Recentemente Chris Froome ha realizzato un video in cui presenta la sua nuova bicicletta, parlando anche dei freni a disco. Non è un segreto che fino allo scorso anno il campione britannico usasse bici con i freni tradizionali, mentre per la nuova stagione la sua Factor avrà i dischi. Froome ha messo in luce i vantaggi e gli svantaggi di questo nuovo (per lui) sistema frenante. Abbiamo parlato di questo aspetto anche con Claudio Cozzi, direttore sportivo della Israel Start-Up Nation, la nuova squadra di Froome.
I dubbi di Froome
Cambio di squadra e cambio di bicicletta per Froome, che proverà a vincere il suo quinto Tour de France in sella alla Factor Ostro VAM. Il britannico si è detto molto soddisfatto della bicicletta, soprattutto in termini di reattività e trasferimento di potenza, ma sui freni a disco ha palesato alcuni dubbi.
«Non sono ancora convinto al 100% – dice Froome – li uso da un paio di mesi e dal punto di vista delle prestazioni sono fantastici. Ti fermi sempre quando devi fermarti. Sia sull’asciutto che sul bagnato fanno il loro lavoro».
E fin qui sono stati messi in evidenza i vantaggi, ma poi Froome prosegue.
«Lo svantaggio dei freni a disco – dice – è lo sfregamento costante, il surriscaldamento, il rischio di deformarli quando si affrontano discese lunghe di 5 o 10 minuti – e poi aggiunge – non credo che questa tecnologia sia al punto in cui dovrebbe essere per il ciclismo su strada».
Imparare a usarli
In generale Froome lamenta la poca distanza fra le pastiglie dei freni e i dischi, che creano uno sfregamento che certo è fastidioso per qualsiasi ciclista. Infine, sottolinea come l’industria del ciclismo ormai va in questa direzione e bisogna adattarsi e imparare ad usarli al meglio.
In effetti il quattro volte vincitore del Tour de France non è mai stato un sostenitore dei freni a disco. In un’intervista rilasciata a Cycling Weekly nel maggio 2019 dichiarava che: «Per una questione di sicurezza, dico che i freni a disco dovrebbero essere usati da tutti o da nessuno. Avere in gruppo dei sistemi frenanti diversi aumenterebbe i pericoli».
Fatti dei miglioramenti
Per capire meglio le parole di Froome abbiamo contattato il suo nuovo direttore sportivo, Claudio Cozzi.
«Posso dire che dall’anno scorso a oggi abbiamo fatto dei miglioramenti – ci spiega – ci sono dei sistemi che hanno aumentato l’aerazione e quindi il raffreddamento dei dischi».
Cozzi mette in evidenza che è normale che nelle discese lunghe l’impianto frenante vada sotto stress: «D’altronde anche con le macchine quando fai una discesa lunga i freni iniziano a fischiare, è normale».
Solo all’inizio
Un punto su cui si focalizza il direttore sportivo della Israel Start-Up Nation è il seguente.
«Siamo al secondo anno con i freni a disco – dice – e Factor ha lavorato per alleggerire il più possibile la bicicletta. E’ normale che non tutto sia ancora perfetto, è una tecnologia ancora all’inizio. Ci può essere qualche problema in caso di frenate secche, c’è il rischio che il disco si ovalizzi un po’ e magari le pastiglie tocchino. Ma credo che indietro non si torni e i materiali miglioreranno».
Cozzi fa una serie di esempi di novità tecniche recenti come i gruppi elettronici, il passaggio cavi totalmente interno, i tubeless e i cerchi più larghi. Tutte tecnologie che hanno comportato dei cambiamenti sia nella manutenzione che nello stile di guida dei corridori, ma che inevitabilmente vanno avanti come i freni a disco.
«C’è un’evoluzione in tutto e bisogna adattarsi – commenta Cozzi – nel tempo ci saranno dei miglioramenti. Però i ragazzi mi dicono che con i freni a disco, a livello di sicurezza c’è stato un bel passo avanti»