Il capello corto e biondo, i lineamenti tipici dell’uomo dell’Est e un italiano praticamente perfetto, Veljko Stojnic (in apertura foto Sirotti) è ormai una colonna portante del Team Corratec. Ormai da anni vive nelle zone di San Baronto e a tutti gli effetti l’Italia e la Toscana sono la sua seconda patria.
Lo abbiamo incontrato nel ritiro della sua squadra a Montecatini mentre era indaffarato fra abbigliamento, foto, riunioni… e in procinto di spiccare il volo per la Vuelta a San Juan. Purtroppo la corsa argentina non è iniziata al meglio per il serbo. Veljko è incappato in un problema intestinale, molto frequente quando si viaggia in paesi “esotici”.
Veljko, ormai sei di casa qui in Toscana…
Eh sì, ormai sono cinque anni che sono a San Baronto. Sono arrivato nel 2018, da juniores alla Franco Ballerini e poi sono passato pro’ nel 2020 sempre qui in Toscana. E ormai sono fisso qui!
Come sei arrivato in Italia?
Nel 2018 feci metà stagione al centro UCI di Aigle, poi sono tornato a casa a metà anno. Non avevo squadra. Ho corso quel poco con la nazionale serba. Ho ottenuto dei buoni risultati e ho mandato un’e-mail ad un allenatore della nazionale slovena che conoscevo in cui dicevo che ero alla ricerca di una squadra. Lui a sua volta ha girato la mail ad alcune squadre in Italia e ha risposto la Ballerini. Mi contattò Andrea Bardelli. E mi misi d’accordo con lui per venire qui. E da lì è iniziato tutto per venire in Toscana.
E cosa ricordi?
Che non capivo tanto! Bardelli mi portava in giro, mi presentava, mi faceva conoscere tutti, ma io non capivo chi fossero e cosa mi dicevano. Ero timido. Ora invece conosco tutti in zona, saluto e parlo con tutti… come se fossi a casa mia.
E ormai sei toscano?
Sì! Mi piace la mentalità toscana. Sono accoglienti. Quando sono arrivato mi ha aiutato molto la famiglia Iacchi. La mia vita era difficile e loro mi hanno accolto a braccia aperte. Davvero mi hanno aiutato molto con il loro ambiente famigliare. E poi della Toscana mi piace molto la cucina, i piatti con i funghi! Ma il pane non mi piace tanto…
Come passi le tue giornate?
Per ora sto cercando casa. Sto ancora valutando se stare ancora nella zona della famiglia Iacchi a Rufina o magari trovare casa proprio qui a Montecatini, che tutto sommato è comodo anche per le trasferte. Una cosa è certa, quest’anno resto qui… in Serbia non si può fare il corridore. Sei da solo, non sempre il tempo è buono. Mi sveglio la mattina faccio colazione e poi devo solo pensare a fare il corridore. Tutta la giornata ruota attorno alla bici, dall’allenamento all’alimentazione. Non è come a casa in cui esci con gli amici o sbrighi delle commissioni per la famiglia.
Alessandro Iacchi è anche un tuo compagno qui alla Corratec. Come è correre con lui?
Alessandro è un po’ come un fratello ormai. L’anno scorso eravamo in squadre diverse, ma quest’anno ci siamo ritrovati insieme.
Sei ancora molto giovane (Stojnic è un classe 1999), che corridore sei?
Sto provando a calare un po’ di peso per cercare di andare più forte in salita. E per questo penso e spero di essere competitivo nelle gare di un giorno più dure, tipo il Giro dell’Appennino, o magari a fare bene in qualche classifica di qualche breve corsa a tappe.
Oltre a fare bene in queste gare, qual è il tuo obiettivo quest’anno?
Migliorare, crescere e magari trovare una squadra WorldTour. Quella che mi hanno dato in questa squadra è una grande opportunità e spero di fare tanto per me e per loro.