Partner ufficiale del Tour de France e del Tour de France Femmes avec Zwift, Santini realizzerà anche per il 2025 le maglie ufficiali dei leader di classifica, insieme alle loro repliche. La collezione sarà arricchita da capi esclusivi ispirati a tappe memorabili e salite leggendarie che hanno reso celebre la Grande Boucle.
Le linee 2025, comprese quelle dedicate alle due competizioni e alla gamma Maillot Jaune, rendono omaggio alla storia e ai simboli di una corsa che da oltre un secolo emoziona il mondo. Ogni capo nasce dal desiderio di esprimere, attraverso il design, l’essenza del Tour: un mix di passione, ricerca e artigianalità pensato per chi vuole vivere da vicino la magia della corsa francese.
Oltre alle maglie ufficiali e alle loro repliche, la collezione include kit speciali che celebrano luoghi chiave del Tour 2025: la Grand Départ a Lille e il 50° anniversario dell’arrivo a Parigi sugli Champs-Élysées.
La maglia dedicata al Gran Depart da Lille…Tra i vari capi (ogni collezione è completa di maglia, salopette, calzini, sottomaglia e cappellino), non vanno dimenticati i guantiniLa maglia dedicata al Gran Depart da Lille…Tra i vari capi (ogni collezione è completa di maglia, salopette, calzini, sottomaglia e cappellino), non vanno dimenticati i guantini
Grand Départ Lille-Nord de France
Per la prossima Grande Partenza, che avverrà da Lille, Santini omaggia la città con una collezione ispirata ai colori della bandiera francese: blu, bianco e rosso.
Un richiamo anche alla squadra di calcio LOSC e alla cultura gastronomica locale, con un originale dettaglio grafico: un cartoccio di patatine fritte. Il kit è composto da maglia a maniche corte, pantaloncino, intimo tecnico, guanti, calze e cappellino per un outfit coordinato.
La maglia degli Champs-Elyseés…C’è anche nella verisone biancaLa maglia degli Champs-Elyseés…C’è anche nella verisone bianca
Cinquanta anni di Campi Elisi
Per festeggiare i 50 anni dal primo traguardo del Tour sugli Champs-Élysées, Santini propone due kit esclusivi. Il primo, Arc de Triomphe, rende omaggio al celebre monumento parigino con una grafica elegante su maglia (in versione blu o bianca), pantaloncino e accessori coordinati.
A questo si affianca la maglia Dash, ispirata all’edizione 1975, vinta da Bernard Thévenet. Lo stile richiama l’energia degli anni ’70, combinando look rétro e tecnicità moderna.
Santini non ha trascurato il Tour Femmes: vivace la maglia per la grande partenza dalla BretagnaE molto bello anche il pantaloncino ad essa collegatoSantini non ha trascurato il Tour Femmes: vivace la maglia per la grande partenza dalla BretagnaE molto bello anche il pantaloncino ad essa collegato
Tour Femmes
Il Grand Départ del Tour Femmes 2025 si terrà in Bretagna, e Santini lo celebra con una maglia ispirata alla bandiera bretone Gwenn ha Du. Bianco e nero dominano la grafica, arricchita da simboli culturali locali come l’ermellino e la bigoudène.
Accenti arancioni e fucsia evocano Zwift, insieme allo slogan Watch the Femmes. Il kit comprende maglia, pantaloncino e accessori coordinati.
Si prende quota con la sottomaglia della collezione Col de la MadeleineChiudiamo con la maglia Hautacam: elegantissima e… molto francese!Si prende quota con la sottomaglia della collezione Col de la MadeleineChiudiamo con la maglia Hautacam: elegantissima e… molto francese!
Collezione Maillot Jaune
Alla collezione Maillot Jaune si aggiungono due nuovi omaggi a scalate storiche del Tour: Hautacam e Col de la Madeleine.
La maglia Hautacam celebra una delle salite simbolo dei Pirenei, tornata decisiva nella tappa 12 del Tour 2025. Bianca e minimale, è attraversata da una banda tricolore sul petto. Il kit comprende maglia, pantaloncino, intimo, guanti, calze e cappellino.
Col de la Madeleine omaggia uno dei valichi più duri del Tour, previsto nella tappa 18 verso Courchevel. La maglia, blu con banda gialla, richiama i colori della squadra KAS Kaskol e la vittoria di Andrés Gandarias nel 1969. Il kit include maglia, pantaloncino, intimo, guanti e cappellino.
Dopo averla vista rinunciare alla Sanremo e alla Gand-Wevelgem in favore della compagna Lorena Wiebes ed esserci chiesti come faccia a sembrare così soddisfatta, sono le parole della stessa Lotte Kopecky a far capire che questa sarà una stagione diversa.
«Mi sono allenata meno sull’intensità – dice la campionessa del mondo a Het Nieuwsblad – e ho fatto allenamenti lunghi di resistenza. Ciò potrebbe avere un’influenza sulla mia prestazione al Fiandre e alla Roubaix, perché finora non ho fatto sforzi del genere in gara. Ma in ogni caso, ho voluto battere una nuova strada per puntare alla classifica generale del Tourde France».
Dalla Sanremo alla Gand, Kopecky è stata artefice delle volate di WiebesDalla Sanremo alla Gand, Kopecky è stata artefice delle volate di Wiebes
In rotta sul Tour
Alla SD Worx-Protime hanno il fortunato imbarazzo di potersi dividere i traguardi più importanti. E con Vollering che è partita e Van der Breggen che per ora resta un passo indietro, il Tour de France Femmes era diventato di colpo figlio di nessuna.
Per questo Kopecky non si è fatta pregare: ha già vinto due Fiandre e una Roubaix ed è già stata seconda nel Tour del 2023. Perché non accettare la sfida? Del resto lo scorso anno è arrivata seconda in un Giro d’Italia che soltanto la caparbietà e la classe di Elisa Longo Borghini sono riuscite a sottrarle. Ce n’è abbastanza per farci sopra una ragionata approfondita.
Al Tour del 2023, Kopecky ha perso la maglia gialla solo sul Tourmalet finale, spodestata dalla compagna VolleringAl Tour del 2023, Kopecky ha perso la maglia gialla solo sul Tourmalet finale, spodestata dalla compagna Vollering
Dal Fiandre alla Liegi
Si spiega così l’inizio di stagione rallentato, con il debutto alla Sanremo del 22 marzo, mentre di solito negli ultimi anni era previsto per a febbraio. Se l’obiettivo è il Tour che viene a fine luglio, spostare tutto in avanti è una necessità comprensibile, che però non fa passare in secondo piano le grandi classiche in arrivo.
«Dopo una stagione intensa come l’ultima – prosegue – il mio corpo reclamava un lungo periodo di riposo. Ho iniziato la stagione più tardi, semplicemente perché ne avevo bisogno. Ma intanto la forma è buona e i segnali in allenamento sono positivi. Questo dà fiducia. Mi avvicino alle prossime gare con l’intenzione di vincerle. Ho già conquistato per due volte il Fiandre, ma ammetto che mi piacerebbe avere su una parete di casa la foto della vittoria con la maglia iridata. E poi ci sarebbe anche la Liegi, che non ho mai vinto, ma scegliere è troppo difficile, perciò proverò a vincerle tutte».
Correva per Wiebes, ma l’accelerazione di Kopecky sul Kemmel alla Gand ha fatto maleCorreva per Wiebes, ma l’accelerazione di Kopecky sul Kemme alla Gand ha fatto male
Il tempo di vincere
Sembra di capire che il rodaggio sia ormai agli sgoccioli e che dalla Dwars door Vlaanderen di oggi ci sarà un cambio di priorità e la sagoma da inquadrare sarà quella iridata e non più quella della campionessa europea.
«Lorena (Wiebes, ndr) è sempre molto grata per il mio lavoro – dice – e nelle ultime gare è stata semplicemente la migliore opzione per la squadra. Quindi mi piace lavorare per lei. A tutti piace vincere, ma contribuire alla vittoria di una compagna è anche molto bello. E nel frattempo, sacrificandomi per lei, ho acquisito anche il ritmo gara».
Roubaix 2024 vinta con la maglia iridata: il Fiandre invece le manca…Roubaix 2024 vinta con la maglia iridata: il Fiandre invece le manca…
Quale altura?
Dopo la Liegi, la campionessa del mondo si dedicherà a un ritiro in altura, durante il quale effettuerà allenamenti più lunghi in salita. Come ha raccontato il team manager Stam, la sua preparazione per la Sanremo si è svolta in Spagna, simulando l’altura all’Hotel Syncrosphera, grazie alle sue camere ipobariche. Sarà così anche a maggio o sarà montagna?
«Ho adottato un approccio diverso per non avere rimpianti dopo – dice Kopecky – ma se va male, potrei non ripeterlo più».
Come dire che va bene un anno da fachiri inseguendo la maglia gialla del Tour de France, ma la sensazione è che la campionessa del mondo non voglia farne una malattia.
Matej Mohoric si è preso la Roubaix sulle spalle e l'ha onorata sino in fondo, finché i campioni non hanno aperto il gas. Ha corso pensando a Colbrelli
Demi Vollering tornerà in gara domattina per la prima tappa della Setmana Ciclista Valenciana indossando una nuova maglia da quando nel 2021 lasciò la Parkhotel Valkenburg per approdare e successivamente sbocciare al Team SD Worx.
Per la campionessa olandese (immagine Instagram in apertura) che fa base da anni in Svizzera, il 2024 è stato un anno sicuramente positivo, tuttavia… ferito dalla sconfitta nelle due gare cui forse teneva di più. Se infatti nel computo delle vittorie rientrano la Vuelta, Itzulia Women, il Giro di Svizzera e la Vuelta a Burgos, i secondi posti al Tour de France e ancor di più il quinto ai mondiali di Zurigo restano come ferite ancora pruriginose.
La incontriamo virtualmente attraverso lo schermo di un computer nella conferenza stampa di vigilia della stagione alla FDJ-Suez, la ex squadra di Marta Cavalli, nata vent’anni fa per far crescere il ciclismo femminile e che ha di recente dichiarato senza mezzi termini di voler vincere il Tour de France. Per questo oltre a Vollering sono arrivati Juliette Labous e uno sponsor ambizioso come Specialized. Lei racconta, noi abbiamo la possibilità di riempirla di domande.
Abbiamo intervistato Demi Vollering ieri durante la presentazione della FDJ-Suez a ParigiCon Vollering sul palco anche Muzic e Labous, due delle altre leader della squadra franceseAbbiamo intervistato Demi Vollering ieri durante la presentazione della FDJ-Suez a ParigiCon Vollering sul palco anche Muzic e Labous, due delle altre leader della squadra francese
Come va con la nuova squadra?
Davvero bene. Ho fatto un’ottima preparazione invernale, mi sento già come in casa mia. Ovviamente all’inizio è stato spaventoso per me entrare a far parte di un nuovo team con così tante nuove persone intorno a me. Ma devo dire che i primi training camp sono stati davvero utili e ho scoperto che quelle facce nuove erano anche molto gentili. Qui alla FDJ-Suez ho trovato un’atmosfera molto rilassata, niente da dimostrare o qualcosa del genere. E’ davvero bello essere qui.
Il cambio di squadra ti ha ricordato il primo giorno in una nuova classe?
Il primo incontro fa sempre un po’ paura, ma per fortuna conoscevo già quasi tutti, come ci si conosce stando in gruppo. Appena ho firmato, ho cominciato a osservare tutto quello che facevano, proprio per farmi un’idea più precisa. Poi l’anno è finito e non c’è stato tanto da aspettare. Abbiamo degli ottimi sponsor, ho con me nuovamente Specialized e tutto è molto professionale.
Il precedente cambio di squadra c’era stato nel 2021. Quanto sei diversa come donna da allora?
Questa è una buona domanda. Ero ancora molto giovane e inesperta di questo sport, non sapevo molto, soprattutto parlando di tattica, ritrovandomi di colpo con compagne molto forti. In questi quattro anni, sono cresciuta tanto come donna. Penso anche di aver imparato a parlare molto meglio, perché prima ero molto timida. Sono cresciuta in tanti aspetti diversi. Ovviamente sono sempre la stessa Demi, ma ho imparato tanto e sono cresciuta per cui in parte sono davvero un’altra persona.
Vollering e Kung, ciascuno a suo modo un gigante. La FDJ-Suez e la Groupama-FDJ sono però entità distinteVollering e Kung, ciascuno a suo modo un gigante. La FDJ-Suez e la Groupama-FDJ sono però entità distinte
Dovrai condividere la leadership con Muzic e Labous, ma del resto sei abituata…
Certo. E’ sempre molto bello avere compagne di squadra così forti. Non solo Evita e Juliet, ma l’intera squadra è super forte. Penso che sia molto importante per tutte le gare cui puntiamo. Lavoriamo tutti molto duramente per raggiungere i nostri obiettivi e penso che tutti condividiamo la stessa passione e la stessa determinazione.
L’anno scorso il Tour ti è sfuggito per appena 4 secondi, sarà il tuo obiettivo principale per il 2025?
Il Tour de France è sempre stato un grande obiettivo per me e anche per la squadra, per cui sarà bello lavorare insieme per vincerlo. Ci saranno anche altri traguardi, anche se quello resta il bersaglio grosso.
C’è una grande differenza rispetto alle altre squadre in cui hai corso prima?
Molte persone pensano che far parte di una squadra francese significa dover parlare solo francese e lavorare in modo meno professionale. Per me in realtà è l’opposto. E’ davvero una bella squadra, pensano ad ogni dettaglio. Faccio un piccolo esempio. Quando eravamo al primo ritiro in Spagna, per tutto il tempo ho sentito il bisogno di cambiare qualcosa sulla mia bici, ma non sapevo cosa. Sono rimasta calma, ho continuato ad allenarmi e ho aspettato che il personale di Specialized tornasse per vedere cosa volessi modificare. Ho provato una sella diversa, ma non è cambiato molto. Allora mi hanno detto che forse avrei potuto provare un attacco manubrio più lungo, perché passando da Sram a Shimano, mi sentivo più corta rispetto al solito. Poteva essere una soluzione, ma ho pensato che non sarei riuscita a trovare un attacco più lungo lì in Spagna.
Demi Vollering ha vinto il Tour Femmes 2023, mentre è arrivata seconda nel 2024 per appena 4 secondiDemi Vollering ha vinto il Tour Femmes 2023, mentre è arrivata seconda nel 2024 per appena 4 secondi
Invece?
Invece si sono presentati con un nuovo manubrio e una nuova bici e questo ha reso super facile testare le cose. Hanno caricato la mia vecchia bici sull’ammiraglia, in modo che potessi cambiare se non andava bene. Questi sono piccoli dettagli molto importanti per i corridori e dicono molto sulla squadra.
La scorsa stagione non è stata perfetta, hai cambiato qualcosa nell’approccio con questa?
Lavoro con un nuovo allenatore e già questo rende le cose diverse, anche se non penso di cambiare molto. Gli allenamenti sono un po’ diversi, ma alla fine la base è la stessa. Sei sempre su una bici e fai ore e lavori specifici. Di sicuro, questo inverno è stato molto più rilassato e calmo. L’anno scorso ho dovuto prendere tante decisioni e ricordo bene lo stress. Quest’anno invece ho potuto pensare soltanto ad allenarmi, per cui mi sento molto più pronta.
Che cosa intendi con le decisioni da prendere lo scorso inverno? Pensavi già di cambiare squadra?
Era una decisione importante che dovevo prendere ed è stata ovviamente molto difficile. L’anno prima era stato per me un tale successo che sarebbe stato molto difficile eguagliarlo nella stagione successiva. Per questo ho cominciato a pensare di cambiare squadra, ma volevo essere sicura di non sbagliare. Osservavo ogni piccolo dettaglio ed ero impegnata in molte conversazioni cercando di prendere però la decisione anche con il cuore. Volevo essere completamente sicura che fosse la migliore. Mi è costata tanto, ma credo sia stata ottima e spero che ne avremo conferma durante la stagione.
Demi Vollering è nata a Pijnacker, in Olanda, il 15 novembre 1996. E’ alta 1,72 per 57 chili (foto FDJ-Suez)Demi Vollering è nata a Pijnacker, in Olanda, il 15 novembre 1996. E’ alta 1,72 per 57 chili (foto FDJ-Suez)
Molte persone non vedono l’ora di assistere alla battaglia tra voi e la SD Worx, tu cosa ti aspetti da Lotte Kopecky e Anna Van der Breggen, che era anche il tuo preparatore?
Prima di tutto, non la vedo come una battaglia tra le due squadre, penso che sia una sfida con tutte le altre squadre del gruppo. Penso che molte si faranno avanti con corridori forti e questa è una buona presentazione per la prossima stagione. Avremo atlete forti in quasi tutte le squadre. Ma ci tengo a dire che non voglio vendicarmi della SD Worx o qualcosa del genere, perché l’ho lasciata con buoni sentimenti. Ovviamente vogliamo batterli, ma questa è un’altra cosa.
Pensi davvero che Lotte Kopecky possa diventare una rivale per i Grandi Giri?
Penso che Lotte abbia dimostrato di poter essere già molto forte in salita. Sono molto curiosa di sapere come si preparerà e come starà, ovviamente, in gara. Non ho dubbi però che possa essere una grande rivale per la vittoria assoluta del Tour.
Nel panorama estremamente dinamico ed in crescita del ciclismo su strada, dove cambiamenti e innovazioni sono all’ordine del giorno, Shimano conferma il proprio impegno prolungando la partnership con il team UCI Women’s WorldTour FDJ-Suez. Già partner tecnico ufficiale dal 2023, Shimano continuerà così a supportare la squadra francese fino al 2026, con un contratto estendibile per altri due anni.
Le atlete della FDJ-Suez pedaleranno con il gruppo Shimano Dura Ace Di2Le atlete della FDJ-Suez pedaleranno con il gruppo Shimano Dura Ace Di2
L’azienda giapponese fornirà al team i suoi prodotti più avanzati, tra cui il sistema Dura Ace Di2, garantendo prestazioni di cambiata e frenata di livello superiore. Questo supporto tecnologico è fondamentale per sostenere il calendario agonistico del team FDJ-Suez. Così da assicurare alle atlete un vantaggio competitivo nelle competizioni di alto livello. FDJ-Suez si presenta al “via” della nuova stagione con un “roster” di atlete di assoluto valore. Brillano Demi Vollering, vincitrice del Tour de France Femmes avec Zwift 2023, e Juliette Labous, campionessa nazionale francese. Accanto a loro, cicliste del calibro di Elise Chabbey e Ally Wollaston contribuiranno a rendere il team ancora più competitivo. Dopo un 2024 che ha portato 13 vittorie, inclusi due titoli nazionali, le aspettative per il 2025 sono davvero altissime.
«In un momento di significativi cambiamenti nelle sponsorizzazioni – ha dichiarato Stephen Delcourt, il Direttore Generale di FDJ-Suez – era per noi cruciale preservare questa partnership. Shimano non è solo un riferimento tecnico, ma anche un alleato a lungo termine che condivide i nostri valori di innovazione e prestazioni».
La partnership tra Shimano e il team francese WorldTour proseguirà fino al 2026Anche dischi e pinze saranno marchiate Dura AceLa partnership tra Shimano e il team francese WorldTour proseguirà fino al 2026Anche dischi e pinze saranno marchiate Dura Ace
Il ciclismo femminile
«Il Women’s WorldTour – ha sottolineato Yuzo Shimano, Senior Executive Officer di Shimano – rappresenta una nuova era, caratterizzata da competizione tattica e un pubblico in espansione. Shimano vuole ispirare le nuove generazioni di cicliste. Per questo la collaborazione con FDJ-Suez riflette perfettamente ed in modo molto chiaro il nostro impegno per questo sport».
Fondata nel 2006, FDJ-Suez è diventata una delle squadre più vincenti del ciclismo femminile. Vanta 75 vittorie e in generale successi in gare prestigiose come il Giro, la Vuelta e Classiche Monumento. Shimano, dal canto suo, sviluppa dal 1921 componenti di altissima qualità per il ciclismo. Grazie a oltre un secolo di esperienza, l’azienda giapponese con quartier generale a Osaka si conferma un punto di riferimento nel settore. Il suo contributo non è solo rivolto alle vittorie degli atleti, ma anche a garantire esperienze ciclistiche uniche per gli appassionati di tutto il mondo.
Urska Zigart apre una porticina sul mondo di Pogacar. L'inizio della loro storia. La vittoria al Tour del 2020. E le cose della vita che li hanno uniti
Inutile girarci intorno: quello che attende Lotte Kopecky è un anno importante. Portando in giro quella maglia iridata che veste da quasi un anno e mezzo, la belga si prepara a una stagione intrigante e delicata che dovrà dire se sta davvero cambiando pelle. Nel consueto appuntamento con la stampa prima del via ufficiale, l’iridata ci tiene a mettere alcune cose in chiaro.
Lo fa partendo dalla coabitazione con la campionessa europea Lorena Wiebes, dalle caratteristiche tecniche anche abbastanza simili alle sue a differenza di quanto avveniva con la Vollering. Una coabitazione difficile in seno alla SD Worx? La campionessa di Rumst non è di questo parere.
Con la Wiebes c’è buon feeling. Le due verranno gestite attraverso obiettivi diversiCon la Wiebes c’è buon feeling. Le due verranno gestite attraverso obiettivi diversi
«Abbiamo obiettivi diversi e anche se guardiamo all’anno scorso potete notare che è andato tutto abbastanza liscio tra noi due, quindi non vedo alcun problema in questo. Ognuna ha i suoi target e finché sappiamo l’uno dall’altro cosa vogliamo, penso che difficoltà non ce ne siano».
Ora ritroverai Demi Vollering come avversaria e non più come compagna di squadra, non averla più nel team quanto cambia come tattiche e gestione delle corse?
Sì, sarà tutto diverso. Ma penso che sia importante concentrarsi solo su noi stessi, sul nostro gruppo, su come lavorare. Non dovremo concentrarci troppo su di lei, sarà un’avversaria come un’altra.
La Kopecky insieme alla Vollering, seconda e prima al Tour 2023. Ora sono fiere avversarieLa Kopecky insieme alla Vollering, seconda e prima al Tour 2023. Ora sono fiere avversarie
Hai sfiorato la vittoria finale al Tour e al Giro, ti ritieni una ciclista da grandi corse a tappe o restano le classiche il tuo target?
Mi piacciono le classiche, questo è sicuro. E’ vero, ho chiuso due volte al secondo posto in un grande giro senza una preparazione specifica, senza una predisposizione, questo vale molto. Ma io resto la Lotte di sempre, che va a caccia di ogni traguardo e cerca di cogliere ogni occasione. Qui siamo tutti curiosi di sapere quanto lontano possiamo arrivare se ci proviamo. Quindi è chiaro che anche una maglia in un grande giro diventa un obiettivo.
Non hai paura che per migliorare in salita possa perdere qualcosa della tua esplosività allo sprint?
Beh, dipende da come ci alleniamo. Certo. Penso di essere riuscita a gestirlo abbastanza bene per mantenere l’equilibrio di quei componenti tra essere esplosivi e arrampicarsi bene, è come una bilancia e magari quest’anno penderà un po’ di più dalla parte della salita piuttosto che dello sprint. Ma le caratteristiche non cambiano, resto una delle più esplosive e quindi non vedo alcun problema in questo.
Ma hai cambiato qualcosa nella tua preparazione quest’anno?
Sì, dopo l’anno scorso così lungo e stressante ho avuto molto più riposo rispetto all’anno prima e abbiamo anche optato per una preparazione più facile verso la stagione che sta arrivando.
La Kopecky in allenamento. Nel 2024 ha corso per 48 giorni con 17 vittorieLa Kopecky in allenamento. Nel 2024 ha corso per 48 giorni con 17 vittorie
In questo e nel prossimo anno, prima dell’inizio delle qualificazioni olimpiche, la pista rimane nel tuo programma?
Credo di sì, anche se è un anno un po’ complicato. Per ora ci sono solo gli europei e una prova di Coppa delle Nazioni, a cui non correrò perché non si adatta al mio calendario. Per quanto riguarda i campionati del mondo alla fine dell’anno, ci sono ancora dei dubbi sul farli o non farli, ma per conto mio a un mondiale non direi mai di no.
Hai vinto tantissimo negli ultimi tre anni, qual è la corsa che vincendola ti farebbe sentire una ciclista completa?
La risposta è forse il Tour, ma forse solo per quanto questo tipo di corsa è lontana dalle mie caratteristiche di base.
Le classiche restano un obiettivo primario. Qui la vittoria in solitaria al Fiandre 2023Le classiche restano un obiettivo primario. Qui la vittoria in solitaria al Fiandre 2023
Il tuo programma com’è strutturato?
Rispetto al passato ci saranno alcuni cambiamenti. Come dicevo, ho preso l’approccio in maniera molto più comoda, quindi inizieremo un po’ più tardi, ma partiremo subito forte con una novità come la Milano-Sanremo. La stagione sembrerà diversa dall’anno scorso e cercheremo di affrontarla anche in modo diverso rispetto a prima. Era già nei piani iniziare da lì per avere una preparazione più mirata e tranquilla. Avevo anche bisogno di staccare un po’ per via di problemi al ginocchio retaggio dell’ultima stagione.
I mondiali in Rwanda, visto che sono una corsa per scalatori, come li vedi?
Penso che il campionato del mondo sarà davvero duro. Voglio dire, questo è quello che ho sentito dire sul percorso. Ma ovviamente devo vederlo di persona per giudicare. Ma sono campionessa del mondo, è anche un dovere per me esserci. Cercherò di farlo al meglio.
Per la belga la pista resta un grande amore. Vuole essere presente ai mondiali di fine stagionePer la belga la pista resta un grande amore. Vuole essere presente ai mondiali di fine stagione
Qual è la situazione del ciclismo femminile belga, Kopecky a parte?
Non siamo così grandi, questo è chiaro rispetto ad altri movimenti come Olanda o Italia, ma voglio dire, stiamo diventando più forti. Ci sono atlete che stanno crescendo a vista d’occhio, come la De Wilde ancora U23, o la Ghekiere. E poi ci sono alcune giovani, ne escono fuori ogni anno. Questa è la cosa più importante, continuiamo a crescere. Quindi forse non sarà questo o l’anno prossimo o l’anno dopo ancora, ma sono abbastanza sicura che in futuro avremo una nazionale davvero buona, Kopecky a parte…
Ma senti di essere un esempio trascinante per le altre?
Sì e questo è davvero importante. A volte non mi rendo conto di quanto mi ammirano o di quante cose loro vogliono imparare in realtà. Ma ci provo. Cerco di dare il buon esempio e questo è qualcosa che conta. Anche più di tante vittorie, se puoi lasciare qualcosa per il domani.
Pauline Ferrand Prevot attacca sulla Madeleine e si prende tutto: tappa e maglia gialla. Un sogno che si avvera dopo ori in ogni specialità del ciclismo
L'avvicinamento di Kopecky alle Olimpiadi è passato anche attraverso il Giro d'Italia Women. Dopo tanto volume, ora la belga andrà alla ricerca della brillantezza
IL PORTALE DEDICATO AL CICLISMO PROFESSIONISTICO SI ESTENDE A TUTTI GLI APPASSIONATI DELLE DUE RUOTE:
VENITE SU BICI.STYLE
bici.STYLE è la risorsa per essere sempre aggiornati su percorsi, notizie, tecnica, hotellerie, industria e salute
Perché continuare a chiamarli Grandi Giri se durano appena otto giorni? E’ l’osso che abbiamo iniziato a mordere subito dopo la presentazione del Giro d’Italia Women a Roma. Se il Giro, il Tour e la Vuelta degli uomini sono un mondo a parte per le loro tre settimane, perché le corrispondenti gare delle donne (in apertura il podio del Tour 2024 con Niewiadoma, Vollering e Rooijakkers) hanno soltanto due tappe più delle restanti gare a tappe del calendario WorldTour?
«Sfondate una porta aperta – ha commentato quella sera Elisa Longo Borghini – due settimane dobbiamo raggiungerle. Romperò le scatole a Giusy (Virelli, direttrice del Giro d’Italia Women, ndr) fino a farle venire l’esaurimento.
Abbiamo così pensato di dare un seguito all’affermazione di Elisa e a questa nostra sensazione, iniziando da chi è appena scesa di bici e ha frequentato le nostre atlete di vertice nel suo ruolo di collaboratore tecnico della nazionale: Marta Bastianelli.
Marta Bastianelli ha corso 11 Giri d’Italia e nella corsa rosa ha chiuso la carriera nel 2023Marta Bastianelli ha corso 11 Giri d’Italia e nella corsa rosa ha chiuso la carriera nel 2023
Tre settimane sarebbero troppe, due sarebbero giuste?
Io direi che intanto si potrebbero fare 10 tappe, per iniziare l’avvicinamento alle due settimane. Ovviamente se parlate con una leader come la Longo o come potrebbe essere la Vollering, dicono di passare subito a due settimane, perché sono abituate anche a carichi importanti di lavoro, e probabilmente io avrei detto la stessa cosa, visto che andavo bene sempre negli ultimi giorni.
Quindi è un’ipotesi plausibile?
Facendo una panoramica generale, dico che si potrebbe cominciare passando a 10-12 giorni, per poi arrivare a due settimane. Potrebbe essere una buona soluzione. Si avrebbe più tempo di spalmare meglio le difficoltà, si potrebbe fare qualche tappa un po’ più semplice, magari tutta di pianura. Invece così le difficoltà sono concentrate e si nota nell’impegno quotidiano. E si capisce anche. Senza contare che in otto giorni non si può fare il Giro di tutta l’Italia ed è un peccato che la corsa sia concentrata in poche regioni, ma come fai?
A meno di non fare trasferimenti esagerati, è inevitabile.
Abbiamo fatto anche quelli, come quando partimmo dalla Sardegna, ma è impegnativo. Così come basta che vada via una fuga che prende tanto terreno e avere pochi giorni davanti rende difficile recuperare. Quindi secondo me non è una brutta idea allungare la durata.
Giro Women 2024, doppia scalata del Block Haus: Kopecky al livello della Longo BorghiniGiro Women 2024, doppia scalata del Block Haus: Kopecky al livello della Longo Borghini
Però in modo graduale, giusto?
Serve un avvicinamento progressivo. Se passi di colpo a due settimane, rischi che tante squadre che magari sono piene di giovani non vengano neppure, perché non troverebbero giusto sottoporre le loro ragazze a quel tipo di carico.
Secondo te è più un problema di preparazione o più un fatto mentale?
Secondo me è mentale. Se ci pensate, quando sei a casa, le fai due settimane filate di allenamenti duri, il fisico è abituato. No, secondo me è una questione mentale. Come quando ci fu una reazione forte per l’arrivo sul Tourmalet. Qual è il problema: nel Tour Donne di tanti anni fa, era all’ordine del giorno. O come nel 2024 quando al Giro d’Italia si è fatto il doppio Block Haus. Ma cosa doveva succedere? Mi sembra che l’abbiano fatto tutti, non è successo niente, è stato semplicemente impegnativo. E anzi, la Kopecky che è una donna da classiche, per poco non se ne serviva per vincere il Giro. Secondo me è mentale. Ed è ovvio che, sapendolo prima, l’atleta ha più tempo di prepararsi al superiore impegno fisico dei Grandi Giri.
Il primo Tour vinto da Fabiana Luperini nel 1995 aveva 13 tappe e oggi il livello della preparazione è infinitamente superiore.
Secondo me bisogna mettersi anche nei panni degli organizzatori di questi Giri. Provo a immaginare cosa possano avere in testa quelli del Giro d’Italia e del Tour. Alle loro corse partecipano anche delle squadre che non sono agli stessi livelli di una Lid-Trek, di una UAE Adq o di un SD Works. Ci sono squadre che partecipano al Giro d’Italia solo con ragazze giovani, che in alcuni casi lavorano e nel resto del tempo si dedicano al ciclismo. Tenere la corsa sugli 8 giorni impedisce che ci siano differenze troppo marcate.
Come succede negli uomini, con tre sole squadre affiancate alle WorldTour.
Infatti le squadre WorldTour bene o male hanno tutto lo stesso livello, per le continental è diverso. Prendiamo ad esempio una piccola squadra italiana. Se proponessi subito il raddoppio delle tappe, finirebbero per non arrivare sino in fondo. E poi andrebbe risistemato il calendario.
Il secondo dei sei Tour vinti da Fabiana Luperini, quello del 1997, aveva 12 tappe, con due semitappe l’ultimo giornoIl secondo dei sei Tour vinti da Fabiana Luperini, quello del 1997, aveva 12 tappe, con due semitappe l’ultimo giorno
Di certo i 13 giorni di quest’anno fra Giro e Tour dovrebbero essere aumentati.
Se continuano a tenere i Grandi Giri così ravvicinati, costringi le atlete a scegliere il Giro oppure il Tour. Però è un cambiamento che credo si possa fare avendo il giusto tempo. Prima i Grandi Giri esistevano anche per le donne, non c’è niente di strano.
Dicevi che tu da corridore avresti votato a favore?
Se parlaste con i miei direttori sportivi, direbbero che Marta andava bene dal penultimo giorno in poi. Negli ultimi giorni andavo meglio che nei primi, quindi avrei detto di sì per questo motivo, ma chiaramente avrei messo a punto una preparazione tale da poter reggere una settimana in più.
Cosa ti pare del Giro d’Italia Women 2025?
Un bel Giro, mi viene da pensare che sia molto più aperto rispetto allo scorso anno. Ci sono buone possibilità per tutte le tipologie di atlete. E poi non sarà chiuso fino all’ultima tappa. La penultima, quella di Monte Nerone, è impegnativa, perché un arrivo in salita di 15 chilometri lascerà il segno. Però anche l’ultima tappa sul circuito del mondiale del 2020 non passerà inosservata. Sarà un bel Giro anche quest’anno.
Il Buon Anno Nuovo ce lo dà Vittoria Guazzini. L’oro olimpico della madison di Parigi apre il 2025 guardandoci dentro per vedere cosa le riserverà. Molto passerà da lei e dai suoi colpi, altrettanto dalla sua FDJ-Suez che si presenta rinnovata e decisamente rinforzata per raggiungere gli obiettivi cerchiati in rosso.
Gli ultimi giorni del 2024 Guazzini li ha passati nel velodromo di Montichiari proprio dopo aver festeggiato il ventiquattresimo compleanno a Santo Stefano e prima di fare altrettanto con l’affiatato e vincente gruppo azzurro della pista. Un viaggio dalla Toscana alla bassa bresciana che profuma di inizio carriera e che adesso è uno degli aspetti da incastrare al meglio nel fitto programma su strada che la attende. Lo scambio degli auguri di queste festività è stato più di un pretesto per fare due chiacchiere con Vittoria.
Vittoria è alla quarta stagione nel team francese. A fine 2025 scade il contratto e ci sono i presupposti per il rinnovo (foto FDJ-Suez)Il ritiro in Spagna è servito per i classici test, oltre che per macinare chilometri tutte assieme (foto FDJ-Suez)Vittoria è alla quarta stagione nel team francese. A fine 2025 scade il contratto e ci sono i presupposti per il rinnovo (foto FDJ-Suez)Il ritiro in Spagna è servito per i classici test, oltre che per macinare chilometri tutte assieme (foto FDJ-Suez)
La tua presenza a Montichiari è in ottica europei di Zolder?
I giorni in pista erano già fissati da tempo. Ora come ora non penso che li correrò. Sono in programma dal 12 al 16 febbraio, quindi un mese dopo rispetto all’anno scorso, ma pochi giorni prima dovrei esordire su strada al UAE Tour (dal 6 al 9 febbraio, ndr). Vedremo come fare, di sicuro ne devo parlare bene con Marco (Villa, il cittì della pista, ndr).
Con la tua squadra hai già stilato una bozza del calendario che farai?
In linea di massima sì, però fino alla fine della primavera. L’ultima gara di quel segmento di stagione potrebbe essere l’Amstel Gold Race. Prima però farò tutto il blocco delle classiche delle pietre in Belgio. Tra la Gand e la Roubaix mi piacerebbe fare bene, raccogliere qualcosa di buono sia in quei giorni, ma anche prima se ci fosse l’occasione.
A inizio dicembre buona parte della FDJ si è radunata in California nella sede di Specialized, nuovo fornitore di bici (foto Etienne Schoeman)Il grande obiettivo della squadra è il Tour de France Femmes. Guazzini saprà quale corsa a tappe farà dopo la primavera (foto FDJ-Suez)A inizio dicembre buona parte della FDJ si è radunata in California nella sede di Specialized, nuovo fornitore di bici (foto Etienne Schoeman)Il grande obiettivo della squadra è il Tour de France Femmes. Guazzini saprà quale corsa a tappe farà dopo la primavera (foto FDJ-Suez)
Al Giro d’Onore hai detto che ti piacerebbe vedere il velodromo di Roubaix…
Sì, per forza, perché vorrebbe dire che non sono caduta (ride, ndr). Nel 2021 mi ero rotta una caviglia in gara, nel 2023 addirittura il bacino durante la ricognizione, quindi potete capire che mi accontenterei di arrivare al traguardo. Battute a parte, spero di avere e mantenere la giusta condizione in quel periodo per poter provare ad essere competitiva anche in quella corsa.
A proposito di obiettivi, ne hai già in mente qualcuno in particolare?
Adesso non ci sto pensando troppo. Tuttavia qualcosa c’è già. Vorrei riconfermarmi campionessa italiana a crono. Avrei puntato anche al mondiale a crono in Rwanda, ma ho guardato il percorso su VeloViewer e ho capito che se ne parla nel 2026. Onestamente non capisco perché continuino a disegnare tracciati così duri e poco adatti a specialisti. Il percorso della prova contro il tempo dei mondiali di Zurigo era assurdo, con una discesa molto pericolosa, soprattutto su una bici da crono. Meglio lasciar perdere…
Muzic batte Vollering alla Vuelta, a conferma della grande crescita della scalatrice francese. Ora sono compagne e puntano in altoGuazzini era preparata alla conoscenza di Vollering grazie alle “dritte” di Cecchini, sua ex compagna alla SD Worx (foto FDJ-Suez)Muzic batte Vollering alla Vuelta, a conferma della grande crescita della scalatrice francese. Ora sono compagne e puntano in altoGuazzini era preparata alla conoscenza di Vollering grazie alle “dritte” di Cecchini, sua ex compagna alla SD Worx (foto FDJ-Suez)
Meglio pensare ai Grandi Giri? Il Tour Femmes è il grande obiettivo della tua FDJ-Suez.
Come dicevo prima non so ancora quali correrò. Dipenderà molto da come uscirò dal periodo delle classiche e quindi dal relativo programma. Certamente possiamo dire che non è un segreto che la nostra squadra voglia vincere il Tour, a maggior ragione visto che è un team francese. Non pensiamo però solo a quei dieci giorni di luglio, c’è tanto altro a cui puntare. Per ora sono solo parole. Dovremo vedere quando la stagione si aprirà ed entrerà nel vivo come saremo messe.
La campagna acquisti è stata fatta proprio per la Grande Boucle. Cosa ne pensi?
Prima di tutto lasciatemi dire che mi dispiace molto non avere più compagne come Marta, Cille e Grace (rispettivamente Cavalli, Ludwig e Brown, ndr). La nostra era una formazione forte e attrezzata già prima. Penso a Evita Muzic che ha fatto un grande salto di qualità, cogliendo ottimi risultati l’anno scorso. E’ indubbio comunque che il nostro organico abbia fatto ulteriori passi in avanti. Credo che siamo competitive in tutti i reparti. Ad esempio è arrivata Wollaston, che io conosco bene perché ci siamo spesso trovate in pista. Non era con noi in questi ritiri perché è a casa sua in Nuova Zelanda, ma sono certa che Ally darà tanto alla squadra. Così come Chabbey e le giovani Rayer e Gery.
Tra i nuovi arrivi della FDJ c’è anche Labous, co-capitana nei Grandi Giri e gregaria di lusso per VolleringE’ arrivata anche Chabbey dalla Canyon-Sram, un’atleta esperta e ottimo collante nell’economia della gara (foto FDJ-Suez)Per gli sprint è arrivata Wollaston. Guazzini è convinta che darà tanto alla squadraTra le tante novità, c’è anche l’arrivo in ammiraglia di Lars Boom dalla SD Worx (foto FDJ-Suez)Tra i nuovi arrivi della FDJ c’è anche Labous, co-capitana nei Grandi Giri e gregaria di lusso per VolleringE’ arrivata anche Chabbey dalla Canyon-Sram, un’atleta esperta e ottimo collante nell’economia della gara (foto FDJ-Suez)Per gli sprint è arrivata Wollaston. Guazzini è convinta che darà tanto alla squadraTra le tante novità, c’è anche l’arrivo in ammiraglia di Lars Boom dalla SD Worx (foto FDJ-Suez)
Gli arrivi più importanti sono stati Labous e Vollering. Com’è stato il primo impatto con loro?
Molto buono. Ho conosciuto Juliette e Demi durante il primo ritiro in California (con tappa da Specialized, nuovo fornitore di bici e caschi, ndr) e poi ancora meglio in quello in Spagna per i primi allenamenti. Si vede subito che sono atlete vere, che si interessano a piccole cose e curano il dettaglio. Giù dalla bici sono ragazze estremamente di compagnia, molto tranquille. Diciamo che ero più preparata su Demi perché me l’aveva descritta molto bene Elena (Cecchini, ndr) duranti le gare e i ritiri con la nazionale.
Quest’anno ti scade il contratto. Stai pensando anche a questo?
E’ ancora molto presto per discuterne, però posso dirvi che sto molto bene nella FDJ-Suez. Prima di ogni cosa dovrò far parlare la strada, poi valuteremo anche questo punto.
Vittoria Guazzini vuole riconfermarsi tricolore a crono e al 2025 chiede un bell’exploit su strada, magari in una classica del Nord (foto FDJ-Suez)Vittoria Guazzini vuole riconfermarsi tricolore a crono e al 2025 chiede un bell’exploit su strada, magari in una classica del Nord (foto FDJ-Suez)
Sei la prima intervistata del 2025 e puoi esprimere un desiderio. Cosa chiede Vittoria Guazzini al nuovo anno?
Bella domanda, devo dire che mi trovate un po’ impreparata. Non saprei, ma resto in ambito agonistico così non sbaglio. Al 2025 chiedo un bell’exploit su strada, uno di quelli da far sobbalzare e far dire “che brava la Guazz”. Ecco, questo. Non so dove, non so quando, ma l’importante che arrivi (e ci saluta sorridendo alla sua maniera mentre ci scambiamo nuovamente gli auguri di Buon Anno, ndr).
La sensazione è che nel voler a tutti i costi raggiungere il livello degli uomini, l’ossessione del Tour de France sia diventata centrale anche nella progettazione dell’attività femminile. Scorrendo le principali strategie nel mercato degli squadroni quel che traspare è proprio la voglia di maglia gialla, che ha persuaso la FDJ Suez a puntare su Labous e Vollering e la UAE Team Adq su Elisa Longo Borghini. Del mercato più recente parliamo con Giada Borgato, voce tecnica della RAI, cui abbiamo affidato il compito di aiutarci in questa lettura.
«I colpi di mercato più grossi – dice scaldando la voce – sono quelli da parte della UAE prendendo la Longo e la FDJ che sta facendo uno squadrone. Si sono mosse le leader e hanno portato con sé delle compagne. Per il resto c’è stata una campagna acquisti in linea con gli altri anni. Tutto gira intorno al Tour. La FDJ ha preso la Vollering solo ed esclusivamente per vincere il Tour. Per lei hanno fatto una squadra perfetta, senza velociste. Hanno preso Wollaston, che è veloce ma soprattutto una ragazza completa. Per il resto è una squadra incentrata sulla salita e sui Grandi Giri. Se Vollering va al Tour, useranno la Labous per il Giro e poi per aiutare al Tour».
Abbiamo chiesto a Giada Borgato, voce tecnica di Rai Sport, di commentare per noi il ciclomercato WorldTour delle donneAbbiamo chiesto a Giada Borgato, voce tecnica di Rai Sport, di commentare per noi il ciclomercato WorldTour delle donne
Pare che quando proprio Labous ha firmato fosse per essere leader al Tour e non abbia preso troppo bene l’arrivo di Vollering.
Se è così, è un colpo bello duro. Passa da essere una leader a seconda punta. Può puntare al Giro, perché non credo che Vollering venga in Italia, ma non sarà bello al Tour vedere la francese più forte che tira. Credo anche che alla squadra importi poco. Vogliono vincere il Tour e hanno scelto su chi puntare.
Come vedi Longo Borghini alla UAE?
Hanno un budget importantissimo, ma fino ad ora non hanno mai brillato da qualche parte. Avevano bisogno di avere un’atleta top nei Grandi Giri e hanno preso quella che ha vinto il Giro d’Italia, che è presente nelle classiche e le vince. Avevano bisogno di trovare una leader e direi che hanno fatto un’ottima scelta. Elisa ha portato con sé Brodie Chapman ed Elynor Backstedt. Due donne di fiducia, due lavoratrici che non sono proprio scalatrici, però possono fare il loro lavoro in pianura e nella prima parte di salita. Per quello trova la Magnaldi e si spera che Persico possa tornare ad alto livello. Per come abbiamo visto, quando in salita rimangono in poche, i giochi di squadra servono e non servono.
Se tu fossi Silvia Persico, che gira attorno al Giro delle Fiandre da 4 anni, l’arrivo della Longo che lo ha appena vinto sarebbe una bella notizia?
Non penso che il suo arrivo le dia fastidio, anzi forse si toglie di dosso un po’ di pressioni: scaricarle sulla Longo le farà anche bene. Mentre nelle classiche, se tornerà ai suoi livelli, potrebbe avere più libertà di movimento, perché le telecamere sarebbero sulla compagna.
Dopo tre anni senza correre, Anna Van der Breggen sarà in grado di tornare regina?Dopo tre anni senza correre, Anna Van der Breggen sarà in grado di tornare regina?
La Lidl-Trek si indebolisce perdendo Elisa?
Perde la Longo e probabilmente Gaia Realini diventerà leader per i Grandi Giri. Avrà delle buone compagne, come Fisher-Black e Rejanne Markus, che saranno sue gregarie. Non che Fisher-Black sia sotto alla Realini, perché abbiamo visto che quando vanno in salita più o meno sono uguali. Anche la Markus è cresciuta tanto, ma la squadra sta investendo tanto su Gaia, per cui penso che sarà un anno importante in cui vedremo il suo carattere, cioè se è capace e se è pronta per fare la capitana.
Secondo te lo è?
E’ cresciuta tanto nelle crono, che è fondamentale per i Grandi Giri. Per sua fortuna il Tour non ne avrà e questo sarà un vantaggio. Aver perso la Longo sarà l’occasione per dimostrare fin dove è arrivata. Per il resto la Lidl-Trek rimane una squadra completa, che può essere presente su tutti i fronti. Nelle classiche più dure e in volata, con Spratt, Van Dijk, Balsamo e Van Anrooij.
Secondo te DSM ha fatto una scommessa a prendere Marta Cavalli oppure sono certi di recuperarla?
La DSM non ha fatto grandi cambiamenti. Probabilmente Labous è andata via perché le hanno fatto una bella offerta: il progetto della FDJ è ambizioso e magari lei era convinta di andare lì per fare la leader. A quel punto gli olandesi hanno puntato su Marta. Hanno fatto bene. Sono contenta che l’abbiano voluta per provare a rilanciarla. Lei non promette nulla, ma dopo l’anno che ha avuto è giusto che parta con i piedi per terra. Prima dell’Emilia mi aveva detto che ancora non era salita in bici e si stava sistemando, non sapeva quando sarebbe ritornata alle corse. Sentire che è ripartita, che è contenta e che ha trovato una bella squadra, a me fa piacere.
Labous, quinta al Tour, passa alla FDJ Suez, dove troverà Demi VolleringLabous, quinta al Tour, passa alla FDJ Suez, dove troverà Demi Vollering
Cosa ci aspettiamo, stando sempre in DSM, da Barale e Ciabocco?
Di Francesca mi parlano tutti benissimo, una ragazza che lavora tanto e sta crescendo. Finora ha sempre corso per le compagne, facendo un egregio lavoro. Chissà che con l’uscita di Labous, i piani in squadra non cambino e per lei sia la volta buona di avere più libertà. Intanto, sia lei che Ciabocco avranno un anno in più. Sono ragazzine che si impegnano e sono sempre a disposizione della squadra. Una cosa che al giorno d’oggi non è così scontata, perché vedi che passano e vogliono vincere subito.
Senza Vollering, la SD Worx si è tanto indebolita?
Hanno sette nuovi ingressi e sei uscite. E’ uscita la Vollering, ma pure Fisher-Black e Reusser: tre nomi importanti. La svizzera è forte, vince e aiuta. In compenso c’è il ritorno della Van der Breggen, ma bisognerà capire se sarà all’altezza di sostituire una Vollering. Deve prendere il suo posto, a meno che Kopecky non diventi atleta da corse a tappe. Sarebbe una bella rivoluzione, però ha fatto seconda al Giro 2024 e anche al Tour del 2023 e secondo me lei è capace di tutto. Però se tutto rimane nella norma, dovrebbe pensarci Van der Breggen. In più hanno preso Haberlin, una svizzera di 26 anni che viene dalla mountain bike. Harvey, sempre per le corse a tappe, ma non parliamo certo della gregaria più forte che ci sia. Hanno preso l’altra Kopecky (Julia, 20 anni, Repubblica Ceca, ndr) e anche Lach. Di base rimane un quintetto di ragazze forti come Kopecky, Wiebes, Vas, Bredewold e Van den Broeck.
Chi lavora per il futuro forse è la Visma-Lease a Bike, no?
Hanno preso praticamente il meglio delle juniores che c’erano libere, tra Wolf, Chladonova e Bunel. La prima ha vinto il Trofeo Binda da junior ed è arrivata terza nella crono juniores di Zurigo. Chladonova ha vinto i mondiali di mountain bike, terza ai mondiali di ciclocross e seconda nella crono juniores di Zurigo. E poi c’è la Bunel che ha vinto il Tour de l’Avenir. Oltre a loro ci saranno Marianne Vos, che è l’osso duro, e anche Pauline Ferrand Prevot.
L’arrivo di Longo Borghini può togliere pressione alla Persico e farla correre con la mente più liberaL’arrivo di Longo Borghini può togliere pressione alla Persico e farla correre con la mente più libera
Ti è parso strano il fuggi fuggi dalla Ceratizit?
Dicevano che dovesse unirsi con la Lotto, in modo che anche i belgi diventassero WorldTour e loro riuscissero a gestire una fragilità finanziaria. In realtà mi sembra che tutto rimanga com’è. Mi diceva Arzuffi che l’hanno lasciata a piedi da un giorno all’altro. Era anche un po’ preoccupata perché la squadra aveva detto che l’avrebbero tenuta, invece prima del mondiale le hanno detto di no. Poi per fortuna ha trovato la Laboral, che pare sia davvero piena di soldi e voglia di arrivare nel WorldTour.
Chiudiamo con Chiara Consonni alla Canyon?
Davvero non mi aspettavo che andasse lì, avrei pensato più a una Lidl-Trek. Ha un treno tutto da costruire, perché quella è una squadra che va bene anche nei Grandi Giri. Hanno Niewiadoma che ha vinto il Tour, ma anche Bradbury e Niedermaier. Chiara si troverà a lavorare con Paladin e Dygert, quando lei ci sarà, perché fa sempre un numero limitato di corse. Backstedt può stare bene nel treno e magari la “Conso” avrà scelto in base a dove avrà più possibilità. Alla Canyon non ci sono altre velociste, avrà di certo campo libero. Ma loro hanno preso anche la Ludwig, altra ragazza da rimettere in piedi, perché quest’anno non si è mai vista. Ha avuto problemi fisici e anche lei ha pagato cara una caduta. Come la Cavalli, ha tirato tanto la corda. Erano super forti e super tirate e secondo me si sono anche fomentate tra loro per dimostrare chi fosse la più brava, perché tra donne succedono anche queste cose. Secondo me si sono tirate il collo tutte e due e poi alla prima caduta, oltre al fisico è saltata anche la testa.
Dopo il faticoso passaggio olimpico e il Tour per rimettersi in bolla, Balsamo riparte dalla primavera e dalla voglia di divertirsi. Il tunnel è alle spalle
Dopo quattro stagioni le strade di Demi Vollering ed Elena Cecchini si separeranno. L’olandese si è accasata alla FDJ Suez, mentre per il 2025 l’azzurra rimarrà in maglia SD Worx-Protime. I cammini quindi prendono sentieri differenti e mentre la preparazione riparte, approfittiamo per parlare con Elena Cecchini del suo rapporto con Demi Vollering. Le due hanno condiviso spesso le loro strade, in allenamento e in gara. Sono state accanto nei successi e nelle sconfitte, dividendo momenti ed emozioni sempre nuove.
«Sicuramente – dice Cecchini – con Demi (Vollering, ndr) ho avuto un rapporto speciale. Siamo state in camera insieme qualche volta, spesso nel primo anno alla SD Worx, nel 2021. Ho scoperto il suo lato umano e caratteriale, cosa che mi ha aiutata molto ad affrontare il mio ruolo di gregaria. Lavorare per lei è stato un piacere. Mancherà tanto alla squadra e a me come persona. E’ un’atleta che quando hai accanto ti senti di poter vincere ovunque».
La didascalia di una questa foto su Instagram recita: “Persone che avranno sempre un posto speciale nel mio cuore”La didascalia di una questa foto su Instagram recita: “Persone che avranno sempre un posto speciale nel mio cuore”
Legami unici
Nel momento in cui si condividono esperienze, giorni di gara e di ritiro per tanti anni è normale che qualcosa rimanga. Prima della prestazione e dell’atleta, ci sarà sempre la persona. Soprattutto se il rapporto che si crea è così forte da unire le persone anche al di fuori dell’attività agonistica.
«Il bello di questi legami – continua la friulana – è che poi rimangono, Demi e io continuiamo a sentirci e lo faremo ancora. Siamo e saremo prima di tutto amiche. Quella di Vollering è stata una scelta di lavoro, ma questo non cambia quello che abbiamo costruito e condiviso. So che c’è e ci sarà sempre».
Vollering regala i fiori del podio alla Cecchini alla fine di una tappa al Giro Donne del 2021 (foto Instagram)Vollering regala i fiori del podio alla Cecchini alla fine di una tappa al Giro Donne del 2021 (foto Instagram)
Tu che l’hai vissuta tanto, che ragazza è?
Dal punto di vista atletico, per come l’ho vista in questi anni, penso sia una ragazza che a differenza di altre atlete non si ammazza di lavoro. Sa cosa vuol dire riposare e ha molta cura di questo aspetto. Cura tutti gli aspetti del suo corpo, ad esempio ha l’abitudine di fare yoga la mattina. Ha talento ma non si sovraccarica di lavoro, si allena sempre il giusto.
Di persona invece?
Sicura di sé. Ha un carattere estremamente determinato e molto sensibile. Quest’ultimo aspetto mi ha sempre permesso di andarci d’accordo. E’ una che mostra le proprie sensazioni ed emozioni, anche in pubblico. Parla con lo sguardo e fa capire ciò che prova con il linguaggio del corpo, non si tiene nulla dentro. Spesso ha pianto durante una delle interviste post gara, ha sempre mostrato se stessa.
Elena Cecchini ha affiancato spesso Demi Vollering nelle sue vittorie, qui alla Strade Bianche del 2023Elena Cecchini ha affiancato spesso Demi Vollering nelle sue vittorie, qui alla Strade Bianche del 2023
Mettersi a disposizione di una persona del genere rende tutto più facile?
Lo rende molto piacevole. La vedi in gara e sai esattamente cosa vuole, sia dalle compagne che da se stessa. Ad esempio: quest’anno alla Vuelta aveva la maglia rossa ma si vedeva che non fosse serena al 100 per cento, nonostante avesse dimostrato di essere la più forte. Questo perché nel 2023 aveva perso la corsa per pochi secondi. Così durante la gara le stavo vicina dicendole di non preoccuparsi e che avremmo portato a casa la vittoria. A volte con una ragazza del genere basta una parola.
Al Tour de France si è riproposto lo stesso scenario, con la maglia gialla persa per pochi secondi. Secondo te è una cosa che l’ha segnata?
In quell’occasione non c’ero e certe dinamiche non le ho vissute, anzi non mi sono curata nemmeno di saperle. So solo che in condizioni normali Vollering avrebbe vinto, nel giorno della caduta non so cosa sia successo realmente. Sicuramente era dispiaciuta, perché ha mostrato di poter recuperare, ma le è mancato davvero poco. Chiunque sappia qualcosa di ciclismo riconosce che Demi fosse la più forte al Tour. Lei, come le altre atlete olandesi, ha una capacità di rialzarsi indiscutibile. Tanto che poi ha trovato subito le forze e le energie per puntare al mondiale.
L’olandese fa trasparire le sue emozioni, soprattutto “a caldo” dopo una garaL’olandese fa trasparire le sue emozioni, soprattutto “a caldo” dopo una gara
A guardare la gara di Zurigo sembra che l’abbia sentita molto dal punto di vista emotivo, forse troppo?
Non credo, per diversi motivi. Ci teneva a fare bene perché si correva in Svizzera, a due passi da dove vive. Per come l’ho vista anche al ritiro di ottobre nel quale ha salutato la squadra penso sia soddisfatta della sua stagione. Ha comunque raccolto tanti successi e parecchi piazzamenti importanti. Forse alle Ardenne non era al 100 per cento, ma dalla settimana dopo la Liegi è uscita in crescendo, tanto che le gare da lì a metà giugno le ha vinte tutte.
In tanti hanno parlato di un rapporto che si era logorato all’interno del team…
Rimando le considerazioni al mittente. Chi allenerà Demi Vollering d’ora in poi dovrebbe concentrarsi sul suo futuro e non sul passato. Si è scritto molto e detto altrettanto, me penso sia puro gossip. Fino al Tour i rapporti erano sereni e rilassati. Poi alla Grande Boucle non c’ero, quindi non so se da quel momento in poi sia cambiato qualcosa. Ma a ottobre eravamo tutti distesi e felici di ciò che abbiamo costruito. Mi dispiace anche leggere certe cose.
La delusione per la mancata vittoria del Tour è durata pocoLa delusione per la mancata vittoria del Tour è durata poco
Come sarà vederla con una maglia diversa?
Strano all’inizio, ma poi diventerà normale. E’ giusto che sia così, ci si abitua a tutto alla fine. La cosa particolare sarà vedere la lista partenti e non averla nel nostro team. Penso, tuttavia, che Vollering si troverà bene alla FDJ Suez, è una che va d’accordo con tutti. E’ un team che lavora bene. Poi non so bene quando ci vedremo e in quali gare. A inizio anno il nostro calendario potrebbe non combaciare. Io partirò dal UAE Tour Women e poi vorrei fare le Classiche.