Toccherà a Ulissi raccontare la Sardegna a Fabio Aru

18.07.2021
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Diego Ulissi continua a tenere in pugno a suon di vittorie la “Settimana Ciclistica Italiana… sulle strade della Sardegna”, così si chiama la neonata corsa a tappe in chiusura oggi a Cagliari. Ma forse sarebbe stato ancor più semplice dire “Sulle strade di Fabio Aru”. Il Cavaliere dei 4 Mori è il convitato di pietra di questa prima edizione, che tra Giochi di Tokyo da preparare e necessità di un calendario Uci sempre affollatissimo, è rotolata nel bel mezzo di luglio. Proprio il suo mese, quello in cui Fabio compie gli anni (e con lui sua mamma Antonella e suo fratello Matteo). Quello in cui ha ottenuto il successo più prestigioso, sulla salita della Planche des Belles Filles, nell’ormai lontano Tour del 2017.

Aleotti, reduce dalla vittoria di Sibiu, racconta di un Aru in gran forma. A sinistra Ackermann
Aleotti, reduce dalla vittoria di Sibiu, racconta di un Aru in gran forma. A sinistra Ackermann

Le strade di Fabio

L’ultima frazione (Cagliari-Cagliari, come la penultima, ma con uno sviluppo totalmente diverso) si spinge verso il Sulcis, sino a Carbonia. Qui porterà il gruppo a una doppia ascesa sulla salita di Terraseo, classico terreno di allenamento per Fabio, quando viveva a Villacidro. Già la terza aveva esplorato i luoghi cari al trentunenne della Qhubeka-NextHash, con il simbolico gpm (definizione quantomeno generosa per un tratto di neppure 2 chilometri al 5 per cento) proprio a casa sua, nel Paese d’Ombre descritto da Giuseppe Dessì. Ben altro era l’omaggio che il “vero” Giro di Sardegna gli avrebbe riservato nell’edizione in calendario per ottobre, disegnata per lui ma che resterà nel cassetto! Perché la speranza di chiunque organizzi una gara nell’Isola è di avere alla partenza il più grande corridore sardo di sempre, orgoglio di un popolo che sussultò vedendolo salire sul podio di Madrid avvolto nella bandiera con i Quattro Mori, preferita al tricolore.

Milan continua a crescere, su strada e su pista. Qui con Volpi, suo diesse in Sardegna
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Il tabù Sardegna

Ma il tabù-Sardegna per Aru continua. Il Giro di Sardegna si è interrotto nel 2011, l’anno prima che lui vestisse la maglia dell’Astana. Da allora i pro’ sono sbarcati soltanto nel 2017, per il Giro d’Italia. Una caduta durante il ritiro in Spagna gli conciò male un ginocchio e alla Grande Partenza da Alghero Fabio si presentò in borghese, giusto per un saluto ai propri tifosi. Una delusione cocente. Stavolta c’era il Tour nei suoi programmi, ma il tricolore di Imola ha fatto scattare il piano B. Troppo tardi, però. La Qhubeka aveva già disdetto gli inviti e Aru non ha potuto dar seguito alle belle prove di Lugano e Sibiu Tour, dove soltanto Giovanni Aleotti gli ha negato (due volte) la decima vittoria in carriera. Ma è stato il primo segnale dopo tanto tempo.

Così dopo Sassari, Ulissi conquista anche Cagliari ed è sempre più leader
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L’omaggio di Aleotti

«Fabio è un grandissimo corridore, non c’è bisogno che lo dica io: il suo curriculum e la sua carriera parlano per lui», conferma l’emiliano della Bora-Hansgrohe che in Sardegna si è confermato in grande forma (è 3° in classifica). «In Romania andava veramente molto forte, quindi credo che sia ancora a un grandissimo livello».

Magari non avrebbe avuta la velocità per imporsi negli sprint, ma di sicuro il villacidrese sarebbe stato tra i protagonisti. Si farà raccontare la corsa da Diego Ulissi, suo vicino di casa a Lugano ed ex compagno per tre anni alla Uae Emirates. Dopo la seconda vittoria nello sprint ristretto di Cagliari, Diego è sempre più vicino al successo nella neonata Settimana Ciclistica Italiana sulle strade di Fabio Aru, pardon… della Sardegna.