Froome e la crono: caro Malori, come lo vedi?

15.04.2021
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Adriano Malori e la sua passione per il posizionamento e le crono sono ancora una volta al nostro fianco per cercare di… leggere il nuovo Froome, ancora sotto traccia e piuttosto misterioso. C’erano tanti punti di domanda sulla sua possibilità di ritornare ai vertici, perché l’incidente è stato indubbiamente serio. Ma altra curiosità era legata ai nuovi materiali, per capire se sia semplice lasciarsi alle spalle anni di personalizzazione estrema con Pinarello e la struttura Ineos. E mentre fonti della Israel Start-Up Nation fanno sapere che la bici da strada è a posto e per il britannico si sta lavorando a una nuova Factor da crono per il Tour, questo confronto è un modo molto interessante per ingannare l’attesa e capire su cosa si stia eventualmente lavorando.

Un po’ di fotografie

Perciò abbiamo mandato ad Adriano alcune foto. Prima del Froome 2016 che vinceva l’ultima crono alla Vuelta e poi della recente Volta a Catalunya e gli abbiamo lasciato il microfono.

«La prima cosa da dire prima di partire – annota giustamente Adriano – è che nelle due foto c’è una differenza sostanziale legata proprio a Froome. Nella foto del 2016 è magro e tonico, nella attuale si vede che il peso non è ancora quello per vincere e di conseguenza anche la posizione sembra viziata».

Così Chris Froome nella cronometro individuale della Volta a Catalunya del 23 marzo
Così Froome alla Volta a Catalunya il 23 marzo
Il 9 settembre 2016 vince la crono di Calpe alla Vuelta Espana
Il 9 settembre 2016 vince la crono di Calpe alla Vuelta

Il manubrio

L’osservazione va avanti partendo dalla bici attuale, una Factor Slick con il tubo obliquo della serie Twin Vane EVO e i foderi schiacciati che creano una sorta di protezione aerodinamica attorno alla ruota posteriore. Il manubrio si chiama 51 Speedshop ed è composto da una serie di elementi regolabili per il raggiungimento della posizione. Ma il nodo da sciogliere è se sia possibile riportare le misure fra una bici da crono e la successiva.

«No – dice subito Malori – non riesci ed è proprio il manubrio a fare la maggior differenza. Fra un Deda e un Itm, per fare i primi due nomi che mi vengono in mente e che non sono coinvolti nel discorso, ci sono delle differenze non conciliabili. E proprio guardando la foto di quest’anno, si nota che Chris ha i polsi iper estesi nel prendere le protesi, segno che non sono adatte al suo modo di impugnarle, mentre il manubrio di Pinarello lo è di sicuro. Come lo hanno fatto su misura per Wiggins e ora per Ganna, di certo era su misura anche per Froome. Proprio questo mi fa pensare che ci sia allo studio una bici fatta proprio per lui. Un corridore così lo richiede».

Malori
Adriano Malori oggi si dedica a preparazione e posizionamento nel suo studio 58×11
Malori
Malori si dedica a preparazione e posizionamento nel suo studio 58×11

Troppo basso

Questa considerazione fa pensare che ogni crono dal debutto al Tour sarà per Froome una sorta di banco di prova tecnico per fornire agli ingegneri di Factor tutte le indicazioni per costruire la nuova bici.

«Rispetto al 2016 – dice Malori – quest’anno è più avanzato e più basso. E siccome, cosa che abbiamo già detto parlando di Ganna, nelle crono conta più essere stretti che bassi, questa posizione mi lascia qualche punto interrogativo. Consideriamo anche il fatto che Froome ha una cassa toracica molto capiente, per cui questa posizione gli impedisce di respirare bene. L’angolo fra il quadricipite e il bacino è troppo chiuso. Altro motivo per pensare che siamo davanti a una posizione provvisoria e che prima del Tour gli daranno materiale diverso perché fin qui sembra che sia lui ad adattarsi alla bici e non il contrario».

Scodelle avanti

Altra sensazione, guardando le foto, è che la stessa bici abbia misure diverse. Froome è certamente più avanti, ma pare che la distanza fra sella e appoggio sul manubrio sia superiore oggi rispetto al passato.

«Servirebbe misurarle – sorride Adriano – però una sensazione simile ti assale e ci sarebbe da considerare semmai se il manubrio di Pinarello sia più arretrato. Di certo in entrambi i casi, le scodelle sono troppo avanti rispetto agli avambracci, a norma dovrebbero essere ancora più vicine al gomito, ma questo dipende anche dalle abitudini del corridore. Su Factor, anche per l’inclinazione del manubrio, l’angolo tra l’avambraccio e il bicipite è più chiuso, mentre il manubrio di Pinarello è più alto. La conseguenza è quella che dicevamo prima, cioè la posizione molto bassa in relazione alla sua cassa toracica».

Ad ora il manubrio utilizzato da Froome è il 51 Speedshop Mono-Riser Aerobar
Ad ora il manubrio utilizzato da Froome è il 51 Speedshop Mono-Riser Aerobar

Occhi aperti

L’ultima annotazione riguarda il casco, con l’attenuante che magari nel momento della scatto Froome stesse guardando verso il basso e non in avanti come invece è chiaro nella foto del 2016.

«Quella forma – dice Malori – ha la punta che guarda in alto e non va bene. Si nota che nella foto su Pinarello, il casco è in linea con il gruppo spalle-collo. Comunque sono curioso di sapere a cosa stiano lavorando. Da qui al Tour c’è ancora una vita. Basterà osservarlo a partire dal Romandia, che avrà un prologo e una cronometro finale e di sicuro al Delfinato, che ha la crono e dovrebbe essere l’ultima corsa prima del Tour».