Un mattino con Damiano fra le montagne della leggenda

03.07.2021
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Il Passo Eira è sfiorato dalle nubi basse del mattino, ma non è freddo. Peggio ieri, quando l’acquazzone ha fatto precipitare la temperatura fino ai 5 gradi, sconsigliando i corridori dall’uscire. Damiano Caruso è sceso prima per fare due parole, di cui gli siamo davvero grati. L’intenzione è infatti quella di non distrarsi dalla concentrazione verso Tokyo, quindi anche la nostra presenza sarà ridotta al minimo, rispettando i sui spazi. Il programma di oggi prevede quattro ore fra le montagne della leggenda, ma quando prima di lasciarlo lo vedremo fare ripetute sullo Stelvio con il 53, avremo ben chiaro che cosa possa essere una distanza di quel tipo in termini di lavoro e fatica.

Quota 2.208

I meccanici hanno già messo in fila le bici degli altri ragazzi del Team Bahrain Victorious, ma finora è venuto giù soltanto Gino Mader con i suoi ricci sparsi. Con Damiano, nell’hotel La Tea a Trepalle, appunto al culmine del Passo Eira, ci sono anche la moglie Ornella e i figli Oscar e Greta, che certo rimpiangeranno il mare del Commissario Montalbano, ma non i 40 gradi che in questi giorni attanagliano i sud della Sicilia. Qui adesso ce ne sono 13, le montagne si stagliano nette contro il cielo e la vita sembra più bella. Damiano si siede, il racconto comincia da dove lo lasciammo, a Milano, disfatto sull’asfalto di Piazza Duomo e poi in estasi sul podio del Giro d’Italia. Secondo, chi l’avrebbe mai detto alla partenza?

Neanche nei sogni

«Il dopo Giro – racconta – è stato particolare. Diciamo che le emozioni provate al Giro sono continuate anche dopo. Soprattutto la parte bella è stata quella di sentire da vicino il calore della gente, di tutte le persone che hanno tifato per me e comunque hanno seguito in Giro».

L’abbraccio di Ragusa. Lo stadio. Gli amici. I messaggi. Un’onda inattesa che lo ha travolto e portato lontano, più lontano di ogni orizzonte che avesse immaginato da ragazzino quando partì per andare in Toscana, sognando questo senza il coraggio di dirlo in giro. Damiano è magro, abbronzato e ha lo sguardo determinato. Ha chiuso la porta sulle tante richieste e si è concentrato sul lavoro.

Il ritiro della Bahrain Victorious si trova oltre i 2.000 l’hotel Latea si trova proprio al passo Eira
Il ritiro della Bahrain Victorious si trova oltre i 2.000 l’hotel Latea si trova proprio al passo Eira
E’ stato faticoso?

Magari per qualcuno non lo è, ma per me era tutto nuovo. Mi sono trovato al centro delle attenzioni dei media. Ho passato tante giornate, tanti pomeriggi a chiacchierare con i giornalisti e con le persone che volevano sapere di più di questo Giro. Credo che faccia parte del nostro lavoro, quindi è stata un’esperienza anche questa.

Quando hai saputo di essere uno dei cinque per Tokyo?

Bene o male con Cassani ci eravamo già parlati durante il Giro d’Italia. E dopo Milano mi ha detto che comunque ero uno di quelli quasi sicuri della maglia. Perciò sotto questo punto di vista ero abbastanza tranquillo. Poi c’è stato il campionato italiano. Non mi aspettavo una grande prestazione, per una serie di motivi che tutti possono immaginare, viste le mille cose fatte nei giorni precedenti. Però adesso siamo sulla strada buona. Sono a Livigno per cominciare l’avvicinamento. In realtà è iniziato da un po’, però adesso è il momento di fare le cose giuste per arrivare davvero pronti.

Cosa si fa a Livigno?

Di solito quando vengo su d’estate, si fa mantenimento e anche recupero. Questa volta invece sto lavorando in maniera diversa. Farò dei lavori di qualità. Dovremo essere pronti per la prova in linea di Tokyo e non avremo molte gare per rifinire la condizione. In queste giornate ci sarà da spingere di più.

Dopo il Giro e finita la fase delle interviste, la quiete di Livigno per ripartire
Dopo il Giro e finita la fase delle interviste, la quiete di Livigno per ripartire
Bel posto per farlo…

Penso che Livigno in estate sia per noi ciclisti o gli sportivi in generale, il miglior posto dove prepararsi per gli obiettivi nella seconda parte di stagione. Un posto adatto per andare in bici, ma è anche bello venirci con la famiglia. Diciamo che su queste montagne ognuno può trovarci quello che cerca. Nel mio caso, faccio vita da eremita. Questo ritiro è molto importante. Quindi magari ti ritagli 10 minuti, un’oretta con la famiglia, giusto per stare con i bambini. Ma tutto il resto è incentrato sulla bici e sulle sensazioni personali.

C’è differenza fra l’emozione di Rio e quella di Tokyo?

A Rio ero super contento, perché realizzavo un sogno che era appunto quello di partecipare alle Olimpiadi. Chiaramente sono contento anche adesso, però ora c’è una responsabilità in più, perché ci affacceremo alla gara senza un leader unico, quantomeno ancora dovrà essere deciso. E quindi abbiamo tutti un ruolo più importante.

Cinque capitani alla pari?

Non avendo un uomo di punta ben preciso, dobbiamo ragionare tra di noi su come affrontare la gara e cercare di ottenere il massimo risultato. Questo in ognuno di noi deve essere una motivazione extra, per lavorare al meglio e arrivare a Tokyo al massimo della condizione. Quantomeno fare tutto il possibile per esserlo.

Il risultato del Giro è diventato un’arma in più in termini di convinzione?

Al Giro ho capito semplicemente che quando sono in condizione, con la mentalità giusta e motivato nella maniera corretta, posso competere anch’io con i più forti. E’ chiaro che alle Olimpiadi troveremo i migliori atleti al mondo, quindi il livello sarà veramente alto. Però chiaramente si va in gara per vincere. Non bisogna mai sottovalutarsi e partire già battuti, questo mi sembra ovvio. Perciò io lavoro, sono sereno vado per la mia strada. E poi quello che verrà si vedrà…

Breve pausa per togliere gambali e mantellina ai piedi del Foscagno, poi si parte vero altre montagne
Breve pausa per togliere gambali e mantellina ai piedi del Foscagno, poi si parte vero altre montagne

Un nuovo Caruso

Lo chiamano. Si scende a sinistra e poi si risale verso il Foscagno. Il vento e il sole hanno diradato le nubi, si annuncia una grande giornata di lavoro. Le strade qua in alto sono solcate da decine di ciclisti. Bettiol e Ciccone oggi seguono altre traiettorie. Dumoulin si allena speso per i fatti suoi. I ragazzi del Bahrain Victorious si avviano. Damiano dà in inglese le direttive ai compagni ed è lui ad attivare la posizione in tempo reale su whatsapp affinché l’ammiraglia sia aggiornata sui corridori quando una coda imprevista la costringa a fermarsi. Si va verso lo Stelvio. E se il gigante sarà in buona, l’obiettivo sarà arrivare in cima. Le montagne sono amiche, ma vanno rispettate. E Damiano ha imparato a parlare con loro. Da quando quel giorno verso l’Alpe Motta ne ha riconosciuto il richiamo ed è stato ammesso nel regno dei più grandi. Buona strada, ragazzo.

A Tokyo faremo il tifo anche per la Bmx azzurra

03.07.2021
4 min
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Per la seconda volta in pochi mesi, torniamo ad occuparci su queste pagine di Bmx. Nella prima occasione, a Montichiari, quando i ragazzi si misero alla prova con la velocità su pista, la qualificazione olimpica era un timido auspicio. Invece adesso Fantoni l’ha centrata e parlare con il cittì Lupi ha un altro sapore. Sono giorni di preparativi e gare. Domenica si corre il tricolore a Padova, sulla pista di casa, mentre la settimana successiva (9-11 luglio) la nazionale sarà a Zolder per gli europei.

Lo studio del percorso è decisivo, vista la velocità delle prove. DI spalle Giacomo “Jack” Fantoni
Lo studio del percorso è decisivo, vista la velocità delle prove. Di spalle Fantoni
Come va?

Tutto molto bene, visti i risultati. Ma se posso dire la verità, me l’aspettavo, anche se per la comunicazione mi avevano chiesto di tenere un basso profilo e di conseguenza non mi sono esposto più di tanto. Di fatto, siamo arrivati alla Coppa del mondo a Bogotà, in Colombia, che eravamo già qualificati, ma quella domenica sera abbiamo praticamente ottenuto il… timbro sul passaporto.

Il posto olimpico è di Fantoni, di cui si era già parlato come dell’uomo di riferimento…

Ma la qualificazione è il risultato di tutta la squadra. Certo Fantoni con due finali di World Cup ha ottenuto un bel risultato e quello davvero mi ha stupito. Risultati che si è meritato, infilandosi dove doveva e soprattutto ripetendosi il giorno dopo, facendo 6° e 7° il 29 e 30 maggio a Bogotà. Sono pochi quelli che sono riusciti a ripetersi nella storia della Bmx.

Foto di una partenza in Coppa Europa a Verona, nel maggio 2021
Foto di una partenza in Coppa Europa a Verona, nel maggio 2021
Perché?

Perché è una disciplina molto tecnica e veloce, che sta alla base di tutte le altre: questo non mi stancherò mai di ripeterlo. Ha caratteristiche tecniche e di prestazione in cui non puoi sbagliare nulla. Una gara dura 35”-37”, il minimo errore è fatale. Per cui Fantoni andrà a Tokyo e Furlan sarà la riserva, anche se non potrà volare laggiù. Il terzo uomo invece è Sciortino, che è più giovane e ha lavorato davvero bene.

Credi che vedere in diretta televisiva le prove di Bmx aiuterà a diffondere lo sport?

So che Eurosport le trasmetterà con il commento di Ilenia Lazzaro, padovana come me. Un’Olimpiade come la nostra ha bisogno di visibilità. Serve al movimento e serve per i ragazzi che si spaccano la schiena e spesso non li vede nessuno. E comunque già qualcosa sta cambiando.

Che cosa?

C’è un’aria più serena. La gente mi ferma e fa i complimenti, gli atleti hanno ritrovato nuovo orgoglio nel fare parte del movimento. Puoi fare altre scelte se c’è in ballo il Tour de France e perché entrano altre cose in ballo, ma anche noi abbiamo un dignità.

Fase di volo in allenamento per Fantoni in Colombia. La Bmx esige resistenza, esplosività e grande lucidità
Fase di volo in allenamento per Fantoni in Colombia. La Bmx esige resistenza, esplosività e grande lucidità
Perché Fantoni è arrivato alle Olimpiadi solo adesso?

Ha 30 anni e non sarà il più anziano, perché Graf gareggerà a 32 anni e poi si ritirerà, come del resto ha già annunciato anche Fantoni. Jack è un grande a livello tecnico ed è fortissimo fisicamente, ma forse in passato non è riuscito a metterci la freddezza che invece ha tirato fuori in Coppa del mondo. Arriva a Tokyo con grande esperienza e forte dei risultati ottenuti. Ho sempre detto che alle Olimpiadi sarebbe andato chi avesse concretizzato gli sforzi con qualche risultato.

Fantoni entrerà poi nello staff azzurro?

Non so dirlo, non se ne è parlato, anche perché tutti noi tecnici delle nazionali dovremo ridiscutere le nostre posizioni con la nuova dirigenza federale. Io ho il mio progetto, ma sarà da valutare. Fra le idee, senza far nomi, c’è quella di far entrare nel giro anche un ex atleta che abbia smesso da poco, che possa dare una marcia in più al lavoro.

Foto della spedizione in Colombia. Da sinistra Fantoni, Sciortino, Furlan. Dietro Quintero (collaboratore) e il Ct Lupi
Foto della spedizione in Colombia. Da sinistra Fantoni, Sciortino, Furlan. Dietro Quintero (collaboratore) e il Ct Lupi
Cosa farà Fantoni da qui a Tokyo?

Non gareggerà. Può essere un rischio, ma la gara di Tokyo sarà insolitamente lunga, fra 42” e 43”, per cui d’accordo con il suo preparatore si è deciso di fare un altro blocco di lavoro. E il 21 luglio partiremo.

Per gareggiare quando?

Il 29 e 30 luglio. La fortuna è che nei giorni precedenti potremo girare sul percorso. E’ un bene, perché Fantoni non venne al Test Event del 2019 e al momento sta anche vedendo i video delle gare precedenti. Siamo nel pieno. E fra poco si parte.

Fiorenzuola, verso Tokyo con Balsamo e Paternoster

02.07.2021
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Non aspettatevi alcun pronostico per Tokyo. Le azzurre della pista – in questi giorni in gara a Fiorenzuola per la 24ª Sei Giorni delle Rose (30 giugno-5 luglio) – non si sbilanciano e vivono in modo schematico l’avvicinamento alla rassegna a cinque cerchi. Anzi, lo fanno con qualche brivido. Infatti Letizia Paternoster nella serata d’apertura è rimasta vittima di una caduta che ha tenuto tutti col fiato sospeso, ma alla fine lo staff della nazionale ha potuto tirare un sospiro di sollievo non appena si è rialzata senza conseguenze.

Sfida madison

La trentina (in apertura nella foto Cantalupi) sta duettando nell’americana con Elisa Balsamo (mentre Rachele Barbieri e Vittoria Guazzini formano l’altra coppia azzurra) e proprio loro due sembrano le più accreditate per la prova olimpica, ma tutto è da decidere. Di sicuro, dopo Fiorenzuola, il programma che riguarderà le ragazze prevede Baloise Ladies Tour in Belgio dall’8 all’11 luglio, ritiro in altura al Passo Maniva, allenamenti nel velodromo di Montichiari e partenza per il Giappone il 21 luglio.

Nel 2020 a Fiorenzuola, la stessa coppie (foto Cantalupi)
Nel 2020 a Fiorenzuola, la stessa coppie (foto Cantalupi)

Logica Balsamo

A fine serata nel box azzurro si alternano tecnici e colleghi a genitori, fidanzati e amici, mentre noi intercettiamo prima Balsamo e poi Paternoster che a loro volta si avvicendano tra defaticamento e cena. 

Elisa hai finito la pasta ed ora ti stai gustando dei mirtilli che sembrano aiutarti a ritrovare sia energia che sorriso.

La frutta per me è una salvezza, specialmente d’estate. Poi la mia nutrizionista dice di mangiare sempre frutta colorata che serve per recuperare.

Passiamo all’aspetto agonistico. Dopo le convocazioni, come stai vivendo queste serate a Fiorenzuola?

Dopo aver raggiunto il primo step, ovvero quello di essere chiamata per Tokyo, bisogna cercare di arrivarci col massimo della condizione e adesso questo è l’obiettivo principale.

Sarai piuttosto impegnata tra americana e nell’inseguimento a squadre.

Nel quartetto dovrei esserci sicuramente, spero che sia così anche nella madison, ma io sono qui anche a giocarmi un posto per l’omnium e il mio secondo obiettivo è poter fare tutte e tre le specialità.

A questo punto dovresti fare i conti con tante gare ravvicinate.

In realtà, rispetto a un europeo o mondiale, sono distribuite piuttosto bene (inseguimento a squadre 2-3 luglio, americana 6 luglio e omnium 8 luglio, ndr) e avrei dei giorni di recupero. Se arriviamo là al massimo della condizione, possiamo recuperare più facilmente.

Prendendo spunto da quello che ci ha detto Salvoldi, la coppia Balsamo-Paternoster dà qualche garanzia in più, reduce dal bronzo mondiale a febbraio 2020. Tu cosa ne pensi, hai una preferenza?

Se me lo concedete, devo dire che onestamente è una domanda un po’ velenosa (ride, ndr) ed è il cittì che deve decidere indubbiamente. Non correvo con Letizia da più di un anno ed è stato un modo per ricominciare insieme, ma credo comunque che alle Olimpiadi debbano correre le due ragazze che vanno più forte.

Da qua a Tokyo cosa manca ad Elisa Balsamo?

Finiamo questa Sei Giorni, poi andremo in Belgio per una corsa a tappe, poi ritiro sul Maniva con gli allenamenti a Montichiari, sperando che la condizione cresca.

Brivido Paternoster

Poco più in là c’è la Paternoster, che si disseta ed ha già pronta una bella vaschetta di pasta in bianco con olio e formaggio, la stessa che stanno mangiando sia Barbieri che Guazzini.

Letizia partiamo da quella caduta di mercoledì. Cos’hai pensato in quegli istanti?

Ho provato un grande brivido e mentre stavo volando via mi sono detta: «Ecco, ho già finito tutto. Sei Giorni e Olimpiadi, ancor prima di iniziare». Ho tirato un bel sospiro di sollievo, era la prima madison che facevo dopo Berlino di un anno e mezzo fa e all’inizio ero molto spaesata. Ho battuto la testa e ho finito la gara un po’ intontita, però già il giorno dopo stavo meglio malgrado gli acciacchi.

Può essere stata una sorta di scossa questa caduta in vista delle Olimpiadi?

E’ senz’altro un punto di passaggio dell’allenamento, nel fare fatica, nel migliorare e nel portare al massimo la mia condizione.

Balsamo gira in alto in attesa di scendere e dare il cambio a Paternoster (foto Cantalupi)
Balsamo gira in alto in attesa di scendere e dare il cambio a Paternoster (foto Cantalupi)
Arrivi da un periodo un po’ incolore, dovuto anche da problemi fisici. Ti aspettavi questa convocazione?

Ho passato un anno brutto, forse il peggiore in assoluto della mia vita, e arrivare alle Olimpiadi è un grande traguardo, un grande successo. Che tuttavia non si ferma qui. Per come sono fatta, quando attacco il numero sulla schiena, parto per vincere. E anche quando non sono in forma, ci spero sempre e ci metto sempre l’anima. Oggi essere qui ad inseguire il mio sogno è un’emozione grandissima. Sto dando tutta me stessa per arrivarci al meglio.

Cosa ti aspetti da questa Sei Giorni?

Mi aspetto che la mia condizioni aumenti dopo Fiorenzuola e la gara in Belgio, pronta poi per andare in altura. Sembra che manchi poco ma abbiamo ancora tempo per crescere, anzi…

Cosa?

Proprio in questi giorni parlavo con Elia Viviani. Mi diceva che prima della partenza per Rio non andava avanti e mi sono tirata su di morale, sperando poi di andare come fece lui. Cercherò di stargli vicino così mi trasmette un po’ di onde buone (ride, ndr).

E’ il momento del cambio, Balsamo si lancia (foto Cantalupi)
E’ il momento del cambio, Balsamo si lancia (foto Cantalupi)
A noi il cittì ha detto che se ritrovi la giusta forma potrai riprenderti il posto nel quartetto.

Se succederà, sicuramente sarò io la prima a dire che non sono pronta. E a quel punto diventerò la prima tifosa delle mie compagne. Naturalmente non voglio che succeda questo e voglio essere una pedina importante nel gruppo.

Dietro questa tua rinascita cosa c’è?

Sono diventata più forte mentalmente, ho più fame di fare bene e risultato. Lo stimolo di poter andare alle Olimpiadi è stata l’arma vincente, la forza più grande in assoluto. Se non fosse stato Tokyo, sarebbe stato più avanti ma dovevo inseguire il mio sogno di bambina. E la stagione non è finita, poi riparto con la mia Trek-Segafredo.

In montagna con Bettiol, fra Tokyo e il mondiale

01.07.2021
3 min
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Il toscano della EF Education-Nippo è a Livigno per allenarsi in vista della ripresa delle corse e della trasferta olimpica. Fa parte infatti del quintetto azzurro selezionato da Davide Cassani. E dopo le Olimpiadi, mirino su Vuelta e mondiali: le stradine delle Fiandre gli strizzano l'occhio.

Bettiol arriva a Trepalle che sono le 10, nell’hotel che sorge proprio sul passo Eira, per allenarsi con i ragazzi della Bahrain-Victorious. Il toscano alloggia con la sua compagna Greta nel centro di Livigno, ma fra due giorni salirà anche lui quassù, dove il cielo è più vicino e l’altimetro segna quota 2.172, che ne fanno il borgo più alto d’Italia. A cento metri da qui alloggia anche Tom Dumoulin, che saluta cordialmente, ma ha chiesto di non essere disturbato con interviste e video.

Anche Dumoulin è qui per preparare le Olimpiadi della cronometro
Anche Dumoulin è qui per preparare le Olimpiadi della cronometro

Anche Bettiol è qui per preparare le Olimpiadi e la sua presenza nel quintetto azzurro era già scritta. Cassani aveva cominciato a osservarlo da tempo. E se la vittoria di Stradella era suonata come una conferma, il segnale che aveva convinto il cittì azzurro erano state le sue prestazioni sulle salite lunghe, a partire dal giorno di Sega di Ala.

Così Bettiol è salito in altura, seguendo le indicazioni del suo preparatore Leonardo Piepoli. «Che adesso si fida – dice sorridendo – anche se bonariamente mi sta sempre addosso. Ma cercherò di fare tutte le cose nel modo giusto e di non deluderlo».

Oggi Stelvio

Il programma di giornata del corridore della Ef Education-Nippo prevede quattro ore, con il Foscagno, la discesa su Bormio, lo Stelvio, la discesa ancora su Bormio, poi la salita ai Laghi di Cancano e di nuovo il Foscagno fino a casa. Giorni pesanti, seminando e costruendo la forma, anche simulando lo sforzo del Monte Fuji e della salita più dura del circuito giapponese.

«A Tokyo partiremo alla pari – dice – ma la strada è severa e farà le differenze. Per cui a un certo punto, quando le cose saranno chiare, dovremo essere onesti e parlare fra noi, decidendo per chi lavorare».

Giro d’Italia 2021, la vittoria di Stradella è stata conferma di una grandissima condizione
Giro d’Italia 2021, la vittoria di Stradella è stata conferma di una grandissima condizione

Vuelta e mondiale

Dopo le Olimpiadi arriverà la prova che più di Tokyo gli strizza l’occhio, avendo vinto il Giro delle Fiandre: il campionato del mondo di Louvain.

«Sono due anni che Cassani me ne parla – sorride – e mi ha chiesto per questo di fare la Vuelta. La squadra ha accettato, così dopo le Olimpiadi rimarrò a casa per un paio di settimane, poi saranno in fila Spagna e mondiali. Trentin ha visto il percorso e dice che è adatto anche a me. Per cui non è certo il momento di mollare».

Cassani, cinque nomi: le ragioni delle scelte

01.07.2021
5 min
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Davide Cassani l’idea dei nomi da dare se l’era fatta al Giro d’Italia. E se un nodo restava da sciogliere era legato al nome di Vincenzo Nibali. Ma sono state le parole del siciliano, le sue sensazioni e le prestazioni in crescendo fra il campionato italiano e le prime tappe del Tour a spazzare via gli ultimi dubbi. A quel punto, pur potendo aspettare fino al 5 luglio, Cassani ha preferito dare un nome alle sue scelte, per consentire agli atleti di lavorare nel modo giusto. Spazzando via l’ultima incertezza e impostando al meglio i 30 giorni che li dividevano dalla gara olimpica.

Nibali si è conquistato il posto soffrendo al Giro e costruendo la condizione per le settimane successive
Nibali si è conquistato il posto soffrendo al Giro e costruendo la condizione per le settimane successive
Ma non è stato facile, giusto?

Alla fine certe scelte sono da mal di testa, trovarne cinque è sempre complicato, perché si tratta di lasciare a casa qualcuno che poteva meritare. I cinque hanno dimostrato di stare bene e a Nibali ho lasciato la porta aperta. Ha dimostrato di volerlo a tutti i costi, si è impegnato come non mai. E alla fine mi sono basato sulla fiducia nel corridore e la sensazione che sarà una presenza utile. Mi dispiace invece per Ulissi, Formolo, Masnada e Cattaneo, ma ripeto cinque sono proprio pochi.

Perché a un certo punto è venuta fuori un’intervista in cui sembrava avresti lasciato a casa Vincenzo?

Lo vorrei sapere anche io da dove è venuta fuori. Mi sembra di sognare. Ho detto che Nibali va a Tokyo, se se lo merita. Anche a lui ho sempre detto così, sapendo che mancava un mese ancora. Non ho capito il perché di quell’intervista, ma sono sereno. E lo conferma il fatto che anche Vincenzo non ha detto nulla.

Caruso c’era già a Rio 2016, ma dopo il suo Giro straordinario ha strappato il biglietto per il Giappone
Caruso c’era già a Rio 2016, ma dopo il suo Giro straordinario ha strappato il biglietto per il Giappone
Perché Nibali a Tokyo?

Non voglio portare non un cognome o un corridore per riconoscenza, ma perché sarà utile alla causa azzurra. Gli ho detto che era normale non andare forte al Giro dopo quelle due cadute. E se anche non sarà lì per vincere, avrà la possibilità di parlare e di dare le sue indicazioni. Credo di aver messo insieme una squadra che funziona. Mi sarebbe piaciuto aspettare di più, ma ho preferito dare prima i nomi per quello che dicevamo prima. Per dargli il tempo di prepararsi sereni.

Immagini mai il film della corsa?

Tutti i giorni e ogni giorno penso a come gestire le varie situazioni. Abbiamo una squadra diversa da quella di Rio, dove c’era un solo capitano e anche per questo ho fatto le mie scelte. Ora dovremo decidere come correre. Gli avversari arriveranno dal Tour e non solo. I colombiani saranno forti, i belgi, gli sloveni, gli spagnoli. Se a Rio eravamo tra i favoriti, a Tokyo non lo saremo. Per cui dovremo essere anche capace di interpretare le situazioni con ragazzi che a modo loro potranno essere risolutivi.

Voleva una tappa al Giro e Bettiol ha così lanciato un segnale a Cassani: Bettiol fra le prime scelte
Voleva una tappa al Giro e Bettiol ha così lanciato un segnale a Cassani: Bettiol fra le prime scelte
Credi che la ruggine fra Nibali e Ciccone sia superata?

Non ne ho dubbi. Sono due ragazzi intelligenti e quando si indossa la maglia azzurra, le difficoltà si spianano tutte.

Moscon ha fatto un bel Giro, ma di base ha lavorato…

Gianni sa fare tutto. Sa aiutare, è veloce e con la maglia azzurra si è sempre superato. Ho sempre avuto tanta fiducia in lui e so che si sta preparando benissimo. Sta crescendo, è cresciuto. A Lugano non aveva gli avversari del Tour, ma ha vinto. Abbiamo un rapporto particolare di fiducia reciproca e sono sicuro che a Tokyo avrò il Moscon vecchia maniera.

Moscon è uno di quelli su cui il cittì conta: «Lo conosco bene»
Moscon è uno di quelli su cui il cittì conta: «Lo conosco bene»
Quando si parte?

Il 17 luglio. Saremo fuori Tokyo, speriamo che le misure restrittive siano un po’ meno estreme. Decideremo i percorsi di allenamento il giorno prima, li comunicheremo e potremo andare. Ma del resto non staremo là tanto tempo. Arriveremo, faremo due allenamenti sul percorso e poi sarà tempo di correre. Piuttosto, siete ancora a Livigno?

Ciccone ha mostrato al Giro una grande condizione. E’ veloce e scaltro: un’arma importante
Ciccone ha mostrato al Giro una grande condizione. E’ veloce e scaltro: un’arma importante
Sì Davide, che bel fresco…

Allora ho da chiedervi una cosa: ieri ha piovuto?

Al mattino c’era il sole, ma verso l’ora di pranzo è venuto giù il mondo. Perché?

Allora ho capito. Ho sentito Ciccone e alle sei e mezza era ancora in bici. Doveva fare sei ore ed è uscito quando ha smesso di piovere. Sono in contatto con tutti. Speriamo per Vincenzo che al Tour si diano una calmata. E poi sono convinto che andremo a fare un bel lavoro.

La “Conso” si morde la lingua e si prepara per il Giro

01.07.2021
4 min
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Chiara Consonni te l’aspetti sempre che rida, quel che è strano semmai è che per due giorni non abbia risposto ai messaggi. Come spia di malumore bastava quello, senza chiederle altro. Invece quando ieri ha risposto mentre preparava la valigia per il Giro d’Italia Donne, il timbro era quello dei soliti giorni. Anche se giusto sabato ha saputo che non andrà alle Olimpiadi. E per il suo orgoglio, il suo ruolo di animatrice, vincente e quasi simbolo del gruppo pista, il colpo non è passato inosservato. E ha preferito mordersi la lingua.

«Vi dico la verità – dice – sapevo di non essere al meglio la settimana scorsa. Si sapeva che una sarebbe restata a casa e quando Dino mi ha chiamato, ho capito che toccava a me. La cosa è inaspettata. Mi sono serviti due giorni per mettere ordine ai pensieri. E ora mi sono data altri obiettivi. Faccio il Giro, speriamo di portare a casa qualche tappa».

Selezioni anomale

La selezione è avvenuta con le prove cronometrate della settimana scorsa, dopo le quali Salvoldi ha dato i nomi. E si è materializzato il dubbio sollevato giorni fa da Elisa Balsamo, che si disse perplessa per selezioni fatte a quel modo: «e se una quel giorno sta poco bene, è giusto che comprometta tutto?». E’ il motivo per cui subito dopo sollevammo qualche quesito sul meccanismo delle convocazioni.

Con le ragazze del quartetto azzurro nel ritiro siciliano a febbraio: mancava solo la Paternoster…
Con le ragazze del quartetto azzurro nel ritiro siciliano a febbraio: mancava solo la Paternoster…
Facciamo subito gli avvocati del diavolo: vedi qualche motivo per cui è stato giusto lasciarti fuori?

Bella domanda (ride nervosamente, ndr). Sicuramente a inizio stagione, dopo la prima parte di Belgio, abbiamo fatto le prime prove cronometrate e poi veramente tanta palestra. Tanti lavori di forza che forse nemmeno ero abituata a fare a marzo e che forse nelle corse su strada successive un po’ mi hanno penalizzato. Comunque dopo le Olimpiadi ci sarà altra pista, non è lavoro buttato. E intanto farò la strada che mi serve.

Sei convincente a metà…

Non lo do tanto a vedere, sono impulsiva, è stato bene non rispondere per quei due, tre giorni. Mi sono davvero morsa la lingua. Capisco le scelte, ma ripeto che non me lo sarei mai aspettato.

Avevi già pronto il discorso da fare per chi fosse rimasta fuori, invece è toccata a te…

Il fatto è che partono in 6, ma correranno in 5. Per cui forse di fronte alla possibilità di dedicare un altro mese alla pista e poi restare lo stesso fuori, tanto vale dedicarsi bene alla strada e provare a fare dei risultati.

Pronta per il Giro?

Mica tanto, per partire domattina (oggi, ndr), intendo… Sonoo in un momento critico, davanti alla valigia ancora vuota. Faccio sempre le cose all’ultimo, ma adesso mi ci dedico e la chiudo.

Hai visto un po’ il percorso del Giro, trovato una tappa che ti piace?

Ci sono alcuni piattoni che potrebbero venirmi bene, ma soprattutto quella che fa il Giro del lago di Como, la sesta, da Colico a Colico. Quella mi potrebbe piacere.

E in futuro?

In futuro ci saranno europei e mondiali. E una squadra che magari perderà qualche pezzo importante, ma che sarà sempre competitiva. Mica mi fermo qui, fra tre anni ci sono le Olimpiadi di Parigi

Pogacar: tappa e quasi maglia. E Cattaneo dà i voti

30.06.2021
5 min
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Quel che stupisce è la (quasi) facilità con cui Tadej Pogacar è volato sopra avversari e convinzioni, conquistando la cronometro di Laval, ma non la maglia gialla rimasta a Van der Poel. La tappa di oggi ha semplicemente messo i tasselli al loro posto, stupendo semmai perché su un percorso abbastanza veloce, nonostante qualche strappo lungo il cammino, gli specialisti come Kung non siano riusciti a imporsi sul pur forte corridore sloveno e i suoi 66 chili.

«Oggi è stata proprio una bella giornata – ha commentato Pogacar – non ho fatto errori. Sono stato anche fortunato, perché alcuni avversari hanno corso con le strade bagnate, mentre io ho trovato asfalto e temperature perfetti. E’ stata davvero una bella giornata per me.

«Ho studiato il percorso. Nelle ultime prove a cronometro ho commesso degli errori perché sono partito velocissimo. Qui ho trovato un ritmo perfetto fino alla fine grazie alle prime salitelle. L’obiettivo era non perdere tempo, ma ho guadagnato tempo quindi sono super felice. Sono solo eccitato per l’intero Tour. Mi piacerebbe avere la maglia gialla, ma Mathieu sembra super bello, quindi va bene che la indossi un po’ lui».

Van der Poel fa la crono della vita e tiene la maglia gialla per 8 secondi
Van der Poel fa la crono della vita e tiene la maglia gialla per 8 secondi

Ineos in difficoltà

L’azione della maglia bianca, che a prima vista è parsa leggiadra, si è abbattuta come un maglio sulle aspirazioni dei contendenti. E se Roglic ha ancora il suo bel soffrire per la caduta e alla fine ha dovuto incassare un passivo di giornata di 44 secondi, il gruppo che preoccupa è quello del Team Ineos che fra cadute e passaggi a vuoto si ritrova oggi quasi sparpagliato per ogni angolo della classifica, con Carapaz 9° a 1’44” e il dolorante Thomas 12° a 1’54”.

«Ho corso la miglior crono possibile – ha detto Thomas – ovviamente, non mi sentivo al 100 per cento. Mi sono svegliato stamattina e mi sentivo malissimo, ma una volta che mi sono messo in bici e mi sono rilassato è andata quasi meglio. E’ solo una di quelle cose che devi affrontare, continuando a combattere».

E Cattaneo vola

All’ottavo posto e per un po’ sulla hot seat, Mattia Cattaneo ha proseguito con il filotto d’oro delle cronometro. E così dopo il terzo e il sesto posto nelle due crono del Giro di Svizzera e il podio al campionato italiano, il suo risultato di oggi è la conferma del livello ritrovato del bergamasco, che pure nelle ultime tappe ha avuto il suo bel tirare.

«Sono contento del mio piazzamento – dice – e anche se ho sprecato un po’ di energie, le crono voglio farle sempre bene, soprattutto adesso che sono in forma. Ho fatto il lavoro che dovevo fare e adesso non mi spiacerebbe beccare qualche fuga, con un po’ di fortuna e sperando che non si muova qualcuno di classifica».

Cattaneo ha chiuso all’ottavo posto, per un po’ miglior tempo
Cattaneo ha chiuso all’ottavo posto, per un po’ miglior tempo

Da Pogacar a Carapaz

A lui chiediamo allora come ha visto i primi della classifica, perché un conto è scrutarli dallo schermo, altro è pedalargli accanto.

«Pensavo che Pogacar andasse forte – dice – ma non così. Era una crono da spingere, serviva tanta potenza. Si vede che sta bene perché usa tanto la squadra, stanno sempre davanti. Per le pianure hanno Bjerg e Laengen, che forse sono pochi. Ma adesso iniziano le salite e voglio vedere quanti hanno gente come Rui Costa, Majka, Formolo e McNulty. Secondo me lo sanno che ha una super condizione e lo proteggono bene.

«Quelli della Ineos invece – prosegue – sembrano malconci. Thomas è caduto, Porte è rimasto chiuso da una caduta. Okay sono andati piano, ma in un grande Giro può succedere di tutto. Forse mi aspettavo di più da Carapaz, che nella crono in Svizzera era andato meglio. Fra i due blocchi vedo decisamente meglio quello di Pogacar. Oggi ha vinto, la maglia è rimasta a Van der Poel così lui non deve controllare la corsa. Bene così».

Da Roglic ad Alaphilippe

Chi invece malconcio lo è davvero è Primoz Roglic, che dalla caduta dell’altro giorno è uscito ferito e a vederlo in gruppo si capisce che soffra.

«Secondo me – conferma Cattaneo – vista la caduta che ha fatto, oggi ha volato. E’ stata una caduta potente, non banale. Ieri era tutto incerottato, quindi secondo me ha quasi limitato bene i danni. Invece c’è da capire la classifica di Alaphilippe. Credo che ormai voglia arrivare alle prime salite per capire come risponderà il suo fisico. Il primo giorno ha messo in mostra una gran gamba e quella non sparisce in tre giorni.

«Per esperienza so che in un grande Giro uno o due giorni di crisi capitano a tutti. Solo Armstrong per sette Tour non ne ha avuti e poi magari abbiamo anche scoperto il perché. E io credo che Julian possa ancora dire la sua».

Roglic con il 7° tempo: in classifica ha 1’40” da Pogacar
Roglic con il 7° tempo: in classifica ha 1’40” da Pogacar

In stanza con “Cav”

E per finire, prima di mandarlo a dormire, la domanda è spontanea sul perché sia finito in camera con Cavendish.

«Me lo hanno chiesto – risponde – e io non faccio problemi. Al di là del fatto che ieri abbia vinto, essere in camera con Cavendish al mio primo Tour era comunque un bel privilegio. Ieri poi non ha quasi chiuso occhio, ha faticato ad addormentarsi e io confermo che è stata una delle emozioni più forti da quando sono professionista. Non ci credeva neanche lui, ma credo che adesso abbia ritrovato la sua consapevolezza e possa rifarlo. Visto che volata? Io non me ne intendo tanto, ma cose così le puoi fare solo se hai classe e tanta forza».

Villa e il gioco delle due carte fra Bertazzo e Scartezzini

30.06.2021
5 min
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Se Dino Salvoldi ha confessato la difficoltà nel fare la squadra per Tokyo, a Marco Villa non è andata tanto meglio. Rispetto agli anni in cui trovare un pistard in Italia era una missione impossibile, l’abbondanza crea problemi ai tecnici. Ad ora ci sono ancora due carte fra cui scegliere. E se da un lato ci possiamo fregare le mani, dall’altro si capisce come, avendo condiviso giornate intere a girare in pista e per il mondo, dover lasciar fuori qualcuno per differenze spesso minime sia un momento difficile.

Viviani e Lamon: il primo del quartetto ed Elia che nel quartetto potrebbe anche subentrare, oltre a fare omnium e madison
Viviani e Lamon: il primo del quartetto ed Elia che nel quartetto potrebbe subentrare

«Infatti ho ancora due pensieri – sorride Villa – e sarebbero tre se il Coni non mi permettesse di portare il sesto uomo a Tokyo. Le prove cronometrate di settimana scorsa sono state una complicazione, perché sono andati tutti fortissimo. Ho mischiato i quartetti, ma i singoli hanno fatto la loro parte. Bertazzo è cresciuto tantissimo nell’ultimo anno, Scartezzini non l’ho mai trovato al di sotto del suo meglio. Ma neanche posso buttare il quartetto che a fatto 3’46” in gara. E poi c’è il Covid, che non è ancora passato. Mi ricordo bene che l’anno scorso in dieci giorni prima degli europei, ci siamo ritrovati senza squadra. Facciamo gli scongiuri, Ganna e Viviani sono gli ultimi ad aver finito i vaccini, ma certo la tranquillità non può darcela nessuno…».

Milan è la new entry del quartetto, con gambe super: una delle carte migliori per il quartetto
Milan è la new entry del quartetto, con gambe super: una delle carte migliori per il quartetto
Le simulazioni cronometrate non sono come la gara.

Abbiamo fatto di tutto per ricreare le situazioni. Abbiamo riprodotto l’ambiente e la temperatura. Nella registrazione del contagiri si sente anche un po’ di rumore del pubblico, ma certo non è la stessa cosa. Per questo farò un’altra prova anche oggi e andrò a Tokyo dopo qualche prova a Fiorenzuola e San Pietroburgo.

Come fa Ganna a prepararsi per la crono e per il quartetto?

Sta lavorando differenziando i lavori fra strada e pista. E trovando, dove si può, dei punti di contatto. Ieri e oggi il programma prevede doppia sessione, mattina e pomeriggio, in pista. Poi scarico, quindi lavoro per la crono a casa. Ma anche durante quella fase farà partenze da fermo con bici da crono che somigliano a quelle che farebbe in pista, sia pure con rapporti diversi. E gli stessi lavori di velocizzazione che su strada fa a 108 pedalate, su pista li farebbe a 116.

Nel frattempo ha anche corso su strada.

Ha fatto Appennino e Lugano, prima i due campionati italiani. Ed è stato sullo Stelvio. Faremo sessioni due giorni di lavoro duro, in modo che non diventi pesante, senza richiamare la forma adesso, perché ci servirà tra un mese. Richiamo di forza potrà essere anche la Settimana Italiana in Sardegna, l’ultima rifinitura, in cui andremo a spingere. E Pippo se vorrà potrà anche tentare qualche azione per se stesso.

Michele Scartezzini, Montichiari 2020
Michele Scartezzini ha puntato tutto sulla pista grazie alle Fiamme Azzurre e il suo livello è salito tantissimo
Michele Scartezzini, Montichiari 2020
Michele Scartezzini ha puntato tutto sulla pista grazie alle Fiamme Azzurre e il suo livello è salito tantissimo
Come sta invece Viviani?

L’avevo già visto bene prima del Giro, anche se non ha vinto. Le due vittorie alla Adriatica Ionica gli hanno dato morale e magari permetteranno di dare una svolta sul piano del contratto. Magari non firmerà prima di Tokyo, ma partire sapendo di aver trovato l’accordo è un bel peso in meno. Di sicuro al momento è pieno di impegni fra istituzioni e sponsor. Spero siano tutti ora, in modo che poi possa concentrarsi sulla preparazione.

Qualcuno dice che la cerimonia di apertura sarà un peso…

Io dico che sarà un onore. Ci sarà da partire il 21 luglio, con il guaio che non potremo entrare in pista prima del 28. Per cui dopo la cerimonia inaugurale, Elia sarà aggregato al gruppo strada, starà nella casa in cui alloggeranno gli altri e si allenerà anche dietro moto.

Liam Bertazzo
Liam Bertazzo oggi come oggi potrebbe essere un ottimo secondo per il quartetto
Liam Bertazzo
Liam Bertazzo oggi come oggi potrebbe essere un ottimo secondo per il quartetto
Perché il velodromo non sarà accessibile prima?

Perché i giapponesi hanno fatto sapere che lo apriranno solo cinque giorni prima. A Sydney andammo 13 giorni prima, è un discorso loro su cui non entra neppure il Cio. L’idea è che si sono presi l’impegno di organizzare ugualmente le Olimpiadi, ma lo faranno alle loro condizioni. Per cui arrivi all’ultimo e riparti subito dopo. Così abbiamo spostato la partenza al 25. Il 26 viaggiamo, il 27 ci sistemiamo e il 28 saremo in pista.

E’ vero che avrete il braccialetto elettronico?

Quasi… Avremo un’app nel telefono da scaricare 14 giorni prima di andare, che dovremo aggiornare con tutti gli spostamenti. I corridori sono abituati con l’Adams, noi un po’ meno. E’ obbligatorio farlo, sennò sei fuori. Per allenarsi su strada c’è la deroga, ma va dichiarato il percorso e non puoi fermarti a prendere un caffè o per interagire con altre persone fuori dalla bolla. Se lo fai, sei fuori. Non possiamo prendere taxi, a meno che non sia di quelli autorizzati. E lo stesso guardano quanto cellulari entrano nello stesso mezzo, per scongiurare gli assembramenti.

Viviani farà omnium e madison?

E deve essere pronto anche per il quartetto, qualora servisse, visto che le sue tirate possono farci comodo. Per questo gli ho chiesto di prepararlo e lo sta facendo. Elia è una delle carte che possiamo giocare su più tavoli.

Ganna sta lavorando a metà fra la pista e la strada (crono)
Ganna sta lavorando a metà fra la pista e la strada (crono)
Quando prenderai una decisione sui ruoli nel quartetto?

Aspetterò fino all’ultimo momento possibile. Lamon fa il primo. Consonni può essere un buon secondo e anche Milan. Se vedessi che Consonni non ha nelle gambe i tre quartetti, sono sicuro che Bertazzo è il miglior secondo. Per contro, se i ruoli sono tutti coperti, Scartezzini può essere riserva nella madison, mentre Consonni lo può essere per l’omnium. Mi piacerebbe gratificarli tutti, ma non si può. E poi c’è da considerare gli equilibri del quartetto.

Cioè?

Cioè Ganna sta agevolmente a ruota di Scartezzini, che è molto composto. Milan invece è leggermente più scomposto e così magari Pippo è meno tranquillo e questo serve anche come suggerimento per Milan. Insomma, ci sono tante cose in ballo. Per questo tirerò più avanti possibile. Finché non verranno a cercarmi e mi diranno: «Villa, cosa hai scelto? Metti giù le carte…».

Salvoldi, nomi e ruoli per le sfide di Tokyo

29.06.2021
5 min
Salva

Le ragazze l’hanno saputo sabato. Venerdì hanno fatto l’ultimo allenamento in pista, poi il cittì Salvoldi si è preso un giorno per riflettere e l’indomani ha comunicato i nomi per Tokyo delle atlete azzurre del gruppo pista e quelle della strada, per le quali ovviamente il percorso di selezione è stato diverso.

Il problema di base è l’abbondanza. Salvoldi aveva iniziato a dircelo ai primi allenamenti a Montichiari, alla ripresa dopo il lockdown, rendendosi conto che il gruppo era cresciuto in qualità e quantità. E alla fine di tutte le osservazioni, non è che ci fossero differenze così abissali da rendere la scelta obbligata.

Paternoster assieme a Elisa Balsamo, nella madison di bronzo ai mondiali di Berlino
Paternoster assieme a Elisa Balsamo, nella madison di bronzo ai mondiali di Berlino

«La scelta per la pista – dice il tecnico azzurro – è stata parecchio difficile. Fra le ragazze che hanno preso gli ultimi posti, le differenze sono zero. Non ci sono motivazioni evidenti, per cui comunicarlo è stato comunque pesante. Sono ancora giovani e avranno tempo di rifarsi a Parigi, ma sono con noi da quando erano ragazzine. E poi mi chiedo perché si debbano dare i nomi un mese prima…».

Non ha un gran senso tecnico?

Ai mondiali puoi fare prove gara fino a tre giorni prima. Qui si sono fatte scelte in prospettiva, senza sapere che cosa succederà e senza poi poter cambiare. Su strada ad esempio mi avrebbe fatto molto comodo vedere un po’ di Giro d’Italia…

Le prove cronometrate fatte in pista la settimana scorsa sono state importanti?

Non tanto per la selezione, quanto come indicazione per vedere se chi era tanto lontana dalle altre ha colmato il gap. E per verificare se a parità di condizione, una ragazza potrà occupare più di una casella, fare più di una sola specialità.

Alzini e Guazzini, la prima potrebbe lanciare il quartetto, la seconda è un riferimento del trenino
Alzini e Guazzini, la prima potrebbe lanciare il quartetto, la seconda è un riferimento del trenino
Scelte tutte difficili allo stesso modo?

Confalonieri e Valsecchi erano un po’ troppo lontane come velocità di punta nel quartetto. A quel punto, dando per sicuri i nomi di Balsamo e Guazzini, al quartetto mancano due posti. Se Paternoster recupera, si riprende il suo secondo posto e posso scegliere fra tre per trovare quella che lancerà il quartetto. Se invece la “Pater” non recupera, allora Rachele Barbieri può sostituirla benissimo e per il lancio sceglierò fra due.

Mentre la coppia Balsamo-Paternoster nella madison vale più di Balsamo-Guazzini?

Quando Letizia sta bene, come abilità è superiore a Guazzini. E’ vero che Balsamo-Guazzini hanno vinto l’europeo a Plovdiv, battendo le inglesi, però è anche vero che c’erano solo 10 coppie. Invece Balsamo-Paternoster hanno preso il bronzo ai mondiali di Berlino 2020, contro 18 coppie. Le medaglie non sono tutte uguali, lo sappiamo bene.

Le hai chiamate una per una?

A Silvia Valsecchi lo avevo comunicato di persona andando via dal velodromo. La scelta di Maria Giulia Confalonieri era maturata da tempo. Quella che forse non se lo aspettava è stata Chiara Consonni, ma per prestazioni aveva tutte le strade chiuse.

L’arrivo di Elisa Longo Borghini ai campionati italiani di Castellana Grotte (foto Ossola)
L’arrivo di Elisa Longo Borghini ai campionati italiani di Castellana Grotte (foto Ossola)
Paternoster è tornata al suo top?

Non è ancora lei, sta crescendo giorno dopo giorno. Ora correrà a Fiorenzuola e poi farà la corsa a tappe in Belgio e quel lavoro sarà determinante.

Alla fine, è stata Rachele Barbieri a scombussolare gli equilibri…

Andando fortissimo. A inizio anno non lo avrei detto, ma si è conquistata il posto senza mollare mai un metro.

E veniamo alla strada…

Ho fatto valutazioni di coerenza con quanto detto a inizio stagione, quando individuai il periodo in cui avrei voluto avere dei segnali. E poi non dimentichiamo che io il percorso l’ho visto e so di cosa c’è bisogno. E se la Longo Borghini non si discute, ad ora le uniche due che danno garanzie sono Soraya Paladin e Marta Cavalli, che si sta riprendendo dalla caduta in Spagna e dal virus che l’ha frenata ai tricolori.

Soraya Paladin si è conquistata il posto anche con l’argento ai tricolori crono di Faenza
Soraya Paladin si è conquistata il posto anche con l’argento ai tricolori crono di Faenza
Si corre in quattro, manca un posto e ci sono in ballo Guderzo e Bastianelli.

Sono convinto che ci starebbe bene un’atleta veloce che tiene in salita. Altrimenti si rischia di andare con quattro ragazze dalle caratteristiche identiche. Guardando in giro, tutti stanno portando l’atleta veloce, me ne sono accorto leggendo i nomi. Alle Olimpiadi contano tre risultati, per cui sarebbe bello avere un’indicazione dal Giro.

Prevedi l’arrivo in volata?

Non credo. Ma se arriva un’olandese da sola e dietro si fermano, può essere utile averne una veloce per giocarci la medaglia in volata.

Quindi più Bastianelli che Guderzo?

Marta è stata coinvolta nel progetto dall’inizio, ma a primavera non ha dato grandissimi segnali. Però mi piacerebbe vederla crescere. E se così fosse, potrebbe essere lei la quarta.

Tour de Suisse 2021, a Fraunfeld, Marta Bastianelli ha vinto la 2ª tappa del Giro di Svizzera
Tour de Suisse 2021, a Fraunfeld, Marta Bastianelli ha vinto la 2ª tappa del Giro di Svizzera
Lasciando fuori Guderzo?

L’ho seguita in moto all’italiano, ero in moto. Tatiana ha fatto tre Olimpiadi con me, l’ho portata ai mondiali in Danimarca su un percorso che non era adatto a lei. C’è sempre stata, ma non ci sono convocazioni di diritto. Anche questa sarà però una scelta dolorosa.

Quando partirete?

Il gruppo strada andrà via il 17 luglio, quelle della pista il 25. Io partirò il 20, mentre Elisa Balsamo partirà il 21, per avere una riserva su strada, casomai succedesse qualcosa in extremis. Insomma, ormai ci siamo. Mancano le rifiniture e l’ultima scelta.