EDITORIALE / Giro-Tour, due mondi ancora lontanissimi

01.08.2022
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Secondo Elisa Longo Borghini che l’ha concluso al sesto posto, il Tour de France Femmes è stato la corsa meglio organizzata cui abbia partecipato. Per Niewiadoma, terza, si è trattato della corsa più dura, malgrado mancassero clamorosi tapponi di montagna. Per Annemiek Van Vleuten che l’ha vinto, è stato sbalorditivo rendersi conto di quanto pubblico sulle strade abbia seguito la corsa.

Si potrebbe banalizzare e tagliar corto, dicendo che dal Tour non puoi aspettarti niente di diverso. Tuttavia proprio l’intervista di Marianne Vos pubblicata ieri fa capire in che modo il Tour de France affronti le nuove sfide e come tanta bellezza sia frutto di programmazione, studio ed esperienza.

Per Longo Borghini, il Tour Femmes è la corsa meglio organizzata cui abbia partecipato
Per Longo Borghini, il Tour Femmes è la corsa meglio organizzata cui abbia partecipato

Nove anni di studio

Sono serviti nove anni, durante i quali sono stati ascoltati team, atleti, enti locali, la Federazione francese e quella internazionale e varie altre forze in campo. Poi il progetto è partito, con la guida della corsa affidata a Marion Rousse (in apertura con il capo del Tour Christian Prudhomme), ex atleta e opinionista tivù.

Avere alle spalle la logistica della gara degli uomini ovviamente aiuta, così come aiuta aver trovato un grande sponsor come Zwift, ma sarebbe riduttivo pensare che attaccando otto giorni di corsa al Giro d’Italia dei professionisti si avrebbe un risultato identico. Certo la logistica e le strutture sarebbero superiori a quelle che capita di incontrare al Giro d’Italia Donne, ma il richiamo di pubblico, il racconto e il supporto per la corsa non potrebbero essere all’altezza di chi ha iniziato a ragionarci da così tanto tempo.

Per quanto evento di un solo giorno, la precedente La Course by Le Tour veniva sostenuta, annunciata e proposta al pari di una grande classica WorldTour maschile, con adeguata copertura televisiva e sinergie pazzesche fra l’organizzatore ASO, la televisione francese e l’Equipe che traina il mondo del ciclismo francese con uno spiegamento di forze a volte impressionante.

Sfruttare la stessa logistica degli uomini ha fatto la differenza
Sfruttare la stessa logistica degli uomini ha fatto la differenza

Grandeur Equipe

Quando nei giorni del Tour Davide Cassani ha fatto su Facebook l’elenco dei motivi per cui seguire un Tour sia così diverso dal seguire un Giro, ha incluso nel discorso anche la decina di pagine che il quotidiano sportivo francese dedicava alla gara. Osservare ogni giorno gli inviati de L’Equipe dava l’esatta dimensione dello spiegamento, dell’investimento e di quale sia l’importanza dell’evento Tour per i media francesi. Allo stesso modo in cui rendersi conto che la Gazzetta dello Sport abbia seguito il Giro d’Italia con un solo inviato, per (si dice) una serie di tensioni interne fra RCS Sport e la Gazzetta dello Sport, offre la chiara percezione di quanto neppure la corsa di casa riesca a fare breccia nel giornale che un tempo la organizzava.

Il Giro Donne ha grandi potenzialità: grazie a chi lo tiene in vita, ma merita uno step in più
E’ evidente che il Giro Donne abbia grandi potenzialità: grazie a chi lo tiene in vita, ma merita uno step in più

Il Giro Donne

Sarà vero che il Giro d’Italia voglia subentrare dall’oggi al domani nella gestione del Giro Donne? Alcuni uomini dell’organizzazione sono stati presenti in corsa, ma ci sarebbero dietro il ragionamento, l’investimento e l’amore per l’evento che permetterebbe di renderlo davvero speciale? Oppure si tratterebbe di uno scatto per rincorrere il Tour senza la certezza di tenerne le ruote sino al traguardo?

Che la corsa italiana abbia diritto a qualcosa di migliore è stato lampante agli occhi degli inviati che hanno seguito e raccontato la vittoria di Annemiek Van Vleuten, anche se curiosamente anche in questo caso è parsa più qualificata la presenza dei media stranieri rispetto agli italiani. I grandi giornali hanno infatti ritenuto di non seguirla affatto e questo chiaramente diventa un freno al suo sviluppo. Non si discute la buona volontà di chi anche quest’anno ha messo in strada il Giro Donne, ma il livello tecnico a fronte di una corsa WorldTour che adesso non è più sola e deve necessariamente confrontarsi con la nuova arrivata francese.

Van Vleuten stupita per la quantità di pubblico sulle strade francesi
Van Vleuten stupita per la quantità di pubblico sulle strade francesi

La grande storia

Sia chiaro: neppure i francesi organizzano gare per passione e basta e neanche loro sono infallibili. La struttura del Tour produce utili che vengono certamente divisi, ma anche reinvestiti in nuovi eventi. Eppure quando sei là capisci che alla base c’è una spinta culturale importante. Il Presidente della Repubblica in carovana. L’accoglienza nelle sedi di tappa. La ricercatezza dei dettagli che rendono il viaggio bello quanto l’approdo. Il questionario una settimana dopo per chiederti come ti sei trovato e che cosa cambieresti. Tutto questo, unito al senso tutto francese di dover mantenere grande un evento che appartiene alla storia, richiama sulle strade fiumi di persone. A fronte di un Giro d’Italia che quanto a storia e percorsi non ha nulla da invidiare a nessuno, ma in certi momenti appare senz’anima e la gente fa sempre più fatica a distinguere fra il bello che racconta e il fastidio che genera.

Dovranno dire grazie alla Vos per questi giorni francesi

31.07.2022
3 min
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Marianne Vos è probabilmente la migliore ciclista di tutti i tempi. Tre mondiali su strada. L’oro su strada di Londra 2012 e in precedenza a Pechino quello della corsa a punti. Otto mondiali di cross. Cinque volte la Freccia Vallone e 32 tappe del Giro d’Italia. 

Tra i sogni che restavano da esaudire all’atleta della Jumbo Visma c’era indossare la maglia gialla del Tour de France e l’ha esaudito, con la vittoria di Provins, i successivi cinque giorni da leader e l’altra vittoria a Rosheim. E’ stata lei a rilanciare l’idea rivolgendosi alla direzione del Tour, che aveva così ideato La Course by Le Tour, l’evento di un giorno da cui è nato il Tour Femmes.

Con la vittoria di Provins, Marianne Vos ha conquistato la prima maglia gialla della carriera
Con la vittoria di Provins, Marianne Vos ha conquistato la prima maglia gialla della carriera
Quanto è importante per te il Tour de France?

E’ uno dei più grandi eventi sportivi del mondo. Forse è più grande del ciclismo stesso. E’ eccezionale avere la possibilità di correre nella prima edizione della sua versione rinnovata. Non pensavo che sarebbe mai successo. Finalmente è giunto il momento.

Qual è stato il tuo ruolo nella rinascita del Tour Femmes?

Facevo parte di un gruppo di corridori attorno al tavolo con ASO, per discutere la possibilità. La prima volta è stata nel 2013. Nel 2014 è nata La Course, perché ASO ha reagito rapidamente. Poi abbiamo cercato di valutare cosa si potesse fare di più. Ci è voluto tempo. Abbiamo iniziato a parlarne nove anni fa e oggi c’è una corsa a tappe di otto giorni. 

Il ciclismo resta uno sport maschile?

Penso che se un atleta professionista dà il meglio di sé, non cambia nulla che sia uomo o donna. Storicamente, è uno sport maschile. Il ciclismo femminile non esisteva e c’è voluto del tempo perché si arrivasse al professionismo. C’è stata un’evoluzione enorme, il Tour ne è la conseguenza.

Si dice che quando eri una ragazzina, volessi fare il medico per curare le persone. E’ vero?

Non ho mai pensato di diventare una ciclista professionista. Molto semplicemente, non era possibile. Così ho studiato con l’idea di diventare medico. Ho fatto del mio meglio. Mi interessava tutto ciò che riguardava il corpo umano. Poi però ho scelto di diventare un’atleta a tempo pieno, ma non avrei mai immaginato che sarebbe durato così a lungo.

Vos ha indossato il primato per cinque tappe, cedendo poi il passo alla connazionale Van Vleuten
Vos ha indossato il primato per cinque tappe, cedendo poi il passo alla connazionale Van Vleuten
Prosegui nella doppia attività: cross e strada?

La combinazione delle due discipline significa diventare corridori più completi. Il susseguirsi di alte intensità nel ciclocross ti fa stare meglio su strada o anche in pista. Allo stesso modo, la velocità e la tecnica acquisite in pista ti rendono un corridore su strada migliore. Praticare diverse discipline ti aiuta.

La vera parità potrebbe essere il prossimo grande passo?

Non si può crescere troppo in fretta. Se forziamo le cose, lo sport non ce la fa. Negli ultimi cinque anni, ho visto il ciclismo crescere così velocemente che forse adesso è meglio non affrettare le cose. Ora i media lo hanno riconosciuto, le persone vogliono essere coinvolte, i fan vogliono andare a vedere le gare femminili e questo è fantastico. Altre squadre pro’ inizieranno ad avere la loro squadra femminile, ma non credo sia una buona cosa renderla obbligatoria. Sarà molto più prezioso se questa squadra sarà davvero ben fatta. Siamo in un momento in cui gli organizzatori vogliono allestire gare femminili o una versione femminile delle loro gare, gli appassionati vogliono vederne alcune. E’ il meglio che può succedere.

Con la vittoria di Provins, Marianne Vos ha esaudito il suo sogno di indossare la maglia gialla e le ragazze del gruppo, a partire dalla Van Vleuten che ieri ha conquistato la maglia gialla, dovranno un giorno dirle grazie. Non è frequente che un campione si preoccupi dello sviluppo del suo sport. Anzi, guardandoci intorno, si può dire che sia davvero merce rara.

Parigi si scalda con le donne: prima Wiebes, poi le altre

24.07.2022
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Caldo, il cielo terso e le strade di Parigi. Non poteva esserci scenario migliore per rilanciare la storia della sfida gialla al femminile. Ha debuttato il Tour Femmes, che riallaccia il filo con l’edizione del 2009. Allora si chiamava Grande Boucle Feminine e l’ultima a vincerla fu Emma Pooley, ma dal 1995 al 1997 fu terreno di caccia per Fabiana Luperini.

L’edizione scattata oggi dalla Tour Eiffel è la prima targata ASO con il patrocinio di Zwift e la tappa d’esordio è stata vinta in volata, neanche a dirlo, da Lorena Wiebes (sul podio con la figlia della sua migliore amica). Donna dalle 16 vittorie stagionali, bestia nera delle sprinter, che ha conti aperti con tutte le ruote veloci del gruppo. Le unghie già tinte di giallo, le lacrime tagliando il traguardo e l’abbraccio con i suoi genitori. Pur essendo la prima di otto tappe, il senso del grande evento ha riempito gli obiettivi dei fotografi che seguiranno il Tour Femmes.

«Questo è davvero incredibile – ha detto subito dopo aver sollevato le braccia al cielo – la squadra oggi ha fatto un ottimo lavoro. Abbiamo lavorato continuamente per questo momento, quindi è fantastico che io oggi l’abbia concretizzato. E’ stato uno sprint lungo e caotico ed è davvero bello vincere qui.

«Ero stressata? In realtà ero abbastanza rilassata prima della partenza, abbiamo cercato di considerarla come una tappa normale. In finale però ammetto che c’era un po’ di nervosismo. Sono felice di essere riuscita a finirla. Domani comincerò questo Tour in maglia gialla. Il giusto premio per tutta la squadra dopo una stagione già fantastica. La bambina? Non è mia, altrimenti dubito che avrei potuto essere qui a correre. E’ la bimba della mia migliore amica e prima della corsa, abbiamo fatto una scommessa: se avessi vinto, l’avrei portata sul podio. Pare che abbia funzionato…».

Meno di due ore

Sarà che abbiamo tutti negli occhi e nelle gambe il Tour degli uomini, che si concluderà a breve sullo stesso arrivo, ma di fatto gli 82 chilometri della frazione di apertura dalla Tour Eiffel ai Campi Elisi di Parigi sono parsi una kermesse. E come una kermesse, sono stati caratterizzati da brusche manovre, attacchi e cadute, di cui alla fine hanno fatto le spese i vari treni, che si sono disuniti. Gli unici a restare compatti sono stati quello del Team DSM e della Jumbo Visma di Marianne Vos, che infatti si sono giocati il successo.

«Il team – ha detto Marianne Vos – ha fatto un lavoro fantastico nel tenermi in vantaggio e fuori dai guai. Ho scelto la ruota giusta e sono uscita dall’ultima curva accanto a Lorena (Wiebes, ndr) e poi sapevo che sarebbe stato un bel duello. Ho provato a fare una volata lunga, ma non sono riuscita a prendere la sua velocità.

«E’ stata per tutto il giorno una guerra per tenere le posizioni – ha spiegato – non si è trattato solo degli ultimi 150 metri, ma di tutto ciò che li ha preceduti. C’è stato un po’ di nervosismo, perché tutte volevano stare davanti. E’ incredibile quanti tifosi ci fossero. Sicuramente è stato anche divertente».

Rachele Barbieri ha ultimato a Livigno la preparazione per il Tour Femmes (foto Instagram)
Rachele Barbieri ha ultimato a Livigno la preparazione per il Tour Femmes (foto Instagram)

Barbieri, appuntamento a domani

Rachele Barbieri si mangia un po’ le mani, per non aver creduto nella ruota della Wiebes. Ma in quei momenti il tempo per pensare è così poco, che il più delle volte si fa prima a scegliere da che parte stare che a pensarci.

«Era pieno di gente – racconta – una grandissima emozione. Un po’ di dispiacere in effetti c’è, ero a ruota della Wiebes, mi è sembrato che fosse chiusa e mi sono spostata. Sono attimi, ma lo stesso sono contenta. Più che una tappa, è venuta fuori una kermesse, piena di rilanci e traguardi intermedi. Il programma originariamente era di fare solo il Giro, poi la squadra mi ha chiesto di venire anche qui e ho accettato volentieri. Solo che in Italia faceva così caldo, che sono scappata a Livigno. Era caldo anche lassù, ma sono riuscita a recuperare bene.

«Avevo già corso su questo rettilineo – conferma – e il pavé lo rende particolare. Non riesci ad avere continuità nella pedalata, quindi anche rimontare è molto più difficile. Quando ci riprovo? Domani, facile. Sono venuta qui per le tappe piatte, per cui vediamo quali occasioni ci saranno. Andrò a casa tre giorni prima, però, anche se un po’ mi dispiace. Ma tengo troppo agli europei in pista, quindi c’erano scelte da fare. Sono contenta della condizione raggiunta al Giro e che ho ancora qui. E’ il primo anno a questo livello e sono contenta che in squadra abbiamo quasi tutte il contratto per il 2023, così potremo lavorare bene quest’inverno, anche sui meccanismi della volata».

Otto tappe, 1.029 chilometri

Del pubblico, già assiepato sul circuito di Parigi in attesa dei professionisti, si è accorta anche Lotte Kopecky, di solito molto controllata e soddisfatta a metà per il terzo posto.

«Alla fine sono abbastanza soddisfatta – ha detto – ero nervosa, ma alla fine è andato tutto bene. Non è che ci fossero molte curve, quindi questo ha reso le cose un po’ più facili. E’ stata una bella esperienza e c’erano molti spettatori lungo il lato. Ho decisamente sentito l’atmosfera».

Da domani, lasciata Parigi alle spalle, il Tour Femmes porterà avanti per sette giorni il testimone del Tour de France. E se l’avvio promette di essere veloce e al più animato da qualche fuga, saranno gli ultimi due giorni a proporre il terreno per smuovere eventualmente la classifica. Gli arrivi di Le Markstein e la Super Planche des Belles Filles offriranno il terreno alle donne di classifica. In una cornice di pubblico che promette di essere comunque calda.

La Passione conquista il Giro donne e guarda al Tour

22.07.2022
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Annemiek Van Vleuten ha avuto davvero poco tempo per godersi la soddisfazione di aver conquistato il Giro d’Italia Donne. La fuoriclasse olandese ha infatti nel mirino il Tour de France Femmes, pronto a scattare domenica prossima da Parigi, in una sorta di passaggio del testimone con la gara maschile. Se per l’olandese del Movistar Team il Giro d’Italia di quest’anno ha rappresentato il terzo sigillo nella corsa rosa, per La Passione, partner tecnico della squadra spagnola, è stato un debutto assoluto, ma soprattutto un debutto vincente.

Per i pochi che ancora non conoscono il marchio, ricordiamo che La Passione è un Digital-Native-Vertical-Brand nato nel 2015 dal sogno di Giuliano Ragazzi e Yurika Marchetti. L’azienda pone particolare attenzione a valori imprescindibili come manifattura artigianale italiana di alta qualità, al servizio di un capo d’abbigliamento per il ciclismo contemporaneo, raffinato, elegante e funzionale.

Annemiek Van Vleuten ha vinto il suo terzo Giro Donne, il primo per La Passione
Annemiek Van Vleuten ha vinto il suo terzo Giro Donne, il primo per La Passione

Battesimo rosa

Pur essendo un marchio estremamente giovane, in soli sette anni La Passione ha saputo fare passi da gigante. Da questa stagione è sponsor tecnico del Movistar Team, uomini e donne, e proprio con la formazione femminile è arrivato il primo successo di prestigio. 

Giuliano Ragazzi, CEO e Founder di La Passione, non ha voluto nascondere la sua gioia per un successo così importante.

«Per La Passione è un orgoglio vincere una corsa prestigiosa come questa – ha detto – con un’atleta simbolo del ciclismo femminile internazionale che incarna perfettamente il “Worth The Effort” del brand. Annemiek ha dato il tutto per tutto per raggiungere l’obiettivo, facendo contare ogni singolo secondo passato all’attacco.

«Partecipare ai successi delle squadre e degli atleti sponsorizzati – continua – sapere che hanno avuto a disposizione tutto quanto era in nostro potere fornir loro e vedere le nostre collezioni sul podio, soprattutto la Ultralight dato il grande caldo, ci riempie di gioia. E’ anche un ulteriore stimolo per continuare a migliorare i nostri capi insieme ai campioni. Prodotti che poi saranno disponibili per i nostri clienti».

Yurika Marchetti e Giuliano Ragazzi, fondatori di La Passione
Yurika Marchetti e Giuliano Ragazzi, fondatori di La Passione

Da Livigno al Tour

Annemiek Van Vleuten ha avuto poco tempo tempo per festeggiare il trionfo al Giro. Al termine dell’ultima tappa di Padova ha deciso di restare in Italia e di spostarsi a Livigno per preparare l’assalto alla maglia gialla.

Il ricordo del Giro d’Italia Donne appena conquistato è comunque ancora molto forte nella fuoriclasse olandese. E’ lei stessa a raccontarlo: «Tutte le vittorie sono sempre speciali e hanno un significato diverso. Dopo aver vinto nel 2018 e nel 2019, tornare in rosa a distanza di tre anni è una grande gioia e mi fa sentire molto orgogliosa di ciò che stiamo realizzando assieme al Movistar Team».

Sono stati tanti i momenti che resteranno scolpiti nella mente della Van Vleuten, a cominciare dalla tappa di Cesena che le ha permesso di indossare la maglia rosa. Il simbolo del primato da quel momento è stato sempre sulle spalle della campionessa olandese che ha saputo resistere agli attacchi prima della spagnola Mavi Garcia e poi della nostra Marta Cavalli. Entrambe le atlete hanno completato il podio finale di Padova che ha consacrato per la terza volta nella sua carriera la Van Vleuten come regina del Giro d’Italia Donne.

Chiudiamo con il commento della stessa Van Vleuten che fa un bilancio finale della corsa rosa: «Mi sono divertita molto, sia in salita, dove ho lasciato alle spalle tutte le rivali, sia in discesa, perché nonostante la caduta dovuta a un eccesso di velocità in curva, mi sono ripresa velocemente, sapevo che avrei vinto. Mi sentivo sicura e ho portato a termine l’obiettivo».

La Passione

Cannondale: il telaio del Tour è disponibile in edizione limitata

19.07.2022
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Cannondale ed il team EF Education – Easy Post ci hanno abituato a sorprese particolari e sempre colorate. Quest’anno al Tour ecco l’ennesimo tocco di estro, prima per la Grande Boucle dei pro’ e poi per celebrare il grande ritorno del Tour de France Femmes. Cannondale ha deciso di festeggiare questo grande ritorno con un telaio speciale del suo modello Super Six Evo, che sarà usato anche dal team femminile EF Education-Tibco-Silicon Valley Bank. 

Telaio della Super Six Evo in edizione speciale per il Tour, disegnata da Rapha con la collaborazione di Palace Skateboards
Telaio della Super Six Evo in edizione speciale per il Tour, disegnata da Rapha con la collaborazione di Palace Skateboards

Design by Rapha

Cannondale si è avvalsa della collaborazione tra Rapha e Palace Skateboards, disegnando qualcosa che è destinato a rimanere impresso nella memoria di tutti gli appassionati. Un telaio che vuole celebrare i successi e le fatiche delle donne nel ciclismo. Quello che è ormai un movimento sempre più forte ed audace e che, grazie al ritorno del Tour Femmes, tornerà a far parlare di sé.

Colorazioni e grafiche audaci che in queste prime due settimane del Tour sono state portate, con altrettanto coraggio ed audacia, dai corridori della EF Education – Easy Post, in particolare da Magnus Cort e dal nostro Alberto Bettiol.

Stesse caratteristiche

Le caratteristiche tecniche del telaio in edizione limitata Super Six Evo Hi Mod sono le stesse del modello di serie. E’ un telaio strutturato e pensato per scorrere veloce sui terreni mossi, che unisce velocità, agilità e maneggevolezza. Il design aero dei tubi permette un vantaggio tecnico ad alte velocità non indifferente, si parla di un risparmio di 30 watt a 50 km/h

Il nuovo telaio della Super Six Evo è disponibile in edizione limitata dal 15 di luglio, al prezzo di 4999 euro.

Cannondale

Attenti alla Malcotti, che al Tour punta in alto

13.07.2022
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Barbara Malcotti inizia a farsi notare nel ciclismo che conta. La 22enne trentina, approdata quest’anno nel team americano Human Powered Health, già prima degli Europei di categoria disputati nel fine settimana in Portogallo aveva fatto vedere di essere in decisa crescita di condizione, al punto di centrare la Top 10 nelle classifiche delle giovani in ben tre gare a tappe: Itzulia Women (quarta), Vuelta a Burgos (quinta) e Belgium Tour (decima). La cosa non è sfuggita al cittì Sangalli, che l’ha convocata in nazionale e la Malcotti ha fatto in pieno il suo dovere, lavorando per le compagne, proteggendo la fuga del gruppo con Guazzini e Zanardi e finendo comunque onorevolmente 18esima a 50”.

Per la Malcotti questi risultati contano molto, perché i suoi inizi nel team a stelle e strisce non erano stati semplici: «Diciamolo pure, è stato un inizio tragico, non trovavo mai il bandolo della matassa, poi pian piano il grande lavoro è venuto fuori. Questi risultati non mi hanno sorpresa, anzi se devo dir la verità io volevo almeno qualche podio, ma so che davanti il livello è altissimo. Sto comunque dimostrando che a quel livello ci so stare bene».

Malcotti Europei 2022
Ad Anadia la Malcotti è stata un elemento prezioso per la nazionale, coprendo le sue capitane
Malcotti Europei 2022
Ad Anadia la Malcotti è stata un elemento prezioso per la nazionale, coprendo le sue capitane
Che cosa dicono nel team?

Ho trovato un ambiente ideale, perché non mi mettono alcuna pressione e valutano il fatto che sono molto giovane, ma dall’altra parte so che si aspettano molto. D’altronde sono io che mi metto molta pressione perché voglio assolutamente arrivare dove mi prefiggo, voglio il 100 per cento dalla mia attività e togliermi qualche bella soddisfazione.

Quella di Anadia era la tua prima convocazione in azzurro?

No, ero già stata a Innsbruck nel 2018 quando finii ai piedi del podio ai mondiali junior e 12esima lo scorso anno agli europei a Trento. Io quando sento la maglia azzurra addosso riesco a tirar fuori il massimo, ci tengo particolarmente a onorarla.

Malcotti azzurre 2022
Barbara (in secondo piano) era alla sua terza esperienza in azzurro. La rivedremo ai mondiali?
Malcotti azzurre 2022
Barbara (in secondo piano) era alla sua terza esperienza in azzurro. La rivedremo ai mondiali?
Torniamo alla tua scelta di correre all’estero: te ne sei mai pentita?

Assolutamente no, mi accorgo che in questi pochi mesi già qualcosa è cambiato. La mentalità è diversa, anche in una squadra che non è al massimo livello, l’impostazione resta quella di una formazione WorldTour e infatti il calendario è di grande livello, con prove WorldTour o comunque dove ci si confronta con cicliste di quella categoria. Se vuoi fare il salto di qualità, andare all’estero ormai è una scelta obbligata.

Che comporta anche sacrifici…

Sì, ma devi metterlo in conto. Io sono a casa 4 giorni per mese, tra febbraio e aprile tra ritiri e gare è stato un viaggio continuo. Oltretutto mi sono ritrovata a fare gare che non avevo messo in programma perché nel team ci sono state molte defezioni per covid, così mi sono ritrovata a fare una “full immersion”, anche in quasi tutte le classiche. Sono esperienze che servono per capire come prepararle, spero di avere altre occasioni simili.

La trentina, approdata allo Human Powered Health quest’anno, ha un contratto anche per il 2023 (foto Tristan Cardew/HPH)
La trentina, approdata allo Human Powered Health quest’anno, ha un contratto anche per il 2023 (foto Tristan Cardew/HPH)
L’andamento della tua stagione dice però che nelle corse a tappe ti trovi più a tuo agio.

Sono come un diesel, miglioro con il passare dei giorni. Nelle classiche non ero in forma, ma dovevo farle. Un po’ meglio mi sono sentita gareggiando in Spagna e man mano la situazione è andata sempre migliorando. Il team mi ha inserito nel roster sia del Tour che della Vuelta, saranno test molto importanti per il mio futuro.

Con che spirito ti avvicini alla prima edizione del Tour de France?

E’ una grande scommessa, è la gara più importante e so già che sarà un’esperienza indimenticabile. Ammetto di essere un po’ preoccupata perché mi hanno detto che alcune tappe saranno molto lunghe e molto dure, soprattutto quella di 180 chilometri, una distanza alla quale non siamo abituate e l’esperienza dell’ultimo Giro d’Italia conferma un po’ i miei timori, soprattutto dice che anche le tappe piane non vanno prese sottogamba, puoi perdere minuti per piccoli dettagli. Vedremo quel che avverrà.

La premiazione Under 23 ad Anadia, con l’olandese Van Anrooij prima su Guazzini e la connazionale Van Empel
La premiazione Under 23 ad Anadia, con l’olandese Van Anrooij prima su Guazzini e la connazionale Van Empel
Sai già quale sarà l’impostazione del team?

Credo che correremo soprattutto pensando alle singole tappe, a cercare di entrare nelle fughe, con un paio di elementi che terranno d’occhio la classifica, soprattutto la nuova ragazza arrivata a giugno, la cipriota Antri Christoforou della quale si dice un gran bene (ha vinto la Classique Morbihan ed è finita ai piedi del podio ai Mediterranei, ndr).

Mettiamo un attimo da parte il ciclismo: che cosa significa per una ragazza di 22 anni vivere una simile esperienza all’estero?

E’ qualcosa che ti forma, ti accresce anche culturalmente potendo confrontarsi con ragazze di ogni parte del mondo. Il team è davvero professionale e non fa mancare nulla. Ammetto che a volte ci sono momenti e situazioni nelle quali bisogna adattarsi proprio perché ci si confronta con pensieri e culture diverse, ma ne vale la pena.

Malcotti Valcar 2021
In Valcar la Malcotti è rimasta tre stagioni, fondamentali per la sua crescita
Malcotti Valcar 2021
In Valcar la Malcotti è rimasta tre stagioni, fondamentali per la sua crescita
Non hai mai un po’ di rimpianto per la Valcar?

Rimpianto no, mi trovo bene dove sono, ma non nascondo che a volte penso a loro. D’altro canto sono i risultati a dirlo, si lavora davvero bene in quel gruppo, lo ammiro molto e se la squadra è ai primi posti del ranking, qualcosa vorrà pur dire.

Ti sei prefissa un obiettivo in Francia?

Vedremo come si metterà la corsa, ma lo ammetto, punto alla Top 3 nella classifica delle giovani. Sono matura per quel traguardo…

Da Santini una divisa speciale per la Trek-Segafredo al Tour

08.07.2022
4 min
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Il Tour de France è da sempre la vetrina ideale per quelle aziende che decidono di presentare in anteprima mondiale le loro ultime novità. A volte si tratta di nuovi modelli di biciclette, altre volte di accessori o di nuove divise. In occasione della presentazione ufficiale delle squadre alla vigilia della partenza del Tour, molti team hanno fatto sfoggio dei nuovi kit, alcuni anche decisamente stravaganti, che proprio in questi giorni possiamo ammirare nel corso delle lunghe dirette televisive. Non fa eccezione la Trek-Segafredo. I ragazzi del team americano stanno gareggiando indossando una particolare divisa disegnata per loro da Santini, partner tecnico della squadra.

Per uomini e donne

La nuova divisa che stanno indossando gli uomini della Trek-Segafredo sarà la stessa che utilizzerà la formazione femminile impegnata a fine luglio nella prima edizione del Tour de France Femmes avec Zwift. Il nuovo kit  presenta un design che fonde le scelte cromatiche del team uomini con quello donne.

Il nuovo visual crea infatti un intreccio orizzontale tra il rosso della formazione maschile e il blu di quella femminile, che rimangono separati ad indicare la diversità delle due identità, ma che si fondono al centro a rappresentare la parità tra i due generi. Il messaggio che Trek-Segafredo e Santini vogliono lanciare è molto chiaro: all’interno del team le due formazioni maschile e femminile hanno la stessa importanza e valore.

Parola ai protagonisti

A raccontare come è stato il primo impatto di fronte alla nuova divisa sono due atleti di riferimento per entrambe le formazioni. Elisa Longo Borghini e Toms Skujiņš.

«Non ho alcun dubbio nel dire che questo kit, con questi colori e queste grafiche – esordisce la vincitrice della Roubaix femminile – è uno dei più belli che Santini abbia mai creato per il Team Trek-Segafredo. C’è un dettaglio che, più di ogni altra cosa, mi piace: il bellissimo gioco di sfumature dal blu al rosso. Un mix di colori che, oltre ad essere super cool, è particolarmente simbolico per una squadra come la nostra. Rappresenta l’unità di intenti tra le due formazioni che portano avanti gli stessi colori, valori e obiettivi. Questo kit è un’opportunità per ribadire che noi, in Trek-Segafredo, siamo una squadra sola».

Alle parole della Longo Borghini fanno eco quelle del lettone Toms Skujiņš che racconta l’emozione provata la prima volta che ha visto la nuova divisa.

«Scoprire il kit speciale per il Tour de France è stata una bella sorpresa. Mi piace l’idea – dice – che i design dei completi maschile e femminile vengano combinati insieme e trasformati in un solo kit. Dopo così tanti anni di assenza del Tour de France Femmes, è bello festeggiare il suo ritorno correndo con divise abbinate. Mi piace che il design utilizzi colori che non vediamo spesso in gruppo, il che significa che il kit dovrebbe risaltare. E’ sempre bello avere qualcosa di speciale per il Tour, perché dà una carica in più. Non vedo l’ora di sfruttare al meglio le tre settimane al Tour, e di seguire poi la gara femminile, tutti con indosso la stessa divisa».

Ecco la nuova divisa

Andiamo allora a scoprire la nuova divisa della Trek-Segafredo protagonista in questo mese di luglio sulle strade di Francia. Il kit è composto da una maglia realizzata con due tessuti eco-sostenibili di produzione italiana: Ecofabric RECY by Corno, un tessuto prodotto con filati riciclati derivanti dal recupero di materiali usati o dispersi nell’ambiente, e il Native Ecoknit di Sitip realizzato anch’esso con fibre e filati riciclati e senza l’utilizzo di sostanze chimiche inquinanti. Una scelta aziendale condivisa dal team, per ridurre il consumo di risorse naturali e la dipendenza da energie non rinnovabili. 

La divisa, nella sua versione maschile e femminile, è già disponibile nei migliori negozi ciclo e naturalmente sul sito ufficiale Santini.

Santini

All4cycling ti porta al Tour de France

05.07.2022
4 min
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Per chi ama il ciclismo, luglio significa una sola cosa: Tour da France. La corsa a tappe francese è infatti un evento di portata planetaria in grado di catalizzare per tre settimane l’attenzione di tutti gli appassionati di ciclismo. Spesso scatta la voglia di emulare i propri campioni, protagonisti sulle strade di Francia, sognando magari di indossare la maglia gialla nelle pedalate con i propri amici. All4cycling, e-commerce di riferimento per tutti gli appassionati di ciclismo, può aiutare a realizzare questo sogno. L’azienda ha infatti definito un accordo con ASO in base al quale è rivenditore ufficiale per l’Italia di tutti i prodotti legati al Tour. Si tratta di un riconoscimento di grande prestigio in quanto riconosce a All4cycling il diritto di utilizzare in esclusiva il logo ufficiale della corsa a tappe francese.

All4cycling è diventato rivenditore ufficiale del merchandising del Tour de France e del Tour de France Femmes
All4cycling è diventato rivenditore ufficiale del merchandising del Tour de France e del Tour de France Femmes

Ecco la maglia gialla

Il prodotto che attrae maggiormente l’attenzione di tutti gli appassionati è naturalmente la maglia gialla che da quest’anno è realizzata da Santini e che rappresenta il “vero” trofeo destinato al vincitore. Non mancano poi la maglia verde per il leader della classifica a punti e quella bianca per il migliore giovane. Un posto particolare nel cuore di tutti gli appassionati lo occupa sicuramente la maglia a pois, un capo iconico, destinato a vestire il leader dei gran premi della montagna. Tutte le maglie possono essere abbinate alla relativa salopette per formare un kit completo.

Non mancano naturalmente le maglie “speciali” che Santini ha realizzato per celebrare le tappe più importanti dell’edizione 2022 del Tour de France.

Una delle maglie più iconiche e più amate dai tifosi è quella a pois, dedicata al miglior scalatore
Una delle maglie più iconiche e più amate dai tifosi è quella a pois, dedicata al miglior scalatore

Anche gli accessori

La passione per il Tour può essere soddisfatta non solo indossando la maglia gialla o una delle bellissime maglie riservate ai leader delle altre classifiche individuali. Su all4cycling.com è infatti possibile acquistare tutti gli accessori ufficiali “griffati” Tour de France. Oltre ai classici calzini, guanti e cappellino, troviamo anche il casco modello Valegro di Kask, con una livrea particolare di colore giallo a ricordare le sette vittorie al Tour ottenute da atleti con in testa un casco Kask. Al casco è possibile abbinare l’occhiale Jawbreaker firmato da Oakley con richiami gialli sulla montatura. Per chi desidera aggiungere un tocco di giallo alla propria bicicletta Selle Italia ha realizzato ben tre edizioni speciali della sella Boost Superflow.

La maglia bianca per il Tour de France Femmes sul fondo ha una sfumatura in color aubergine, lo stesso del marchio Liv
La maglia bianca per il Tour de France Femmes sul fondo ha una sfumatura in color aubergine, lo stesso del marchio Liv

Ecco i gadget

Per chi desidera avere un ricordo indelebile del Tour sul sito di all4cycling.com è possibile trovare di tutto: zaini, portachiavi, borse, magneti, borracce. Tutto naturalmente griffato Tour de France. Per i più attenti allo stile ecco l’orologio modello T-Race in edizione speciale con la lancetta dei secondi di colore giallo e con una bicicletta al centro.

Non solo sito

Tutti i prodotti dedicati al Tour de France sono disponibili sul sito di All4cycling nella pagina dedicata.

Chi desidera invece recarsi presso il punto vendita di Gazzada Schianno in provincia di Varese troverà ad attenderlo un corner dedicato al Tour con tutti i prodotti presenti sul sito.

Troverete tutte le maglie ed i gadget del Tour anche presso il negozio di All4cycling a Gazzada Schianno, provincia di Varese
Troverete tutte le maglie ed i gadget del Tour anche presso il negozio di All4cycling a Gazzada Schianno, provincia di Varese

Qui sarà possibile vedere da vicino anche le maglie di leader del Tour femminile che scatterà da Parigi il prossimo 24 luglio in concomitanza con la conclusione della corsa degli uomini. Una sorta di vero e proprio passaggio di testimone fra le due gare.

A livello di grafica le maglie sono identiche a quelle della corsa maschile ad eccezione di quella riservata alla migliore giovane che ha un richiamo nella parte inferiore al colore aubergine del marchio Liv, sponsor di questa particolare classifica.

All4cycling

Cavalli, dal Ventoux uno sguardo a Giro Donne e Tour Femmes

18.06.2022
5 min
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L’ultimo trofeo che ha portato a casa è una pietra miliare bianca e gialla, tipica delle montagne francesi. Chissà dove l’avrà posizionata in auto mentre rientrava con papà Alberto, di sicuro Marta Cavalli (in apertura foto Maheux) l’ha sollevata quattro giorni fa sul podio della prima edizione della Mont Ventoux Dénivelé Challenges. L’attacco decisivo a 2,5 chilometri dal traguardo per centrare in solitaria la sua terza vittoria stagionale, ottava della carriera.

L’ennesima dimostrazione, qualora ce ne fosse ancora bisogno, dello status da top rider che ricopre la 24enne cremonese della Fdj Nouvelle Aquitaine Futuroscope, attesa ora, come ci ha spiegato, dagli appuntamenti – forse i più importanti della stagione – con i colori della sua squadra prima di iniziare a pensare a quelli con la maglia azzurra nella seconda parte.

Marta, innanzitutto com’è il giorno dopo un successo? Ormai ti ci stai abituando…

E’ sempre emozionante. Dal punto di vista fisico è sempre tranquillo perché non pedalo e recupero. Dal punto di vista morale invece è sempre intenso, perché cerco di rispondere a tutti i messaggi di congratulazioni che mi arrivano. In realtà non ci si fa mai l’abitudine a giornate così.

Vinci solo gare prestigiose in pratica. Ed inoltre eri l’unica italiana al via al Ventoux…

Non lo sapevo, non ci avevo fatto caso alla partenza. Amstel Gold Race e Freccia Vallone sono corse WorldTour, hanno tutt’altro valore, e so che la startlist in Provenza non aveva la migliore qualità in circolazione. Però a volte non è semplice lo stesso, perché tutti corrono sui favoriti. Ho fatto gara su me stessa, era un test per me. Con la squadra abbiamo gestito bene tutte le varie fasi ed io ho finalizzato il lavoro. E’ stata una vittoria molto sentita sotto questo aspetto.

Andiamo per ordine. Ti aspettano i campionati italiani. Obiettivi?

Correrò il tricolore a crono (mercoledì 22 giugno a San Giovanni al Natisone in Friuli, ndr). Sarà una prova di 35 chilometri, quindi lunga per noi donne. Sono contenta di farla perché voglio tenere allenato questo tipo di sforzo per il futuro anche se nelle nostre corse a tappe ce ne sono sempre poche. Il tricolore in linea invece sarà tutto piatto (domenica 26 giugno a San Felice sul Panaro, ndr) e quindi poco adatto alle mie caratteristiche. Vediamo però che tipo di gara ci salterà fuori.

Poi rotta sul Giro d’Italia Donne dove parti come una delle favorite anche grazie alla tua squadra…

Sono consapevole di essere una delle maggiori pretendenti, ma non ci do peso. Senza dubbio sarà entusiasmante sentire il tifo italiano sulle strade. Però ora penso solo ad arrivarci nelle migliori condizioni possibili, poi vedremo come staremo col passare dei giorni. E merito alle rivali che andranno più forte. Siamo una bella formazione e mi sarà di aiuto anche se con Cecilie (la danese Ludwig, ndr) ci divideremo un po’ di pressione agonistica.

Hai visto già qualche tappa?

Sì, ne ho approfittato mentre ero in ritiro in altura al Passo San Pellegrino. Ho fatto la ricognizione delle due frazioni trentine, mentre farò un sopralluogo al Passo Maniva prima dei campionati italiani. Sono tre tappe consecutive, le più dure, ma credo che oltre alle gambe conterà tanto anche la testa.

Quali saranno le avversarie da tenere d’occhio?

Credo che tutti si chiedano se qualcuna batterà la Van Vleuten. Sinceramente non ho ancora visto la startlist ufficiale, non so chi sceglierà il Giro e chi il Tour. La Longo Borghini secondo me rimane sempre l’atleta di riferimento, poi ci saranno Blanka Vas, Realini e attendo altri nomi. Però come vi ho detto guardo molto di più a me stessa.

Due settimane dopo la fine del Giro ci sarà il Tour. Andrai con gli stessi gradi di capitano?

In teoria no. In Francia dovrebbe essere al contrario che in Italia e quindi sarà Cecilie che partirà come prima punta. Fra noi c’è grande rispetto e sintonia. Ovvio che poi, sia da una parte che dall’altra, sarà la strada a decidere.

Del percorso del Tour cosa sai?

Ci saranno 8 tappe, ma in media molto più lunghe che al Giro. Una sarà addirittura di 175 chilometri (la quinta, ndr) e le ultime molto impegnative. Ho già visto l’ultima frazione, quella con arrivo alla Super Planche des Belles Filles dove Ciccone prese la maglia gialla nel 2019. Non so se rispetto ad allora lo sterrato sia peggiorato, ma il finale di tappa è davvero duro e tecnico. Si pedalerà su un fondo molto disconnesso. Sarà difficile gestire e guidare la bici perché si arriverà da uno sforzo intenso di più di venti minuti. Sarà un Tour sfiancante.

Infine c’è da guardare anche agli appuntamenti con la nazionale, ora che si sa meglio il tracciato dei mondiali, che avrà un bel chilometraggio oltretutto…

Ormai le corse lunghe sono la normalità e quella iridata sarà di quasi 170 chilometri. Paolo (il cittì Sangalli, ndr) mi ha aggiornata subito dopo il sopralluogo dicendomi che è abbastanza impegnativo. Lo capiremo meglio però quando faremo la prova qualche giorno prima. Comunque io dovrei partecipare solo al mondiale e non all’europeo anche se mi farei trovare pronta nell’evenienza. Ma penso che sia giusto che ci sia turnover in nazionale, è importante per tutti.