamo 2021
Barbieri e Balsamo guardano verso l’orizzonte: con loro a Tokyo ci saranno anche Guazzini e Fidanza
Barbieri Balsamo 2021
Barbieri e Balsamo guardano verso l’orizzonte: con loro a Tokyo ci saranno anche Guazzini e Fidanza
Sai che il quartetto dell’inseguimento per la prima volta potrebbe essere composto da atlete di un solo gruppo sportivo?

E’ una cosa che mi renderebbe orgogliosissimo, sarebbe un messaggio molto importante per tutto il nostro gruppo sportivo a prescindere dal risultato.

Proviamo ad andare oltre i responsi che darà Tokyo: il fatto di avere 6 ragazze in gara dà una spinta nuova anche per allargare il gruppo?

Certamente, noi siamo già proiettati su Parigi 2024. Se ci saranno prospetti interessanti li prenderemo sicuramente in considerazione per allargare il gruppo. Il nostro simbolo ha bene impressi i cinque cerchi olimpici, il che significa che il nostro obiettivo principale sono e saranno sempre le Olimpiadi. Le nostre scelte e strategie sono sempre indirizzate verso quell’obiettivo, dopo Tokyo ci metteremo al tavolo e studieremo il da farsi perché il tempo corre.

Le magnifiche sei della pista, parole ed emozioni

Giada Gambino
04.07.2021
6 min
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Sono sei le ragazze scelte, sei azzurre che rappresenteranno l’Italia alle Olimpiadi su pista, sei donne forti e combattenti. Ognuna di loro ha una storia diversa, ma sono tutte accomunate da un palmares ricco di traguardi e vittorie. Le magnifiche sei sono: Balsamo, Alzini, Guazzini, Fidanza, Barbieri e Paternoster. Pochi giorni fa questi nomi sono stati comunicati ufficialmente, l’animo delle ragazze è stato inondato da tante emozioni, una tra tutte la tristezza per le compagne di nazionale non convocate. D’altronde passando tanti mesi assieme, si finisce per diventare una famiglia. Il posto per Tokyo è stato sudato e conquistato giorno dopo giorno, nei lunghi mesi di lavoro di quest’anno, sorge spontanea una domanda: cosa avete pensato appena capito che l’Olimpiade non era più solo un sogno

Questa è Rachele Barbieri, emiliana, 24 anni
Ecco Rachele Barbieri, emiliana, 24 anni

Rachele Barbieri

«Sapevo già da qualche giorno di essere tra le azzurre scelte per Tokyo e non vedevo l’ora che venisse fatta la conferenza per poterlo gridare a tutto il mondo. Non ce la facevo più a tenerlo per me. Quando l’ho saputo, però, ho subito chiamato mio padre, il mio preparatore, la mia mental coach e il mio migliore amico… Nessuno mi rispondeva, non riuscivo a crederci. Fortunatamente ero con il mio ragazzo e ho potuto condividere con lui subito questa emozione intensa, poi mi hanno richiamata tutti. E’ stato davvero un bel momento, sono stata contenta di questa scelta.

«Dietro c’è un lavoro tanto duro e difficile che molti nemmeno potrebbero capire, ma grazie al mio crederci sono riuscita ad ottenere ciò che volevo, sapendo di lavorare in un gruppo fantastico. Prima della conferenza non sapevo chi altre sarebbero venute con me e mi dispiaceva per chiunque fosse rimasta a casa. Infatti, una volta usciti i nomi ufficiali, ho scritto un messaggio a tutte perché è anche grazie a loro se sono riuscita in questo sogno. Non è finita, bisogna stringere i denti, sarà un mese di fuoco!».

Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Ecco Martina Fidanza, 21 anni, bergamasca
Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Lei è Martina Fidanza, 21 anni, bergamasca

Martina Fidanza

«Mi sono messa a piangere, poi mi sono sentita piena di energie… Non so nemmeno spiegarlo. Riccardo (Stacchiotti, il suo compagno, ndr) era appena arrivato a casa e sono subito andata ad abbracciarlo, mia sorella non ci credeva. Appena la notizia è stata resa ufficiale, sono stata riempita di affetto e sostegno. Cercherò di dare il meglio anche in questo mese di avvicinamento a Tokyo. Sinceramente non credevo di poter essere convocata, non avevo pensato a nulla è stata una vera e propria sorpresa. Ho un’agenda che mi porto ovunque quando parto, in cui scrivo pensieri ed emozioni e, sicuramente, sarà la prima cosa che metterò in valigia. Ho le giuste motivazioni! In questo momento sono così carica che mi farei persino una maratona a piedi».

Elisa Balsamo, cuneese, 23 anni
Tre specialità per Elisa Balsamo, cuneese, 23 anni

Elisa Balsamo

«Sono davvero felice! Il primo pensiero è andato a tutti quei sacrifici fatti da tanti anni e ripagati tutti insieme. Sono un po’ scaramantica, fino alla fine non ho mai avuto nessuna certezza, dovevo vedere il mio nome scritto. Questo mese colmo di appuntamenti mi servirà per definire al meglio la mia condizione e poter dare tutta me stessa o anche più. Essere già lì sarà un sogno, l’obiettivo principale è quello di non avere rancore e dare tutto poi… ciò che verrà si vedrà! Sono una ragazza che lavora duramente per realizzarsi, ma dopo che ottengo ciò che voglio mi pongo subito altri obiettivi». 

Martina Alzini, 24 anni, di Legnano
Martina Alzini 2020
Il sorriso di Martina Alzini, 24 anni, di Legnano

Martina Alzini

«Sono state tante emozioni contrastanti, qualche lacrima è scesa. La prima persona che ho sentito è stata mia mamma, lei conosce tutti i miei sacrifici. Lo scorso anno per essere più vicina al velodromo, mi sono dovuta trasferire e stare lontano da casa con la pandemia, non è stato facile. Essere motivo di orgoglio per i miei cari mi dà davvero tanta motivazione. La gioia di indossare la maglia azzurra è tanta. Paura? No, nella vita la paura sta in altro… Sicuramente tanta tensione che, spero, una volta arrivata a Tokyo si trasformi in forza e adrenalina. Adesso tra noi ragazze c’è anche più serenità! La competizione c’è ma, come dico sempre, quest’ultima deve avere una chiave costruttiva e positiva. Ho la fortuna di lavorare con ragazze serie e con la testa sulle spalle, bisogna fare un passo alla volta: il primo, da alcune di noi, è stato raggiunto. Adesso bisogna lavorare bene per puntare anche a una medaglia d’oro. Sono cresciuta in questo ambiente con la visione dell’Olimpiade come una meta nuova e da scoprire, siamo tutte giovani e con un bagaglio di esperienza da riempire». 

Vittoria Guazzini, 20 anni, toscana di Poggio a Caiano
Lei è Vittoria Guazzini, 20 anni, toscana di Poggio a Caiano

Vittoria Guazzini

«Ci ho sempre sperato, appena ho sentito il mio nome e ho davvero realizzato, sono scoppiata a piangere. Ho subito voluto condividere la notizia con le mie amiche e i miei familiari, mi hanno dato tanto loro. I miei genitori sarebbero contenti per qualunque cosa io facessi, ma questa è davvero una grande soddisfazione. Le Olimpiadi sono il sogno di ogni atleta, è il simbolo di tutto lo sport, va al di là del solo ciclismo. Sicuramente non bisogna adagiarsi sugli allori per la convocazione, ma bisogna fare del proprio meglio per poter dare davvero tutto a Tokyo. Le ragazze che non sono state convocate? Avranno modo di riscattarsi!».

Letizia Paternoster
E poi c’è Letizia Paternoster, 21 anni, trentina: l’ultima entrata fra le magnifiche sei
Letizia Paternoster
Infine Letizia Paternoster, 21 anni, trentina: l’ultima entrata fra le magnifiche sei

Letizia Paternoster

«E’ stata una grande emozione, soprattutto perché non è stato un anno semplice. La notizia mi è giunta mentre ero con il mio ragazzo, che mi ha sempre sostenuta in questi mesi particolarmente impegnativi. Ho una collanina con una medaglietta, un po’ il mio portafortuna e non potrò non portarla a Tokyo. Partirò con l’ambizione di far bene e dare il massimo, la competizione non mi spaventa. In questi ultimi giorni l’atmosfera tra noi è stata molto pesante, perché sapevamo che qualcuna di noi sarebbe rimasta fuori. Non posso negare che mi sia dispiaciuto in modo particolare per la Consonni e la Confalonieri. Se fossi di un’altra Nazione presente a Tokyo avrei “paura” davvero di tutte: sono e siamo forti». 

Fino al 5 luglio le nostre magnifiche sei saranno la mattina a Montichiari e la sera a Fiorenzuola dove, hanno riattaccato il numero in pista: una gara-allenamento. Il 6 avranno un giorno di stop per poi andare a gareggiare in Belgio dal 7 all’11 per poi dal 13 al 22 fare un ritiro in altura.

Fiorenzuola, verso Tokyo con Balsamo e Paternoster

02.07.2021
5 min
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Non aspettatevi alcun pronostico per Tokyo. Le azzurre della pista – in questi giorni in gara a Fiorenzuola per la 24ª Sei Giorni delle Rose (30 giugno-5 luglio) – non si sbilanciano e vivono in modo schematico l’avvicinamento alla rassegna a cinque cerchi. Anzi, lo fanno con qualche brivido. Infatti Letizia Paternoster nella serata d’apertura è rimasta vittima di una caduta che ha tenuto tutti col fiato sospeso, ma alla fine lo staff della nazionale ha potuto tirare un sospiro di sollievo non appena si è rialzata senza conseguenze.

Sfida madison

La trentina (in apertura nella foto Cantalupi) sta duettando nell’americana con Elisa Balsamo (mentre Rachele Barbieri e Vittoria Guazzini formano l’altra coppia azzurra) e proprio loro due sembrano le più accreditate per la prova olimpica, ma tutto è da decidere. Di sicuro, dopo Fiorenzuola, il programma che riguarderà le ragazze prevede Baloise Ladies Tour in Belgio dall’8 all’11 luglio, ritiro in altura al Passo Maniva, allenamenti nel velodromo di Montichiari e partenza per il Giappone il 21 luglio.

Nel 2020 a Fiorenzuola, la stessa coppie (foto Cantalupi)
Nel 2020 a Fiorenzuola, la stessa coppie (foto Cantalupi)

Logica Balsamo

A fine serata nel box azzurro si alternano tecnici e colleghi a genitori, fidanzati e amici, mentre noi intercettiamo prima Balsamo e poi Paternoster che a loro volta si avvicendano tra defaticamento e cena. 

Elisa hai finito la pasta ed ora ti stai gustando dei mirtilli che sembrano aiutarti a ritrovare sia energia che sorriso.

La frutta per me è una salvezza, specialmente d’estate. Poi la mia nutrizionista dice di mangiare sempre frutta colorata che serve per recuperare.

Passiamo all’aspetto agonistico. Dopo le convocazioni, come stai vivendo queste serate a Fiorenzuola?

Dopo aver raggiunto il primo step, ovvero quello di essere chiamata per Tokyo, bisogna cercare di arrivarci col massimo della condizione e adesso questo è l’obiettivo principale.

Sarai piuttosto impegnata tra americana e nell’inseguimento a squadre.

Nel quartetto dovrei esserci sicuramente, spero che sia così anche nella madison, ma io sono qui anche a giocarmi un posto per l’omnium e il mio secondo obiettivo è poter fare tutte e tre le specialità.

A questo punto dovresti fare i conti con tante gare ravvicinate.

In realtà, rispetto a un europeo o mondiale, sono distribuite piuttosto bene (inseguimento a squadre 2-3 luglio, americana 6 luglio e omnium 8 luglio, ndr) e avrei dei giorni di recupero. Se arriviamo là al massimo della condizione, possiamo recuperare più facilmente.

Prendendo spunto da quello che ci ha detto Salvoldi, la coppia Balsamo-Paternoster dà qualche garanzia in più, reduce dal bronzo mondiale a febbraio 2020. Tu cosa ne pensi, hai una preferenza?

Se me lo concedete, devo dire che onestamente è una domanda un po’ velenosa (ride, ndr) ed è il cittì che deve decidere indubbiamente. Non correvo con Letizia da più di un anno ed è stato un modo per ricominciare insieme, ma credo comunque che alle Olimpiadi debbano correre le due ragazze che vanno più forte.

Da qua a Tokyo cosa manca ad Elisa Balsamo?

Finiamo questa Sei Giorni, poi andremo in Belgio per una corsa a tappe, poi ritiro sul Maniva con gli allenamenti a Montichiari, sperando che la condizione cresca.

Brivido Paternoster

Poco più in là c’è la Paternoster, che si disseta ed ha già pronta una bella vaschetta di pasta in bianco con olio e formaggio, la stessa che stanno mangiando sia Barbieri che Guazzini.

Letizia partiamo da quella caduta di mercoledì. Cos’hai pensato in quegli istanti?

Ho provato un grande brivido e mentre stavo volando via mi sono detta: «Ecco, ho già finito tutto. Sei Giorni e Olimpiadi, ancor prima di iniziare». Ho tirato un bel sospiro di sollievo, era la prima madison che facevo dopo Berlino di un anno e mezzo fa e all’inizio ero molto spaesata. Ho battuto la testa e ho finito la gara un po’ intontita, però già il giorno dopo stavo meglio malgrado gli acciacchi.

Può essere stata una sorta di scossa questa caduta in vista delle Olimpiadi?

E’ senz’altro un punto di passaggio dell’allenamento, nel fare fatica, nel migliorare e nel portare al massimo la mia condizione.

Balsamo gira in alto in attesa di scendere e dare il cambio a Paternoster (foto Cantalupi)
Balsamo gira in alto in attesa di scendere e dare il cambio a Paternoster (foto Cantalupi)
Arrivi da un periodo un po’ incolore, dovuto anche da problemi fisici. Ti aspettavi questa convocazione?

Ho passato un anno brutto, forse il peggiore in assoluto della mia vita, e arrivare alle Olimpiadi è un grande traguardo, un grande successo. Che tuttavia non si ferma qui. Per come sono fatta, quando attacco il numero sulla schiena, parto per vincere. E anche quando non sono in forma, ci spero sempre e ci metto sempre l’anima. Oggi essere qui ad inseguire il mio sogno è un’emozione grandissima. Sto dando tutta me stessa per arrivarci al meglio.

Cosa ti aspetti da questa Sei Giorni?

Mi aspetto che la mia condizioni aumenti dopo Fiorenzuola e la gara in Belgio, pronta poi per andare in altura. Sembra che manchi poco ma abbiamo ancora tempo per crescere, anzi…

Cosa?

Proprio in questi giorni parlavo con Elia Viviani. Mi diceva che prima della partenza per Rio non andava avanti e mi sono tirata su di morale, sperando poi di andare come fece lui. Cercherò di stargli vicino così mi trasmette un po’ di onde buone (ride, ndr).

E’ il momento del cambio, Balsamo si lancia (foto Cantalupi)
E’ il momento del cambio, Balsamo si lancia (foto Cantalupi)
A noi il cittì ha detto che se ritrovi la giusta forma potrai riprenderti il posto nel quartetto.

Se succederà, sicuramente sarò io la prima a dire che non sono pronta. E a quel punto diventerò la prima tifosa delle mie compagne. Naturalmente non voglio che succeda questo e voglio essere una pedina importante nel gruppo.

Dietro questa tua rinascita cosa c’è?

Sono diventata più forte mentalmente, ho più fame di fare bene e risultato. Lo stimolo di poter andare alle Olimpiadi è stata l’arma vincente, la forza più grande in assoluto. Se non fosse stato Tokyo, sarebbe stato più avanti ma dovevo inseguire il mio sogno di bambina. E la stagione non è finita, poi riparto con la mia Trek-Segafredo.

La “Conso” si morde la lingua e si prepara per il Giro

01.07.2021
4 min
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Chiara Consonni te l’aspetti sempre che rida, quel che è strano semmai è che per due giorni non abbia risposto ai messaggi. Come spia di malumore bastava quello, senza chiederle altro. Invece quando ieri ha risposto mentre preparava la valigia per il Giro d’Italia Donne, il timbro era quello dei soliti giorni. Anche se giusto sabato ha saputo che non andrà alle Olimpiadi. E per il suo orgoglio, il suo ruolo di animatrice, vincente e quasi simbolo del gruppo pista, il colpo non è passato inosservato. E ha preferito mordersi la lingua.

«Vi dico la verità – dice – sapevo di non essere al meglio la settimana scorsa. Si sapeva che una sarebbe restata a casa e quando Dino mi ha chiamato, ho capito che toccava a me. La cosa è inaspettata. Mi sono serviti due giorni per mettere ordine ai pensieri. E ora mi sono data altri obiettivi. Faccio il Giro, speriamo di portare a casa qualche tappa».

Selezioni anomale

La selezione è avvenuta con le prove cronometrate della settimana scorsa, dopo le quali Salvoldi ha dato i nomi. E si è materializzato il dubbio sollevato giorni fa da Elisa Balsamo, che si disse perplessa per selezioni fatte a quel modo: «e se una quel giorno sta poco bene, è giusto che comprometta tutto?». E’ il motivo per cui subito dopo sollevammo qualche quesito sul meccanismo delle convocazioni.

Con le ragazze del quartetto azzurro nel ritiro siciliano a febbraio: mancava solo la Paternoster…
Con le ragazze del quartetto azzurro nel ritiro siciliano a febbraio: mancava solo la Paternoster…
Facciamo subito gli avvocati del diavolo: vedi qualche motivo per cui è stato giusto lasciarti fuori?

Bella domanda (ride nervosamente, ndr). Sicuramente a inizio stagione, dopo la prima parte di Belgio, abbiamo fatto le prime prove cronometrate e poi veramente tanta palestra. Tanti lavori di forza che forse nemmeno ero abituata a fare a marzo e che forse nelle corse su strada successive un po’ mi hanno penalizzato. Comunque dopo le Olimpiadi ci sarà altra pista, non è lavoro buttato. E intanto farò la strada che mi serve.

Sei convincente a metà…

Non lo do tanto a vedere, sono impulsiva, è stato bene non rispondere per quei due, tre giorni. Mi sono davvero morsa la lingua. Capisco le scelte, ma ripeto che non me lo sarei mai aspettato.

Avevi già pronto il discorso da fare per chi fosse rimasta fuori, invece è toccata a te…

Il fatto è che partono in 6, ma correranno in 5. Per cui forse di fronte alla possibilità di dedicare un altro mese alla pista e poi restare lo stesso fuori, tanto vale dedicarsi bene alla strada e provare a fare dei risultati.

Pronta per il Giro?

Mica tanto, per partire domattina (oggi, ndr), intendo… Sonoo in un momento critico, davanti alla valigia ancora vuota. Faccio sempre le cose all’ultimo, ma adesso mi ci dedico e la chiudo.

Hai visto un po’ il percorso del Giro, trovato una tappa che ti piace?

Ci sono alcuni piattoni che potrebbero venirmi bene, ma soprattutto quella che fa il Giro del lago di Como, la sesta, da Colico a Colico. Quella mi potrebbe piacere.

E in futuro?

In futuro ci saranno europei e mondiali. E una squadra che magari perderà qualche pezzo importante, ma che sarà sempre competitiva. Mica mi fermo qui, fra tre anni ci sono le Olimpiadi di Parigi

Salvoldi, nomi e ruoli per le sfide di Tokyo

29.06.2021
5 min
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Le ragazze l’hanno saputo sabato. Venerdì hanno fatto l’ultimo allenamento in pista, poi il cittì Salvoldi si è preso un giorno per riflettere e l’indomani ha comunicato i nomi per Tokyo delle atlete azzurre del gruppo pista e quelle della strada, per le quali ovviamente il percorso di selezione è stato diverso.

Il problema di base è l’abbondanza. Salvoldi aveva iniziato a dircelo ai primi allenamenti a Montichiari, alla ripresa dopo il lockdown, rendendosi conto che il gruppo era cresciuto in qualità e quantità. E alla fine di tutte le osservazioni, non è che ci fossero differenze così abissali da rendere la scelta obbligata.

Paternoster assieme a Elisa Balsamo, nella madison di bronzo ai mondiali di Berlino
Paternoster assieme a Elisa Balsamo, nella madison di bronzo ai mondiali di Berlino

«La scelta per la pista – dice il tecnico azzurro – è stata parecchio difficile. Fra le ragazze che hanno preso gli ultimi posti, le differenze sono zero. Non ci sono motivazioni evidenti, per cui comunicarlo è stato comunque pesante. Sono ancora giovani e avranno tempo di rifarsi a Parigi, ma sono con noi da quando erano ragazzine. E poi mi chiedo perché si debbano dare i nomi un mese prima…».

Non ha un gran senso tecnico?

Ai mondiali puoi fare prove gara fino a tre giorni prima. Qui si sono fatte scelte in prospettiva, senza sapere che cosa succederà e senza poi poter cambiare. Su strada ad esempio mi avrebbe fatto molto comodo vedere un po’ di Giro d’Italia…

Le prove cronometrate fatte in pista la settimana scorsa sono state importanti?

Non tanto per la selezione, quanto come indicazione per vedere se chi era tanto lontana dalle altre ha colmato il gap. E per verificare se a parità di condizione, una ragazza potrà occupare più di una casella, fare più di una sola specialità.

Alzini e Guazzini, la prima potrebbe lanciare il quartetto, la seconda è un riferimento del trenino
Alzini e Guazzini, la prima potrebbe lanciare il quartetto, la seconda è un riferimento del trenino
Scelte tutte difficili allo stesso modo?

Confalonieri e Valsecchi erano un po’ troppo lontane come velocità di punta nel quartetto. A quel punto, dando per sicuri i nomi di Balsamo e Guazzini, al quartetto mancano due posti. Se Paternoster recupera, si riprende il suo secondo posto e posso scegliere fra tre per trovare quella che lancerà il quartetto. Se invece la “Pater” non recupera, allora Rachele Barbieri può sostituirla benissimo e per il lancio sceglierò fra due.

Mentre la coppia Balsamo-Paternoster nella madison vale più di Balsamo-Guazzini?

Quando Letizia sta bene, come abilità è superiore a Guazzini. E’ vero che Balsamo-Guazzini hanno vinto l’europeo a Plovdiv, battendo le inglesi, però è anche vero che c’erano solo 10 coppie. Invece Balsamo-Paternoster hanno preso il bronzo ai mondiali di Berlino 2020, contro 18 coppie. Le medaglie non sono tutte uguali, lo sappiamo bene.

Le hai chiamate una per una?

A Silvia Valsecchi lo avevo comunicato di persona andando via dal velodromo. La scelta di Maria Giulia Confalonieri era maturata da tempo. Quella che forse non se lo aspettava è stata Chiara Consonni, ma per prestazioni aveva tutte le strade chiuse.

L’arrivo di Elisa Longo Borghini ai campionati italiani di Castellana Grotte (foto Ossola)
L’arrivo di Elisa Longo Borghini ai campionati italiani di Castellana Grotte (foto Ossola)
Paternoster è tornata al suo top?

Non è ancora lei, sta crescendo giorno dopo giorno. Ora correrà a Fiorenzuola e poi farà la corsa a tappe in Belgio e quel lavoro sarà determinante.

Alla fine, è stata Rachele Barbieri a scombussolare gli equilibri…

Andando fortissimo. A inizio anno non lo avrei detto, ma si è conquistata il posto senza mollare mai un metro.

E veniamo alla strada…

Ho fatto valutazioni di coerenza con quanto detto a inizio stagione, quando individuai il periodo in cui avrei voluto avere dei segnali. E poi non dimentichiamo che io il percorso l’ho visto e so di cosa c’è bisogno. E se la Longo Borghini non si discute, ad ora le uniche due che danno garanzie sono Soraya Paladin e Marta Cavalli, che si sta riprendendo dalla caduta in Spagna e dal virus che l’ha frenata ai tricolori.

Soraya Paladin si è conquistata il posto anche con l’argento ai tricolori crono di Faenza
Soraya Paladin si è conquistata il posto anche con l’argento ai tricolori crono di Faenza
Si corre in quattro, manca un posto e ci sono in ballo Guderzo e Bastianelli.

Sono convinto che ci starebbe bene un’atleta veloce che tiene in salita. Altrimenti si rischia di andare con quattro ragazze dalle caratteristiche identiche. Guardando in giro, tutti stanno portando l’atleta veloce, me ne sono accorto leggendo i nomi. Alle Olimpiadi contano tre risultati, per cui sarebbe bello avere un’indicazione dal Giro.

Prevedi l’arrivo in volata?

Non credo. Ma se arriva un’olandese da sola e dietro si fermano, può essere utile averne una veloce per giocarci la medaglia in volata.

Quindi più Bastianelli che Guderzo?

Marta è stata coinvolta nel progetto dall’inizio, ma a primavera non ha dato grandissimi segnali. Però mi piacerebbe vederla crescere. E se così fosse, potrebbe essere lei la quarta.

Tour de Suisse 2021, a Fraunfeld, Marta Bastianelli ha vinto la 2ª tappa del Giro di Svizzera
Tour de Suisse 2021, a Fraunfeld, Marta Bastianelli ha vinto la 2ª tappa del Giro di Svizzera
Lasciando fuori Guderzo?

L’ho seguita in moto all’italiano, ero in moto. Tatiana ha fatto tre Olimpiadi con me, l’ho portata ai mondiali in Danimarca su un percorso che non era adatto a lei. C’è sempre stata, ma non ci sono convocazioni di diritto. Anche questa sarà però una scelta dolorosa.

Quando partirete?

Il gruppo strada andrà via il 17 luglio, quelle della pista il 25. Io partirò il 20, mentre Elisa Balsamo partirà il 21, per avere una riserva su strada, casomai succedesse qualcosa in extremis. Insomma, ormai ci siamo. Mancano le rifiniture e l’ultima scelta.

Montichiari, giorni di lavoro e un’attesa che logora…

16.06.2021
5 min
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«Cerco di stare tranquilla – dice Elisa – di guardare a quel che faccio io e non le altre. Voglio migliorare me stessa per non aver recriminazioni. Perché se mai andrò a Tokyo, come ha detto Viviani, guardandomi indietro in quei giorni non vorrò vedere cose che potevo fare e non ho fatto».

E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo parlato con Elisa Balsamo. Il Giro d’Italia ha portato con sé ogni cosa come una piena, ma in quel periodo la piemontese (un palmares con otto titoli europei e tre mondiali fra strada e pista) si allenava in altura. Adesso però, con la tensione olimpica che monta e memori delle parole di Martinello sul fatto che Elisa sia ormai la leader carismatica del quartetto, siamo tornai alla sua porta. Per fare il punto, certo, ma anche per il piacere di ragionare con una ragazza mai banale. Immaginando anche che nelle lunghe ore a Montichiari (ieri sera, come negli ultimi giorni, le ragazze hanno lasciato l’impianto dopo le 19), lavorando senza sapere chi sarà convocato e chi no, la tensione sia ormai alle stelle. Ci sono nove ragazze fra cui Salvoldi dovrà scegliere e l’assenza degli europei ha reso tutto più impalpabile.

Il Ceratizit Festival Elsy Jacobs è stato l’ultima gara di un’intensa primavera
Il Ceratizit Festival Elsy Jacobs è stato l’ultima gara di un’intensa primavera
Sarebbe servito correre a Minsk?

Mi scoccia tanto che gli europei siano saltati. Quest’anno fra una cancellazione e l’altra abbiamo dovuto reinventarci la stagione più di una volta, questa è stata l’ennesima. Sarebbe stato utile in primis ai tecnici, perché secondo me si fanno meglio le selezioni guardando delle gare. E poi sarebbero stati un bel modo per vedere a che punto sei. Nessuno ci sarebbe arrivato al top della forma, ovviamente, sarebbero stati un passaggio. Il riferimento degli altri serve, anche se poi ciascuno nei giorni che mancano deve lavorare per trovare il suo livello migliore.

Quanto pesa nel gruppo questa attesa?

C’è un bell’ambiente, ma avendo ritardato così tanto le selezioni, c’è anche tensione. Tutte ci tengono, chiaramente, ti senti messa alla prova in ogni cosa. Spero che nel giro di dieci giorni vengano fuori questi nomi. Almeno chi andrà a Tokyo potrà concentrarsi sulla preparazione e chi fosse fuori potrà pensare ad altri obiettivi.

Ai Laghi di Cancano a fine maggio prima del rientro alle corse e in pista (foto Instagram)
Ai Laghi di Cancano a fine maggio prima del rientro alle corse e in pista (foto Instagram)
Un bell’ambiente, ma anche un bello stress insomma?

Ha poco senso secondo me concentrare le scelte in due giorni di test, se così dovesse essere, quando sono anni che Dino ci conosce. E soprattutto non è giusto che, se una in quei due giorni sta poco bene, rischi di rimanere fuori. Non penso che sapendo di essere fuori, non sarei più venuta in pista e lo stesso credo sarebbe per le altre. Le Olimpiadi sono importanti, ma non sono la fine di tutto. Poi ci sono comunque europei e mondiali e c’è anche la strada, anche se riprendersi da tanti lavori specifici fatti per la pista non è semplice.

Quindi le ultime corse sono state funzionali alla pista?

Sì, blocchi di lavoro da integrare con quello specifico.

Nei tuoi programmi c’è il Giro d’Italia come parte dell’eventuale avvicinamento a Tokyo?

Se sarò convocata, comunque non andrò al Giro. Correrò a Fiorenzuola in pista, non mi sento pronta per una corsa a tappe così impegnativa in questo momento e per la preparazione che sto facendo. Però al contempo ringrazio la Valcar per avermi fatto correre tanto questa primavera, perché è stato molto gratificante. Non ce l’avrei fatta ad allenarmi soltanto in pista. Mentre pare che il gruppo di Tokyo potrebbe partecipare a una corsa a tappe, forse il Baloise Ladies Tour, come gli uomini correranno al Giro di Sardegna.

Il 14 marzo ha vinto in Belgio il Gp Oetingen, battendo Marianne Vos
Il 14 marzo ha vinto in Belgio il Gp Oetingen, battendo Marianne Vos
Riesci anche a studiare in tutto questo periodo?

Ci sto provando, porto con me i libri ovunque vada. Volevo dare un esame a fine giugno, Storia della Lingua Italiana (il corso avanzato, avevo già fatto il livello base), ma non c’è il tempo materiale per studiare. Mi mancano quattro esami, l’idea è di andare un solo anno fuori corso.

Martinello dice che sei il riferimento del quartetto.

Io invece non ho la certezza di nulla, anche perché sono parecchio scaramantica. Ognuna di noi ha il suo ruolo. C’è quella che fa battute e sdrammatizza. Quella che vede le cose con più lucidità. Quella con cui puoi andare a parlare se hai qualche problema. Il mio ruolo? Dovreste chiederlo alle altre

Un’ultima cosa, stiamo puntando molto anche sul tema sicurezza in strada, parlando anche della storia di Silvia Piccini…

Una delle cose belle del fare tanta pista è che mi sento sicura. Devo avere occhi per le rivali, per i cambi del quartetto, ma non devo guardarmi dalle auto. Quando esco su strada, cerco strade poco trafficate, ma lo stesso si vedono cose incredibili. Loro devono rispettare noi, noi dobbiamo rispettare loro. Chi pedala per mestiere, sa che deve stare in fila e se ci mettiamo affiancati, sappiamo quando e come possiamo farlo. Ugualmente qualche tempo fa, eravamo appunto in due a fare lavori specifici, quindi in fila, e un tale ci ha superato urlando che avrebbe voluto tagliarci la gola.

Settima alla Dwars door de Westhoek vinta da Loreno Wiebes
Settima alla Dwars door de Westhoek vinta da Loreno Wiebes
Chi pedala per mestiere, mentre gli altri?

Vedo amatori che a volte si allargano e occupano tutta la strada e questo è sbagliato. Ma se accade di domenica mattina, che fretta hai di superarli rischiando di ammazzarli? Devi andare al lago? Non ci sono grandi regole né sanzioni, ma c’è una mentalità difficile da sradicare. Chi ha la macchina dovrebbe rendersi conto del rapporto di forza. E drammi come quelli di Silvia non dovrebbero esistere per nessuna ragione al mondo…

Balsamo, rischio pazzesco. Il podio va bene…

07.04.2021
3 min
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Certi giorni devi prendere il buono che viene e rendere grazie. Questo pensa forse Elisa Balsamo mentre racconta la sua disavventura e il podio arrivato in modo ormai inaspettato

Dopo l’arrivo, le compagne si sono strette per chiederle come fosse andata
Dopo l’arrivo, le compagne si sono strette per chiederle come fosse andata

«A meno 10 più o meno dall’arrivo – dice – il gancio della ruota davanti di una si è agganciato nei raggi della mia. Siamo rimaste incastrate. Sono stata fortunata a non cadere. Ho distrutto la scarpa strisciando. Lei continuava ad andare avanti, io avevo un piede giù e pattinavo ancora. Non pensavo neanche di riuscire a rientrare per fare la volata. Alla fine è arrivato il podio, sono un po’ dispiaciuta, ma va bene così».

Prova al debutto

Un freddo cane, da ragionare alla partenza se valesse la pena correre. Nevica da ieri, in certe zone i prati sono bianchi. Anche tutto intorno alla villa presa in affitto dalla Valcar la campagna era congelata e bianca, mentre nel salone al pianterreno Elisa studiava e di tanto in tanto guardava fuori per capire che tempo avrebbe trovato l’indomani. E stamattina a Schoten c’era solo un freddo cane. E’ la prima edizione della Scheldeprijs per le donne, dopo che quella degli uomini ha visto la luce nel 1907 ed è la corsa più antica del Belgio.

Interviste in inglese per Elisa, prima del podio
Interviste in inglese per Elisa, prima del podio

Con i bar tutti chiusi, ti salvano la vita gli amici delle squadre con un bicchierino bollente che ti salva la vita. Alle 10 la riunione dei tecnici ha stabilito che gareggerà sull’intera distanza e quando la corsa è cominciata, nessuna delle ragazze si è tirata indietro oppure è parsa disposta a farsi regali.

Giornata storta

Dopo l’arrivo le compagne le sono corse incontro, chiedendo il risultato, raccontando le proprie disavventure, alcune scusandosi per l’apporto forse non all’altezza. E chissà se senza il ritiro di Vittoria Guazzini il finale sarebbe stato diverso. Probabilmente sì. ma come dice Elisa, con i se e con i ma non si va da nessuna parte.

«Sono dispiaciuta – dice – perché questa campagna del Nord è andata molto bene, sono arrivati tanti piazzamenti positivi, ma mi è mancato il podio a De Panne e a Gand. Oggi eravamo qui per vincere, poi il podio va bene, ma dispiace un po’».

Podio finale per Wiebes che ha vinto, davanti a Norsgaard e Balsamo
Podio per Wiebes davanti a Norsgaard e Balsamo

Viaggio a Roma

Eppure il suo viaggio è appena iniziato. Stasera intorno all’ora di cena, le ragazze di Arzeni avranno il volo di ritorno e domattina di buon’ora Balsamo e Guazzini sono attese a Roma per il vaccino, poi torneranno a casa in attesa di ripartire con gli allenamenti in pista. Da qui a Tokyo non ci saranno tanti periodi di recupero. Tanto che scherzando, nella casa sperduta nella campagna belga, ieri si dicevano fra loro di approfittare di quelle ore di attesa. Presto davvero ne sentiranno la mancanza.

Balsamo vincerà a Cittiglio: parola di “Capo” Arzeni

23.03.2021
3 min
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Sarà che quelli della pista vanno spesso cauti nelle previsioni su strada, ma il giorno dopo la cautela di Ganna alla Sanremo (poi smentita da una prova maiuscola), Elisa Balsamo a Cittiglio ha parlato di sé mettendo le mani avanti e ha poi centrato il settimo posto.

«Sapevo che nelle prime corse sarei stata un po’ penalizzata – diceva la piemontese alla partenza – perché durante l’inverno ho fatto quasi solo pista e l’annullamento delle gare in Spagna ci ha impedito di adattarci alla strada. La vittoria in Belgio al Gp Oetingen è stata inaspettata, ma anche il 12° posto del mercoledì alla Nokere Koerse è stato un buon piazzamento in una corsa estrema. Ma il Trofeo Binda è troppo duro per la Elisa di questo momento. Però correre in casa è sempre bello».

La Strade Bianche è stata pesante per la poca attività su strada
Strade Bianche pesante per la poca attività su strada

Il piano del Capo

Certe corse vanno secondo i numeri, ma a volte una buona strategia può fare la differenza. E quella del “Capo” per il Trofeo Binda era sufficientemente diabolica per funzionare.

«Se davanti si fossero guardate un po’ – dice Davide Arzeni, tecnico della Valcar&Travel Servicessaremmo rientrati e magari ci sarebbe scappato un podio. Siamo stati sfortunati, perché mezza squadra s’è disfatta fra guai fisici e problemi meccanici. Altrimenti, visto che dalla fuga era rimasta fuori anche la Sd Worx, si poteva puntare a chiudere. Elisa Longo Borghini ha fatto un’impresa straordinaria, ma se non si fosse mossa, c’era quasi la possibilità di arrivare con un gruppo di 25 e allora cambiava tutto».

Il 14 marzo ha vinto in Belgio il Gp Oetingen, battendo Marianne Vos
Il 14 marzo ha vinto in Belgio il Gp Oetingen, battendo Marianne Vos

Strada e pista

Il quadro è chiaro. Mentre il venerdì tutte le stradiste erano sul percorso di Cittiglio a fare le prove generali, le ragazze della Valcar erano a Montichiari girando in pista.

«Quest’anno – sorride Arzeni, che al momento si trova in Belgio – dobbiamo giocare in difesa, non avendo fatto preparazione su strada. Sapevamo che c’erano cinque ragazze più forti e che avremmo dovuto limare per non fare i fuori giri che ci avrebbero impedito di arrivare bene in fondo. Per questo l’avete vista sempre in gruppo e in grande controllo: ci eravamo detti di fare proprio questo. Ma detto questo, io credo che in futuro, Elisa possa andare a Cittiglio per vincere. Se devo fare un paragone con un professionista, la vedo molto simile a Valverde. Nelle gare veloci è già adesso una sicurezza, ma credo che presto possa arrivare anche in una Liegi».

La piemontese ha vinto la volata per il 7° posto a 2’46” da Balsamo
La piemontese ha vinto la volata per il 7° posto a 2’46” da Balsamo

Dopo Tokyo

E qui la proiezione futura è esaltante. Con Tokyo come orizzonte più immediato, è evidente che fino ad agosto la pista sarà il faro della sua arrività.

«Certamente – conferma Arzeni – anche se da ora e fino all’Amstel, parleremo soltanto di attività su strada. Poi, nell’anno dopo Tokyo, faremo una stagione dedicata integralmente alla strada. Si seguiterà ad andare in pista ogni 15 giorni e durante l’inverno, perché in pista si fanno lavori utili anche su strada, ma una bella stagione su strada per capire di cosa saremo capaci da grandi è davvero una bella prospettiva».

Chiara ed Elisa: gli opposti che si attraggono

24.01.2021
< 1 min
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Nome. Cognome. Anno di nascita… Inizia così questo viaggio divertito e divertente nella stanza di Elisa Balsamo e Chiara Consonni nel Rifugio Sapienza, ai piedi della magia dell’Etna.

Due giovani campionesse della pista, con storie diverse alle spalle e personalità diametralmente opposte. Le abbiamo fatte sedere davanti alla telecamera, sottoponendo loro domande identiche.

Ci sono momenti in cui si deve essere seri e altri in cui si può scherzare. Davanti all’obiettivo di bici.PRO, Elisa e Chiara hanno tirato fuori la loro simpatia, la personalità e il loro essere ragazze vere e splendide. Il futuro della nostra pista è in ottime mani.