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#VareseDoYouBike, in sella alla scoperta della Provincia

11.10.2022
7 min
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Scoprire un territorio che vive di sport e ama e rispetta la bicicletta in ogni sua disciplina. Varese e la sua Provincia sono terra di ciclismo per eccellenza, con i suoi grandi ciclisti, i suoi percorsi che s’insinuano tra il verde delle vallate prealpine e il blu della terra dei laghi, le sue classiche, come la Tre Valli Varesine che si ripropone da oltre un secolo, e ben due edizioni dei mondiali. #VareseDoYouBike è un progetto della Camera di Commercio di Varese finalizzato allo sviluppo di un sistema cicloturistico e di mobilità sostenibile con il coinvolgimento di imprese della filiera, associazioni di categoria ed enti locali. Un modo alternativo per promuovere, far assaporare e toccare con mano le eccellenze di una terra ricca di tradizione e sport. 

E’ questo l’intento delle istituzioni e di chi ama Varese, che credono nelle sue potenzialità e sono felici di poterci mettere impegno e passione. Un team che lavora in sinergia con una squadra di guide, ognuna a presidio di una zona del territorio varesino, così da garantire la miglior conoscenza e la massima tempestività nel rispondere alle richieste del mercato. Rivolto a cicloturisti di ogni livello: dal super appassionato alle famiglie in cerca di percorsi di grande interesse anche culturale. Non solo offroad, ma anche salite asfaltate per mettersi alla prova e conquistare i panorami migliori sui sette laghi o strade sterrate per evitare l’assillo del traffico.

Scopriamo insieme il progetto accompagnati da Giovanni Martinelli product manager del progetto e Anna Deligios della Camera di Commercio di Varese. 

Per tutti

L’intento è quello di creare un supporto al servizio dell’ospite che ha scelto Varese come meta per lui o lei e la sua bici. «Abbiamo voluto racchiudere – dice Martinelli – tutti gli itinerari della Provincia di Varese. Strada, gravel e Mtb e le ciclabili. Partiamo dai percorsi base per le famiglie fino ad arrivare ai percorsi più impegnativi per gli sportivi. Siamo partiti dagli itinerari mappandoli per difficoltà e tipologia, scannerizzando tutta la provincia. Per itinerari si intendono giri che non siano meno di 20 chilometri con un massimo di 40/50 chilometri per la Mtb e più lunghi per quanto riguarda la strada.

«Sono giri ad anello – spiega – che vanno a toccare quelli che sono i passaggi più belli della provincia. Ma anche più funzionali al turismo in bici. Quindi se parliamo di ebike ci sono i punti dedicati per la ricarica. Oppure i punti per la manutenzione della bici, dal semplice gonfiaggio, al lavaggio e regolazione. Ma anche fornire tutte le informazioni sul percorso dagli itinerari alle guide. In modo tale che se si arriva in un punto convenzionato si possano avere tutte le informazioni che interessano per girare in provincia in bicicletta. L’obiettivo è far si che tutta la provincia sia collegata con i servizi. Una zona dedicata alla bici tutta rivolta al ciclismo con la possibilità di visitare il territorio in sella».

Il valore del turismo in sella

Il turismo è veicolatore di cultura ed inoltre il modo migliore per far apprezzare le eccellenze del proprio territorio. Farlo in bici rappresenta un valore aggiunto che fa collimare il benessere fisico a quello mentale. «Abbiamo già realizzato le guide – dice Martinelli – prossimo passo che stiamo per fare è determinare e includere tutte quelle aziende interessate e integrarle rendendole protagoniste come punti convenzionati per i turisti che arrivano con la bicicletta. E’ prevista anche una formazione con queste aziende per spiegare cosa devono fare e sapere come comportarsi con il cicloturista che vuole alloggiare o usufruire dei servizi delle strutture. 

«Si crea un’ossatura – conclude – con tutti i servizi che servono al turista che vuole vivere la sua visita con la bicicletta. L’obiettivo finale è anche quello di creare un valore per le aziende. Siamo partiti dalle ciclabili e abbiamo diviso la provincia in sei settori. Le ciclabili sono le autostrade che la percorrono. Poi ci siamo concentrati sulla Mtb perché quando parli di cicloturismo la fetta di mercato interessata maggiormente a questo tipo di esperienze è orientata su ebike e su un turismo slow». 

I colori della natura e la calma delle strade sterrate sono il format migliore per staccare dallo stress delle città
I colori della natura e la calma delle strade sterrate sono il format migliore per staccare dallo stress delle città

Tra strada, gravel e Mtb

Gli itinerari vedono una rete rivolta a tutte le discipline con maggioranza di percorsi fuoristrada. «Sono presenti 45 itinerari – dice Martinelli – che in realtà sono in evoluzione perché la nostra provincia è adatta a tutte le discipline. Il gravel può collegare tutta la provincia così come la strada».

Un’esempio per la strada è il “Giro dei 7 laghi”. Nella provincia dei laghi non può mancare un tour che li tocchi tutti. Ecco quindi che da Angera attraverso il Lago Maggiore si giunge a Laveno e si attraversa la Valcuvia per arrivare sul Lago Ceresio a Lavena Ponte Tresa. La risalita passando per il borgo di Marzio riconduce in Valganna presso i Laghi di Ghirla e Ganna fino a Varese. Dall’omonimo Lago di Varese e attraverso la Palude Brabbia (Oasi Lipu) si giunge al Lago di Comabbio e poi al Lago di Monate per poi far ritorno al punto di partenza ad Angera.

Per il gravel alla portata di tutti c’è l’itinerario “I Parchi Regionali attraverso le Piane Viscontee”. Dal lato di Varese un corridoio naturale che unisce i due principali Parchi Regionali della provincia, quello del Campo dei Fiori e del Ticino. Un passaggio attraverso le Paludi di Arsago, sito d’interesse comunitario, porta a seguire il corso del Torrente Strona fino al Ticino. Attraverso l’argine maestro del fiume si risalgono le colline moreniche fino al Lago di Comabbio per poi arrivare al punto di partenza.

I laghi sono una delle eccellenze della Provincia di Varese
I laghi sono una delle eccellenze della Provincia di Varese

Camera di Commercio in prima linea

La Camera di Commercio di Varese ha avviato da qualche anno il progetto Varese Sport Commission, che mira in particolare ad attirare eventi sportivi sul territorio in quanto sono fattori di attrattiva turistica che si traducono in pernottamenti nella provincia. 

«Come Varese Sport Commission – spiega Anna Deligios – abbiamo sviluppato il progetto #VareseDoYouBike incentrato sullo sport che genera turismo. L’intento è quello di creare un sistema cicloturistico attraverso itinerari e servizi in sinergia con le aziende. A partire dal coinvolgimento degli operatori commerciali del territorio. In primis le imprese dell’ospitalità che rappresentano i soggetti che per primi beneficiano del soggiorno e dell’accoglienza. Ma anche gli esercizi commerciali e le istituzioni del territorio, facendo in modo che tutta la provincia sia a misura di cicloturista.

«Ci sono territori molto competitivi sotto questi punti di vista ma io credo che Varese sia all’altezza per bellezza paesaggistiche e per predisposizione anche un po’ dovuta alla tradizione che c’è qui rispetto alle due ruote».

Cultura e due ruote si incontrano tra una pedalata e l’altra
Cultura e due ruote si incontrano tra una pedalata e l’altra

Provincia devota al ciclismo

Varese punta sul ciclismo, uno sport molto amato, apprezzato e rispettato in grado di offrire la possibilità di godere di paesaggi e panorami non raggiungibili normalmente. «La tradizione – conclude Anna Deligios – e la storia di questo sport ci accompagna. Si è appena svolta la Tre Valli Varesine che è arrivata alla sua 101° edizione. I turisti che arrivano dal Nord Europa conoscono già questi luoghi come il Lago Maggiore per fare un esempio ed è molto amato. In coincidenza della GF Tre Valli Varesine abbiamo ospitato tour operator per ammirare e scoprire l’offerta di Varese e ne sono rimasti piacevolmente colpiti». 

Un progetto che amplia l’offerta, pensando anche a chi si muove aiutato dalla pedalata assistita: a disposizione colonnine di ricarica e, presto, una serie di bike-point e officine specializzate per il pronto intervento in caso di necessità. Non mancheranno servizi e pacchetti turistici per consentire tour itineranti di più giorni, la vera essenza dello spirito cicloturistico. Con la segnalazione di stazioni ferroviarie e imbarchi dei traghetti, si può sfruttare la rete del trasporto pubblico e muoversi a impatto zero.

Mangia, Bevi e Bici: gusto, divertimento ad Ispra

04.08.2022
5 min
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Un territorio pronto ad abbracciare appassionati e famiglie su due ruote. Mangia Bevi e Bici è un progetto cicloturistico. Si tratta di una pedalata enogastronomica non competitiva, arrivata alla sua decima edizione. Questa volta l’appuntamento è il 4 settembre: si rilancia dopo due anni di stop con l’intento di ritrovare quella spensieratezza e voglia di vivere luoghi e tradizioni. 

La pedalata è organizzata dalla Bottega del Romeo di Ispra. Un’antica bottega artigiana di biciclette, diventata un riferimento per il cicloturismo che si occupa da molti anni di valorizzazione del territorio nella terra dei Laghi in provincia di Varese e nel Parco del Ticino.

L’occasione sarà quella di poter attraversare in sella località suggestive e monumenti, nell’area del basso Verbano e dei laghi di Varese, Comabbio e Monate. 

Gli itinerari sono adatti a tutti, per grandi e piccini
Gli itinerari sono adatti a tutti, per grandi e piccini

Come si svolge

Senza pensieri in sella alla propria bicicletta, guidati dai sapori e dalle bellezze del territorio. Al cosa e come farlo ci hanno già pensato gli organizzatori. Tutti i particolari sono curati e a misura di due ruote. Ogni partecipante affronta il percorso prescelto in autonomia, scegliendo a piacere la propria tabella di marcia.

Ed ogni partecipante tenuto a rispettare il codice della strada, oltre che a seguire le indicazioni e le frecce poste lungo il tracciato.

Gli itinerari enogastronomici coincidono con percorsi culturali ricchi di monumenti visitabili gratuitamente e spettacoli. Alla partenza, ogni partecipante riceve un kit contenente una mappa del percorso nel quale sono indicati i punti di ristoro, con relativo menù e le tappe culturali. Nel kit di partecipazione sono compresi alcuni ticket che danno diritto alle consumazioni presso i ristori.

Il cicloturista sceglie liberamente i ristori presso cui fermarsi attraverso uno dei due percorsi, completamente segnalati. Inoltre, presso i ristori, il ciclista avrà la possibilità di acquistare prodotti tipici che gli verranno consegnati al traguardo, direttamente dall’organizzazione. 

Attraverso i ticket si ha la possibilità di fermarsi ai ristori e fruire dei servizi
Attraverso i ticket si ha la possibilità di fermarsi ai ristori e fruire dei servizi

Due percorsi

A dirigere e organizzare questa giornata ci sono Alessandra Doridoni e Lorenzo Franzetti della Bottega del Romeo di Ispra e una ricca squadra di collaboratori e volontari.

La partenza sarà come da tradizione da Ispra, sul Lago Maggiore per poi addentrarsi nelle meraviglie della provincia di Varese e non solo. Due saranno i percorsi in programma, uno da venticinque chilometri facile e fruibile da tutti. E uno da trentacinque chilometri con qualche difficoltà in più e maggiori tratti su strade sterrate. 

«Per questa decima edizione – spiega Alessandra Doridoni – abbiamo voluto concentrarci su percorsi nel “cuore” del nostro territorio, andando ancora una volta a proporre qualcosa di nuovo e di inedito». 

La decima edizione di Mangia Bevi e Bici, infatti si snoderà nei comuni di Ispra, Ranco, Angera, Taino e Sesto Calende, come fu nella prima edizione, con tappe gastronomiche già apprezzate in passato e mete note, ma anche con spunti e idee inedite e originali. 

Un intreccio di cicloturismo, cultura, natura, incontri, storie, arte e tradizioni: lungo i percorsi che mirano a valorizzare il paesaggio. Il tema della decima edizione è “leggende e sogni” del territorio, ma non solo. Nell’arco della giornata si toccheranno ville antiche circondate da parchi e la possibilità di entrare in luoghi inediti e esclusivi, come villa Sagramoso a Ispra

Gli itinerari disponibili sono due uno da 25 km e uno 35 km
Gli itinerari disponibili sono due uno da 25 km e uno 35 km

Pit stop enogastronomici

L’enogastronomia è un modo per conciliare i sensi apprezzando le eccellenze culinarie e i prodotti tipici di un territorio. Mangia Bevi e Bici ha un nome emblematico sotto questo aspetto e il focus si incontra proprio su questi valori. A cominciare dalla proposta del ristorante Nettare di Giuggiole di Angera, che abbinerà il pane “romano”, lo zafferano (entrambi prodotti tipici De.Co) con la fantasia dello chef Riccardo Baranzini.

Si incontreranno invece passione e qualità nella tappa di Capronno, grazie ai ragazzi di “Natura in moto”, mentre a Barzola si respirerà l’atmosfera delle vecchie sagre di paese con la “salsicciata dei burattini”. E ancora, una tappa immancabile è quella della fattoria Bertoldo Francesco di Taino che con i suoi formaggi e salumi accoglierà i cicloturisti del percorso lungo.

Le collaborazioni e gli interpreti della gastronomia territoriale è vasta e rivolta a valorizzarne i propri prodotti di punta. Come per esempio i vini dell’Enoteca Forni e di Cascina Piano, alla pasticceria San Gabriele, dalla gelateria Il Capriccio alla gastronomia Le Delizie e all’ortofrutta BP, tutti di Ispra. Infine le collaborazioni con l’apicoltura Costantini di Angera, la Bottega del bosco di Taino, Mirtilli al Volo di Laveno Mombello.

La lista non si esaurisce qui grazie a nuovi collaboratori che stanno completando la magnifica rete di produttori e interpreti delle località ospitanti. 

Dopo due anni di stop l’edizione in programma il 4 settembre è la decima
Dopo due anni di stop l’edizione in programma il 4 settembre è la decima

Arte in sella

Oltre ai sapori, Mangia Bevi e Bici è anche l’occasione per fare un viaggio nella cultura e nell’intrattenimento. Tra questi spiccano il Kapannone dei libri di Angera, che proporrà una tappa dedicata alle leggende del cinema, e l’associazione Amaltheatro di Barzola con la magia dei suoi burattini. Pedalata dopo pedalata, Mangia Bevi e Bici vuole far conoscere storie meravigliose e raccontarle. In un paio di punti lungo il percorso, ci saranno anche gli “storyteller” del gruppo “Raccontoebasta”.

A rendere speciale la giornata contribuiranno anche i volontari degli “Amici della Spondamagra”, dell’associazione “Il Castellaccio” di Capronno, Laura Tirelli con Marco Tresca, responsabili del museo di storia locale di Taino e gli amici della scuderia Pretty Sun Luna di Lentate. 

L’arte è un altro aspetto fondamentale della giornata. Le soste saranno un incontro nuovo e da scoprire con la storia. I luoghi saranno ad Angera, alla chiesa di Sant’Alessandro, a Cheglio, nella chiesetta di San Giovanni Battista, e a Capronno con gli antichi dipinti della chiesa di Santa Maria Maddalena. Infine la cappelletta di Sant’Ambrogio, grazie anche alla collaborazione della Comunità parrocchiale San Carlo Borromeo.  

I momenti di ristoro sono spalmati su tutto i percorsi e sono fruibili in autonomia
I momenti di ristoro sono spalmati su tutto i percorsi e sono fruibili in autonomia

Ticket e iscrizione

La quota di partecipazione è di 28 euro per gli adulti e 15 euro per i ragazzi fino a 15 anni. L’iscrizione include i ticket “degustazione”, le visite culturali e guidate, gli incontri e i piccoli spettacoli, oltre a un omaggio finale. C’è inoltre la possibilità di noleggiare le bici su prenotazione. 

MangiaBeviBici

BottegadelRomeo

Germani a Carnago: rabbia, grinta e un capolavoro tricolore

25.06.2022
4 min
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Dopo l’arrivo scoppia in lacrime Lorenzo Germani ed è comprensibile. Ha vinto il campionato italiano under 23 con un’azione che ha dell’incredibile, con metà gara in fuga. Lorenzo è uscito dal gruppo alla fine del quinto dei dieci giri previsti, a più o meno 90 chilometri dall’arrivo. 

Un’azione calcolata, meditata con una precisione scientifica. «Dietro, il gruppo andava abbastanza piano – racconta con i suoi occhi azzurri che ancora brillano dall’emozione – ed avevo paura che non saremmo riusciti a rientrare sui fuggitivi, così ho fatto da solo».

Una lettura perfetta della corsa, Germani ha fatto selezione in maniera lenta ma perentoria. Prima erano in sette e ad ogni passaggio sotto la linea dell’arrivo i compagni di avventura pian piano diminuivano. 

Dopo l’arrivo mani sul casco e commozione a non finire per Germani, il tricolore è suo (foto Benati)
Dopo l’arrivo mani sul casco e commozione a non finire per Germani, il tricolore è suo (foto Benati)

Un percorso tecnico 

Marino Amadori, cittì della nazionale under 23, ce lo aveva detto questa mattina: «E’ un percorso molto tecnico, nervoso, imprevedibile. Difficile pronosticare un vincitore, è una corsa che si presta a tante letture: può arrivare un piccolo gruppo in volata, oppure se qualcuno ha gamba può andare via da solo».

E’ stato proprio così, il corridore della Groupama FDJ Continental ha tagliato il traguardo in solitaria. Solo un corridore ha resistito più a lungo degli altri: Walter Calzoni della Gallina Ecotek.

«Sono uscito al terzo giro perché in gruppo si andava davvero piano. Allora ho pensato che sarebbe stato meglio andare piano in fuga che dietro. Così, se mi avessero ripreso sarei stato già davanti. Il secondo posto brucia – ammette con un lieve rammarico Calzoni – la bella azione rimane e oggi ha vinto un signor corridore».

Wlater Calzoni della Gallina Ecotek, per lui un secondo posto a due facce: dolce-amaro
Wlater Calzoni della Gallina Ecotek, per lui un secondo posto a due facce: dolce-amaro

Gruppo sornione

Non c’era un metro di pianura nei 17 chilometri del circuito di Carnago, provincia di Varese, dove si è corso questo campionato italiano under 23. Continui sali e scendi, strappi che mordono i polpacci, tornata dopo tornata. Mentre i professionisti, domani ad Alberobello saranno sotto la morsa di Caligola, il meteo è stato clemente con i giovani.

La corsa è partita alle 13, sotto un sole luminoso come solo d’estate. Il caldo viene alleviato da un leggero venticello fresco e dai tanti tratti boschivi del percorso. I partenti erano 175: tanti, verrebbe da pensare. Che il ritmo in gruppo non sia mai stato alto lo denota la poca selezione. Solo negli ultimi 30 chilometri si è tentato di alzare l’andatura, ma ormai era troppo tardi. Così Germani festeggia e più di qualcuno si mangia le mani.

Il gruppo ha tenuto un’andatura non elevata e questo ha favorito l’attacco da lontano di Germani e Calzoni
Il gruppo ha tenuto un’andatura non elevata e questo ha favorito l’attacco da lontano di Germani e Calzoni

L’abbraccio degli amici

Lorenzo taglia il traguardo e si perde nell’abbraccio degli amici Cristian e Gioele, coloro che lo hanno accompagnato in questa trasferta solitaria. Questa mattina avevamo visto il laziale parlare con l’ammiraglia neutra per capire in quale auto lasciare le ruote. Questo a sottolineare quanto sia stato difficile organizzarsi.

«Sono venuto qui per divertirmi – aveva detto prima del via il corridore di Roccasecca – i miei genitori non potevano venire con me e mi sono portato i miei due migliori amici. Siamo partiti ieri mattina ed abbiamo dormito a Gallarate, partivo senza pretese e torno a casa con la maglia tricolore».

Le parole faticano ad uscirgli dalla bocca, come fermate da un groppo in gola che fatica a sciogliersi.

«Non so quando realizzerà che cosa ha fatto – dice commosso il suo amico Gioele – è stato davvero incredibile, è forte e oggi lo ha dimostrato».

Lorenzo Germani con Gioele e Cristian, una trasferta tra amici che è valsa un tricolore
Lorenzo Germani con Gioele e Cristian, una trasferta tra amici che è valsa un tricolore

Via qualche sassolino dalla scarpa

Sul palco stringe i denti, quasi a ricacciare in gola le lacrime, ma la commozione è d’obbligo in questi casi. Diventa quasi contagiosa, anche chi gli sta intorno viene travolto dai sentimenti di un giovane che corre in terra francese e che ha fatto tanti sacrifici per arrivare fino a qui.

Dal Giro d’Italia under 23 era uscito con tanta rabbia nei confronti di chi aveva criticato il modo di correre della sua squadra. Questa rabbia l’ha scaricata pedalata dopo pedalata. Prima del via aveva detto: «Noi corriamo a modo nostro ed è giusto così, abbiamo trovato un ragazzo più forte ed ha vinto».

Sulle Strade di Alfredo Binda: un bel modo per scoprire Varese

20.02.2022
3 min
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La provincia di Varese ha dato i natali a tanti grandi corridori, ce n’è uno che spicca sugli altri: Alfredo Binda. Il campione, nato a Cittiglio, ha legato alla sua città, ed alla provincia di Varese la sua vita (in apertura la foto del Museo dedicato ad Alfredo Binda a Cittiglio).

A trent’anni dalla sua scomparsa, nel 2016, è stata creata la randonnée “Sulle Strade di Alfredo Binda”. Un brevetto ciclistico-culturale volto a promuovere i territori e le strade sulle quali Alfredo era solito allenarsi. Il brevetto prevede tre percorsi, ovviamente il punto di partenza ed arrivo non poteva che essere Cittiglio.

La manifestazione permette agli appassionati di pedalare sulle strade dove si allenava tutti i giorni Alfredo Binda
La manifestazione permette agli appassionati di pedalare sulle strade dove si allenava Binda

Con Binda tutti i giorni

I percorsi sono permanenti e possono essere svolti tutti i giorni dell’anno, ad eccezione del martedì. I partecipanti dovranno attenersi al codice della strada nell’effettuare il loro itinerario, anche individualmente. Il punto di partenza, per tutti i percorsi, è l’Hotel Ristorante La Bussola, che si trova presso il piazzale Alfredo Binda a Cittiglio. Il contributo associativo per partecipare è di 10 euro, una volta iscritti si ritirerà il foglio del viaggio che dovrà essere riconsegnato una volta finito l’itinerario.

Percorrendo le strade della randonnée è possibile ammirare i paesaggi e i borghi della provincia di Varese (foto Giordano Azzimonti)
Percorrendo le strade della randonnée è possibile ammirare i paesaggi e i borghi della provincia di Varese (foto Giordano Azzimonti)

Primo percorso

I percorsi, come detto partono tutti dallo stesso punto, ovvero l’Hotel Ristorante La Bussola. Il più lungo dei tre itinerari misura 70 chilometri con un dislivello di 950 metri. Un percorso che si snoda lungo le rive del lago Maggiore fino a Luino, da dove si raggiungeranno le sponde del lago di Lugano per poi ritornare verso Cittiglio.

Il percorso medio, da 47,5 km, si svolge sullo stesso itinerario della manifestazione “Pedalando con i Campioni” (foto Giordano Azzimonti)
Il percorso medio si svolge sullo stesso itinerario della “Pedalando con i Campioni” (foto Giordano Azzimonti)

Secondo percorso

Il secondo percorso misura 47,5 chilometri. Questa volta da Cittiglio si punta a est, verso Rancio Valcuvia, da lì inizia la salita di Brinzio. Quasi in cima a questa asperità, una delle più famose della provincia, si trova la Madonna dei Ciclisti. Si scende poi alla volta di Varese e passando per la città si punta alle sponde dell’omonimo lago per tornare verso il punto di partenza.

La Madonna dei Ciclisti in cima alla salita di Brinzio (foto Giordano Azzimonti)
La Madonna dei Ciclisti in cima alla salita di Brinzio (foto Giordano Azzimonti)

Il terzo percorso

Il terzo percorso è il più corto, appena 25 chilometri, ma il più rappresentativo. Dal punto di partenza si va subito a prendere il Cuvignone, una salita iconica per il ciclismo varesino. Infatti, oltre ad essere la salita di test preferita dagli atleti professionisti della zona vede sorgere, al suo inizio, la casa natale di Alfredo Binda. L’ascesa è subito complicata con tratti ripidi che non danno respiro. Il tratto centrale, meno ripido, permette di respirare e riprendere le forze in vista degli ultimi 3 chilometri ancora molto impegnativi. Una volta in cima si scende di nuovo verso la partenza, concludendo così il percorso.

Sulle Strade di Alfredo Binda

Alka firma la maglia del Fiandre Varesino

02.02.2022
3 min
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Dopo due anni di pausa “forzata” a causa del Covid, il prossimo 27 marzo torna in calendario “Il Fiandre Varesino”, una pedalata non competitiva che porterà i ciclisti ad affrontare strappi impegnativi dislocati lungo strade secondarie della provincia di Varese. La manifestazione sarà valida anche come “3° Memorial Turri Dino”.

Tra le tante novità dell’edizione 2022 merita sicuramente di essere segnalata quella relativa alla maglia celebrativa dell’evento. Sarà realizzata da Alka, azienda di Ghedi in provincia di Brescia, specializzata nella realizzazione di abbigliamento personalizzato da ciclismo.

Uno dei muri del percorso disegnato dagli organizzatori del “Fiandre Varesino”
Uno dei muri sul percorso del “Fiandre Varesino”

Le Fiandre nel cuore

La maglia realizzata dai grafici di Alka è una vera e propria celebrazione degli elementi che contraddistinguono da sempre le Fiandre e la corsa che ne è il simbolo. Stiamo naturalmente parlando del Giro delle Fiandre. Il colore giallo della maglia richiama infatti la bandiera con il leone che si leva in piedi sulle zampe posteriori che vediamo sventolare in occasione delle classiche fiamminghe. Lo stesso leone è stilizzato sul fronte e retro della maglia dove è presente anche un richiamo all’altimetria di una gara caratterizzata dai classici “muri” fiamminghi. Nella parte anteriore è inoltre ben visibile l’immagine di un ciclista impegnato sul pavè.

La maglia presenta maniche realizzate in tessuto bielastico con taglio al vivo senza cuciture nel sottomanica ascellare per migliorare confort e vestibilità. Quest’ultima è garantita anche dal confezionamento del pannello anteriore che partendo dal retro clavicola permette di avere un’ottima vestibilità, indipendentemente dalla morfologia della persona. 

Di grande qualità anche i tessuti utilizzati a partire dal corpo in microfibra che garantisce massima traspirazione e veloce asciugatura. Da segnalare infine la cerniera frontale coperta e tre ampie tasche posteriori con particolari riflettenti.

Foto della partenza del “Fiandre Varesino” edizione 2018
Foto della partenza del “Fiandre Varesino” edizione 2018

Il programma di gara 

Appuntamento fissato per tutti il prossimo 27 marzo al Centro Sportivo di Somma Lombardo in provincia di Varese dalle ore 8.00 alle ore 9.30. La partenza sarà alla francese. Per i partecipanti sono previsti due percorsi. Il lungo misurerà 100 chilometri con 17 muri e 1.490 metri di dislivello. Il percorso corto misurerà invece 60 chilometri con 10 muri e 722 metri di dislivello.

La manifestazione è organizzata con il patrocinio del Comune di Somma Lombardo, di Varese Sport Commission e di VisitFlanders. Stiamo parlando dell’Ente del Turismo delle Fiandre che non ha voluto mancare il suo supporto ad un evento capace di celebrare nel migliore dei modi le Fiandre sul territorio italiano. Per restare in tema, fra i partner dell’iniziativa va sicuramente segnalata Tripel B, azienda specializzata nell’importazione di birre belghe. Tutti i partecipanti avranno così la possibilità di dissetarsi al termine della pedalata sorseggiando un’ottima birra.

Ricordiamo che la regia dell’evento è curata dall’A.S.D. Cicli Turri e dall’A.S.D. Nazionale di Somma Lombardo

Dallo scorso 27 gennaio è possibile iscriversi alla manifestazione attraverso il portale Endu al link: https://www.endu.net/it/events/il-fiandre-varesino/info 

Come nelle prevedenti edizioni del “Fiandre Varesino”, parte del ricavato sarà devoluto in beneficenza all’Associazione Amici del Centro Studi Sclerosi Multipla Gallarate ed ANNFAS Onlus Somma Lombardo.

Per informazioni: asdcicliturri@gmail.com e asdnazionale1971@gmail.com.

Alka

Un anno di Eolo-Kometa, facciamo i conti con Basso

15.10.2021
6 min
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«Vincere è una parola che diventa vecchia proprio nel momento in cui la realizzi. Per questo lavoriamo per tenerla aggiornata». Sono le parole di Ivan Basso, team manager della Eolo-Kometa, cui abbiamo chiesto di tracciare un bilancio della sua squadra dopo il primo anno nella categoria professional.

Il 2021 ha regalato loro tanti piazzamenti nelle top ten (una quindicina per il solo Albanese) e soprattutto cinque vittorie grazie a Fortunato e l’ungherese Fetter. Se quest’ultimo ha vinto il campionato nazionale a crono ed una frazione del Tour du Limousin, il bolognese ha saputo trionfare su due grandi vette del ciclismo. Prima al Giro d’Italia sullo Zoncolan – proprio dove Basso vinse nel 2010 ed iniziò ad ipotecare quell’edizione della corsa rosa – poi sul Monte Grappa alla Adriatica Ionica Race, facendo sua anche la classifica generale. 

Con Zanatta in ammiraglia si è ricreata l’intesa della Liquigas. In arrivo anche Conte
Con Zanatta in ammiraglia si è ricreata l’intesa della Liquigas. In arrivo anche Conte
Ivan, come dici tu questi successi, anche se ottenuti pochi mesi fa, appartengono al passato. Facciamo quindi un resoconto di quest’anno.

Il nostro bilancio è estremamente positivo. Non tanto per le belle vittorie, che chiaramente ci fanno tanto piacere, quanto perché abbiamo corso con personalità, con una mentalità giusta. Ci siamo sempre fatti vedere, la gente ha imparato a riconoscersi. Anzi adesso non siamo più la squadra di Basso e Contador, siamo la Eolo-Kometa, quella dei nostri migliori corridori. E questo ci riempie d’orgoglio.

C’era il rischio in effetti che le vostre figure potessero oscurare o mettere in soggezione i vostri ragazzi. Ed invece com’è andata?

Molto semplicemente. Ci siamo dimenticati di essere stati corridori, senza fare paragoni con i nostri tempi. Se necessario sia io che Alberto abbiamo cercato di parlare poco e farci capire. Abbiamo detto solo le cose che servivano in quel momento. Questa è la ricetta giusta. Ma prima di tutto questo, alla base abbiamo un grande staff tecnico.

Per Albanese una serie di piazzamenti, la vittoria non tarderà
Per Albanese una serie di piazzamenti, la vittoria non tarderà
Nomi importanti in ammiraglia.

Assolutamente. Mi sento di fare un grande ringraziamento a tutti i diesse. Dario Andriotto che cura lo scouting. Mentre tra Sean Yates, Stefano Zanatta e Jesus Hernandez abbiamo creato un mix perfetto tra esperienza, saggezza e gioventù. Hanno tutti davvero fatto un grande lavoro. Personalmente sono molto felice di aver portato Zanatta con noi, ho ricreato quel feeling che avevo con lui durante gli anni in Liquigas.

Proseguiamo col bilancio, con Fortunato, Albanese, Fetter.

Loro tre hanno fatto davvero. Lorenzo vittorie a parte, ha corso da grande corridore quando serviva. Sia da capitano sia da gregario, come all’ultimo Giro del Veneto in funzione di Albanese. Proprio Vincenzo è stato molto regolare, tantissimi piazzamenti, gli è mancata solo la vittoria. Entrambi in proiezione futura, e con le dovute cautele e visto che molti corridori tendono a maturare un po’ dopo, possono migliorare ancora tanto e diventare uomini per le WorldTour. Fetter è un eccellente talento, con ampi margini di crescita.

Chi vuoi aggiungere?

Senz’altro Gavazzi (foto di apertura, ndr), che ha fatto un bel secondo posto di tappa al Giro (a Guardia Sanframondi, ndr). Lui è un grande professionista. E’ stato un esempio per i giovani, ma non ha fatto da chioccia. E’ stato un regista in corsa ma quando si presentava l’occasione poteva avere carta bianca. Poi sono contento di Bais e Rivi anche se non è mai bello fare dei nomi nello specifico.

L’impegno di Eolo nel ciclismo non si ferma alla sola Eolo-Kometa, ma sostiene svariate corse: qui la Tre Valli Varesine
L’impegno di Eolo non si ferma alla Eolo-Kometa, ma sostiene svariate corse: qui la Tre Valli Varesine
Qualcuno invece che non mantenuto le aspettative?

Vale l’ultima frase che ho detto. Ad esempio avremo cinque corridori in uscita (si vocifera Pacioni e Wackermann, oltre a Belletti che si ritira, ndr) e a tal proposito faccio anche un po’ di autocritica. Perché se qualche atleta non ha saputo rendere al meglio, e tu società non lo riconfermi, non è detto che sia solo responsabilità sua ma anche mia, nostra. Così come vanno divisi i meriti quando un ragazzo va forte. E’ un po’ come a scuola quando uno studente non va bene con alcuni professori rispetto con altri.

Se ti facciamo i nomi di Ravasi e Fancellu cosa ci dici?

Edward lo abbiamo confermato perché crediamo possa ritornare il corridore che era da giovane e che ha corso per tanti anni nel WorldTour (sei anni tra Lampre e UAE, ndr). Deve capire che aver fatto un passo indietro può fargli bene e portarlo a farne due in avanti. Alessandro invece è stato alle prese con problemi fisici, sfortune e incidenti in allenamento. Dobbiamo recuperarlo totalmente e siamo molto fiduciosi in lui.

Cinque corridori in uscita. Altrettanto in entrata? Rosa è ufficiale, poi si parla di Maestri, Lonardi, Bevilacqua.

Quello di Diego ritengo che sia un ottimo ingaggio. Gli ho parlato di obiettivi raggiungibili, alla sua portata. Potrà fare molto bene. Sugli altri nomi che hai fatto c’è qualcosina di vero, ma mancano le ufficialità. Posso dirti però che Alex Martin (21enne spagnolo, ndr) verrà promosso in prima squadra dalla formazione della Fondazione Contador, il nostro serbatoio. Poi nello staff integreremo Biagio Conte come diesse, Samuel Marangoni tra i preparatori atletici e Nicola Magnabosco tra i meccanici.

In questo anno con Eolo-Kometa, Fortunato ha corso da grande corridore, cercando il confronto con i più forti
In questo anno con Eolo-Kometa, Fortunato ha corso da grande corridore, cercando il confronto con i più forti
E per te come va in queste vesti?

Personalmente mi trovo molto bene in questo ruolo. Adesso ho più saggezza. Correre in bici e fare il dirigente sono due mestieri totalmente diversi.

Il vostro progetto è tra quelli più in luce.

Bisogna dire che non è stato semplice allestire una professional in questo momento storico. I nostri sponsor hanno creduto in noi e stanno rendendo tutto possibile. Anzi pensate che tutti, a contratti già firmati, hanno rinnovato l’impegno aumentando per il 2022 il budget del 30 per cento per migliorare la nostra struttura. Dagli stipendi di tutte le figure ai materiali. Abbiamo un’ottima capacità di amministrare e gestire i fondi ed il merito è di Fran Contador.

Siete una società ambiziosa. Qualcuno dice che potreste essere la prima squadra italiana a prendere la licenza WorldTour.

Abbiamo l’aspirazione di crescere, chi non ce l’ha? Abbiamo le capacità, ma andiamo con calma. Prima di fare un ulteriore salto di categoria bisogna avere la struttura adeguata, ancora prima dei soldi. Ci vogliono progettualità, pazienza e anche la mentalità giusta. Preferisco fare una squadra professional per tanti anni piuttosto che continuare a sognare di fare la WorldTour senza avere i mezzi. In questo devo dire che ammiro tanto sia Savio che Reverberi, che ogni tanto sento per confrontarmi con loro, che sono sulla scena da più di trent’anni e sono diventate squadre che scoprono e lanciano talenti. Ecco, noi preferiamo così, anche perché abbiamo un bel programma giovanile, con la nostra formazione under 23 di 17 atleti (di cui 7 italiani) e una filiera con una squadra junior. Al momento stiamo bene così. Aspettiamo il calendario delle gare per organizzarci. Faremo correre tutti i nostri ragazzi e ci faremo vedere ancora più di quest’anno.

Pogacar, le gambe e la testa per vincere il Lombardia

06.10.2021
4 min
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Il problema è la testa, diceva ieri Pogacar sorridendo. La Tre Valli Varesine gli ha ridato morale, in una ripresa dopo le Olimpiadi che, fatto salvo il quinto posto agli europei, lo ha visto faticare più del solito. E ci sta, il mito degli uomini inscalfibili e sempre al massimo richiede di una revisione quanto mai necessaria.

«La gamba è buona – ha spiegato lo sloveno – e la condizione cresce, ma in certi giorni la mente va girando nei campi lungo le strade e le giornate possono essere molto buone o davvero pessime. Il Giro dell’Emilia, (vinto dall’amico Roglic, ndr) è capitato in una giornata bruttissima. Ieri, nella Tre Valli Varesine di De Marchi, le cose sono andate decisamente meglio. Alla fine di una stagione così lunga, sono cose che possono succedere».

Alla partenza dagli stabilimenti Eolo di Busto Arsizio, con la voglia di fare la corsa
Alla partenza dagli stabilimenti Eolo, con la voglia di fare la corsa

Corsa d’attacco

A Varese lo sloveno ha attaccato, ci ha messo la faccia anche se la giornata era pessima. Forse per abituarsi a un clima di fine stagione che non promette grossi miglioramenti.

«E’ stata una giornata davvero dura – ha commentato dopo l’arrivo e dopo essersi infilato nei panni finalmente asciutti – ha piovuto per tutto il giorno e come squadra abbiamo cercato di renderla dura. Avevamo Formolo davanti, abbiamo fatto secondo e terzo. Ma per come è andata la corsa, possiamo essere soddisfatti».

Al Giro dell’Emilia le gambe c’erano, non così la testa. Per Pogacar, corsa da dimenticare
Al Giro dell’Emilia le gambe c’erano, non così la testa. Corsa da dimenticare

Test a fondo

L’autunno in arrivo sta mettendo a dura prova i ragazzi fenomenali della primavera e dell’estate. Lo stesso Pogacar, come Van Aert e Van der Poel, inizia a pagare la fatica, ma come loro non tira i remi in barca. Quello che colpisce di lui, al di là dei modi gentili di cui ha parlato nei giorni scorsi Gilbert, sono la lungimiranza e la professionalità.

La prima messa in mostra ad esempio con la partecipazione ai mondiali della crono: non perché avesse velleità di vittoria, al netto del sensazionalismo, ma per mettere a punto le fasi di un esercizio che gli tornerà utile nelle corse a tappe. La seconda messa in mostra anche ieri, con un correre senza risparmiarsi.

«Ci siamo messi alla prova – dice riferendosi a tutto il team – ho dato il meglio, sapendo di avere davanti ancora la Milano-Torino e poi il Giro di Lombardia. Sabato spero di stare bene e che sia una giornata buona. Dovrò concentrarmi perché la testa sia al suo posto. Davvero ci sono giorni che va per i fatti suoi. La stagione è stata impegnativa, è più difficile tenere la concentrazione che la condizione».

Meglio in fuga

Anche lui si è accorto, essendo peraltro uno dei principali artefici di tanti attacchi, che le corse si decidono sempre più spesso con azioni da lontano.

«In parte è vero – ha detto Pogacar prima di andare – anche se sulle strade di ieri alla Tre Valli, piene di su e giù e tante curve e soprattutto col bagnato, era più sicuro stare in fuga che restare in gruppo a sentire freddo e correre rischi. In ogni caso la tendenza ad attaccare da lontano c’è ed è molto interessante».

Difficile immaginare come correrà al Lombardia, che con il nuovo percorso strizza effettivamente l’occhio ad attacchi garibaldini. Si può essere certi che se quel giorno la testa sarà forte al pari delle gambe, prima di andare in vacanza, Tadej un ultimo colpo proverà a darlo.

Giornata di tregenda, salta fuori il guerriero De Marchi

05.10.2021
5 min
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Pioveva come a Sestola, quando arrivò la maglia rosa. «Ma a me – dice De Marchi – queste giornate piacciono. Si deve correre a carte scoperte. E quando questo succede, devi essere coraggioso. Devi correre sapendo che puoi perdere tutto, ma è il modo migliore per arrivare a vincere. O comunque per me è anche il modo più bello».

La corsa è partita dalla sede Eolo: i corridori del team sempre in prima fila. Qui Gavazzi
La corsa è partita dalla sede Eolo: i corridori del team sempre in prima fila. Qui Gavazzi

Fortuna e coraggio

Le valli intorno Varese trasudavano di pioggia e fango. L’acqua non ha offerto che qualche minima tregua, ma vedendoli passare giro dopo giro era chiaro che non avessero un solo centimetro asciutto. Quando poi in fondo al rettilineo di arrivo sono spuntati Formolo e De Marchi, a capo di una giornata in cui il veronese ha sprecato anche le forze che non aveva, era forse scritto che la vittoria sarebbe andata al friulano. E’ stato uno sprint alla moviola, come ha scherzato De Marchi, fra due uomini sfiniti e provati dal lungo attacco.

«In queste situazioni e il tipo di meteo che c’era – prosegue De Marchi – è meglio essere davanti e spendere, perché è molto difficile per quelli dietro inseguire. A 15 chilometri dalla fine sono riuscito a pizzicare il momento giusto, Formolo mi ha seguito e siamo riusciti a trovare la determinazione per arrivare. Dopo alti e bassi di prima parte di stagione, abbiamo trovato finalmente un po’ di serenità. Ci tenevo a questa corsa…».

Formolo sempre in fuga, ha sprecato le energie che gli sono mancate in volata
Formolo sempre in fuga, ha sprecato le energie che gli sono mancate in volata
Come mai?

Avevo dato un’occhiata al percorso qualche settimana fa e mi ero detto che poteva essere un’occasione, per le strade e per il tempo. Ho fatto di tutto per esserci, perché mia moglie è incinta e ci siamo quasi. Sono dovuto correre a casa dall’Emilia, perché sembrava il momento e invece è stato un falso allarme. Ora l’obiettivo è tirare fino al Lombardia, ma dipende tutto da lei.

Da Sestola sembrano passati due anni, invece era la scorsa primavera…

Sono successe tante cose. Quella giornata rimane in cima alla lista dei grandi ricordi, ma è stata seguita da eventi negativi altrettanto grandi. Due mesi difficili, quando le ossa si rompono serve tempo e il tempo in questo ciclismo che corre veloce non sempre c’è. Devo ringraziare la squadra che mi ha aspettato senza mettermi pressione. Questa è la seconda corsa dopo il mondiale che faccio con la loro maglia, sono contento di averla onorata così.

Nibali ha provato qualche azione in salita: la condizione in ogni caso c’è
Nibali ha provato qualche azione in salita: la condizione in ogni caso c’è
Come ne sei uscito?

Ho solo voluto correre il più possibile, come fa un corridore per ritrovare il feeling col proprio corpo e con la bicicletta. Non mi sono mai fermato a pensare che dovevo tornare. Ho guardato ai piccoli step che potevo fare, a risalire in bici, allenarmi, ritornare alle corse e costruire con le corse quel poco di condizione che potevo raggiungere.

Quando la svolta?

Quando sono andato in fuga a Plouay. Ho fatto la mia cavalcata e intanto sentivo che nelle gambe c’era qualcosa di buono. Eravamo sulla strada giusta, con un po’ di perseveranza potevo fare bene. Gli acciacchi ci sono ancora, senza il mio fisioterapista e l’osteopata sarebbe difficile. L’inverno che abbiamo alle porte sarà decisivo per la stagione che arriva. Il problema è fare una gara a tappe, nelle gare di un giorno te la cavi. Ma se hai problemi a schiena e gambe, le tre settimane diventano difficili.

De Marchi in corsa con una grinta feroce: voleva proprio vincere
De Marchi in corsa con una grinta feroce: voleva proprio vincere
Che cosa significa questa vittoria?

Che mi sto riprendendo il mio posto, a dispetto di chi ha pensato che fossi vecchio. Sono tornato ai mondiali, una chiamata che vale tanto. Sono stato votato alla causa azzurra e dispiace che sia finita così, soprattutto visto il Colbrelli di Roubaix. Tornare dopo una caduta del genere era difficile, ma molto importante.

Il tempaccio propizia gli attacchi, ma è un fatto che tante corse si corrano ormai alla garibaldina…

Il livello è diventato altissimo, più corridori sono capaci di determinate prestazioni e questo ti costringe a inventarti qualcosa di nuovo. Se aspetti il finale, combini poco. Bisogna giocare di anticipo ed io con questa cosa mi trovo bene. Quando le giornate sono così, bisogna essere astuti e trovare il moto per entrare nel gioco. E oggi è successo ai 40 dall’arrivo, quando siamo entrati sui sette già in fuga.

Hai ancora al polso il braccialetto per chiedere giustizia per Giulio Regeni…

Mi piacerebbe vincere una corsa e non averlo più al polso. Mi dispiace averlo, perché significa che non c’è ancora stata giustizia, nessun cambiamento. Continuerò a portarlo, a incoraggiare la famiglia Regeni che ho avuto la fortuna di conoscere dopo il Giro. Tutto quello che posso fare è incoraggiarli e imparare da loro per la perseveranza e la tenacia che dimostrano.

Poi si avvia verso l’antidoping cercando prima di recuperare il cellulare. Un messaggio potrebbe avvertirlo che la sua Anna ha messo al mondo Giovanni. E a noi che ci precipitiamo a scrivere salta su il dubbio che forse di Regeni e di Silvia Piccini potremmo preoccuparci anche se De Marchi non vince. La sua ultima vittoria risaliva infatti al Giro dell’Emilia del 2018.

Tre Valli, l’ultima corsa (forse) di Tatiana Guderzo

05.10.2021
5 min
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Se siano lacrime o pioggia, quando Tatiana Guderzo passa sul traguardo di Varese, manda giù un respiro profondo, mentre le ragazze che passano accanto le poggiano una mano sulla schiena come per un amico che parte. La Tre Valli Varesine Women, prima edizione al cospetto dei cent’anni di quella degli uomini, l’ha vinta Arlenis Sierra in maglia A.R. Monex in volata su Mavi Garcia. Ma oggi nella corsa è saltato fuori un altro motivo di interesse. Da quando alla partenza, una mezza battuta e il tremore della voce ci avevano fatto capire che forse il momento era arrivato.

Dicono che non ti ritiri più?

E chi lo dice? Non ho ancora deciso, magari potrebbe essere l’ultima. Per me ogni gara quest’anno poteva essere l’ultima. Sicuramente qui finisce il mio 2021. Poi potrebbe essere anche l’ultima della carriera.

Quando decidi?

Boh (ridendo, ndr), probabilmente ho già deciso.

E se fosse oggi, che cosa ti mancherebbe di più domattina?

L’adrenalina…

La voce si era increspata e arrivando nella coda del gruppo, per una volta non aveva sul volto il solito sorriso scanzonato. Qualche abbraccio e qualche battuta confermavano la sensazione.

Compagne di sfide e di nazionale: Noemi Cantele nell’organizzazione e Tatiana Guderzo
Compagne di sfide e di nazionale: Noemi Cantele nell’organizzazione e Tatiana Guderzo

Il colpo peggiore

Il brutto colpo di Tokyo l’ha segnata e forse ha spento la rabbia con cui ogni anno Tatiana si rimboccava le maniche per ripartire. E’ sempre difficile entrare nelle dinamiche di certe convocazionii. Ma se in uno sport così duro vengono meno le motivazioni, è difficile trovare la spinta per accettarne ogni giorno i sacrifici.

Ricordo di Roubaix

Pioggia e strade fradicie, nulla al confronto con la Roubaix, affrontata con tanto scetticismo e conclusa fuori tempo massimo assieme ad altre 45 ragazze.

«E’ stata una gara particolare – raccontava in partenza – non so se la definirei una gara su strada. Il fatto di chiamarsi Parigi-Roubaix e aggiungere poi l’Inferno del Nord descrive la realtà di questa manifestazione. E’ stato sicuramente emozionante entrare in quel velodromo, anche perché ogni gara poteva essere l’ultima e anche la Roubaix l’ho vissuta con quell’emozione. Credo che aver partecipato alla prima edizione sia stata un segno forte».

«La rifarei? No – sorride – non è una gara che mi rappresenta, non sono nata per quelle corse. Però suppongo che sia affascinante per tante ragazze. Ho visto che tante si erano proprio gasate. Da provare una volta nella vita.

«Ho fatto anche una riflessione su quando la riporteranno in aprile. Essendo così dura e pericolosa, potresti anche perdere il resto della stagione per una caduta. Lassù si cade anche in modo diverso, entri in un settore e non sai se ne esci. Mi chiedo: ne vale davvero la pena? Se ti capita un incidente come quello della Guazzini e punti al Giro o alle Olimpiadi, butti via tutto».

Un giorno intenso

E’ sfrecciata sul traguardo andando a girare per qualche minuto le gambe in una via chiusa al traffico. La Tomasi di fianco faceva battute ad alta voce, poi insieme sono tornate indietro fino al rettilineo di arrivo. Le aspettavano le altre ragazze della Alé BTC Ljubljana, la sola squadra WorldTour italiana attesa a grandi cambiamenti, per una foto di gruppo che in un solo colpo celebrava il fine stagione. O forse era il modo di portare con sé il ricordo dell’ultima corsa.

«Mi aspettavo forse un giorno con tempo migliore – dice Tatiana – ma mi sono goduta ogni colpo di pedale. E’ davvero una bella corsa. Può davvero diventare una classica internazionale».

Un autografo e tanta commozione per Tatiana Guderzo dopo l’arrivo
Un autografo e tanta commozione per Tatiana Guderzo dopo l’arrivo

Un raggio di luce

Intanto ha ripreso a piovere. Sul palco e sotto lo sguardo di Noemi Cantele iniziano le premiazioni. Una bambina si avvicina a Laura Tomasi con un taccuino per l’autografo. La trevigiana le fa un bellissimo sorriso e le suggerisce di chiedere l’autografo alla ragazza bionda accanto a lei. «Lei è stata campionessa del mondo», dice.

La bimba si volta di scatto e allunga carta e penna. Tatiana le chiede in quale categoria corra e lei le risponde G3. «Che bella categoria», dice la vicentina.

Poi con il suo piglio da capitana, solleva lo sguardo, infila gli occhiali e suona la sveglia. Sarà meglio andarsi a cambiare. Il gruppetto si avvia. Ma ad ogni angolo la fermano per un abbraccio. Chissà se la rivedremo nuovamente in gruppo o se davvero qui si chiude la sua splendida storia di fatica, vittorie, bei sorrisi e bocconi amari. Arlenis Sierra ha vinto la Tre Valli Varesine, Tatiana Guderzo l’ha illuminata.