Chris Froome intimo UYN

Israel Start-Up Nation, c’è l’accordo con UYN

20.04.2021
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Un rilevante accordo di partnership e sponsorizzazione tecnica è stato siglato alla vigilia della partenza del Tour of the Alps tra il marchio italiano UYN ed il team WorldTour Israel Start-Up Nation.
La formazione, capitanata dal quattro volte vincitore del Tour de France Chris Froome, verrà supportata da UYN per quanto riguarda la fornitura di abbigliamento intimo ad alta tecnologia oltre ad accessori fondamentali da indossare nei momenti di riposo quali calze “recovery”e scarpe di nuovissima concezione realizzate in lana Merino.

L’intimo dallo sci al ciclismo

Lanciato nell’autunno 2018, UYN è diventato uno dei marchi protagonisti nel mondo dello sport. L’intimo tecnico UYN è interamente realizzato in Italia, all’interno del sito produttivo di Asola (Mantova). Inoltre, è sviluppato in collaborazione con i migliori atleti professionisti al mondo. Nella disciplina dello sci alpino, UYN in questa stagione ha contribuito a numerose vittorie in Coppa del mondo e alla conquista di ben dieci medaglie d’oro ai mondiali di Cortina d’Ampezzo. Da oggi, la tecnologia e il “know-how” del brand lombardo raggiungono un ulteriore traguardo andando ad affiancarsi ad una delle formazioni di vertice del ciclismo mondiale, la Israel Start-Up Nation.

Alessandro De Marchi
Alessandro De Marchi con l’intimo UYN
Alessandro De Marchi
Alessandro De Marchi da quest’anno in forze alla Israel Start-Up Nation con l’intimo UYN

Asciutti con il Natex

Come è ben noto, il primo strato gioca un ruolo decisivo nel mantenere il corpo efficiente e ad una corretta temperatura durante la performance sportiva. Tutti i capi d’abbigliamento intimo, i modelli UYN Energyon e UYN Motyon, che indosseranno gli atleti del team israeliano sono realizzati con un filato denominato Natex. Una fibra “bio-based” esclusiva del marchio mantovano, ottenuta originariamente dai semi di ricino. A differenza del nylon tradizionale, derivato dal petrolio, Natex asciuga il 50% più velocemente rendendo i capi stessi più leggeri del 25%.

Freschi e comodi

Per affrontare le alte temperature e i momenti di gara più intensi, UYN ha sviluppato il sistema Flowtunnels. Un’avanzata combinazione di micro-fori e canali tridimensionali che aumenta il flusso di aria tra la pelle e il tessuto. Anche la libertà di movimento, e l’assenza di costrizioni, sono aspetti fondamentali che permettono al ciclista di rimanere concentrato per lunghe ore sulla performance, senza distrazioni. Per questo motivo, i tecnici del marchio italiano hanno introdotto Hypermotion: la speciale ed esclusiva tecnologia che prevede la realizzazione in unico pezzo 100% privo da cuciture della zona delle spalle. Inoltre, l’innovativo design delle stesse maglie garantisce un migliore supporto muscolare e una naturale libertà nei movimenti.

Le calze Cycling Light e le scarpe X-Cross di UYN
Le calze Cycling Light e le scarpe X-Cross di UYN
Le calze Cycling Light e le scarpe X-Cross di UYN
Le calze Cycling Light e le scarpe X-Cross di UYN in dotazione ai corridori della Israel

Il riposo con calze e scarpe UYN

Come tutti i tecnici di ciclismo ben sanno, la prestazione ottimale in gara nasce al di fuori della gara stessa. E proprio per ottimizzare i momenti di recupero, di relax e di concentrazione prima di salire in sella, UYN supporterà Froome e compagni mediante la fornitura di due prodotti davvero esclusivi: le calze Cycling Light e la scarpe ultra-traspiranti UYN X-Cross. Le prime hanno una struttura asimmetrica elastica e tecnologia Cool Air Flow per favorire la circolazione del sangue e mantenere il piede sempre ventilato. La scarpe regalano il comfort di una calza, e questo grazie alla tomaia elastica a zero cuciture unita alle straordinarie proprietà della lana Merino. Sempre per quanto riguarda le scarpe da risposo, la suola con inserto in canna da zucchero le rendono eccezionalmente leggere (circa 200 grammi) e reattive.

Marco Redini, CEO di UYN
Marco Redini, CEO di UYN
Marco Redini, CEO di UYN
Marco Redini, CEO di UYN

Occasione di sviluppo

«Dopo i successi negli sport invernali – ha dichiarato Marco Redini, il CEO di UYN – non vediamo davvero l’ora di diventare protagonisti anche al più alto livello del ciclismo professionistico. La collaborazione con il Team Israel Start-Up Nation non è però un punto di arrivo per noi di UYN, ma rappresenta la perfetta occasione per poter sviluppare in futuro prodotti sempre più performanti e avanzati, e questo anche grazie ai preziosissimi feedback di alcuni tra i migliori ciclisti al mondo».

uynsports.com

Israel Start-Up Nation: tutti al servizio di Chris Froome

20.04.2021
3 min
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Con l’arrivo di Chris Froome, l’Israel Start-Up Nation cambia completamente i suoi connotati puntando senza mezzi termini a diventare un fattore almeno nelle gare a tappe. Si tratta di una grande scommessa che i dirigenti del team mediorientale hanno fatto. Il britannico, dopo il terribile incidente alla vigilia del Tour 2019, non ha mai dato l’impressione di aver recuperato, ma c’è una forte convinzione, in lui e nel suo entourage, di poter dare ancora qualcosa al mondo del ciclismo e riallacciare la sua storia che lo ha visto conquistare i più grandi successi nelle sfide di tre settimane.

Giro d’Italia 2021, 5a tappa, Alessandro De Marchi in maglia rosa al via da Modena
Giro d’Italia 2021, 5a tappa, Alessandro De Marchi in maglia rosa al via da Modena

Super De Marchi

Il team non si è limitato a ingaggiare il britannico, anzi lo ha fatto già nel cuore della stagione 2020 pensando a come costruirgli intorno una rosa adeguata. Ecco così che sono arrivati Impey, sudafricano di lungo corso e ottimo interprete delle prove a tappe di breve durata, ma anche il canadese Woods, adatto ad alcune classiche e utilissimo nei grandi giri, ma soprattutto Alessandro De Marchi, unanimemente ritenuto uno dei migliori luogotenenti in circolazione.

Pattuglia belga

Con il suo nuovo assetto, la squadra israeliana è adatta a ogni contesto, anzi ci si aspetta qualche acuto anche al di fuori dell’obiettivo dichiarato, il Tour de France. La pattuglia belga, con Herman, Van Asbroeck e Vanmarcke può recitare un ruolo di primo piano nelle classiche del Nord senza dimenticare il norvegese Boasson Hagen, molto utile nella gestione di alcune situazioni tattiche.

Froome è impegnato nella sua rincorsa alla salute e alla condizione
Froome è impegnato nella sua rincorsa alla salute e alla condizione

Occhio a Martin

Poi c’è Daniel Martin, irlandese spesso un po’ troppo dimenticato quando si parla di corse a tappe, dove invece ha un’ottima costanza di rendimento. C’è modo di emergere anche a prescindere da Froome, la cui voglia di rivincita però contagia tutti.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Rudy BarbierBeauvaisFra18.12.19922014
Sebastian BerwickWishartAus15.12.19992019
Patrick BevinTaupoNzl15.02.19912016
Jenthe BiermansGeelBel30.10.19952017
Guillaume BoivinMontrealCan25.05.19892010
Matthias BrandleHohenemsAut07.12.19892009
Alexander CatafordOttawaCan01.09.19932017
Davide CimolaiPordenoneIta13.08.19892010
Alessandro De MarchiS.Daniele del FriuliIta19.05.19862011
Alex DowsettMaldonGbr03.10.19882011
Itamar EinhornModiinIsr20.09.19972019
Chris FroomeNairobi (KEN)Gbr20.05.19852007
Omer GoldsteinMisgayIsr13.08.19962018
André GreipelRostockGer16.07.19822005
Carl Fredrik HagenOppegardNor26.09.19912015
Ben HermansHasseltBel08.06.19862009
Hugo HofstetterAltkirchFra13.02.19942016
Reto HollensteinFrauenfeldAut22.08.19852009
Daryl ImpeyJohannesburgRsa06.12.19842008
Daniel MartinBirmingham (GBR)Irl20.08.19862008
Krists NeilandsVentspilsLat18.08.19942016
Guy NivMisgayIsr08.03.19942016
James PiccoliMontrealCan05.09.19912014
Alexis RenardSaint BrieucFra01.06.19992020
Guy SagivNamur (BEL)Isr05.12.19942015
Mads Wurtz SchmidtRandersDen31.03.19942017
Norman VahtraTartuEst23.11.19962020
Tom Van AsbroeckGansBel19.04.19902010
Sep VanmarckeCourtraiBel28.07.19882009
Michael WoodsOttawaCan12.10.19862013
Rick ZabelUnnaGer07.12.19932014

DIRIGENTI

Kjell CalstromFinGeneral Manager
Rik VerbruggheBelDirettore Sportivo
René AndrleCzeDirettore Sportivo
Claudio CozziItaDirettore Sportivo
Oscar Guerrero CelayaEspDirettore Sportivo
Dror PekatchIsrDirettore Sportivo
Cherie PridhamGbrDirettore Sportivo
Nicki SorensenDenDirettore Sportivo
Eric Van LanckerBelDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

La Israel Start-Up Nation corre su bici Factor, che sin dall’inizio sono risultate molto interessanti: prima per il loro look e successivamente per i contenuti tecnici. Il modello Ostro è l’arma dei corridori del team, mentre lo sponsor sta ancora lavorando sul modello da crono cui tanto tiene Chris Froome.

CONTATTI

Cycling Academy LTD, Or Towers Building B, 6th Floor. Hanechos Het. 4st, 69710 Tel Aviv (ISR)

info@cyclingacademy.org – www.israelcyclingacademy.com

Facebook: @IsraelCyclingAcademy

Twitter: @TeamIsraelSUN

Instagram: teamisraelsun

Factor Ostro VAM

Factor Ostro: l’arma in più di Froome e Woods

20.04.2021
4 min
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Il Team Israel Start-Up Nation di Chris Froome e Michael Woods pedala su biciclette Factor.  Per questa stagione la più usata è la Ostro VAM, ma ovviamente i corridori del team hanno in dotazione anche altri modelli di bici: la O2 VAM e la Slick per le cronometro.

Factor Ostro VAM è la novità

L’ultima ad entrare nella gamma Factor è la Ostro VAM, una bicicletta dove tutto è stato ottimizzato per la migliore efficienza aerodinamica. Il profilo dei tubi è derivato dalla forma NACA (National Advisory Committee on Aeronautics) che ottimizza l’impatto dell’aria, non a caso è di derivazione aeronautica. A dimostrazione che ogni dettaglio è pensato per favorire l’aerodinamica, anche il reggisella ha un profilo alare e il manubrio integrato Black Inc ha un profilo piatto per un impatto minimo con l’aria frontale.

Leggera e comoda

Nonostante sia una bici con notevoli doti aerodinamiche, la Ostro VAM ha un peso contenuto, infatti si ferma a 820 grammi nella taglia 54. Questo dato la rende adatta a ogni terreno, la potremo definire una All Rounder aggressiva. Ma i tecnici Factor non contenti di questi risultati hanno pensato anche al comfort. La Ostro VAM può montare gomme fino a 32 millimetri e la sua geometria, unita ai foderi obliqui posteriori sottili, fanno si che smorzi molto bene le vibrazioni che arrivano dal terreno. In Factor ci tengono a sottolineare che la disposizione dei fogli di carbonio è studiata per ottenere una bici reattiva e confortevole allo stesso tempo.

Una particolarità di questa bici è che può essere montata solo con gruppi elettronici. A completare la Ostro VAM ci sono le ruote firmate Black Inc con profilo da 45 millimetri. Il canale interno è largo 21 millimetri, tubeless ready e con il mozzo con cuscinetti CeramicSpeed.

Guillame Boivin  sulla sua O2 VAM
Guillame Boivin sulla sua O2 VAM
Guillame Boivin  sulla sua O2 VAM
Guillame Boivin con la leggerissima O2 VAM alle Strade Bianche

La scelta è ampia

I corridori del Team Israel Start-Up Nation hanno a disposizione anche altri modelli di bici. Fra questi la O2 VAM è quella che si presta a dare il meglio sulle salite lunghe e ripide. Il peso del telaio è di 700 grammi in taglia 54 con la forcella che ferma l’ago della bilancia a 320 grammi. La forma dei tubi è stata pensata per dare la massima reattività in salita. La possiamo definire la scelta di Froome e compagni quando si troveranno ad affrontare le Alpi o i Pirenei.

Chris Froome in azione con Factor la Slick
Chris Froome in azione con la Slick
Chris Froome in azione con la Slick
Chris Froome in azione nella cronometro del Giro di Romandia con la Slick

Tubo obliquo particolare

La bicicletta per le cronometro è la Slick, che racchiude una serie di soluzioni aerodinamiche innovative fra le quali spicca il tubo obliquo Twin Vane Evo. I tecnici di Factor hanno lavorato per avere una bicicletta veloce e molto reattiva e per arrivare a questi risultati sono ricorsi agli studi tramite CFD (Computational Fluid Dynamic) e poi con i test in galleria del vento. Da questi studi nasce il tubo diagonale Twin Vane Evo della Slick che permette all’aria di passare anche attraverso lo stesso tubo e migliorare ulteriormente l’efficienza aerodinamica. Tra le altre soluzioni è possibile montare il reggisella con zero o con alcuni gradi di offset. In questo modo ogni corridore può trovare la posizione migliore in sella.

Il portaborraccia Rocko Carbon di Elite
Il portaborraccia Rocko Carbon di Elite
Il portaborraccia Rocko Carbon di Elite
Il portaborraccia Rocko Carbon di Elite in dotazione alla Israel Start-Up Nation

La scheda tecnica

GruppoShimano Dura Ace Di2
Ruote Black Inc
PneumaticiMaxxis
ManubrioBlack Inc
SellaSelle Italia
ReggisellaBlack Inc
PedaliShimano

Componentistica

Per quanto riguarda il gruppo, le Factor della Israel Start-Up Nation sono equipaggiate con lo Shimano Dura Ace Di2, con l’adozione del bilanciere del cambio posteriore di CeramicSpeed con le pulegge sovradimensionate. Le ruote e i manubri sono firmati da Black Inc, mentre i pneumatici sono di Maxxis. Le selle sono di Selle Italia, mentre i portaborracce di Elite e i pedali di Shimano.

Dowsett in Turchia con la testa su Giro, Tokyo e Ora

17.04.2021
5 min
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Ora o mai più. Tra una trenata e l’altra al Giro di Turchia, Alex Dowsett guarda avanti e pensa ai tanti obiettivi del 2021. Nei pensieri c’è il ritorno al Giro d’Italia, dopo l’inedita vittoria in fuga dello scorso ottobre a Vieste (a sette anni dall’affermazione nella crono rosa di Saltara), la corsa contro il tempo all’Olimpiade di Tokyo e poi il tentativo del record dell’Ora. 

Il trentaduenne cronoman inglese della Israel Start-Up Nation l’ha già detenuto per poco più di un mese nella primavera del 2015 (52,937 km, il 2 maggio), lanciando un messaggio globale anche fuori dalla pista, vista la sua condizione di unico ciclista emofiliaco capace di abbattere barriere così robuste nello sport. Il 7 giugno dello stesso anno, il connazionale Wiggins gliel’ha strappato (54,526 km), prima che il 16 aprile del 2019 finisse nelle gambe di Victor Campenaerts (55,089 km), collega per cui Alex stravede, ma che si augura di superare in autunno, sempre a Manchester. Voleva già farlo sul finire dell’anno passato, ma il Covid l’ha costretto a rimandare il tentativo che, in un futuro non così lontano, stuzzica anche il nostro Filippo Ganna. Alex lo sa bene e non ha intenzione di farsi bruciare sul tempo dal jet azzurro.

Alex Dowsett ha partecipato alla Settimana Coppi e Bartali, vincendo la cronosquadre
Ha partecipato alla Coppi e Bartali, vincendo la cronosquadre
Come va al Giro di Turchia?

Finalmente ci sono temperature più miti, mentre i primi giorni è stata una follia.

Qual è il tuo programma successivo?

Andrò al Romandia, poi spero al Giro d’Italia, anche se la selezione per la Corsa Rosa è ancora aperta. Dopodiché, mi piacerebbe fare l’Olimpiade e giocarmi una medaglia, ma è tutto ancora da definire.

Com’è stato ritrovare Chris Froome?

E’ bello essere di nuovo compagni, abbiamo corso insieme al Uae Tour. Abbiamo passato tanto tempo insieme nel Team Sky prima che lui cominciasse a vincere i grandi Giri e che io andassi alla Movistar.

Hai un rapporto speciale con il Giro con due successi arrivati, entrambi all’ottava tappa, nel 2013 e lo scorso anno. Stavolta vuoi anticipare i tempi con la cronometro di apertura a Torino?

E’ sempre eccitante quando un grande Giro inizia con una prova contro il tempo e in questo caso c’è in palio la maglia rosa. Poi, non so se aiuterò nelle volate o in salita, oppure su tutti i terreni, perché ancora non è stata definita la squadra. Magari avrò anche qualche chance di giocarmela in fuga.

Sei un ciclista molto “social”. Hai conosciuto tua moglie su Tinder, entrambi siete molto attivi su Instagram e sui vostri canali Youtube e sei molto presente su Strava e Zwift. Ti piace aiutare a crescere la comunità ciclistica attraverso la condivisione?

I miei numeri non sono spettacolari. Ci sono ragazzi in tutto il mondo che possono esprimere una potenza di 7 watt/kg per una ventina di minuti, io non ci riesco. Sono un professionista ormai da 10 anni e voglio mostrare che nelle corse c’è ben di più rispetto ai numeri, come ad esempio quando si tira una volata. Devi essere al posto giusto, al momento giusto e tenerti quella riserva di energia che ti permetta di farlo nel migliore dei modi. Non basta guardare il misuratore di potenza ed è anche per questo che mi piace condividere i miei dati in allenamento e in corsa. Poi, non ho nulla da nascondere e penso che sia affascinante per gli appassionati incuriosirli e mostrargli cosa ci vuole per essere un pro’. Mi sento fortunato a essere in questa posizione, in cui posso portare chiunque all’interno del nostro mondo. 

Al Giro del 2020 ha vinto la tappa di Vieste, staccando Puccio
Al Giro del 2020 ha vinto la tappa di Vieste, staccando Puccio
Com’è stato dover rinunciare al record dell’Ora a causa del Covid?

Non è stata una passeggiata. Il giorno in cui ho annunciato che avrei provato a riprendermelo, ho cominciato a sentirmi non tanto bene in bicicletta, poi sono arrivati tutti i sintomi. Ho fatto il test che è risultato positivo e mi ha messo ko per un bel po’. Ho avuto tante battute d’arresto nel corso della mia carriera e questa è stata una di quelle, ma ho continuato a lottare anche stavolta. Mi sono concentrato su come recuperare al meglio e riprogrammare il tentativo dell’ora per quest’anno.

Qual è il piano?

Vorrei provarci a Manchester perché è una delle piste più veloci in Europa, è al livello del mare ed è facile per me da raggiungere. L’altra opzione sarebbe Aigle, in Svizzera, ma bisognerebbe fare dei test perché abbiamo la teoria che possa essere veloce essendo anche più corta, però con la pandemia sinora siamo stati impossibilitati a svolgerli. Per cui, sono più orientato su Manchester, magari con un po’ di pubblico se sarà possibile.

Nella crono di Al Hudayriat Island al Uae Tour
Nella crono di Al Hudayriat Island al Uae Tour
Dunque, niente altura come Victor Campenaerts?

Dopo i test svolti, ho visto che battere il record dell’Ora sul livello del mare è molto difficile, ma possibile. In quota, invece, ogni corridore si comporta in modo diverso, per cui preferiamo andare sul sicuro e non fare azzardi. In tempi recenti, Wiggins è stato il primo ad alzare lo standard, poi Victor con la sua meticolosità l’ha portato su un piano ancora superiore. Ammiro moltissimo Campenaerts perché penso che abbia trasformato le corse contro il tempo per tutti: forse è per questo anche che ha vinto tanto subito da innovatore e ora fatica di più perché in tanti hanno deciso di emularlo. 

Anche Filippo Ganna ha messo il record dell’ora nel mirino: che ne pensi?

Ganna ha la possibilità di fare in modo che per tanto tempo a nessuno venga nemmeno in mente di provare a fare il record dell’Ora: con il suo pedigree in pista, il suo “motore” e le risorse che gli mette a disposizione la sua squadra, può arrivare più lontano di chiunque altro e non di poco. Io, invece, mi accontenterei di battere il record col minimo margine.

Froome e la crono: caro Malori, come lo vedi?

15.04.2021
5 min
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Adriano Malori e la sua passione per il posizionamento e le crono sono ancora una volta al nostro fianco per cercare di… leggere il nuovo Froome, ancora sotto traccia e piuttosto misterioso. C’erano tanti punti di domanda sulla sua possibilità di ritornare ai vertici, perché l’incidente è stato indubbiamente serio. Ma altra curiosità era legata ai nuovi materiali, per capire se sia semplice lasciarsi alle spalle anni di personalizzazione estrema con Pinarello e la struttura Ineos. E mentre fonti della Israel Start-Up Nation fanno sapere che la bici da strada è a posto e per il britannico si sta lavorando a una nuova Factor da crono per il Tour, questo confronto è un modo molto interessante per ingannare l’attesa e capire su cosa si stia eventualmente lavorando.

Un po’ di fotografie

Perciò abbiamo mandato ad Adriano alcune foto. Prima del Froome 2016 che vinceva l’ultima crono alla Vuelta e poi della recente Volta a Catalunya e gli abbiamo lasciato il microfono.

«La prima cosa da dire prima di partire – annota giustamente Adriano – è che nelle due foto c’è una differenza sostanziale legata proprio a Froome. Nella foto del 2016 è magro e tonico, nella attuale si vede che il peso non è ancora quello per vincere e di conseguenza anche la posizione sembra viziata».

Così Chris Froome nella cronometro individuale della Volta a Catalunya del 23 marzo
Così Froome alla Volta a Catalunya il 23 marzo
Il 9 settembre 2016 vince la crono di Calpe alla Vuelta Espana
Il 9 settembre 2016 vince la crono di Calpe alla Vuelta

Il manubrio

L’osservazione va avanti partendo dalla bici attuale, una Factor Slick con il tubo obliquo della serie Twin Vane EVO e i foderi schiacciati che creano una sorta di protezione aerodinamica attorno alla ruota posteriore. Il manubrio si chiama 51 Speedshop ed è composto da una serie di elementi regolabili per il raggiungimento della posizione. Ma il nodo da sciogliere è se sia possibile riportare le misure fra una bici da crono e la successiva.

«No – dice subito Malori – non riesci ed è proprio il manubrio a fare la maggior differenza. Fra un Deda e un Itm, per fare i primi due nomi che mi vengono in mente e che non sono coinvolti nel discorso, ci sono delle differenze non conciliabili. E proprio guardando la foto di quest’anno, si nota che Chris ha i polsi iper estesi nel prendere le protesi, segno che non sono adatte al suo modo di impugnarle, mentre il manubrio di Pinarello lo è di sicuro. Come lo hanno fatto su misura per Wiggins e ora per Ganna, di certo era su misura anche per Froome. Proprio questo mi fa pensare che ci sia allo studio una bici fatta proprio per lui. Un corridore così lo richiede».

Malori
Adriano Malori oggi si dedica a preparazione e posizionamento nel suo studio 58×11
Malori
Malori si dedica a preparazione e posizionamento nel suo studio 58×11

Troppo basso

Questa considerazione fa pensare che ogni crono dal debutto al Tour sarà per Froome una sorta di banco di prova tecnico per fornire agli ingegneri di Factor tutte le indicazioni per costruire la nuova bici.

«Rispetto al 2016 – dice Malori – quest’anno è più avanzato e più basso. E siccome, cosa che abbiamo già detto parlando di Ganna, nelle crono conta più essere stretti che bassi, questa posizione mi lascia qualche punto interrogativo. Consideriamo anche il fatto che Froome ha una cassa toracica molto capiente, per cui questa posizione gli impedisce di respirare bene. L’angolo fra il quadricipite e il bacino è troppo chiuso. Altro motivo per pensare che siamo davanti a una posizione provvisoria e che prima del Tour gli daranno materiale diverso perché fin qui sembra che sia lui ad adattarsi alla bici e non il contrario».

Scodelle avanti

Altra sensazione, guardando le foto, è che la stessa bici abbia misure diverse. Froome è certamente più avanti, ma pare che la distanza fra sella e appoggio sul manubrio sia superiore oggi rispetto al passato.

«Servirebbe misurarle – sorride Adriano – però una sensazione simile ti assale e ci sarebbe da considerare semmai se il manubrio di Pinarello sia più arretrato. Di certo in entrambi i casi, le scodelle sono troppo avanti rispetto agli avambracci, a norma dovrebbero essere ancora più vicine al gomito, ma questo dipende anche dalle abitudini del corridore. Su Factor, anche per l’inclinazione del manubrio, l’angolo tra l’avambraccio e il bicipite è più chiuso, mentre il manubrio di Pinarello è più alto. La conseguenza è quella che dicevamo prima, cioè la posizione molto bassa in relazione alla sua cassa toracica».

Ad ora il manubrio utilizzato da Froome è il 51 Speedshop Mono-Riser Aerobar
Ad ora il manubrio utilizzato da Froome è il 51 Speedshop Mono-Riser Aerobar

Occhi aperti

L’ultima annotazione riguarda il casco, con l’attenuante che magari nel momento della scatto Froome stesse guardando verso il basso e non in avanti come invece è chiaro nella foto del 2016.

«Quella forma – dice Malori – ha la punta che guarda in alto e non va bene. Si nota che nella foto su Pinarello, il casco è in linea con il gruppo spalle-collo. Comunque sono curioso di sapere a cosa stiano lavorando. Da qui al Tour c’è ancora una vita. Basterà osservarlo a partire dal Romandia, che avrà un prologo e una cronometro finale e di sicuro al Delfinato, che ha la crono e dovrebbe essere l’ultima corsa prima del Tour».

Enigma Froome: in ripresa o in alto mare?

24.03.2021
4 min
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Come sta Froome, che anche oggi s’è staccato? E’ difficile capire se questa fissazione per il quinto Tour sia nella sua testa il solo modo per tenere alta la tensione o richiamare le attenzioni che un tempo doveva respingere. Il recupero prosegue lentamente, forse troppo. La Vuelta è servita per rimettere in moto la macchina, ma il duro lavoro fatto in California per tutto l’inverno fa pensare che il recupero non fosse ancora completo. E anche se il beneficio del dubbio va concesso a qualsiasi grande atleta abbia subito un simile infortunio, la scelta di giocarsi tutto in Francia senza cercare prima una minima conferma, inizia a sembrare troppo ardita. Il Froome dei bei tempi non lasciava passare occasione per mettersi alla prova. 

Chris non è tipo di cedere alla paura o darla a vedere. E si può ben capire, dato che la Israel Start Up Nation lo ha preso con il sogno di ben figurare in Francia, che sarebbe quantomeno improvvido uscirsene ammettendo il proprio disagio. Quello che si può fare allora è leggere nelle sue parole delle ultime settimane, cercando di coglierne lo stato d’animo.

In Spagna per lavorare sereno e senza pressioni
In Spagna per lavorare sereno e senza pressioni

Sulla paura

E’ un sentimento, dice, che risale soltanto ai primi tempi, quando faticava a comprendere la portata dell’infortunio.

«Ci sono stati sicuramente alcuni momenti – ha raccontato durante il Uae Tour – soprattutto quando ho avuto più difficoltà a respirare e mi è stato spiegato che avevo lesioni interne, alcune vertebre fratturate, uno sterno fratturato, un polmone collassato. Allora era una cosa seria. Ero completamente nelle mani dei primi soccorritori, quasi come se fossi uno spettatore che guarda da lontano. Quindi è stata una sensazione piuttosto spaventosa e di impotenza, sapere che la mia vita dipendeva dalle persone che lavoravano intorno a me».

Sul dolore

Dice che le cose sono molto migliorate e che gli strascichi derivanti dall’infortunio sono ormai tutti alle spalle.

«Non sto più soffrendo – ha detto – provo un po’ di fastidio quando dormo sul fianco destro e un po’ di bruciore dove avevo inserito una piastra. Tutto il lavoro in palestra e la riabilitazione che ho fatto e sto ancora facendo si traduce in potenza sulla bici. Le due gambe adesso sono di nuovo uguali. Tornare in bici è stato abbastanza facile perché la caduta non è dipesa da un errore che mettesse in dubbio le mie abilità. Ero su una strada perfettamente diritta e una folata di vento ha spostato la mia ruota anteriore mentre avevo una sola mano sul manubrio».

Seconda crono dopo quella del Uae Tour, a 2’05” da Dennis
Seconda crono dopo quella del Uae Tour, a 2’05” da Dennis

Sul passato

Se non ci fosse stato l’incidente al Delfinato del 2019, Froome non se ne sarebbe mai andato dal Team Ineos. E chissà se la stessa squadra, convinta in quel momento di avere in Bernal il vincitore (scontato) dei prossimi Tour, lo avrebbe lasciato andare rendendosi conto che il cammino del colombiano si stava facendo più impervio.

«Ineos vince grandi Giri da anni – ha detto, tralasciando volutamente di precisare che di 11 vittorie, 7 sono le sue – questa squadra (la Istrae Start Up Nation, ndr) è qualcosa di nuovo e di fresco ed è proprio quello di cui avevo bisogno. Non ero mai stato coinvolto prima nel processo di reclutamento dei corridori e del personale, non sono mai intervenuto nella pianificazione. Alla Ineos ci sono persone che se ne occupano. Ora che per la prima volta faccio parte di quel processo, è come se avessi anche più padronanza del mio ruolo».

Sul Catalunya

Le mani bene avanti e nessun proclama, sebbene gestisca tutto con una calma olimpica. Ma il tempo stringe, luglio si avvicina: che cosa si muove nella sua testa? Lui parla di processo in corso, di una serie di eventi che, messi nella giusta successione, gli daranno le forze per andare al Tour.

«Però è impossibile dire quando sarò finalmente al top – ha spiegato nei giorni scorsi – perché il blocco delle gare del 2020 anno mi ha tolto un importante spazio di lavoro. Ogni anno che passa quando ne hai già 35 rallenta il tuo corpo. Le carriere si allungano, principalmente grazie alla nutrizione e alla fisiologia applicata allo sport. Tutto sta evolvendo. Stiamo imparando sempre di più sui nostri corpi. Ma sapevo e so tutt’ora che per tornare al Froome di prima ci sarà da camminare ancora molto. Sarò pronto per il Tour? Mi piacerebbe e per riuscirci devo fidarmi del lavoro che abbiamo impostato».

E’ tornato di qua dall’Atlantico in tempo per il Uae Tour, corso con cautela
E’ tornato di qua dall’Alantico in tempo per il Uae Tou

Non è solo la squadra che è cambiata, non solo la bicicletta. E’ la sua vita che ha subito una vera rivoluzione e in essa Froome sta cercando di ricreare l’ambiente ideale in cui esercitare il suo mestiere. Come Viviani, che lo scorso anno tentò di portare alla Cofidis l’esperienza del treno Quick Step, così Froome sta cercando di ricreare Sky del team israeliano. La curiosità per vedere l’esito del suo lavoro è per ora l’unico dato certo.

Chris Froome

Froome-freni a disco: non è ancora amore

13.02.2021
3 min
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Recentemente Chris Froome ha realizzato un video in cui presenta la sua nuova bicicletta, parlando anche dei freni a disco. Non è un segreto che fino allo scorso anno il campione britannico usasse bici con i freni tradizionali, mentre per la nuova stagione la sua Factor avrà i dischi. Froome ha messo in luce i vantaggi e gli svantaggi di questo nuovo (per lui) sistema frenante. Abbiamo parlato di questo aspetto anche con Claudio Cozzi, direttore sportivo della Israel Start-Up Nation, la nuova squadra di Froome.

I dubbi di Froome

Cambio di squadra e cambio di bicicletta per Froome, che proverà a vincere il suo quinto Tour de France in sella alla Factor Ostro VAM. Il britannico si è detto molto soddisfatto della bicicletta, soprattutto in termini di reattività e trasferimento di potenza, ma sui freni a disco ha palesato alcuni dubbi.
«Non sono ancora convinto al 100% – dice Froome – li uso da un paio di mesi e dal punto di vista delle prestazioni sono fantastici. Ti fermi sempre quando devi fermarti. Sia sull’asciutto che sul bagnato fanno il loro lavoro».

E fin qui sono stati messi in evidenza i vantaggi, ma poi Froome prosegue.

«Lo svantaggio dei freni a disco – dice – è lo sfregamento costante, il surriscaldamento, il rischio di deformarli quando si affrontano discese lunghe di 5 o 10 minuti – e poi aggiunge – non credo che questa tecnologia sia al punto in cui dovrebbe essere per il ciclismo su strada».

Chris Froome con la Factor Ostro VAM
Chris Froome con la sua Factor Ostro VAM
Chris Froome con la Factor Ostro VAM
Chris Froome con la sua Factor Ostro VAM

Imparare a usarli

In generale Froome lamenta la poca distanza fra le pastiglie dei freni e i dischi, che creano uno sfregamento che certo è fastidioso per qualsiasi ciclista. Infine, sottolinea come l’industria del ciclismo ormai va in questa direzione e bisogna adattarsi e imparare ad usarli al meglio.

In effetti il quattro volte vincitore del Tour de France non è mai stato un sostenitore dei freni a disco. In un’intervista rilasciata a Cycling Weekly nel maggio 2019 dichiarava che: «Per una questione di sicurezza, dico che i freni a disco dovrebbero essere usati da tutti o da nessuno. Avere in gruppo dei sistemi frenanti diversi aumenterebbe i pericoli».

Fatti dei miglioramenti

Per capire meglio le parole di Froome abbiamo contattato il suo nuovo direttore sportivo, Claudio Cozzi.
«Posso dire che dall’anno scorso a oggi abbiamo fatto dei miglioramenti – ci spiega – ci sono dei sistemi che hanno aumentato l’aerazione e quindi il raffreddamento dei dischi».

Cozzi mette in evidenza che è normale che nelle discese lunghe l’impianto frenante vada sotto stress: «D’altronde anche con le macchine quando fai una discesa lunga i freni iniziano a fischiare, è normale».

La Factor Ostro Vam in dotazione alla Israel Start-Up Nation con i freni a disco
La Factor Ostro VAM in dotazione alla squadra tutte con i dischi
La Factor Ostro Vam in dotazione alla Israel Start-Up Nation con i freni a disco
La Factor Ostro VAM in dotazione alla Israel Start-Up Nation sono tutte con i freni a disco

Solo all’inizio

Un punto su cui si focalizza il direttore sportivo della Israel Start-Up Nation è il seguente.

«Siamo al secondo anno con i freni a disco – dice – e Factor ha lavorato per alleggerire il più possibile la bicicletta. E’ normale che non tutto sia ancora perfetto, è una tecnologia ancora all’inizio. Ci può essere qualche problema in caso di frenate secche, c’è il rischio che il disco si ovalizzi un po’ e magari le pastiglie tocchino. Ma credo che indietro non si torni e i materiali miglioreranno».
Cozzi fa una serie di esempi di novità tecniche recenti come i gruppi elettronici, il passaggio cavi totalmente interno, i tubeless e i cerchi più larghi. Tutte tecnologie che hanno comportato dei cambiamenti sia nella manutenzione che nello stile di guida dei corridori, ma che inevitabilmente vanno avanti come i freni a disco.

«C’è un’evoluzione in tutto e bisogna adattarsi – commenta Cozzi – nel tempo ci saranno dei miglioramenti. Però i ragazzi mi dicono che con i freni a disco, a livello di sicurezza c’è stato un bel passo avanti»

GALLERY/Israel al lavoro in attesa di Froome e del Giro

25.01.2021
7 min
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Cozzi è rientrato ieri dal ritiro della Israel Start-Up Nation a Girona, il resto del gruppo partirà oggi. Nella voce del tecnico milanese si capisce che le cose sono andate davvero bene, in attesa che Froome torni in Europa. Devono ancora stabilire se Chris rientrerà su Milano e di lì si imbarcherà con il resto della squadre per lo Uae Tour o se volerà direttamente dalla California ad Abu Dhabi.

In attesa di conoscere il percorso del Giro d’Italia, il kenyano sta lavorando molto sodo nel centro di High-Performance Red Bull, consapevole di dover recuperare massa e tono muscolare. Il suo percorso viene monitorato costantemente dallo staff dei preparatori del team. Nel frattempo a Girona si è lavorato e si è lavorato bene.

Il britannico ha svolto un enorme lavoro di recupero muscolare
Il britannico ha svolto un enorme lavoro di recupero muscolare

«Mi è piaciuto – dice Cozzi – sono contento del lavoro che abbiamo fatto e il livello della squadra è cresciuto davvero di tanto. Ho visto i ragazzi già in forma e soprattutto motivati. De Marchi e Woods sono due grandi professionisti, Vanmarcke è incredibile. Questi sono uomini che trascinano il gruppo solo con lo sguardo».

Quanto è attendibile la possibilità che Froome partecipi al Giro?

Dipenderà tutto dal livello che Chris avrà nelle prime corse e poi, ovviamente anche dal percorso, di cui però qualcosa si è già capito. Diciamo che potrebbe servirgli correrlo. Ci saranno tappe impegnative, con 6-7 arrivi i salita di cui Sestola sarà il meno impegnativo. Avremo un Nord molto duro, ma a me piace che ci sia il Sud. In Puglia becchi il vento ed è come una tappa di salita. Se vai in Calabria puoi fare tappe con 4.000 metri di dislivello. Se ricordate bene, in Abruzzo, sir Wiggins che doveva papparsi il Giro, ci lasciò le penne. Nelle Marche ci sono quei muri. I velocisti possono contare su un’area pianeggiante di 400 chilometri nella Pianura Padana, per il resto sono condannati alle salite.

Si percepisce la presenza di Froome, anche se è così lontano?

Si capisce dalla voglia che tutti hanno di migliorare. Lo vedo su me stesso, lo vedo nel personale che cura i dettagli come non aveva mai fatto prima. Abbiamo avuto i capi in ritiro quasi per tutto il tempo, Sylvan Adams è stato fino a ieri. Quando è così la voglia di fare bene diventa contagiosa.

A proposito di velocisti, come sta Greipel?

Ho lavorato tanto con il suo gruppo, in cui ci sono anche Dowsett e Cimolai, perché verrà al Giro. Sono rimasto impressionato dalla sua potenza e da come la bici lo assecondi. Quando parte per lo sprint, la Factor non flette neanche un po’. Hanno trovato il giusto compromesso fra rigidità e aerodinamica. E poi avete visto quanto è cattiva? La scritta è prismatica e cambia colore. E poi avremo un solo modello, per fortuna…

Meno scocciature per i meccanici?

Esatto, c’è sempre nell’anno il momento in cui i corridori si mettono a fare storie. Invece questa abbiamo e su questa lavoriamo, facendo le dovute sistemazioni, guardando il millimetro. Mentre a marzo arriverà la nuova da crono.

Diversa dalla precedente?

La stanno sviluppando con Froome e Dowsett, che venendo dalla scuola britannica e avendo la testa su record dell’Ora, sta attento davvero ai minimi dettagli. Pensate che si è fatto realizzare un body per correre su strada con cui guadagna un bel mucchietto di watt. Costa 1.200 euro, ma è davvero performante.

Al Giro dunque ci saranno anche Dowsett e Cimolai?

Che però in quei giorni attende la nascita della bimba. Lui è stato super onesto e disponibile. Nei giorni della nascita, la corsa dovrebbe essere in Friuli. Ha detto: partiamo, poi si vedrà.

Chris Froome è rimasto ad allenarsi in California presso il centro high-Performance di Red Bull
Froome è rimasto ad allenarsi in California
E De Marchi?

Sono entrambi friulani, ma Cimo è sponda veneta ed è malleabile. Mentre Dema è sponda delle montagne ed è una bella testa dura. Lui dovrebbe fare il Giro e poi, in base alle Olimpiadi, forse anche il Tour. Però un passo alla volta. Intanto pensiamo allo Uae Tour e all’Etoile de Besseges. Poi la Tirreno, dove verremo con Woods e Martin. Dal Laigueglia stiamo aspettando una risposta, perché ci sono 29 squadre. E’ incredibile quanta voglia ci sia di correre. Per me si potrebbe partire in 6 per squadra, ma gli organizzatori non possono pretendere che portiamo Froome a tutte le corse. Lui ha il suo programma, sarebbe un errore stravolgerlo.

Elite Team Israel 2021

Elite e Israel Start-Up Nation insieme anche nel 2021

09.01.2021
2 min
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Elite è stata accanto al Team Israel Start-Up Nation sin dalla sua nascita e continuerà a farlo anche il prossimo anno. Marco Cavallin, Responsabile delle sponsorizzazioni Elite ha voluto sottolineare con le seguenti parole il rinnovo dell’accordo: «Siamo orgogliosi di sostenere anche per il 2021 l’Israel Start-Up Nation. Il nostro obiettivo è fornire al team i migliori prodotti da utilizzare nelle fasi di allenamento, ma soprattutto in gara».

I cavalletti per una fornitura ora completa

La scorsa stagione l’azienda veneta ha sostenuto l’Israel Start-Up Nation fornendo borracce, portaborracce e creme per i massaggi, oltre ai tradizionali rulli che hanno reso l’azienda padovana un riferimento a livello mondiale. Nel 2021 la fornitura al team sarà arricchita dai cavalletti per la cura e la manutenzione delle biciclette.
I meccanici del team hanno già avuto modo di provarli e ne sono rimasti entusiasti. I cavalletti Elite consentono infatti di tenere perfettamente stabile la bici mentre il meccanico è intento a lavarla oppure a effettuare la manutenzione quotidiana pre e dopo una gara.

Elite e Israel 2021
Elite è orgogliosa di continuare questa collaborazione
Elite e Israel 2021
Elite è orgogliosa di continuare la collaborazione con la Israel Start-Up Nation

Il parere degli atleti

Il velocista del team Rudy Barbier ritiene che Elite sia uno dei partner più importanti di Israel Start-Up Nation tanto da arrivare a dichiarare: «Le borracce e i portaborracce Elite sono davvero perfetti. Il rullo Suito mi ha inoltre aiutato a superare il primo blocco causato dal Covid-19. Mi sono trovato così bene che ora che siamo in fase di preparazione per la nuova stagione ho deciso di utilizzarlo con cadenza settimanale».
Barbier ha voluto parlare anche delle creme massaggio del marchio italiano: «Nelle fasi di recupero dopo una gara i nostri massaggiatori usano sempre le creme Elite. È naturale che chi ci segua sia un professionista in grado di fare massaggi perfetti, ma sono sicuro che i prodotti Elite mettono i massaggiatori nelle condizioni di lavorare al meglio e i benefici si sentono subito».

Rudy Barbier
Rudy Barbier il velocista dell’Israel Start-Up Nation
Rudy Barbier
Rudy Barbier il velocista dell’Israel Start-Up Nation

I prodotti Elite utilizzati dalla Israel Start-Up Nation nel 2021 saranno i seguenti: rullo Suito per le sessioni di allenamento e riscaldamento, lo sterzo elettronico Sterzo Smart, la borraccia Fly Team e tutta la gamma di portaborraccia, compreso l’innovativo Rocko Carbon.

elite-it.com