Il Cassani della moto parte da Nibali e sgrana il rosario

30.05.2021
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Cassani sulla moto azzurra ha vissuto un Giro davvero speciale. Chiunque abbia seguito una corsa in moto lo sa bene. E’ come essere in gruppo. Vedi gli sguardi. Senti le voci. Impari i gesti. Riesci a scambiare poche parole. E semmai vedi cose che alle telecamere sfuggono e ti permettono, se hai un ruolo come il suo, di approfondire il discorso dopo le tappe. Cassani infatti non ha raccontato tutto, ma di certo sul suo taccuino sono finiti i nomi per le Olimpiadi. Gli azzurri di Tokyo usciranno dal Giro e non dal Tour. Del resto, se il percorso ha una salita di 6 chilometri al 10 per cento, non puoi prescindere dagli scalatori. Già, ma chi portare?

Dalla moto Rai, Cassani ha potuto osservare al meglio i suoi azzurri
Dalla moto Rai, Cassani ha potuto osservare al meglio i suoi azzurri

Come sta Nibali?

Quando ci si trova fra giornalisti a parlare della squadra per le prossime Olimpiadi, il primo nome su cui ci si sofferma è quello di Vincenzo Nibali. Una sorta di diritto all’azzurro che gli viene dalla storia e dalla sete di rivalsa sulla sfortuna di Rio. Si disse che il siciliano avesse prolungato la carriera proprio per prendersi la rivincita olimpica, ma le cose non stanno andando secondo i suoi disegni. La frattura del polso prima del Giro d’Italia gli ha impedito di esprimersi come avrebbe voluto. Cassani lo sa.

«Più o meno sto ricevendo le risposte che mi aspettavo – dice il commissario tecnico azzurro – ma con Vincenzo dovrò fare una chiacchierata. Sono stato molto chiaro, ora dobbiamo verificare, come lui per primo ha raccontato due giorni fa al Processo alla Tappa. Quel Nibali ora non c’è e non so se si ritroverà. Però è uno che lotta, per questo voglio parlarci chiaramente nei prossimi giorni».

Caruso ha conquistato con il coraggio, la personalità l’ha sempre avuta
Caruso ha conquistato con il coraggio, la personalità l’ha sempre avuta

Conferma Bettiol

Se aver vinto grandi corse è un titolo preferenziale, alla rosa degli azzurri si aggiunge subito il nome di Bettiol, re del Fiandre 2019, su cui Cassani ragiona in modo concretissimo.

«Certo che aver vinto grandi corse è importante – sorride – non credo che uno che non ha mai vinto possa pensare di cominciare dalle Olimpiadi. Con Alberto sono rimasto sempre in contatto e a parte l’ultimo periodo un po’ spento, non aveva più dato grossi segnali in salita, cosa che invece qui al Giro ha fatto alla grande. Mi ha impressionato in un paio di situazioni per il lavoro fatto con Carthy. Sul Giau e soprattutto a Sega di Ala se lo è portato sulle spalle. E poi ha vinto. Uno così non lo puoi lasciare fuori, ma ricordiamoci che il risultato in una corsa come quella viene solo se si mette insieme una grande squadra. E’ per questo che devono essere uomini speciali ed è per questo, ad esempio, che cinque anni fa uno come Damiano Caruso faceva già parte della spedizione».

Bettiol ha vinto, ma soprattutto ha dato grandi segnali in salita
Bettiol ha vinto, ma soprattutto ha dato grandi segnali in salita

Caruso, capitano vero

Già, come non parlare del Damiano nazionale che ieri ha fatto venire i brividi all’Italia del ciclismo? Per dare al pezzo un po’ di sapore di Giro, vale la pena annotare che l’intervista con Cassani si è fatta tentando di scendere da Campodolcino verso Chiavenna, in una coda interminabile provocata dalla rottura di uno dei camion che trasportano le transenne (altro che pullman), proprio nella serata di gloria di Caruso.

«Mi è piaciuto – dice Cassani, che ha seguito anche la tappa di Valle Spluga sulla moto – perché in una situazione per lui nuova, in cui tutti pensavamo avrebbe gestito, ha dato più di quanto anche lui si aspettasse. Non ha avuto paura, ha rischiato. Ha ragionato da capitano vero, lui che in fondo capitano di strada lo è sempre stato. E a margine di tutto questo, non si è mai snaturato, è sempre stato se stesso. Oggi (ieri, ndr) ci ha regalato una tappa bellissima».

Moscon è uno di quelli su cui il cittì conta: «Lo conosco bene»
Gianni Moscon è uno di quelli su cui il cittì conta: «Lo conosco bene»

Moscon e gli altri

Il quarto di cui si parla è Moscon, quello del Tour of the Alps più che quello di fine Giro, dove una caduta l’ha un po’ messo fuori gioco.

«Gianni è partito bene – dice Cassani – poi la caduta gli ha messo un po’ di sabbiolina negli ingranaggi. Con lui ho sempre avuto uno splendido rapporto e anche molto chiaro. Ci sono stati anni in cui nessuno gli dava fiducia e lui ha tirato fuori due mondiali coi fiocchi a Innsbruck e Harrogate. E anni come lo scorso in cui mi sono reso conto che non stava bene ed è rimasto a casa. Con Gianni so parlare, è un punto di forza. Ma come ci siamo detti, non è la sola alternativa a Nibali.

«Sto prendendo in considerazione anche Formolo, che per caratteristiche è uno da classiche e vorrei tanto sapere perché, dopo aver detto che avrebbe puntato alle tappe, si è messo a far classifica. E poi ci sono De Marchi, con cui comunque voglio parlare, Ciccone sperando che si rimetta presto e Ulissi che ha fatto vedere qualcosa di buono. Mi servono dei fondisti e non avendo fra i nostri cinque un favorito per l’oro, bisognerà correre in base ai corridori che abbiamo».

Grazie Rai e Fci

Ultimi due capitoli, l’avvicinamento e la crono. «Il Tour lo faranno in pochi – dice – fra quelli che puntano alle Olimpiadi. I nostri sono seri professionisti, per cui immagino una fase di altura e semmai la Settimana Italiana in Sardegna per rifinire. Quanto alla partenza per Tokyo, stiamo valutando due date, perché c’è il dubbio che, una volta là, non ci permettano di allenarci su strada. Mentre per la crono, a Ganna si potrebbe affiancare Bettiol che va molto bene. E’ tutto scritto negli appunti di questo Giro, durante il quale ho avuto la grande opportunità della moto grazie alla Rai e alla Federazione. Sono riuscito a restare concentrato sul mio ruolo, sono stato un Cassani diverso da quello degli anni in postazione. E’ stata un’esperienza bellissima, che ha aggiunto tasselli importanti al mio lavoro. Non mi ha deconcentrato, mi ha permesso di farlo a un livello superiore».