Fornaciari-Bonanomi: cosa fa Merida Italy?

10.02.2021
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Oggi la nostra call ci mette davanti a Paolo Fornaciari e Gianluca Bonanomi di Merida Italy. Il quadro del mercato post lockdown si va componendo con tratti comuni e criticità personalizzate, un po’ come accade quando si va a comprare una bicicletta davanti alle specifiche delle singole aziende. Dopo Ermanno Leonardi, Cristiano De Rosa e Simone Maltagliati, ecco Merida. La casa madre è un vero colosso, per cui capire in che modo si sia mossa e si stia muovendo farà luce anche sulle realtà minori. Il focus di partenza è lo stesso: che cosa sarà di quest’onda così alta di mercato nelle aziende che hanno nel WorldTour la vetrina principale?

«Andrà a crescere – comincia Bonanomi, Sales Director di Merida Italy – soprattutto per i marchi importanti. C’è più richiesta di tutto, componenti e biciclette. E aziende come la nostra ne avranno certamente vantaggi a lungo termine».

«Eppure all’inizio – gli fa eco Fornaciari, Presidente e Ceo di Merida Italyla tentazione di fermarsi c’è stata. Se avessimo mantenuto i programmi com’erano, ora avremmo più merce da vendere. Ci siamo resi conto della situazione dopo qualche mese e ora è chiaro: non si tratta di una bolla».

Paolo Fornaciari è Presidente e Ceo di Merida Italy
Paolo Fornaciari è Presidente e Ceo di Merida Italy

Andiamo avanti a tre voci per un viaggio che si annuncia molto interessante: la carne al fuoco è davvero tanta.

bici.PRO: L’elettrico recita davvero la parte del padrone?

Bonanomi: «E’ in crescita esponenziale e durerà a lungo, si parla di un trend di 10 anni. Le city bike sono in grande crescita e anche Merida ha iniziato a mandare fuori nuovi modelli. Di fatto la Mtb elettrica sta sottraendo quote di mercato alla bici tradizionale. E quando fra tre anni, peseranno 3-4 chili in meno e avranno batterie più durevoli, a quel punto il sorpasso sarà inevitabile».

La messa a punto delle bici al training camp del team Bahrain Victorious
Messa a punto al training camp Bahrain Victorious
bici.PRO: Il nuovo cliente va in cerca della bici a buon mercato?

Fornaciari: «Il nostro parco bici parte da gamme già piuttosto alte. Una bici da corsa non costa meno di 3.500 euro. Certo, se ne producessimo di più economiche, faremmo certo volumi maggiori, perché verrebbe fuori la massa. Ma ogni azienda fa la sua politica: la nostra punta alla qualità».

Bonanomi: «E’ vero, target alto. Però ad esempio per l’elettrico, a fronte delle grandi richieste, sta arrivando una city bike elettrica con la batteria esterna, che costerà 2.600 euro. I rivenditori la richiedono e Merida in questo ha ritenuto di accontentarli».

bici.PRO: Dicono che i clienti della prima ora sono passati alla svelta dalla bici a buon mercato a quella di gamma superiore.

Fornaciari: «La bici per questo è una… droga. Cominci, senti che ti fa stare bene e ti viene il tarlo di migliorare».

Sponsorizzare il Team Bahrain Victorious è una vetrina molto importante
Sponsorizzare il Team Bahrain resta importante
bici.PRO: Succede anche nell’elettrico?

Fornaciari: «C’è una ricerca esasperata delle prestazioni. Nessuno vuole più la batteria da 500, sembra di parlare di moto. Peso. Durata della batteria. Potenza. Gente che si è documentata, un pubblico completamente diverso. Chi prima arriva a garantire certe prestazioni farà bingo. E non saranno i 500 euro in più a fare la differenza. Non la comprano perché l’elettrica è a zero emissioni, ma per le prestazioni. Da questo punto di vista, il mercato è cambiato molto e temo che i piccoli player non reggeranno l’urto. La bici elettrica costa molto di più».

bici.PRO: Il ritardo nell’arrivo dei gruppi da Taiwan frena anche voi, che siete la casa madre?

Bonanomi: «Abbiamo ritardi di 3-4 mesi. Abbiamo fatto da poco una riunione con Taiwan e ci hanno assicurato che da marzo dovrebbe andare meglio».

Fornaciari: «Semplicemente, a Shimano manca la manodopera a fronte di richieste quattro volte superiori. Merida ha con loro un legame molto forte, per i motori e per i gruppi. Lavoriamo davvero in minima parte con Sram».

L’elettrico vale per lo sport, ma anche per le city bike, in forte aumento (foto Merida)
L’elettrico spopola anche per le city bike (foto Merida)
bici.PRO: Però intanto si annunciano i nuovi gruppi e i vecchi devono ancora arrivare…

Bonanomi: «Abbiamo proprio cominciato da poco a discutere dei nuovi modelli. A ottobre avremmo dovuto fare l’ordine della gamma 2022, ma abbiamo aspettato per lasciare tempo ai negozi. Dal 17 febbraio però partiremo con il 2022 rispettando i tempi che ci hanno dato da Taiwan. Il guaio è che abbiamo ricevuto da poco le conferme per gli ordini 2021. E’ saltato il banco e stanno riprogrammando i montaggi, con l’inevitabile ritardo».

Il mondo elettrico più spinto ha le stesse prerogative del settore moto
Il mondo elettrico più spinto ha le stesse prerogative del settore moto
bici.PRO: Come se la passano secondo voi i negozianti?

Bonanomi: «Fanno fatica. Quelli che hanno fatto programmi e hanno ordinato 100 bici, non possono sperare di averne di più. Per questo è fondamentale uscire con la programmazione 2022, per potersi mettere a posto, ma non è facile non avendo ancora ultimato le consegne 2021».

Fornaciari: «E’ brutto da dire, ma la sensazione è che i piccoli negozi spariranno. Non riescono a reggere le programmazioni che vogliamo noi. Il piccolo non serve dal punto di vista strategico, perché l’asticella si sta alzando verso l’alto. E adesso neanche possono salvarsi con l’officina, perché non ci sono pezzi di ricambio sul mercato. Avevamo delle bici ferme nei cartoni, per ordini sbagliati. E’ arrivato un grosso rivenditore e se le è comprate tutte, anche per recuperare i pezzi».

Gianluca Bonanomi è Sales Director di Merida Italy
Gianluca Bonanomi è Sales Director di Merida Italy
bici.PRO: Da un certo punto di vista, il quadro è inquietante. Motori e cavalli. Botteghe artigianali destinate a chiudere. Avere una squadra WorldTour serve ancora?

Fornaciari: «E’ fondamentale, direi essenziale. Se non ci fosse, perderemmo completamente visibilità nel mercato della strada».

bici.PRO: Seguendo le vostre indicazioni, è un mercato che ha futuro?

Bonanomi: «L’elettrico tira molto, l’anno prossimo ci saranno altri modelli e ci aspettiamo che il settore aumenti ancora. Tutte le aziende sono allineate su questa politica, ma noi stiamo puntando molto anche sulla bici tradizionale, la muscolare. Per il 2022 abbiamo fatto un grosso sforzo. Abbiamo tirato fuori la nuova Reacto e arriverà anche la Scultura con i cavi interni e il manubrio integrato. Il pubblico degli appassionati ci sarà sempre. E del resto la bici muscolare è quella su cui si può lavorare di più nell’innovazione. L’elettrica è solo un fatto di motore e batteria».