Col Toscana e la Sabatini ecco le classiche italiane d’autunno

15.09.2021
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Con il Giro di Toscana, partito da pochi minuti si apre la serie delle gare italiane. Gare che hanno fatto la storia, che incidevano moltissimo per la definizione delle nazionali che i cittì avrebbero schierato poi al mondiale. Le gare della tradizione: del riscatto per alcuni, del “sorriso” per altri che tutto sommato la loro stagione l’avevano fatta e anche bene. L’atmosfera è unica, soprattutto per i corridori italiani.

Quest’anno, le prime due della lista sono il Giro di Toscana, appunto, e la Coppa Sabatini. E a presentarcele è Andrea Pasqualon. Il portacolori della Intermarché-Wanty Gobert ha vinto a Peccioli nel 2017 (foto in apertura, ndr) e ha fatto bene al Toscana l’anno scorso: chi meglio di lui può guidarci in questo viaggio?

Pasqualon in azione a Peccioli l’anno scorso. Questo tratto arriva poco dopo il tornante che dà inizio alla salita finale
Pasqualon in azione a Peccioli l’anno scorso. Questo tratto arriva poco dopo il tornante che dà inizio alla salita finale

Sabatini: occhio al tornante finale

«La Coppa Sabatini – spiega Pasqualon – è una gara che mi piace molto. E’ adattissima alle mie caratteristiche con quel chilometro finale in salita. E’ per corridori veloci, ma che tengono in salita. Poi sarà che arriva in un periodo della stagione in cui di solito sono abbastanza in forma e mi risulta “facile” andare bene.

«La gara prevede due circuiti sostanzialmente. Recentemente hanno introdotto uno strappo molto impegnativo anche nel primo, che in passato era più facile. Immagino lo abbiano fatto su richiesta di Cassani, per rendere la corsa un po’ più dura. E credo proprio che si farà sentire nel finale.

«Poi si entra nel circuito finale. Questo è caratterizzato dalla salita che porta all’arrivo (che nei vari passaggi continua un po’, il traguardo infatti non è proprio in cima). Il punto chiave? La curva che porta al chilometro finale dove inizia la salita. E’ importante avere una squadra che ti porti in buona posizione per questo tornante a sinistra che arriva dopo un bel rettilineo. Se lì resti indietro sprechi molto per risalire e non hai abbastanza energie per la volata dove è importantissimo scegliere il momento giusto».

La selezione per le nazionali alza il livello. Qui l’esordio di Colbrelli con la maglia di campione europeo al Toscana (con Cassani)
La selezione per le nazionali alza il livello. Qui l’esordio di Colbrelli con la maglia di campione europeo al Toscana (con Cassani)

Livello alto

Prima Pasqualon ha detto che gli riesce facile, ma quando ce lo ha detto sorrideva anche. Ci ha spiegato che è un facile relativo, soprattutto quest’anno che al via ci sono molte squadre World-Tour.

«Se si va a vedere l’albo d’oro di queste gare vengono i brividi ed anche quest’anno il livello è molto alto – racconta Pasqualon – La Deceuninck-Quick Step ho visto che ha uno squadrone e lo stesso la Bahrain Victorious che sarà tutta per Colbrelli. La corsa, in generale è molto nervosa quindi avere una buona squadra sarà importante».

Dire “Colbrelli” di questi tempi è come dire Leuven, il mondiale. Queste gare sono molto importanti ai fini della nazionale che vedremo in Belgio. Colbrelli ci punta forte e la Sabatini, visto il percorso belga, è un banco di prova ideale… anche per guadagnarsi il posto.

«Io ho parlato con Cassani – spiega Pasqualon – ma nulla più. E’ giusto che segua da vicino queste gare per fare la sua nazionale. Da parte mia farò di tutto per farmi trovare pronto. Se dovesse chiamarmi sarebbe un qualcosa di speciale, ma bisogna meritarselo».

Il Monte Serra è la palestra della Vini Zabù, la cui sede non è distante da questo valico

Il Giro di Toscana

Da Peccioli, ci spostiamo a Pontedera, una ventina di chilometri più a Nord. In realtà sarebbe il contrario visto che a Pontedera si corre oggi e a Peccioli domani, ma insomma la zona è quella.

«Il Giro di Toscana – dice Pasqualon – è senza dubbio più duro della Coppa Sabatini. Io per esempio sarò di aiuto alla squadra oggi, mentre sarò leader a Peccioli. Il punto chiave è il Monte Serra. E’ una salita vera. Fatta due volte diventa dura. Ma un Colbrelli in forma di questi tempi può tenerla bene. Di solito arrivano sempre in tre-quattro davanti e un gruppetto dietro. Il Serra è ad una ventina di chilometri dal termine, cinque dei quali sono in discesa. Un Evenepoel che scappa potresti non riprenderlo più. L’arrivo poi è largo. C’è una sola curva verso destra, ma non è vicinissima.

«Dove è più importante la squadra tra queste due gare? In entrambe le corse. Ma oggi la squadra è sempre fondamentale. Ti permette di stare di più tranquillo e di spendere molto meno».