Come reagiresti se ti dicessero che dal prossimo anno dovrai guidare Chris Froome all’assalto del quinto Tour? Claudio Cozzi, che pure non sarà il solo direttore sportivo della Israel Start-Up Nation sta facendo ancora i conti con questa nuova consapevolezza. E se pure in passato gli è capitato di giocarsi il Giro con Purito Rodriguez (la ferita della crono di Milano 2012 sanguina ancora), la prospettiva Froomey promette di spostare tutto verso un livello di gioco più alto.


Che aria si respira nel team?
La voglia di darsi da fare e crescere. Abbiamo davvero una buona prospettiva.
Si è davvero parlato di farlo arrivare per il Tour 2020?
La storia della trattativa non saprei come affrontarla, non ne so molto. Ha gestito tutto il management.
Con Froome in squadra nemmeno vale la pena parlare di obiettivi, giusto?
L’idea è di fare un grande Tour. Per questo si deve costruire un gruppo, di cui ad esempio potrà far parte anche Alessandro De Marchi. Avrà da lavorare, ma anche i suoi spazi. Un bell’acquisto, mi ci sono buttato in mezzo anche io, perché è davvero un bel corridore.
Di quali corridori c’è bisogno?
Gente forte in salita, capace di pilotarlo nelle situazioni nervose di corsa e che sia esperta. Lui ha chiesto di avere una squadra attrezzata. So ad esempio che con Impey ha corso alla Barloworld. Ma per la mia esperienza con Purito, se hai un leader forte, porti solo uomini per lui. Un anno portammo Kristoff al Tour, ma perché Alex va forte anche in salita e, quando serve, sa anche tirare.


La vostra non è una squadra votata al leader, finora non vi è mai toccato farlo…
Siamo venuti al Giro senza un capitano e abbiamo lottato per le tappe. Abbiamo sofferto, ma abbiamo vinto la tappa di Vieste. Alla Vuelta invece, avendo Dan Martin, abbiamo provato a cambiare registro.
Certo è un bel salto…
E tutti abbiamo l’entusiasmo di salire al livello necessario. Di sicuro si tratta di un grande investimento, perché oltre a Chris coinvolge atleti come Ben Hermans e Dan Martin. Poi ci sarà da vedere James Piccoli, il canadese. E nel frattempo siamo qui a progettare ritiri senza sapere se potremo farli. Adesso se ne stanno valutando due fra dicembre e gennaio, ma chi può dire se ci sarà modo di farli?
Pensi che Froome abbia già in mano il nuovo materiale?
Probabilmente sì, ce lo stanno consegnando in questi giorni, probabilmente avrà la nuova bici, anche se non può ancora usarla. E’ un perfezionista, vorrà valutare tutto. Non è uno che va a correre per arrivare secondo, ma è anche un professionista capace di lavorare per la squadra.


Dici che tornerà al top come dice Wiggins?
Ha avuto la sfortuna di non poter mettere insieme tanti chilometri di corsa. Dopo l’incidente non ha potuto fare la progressione necessaria. Infatti alla Vuelta, con le tre settimane, si è visto che cresceva. La corsa ti dà una velocità che a casa non costruisci. Può tornare ai suoi livelli, anche se il modo di correre è cambiato tanto. Una volta si diceva che per vincere il Tour bastasse avere un rapporto potenza peso di 6,5. Oggi volano ben più alto, perché si sta abbassando il peso.
Chris non potrà più lavorare con Tim Kerrison, sai chi lo allenerà?
Onestamente non lo so, ma posso dire che abbiamo un gruppo di preparatori di alto livello. E’ quello che si sta decidendo in questi giorni. Con i tempi che corrono, si lavora a tutto. Anche a creare un piano A e un piano B. Siamo tutti connessi. Direttori. Preparatori e sponsor. Quest’anno e anche il prossimo, le cose vanno così…