Quinta al Tour. Persico ora sa qualcosa di nuovo su di sé

07.08.2022
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Che sia stata una conferma o una sorpresa non si sa e poco importa. Quel che è certo che Silvia Persico al Tour de France Femmes è andata forte, ancor più che al Giro d’Italia Donne.

La venticinquenne bergamasca della Valcar Travel&Service è letteralmente esplosa e sta disputando un 2022 di altissimo livello, tant’è che l’anno prossimo passerà nel WorldTour con la UAE Team ADQ. E se da una parte Silvia era diventata consapevole dei suoi mezzi, dall’altra non si aspettava di fare un po’ più fatica a dover gestire le pressioni attorno a sé.

Lei però non si tira indietro a nulla come sua natura. Sa prendere vento in faccia ed ora sa fare anche classifica generale nelle corse a tappe. Le costanti attenzioni degli addetti ai lavori la mettono meno in soggezione.

Dopo il Tour Femmes si è concessa una settimana di mare a San Teodoro, in Sardegna, ma è pronta a tornare ad allenarsi per la seconda metà di stagione per tanti altri obiettivi. L’abbiamo sentita per farci raccontare questi ultimi mesi particolarmente intensi.

Silvia Persico (a destra) e Elisa Longo Borghini, rispettivamente quinta e sesta della generale al Tour Femmes
Silvia Persico (a destra) e Elisa Longo Borghini, rispettivamente quinta e sesta della generale al Tour Femmes
Un po’ di meritato riposo ti serviva?

Sì assolutamente. Dovevo staccare per recuperare gli sforzi psico-fisici. E’ stato un luglio duro tra Giro e Tour, anche perché non ero minimamente abituata alle interviste. Non pensavo fosse così impegnativo anche questo aspetto. Diciamo che ho cercato di essere brava a gestire la pressione però la sentivo, eccome. Naturalmente avere attorno questo interesse è una cosa positiva perché significa che sto andando bene. Poi sapete come si dice, più se ne parla e meglio è. Ma devo ancora prenderci la mano.

Che Tour è stato?

Dopo il Giro ero stanca perché avevo già tanti giorni di corsa e poi perché ho dovuto improvvisare la generale dopo il ritiro per infortunio di Olivia (la canadese Baril, ndr). Però sapevo già da tempo che avrei dovuto correre in Francia. Per fortuna ho una buona capacità di recupero. Sono partita per il Tour con l’obiettivo di fare il meglio possibile. La classifica era un obiettivo ma non una priorità. E alla fine è andato molto bene ed ho imparato a gestirmi. Ma quanto è stato duro.

Racconta pure…

C’era un nervosismo incredibile in corsa. C’era da fare attenzione a tutto e non era abbastanza. Purtroppo sono rimasta coinvolta nella maxi caduta della quinta tappa. Siamo finite a terra quasi tutte. Non è stato facile gestire quei momenti. Non ero agitata ma ero preoccupata perché dalla botta non sentivo più il braccio destro. Era totalmente addormentato, forse avevo preso un colpo forte ad un nervo. Infatti è stata Olivia che mi ha rimesso in bici dicendomi che dovevo ripartire senza chiedere troppo. Mi ha letteralmente assistita. E fortunatamente le altre erano già in bici. Mi hanno aspettato facendomi poi rientrare nel gruppo principale. Non ero abituata ad avere compagne che lavorassero per me. E’ andata bene così.

Hai chiuso quinta nella generale, dopo il settimo posto al Giro. Te lo aspettavi?

Sinceramente no. Nasco come corridore da classiche ma sono maturata molto. Ha influito tanto il titolo italiano nel ciclocross più che il bronzo al mondiale. Da lì mi sono sbloccata mentalmente, anche se ho fatto un inizio stagione tranquillo. Ora mi sento più forte e ho capito dove posso arrivare. Alla fine chi semina raccoglie. Però non pensavo di essere adatta anche per i giri a tappe.

In Francia hai raccolto due podi parziali. Inaspettati anche questi?

Sì. Non so come ho fatto a fare il secondo posto dietro la Vos alla seconda tappa. Dopo il primo passaggio sotto il traguardo ho seguito subito Elisa Balsamo e Longo Borghini che stavano portando via un gruppetto. Mi sono accodata a loro ma volevo staccarmi perché ero a tutta. Lo dicevo alla radio. Poi ho recuperato ma nel finale Marianne è stata più forte. Il terzo posto invece a La Planche è arrivato dopo un inizio gara difficile. Ero sfinita dai crampi del giorno prima e volevo fermarmi sui primi strappi. Poi è stato fondamentale il supporto di tutta la squadra, specie di Yaya (Sanguineti, ndr) che mi diceva di tutto per non mollare (ride, ndr). Mi sono ripresa e se ho finito bene su quell’arrivo devo dire grazie alle mie compagne.

Il terzo giorno sei stata addirittura maglia gialla virtuale nel finale. Lo sapevi in corsa?

A dire il vero no, ma l’ho capito col passare dei chilometri. Sapevo solo che Vos si era staccata e il mio gruppetto aveva già preso un buon vantaggio. Alla radio mi dicevano di tirare ma non ho avuto troppa collaborazione e comunque dietro sono rientrate andando molto forte. Poi verso il traguardo non mi sono giocata molto bene le mie carte. Ho fatto quarta ma potevo fare qualcosa di più.

Persico in azzurro ha conquistato un bronzo iridato nel ciclocross. Su strada invece è tra le papabili per il mondiale in Australia
Persico in azzurro ha conquistato un bronzo iridato nel ciclocross. Su strada invece è tra le papabili per il mondiale in Australia
I prossimi programmi quali saranno?

Correrò a Plouay a fine agosto ma potrei rientrare anche prima. Poi se andrò al mondiale farò La Vuelta come avvicinamento altrimenti correrò al Simac Tour in Olanda e finirò la stagione con le ultime corse su strada. Quest’anno il ciclocross vorrei iniziarlo a novembre perché finirò con almeno sessanta giorni di corse, quindi prima vorrei recuperare bene.

Il cittì Sangalli ci aveva detto che eri certamente nel gruppo per l’Australia. Dopo i risultati al Tour immaginiamo che sarai una titolare. Sei pronta?

Certo, spero di andare. Per me quest’anno è come se fosse una prima volta di tutto. Al mondiale ci andrei anche solo per tirare tutto il giorno e poi staccarmi e ritirarmi. C’è Elisa (Balsamo, ndr) ed è giusto che sia la leader. Sarebbe un onore aiutare lei che conosco bene. L’ho già fatto da compagne di squadre e non è un problema. Non ho pretese. Ho vissuto le due situazioni, sia da gregaria che da capitana e so cosa vuol dire stare davanti a lavorare. Ho tempo per guadagnarmi eventuali gradi, ora non ci penso proprio.