Giornata di tregenda, salta fuori il guerriero De Marchi

05.10.2021
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Pioveva come a Sestola, quando arrivò la maglia rosa. «Ma a me – dice De Marchi – queste giornate piacciono. Si deve correre a carte scoperte. E quando questo succede, devi essere coraggioso. Devi correre sapendo che puoi perdere tutto, ma è il modo migliore per arrivare a vincere. O comunque per me è anche il modo più bello».

La corsa è partita dalla sede Eolo: i corridori del team sempre in prima fila. Qui Gavazzi
La corsa è partita dalla sede Eolo: i corridori del team sempre in prima fila. Qui Gavazzi

Fortuna e coraggio

Le valli intorno Varese trasudavano di pioggia e fango. L’acqua non ha offerto che qualche minima tregua, ma vedendoli passare giro dopo giro era chiaro che non avessero un solo centimetro asciutto. Quando poi in fondo al rettilineo di arrivo sono spuntati Formolo e De Marchi, a capo di una giornata in cui il veronese ha sprecato anche le forze che non aveva, era forse scritto che la vittoria sarebbe andata al friulano. E’ stato uno sprint alla moviola, come ha scherzato De Marchi, fra due uomini sfiniti e provati dal lungo attacco.

«In queste situazioni e il tipo di meteo che c’era – prosegue De Marchi – è meglio essere davanti e spendere, perché è molto difficile per quelli dietro inseguire. A 15 chilometri dalla fine sono riuscito a pizzicare il momento giusto, Formolo mi ha seguito e siamo riusciti a trovare la determinazione per arrivare. Dopo alti e bassi di prima parte di stagione, abbiamo trovato finalmente un po’ di serenità. Ci tenevo a questa corsa…».

Formolo sempre in fuga, ha sprecato le energie che gli sono mancate in volata
Formolo sempre in fuga, ha sprecato le energie che gli sono mancate in volata
Come mai?

Avevo dato un’occhiata al percorso qualche settimana fa e mi ero detto che poteva essere un’occasione, per le strade e per il tempo. Ho fatto di tutto per esserci, perché mia moglie è incinta e ci siamo quasi. Sono dovuto correre a casa dall’Emilia, perché sembrava il momento e invece è stato un falso allarme. Ora l’obiettivo è tirare fino al Lombardia, ma dipende tutto da lei.

Da Sestola sembrano passati due anni, invece era la scorsa primavera…

Sono successe tante cose. Quella giornata rimane in cima alla lista dei grandi ricordi, ma è stata seguita da eventi negativi altrettanto grandi. Due mesi difficili, quando le ossa si rompono serve tempo e il tempo in questo ciclismo che corre veloce non sempre c’è. Devo ringraziare la squadra che mi ha aspettato senza mettermi pressione. Questa è la seconda corsa dopo il mondiale che faccio con la loro maglia, sono contento di averla onorata così.

Nibali ha provato qualche azione in salita: la condizione in ogni caso c’è
Nibali ha provato qualche azione in salita: la condizione in ogni caso c’è
Come ne sei uscito?

Ho solo voluto correre il più possibile, come fa un corridore per ritrovare il feeling col proprio corpo e con la bicicletta. Non mi sono mai fermato a pensare che dovevo tornare. Ho guardato ai piccoli step che potevo fare, a risalire in bici, allenarmi, ritornare alle corse e costruire con le corse quel poco di condizione che potevo raggiungere.

Quando la svolta?

Quando sono andato in fuga a Plouay. Ho fatto la mia cavalcata e intanto sentivo che nelle gambe c’era qualcosa di buono. Eravamo sulla strada giusta, con un po’ di perseveranza potevo fare bene. Gli acciacchi ci sono ancora, senza il mio fisioterapista e l’osteopata sarebbe difficile. L’inverno che abbiamo alle porte sarà decisivo per la stagione che arriva. Il problema è fare una gara a tappe, nelle gare di un giorno te la cavi. Ma se hai problemi a schiena e gambe, le tre settimane diventano difficili.

De Marchi in corsa con una grinta feroce: voleva proprio vincere
De Marchi in corsa con una grinta feroce: voleva proprio vincere
Che cosa significa questa vittoria?

Che mi sto riprendendo il mio posto, a dispetto di chi ha pensato che fossi vecchio. Sono tornato ai mondiali, una chiamata che vale tanto. Sono stato votato alla causa azzurra e dispiace che sia finita così, soprattutto visto il Colbrelli di Roubaix. Tornare dopo una caduta del genere era difficile, ma molto importante.

Il tempaccio propizia gli attacchi, ma è un fatto che tante corse si corrano ormai alla garibaldina…

Il livello è diventato altissimo, più corridori sono capaci di determinate prestazioni e questo ti costringe a inventarti qualcosa di nuovo. Se aspetti il finale, combini poco. Bisogna giocare di anticipo ed io con questa cosa mi trovo bene. Quando le giornate sono così, bisogna essere astuti e trovare il moto per entrare nel gioco. E oggi è successo ai 40 dall’arrivo, quando siamo entrati sui sette già in fuga.

Hai ancora al polso il braccialetto per chiedere giustizia per Giulio Regeni…

Mi piacerebbe vincere una corsa e non averlo più al polso. Mi dispiace averlo, perché significa che non c’è ancora stata giustizia, nessun cambiamento. Continuerò a portarlo, a incoraggiare la famiglia Regeni che ho avuto la fortuna di conoscere dopo il Giro. Tutto quello che posso fare è incoraggiarli e imparare da loro per la perseveranza e la tenacia che dimostrano.

Poi si avvia verso l’antidoping cercando prima di recuperare il cellulare. Un messaggio potrebbe avvertirlo che la sua Anna ha messo al mondo Giovanni. E a noi che ci precipitiamo a scrivere salta su il dubbio che forse di Regeni e di Silvia Piccini potremmo preoccuparci anche se De Marchi non vince. La sua ultima vittoria risaliva infatti al Giro dell’Emilia del 2018.

Tre Valli, l’ultima corsa (forse) di Tatiana Guderzo

05.10.2021
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Se siano lacrime o pioggia, quando Tatiana Guderzo passa sul traguardo di Varese, manda giù un respiro profondo, mentre le ragazze che passano accanto le poggiano una mano sulla schiena come per un amico che parte. La Tre Valli Varesine Women, prima edizione al cospetto dei cent’anni di quella degli uomini, l’ha vinta Arlenis Sierra in maglia A.R. Monex in volata su Mavi Garcia. Ma oggi nella corsa è saltato fuori un altro motivo di interesse. Da quando alla partenza, una mezza battuta e il tremore della voce ci avevano fatto capire che forse il momento era arrivato.

Dicono che non ti ritiri più?

E chi lo dice? Non ho ancora deciso, magari potrebbe essere l’ultima. Per me ogni gara quest’anno poteva essere l’ultima. Sicuramente qui finisce il mio 2021. Poi potrebbe essere anche l’ultima della carriera.

Quando decidi?

Boh (ridendo, ndr), probabilmente ho già deciso.

E se fosse oggi, che cosa ti mancherebbe di più domattina?

L’adrenalina…

La voce si era increspata e arrivando nella coda del gruppo, per una volta non aveva sul volto il solito sorriso scanzonato. Qualche abbraccio e qualche battuta confermavano la sensazione.

Compagne di sfide e di nazionale: Noemi Cantele nell’organizzazione e Tatiana Guderzo
Compagne di sfide e di nazionale: Noemi Cantele nell’organizzazione e Tatiana Guderzo

Il colpo peggiore

Il brutto colpo di Tokyo l’ha segnata e forse ha spento la rabbia con cui ogni anno Tatiana si rimboccava le maniche per ripartire. E’ sempre difficile entrare nelle dinamiche di certe convocazionii. Ma se in uno sport così duro vengono meno le motivazioni, è difficile trovare la spinta per accettarne ogni giorno i sacrifici.

Ricordo di Roubaix

Pioggia e strade fradicie, nulla al confronto con la Roubaix, affrontata con tanto scetticismo e conclusa fuori tempo massimo assieme ad altre 45 ragazze.

«E’ stata una gara particolare – raccontava in partenza – non so se la definirei una gara su strada. Il fatto di chiamarsi Parigi-Roubaix e aggiungere poi l’Inferno del Nord descrive la realtà di questa manifestazione. E’ stato sicuramente emozionante entrare in quel velodromo, anche perché ogni gara poteva essere l’ultima e anche la Roubaix l’ho vissuta con quell’emozione. Credo che aver partecipato alla prima edizione sia stata un segno forte».

«La rifarei? No – sorride – non è una gara che mi rappresenta, non sono nata per quelle corse. Però suppongo che sia affascinante per tante ragazze. Ho visto che tante si erano proprio gasate. Da provare una volta nella vita.

«Ho fatto anche una riflessione su quando la riporteranno in aprile. Essendo così dura e pericolosa, potresti anche perdere il resto della stagione per una caduta. Lassù si cade anche in modo diverso, entri in un settore e non sai se ne esci. Mi chiedo: ne vale davvero la pena? Se ti capita un incidente come quello della Guazzini e punti al Giro o alle Olimpiadi, butti via tutto».

Un giorno intenso

E’ sfrecciata sul traguardo andando a girare per qualche minuto le gambe in una via chiusa al traffico. La Tomasi di fianco faceva battute ad alta voce, poi insieme sono tornate indietro fino al rettilineo di arrivo. Le aspettavano le altre ragazze della Alé BTC Ljubljana, la sola squadra WorldTour italiana attesa a grandi cambiamenti, per una foto di gruppo che in un solo colpo celebrava il fine stagione. O forse era il modo di portare con sé il ricordo dell’ultima corsa.

«Mi aspettavo forse un giorno con tempo migliore – dice Tatiana – ma mi sono goduta ogni colpo di pedale. E’ davvero una bella corsa. Può davvero diventare una classica internazionale».

Un autografo e tanta commozione per Tatiana Guderzo dopo l’arrivo
Un autografo e tanta commozione per Tatiana Guderzo dopo l’arrivo

Un raggio di luce

Intanto ha ripreso a piovere. Sul palco e sotto lo sguardo di Noemi Cantele iniziano le premiazioni. Una bambina si avvicina a Laura Tomasi con un taccuino per l’autografo. La trevigiana le fa un bellissimo sorriso e le suggerisce di chiedere l’autografo alla ragazza bionda accanto a lei. «Lei è stata campionessa del mondo», dice.

La bimba si volta di scatto e allunga carta e penna. Tatiana le chiede in quale categoria corra e lei le risponde G3. «Che bella categoria», dice la vicentina.

Poi con il suo piglio da capitana, solleva lo sguardo, infila gli occhiali e suona la sveglia. Sarà meglio andarsi a cambiare. Il gruppetto si avvia. Ma ad ogni angolo la fermano per un abbraccio. Chissà se la rivedremo nuovamente in gruppo o se davvero qui si chiude la sua splendida storia di fatica, vittorie, bei sorrisi e bocconi amari. Arlenis Sierra ha vinto la Tre Valli Varesine, Tatiana Guderzo l’ha illuminata.

All4cycling partner della Tre Valli Varesine femminile

15.09.2021
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Il prossimo 5 ottobre sarà una giornata speciale per la Tre Valli Varesine, appuntamento di prestigio del calendario ciclistico internazionale. Si tratterà infatti dell’edizione numero 100 e per celebrare la storica ricorrenza la S.C. Alfredo Binda che organizza la gara ha deciso di fare le cose in grande. Nella stessa giornata si svolgerà infatti la prima edizione femminile della Tre Valli Varesine. 

All4cycling a Varese il negozio, ma ovunque online…
All4cycling a Varese il negozio, ma ovunque online…

Il supporto di All4cycling

Per quel che riguarda la gara riservata alle donne, gli organizzatori potranno contare sul supporto di uno sponsor di prestigio. Si tratta di All4cycling, e-commerce dedicato agli appassionati di ciclismo che ha la propria sede in provincia di Varese, esattamente a Gazzada Schianno. 

Luca Nardello, CEO Lunar Sport-All4cycling, ha commentato con queste parole la nuova partnership: «Siamo orgogliosi di partecipare a questo progetto che promuove il ciclismo sul nostro territorio da ormai un secolo e che quest’anno, per la prima volta, si impegnerà al massimo anche per il ciclismo femminile». 

La scelta di essere parte attiva nello svolgimento della prima edizione della Tre Valli Varesine femminile conferma come in All4cycling si creda fortemente nel cambiamento attualmente in corso che vede un numero di donne in costante aumento avvicinarsi alla bicicletta. 

Il 5 ottobre a Varese saranno di scena anche le migliori interpreti del ciclismo femminile
Il 5 ottobre a Varese saranno di scena anche le migliori interpreti del ciclismo femminile

Uno staff tutto al femminile

In questi giorni fervono i lavori per per far in modo che tutto vada alla perfezione. Lo staff che curerà lo svolgimento della prima edizione della Tre Valli Varesine femminile sarà composto da sole donne e tra queste spicca il nome dell’ex professionista Noemi Cantele.

La gara prenderà il via alle ore 9.30 da Busto Arsizio e si concluderà nel centro di Varese, dopo 92 chilometri di corsa. La prima parte del tracciato, di 45 chilometri, sarà in linea, poi, una volta che la corsa transiterà per la prima volta in centro a Varese, inizierà il circuito finale, di poco meno di 12 chilometri da ripetere quattro volte, con le ascese del Montello (su un tracciato ridotto rispetto ai professionisti) e della salita che da Schiranna porta al centro di Varese. Conclusione nella centralissima via Sacco a Varese sullo stesso arrivo della Tre Valli Varesine riservata ai professionisti.

Pacco gara dell’evento granfondistico griffato All4cycling
Pacco gara dell’evento granfondistico griffato All4cycling

C’è anche la Gran Fondo

La gara femminile sarà preceduta due giorni prima dalla Granfondo Tre Valli Varesine, giunta alla sua quinta edizione e che torna dopo un anno di stop. All4cycling avrà un ruolo “attivo” anche in questa manifestazione. Fornirà infatti il supporto tecnico per un rapido check-up alla bicicletta prima della partenza e sarà presente con uno proprio stand permanente al villaggio gara per tutta la durata dell’evento. 

L’e-commerce fornirà inoltre i premi per i vincitori della Granfondo e il pacco gara che conterrà un gadget e uno sconto speciale sull’acquisto di abbigliamento e attrezzatura da effettuare presso il negozio di Gazzada Schianno o sul sito www.all4cycling.com

La granfondo Tre Valli Varesine, accoglie miglia di appassionati ogni anno

Tante iniziative

Oggi All4cycling è un e-commerce conosciuto a livello internazionale che però non vuole dimenticare il legame con il proprio territorio come testimonia la collaborazione con la S.C. Alfredo Binda nell’organizzazione della prima edizione della Tre Valli Varesine femminile e nella omonima Granfondo. Rientra in questa prospettiva anche il supporto concreto fornito di recente a Davide Russotto e Matteo Manfron per realizzare le loro imprese di cui vi abbiamo parlato di recente sul nostro web magazine.

All4Cycling

Via le bretelle, tecnica al top: All4Cycling veste il gravel

14.07.2021
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All4cycling presenta il suo nuovo modello di pantaloncini pensato per chi ama il mondo gravel. Scordatevi le bretelle e il design classico, il modello proposto dalla realtà e-commerce (e non solo) di Varese è un concentrato di tecnica, leggerezza e traspirabilità.

Ampia vestibilità, grazie anche alla lycra che rende elastici i tessuti
Ampia vestibilità, grazie anche alla lycra che rende elastici i tessuti

Fondello e tasche… segrete

Chi viaggia sulle strade bianche è sempre alla ricerca di comodità: il nuovo fondello disegnato da All4cycling garantisce 14 millimetri di spessore ed un’alta densità della spugna, per pedalate lunghe e con il comfort al massimo.

Gli oggetti da portare sono tanti, così come gli imprevisti, ed è per questo che si è aggiunta una nuova tasca sul retro. La zip “invisibile” mantiene il design pulito e gradevole, per chi ama comodità e bellezza.

Comanda la lycra

Il materiale di cui è composto questo pantalone è il lycra, una fibra poliuretanica, la quale permette di elasticizzare i tessuti. La parte dell’interno è traforata, così da permettere un’alta traspirabilità e una rapida asciugatura. Il girovita è elastico con una fascia aderente in modo tale da non far scivolare l’indumento mentre si pedala

Una nuova tasca (invisibile) sul retro, via le bretelle e girovita elastico per evitare scivolamenti
Una nuova tasca (invisibile) sul retro, via le bretelle e girovita elastico per evitare scivolamenti

Una bella novità per All4cycling e per il mondo gravel, in costante e fortissima espansione sia nel mondo bike sia in quello degli accessori e dell’abbigliamento, per chi vuole unire comfort e performance quando va in bici

I pantaloncini sono disponibili in una sola colorazione, il nero.

Il prezzo è fissato a 79,90 euro.

All4Cycling

Quei 4 giorni ad aprile quando il mercato impazzì

08.03.2021
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Se è vero che Amazon non ha mai fatto tanti affari come durante il lockdown dello scorso marzo, come è andato il mercato sulle piazze virtuali come All4Cycling che tanto materiale fanno circolare online? Nel nostro viaggio fra le aziende per “leggere” il mercato delle bici, oggi facciamo tappa a Gazzada, in provincia di Varese, dove sorge anche il negozio fisico, e… incontriamo il titolare Luca Nardello.

La componente del mercato online è molto forte nell’attività di All4Cycling
La componente online è molto forte nell’attività di All4Cycling
Che cosa è cambiato nel vostro mercato?

Tutto. Non abbiamo vissuto un anno zero, ma quasi. A marzo, nel momento di massima paura, la vendita online per due settimane ha avuto un calo netto. Poi intorno al 15 aprile, quindi nei giorni di Pasqua, c’è stato un cambio repentino. Quattro giorni in cui è scattata una richiesta spasmodica di biciclette. Gli ordini sono triplicati, una partenza velocissima. Abbiamo anticipato di circa due settimane i negozi, poi anche loro hanno cominciato a ripartire. E’ stata un’accelerazione davvero violenta, che a luglio ha iniziato a creare difficoltà. Un po’ a causa della difficoltà di trasporto e poi per i magazzini non sempre pieni, consegnare è diventato difficile.

Andando a memoria, la prima fase è stata quella dei rulli, giusto?

Dal 10 marzo e fino a maggio, è stata pazzesca ed è andata avanti fino all’esaurimento dei prodotti. Arrivavano, ma erano già tutti prenotati, nemmeno riuscivamo a metterli online. Si pensava che in autunno la richiesta sarebbe calata, invece grazie alle varie piattaforme di ciclismo virtuale, abbiamo continuato a venderli. All’inizio andavano tutti bene, mentre nella seconda fase le richieste sono state soltanto per i rulli smart.

All4Cycling è l’unico rivenditore in Italia di Aurum, la bici di Alberto Contador
All4Cycling è l’unico rivenditore in Italia di Aurum, la bici di Alberto Contador
Chi erano i clienti dei rulli?

Persone che hanno trovato il modo di sopperire alla chiusura delle palestre e anche i ciclisti di alto livello che hanno trovato il modo di allenarsi ugualmente. I primi col tempo si sono trasformati in ciclisti, avendo scoperto l’aria aperta. Mentre si stanno affermando le bici smart stile Wahoo, che stanno bene in casa e sono comode da usare.

Avendo scoperto l’aria aperta: bella affermazione…

Dai rulli con bici rimediate, hanno comprato la bici per uscire. Un nuovo pubblico che ci ritroveremo. La pandemia ci ha insegnato che stare a casa non è così divertente e che nulla dura per sempre.

Quanto è servito il Bonus Bici al mercato della bicicletta?

Ha amplificato la richiesta sulle gamme medio/basse. Ora abbiamo la curiosità di capire se quegli utenti si sposteranno verso le gamme medio/alte.

Dopo i rulli tradizionali e quelli smart, si affermano le smart bike
Dopo i rulli tradizionali e quelli smart, si affermano le smart bike
Riuscite ancora a consegnare?

Rispetto agli standard, siamo messi maluccio. Facciamo il possibile, ma potremmo consegnare di più. Per fortuna abbiamo fatto programmi importanti che ci permettono di soddisfare tutti o quasi.

Va più il negozio o più l’online?

Va più una tendenza che si è affermata da poco di gente che compra online e poi viene a ritirare in negozio. Prima erano meno. C’è chi a quel punto vuole rimanere in negozio il meno indispensabile per paura del contagio e chi invece si ferma per approfondire quello che ha comprato. Di base, il sentimento che domina è la paura di rimanere senza materiale, per cui si prende quello che c’è.

Facciamo l’identikit dell’utente che compra online?

Sono persone che studiano, molto smart, capaci di leggere e capire nei siti le caratteristiche del prodotto. Poi ci sono quelli che la bici l’hanno vista online, se parliamo di bici, e vogliono vederla anche dal vivo. Dipende dalle attitudini dei singoli.

Delle bici e delle fasce di prezzo abbiamo detto, chi comincia prova a risparmiare anche sull’abbigliamento?

Molti sono partiti dall’economico e poi hanno capito che era meglio spendere 10 euro in più e guadagnarci in benessere. Chi viene dalle palestre sa che il materiale di qualità fa la differenza. Gli altri stanno imparando. 

All4Cycling è rivenditore delle maglie ufficiali del Giro
All4Cycling è rivenditore delle maglie ufficiali del Giro
Elettrico, gravel, Mtb, strada, urban… come sono suddivisi sul mercato?

L’elettrico sta crescendo e aiuta tante persone ad avvicinarsi o riavvicinarsi alla bici. Magari gente che aveva lasciato perché non ce la faceva. La e-Mtb sta andando tanto, soprattutto lato enduro, e lo stesso l’elettrica da strada, che ai puristi provoca reazioni non sempre positive. E poi c’è l’elettrica da città che ha tanti consensi perché permette di non prendere i mezzi pubblici. Io continuo a dire che la e-Bike sia la miglior invenzione degli ultimi 20 anni, perché la uso quando posso per venire al lavoro e mi ha cambiato le abitudini. A patto che si sappia che sono due mondi diversi, che non si pensi di avere tra le mani una moto e che si capisca che si tratta di un’integrazione e non di un altro sport.

E il gravel?

Sta crescendo tanto sul medio di gamma, fino ai 2.500 euro. Mentre la strada cresce meno, un po’ perché le uscite di gruppo sono state a lungo vietate e le strade sono poco sicure. In linea di massima, si tratta di numeri intaccati dalle altre discipline. Lo stradista magari si è comprato la gravel e non ha cambiato la superleggera. Oppure si è preso l’elettrica, perché gli amici escono così. E in quel caso, se non hai le gambe di acciaio e vuoi uscire in compagnia, sei quasi costretto ad adeguarti.

Ultima cosa, si vendono già le Aurum di Contador?

Siamo gli unici rivenditori in Italia, le bici sono appena arrivate. Sono belle e tanto incide il fatto che dietro ci siano Contador e Basso. La Eolo è una squadra giovane ed è partita con una buona immagine. Facendo le debite proporzioni, sembra quasi come quando nacque la Mapei. Il presidente Spada è uno che si è fatto da sé e sa cosa vuole…

NELLE PUNTATE PRECEDENTI

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E Basso (orgoglioso) ci guida a Casa Eolo

27.02.2021
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A Besozzo c’è il sole e Casa Eolo si stacca contro l’azzurro, risultando anche più imponente. Quando il cancello finisce di scorrere, il saluto di Ivan Basso è pieno di orgoglio e buon umore. Siamo nella sede del Team Eolo-Kometa che lui per primo e poi Luca Spada hanno voluto, proprio nel luogo da cui è iniziata la fortuna di Eolo. C’è del simbolismo positivo anche in questo, assieme alla sensazione di un progetto che sta mettendo solide radici. Conosciamo Ivan sin dagli juniores, l’ambizione non è mai stata un problema. Gli anni e le esperienze hanno portato anche un’interessante visione da manager.

Il cartello campeggia accanto alla porta d’entrata di Casa Eolo
Il cartello accanto alla porta di Casa Eolo

Siamo i primi, ammette mentre fa gli onori di casa, a varcare questa porta. Il colpo d’occhio è intrigante. Si vedono le postazioni per i computer, dove l’addetto stampa Francesco Caielli è già al lavoro assieme a Carmine Magliaro che segue la logistica delle prime corse. La cucina. Alcune stanze con il nome sulla porta. La sala interviste: Eolo on Air. La sala riunioni: Cuvignone. L’ufficio di Ivan: Zoncolan. La sala più grande, per i meeting con il team: Stelvio. E mentre Basso spiega, si ha la sensazione che l’obiettivo sia aggiungere altri pezzi. Un deposito per i mezzi, ad esempio, come pure una foresteria per gli atleti.

Ne parlavi da anni, ce l’hai fatta…

Ce l’ho in testa da sempre (sorride, ndr) perché la casa dà un senso di appartenenza. Nel tempo le squadre si sono evolute. Qui nei dintorni ci sono le basi degli australiani e della Uae, con centri molto belli. La nostra idea sin dall’inizio era quella di creare un posto dove l’allenatore, l’addetto alle pubbliche relazioni, gli sponsor e i manager possano lavorare insieme, perché così nascono le idee. Vogliamo che Casa Eolo diventi un riferimento per la nostra regione. Io sono di Varese, ho cominciato qui e qui ci sono i miei tifosi. Eolo è nata proprio in queste stanze e Spada abita qualche chilometro più in là. C’è l’orgoglio varesino e questa casa era il primo tassello, poi sono venuti i materiali, le bici e tutto il resto. La prima cosa è il progetto, poi vengono gli uomini.

Che cosa intendi?

Si è discusso anche del valore tecnico del team, ma si è fatto il mercato alla fine. La priorità era fare una squadra italiana, c’erano 14 corridori liberi e ne abbiamo presi 10. La parte importante è essere partiti da un’idea e nell’idea c’era di trovare dei direttori sportivi come Stefano Zanatta e Sean Yates con cui si può costruire qualcosa di importante, aiutando Jesus Hernandez a maturare. Per migliorare questa squadra serve gente esperta. Prima il progetto, appunto, poi gli uomini.

Basso con l’addetto stampa Francesco Caielli
Basso con l’addetto stampa Francesco Caielli
Come stanno i ragazzi?

Ho visto un costante miglioramento, sin dal primo ritiro. Abbiamo lavorato cercando di curare ogni area. Era un gruppo da amalgamare, anche se molti si conoscevano. Si dice che sia una squadra nuova, ma in realtà ha già tre anni di vita come continental, già strutturata come una professional e con un budget consistente. Tanti nostri corridori sono nel WorldTour. Moschetti, Oldani e Ries. Ma credo di aver preso ragazzi che riusciranno a rilanciarsi. Albanese può tornare al livello di quando all’Hopplà i più forti erano lui e Ballerini. Anche Ravasi ha ancora tanto da dire. Tiriamo tutti nella stessa direzione.

Tutti?

Pedranzini, il signor Kometa, si sente il papà di tutti. Del resto se trovi un imprenditore che ha speso così tanto in una continental, visto il tipo di ritorno, è evidente che lo facesse soprattutto per passione. Poi è arrivato Spada, che ha messo il 53×11. E sì che dopo il Covid rischiavamo persino di non ripartire. Spada è arrivato e adesso quasi non riescono più a trattenerlo in ufficio. L’altro giorno era qui in Casa Eolo a montare i mobili…

Carmine Magliaro al lavoro per la logistica
Carmine Magliaro al lavoro per la logistica
Sembra che tu stia parlando di Paolo Zani ai tempi della Liquigas.

Me lo ricorda molto per la passione, nonostante fosse alla guida dell’azienda era sempre con noi. Spada è coinvolto al 100 per cento, chiede cosa facciano i ragazzi, vuole il calendario, chiama quando sente che c’è stata una caduta. Pedranzini è lo stesso e parliamo di uno che lavora dalle 4 del mattino fino alle 21. Le telefonate con lui si svolgono fra le 5,30 e le 6 del mattino. La famiglia viene dalla campagna, i fratelli sono in malga. Hanno disponibilità economica importanti e una vasta tipologia di aziende. Sono grandi lavoratori, ma vivono la squadra con un entusiasmo incredibile. E la cosa bella è che i due, Spada e Pedranzini, parlano spesso insieme.

La dimensione continental vi andava stretta…

Non aveva neanche tanto senso continuare in quel modo, per il tipo di impegno e di mezzi non ci sentivamo più troppo a nostro agio. Con Alberto e suo fratello Fran c’era condivisione anche su questo. Ma Spada non è arrivato dalla sera alla mattina, c’è dietro un lavoro di due anni e mezzo. Sono orgoglioso di aver cercato sponsor dove gli altri non sono andati. Non è vero che in Italia non ci sono i soldi, ma quanto tempo ho perso…

Alla Clasica de Almeria, la Eolo-Kometa guidata da Gavazzi e Belletti
Alla Clasica de Almeria, Eolo-Kometa guidata da Gavazzi e Belletti
A fare cosa?

A spiegare in senso generico ciò che il ciclismo potesse fare in generale, mentre ogni azienda ha i suoi valori. Ho imparato da ogni rifiuto. Un imprenditore non sei tu a convincerlo, deve convincersi da solo. Tu puoi fargli vedere che cosa il ciclismo può fare per la sua azienda, ma se ti metti a tirarlo per la manica, è certo che ti mostra la porta.

Ci sono stati giorni in cui parlavi dei tuoi progetti come un visionario…

Me lo dicono ancora (ride, ndr). Mi accorgo che ho tante idee, ma le vedo solo io e magari sono irrealizzabili. A volte le dico e mi prendono per matto. A volte mi sveglio nel cuore della notte e devo comunicarle a qualcuno. Mi piace ascoltare le storie dei grandi imprenditori, c’è tanto da imparare. Questa squadra si evolverà perché tutti vogliamo che accada. Spada vive la squadra. Pedranzini è il nostro riferimento in Valtellina, un approdo sicuro dopo il Giro d’Italia.

Sembri contento?

Sono felice, è vero. Non è stato semplice, ma la vera soddisfazione è vedere che tutti si sentono coinvolti e che tante volte nemmeno serve parlare. Io seguo tutto, ma non mi occupo di tutto. Ho scelto delle persone per come le ho viste lavorare e so che faranno bene quel che devono.

Un orgoglioso padrone di casa all’inizio della nuova stagione
Un orgoglioso padrone di casa
Che cosa vuol dire andare al Giro d’Italia?

E’ importantissimo, è il sogno di ogni ragazzino che comincia a correre. Ho detto ai corridori che per noi saranno 21 campionati del mondo. Ci saranno le solite 5-6 squadre che lo monopolizzeranno e noi dovremo essere fra le altre 15-16 che lotteranno per vincere una tappa. Dovranno avere il fuoco dentro. In più confido nei direttori sportivi che abbiamo, che hanno vinto Giri e Tour.

Quanto sei presente con i ragazzi?

Non amo intromettermi. Magari in ritiro faccio tardi la notte a parlare con Zanatta e Yates: abbiamo scelto loro, è giusto che siano loro ad avere il rapporto e la responsabilità. Io cerco di dire il mio nel modo giusto, quando serve. Lo stesso fa Alberto. C’è una suddivisione dei ruoli che funziona. A Laigueglia inizieremo questa avventura. E davvero non vedo l’ora…

Noemi Cantele

La nuova vita di Noemi, coach dell’arredamento

09.01.2021
6 min
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Noemi scattava col rapporto e le mani sotto, ma dopo una corsa, qualsiasi essa fosse, quel che ti restava negli occhi era il suo sorriso. Bionda, con lo sguardo laser quando puntava e quello scanzonato nel resto del tempo, sfrontata e timida, se ne andò dal ciclismo senza troppe celebrazioni dopo i mondiali di Firenze del 2013 con 36 vittorie nel paniere.

«In vita mia ho sempre organizzato ogni cosa – sorride – ma l’uscita dal ciclismo no. Ho pensato: e adesso cosa faccio? Così mi sono iscritta a vari corsi di formazione, io che già quando correvo mi facevo seguire dal mental coach, anticipando i tempi. Di colpo mi mancavano gli obiettivi, abituata com’ero ad averne. La prima cosa che feci fu abbandonare la bici, con l’obiettivo di trovare qualcosa che mi appassionasse per farne un lavoro, lontano dal ciclismo».

Tatiana Guderzo, Noemi Cantele, Mendrisio 2009
Sul podio di Mendrisio con Tatiana Guderzo: Noemi è terza, ma poteva vincere
Tatiana Guderzo, Noemi Cantele, Mendrisio 2009
Sul podio di Mendrisio, 3ª dietro Guderzo e Vos

Nuova identità

Il tempo non è passato. Scorrendo le foto su Instagram sembra di avere davanti la ragazza di allora: lei e la sua bici. Non avevi detto di averla abbandonata?

«Quella è la seconda parte della storia – dice lasciando intuire un finale diverso – ma la racconto dopo. Dicevo… Ero lì senza un lavoro. Mi avevano cercato Bianchi e Assos, anche perché sono laureata in Economia e poteva far comodo. Però dissi di no. Dovevo scardinare Noemi la ciclista, per costruirmi una nuova identità. Ho preso quello che ero e l’ho messo via. E’ stata una sfida. Se mi chiedessero di farlo ora, con quello che ho adesso, sarebbe difficile. Allora fu diverso, perché la vita in bicicletta lo sai che prima o poi finisce».

L’arredatore

La prima svolta arriva quando cambia casa e si mette a osservare l’arredatore. Iniziano a parlare. E quando lui le chiede che cosa faccia, lei risponde che è disoccupata.

«E lui cosa fa? Mi propone di seguirlo – dice Noemi – e così adesso… vendo cucine. Tutto da autodidatta, prima seguendo lui e poi da sola. Seguo i clienti. Non ho un negozio fisico, ma ho creato il mio modo di lavorare e sono in società con mio fratello. La sede è in Ticino, io vivo a Varese. Sono coach dell’arredamento. Ho il mio sito e un obiettivo: aiutare le persone a costruire la loro casa. Il bello è che ho incontrato altra gente del ciclismo. Una delle prime aziende con cui ho lavorato è stata la Record Cucine, che sponsorizzava la squadra di Caneva. Non c’è più il papà, ma si tratta sempre della famiglia Seten. Devo tanto alla mia storia di ciclista. E a volte capita un fornitore che mi guarda e mi dice: “Mi pare di averti già visto” perché qualcuno ancora si ricorda».

Noemi Cantele, Giorgia Bronzini, Copenhagen 2011
Cantele decisiva anche nel mondiale di Giorgia Bronzini a Copenhagen nel 2011
Noemi Cantele, Giorgia Bronzini, Copenhagen 2011
Decisiva anche per il 2° mondiale di Bronzini a Copenhagen

La seconda svolta

Il bello delle svolte è che se riconosci la prima, dopo un po’ ti accorgi che ce ne sono in continuazione. C’erano anche prima, ma non le vedevi.

«Infatti 3-4 anni fa mi chiamano – la voce si fa intrigante – e mi propongono un’iniziativa di beneficienza. A queste cose dico sempre di sì, ancor prima di chiedere che cosa sia. Per cui accetto e poi domando. Viene fuori che si tratta di correre la 24 Ore di Monza a squadre. In bici, ovviamente. Cosa faccio? Devo allenarmi, non vado in bici da almeno tre anni. Mi ricordo di avere ancora un rullo, lo spolvero e lo tiro fuori. Avevo la vaga idea di cosa potesse essere girare in gruppo a 40 all’ora. Ho fatto un mese di rulli e quando sono stata a correre… mi sono esaltata».

Noemi Cantele, Tatiana Guderzo, tricolori 2011
Nel 2011 vince finalmente il campionato italiano in Sicilia su Guderzo
Noemi Cantele, Tatiana Guderzo, tricolori 2011
Nel 2011 finalmente il tricolore su Guderzo

Bentornata bicicletta

Come un vecchio teatro impolverato in cui riaccendi le luci e riconosci lo scrosciare degli applausi, la bicicletta torna a far sentire la sua voce.

«Ero ripartita – racconta Noemi – ma non mi bastava. Così nel 2019 ho deciso di partecipare a una mezza maratona. Avevo bisogno di fare di più e ho preso un allenatore, pur sapendo che per me la corsa a piedi era sempre stata disastrosa. Dalle unghie dei piedi che diventavano nere a tutti gli altri acciacchi. E comunque partecipo alla mezza maratona di Chia, in Sardegna. Bella. Panoramica. Sul mare. Ma con certi strapponi al 15 per cento da piegare le ginocchia. E mi piace anche quella. Più fatico e meglio sto. E così, rassegnata davanti al fatto che la sofferenza mi piace, ho ripreso ad andare in bici. Le tabelle di Luca Filipas, per tre uscite a settimana. Poi ho comprato il misuratore di potenza. E insomma… è un anno che mi alleno».

Noemi Cantele, Gp Liberazione Crema 2012
Vince il Gran Premio Liberazione, che si corre a Crema nel 2012
Noemi Cantele, Gp Liberazione Crema 2012
Vince il Liberazione 2012, che si corre a Crema

Pazza idea

Adesso lo dice: la sensazione si attacca alla mano che intanto scorre sul foglio. Adesso dice che torna a correre e pensa alle Olimpiadi. Poi la sensazione diventa una domanda, che la fa ridere.

«Ho fatto un test – spiega Noemi – perché si può sempre migliorare e ho scoperto che il fisico me lo permetterebbe. Sembra strano dirlo a un giornalista, ma a un certo punto… Finché ho visto in tivù la caduta di Chloe Dygert al mondiale della crono e ho sentito che quell’aspetto non mi manca. Ho pensato che i miei momenti li ho avuti, ora ho il mio lavoro che è una passione. Forse c’era già, ma non l’avevo mai approfondita. E nel frattempo vado sempre in bicicletta per il piacere di farlo. La bici mi ha aiutato tanto nel lockdown. E’ benessere. Mi aiuta a scaricarmi».

Monia Baccaille, Noemi Cantele, Giorgia Bronzini, Tatiana Guderzo, Olimpiadi Londra 2012
Baccaille, Cantele, Bronzini, Guderzo, presentazione delle squadre alle Olimpiadi Londra 2012
Monia Baccaille, Noemi Cantele, Giorgia Bronzini, Tatiana Guderzo, Olimpiadi Londra 2012
Baccaille, Cantele, Bronzini, Guderzo: Londra 2012

Un ciclismo diverso

Un angolo della mente pensa: peccato! Ma la curiosità è tanta e il viaggio continua, tra i ricordi comuni e le cose ancora da scoprire.

«Non sono sparita del tutto – dice Noemi – ogni tanto vado alla corsa di Cittiglio. Ogni tanto sento Giorgia (Bronzini, ndr), oppure Elisa Longo Borghini. Le corse le guardo ancora, come sempre. Il Tour, il mondiale. Per me il ciclismo resta una grandissima passione. Forse in quel voler chiudere iniziale c’era un po’ di stanchezza, non vedevo un futuro là dentro, anche se per molti versi e per comodità, avrei fatto prima a rimanere. Ho benedetto la mia laurea, che oggi mi serve in quello che faccio. Era un ciclismo diverso. Ho smesso quando le grandi squadre iniziavano ad arrivare. Non era ancora il mondo dei social, che oggi fa la differenza. E il ciclismo femminile era svantaggiato. Non c’era la diretta, quasi non mi conoscevano neppure a Varese…».

Noemi Cantele, mondiali Firenze 2013
A Firenze nel 2013 corre l’ultimo mondiale poi si ritira
Noemi Cantele, mondiali Firenze 2013
Nel 2013 corre il mondiale di Firenze, poi si ritira

Incredibile Londra

Le corse. La gente. Gli applausi. La disciplina. L’onestà di rispettare il gioco di squadra. Cosa resta di quel mondo nelle giornate di Noemi?

«Tra i ricordi più belli – racconta Noemi – metto i campionati italiani del 2011 su strada, in Sicilia. Li inseguivo da anni e non c’ero mai riuscita. Poi il mondiale di Mendrisio: se non ci fosse stata davanti Tatiana (Guderzo, ndr), avrei avuto le gambe per giocarmela. E poi come emozione dico le Olimpiadi di Londra, anche se erano le terze che facevo. Per il pubblico, una cosa incredibile. Ci sarà stato un milione di persone, come essere dentro una specie di centrifuga. Magari un professionista vive le stesse cose sull’Alpe d’Huez, ma a me non era mai successo».

Il resto è un chiacchierare fra persone che non si vedono da tempo e cercano in poche battute di dipingere il quadro del tempo andato. Sopra il racconto frettoloso degli ultimi anni e le interessanti anticipazioni sui prossimi, resta il ricordo di quegli scatti e dei sorrisi dopo l’arrivo. Speriamo solo che per risentirsi non debbano passare altri sette anni.

All4Cycling, Black Friday 2020

All4Cycling, a novembre i venerdì sono Black Friday

13.11.2020
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All4Cycling, Black Friday 2020
Alcune tra le offerte del Black Friday 2020
All4Cycling, Black Friday 2020
Alcune tra le offerte del Black Friday 2020

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