Valerio Conti: testa, gambe, sorriso e tanto lavoro

20.03.2023
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Francesco Frassi ci aveva detto che vedeva molto bene il suo neacquisto, Valerio Conti (in apertura foto Instagram). Ci aveva detto di un ragazzo in crescita e concentrato. E questa è una buona notizia per un talento che negli ultimi anni tra sfortune e qualche vicissitudine personale aveva trovato difficoltà ad emergere.

Il romano del Team Corratec ha disputato una buona Tirreno-Adriatico. Ci ha provato in più di qualche occasione ed è tornato a respirare l’aria del grande ciclismo. A Laigueglia di fatto è tornato in corsa dopo tanti mesi. Il suo ultimo grande impegno era stato il Giro d’Italia poi una fugace apparizione al Giro di Slovacchia a metà settembre e nulla più.

Valerio Conti (classe 1993) è arrivato quest’anno alla Corratec
Valerio Conti (classe 1993) è arrivato quest’anno alla Corratec
Valerio, come stai? Frassi ci ha detto che hai passato quasi 40 giorni di ritiro sul Teide…

Forse proprio 40 no, ma in effetti ci sono stato parecchio. Ho fatto tre settimane con Davide Formolo. Poi sono sceso per andare al Tour of Antalya, in Turchia, ma è stato annullato per il terremoto e così, sempre con Davide, siamo tornati sul Teide. Volevo farmi trovare al 100 per cento, già a novembre avevo ripreso ad allenarmi seriamente e lassù fai le cose seriamente.

Cosa significa nel dettaglio ripartire al 100 per cento?

Significa che adesso la testa c’è. E se sta bene quella, sta bene anche il fisico e viceversa. Fila un po’ tutto bene. Anche con il peso non sto male e in questa prima parte di stagione ho perso altri due chili. Sul fronte dell’alimentazione sono stato molto attento.

Ti segue qualcuno in tal senso?

Il mio nuovo preparatore mi dà consigli importanti anche sotto questo punto di vista.

Insomma un nuovo “vecchio” Valerio Conti…

Venivo da un anno non bello. Un anno in cui di fatto la mia ultima vera corsa è stata il Giro che neanche ho finito per problemi alla schiena. Da lì ho passato tutta l’estate cercando di capire se correre o non correre. Anche io ammetto di aver perso un po’ di concentrazione e se non fai le cose al 100 per cento, prendi certe batoste… Ora però le cose le sto facendo bene e sono sicuro che se non è adesso, perché comunque è tanto che non correvo, fra non troppo tempo qualche buon risultato arriverà.

Conti ha disputato una buona Tirreno-Adriatico, una Tirreno di “costruzione”
Il laziale ha disputato una buona Tirreno-Adriatico, una Tirreno di “costruzione”
Hai accennato all’alimentazione: come ti regoli?

Alla fine cose semplici: equilibrio. Quando faccio poco, mangio poco e quando faccio di più mangio di più. E’ molto importante stare attento a non sgarrare quando si riposa: è lì che devi essere forte. Ma come ho detto, sto facendo le cose per bene. Saranno cinque mesi che non tocco una birra, per dire… Poi, ragazzi, si sa: oggi il ciclismo è sempre più difficile, si va sempre più forte. Una volta con 20′ a 400 watt arrivavi davanti, adesso fai una fatica enorme. E allora ecco che è importante togliere anche quel chiletto ulteriore…

Chiaro e per questo è necessario cambiare marcia nel ciclismo di oggi.

Sapevo che se volevo riprendermi mi serviva qualcuno che mi seguisse giorno per giorno. Una persona di cui fidarmi e che si fida di me. Il preparatore da cui vado mi ha detto: «Okay, ma con me faticherai». E in effetti, fatico!

Perché ti trovi bene con questo nuovo preparatore?

Perché ti allena in base alle tue caratteristiche e alle tue condizione fisiche e mentali. Ti prende per il verso giusto. Per esempio, quando ho ricominciato ad allenarmi ero un po’ strano, non vivevo un super momento con la bici e così lui mi ha fatto fare tanta mountain bike. Mi sono ripreso. Da lì abbiamo iniziato a lavorare tantissimo sulla forza. Perché se si è più forti negli arti si va a sovraccaricare meno la schiena. E poi si percepisce che gli piace fare l’allenatore. Quando ti chiama, se sente che sei stanco, ti cambia il lavoro, mentre se capisce che sei bello motivato insiste. E poi mi piace il suo metodo. Magari in un’uscita di 6 ore ti fa fare tutto: la forza, la salita, il fuorisoglia. E con lui si fanno discese e salite. Specie le salite lunghe.

Nel 2019 Valerio ha indossato la maglia rosa. Il Giro è l’obiettivo maggiore
Nel 2019 Valerio ha indossato la maglia rosa. Il Giro è l’obiettivo maggiore
Come esci dalla Tirreno?

Bene, dai. Alla fine l’ho gestita. Ho corso in modo da non “ammazzarmi” ma per costruire. Ho provato ad entrare in qualche fuga, ma di quelle buone. Peccato che nella tappa dei muri c’era dentro anche Van der Poel e non ci hanno lasciato troppo spazio all’inizio. Poi quando ci hanno ripreso, sono andato regolare.

In squadra come va?

Devo dire che mi trovo molto bene per ora. C’è un clima molto, molto familiare. E forse avevo bisogno anche di questo.

Che programmi hai?

Adesso farò Coppi e Bartali, il Gp Larciano, il Giro di Sicilia e il Giro d’Italia. Prima della corsa rosa vorrei andare di nuovo in altura, ma sull’Etna stavolta. Al Giro voglio arrivarci al 110 per cento.

Frassi: «La Corratec? Più velocisti che scalatori»

09.11.2022
5 min
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Il Team Corratec sarà una nuova squadra professional. Ad oggi l’Italia ne conta quattro, ma sappiamo i nuvoloni neri (nerissimi) che purtroppo pendono sulla Drone Hopper-Androni. Se con Serge Parsani qualche giorno fa si è parlato del progetto, con Francesco Frassi ci si addentra più su discorsi tecnici e relativi agli atleti.

Il direttore sportivo toscano ha un forte entusiasmo per questa sfida. Sfida che lo vedrà con un ruolo importante, che si è guadagnato in questo anno di continental. Ha organizzato trasferte, seguito corse, fatto da consulente psicologico per gli atleti… Insomma, ha fatto ciò che impongono i mezzi limitati di una continental che però già pensava in grande.

Francesco Frassi al centro con i suoi ragazzi (foto Instagram)
Francesco Frassi al centro con i suoi ragazzi (foto Instagram)

E professional sia

«Finalmente – racconta Frassi – ci siamo. Si diventa professional. L’idea di fare la professional c’è sempre stata, ma lo scorso anno arrivammo troppo tardi e l’Uci non accolse la nostra richiesta. Poi siamo andati avanti con la stagione e solo a giugno abbiamo ripreso a parlarne, ma è da ottobre che l’argomento è diventato più concreto».

La lista degli atleti non è ancora del tutto nota, ma Frassi parla di 20 atleti. «Ogni giorno – dice Frassi – continuano ad arrivarci richieste. Rispondo a tutti, perché mi sembra giusto ed educato, ma la squadra è fatta. Oltre ai ragazzi che restano, Stojnic, Amella e Gandin, ci sarà Valerio Conti».

Valerio Conti nel 2019 prese la maglia rosa. Momento che gli regalò grande visibilità. Il laziale è pronto al riscatto
Valerio Conti nel 2019 prese la maglia rosa. Momento che gli regalò grande visibilità. Il laziale è pronto al riscatto

L’arrivo di Conti

Valerio Conti è stato annunciato qualche giorno fa. Al momento è la stella della Corratec. E l’idea è anche quella di dargli un certo spazio.

«Ho parlato con Valerio – racconta Frassi – e credo che per lui questa sia un’ottima occasione, mentre per noi è il corridore ideale. Ha avuto due stagioni complicate dal punto di vista fisico, se riuscirà a riprendersi potrà fare molto bene. E’ un profilo ideale per il nostro calendario: sa attaccare, tiene in salita, se si arriva vince. 

«Mi sono piaciute la sua voglia di fare e la sua umiltà. Un corridore che viene da tanti anni di WorldTour sa come vanno certe cose e qui può tornare ad avere lo spazio per tornare ad essere un vincente qual è».

Un velocista proveniente dalla Giotti Victoria… tutti gli indizi portano a Nicolas Dalla Valle
Un velocista proveniente dalla Giotti Victoria… tutti gli indizi portano a Nicolas Dalla Valle

Il gruppo dei velocisti

Ma non solo Conti. Frassi non può fare i nomi, ma dice che il team si è orientato anche su altri profili. Tra questi spiccano i velocisti. Anche se Parsani ha detto che non potranno garantirgli un treno tutto per loro, è comunque fondamentale avere una (o più) ruote veloci in squadra.

«Oggi – dice Frassi – i velocisti servono, tanto più per le corse che dobbiamo fare noi. Ne abbiamo preso uno (in uscita dalla Giotti Victoria-Savini Due, ndr) che è passato pro’ con le stigmate del campioncino. Il problema è che è passato con l’arrivo Covid. E il biennio 2020-2021 credo non sia valido per giudicare un corridore. Quest’anno che è stato più lineare, è tornato vincere.

«Oltre alle ruote veloci si cerca un passista-cronoman. Serve un corridore che sappia andare in fuga, in quella buona. Che sappia prendere aria. Questo servirà anche per aiutare i velocisti».

Stefano Gandin ha vinto una tappa al Sibiu Tour. Il classe 1996 sarà presente anche nella stagione 2023 (foto Focus Photo Agency)
Stefano Gandin ha vinto una tappa al Sibiu Tour. Il classe 1996 sarà presente anche nella stagione 2023 (foto Focus Photo Agency)

Scalatori addio

Frassi fa poi un discorso interessante che spiega come la rosa della Corratec sia stata strutturata anche in virtù del calendario che si affronterà nel corso della stagione. E anche per questo a farne maggiormente le spese sono gli scalatori.

Premesso che su carta la Corratec potrebbe anche essere invitata al Giro d’Italia, nel concreto ciò è molto difficile che accada al primo anno nella categoria professional. Pertanto una squadra che partecipa a corse di un giorno o brevi corse a tappe, in cui difficilmente ci sono grandi salite (Tour of the Alps escluso), ha meno bisogno di una figura come lo scalatore, che magari può curare la classifica.

Meglio cercare vittorie di tappa, fare punti in questo modo, crescere passo dopo passo. Meglio avere corridori che tutti insieme possono fare “blocco”, piuttosto che uno scalatore che magari richiederebbe anche un certo aiuto e può aiutare poco.

«La figura dello scalatore puro è quella che al momento non abbiamo in rosa – riprende Frassi – poi chiaramente c’è gente che tiene in salita. Lo stesso Conti se sta bene su certe scalate può dire la sua. Ma viste le nostre corse meglio avere più di un velocista.

«Il sogno del Giro… è un sogno, però già avere dei buoni corridori che sanno stare nelle fughe che contano magari in una Sanremo, o in una Tirreno-Adriatico è importante per noi. E per questo dobbiamo attrezzarci». 

In Corratec cresce anche lo staff. Marco Zamparella, che ha preso la licenza Uci, sarà uno dei diesse. In tutto dovrebbero essere 4
In Corratec cresce anche lo staff. Marco Zamparella, che ha preso la licenza Uci, sarà uno dei diesse. In tutto dovrebbero essere 4

Doppia attività

«L’idea è di fare la doppia attività. E di farla anche all’estero. Anche perché per Corratec, che vende bici in tutto il mondo, è importante. Abbiamo 20 corridori e bisogna farli ruotare e gareggiare il più possibile. Anche per questo vogliamo iniziare presto». 

«Faremo qualche miniraduno per conoscerci ma credo che il miglior modo di fare gruppo sia andare alle corse. Meglio ancora le lunghe trasferte, come la Vuelta al Tachira o la Vuelta San Juan. Si sta molto tempo insieme, le difficoltà e lo stress del viaggio mettono in risalto i caratteri… si fa gruppo».

Conti alla Corratec per ritrovare se stesso e il lato umano del ciclismo

09.11.2022
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Valerio Conti sarà un nuovo corridore del team Corratec, squadra nata la scorsa stagione come continental che dal 2023 sarà professional. Il corridore romano è il primo nome di spicco che si accasa alla corte di Parsani, la curiosità su dove possa arrivare questo progetto è tanta. Conti arriva infatti dall’Astana, dove ha corso solamente per una stagione, quella passata.

Conti ha corso solamente una stagione con l’Astana, quella appena conclusa
Conti ha corso solamente una stagione con l’Astana, quella appena conclusa
Come stai Valerio?

Bene dai, in questi giorni sono stato in un centro di fisioterapia per curare qualche problema che ho avuto. Si tratta di una protusione alla schiena con interessamento del nervo sciatico, che mi ha condizionato per gran parte del 2022, dal Giro in poi. Ora ho risolto il problema, però la prevenzione e la cura non sono da sottovalutare quindi abbiamo fatto dei trattamenti, sblocchi ed esercizi in vista dell’inizio di stagione. 

Hai corso solamente un anno all’Astana, come mai?

Inizialmente mi sono trovato bene, però negli ultimi periodi ci sono state delle incomprensioni dal Giro d’Italia in poi. Queste hanno poi portato allo scioglimento consensuale del contratto a stagione conclusa. Ho comunque voluto onorare l’impegno preso fino in fondo.

Ora sei alla Corratec, come è nato il contatto?

E’ nato tutto a fine stagione, è una cosa proprio nuova. Insieme al mio procuratore Carera ero alla ricerca di una squadra e parlando con Parsani abbiamo avuto la sensazione che la Corratec facesse al caso mio. Mi sono confrontato con tutti i dirigenti, con Frassi parlo quasi tutti i giorni, mi ha parlato delle situazioni tecniche e mi ha spiegato il progetto. Qualche volta mi chiede qualche consiglio anche se la stagione non è iniziata. E’ una squadra che ascolta molto i corridori e le loro sensazioni.

Nei precedenti cinque anni ha vestito la maglia della UAE Emirates
Nei precedenti cinque anni ha vestito la maglia della UAE Emirates
Che cosa ti ha convinto?

L’aspetto umano in primis, senza sapere di che tipo di contratto, si tratta di una professional che sta crescendo. Volevo trovare un’ambiente con tanta umanità e umiltà. Sono molto convinti di creare un bel progetto e stanno sentendo tanti corridori. Tra gli altri anche due che hanno appena concluso dei contratti con squadre WorldTour. Ho pensato alla parte umana, volevo stare in una squadra che credesse in me e con uno spirito umile e sincero.

La Corratec è una squadra che già lo scorso anno ha fatto un calendario interessante con tante corse all’estero

Delle gare parleremo più avanti e faremo un programma. Sicuramente uno degli obiettivi sarà quello di ottenere l’invito al Giro d’Italia, non sarà facile ma lavoreremo per meritarcelo. Anche correre all’estero aiuta ed è ormai diventato importante per avere un livello alto, il livello è alto in tutte le gare ormai, quindi si ha la possibilità di creare la forma in corsa. 

Visto che è una professional non è da escludere che arriveranno dei ragazzi giovani.

Sì, il mio ruolo sarà anche quello di essere un “uomo squadra”. Mi hanno preso perché mi considerano una persona intelligente con una buona esperienza alle spalle. Potrò insegnare qualcosa ai più giovani.

Il momento migliore della sua carriera è stata la maglia rosa al Giro 2019, qui con Carboni in maglia bianca
Il momento migliore della sua carriera è stata la maglia rosa al Giro 2019, qui con Carboni in maglia bianca
Le stagioni passate non sono state semplici, dopo la maglia rosa del 2019 hai avuto delle difficoltà.

Questo è vero e non si può negare, nel 2020 complici le poche corse effettuate a causa del Covid ho fatto fatica a trovare il colpo di pedale giusto. Nel 2021 ho avuto qualche problema fisico a inizio stagione ed in più non ho avuto un gran feeling con la UAE. Dal 2019 al (quasi) 2023 il tempo è volato, l’obiettivo è di ritrovare la serenità ed il piacere di correre. 

Moralmente che anni sono stati?

Non semplici – sorride amaramente – ovviamente quando non si rende come si può si è dispiaciuti. Un atleta quando non raggiunge il cento per cento non è felice, non sono mai stato infelice ma nemmeno entusiasta. 

Tu sei passato da giovane in una WorldTour, la Lampre, forse ti è mancato il passaggio intermedio?

E’ una cosa molto soggettiva. Ora se sei un corridore di alto profilo non ti accorgi del passaggio. Al contrario, se sei uno “normale” passare in una WorldTour piuttosto che in una professional è più difficile. Non si è sempre seguiti o comunque ascoltati fino in fondo. Io in Lampre sono stato fortunato, ho potuto pedalare fin da subito. Dal punto di vista umano la Lampre era come una professional. A parte di pedalare subito, dal punto di vista umano valeva molto.

Conti ha esordito tra i professionisti alla Lampre, l’ultima squadra WT italiana
Conti ha esordito tra i professionisti alla Lampre, l’ultima squadra WT italiana
Dici che in questi anni è cambiato così tanto il mondo del ciclismo?

Già dal 2014 al 2022 il mondo del professionismo è cambiato, si va più forte perché tutti sono obbligati a fare le cose in maniera perfetta. Non è concesso sbagliare, anche perché i contratti sono di due anni, il margine per riparare è minimo se non inesistente. 

Ai nostri giovani servirebbe una WorldTour italiana?

Sì, la Lampre era una squadra italiana, con organico italiano con un clima più tranquillo e sereno. I nostri ragazzi forse sarebbero più seguiti o comunque avrebbero più possibilità di essere ascoltati. 

Conti e l’Astana in volo per Budapest, tra Lopez e Nibali

05.05.2022
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Valerio Conti ci risponde al telefono mentre è in bici, di ritorno da uno degli ultimi allenamenti prima del Giro d’Italia. Il vento soffia nel microfono e il traffico romano gli rende un po’ complicato il rientro verso casa, così riattacca con la promessa di risentirci a breve.

«Cinque minuti e richiamo» ci promette, così noi lo attendiamo. Avevamo lasciato Valerio mentre inseguiva la migliore condizione per la Corsa Rosa, tra un colpo di tosse e l’altro. L’inizio della sua avventura in Astana Qazaqstan Team non è andata come ci si aspettava, la sfortuna lo ha rallentato molto.

Valerio Conti è tornato a correre al Giro di Sicilia dopo uno stop di due settimane, qui con Damiano Caruso
Valerio Conti è tornato a correre al Giro di Sicilia dopo uno stop di due settimane, qui con Damiano Caruso
Come ti sei preparato?

Ora sto molto meglio, inizio a sentire delle buone sensazioni, non arriverò al 300 per cento ma in ottima condizione. Sono soddisfatto, la stagione che conta inizia ora, dal Giro in poi. Mi sono preparato bene, ho corso il Giro di Sicilia e il Romandia. In Svizzera ho visto che pedalavo bene, ma insieme alla squadra abbiamo deciso di non forzare inutilmente il ritmo, così ho usato le ultime tappe per fare distanza.

Non hai fatto il ritiro in altura a marzo con gli altri tuoi compagni?

Il mio avvicinamento non è stato “canonico”, visto che non ho corso per un paio di settimane abbondanti tra la fine del Catalunya e l’Amstel. Andare in altura per poi tornare subito a correre sarebbe stato controproducente per la mia preparazione al Giro.

Sono stati degli ultimi mesi un po’ sfortunati per l’Astana…

Sì, però la vittoria di tappa di Miguel Angel (Lopez, ndr) al Tour of the Alps ci ha dato morale. Poi l’Astana è una squadra che mette l’obiettivo sui grandi Giri e siamo davvero forti e tutti con delle ottime doti per le montagne. 

La vittoria di Lopez al Tour of the Alps è stata la seconda del team Astana quest’anno
La vittoria di Lopez al Tour of the Alps è stata la seconda del team Astana quest’anno
Avrete un leader unico?

Sarà Lopez verosimilmente. Lui è uno che ha dimostrato di andare forte quando è in forma, però non è un corridore che ha la certezza di vincere, come Pogacar o il Froome degli anni giusti. Di conseguenza, noi seconde linee avremo le nostre occasioni, considerando che abbiamo anche Nibali…

Ci hai corso insieme al Giro di Sicilia, come sta?

Sta bene, mi ha detto che le sue sensazioni sono buone, si sente pronto. Il problema è che il ritmo negli anni si è alzato sempre più e non è facile rimanere competitivi. Al Giro di Sicilia era sereno, solare. Lui non sente la pressione, altrimenti non avrebbe ottenuto i risultati che conosciamo tutti. 

Vincenzo avrà la licenza di muoversi in autonomia?

La sua esperienza gli permette di leggere la corsa al meglio e questo sarà utile per lui e per noi. Potrà agire in anticipo o aiutare Lopez nelle varie fasi di corsa. Nibali è il nostro “jolly”.

Lopez sarà l’uomo di punta per la squadra kazaka al Giro d’Italia
Lopez sarà l’uomo di punta per la squadra kazaka al Giro d’Italia
Non avendo uno dei favoriti per la vittoria finale, potrete correre coperti…

Non avremo l’obbligo di fare sempre la corsa e questo è un bel vantaggio, soprattutto per le tappe in pianura. Non avendo neanche il velocista, avremo modo di poter correre più sereni quelle frazioni, lontani dai pericoli e dallo stress. 

Tu, Lopez e Vincenzo vi siete preparati al Giro in maniera diversa.

Ognuno ha le sue preferenze, a parte per me che come ho detto non avevo corse quindi ho fatto un avvicinamento un po’ più obbligato. Lopez ha preferito fare il Tour of the Alps (foto di apertura) e Nibali ha deciso di correre in casa al Giro di Sicilia, ma sono tutte corse ottime per mettere chilometri nelle gambe…

A proposito di Sicilia, la quarta tappa sarà impegnativa, con l’arrivo sull’Etna dopo un giorno di viaggio per ritornare dall’Ungheria.

Sarà un primo banco di prova importante, le chiacchiere stanno a zero. Si dovrà pedalare e la strada darà subito delle prime risposte, positive o negative. La partenza dall’Ungheria non mi entusiasma molto, un viaggio lungo per sole tre tappe e poi si riparte subito con una tappa tosta, ma non decidiamo noi e poi sarà uguale per tutti.

Per i due capitani differenti approcci al Giro d’Italia, per Nibali ci sono state le corse nelle Ardenne dopo il Giro di Sicilia
Per i due capitani differenti approcci al Giro d’Italia, per Nibali ci sono state le corse nelle Ardenne dopo il Giro di Sicilia
E’ un Giro con pochi chilometri a cronometro, una cosa buona per Lopez un po’ meno per Vincenzo…

Vero, per questo la squadra non ha portato gli specialisti. Personalmente non ho neanche preparato troppo le prove contro il tempo, non so gli altri…

Sei preoccupato di non aver mai fatto una gara con Lopez in questa stagione?

No, siamo professionisti, anche se con team diversi abbiamo corso gomito a gomito per tanti anni. Io so come si comporta Lopez in gruppo e non serve andare a fare un ritiro insieme per conoscersi. Anche perché tra stare in cima al Teide o al Giro ci sono troppe differenze. In ritiro sei rilassato, sereno e scherzi, in gara no. Di conseguenza cambia tutto, sia dal punto di vista emotivo che tecnico.

La tua è una visione pragmatica…

Io sono così, sicuro di me stesso e dei miei compagni, questa visione e il mio modo di fare mi hanno permesso di fare tante volte il Giro (indossando anche la maglia rosa per 6 tappe nel 2019, ndr). Sono uno che fa gruppo e che sa mettere tutti a loro agio, so creare l’ambiente adatto per far stare bene tutti.

Valerio Conti ha indossato la maglia rosa per 6 tappe al Giro del 2019. Qui con Giovanni Carboni, che indossava la bianca
Valerio Conti ha indossato la maglia rosa per 6 tappe al Giro del 2019. Qui con Carboni, che indossava la bianca
Anche un carattere fumantino come Lopez?

In realtà mi hanno detto che in fondo lui è tranquillo, bisogna trattarlo come se fossimo in famiglia. Non bisogna creare per forza un ambiente troppo “professionale”. 

Quando partite per Budapest?

Io oggi, (martedì per chi legge, ndr) alle 22 ho il volo e via! Viaggerò da solo, tanto sono abituato.

A volte è meglio si ha più tempo per pensare, Buon Giro!

Vero. E… grazie!

Fra colpi di tosse, la strada di Conti verso il Giro

28.03.2022
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Che fine ha fatto Valerio Conti? Ricordavamo l’entusiasmo per il nuovo inizio con l’Astana. La voglia di non accontentarsi come gli era successo al UAE Team Emirates e l’esigenza di mettersi nuovamente alla prova. E poi? Debutto a Murcia: ritirato. Seconda corsa ad Almeria: ritirato. E poi di nuovo in gruppo al Catalunya dopo 40 giorni, senza finirlo. Ce n’è abbastanza per una telefonata e la raffica di colpi di tosse che accoglie è più eloquente delle parole che seguono.

«Ho debuttato a Murcia – dice dopo un po’ – sono caduto, mi sono tagliato una mano e ho dovuto mettere i punti dal pollice al palmo. Impossibile prendere in mano il manubrio. Tra una cosa e l’altra sono andati via dieci giorni. Poi sono andato al Catalunya e mi sentivo un po’ strano. E alla fine è venuta fuori una febbrona a 39. La dottoressa della squadra ha fatto un doppio kit per capire se sia Covid o influenza ed è venuto fuori che è influenza. E ha detto che probabilmente (colpo di tosse, ndr) sono partito per il Catalunya avendola già addosso…».

In queste settimane, Martinelli è alle prese con diverse sostituzioni per motivi di salute
In queste settimane, Martinelli è alle prese con diverse sostituzioni per motivi di salute

Jella Astana

Come dire che il momento nero dell’Astana Qazaqstan Team prosegue. La Parigi-Nizza in cui Felline è stato il solo corridore del team kazako (e anche il solo italiano) a tagliare il traguardo finale, i malanni di Moscon, gli acciacchi che hanno impedito a Nibali di correre la Tirreno-Adriatico e la caduta di Lutsenko che mentre si allenava sul Teide si è rotto clavicola e spalla. Eppure il romano, che in questi giorni è a casa dei suoceri in Veneto, appare ancora molto motivato.

«Mi trovo benissimo – dice dopo un altro colpo di tosse – ho ritrovato umanità e tranquillità. Sono contento, potevo decidermi di cambiare prima. Certo, ho fatto poche corse, ma ad esempio il gruppo del Catalunya era spettacolare. In UAE vivevo più stress (colpo di tosse, ndr), si partiva per fare punti in tutte le corse, mentre qui la stagione è focalizzata sui grandi obiettivi, principalmente i grandi Giri. Non a caso hanno sempre preso corridori per le gare a tappe, perché c’è una bella organizzazione per quel tipo di corse».

Baschi fra 7 giorni

E adesso dove lo rivedranno i suoi tifosi? Quando ripartirà Conti sulle tracce di quel se stesso che nel 2019 vestì a lungo la maglia rosa e autorizzò speranze mantenute soltanto a sprazzi?

«Il programma era di correre al Gp Indurain e poi al Giro dei Paesi Baschi – spiega – ma il primo non lo farò sicuramente. Inizia a una settimana esatta da oggi, il 4 aprile. Stamattina (colpo di tosse, ndr) ho preso il primo antibiotico, provo a rientrare per i Baschi, poi si vedrà come sto. Se riesco a prendere ritmo gara, potrei andare in altura a preparare il Giro. Altrimenti, se non si riesce a rientrare, si può pensare di stare anche senza altura e fare il Giro di Sicilia e poi il Tour of the Alps. Con questo fatto che i più forti stanno male, vedo che a Martinelli sta fumando il cervello. Lui sta sempre attento ai programmi (colpo di tosse, ndr) e spostare un corridore per sostituirne un altro significa squilibrare un’altra situazione. Il momento non è dei migliori».

Conti è pro’ dal 2014: da quest’anno è all’Astana. E’ alto 1,72 e pesa 61 chili
Conti è pro’ dal 2014: da quest’anno è all’Astana. E’ alto 1,72 e pesa 61 chili

Tutto sul Giro

In ogni caso, il suo focus resta il Giro d’Italia: le classiche ardennesi non sono nei programmi. E al Giro si arriva correndo o andando in quota, come nei piani di Nibali.

«Il leader per la maglia rosa – colpo di tosse – dovrebbe essere Lopez, che ad ora non ha avuto niente. E poi c’è Vincenzo, che non si può mai dire. Certo se sta con i primi, saremo tutti pronti ad aiutare anche lui. E poi lo sapete com’è all’Astana, non si fa catenaccio come magari potrebbe fare il Team Ineos. Qui si sgancia gente in fuga perché possa giocarsi le sue carte e io spero di riuscire a fare anche questo. L’importante sarà arrivarci e possibilmente bene. Per adesso (colpo di tosse e risata sconsolata, ndr), il mio obiettivo è solo questo…».

Conti va all’Astana: grandi motivazioni, ma risalita dura

08.11.2021
4 min
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Conti va all’Astana. Lo aspettano Martinelli che l’ha fortemente voluto e Orlando Maini che l’ha guidato nei primi anni di professionismo e lo chiamava “il cinno” che in bolognese significa “il bimbo”. Conti va all’Astana perché lì dove stava non avrebbe tirato più fuori un ragno dal buco. E’ sempre difficile dire per quale motivo un ragazzo di talento perda inesorabilmente la strada, ma il suo è stato per un paio di anni di troppo il caso più lampante. E quando in certe squadre passa il concetto che forse ti sei un po’ adagiato, è un attimo ritrovarsi a tirare e poi basta.

«In realtà – dice il romano che vive a Monaco – non mi hanno mai limitato. Però è chiaro che quando vai a correre e in squadra hai gente come Ulissi, Hirschi, Pogacar e Rui Costa, ti tocca fare il gregario. E io lo ammetto che mi sono adagiato. Prima nel ruolo di gregario, che in squadra faceva anche comodo. Mentre negli ultimi due anni ho mollato la presa, mi sono lasciato andare. Era necessario cambiare…».

Il finale di stagione non è stato dei migliori, serviva voltare pagina
Il finale di stagione non è stato dei migliori, serviva voltare pagina

Novembre in Valpolicella

L’approccio è maturo, Valerio ha sale in zucca e alla fine, ambizioso com’è sempre stato, il primo a… rosicare per prestazioni non all’altezza era proprio lui. Voltare pagina era una necessità impellente e alla fine l’ha fatto. In questi giorni e per tutto il mese, Conti, la sua compagna e la figlia Lucrezia nata a Monaco il 4 settembre, si sono trasferiti in Valpolicella. Michela è di qui e da queste parti ci sono spazi superiori a quelli del piccolo appartamento monegasco. E mentre i nonni materni si godono la nipotina, il corridore di casa ha ripreso ad andare in palestra e sulla mountain bike.

Perché cambiare?

Perché dopo otto anni, sempre con le stesse persone e gli stessi programmi, gli stimoli erano calati. Cambiare squadra significa tornare un po’ indietro, avere qualcosa da dimostrare. Come quando sei neoprofessionista. Ritrovo Maini e già abbiamo iniziato a ridere, perché con lui il buon umore è assicurato. Sono tutti italiani e questa serie di cose mi sta riportando una bella motivazione. Conosco bene la nutrizionista, con cui lavoravo in passato. Mi piace poter parlare di tutto liberamente, relazionarmi con le persone sulla base delle sensazioni e non dei numeri. Anche alla Lampre era così, poi sono arrivati i soldi ed è cambiato tutto. Ma lo stesso, la risalita non sarà facile.

Si scioglie il terzetto: in Uae rimangono Formolo e Ulissi
Si scioglie il terzetto: in Uae rimangono Formolo e Ulissi
Cosa c’è di difficile?

Quando molli, tralasci tanti aspetti. C’è da lavorare su tutti i punti, dall’alimentazione alla palestra, passando per la bici e l’allenamento. Ma mentre negli ultimi tempi salivo sulla bici che ero già stanco mentalmente, ora ho voglia di allenarmi.

Cosa ti chiede l’Astana?

Martinelli mi conosce bene e mi ha voluto. Sa che la base è buona, perché ho corso per tanti anni nelle categorie giovanili con suo figlio Davide. Vogliono che adesso mi metta in luce, anche se i programmi si faranno in ritiro e da quello si capirà tanto. Ma se potessi esprimere un desiderio, mi piacerebbe correre qualche classica in più. In questi anni, avevo davanti così tanti campioni, ne ho fatte sempre poche. E poi il Giro, che per me resta speciale.

La maglia rosa del 2019 può essersi ritorta contro?

E’ stata una fase bellissima, che mi ha fatto capire tante cose, ma non penso che mi abbia cambiato, nel bene o nel male. Certo da quei giorni le aspettative sono state più alte, ma ora voglio rialzarmi e ripartire da lì.

La mano della piccola Lucrezia in quella di Valerio: il 4 settembre Conti è diventato papà (foto Instagram)
La mano della piccola Lucrezia in quella di Valerio: il 4 settembre Conti è diventato papà (foto Instagram)
Nel 2020 è mancato Antonio Fradusco tuo tecnico da ragazzino e tuo consigliere fisso…

Antonio mi dava sempre consigli, mi è stato accanto fino al 2019 e credo che quell’anno, il migliore da quando corro, sia stato per lui una grande soddisfazione. Mi scriveva tutti i giorni, era una presenza fissa e magari aver perso un riferimento così in qualche modo l’ho pagato. Non voglio trovarmi la scusa, si vive al presente, ma anche se Martinelli e Maini sono della stessa pasta, uno come Fradusco non lo troverò più.

Nel frattempo è arrivata una bambina.

Non dirò come tanti che mi ha stravolto la vita, ma è bellissimo rientrare a casa e capire che lei c’è. E ho la fortuna che Michela sia una mamma eccezionale. E’ una bellissima novità. E’ tutto bellissimo. Per questo nuovo inizio non potevo chiedere uno scenario migliore.

Valerio Conti: «Il Matteotti? Non bisogna attendere»

18.09.2021
4 min
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Pensate, domani il Trofeo Matteotti festeggia la sua edizione numero 74. E’ un’altra delle classiche storiche del nostro Paese. Si corre nel cuore dell’Abruzzo, a Pescara, un lungo “ping-pong” tra mare e colline. Un circuito non facile.

«E quando c’è di mezzo la parola circuito non è facile a prescindere. Basta un po’ di salita e un po’ di discesa per renderli complicati», ci dice il campione uscente, Valerio Conti. E proprio con il laziale andiamo a “scoprire” questa gara, che quest’anno vedrà davvero un bel parterre. Al via infatti ci sarà gente del calibro di Sonny Colbrelli e Diego Ulissi.

Conti vince l’anno scorso precedendo Rubio e Savini
Conti vince l’anno scorso precedendo Rubio e Savini

Serve intelligenza

«Il Matteotti è una grande classica italiana. E prima lo era ancora di più – spiega Conti – Oggi purtroppo ha perso qualcosa come tutte le altre nostre gare di un giorno, ad eccezione di Sanremo e Lombardia. E proprio l’anno scorso venne fuori una corsa tosta, perché si fece in piena estate e faceva caldissimo. Quest’anno dovrebbe essere un po’ più agevole, almeno da questo punto di vista. Non è una gara per velocisti, anche se su carta non è durissima. E’ adatta ai colpi di mano e ogni momento può essere decisivo. Serve intelligenza. Devi capire il momento giusto per partire.

«Per me non puoi attendere. Ci sono tanti scatti e ognuno potrebbe essere quello buono, quindi meglio stare davanti, sempre davanti… che dover rincorrere. Io l’anno scorso per esempio ho giocato d’intelligenza. In un tratto in discesa, mentre nessuno si sarebbe mosso perché si aspettava la salita finale, sono scattato. Ho anticipato. Poi sono stato bravo a tenere in salita».

Il circuito pescarese misura 15 chilometri e sarà da ripetere 13 volte
Il circuito pescarese misura 15 chilometri e sarà da ripetere 13 volte

Circuito nervoso

Il percorso misurerà 195 chilometri per 1.950 metri di dislivello. E’ il classico circuito di Montesilvano, quindi due “strappate” in successione e planata su Pescara.

«Non c’è una salita vera e propria – riprende Conti – sostanzialmente c’è uno strappo di un paio di chilometri seguito da una breve discesa, ma davvero corta. Poi altri 500 metri di salita con un tornante a destra molto impegnativo. Se fosse una tappa di un Giro, magari con i team che controllano e un certo modo di correre, si potrebbe anche pensare ad un arrivo in volata, ma in una gara di un giorno e senza squadre che hanno lo stesso obiettivo, la vedo dura. Di solito si creano tanti gruppetti ed è una di quelle poche corse in cui il team non è così fondamentale, ma sei tu che devi stare attento. La corsa si può decidere già a 50 chilometri dall’arrivo».

I gruppetti di cui parlava Conti…
I gruppetti di cui parlava Conti…

Tra passato e futuro

Mentre parlavamo, Conti si trovava al Giro del Lussemburgo. Ieri aveva finito da poco la sua cronometro e buttava un occhio su quel succedeva. Per esempio ci aveva raccontato in diretta della caduta di Mollema.

«Se penso all’albo d’oro di chi ha vinto il Matteotti è incredibile – conclude il romano – Lo vincevano i più forti, anche stranieri. E’ una corsa che conoscevo molto, anche per nome. Anche più di un Pantani o di una Coppa Sabatini e sono stato molto contento di averci preso parte e di averla vinta».

E a proposito di storia e di passato, queste sono le ultime gare di Conti con la maglia della UAE. A fine stagione infatti lascerà questo team con il quale di fatto ha militato sin dal suo passaggio tra i pro’, nel 2014, quando il sodalizio si chiamava ancora Lampre. Ma Valerio è comunque sorridente, perché ha già un contratto in tasca e resterà nel WorldTour. La sua destinazione sarà svelata ai primi di ottobre.

Conti gli stimoli persi e quelli da ritrovare

15.05.2021
4 min
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Tutti noi abbiamo in mente Valerio Conti con la maglia rosa. Quei giorni del Giro 2019 per il romano furono speciali. Sembrava l’imperatore di Roma: “petto in fuori”, sorriso, una gran gamba e la sicurezza nel muoversi in gruppo… 

Lo scorso agosto Conti ha vinto il Trofeo Matteotti (screenshot da video)
Lo scorso agosto Conti ha vinto il Trofeo Matteotti (screenshot da video)

Ci si poteva aspettare che di lì a breve Valerio avrebbe conquistato vittorie importanti, sarebbe stato spesso protagonista. E forse lo pensava anche lui. Ma qualcosa non ha preso la piega giusta. Qualche “incidente” di percorso e una Uae che, complice anche Pogacar, è letteralmente esplosa. E quando una squadra prende dei “capitani” per fargli fare i gregari, il gioco si fa pesante per tutti gli altri.

Valerio come va? 

Potrebbe andare meglio. Ho avuto 12 giorni bruttissimi prima del Giro, febbre, tosse. Non era Covid, ma quando inizi a prendere gli antibiotici prima di una gara del genere, cosa vuoi combinare? Nel ciclismo non t’inventi niente. Correndo tutti i giorni poi se non sei al top non è che migliori, anzi. Fai fatica, ti finisci.

Avevi previsto un avvicinamento diverso?

Sì, avrei dovuto fare il Tour of the Alps e invece ero fermo a casa. In realtà ho iniziato a stare male già nell’ultima tappa dei Paesi Baschi – fa una pausa Conti e riprende – Sono in stanza con Davide Formolo e vedendolo mi viene in mente che quello che sto vivendo io è un po’ quello che ha passato lui l’anno scorso alla Vuelta. Aveva preparato il Tour e poi dopo la caduta è andato alla Vuelta che non era prevista. Se non sei ben preparato prendi gli “schiaffi”. 

Valerio spesso in testa a tirare per i sui compagni
Valerio spesso in testa a tirare per i sui compagni
Non ti abbiamo più visto in fuga, senza il tuo spirito battagliero: sarà anche una questione di stimoli?

Sì, è così: è anche una questione di stimoli. Il perché non lo so. Però adesso ho capito un paio di cose e pian piano la motivazione sta tornando. E mi ritroverete come prima! Poi sapete cosa c’è?

Cosa?

Che quando senti che al posto delle gambe hai due “zappe” non è facile. Sì, potresti mollare un po’ dopo però pensi anche alle tappe successive. E per questo confido molto nel giorno di riposo.

Nella tua condizione può contare molto. Non si può parlare di supercompensazione, ma puoi far respirare il fisico. Peccato per te che il giorno dopo ci sia una frazione importante come quella di Montalcino. Ci fosse stata una tappa piatta (e con la fuga che parte presto) sarebbe stato ideale…

Esatto. E’ proprio così. Io nel giorno di riposo un pochino esco, magari un’ora sola. Perché ho provato un paio di volte a non uscire ma il giorno dopo non mi sono trovato molto bene. Serve per smaltire un po’ l’acido lattico. Poi sai, se riesci a prendere una fuga, prendi anche coraggio.

Prima hai detto che avevi capito un paio di cose per riprenderti, cosa?

Preferirei non dirlo, ma mettiamola così: mi devo impegnare a tornare ad essere giovane, ma con l’esperienza che ho adesso. 

La Uae si è rinforzata molto e magari dover tirare sempre per gli altri è diverso che farlo per sé stessi. Altri stimoli…

E’ diverso, tirare sempre per gli altri è uno stimolo inferiore. A volte è soddisfacente, ma sempre, sempre ti abbatte.

Lo scorso anno Conti fu fondamentale per le vittorie di Ulissi al Giro
Lo scorso anno Conti fu fondamentale per le vittorie di Ulissi al Giro
In questo Giro puoi provarci però, gambe permettendo. Hai individuato la tappa giusta?

Non mi metto a vedere la tappa giusta, più che altro prima del via parlo sempre con un paio di squadre per capire le intenzioni che hanno, cerco di capire come può andare la corsa in base alla classifica, al meteo. Poi togli quelle per i velocisti, togli quelle di alta montagna tutte le altre sono buone!

In ogni caso è importante sfruttare bene il Giro: conosci già i tuoi programmi dopo la corsa rosa?

Dovrei andare il Giro si Svizzera, è molto probabile. So che stanno valutando in questi giorni, ma non so che squadra ci sarà.

Però noi vogliamo vedere il Conti che va all’attacco. Ti aspettiamo?

Sì, lo prometto. E con la condizione in crescita…

Roma in bicicletta e il GRAB: ne parliamo con Conti

31.03.2021
4 min
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Cosa ci fa Valerio Conti con la sua Colnago nel Parco degli Acquedotti, poi sull’Appia Antica, lungo la ciclabile del Tevere e sul Ponte della Musica di Roma? Per un giorno il corridore del Uae Team Emirates si è messo a nostra disposizione, andando a scoprire le rotte del Grab, il Grande Raccordo Anulare della Bicicletta.

Cos’è il GRAB

L’hanno definito “la più bella ciclovia virtuale del mondo”. Un anello di 45 chilometri dedicato alla mobilità ciclopedonale di Roma, che per ora resta solo sulla carta. Collegherebbe centro storico, quartieri periferici, parchi naturali, urbani e rurali, i due fiumi della città, piste ciclabili esistenti e future. Via Appia Antica, Terme di Caracalla, Ghetto, Lungotevere, Villa Borghese, Villa Ada, riserva naturale dell’Aniene, parco degli Acquedotti, museo Maxxi, Auditorium. Sono solo alcuni tra i siti più noti uniti dal raccordo delle bici. Il progetto, costruito da associazioni locali e nazionali (VeloLove, Legambiente e altre), in collaborazione con cittadini e studi professionali (tutti volontari), ha l’ambizione di riqualificare spazi urbani degradati, riconquistando aree di vivibilità per milioni di cittadini e turisti.

L’acqua da uno dei tanti “nasoni”, tipiche fontane della Capitale
L’acqua da uno dei tanti “nasoni”, tipiche fontane della Capitale

Roma e le bici

Non è per niente facile il rapporto tra la Capitale e il mondo delle due ruote, ma qualcosa si muove. Tra 2019 e 2020 il boom di richieste per il bonus bici ha fatto letteralmente sparire le biciclette dai negozi di Roma. In un anno le vendite sono aumentate del 200%. Per quanto riguarda le infrastrutture, però, è tutta un’altra storia. Un anello che in altre metropoli europee si realizzerebbe in pochi mesi, nella Capitale stenta a decollare.

«Eppure non si tratta di un semplice girotondo – ricorda Alberto Fiorillo, ideatore del Grab – ma di un volano per riqualificare il territorio con risvolti economici considerevoli, capace di attirare, secondo uno studio di Confindustria, fino a 600mila turisti l’anno».

Tradotto in euro: 14 milioni di euro il primo anno che si triplicherebbero nell’arco dei quattro successivi.

Il tratto di ciclabile lungo il Tevere è uno dei più battuti
Il tratto di ciclabile lungo il Tevere è uno dei più battuti

L’esperienza dei pro’

Con Valerio Conti, 28enne ciclista professionista romano, abbiamo percorso alcuni tratti della ciclovia. Ci ha svelato i luoghi dei suoi allenamenti e ci ha raccontato le sue impressioni sulle piste ciclabili capitoline. Valerio corre dal 2017 per il UAE Team Emirates e quando torna nella sua città, nel suo quartiere di Colle Prenestino, per allenarsi preferisce le salite delle colline tra Tivoli e San Polo dei Cavalieri, non entra mai in centro.

«Purtroppo a Roma non ci sono buone piste ciclabili – dice – mentre in Belgio e in Olanda le percorro spesso per allenarmi. Sono realizzate bene, sono pulite. Lì si respira una cultura diversa, che favorisce la ciclo-mobilità. Anche in Liguria, a Sanremo, esiste la ciclovia della Riviera dei Fiori: è fatta talmente bene che ci si può anche correre. La frequento spesso». 

Pulite e sicure

Sulle caratteristiche che dovrebbero avere le piste ciclabili per essere appetibili anche da un professionista come lui, magari solo per una passeggiata sulle due ruote, Valerio ha le idee chiare.

«La sicurezza in primo luogo – dice – gli automobilisti non possono parcheggiare sulla pista e molto spesso a Roma è la prassi. Devono essere abbastanza larghe, in modo tale che due ciclisti riescano a incrociarsi comodamente».

Corsa a ostacoli

Una storia lunga e segnata da ostacoli, quella del Grab. Ma la vicenda non era partita male: il progetto nel 2016 era stato finanziato, assieme ad altre nove ciclabili di importanza nazionale, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il ministro di allora era Graziano Delrio, quello che inforcava tutti i giorni la sua bicicletta e che s’innamorò a prima vista del Grab. La palla è finita al Comune e sono passati ormai cinque anni. 

I tempi della politica e della burocrazia in Italia, purtroppo, non sono gli stessi immaginati da chi auspicherebbe una rivoluzione della mobilità e un cambio di passo rapido verso una drastica riduzione delle auto in città.