Chi si rivede: il Saudi Tour rilancia Formolo

09.02.2023
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La messe di vittorie italiane, arrivate in serie la scorsa settimana, ha fatto passare un po’ in second’ordine un grande risultato conseguito da un altro portacolori del ciclismo nostrano. Al Saudi Tour Davide Formolo ha conquistato la seconda piazza nella classifica generale, dopo un’altra piazza d’onore nella quarta tappa e un altro posizionamento nei primi 10. Risultati di spicco che per il veneto suonano come una boccata d’aria fresca, dopo un 2022 difficile.

Formolo è ripartito esattamente da dove aveva finito, con il 2° posto al Veneto Classic dietro il compagno di colori Marc Hirschi. Di mezzo un inverno di lavoro, una fase particolarmente delicata per lui.

«Era qualche anno che non vivevo un inverno così tranquillo, da dedicare interamente alla preparazione curando anche i dettagli. Ho sempre avuto qualche acciacco, inutile star qui a ripetere tutte le traversie dello scorso anno: praticamente ho cominciato a correre come volevo io quando la stagione stava finendo… I risultati in Arabia mi danno fiducia perché significa che il lavoro già dà buoni frutti».

Quarta tappa, in volata Guerreiro (a sinistra) beffa Formolo, ipotecando la generale
Quarta tappa, in volata Guerreiro (a sinistra, fuori immagine) beffa Formolo, ipotecando la generale
Rispetto alla seconda piazza di fine stagione c’è una differenza sostanziale: qui si parla di una corsa a tappe…

Per carità, non è certo il Tour de France, ma era una bella gara, con corridori forti al via che avevano ambizioni. E potermela giocare alla pari mi ha rinfrancato. Alla vigilia erano partiti con me e Grosschartner come uomini da classifica, ma Felix all’inizio non stava bene e ha perso terreno, così tutta la squadra ha lavorato per me e questo mi ha fatto sentire bene: non accadeva da tempo…

Che cosa ti è rimasto delle disavventure di cui accennavi prima?

La sensazione che devi prestare attenzione sempre, ad ogni cosa. Basta un attimo perché tutto il lavoro vada in frantumi. Ti racconto un piccolo aneddoto: lo scorso anno, quando mi sono rotto la mano nell’attraversamento del cinghiale, ero in discesa dopo aver fatto un test di 20 minuti. Beh, non avevo mai avuto i valori che ho riscontrato in quel test, per questo quell’infortunio mi ha fatto ancora più rabbia.

Formolo sul podio con il portoghese e Buitrago. Per il veneto è un podio beneaugurante
Formolo sul podio con il portoghese. Per il veneto è comunque un podio beneaugurante
Ora neanche il tempo di disfare le valigie e si ritorna nella penisola araba…

Sì, ci attende il Tour dell’Oman, che rispetto all’altra gara è un po’ più duro, ma a me non dispiace, perché troveremo tappe leggermente più lunghe e impegnative e a me sono sempre piaciute le prove di fondo, ho più possibilità per giocarmi le mie carte. Nel team entrerà Ulissi, che so essere già in buona forma. Vedremo come si metterà la corsa, quel che è certo è che partiamo per portare qualcosa a casa.

Hai cambiato qualcosa nella preparazione?

Nulla di rilevante, diciamo che in accordo con il team, visto che seguo direttamente quel che è previsto dai preparatori interni, lavoriamo su quelle caratteristiche ormai consolidate in quasi 10 anni di attività ai massimi livelli. C’è poco da cambiare, bisogna curare soprattutto i dettagli.

Formolo con Hirschi, secondo e primo alla Veneto Classic di fine stagione 2022
Formolo con Hirschi, secondo e primo alla Veneto Classic di fine stagione 2022
Hai parlato da leader, una posizione alla quale sembravi un po’ disabituato dopo le ultime stagioni lavorando soprattutto al servizio di Pogacar.

Sto ritrovando piano piano la mia dimensione. E’ chiaro che quando Tadej è in squadra, il capitano è lui. A me queste gare servono per rafforzare la convinzione che dietro ai big, a gente come Tadej ma anche Evenepoel, Vingegaard, Van Aert ossia campioni che sono destinati a contrassegnare un’epoca, c’’è un gruppo di corridori validi dei quali posso far parte anch’io. A proposito del lavoro con Pogacar c’è poi un’altra considerazione da fare.

Quale?

Io non sono veloce. Non avendo la volata è più difficile mettermi in mostra, ma posso essere molto utile con le mie caratteristiche nello scortare Tadej o nello svolgere specifici compiti. Ciò non toglie però che durante la stagione capitano anche le occasioni dove emergere, se il mio livello di forma è buono. Ma le occasioni vanno anche cercate, essere sempre attenti a come si mette la corsa, perché ogni giorno può essere il tuo.

Il veneto davanti a Grosschartner: i due erano i capitani della Uae nell’occasione
Il veneto davanti a Grosschartner: i due erano i capitani della Uae nell’occasione
Dì la verità: aver chiuso a 8” dal portoghese Guerreiro non ti ha fatto un po’ rabbia?

Un po’ sì: nella quarta tappa c’era uno strappetto dove si poteva provare a fare qualcosa per poter vincere, probabilmente col senno di poi poteva essere impostato diversamente. Anche nella tappa conclusiva c’era l’ultima salita che poteva essere affrontata in progressione cercando di fare selezione. Alla fine quando arrivi secondo è stata una bella avventura, ma negli annali ci resta chi vince. Avere però il dente avvelenato è un’arma in più quando devi tornare a correre…