Nonno Turi e quelle lacrime per suo figlio Damiano

29.05.2021
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Nonno Turi, così lo chiama il piccolo Oscar, se ne è andato in campagna, dove il telefono non prende. C’è solo internet. La tappa di suo figlio Damiano l’ha vista dal divano di casa e non deve essere stato facile tenerlo a bada.

«Ho sfasciato due sedie e un piccolo tavolino – ammette con la voce che gli trema – ma sarò ben contento di ricomprarli. E’ una soddisfazione enorme. Adesso hanno capito quanto vale Damiano, una vittoria che ci voleva. Mio figlio è un duro e non è vecchio. Lo vedranno».

Ragusa sta impazzendo per il ciclismo. Se prima nessuno se ne interessava, al di fuori degli appassionati, adesso anche il sindaco Cassì si è fatto prendere dalla febbre e ha illuminato il Municipio di rosa.

Da ieri sera, il Comune di Ragusa è illuminato di rosa: la città impazzita per il Giro
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Un uomo retto

Nonno Turi l’hanno citato da tutte le parti, soprattutto il 23 maggio scorso, nella ricorrenza della morte del giudice Falcone. Salvatore Caruso faceva parte della sua scorta anche prima, quando venne trovata la bomba nella casa dell’Addaura, ma a lui non piace troppo parlarne. Di una cosa però va fiero: quando si parla di Damiano come di una brava persona.

«Sono fierissimo dei miei figli – dice Salvatore, in apertura con Damiano e Federico – hanno valori morali alti rispetto alla media. Avete visto il gesto che ha fatto con il compagno? Quello si chiama rispetto. Per Damiano la famiglia è tutto e vi do per certo che per restare a vivere a Ragusa, ci ha rimesso una barca di soldi. Ma lui sa che quando è via, sua moglie e i suoi figli sono in famiglia. Quando vede le foto di Oscar, suo figlio, che gioca con nonno Turi, lui è tranquillo. E Oscar è innamorato di me, perché lo faccio giocare e fare le capriole…».

Puntare in alto

Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato di sua nuora Ornella (la moglie di Damiano), ma anche il padre è per Caruso un bel punto di riferimento.

«Se la tappa va bene – sorride Salvatore – chiama lui, se va male chiamo io. Per quello non vado alle corse, perché gli metto ansia. Quaggiù abbiamo vissuto il Giro molto intensamente. Lo abbiamo visto caricarsi di questa responsabilità. Quando è caduto Landa, ci siamo sentiti e mi ha detto che non sapeva se puntare a una tappa o a provare la classifica. Io non ho avuto dubbi e gli ho detto di puntare in alto. E oggi ha vinto da campione».

Il ringraziamento a Pello Bilbao dà la misura dell’uomo (immagini tv)
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«Non mi staccano più»

Nonno Turi è in campagna perché ha voglia di stare da solo. E sul finale del Giro ha chiaramente il punto di vista di un padre.

«Io credo che Bernal abbia paura di lui – dice – l’avete sentito come ci scherzava? Damiano andrà forte anche nella crono, lui quando ha la testa giusta è un toro. Vi ricordate la crono dell’ultimo Tour? Sapete quando gli è scattata la molla? Dopo Montalcino. Quella sera mi ha chiamato e mi ha detto: “Papà, non mi stacca più nessuno!”. Così siamo andati avanti una tappa dopo l’altra. E vi confesso che oggi ho pianto, io che non piango mai. E’ la terza volta. La prima quando è nato Damiano. La seconda quando è nato suo fratello Federico. E poi ho pianto anche oggi. Grazie della telefonata (la voce si increspa, ndr), adesso vorrei stare ancora un po’ da solo…».