Juniores con la valigia: qualche domanda da parte di Basso

26.08.2022
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Il tema dei ragazzi italiani che fanno valigia e diventano U23 nei vivai delle WorldTour europee tocca da vicino sicuramente le continental di casa nostra e di riflesso le professional. Il team di Basso e Contador quel meccanismo l’aveva studiato e messo in atto anni fa. Prima come continental affiancata alla Trek-Segafredo e poi, da quando è diventato Eolo-Kometa, creando una filiera che parte da alcuni team juniores, passa per la Fundacion Contador U23 e si conclude fra i pro’. Il responsabile del settore giovanile è Dario Andriotto, ma su tutto c’è l’occhio di Ivan Basso che su questo tema abbiamo voluto sentire. Soprattutto da quando si è sparsa la voce (non ancora confermata) che Manuel Oioli, preso da junior alla Bustese e ora in forza alla Fundacion Contador, il prossimo anno potrebbe partire per la continental di una WorldTour.

«Il progetto giovanile – conferma Basso, in apertura con Rivi al Giro 2022 – lo abbiamo sviluppato anni fa, poi è stato ripreso da squadre più forti. Noi abbiamo aperto la strada, loro hanno disponibilità superiori e alle spalle dei team sicuramente più grandi. Il vero nodo è il budget e trovare risorse è il mio compito per garantire un futuro alla mia squadra. Noto però che mentre prima chiamavi un giovane di 17 anni e riuscivi a incontrarlo, magari anche con i suoi genitori, oggi se ti va bene ci parli al telefono, altrimenti ti dice di sentire il suo manager. E devo dire che a un certo punto ne faccio proprio una questione di rispetto…».

Oioli è approdato quest’anno alla Fundacion Contador U23, dopo aver corso alla Bustese, suo vivaio
Oioli è approdato quest’anno alla Fundacion Contador U23, dopo aver corso alla Bustese, suo vivaio
Perché le altre squadre sono più attrattive?

Me lo chiedo anche io. E’ chiaro che la Jumbo Visma ha riprodotto e anche bene il format che fu della Mapei o della Liquigas. In questa fase sono osservatore interessato e tifoso, dato che mio figlio è al secondo anno da allievo. E anche se di lui si occupa Andriotto, se gli chiedi dove voglia andare, parla anche lui della Jumbo. Ma le mie domande sono altre.

Quali?

Sono pronti ragazzi di 17-18 anni per un’esperienza così elevata? Il vecchio sistema non funziona più? Il format in cui sono cresciuti Nibali e Viviani, per fare due nomi, è superato oppure si tratta di un’infatuazione collettiva?

Tu cosa pensi?

Io ho la coscienza di lavorare con i giovani nel modo giusto. “Juanpe” Lopez e Carlos Rodriguez (uno alla Trek-Segafredo e l’altro alla Ineos Grenadiers, ndr) li abbiamo persi perché non avevamo ancora la squadra pro’. I primi che arriveranno alla Eolo-Kometa avendo fatto tutto il percorso con noi saranno Piganzoli e Tercero, che hanno scelto di fidarsi e firmare, nonostante li abbiano cercati 7-8 squadre WorldTour. Ho parlato però con un corridore che mi piace e ho capito che è più attratto dall’esperienza internazionale.

E’ comunque una scelta legittima.

Assolutamente, purché sappiano cosa vogliono. Io volevo correre alla Carrera con Chiappucci, avevo le idee chiare. Dove ti senti felice di correre? Se sono felici di andare in Olanda oppure in Francia alla Groupama, abbiamo finito di parlare. Ci sono genitori che mi chiamano per chiedere se devono prendersi un procuratore: io invece credo che a 18 anni abbiano bisogno di Zanatta e Basso. Come credo ad esempio che Colleoni e Conca avrebbero avuto vantaggi dal fare i primi due anni con l’Androni, al posto di andare subito nel WorldTour. Fermo restando ad esempio che per i francesi ho ammirazione, dato che fanno passare 8 ragazzini in prima squadra.

Piganzoli Maurienne 2022
Piganzoli passerà professionista con la Eolo-Kometa, dopo essere cresciuto nel suo vivaio (Foto Zoe Soullard)
Piganzoli Maurienne 2022
Piganzoli passerà professionista con la Eolo-Kometa, dopo essere cresciuto nel suo vivaio (Foto Zoe Soullard)
Tutto questo rende difficile gestire la squadra?

Non sono frustrato né avvilito. Non mi sono esaltato quando abbiamo vinto sullo Zoncolan e non mi deprimo adesso. Il problema è di budget, so bene che con il nostro non posso sfidare sullo stesso terreno squadre da 30 milioni l’anno. Posso lottare per diventare una grande professional e arrivare davanti nel ranking, ma in questo non ci ha aiutato il fatto di essere nati nella stagione del Covid, pur avendo sponsor che sono con noi da cinque anni. Quello che aspetto di vedere è il seguito di queste giovani carriere.

In che senso?

Non tutti sono adatti per certi ambienti così lontani dalla nostra cultura. E non tutti i grandi team, hanno spazio perché i ragazzi facciano una buona attività. Allora, come nel calcio, non si potrebbe ragionare sull’affidarli a squadre più piccole come la nostra perché facciano esperienza in corse di livello e magari guadagnino valore? Perché in Italia adesso la situazione è sotto gli occhi di tutti.

Le porte della Eolo-Kometa si schiuderanno anche per Fernando Tercero
Le porte della Eolo-Kometa si schiuderanno anche per Fernando Tercero
E com’è?

Siamo come una famiglia che vive con i soldi misurati e deve stare attenta a tutto. Facciamo fatica a prendere quelli buoni perché costano troppo, proviamo a tenerci stretti quelli che abbiamo fatto crescere e cerchiamo dei giovani che ci credano. Non è affatto detto però che chi ha tanti soldi automaticamente lavori meglio. Non confondiamo fra l’esperienza internazionale di fare le corse all’estero con l’andare a viverci. Non è affatto la stessa cosa.