Alaphilippe pronto alla sfida. Intanto coccola la nuova bici

24.04.2021
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Impossibile non continuare a parlare di Julian Alaphilippe. Il francese ha un seguito pazzesco, basta vedere la copertina che gli ha dedicato l’Equipe per la vittoria alla Freccia Vallone in tempo di Superlega.

Ieri sulla Redoute, durante la ricognizione solo per Gilbert, che lì è di casa nel vero senso della parola, ci sono stati gli stessi applausi e gli stessi incitamenti. «Allez Loulou!». E lui approvava facendo segno col capo.

Grande tifo sulla Redoute per Alaphilippe e i suoi compagni
Grande tifo sulla Redoute per Alaphilippe e i suoi compagni

Ma quale pressione! 

Il campione del mondo parte da super favorito per la Liegi: viene dalla vittoria della Freccia Vallone, non ha nascosto le sue ambizioni e, aggiungiamo noi, ha anche il dente avvelenato per come andò lo scorso anno, quando fu declassato al quinto posto. Con tutti questi preamboli la prima cosa che gli chiediamo è se sente la pressione.

«Sento quella giusta – risponde Loulou – quando ci sono questi grandi obiettivi, e la Liegi è quello più importante di questa parte di stagione, un po’ di pressione serve. Ho vinto la Freccia e questo già aiuta parecchio e poi dall’inizio dell’anno con la squadra abbiamo raccolto molte vittorie e anche questo ci fa stare tranquilli. Da un punto vista personale sono molto contento e spero di finire al meglio le classiche. Ma non c’è nessuna pressione speciale. E’ giusto voglia di fare le cose bene».

I ragazzi della nuova generazione, anche se Alaphilippe non è più un ragazzino (ha 29 anni), non smettono di stupire. Altra mentalità. Una mentalità alla quale dovremmo abituarci. Basta tornare indietro di dieci anni, non un secolo, e ricordare le vigilie tese di Cancellara o Boonen: a questi ragazzi sembra scivolare tutto addosso. Da una parte è un bene.

Pogacar e Hirschi chiacchieravano e ridevano ieri mentre pedalavano. Idem Gaudu e Madouas. Roglic forse era il più serio. 

La nuova Specialized Tarmac con i colori iridati per il francese (foto Twitter)
La nuova Specialized Tarmac con i colori iridati per il francese (foto Twitter)

Bici nuova

Julian invece prima si è coccolato la nuova bici “iridata” che gli ha consegnato Specialized e poi sornione se n’è andato con i compagni a fare la ricognizione. Solo sulla Roche aux Faucons ha fatto un piccolo allungo, ma forse era più un favore per i tanti fotografi al seguito. Comunque sia in quel tratto è passato da solo.

«In questi giorni dopo la Freccia ho pensato solo a recuperare – ammette Alaphilippe – La vittoria di mercoledì ha confermato la mia buona condizione, ma la Liegi è una gara diversa: è più lunga, ha un altro finale. Alla Freccia sai che devi aspettare il muro finale. La Liegi richiede molta energia e concentrazione ed è un attimo a ritrovarsi senza gambe. Io però penso di essermi ben preparato. Dopo le classiche fiamminghe, anche se non sono andato in altura, ho fatto parecchia salita. Ho fatto scalate più lunghe».

Alaphilippe in ricognizione sulla Roche aux Faucons, ultimo strappo della Liegi
Alaphilippe in ricognizione sulla Roche aux Faucons, ultimo strappo della Liegi

Quell’arrivo ad Ans

Come abbiamo visto, parlando con Marta Cavalli e Davide Formolo, il percorso sembra essere più selettivo, Alaphilippe però non è totalmente in linea con loro.

«C’è una nuova salita ed era giusto provarla, cosa che abbiamo fatto anche ieri, cambia un po’ ma non tantissimo. La Redoute e soprattutto la Roche-aux-Faucons faranno la differenza».

E allora gli chiediamo: «Preferivi il vecchio percorso con Saint Nicolas ed arrivo ad Ans o quello attuale?». 

«Bella domanda – ribatte Julian – mi piacciono tutti e due e ho corso su entrambi, ma viste le mie caratteristiche un po’ più da grimpeur forse era leggermente meglio l’altro, comunque la Roche-aux-Faucons è veramente difficile. La gara mi piace lo stesso».

Roglic in ricognizione a Boncelles, inizio della discesa su Liegi. Anche per lui bici nuova
Roglic in ricognizione a Boncelles, inizio della discesa su Liegi. Anche per lui bici nuova

Il duello con Roglic

E a proposito di Roglic. Lo sloveno è il campione uscente. Vista come è andata la Freccia già si parla di una gara a due. 

«Non dobbiamo “incendiarci” l’uno con l’altro – ha detto Alaphilippe – so bene che Primoz è molto forte. L’ho seguito al Giro dei Paesi Baschi, sapevo che era in buona forma. Chiaramente partiamo favoriti e sarà il primo avversario. In più l’anno scorso ha mostrato di saperla vincere. Ma ci sono tanti altri che possono trionfare e che vanno tenuti d’occhio. E poi ci sarà qualche corridore che vorrà anticipare».

Di sicuro gli avversari non mancano. Pogacar sarà fresco e voglioso di riscatto per non aver fatto la Freccia. E Pidcock è più o meno sulla stessa lunghezza d’onda. Il britannico ha detto che non si ricordava quanto fosse duro l’asfalto, ma anche che ha recuperato al meglio. Anzi, ci ha talmente preso gusto che la Liegi non doveva neanche farla, ma ha deciso di esserci lo stesso dopo la caduta verso Huy e la beffa dell’Amstel. E poi ci sono Valverde, Fuglsang... la lista è lunga.

Bora Hansgrohe: squadrone per i grandi Giri più Sagan

20.04.2021
3 min
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Una squadra per tutte le stagioni: la Bora-Hansgrohe continua nel suo percorso di crescita e con l’arrivo di Wilco Kelderman si pone come una delle più attrezzate per i grandi Giri. L’olandese, da tempo ritenuto una valida cartuccia per le classifiche delle corse di tre settimane, allo scorso Giro ha conquistato il podio non senza qualche recriminazione per uno scarso sostegno della sua squadra, il Team Sunweb.

Peter Sagan Giro d'Italia 2021
Peter Sagan Giro d’Italia 2021
Peter Sagan Giro d'Italia 2021
Peter Sagan Giro d’Italia 2021

Alla Bora arriva carico di sete di rivincita, trovando in Buchmann e Schachmann valide alternative: difficile dire chi sarà il capitano nelle varie occasioni, probabilmente saranno la forma e i percorsi a determinare le strategie.

E’ chiaro che l’uomo-immagine del team rimane Peter Sagan, basti guardare al risalto che ha avuto la sua vittoria di tappa al Giro d’Italia. Lo slovacco ha sempre nella mente l’obiettivo delle classiche. Senza dimenticare Pascal Ackermann, il tedesco che molti considerano come il miglior velocista attuale, perlomeno all’altezza dei vari Demare ed Ewan anche se meno performante nei grandi Giri.

Quando c’è Sagan, la Bora-Hansgrohe è tutta con lui: qui sulla Cipressa alla Sanremo
Quando c’è Sagan, la Bora-Hansgrohe è tutta con lui: qui sulla Cipressa alla Sanremo

Due giovani meritano poi i fari dell’attenzione: uno è già “svezzato”, quel Leonard Kamna che ha saputo entusiasmare allo scorso Tour de France e che è chiamato ora al decisivo salto di qualità verso l’arengo dei grandi. L’altro è Giovanni Aleotti, neoprofessionista di Mirandola che inizia il suo cammino fra i grandi con tante aspettative riposte su di lui.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Pascal AckermannKandelGer17.01.19942017
Giovanni AleottiMirandolaIta25.05.19992019
Erik BaskaPovazska BistricaSvk12.01.19942016
Cesare BenedettiRoveretoIta03.08.19872010
Maciej BodnarBreslaviaPol03.07.19852007
Emanuel BuchmannRavensburgGer18.11.19922015
Marcus BurghardtZschopauGer30.06.19832005
Matteo FabbroUdineIta10.04.19952018
Patrick GamperMunsterAut18.02.19972020
Felix GrosschartnerWelsAut23.12.19932016
Lennart KamnaFredenbeckGer09.09.19962016
Wilco KeldermanAmersfoortNed25.03.19912015
Patrick KonradModlingAut13.10.19912015
Martin LaasTartuEst15.09.19932016
Jordi MeeusLommelBeln01.07.19982021
Daniel OssTrentoIta13.01.19872009
Nils PolittColoniaGer06.03.19942016
Lukas PostlbergerVocklabruckAut10.01.19922016
Juraj SaganZilinaSvk23.12.19882010
Peter SaganZilinaSvk26.01.19902009
Maximilian SchachmannBerlinoGer09.01.19942017
Ide SchellingL’AjaNed06.02.19982020
Andreas SchillingerKummersbruckGer13.07.19832005
Michael SchwarzmannKemptenGer07.01.19912010
Rudiger SeligZwenkau Ger19.02.19892012
Matthew WallsOldhamGbr20.04.19982021
Frederik WandahlHollwiken (SWE)Den09.05.20012020
Ben ZwiehoffEssenGer22.02.19942021

DIRIGENTI

Ralph DenkGerGeneral Manager
Enrico PoitschkeGerDirettore Sportivo
Helmut DollingerAutDirettore Sportivo
Pierre HeinderickxBelDirettore Sportivo
Christian PomerAutDirettore Sportivo
Steffen RadochlaGerDirettore Sportivo
Christian SchrotGerDirettore Sportivo
André SchulzeGerDirettore Sportivo
Sylwester SzmidPolDirettore Sportivo
Jan ValachSvkDirettore Sportivo
Hendrik WernerGerDirettore Sportivo
Jens ZemkeGerDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Come pure la Deceuninck-Quick Step, la Bora-Hansgrohe è un team Specialized, la cui presenza si deve oltre che al valore del team, alla presenza in esso di Peter Sagan, che del brand americano è un grande ambassador. A parte l’abbigliamento Sprotful, infatti, la maggior parte del kit dei corridori arriva proprio dall’atelier californiano.

CONTATTI

BAHRAIN VICTORIOUS – BRN

Denk ro Cycling GmbH & Co. KG, Innstrasse 1, 6342 Nienrndorf (AUT)

info@pro-cycling-gmbh.de – www.bora-hansgrohe.com

Facebook: @borahansgroheofficial

Twitter: @borahansgrohe

Instagram: borahansgrohe

Lennard Kamna

Le Specialized di Sagan, Kelderman e Schachmann

20.04.2021
3 min
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Il Team Bora-Hansgrohe di Peter Sagan può contare per questa stagione sulla Specialized Tarmac SL7 per le gare in linea, mentre per le competizioni su terreni più accidentati c’è la Roubaix e per le prove contro il tempo la Shiv TT Disc.

Veloce e leggera

La Tarmac SL7 è una bicicletta che possiamo definire universale, infatti grazie agli studi di aerodinamica, ai test in galleria del vento e all’utilizzo della “FreeFoil Shape Library” di Specialized è stato possibile realizzare una bicicletta che risulta più veloce rispetto ai modelli precedenti prodotti dal marchio statunitense. La “FreeFoil Shape Library” è una specie di archivio dove si trovano tutti i prototipi di tubi realizzati da Specialized. Grazie all’utilizzo di questo archivio e all’utilizzo del carbonio Fact 12r sapientemente lavorato per ogni zona specifica del telaio si è arrivati ad avere un telaio che in taglia 54 pesa 800 grammi.

Specialized Roubaix
La Specialized Roubaix
Specialized Roubaix
La Specialized Roubaix, l’arma in più di Peter Sagan sul pavé del Nord

Per la Parigi Roubaix

Per le gare con il pavé i corridori della Bora-Hansgrohe possono utilizzare la Specialized Roubaix. Questo modello è stato studiato specificatamente per dare maggiore comfort su terreni sconnessi e avere un’ottimo impatto aerodinamico. Basta pensare che i tecnici Specialized dichiarano che la Roubaix ha le stesse qualità aerodinamiche del Tarmac SL6. Il telaio è realizzato in carbonio Fact 11r per un peso di 900 grammi. I punti nevralgici della Roubaix sono il reggisella S-Works Pavé con un grado di flessibilità maggiore rispetto agli altri reggisella, anche grazie alla chiusura posta più in basso all’interno del telaio. Altro punto importante è la cartuccia Future Shock 2.0 con 20 millimetri di escursione posta nel tubo sterzo e con il registro per chiudere o aprire la compressione posto sull’attacco manubrio.

Ruote Roval

A livello di ruote il Team Bora-Hansgrohe utilizza le Roval, che è un marchio di Specialized. I corridori possono scegliere fra le Rapide CLX e le Alpinist CLX. Le prime sono ruote con un profilo differenziato fra anteriore e posteriore con la prima che ha un’altezza di 51 millimetri e la seconda di 60 millimetri, per un peso di 1.400 grammi. Le Alpinist CLX hanno un profilo da 33 millimetri e un peso di 1.284 grammi e sono più adatte alle tappe con tanta salita.

Wilco Keldermann sulla Specialized Shiv tt
Wilco Keldermann impegnato a cronometro
Wilco Keldermann sulla Specialized Shiv TT
Wilco Keldermann impegnato a cronometro sulla sua Shiv TT Disc

Pensata per le crono moderne

Nei giorni in cui bisogna affrontare le cronometro Keldermann e compagni hanno a disposizione la Shiv TT Disc. Una bicicletta che Specialized ha sviluppato per dare il meglio non solo a livello aerodinamico, ma anche per essere guidabile. I percorsi moderni delle cronometro spesso richiedono una maggiore capacità di guida rispetto al passato e proprio in quest’ottica è andato lo sviluppo della Shiv TT. Inoltre, la nuova Shiv TT è stata alleggerita di 500 grammi rispetto al modello precedente.

Le ruote Roval Rapide CLX
Le ruote Roval Rapide CLX
Le ruote Roval Rapide CLX
Le ruote Roval Rapide CLX con profilo differenziato tra anteriore e posteriore

La scheda tecnica

GruppoShimano Dura Ace Di2
RuoteRoval
PneumaticiSpecialized
ManubrioSpecialized/PRO
Sella Specialized
ReggisellaSpecialized
PedaliShimano

I Componenti

Per quanto riguarda la componentistica il team tedesco utilizza come gruppo lo Shimano Dura Ace Di2. Sempre di Shimano anche i pedali, mentre per quanto riguardo il manubrio i corridori possono contare sia sullo Specialized S-Works Aerofly II, che sui manubri del marchio PRO, che possono essere montati sull’attacco manubrio Tarmac. Anche le selle, i pneumatici e i portaborracce sono di Specialized.

Le classiche restano il target della Deceuninck-Quick Step

20.04.2021
3 min
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Formazione praticamente inalterata rispetto al 2020, quella della Deceuninck-Quick Step che prosegue nel suo lungo viaggio di trasformazione. Da dominatrice delle gare d’un giorno a squadra in grado di primeggiare anche nei grandi Giri. Un viaggio che nel disgraziato 2020 è stato frenato dal gravissimo infortunio a Remco Evenepoel e la sua lenta ripresa fa presumere che ci vorrà molto tempo per trovare una risposta: il talentuosissimo belga ha scelto di puntare sul Giro d’Italia, al quale è arrivato però soprattutto per fare esperienza e imparare a gestirsi senza aver potuto preparare la stagione appieno.

Julian Alaphilippe vince la Freccia Vallone 2021
Julian Alaphilippe vince la Freccia Vallone 2021

Classiche al top

La squadra resta comunque un riferimento assoluto per le classiche, a cominciare dal campione del mondo, quel Julian Alaphilippe che tuttavia non avrebbe messo da parte, almeno momentaneamente, le sue ambizioni di fare classifica al Tour, avendo appena rinunciato alle Olimpiadi. Il francese non è però l’unica punta, perché Steels, Ballerini, Asgreen, Lampaert sono corridori in grado di sfruttare ogni occasione e fare della Deceuninck la squadra che è sempre la più controllata.

Trenta corridori agli ordini di Peeters e Bramati (foto Wout Beel)
Trenta corridori agli ordini di Peeters e Bramati (foto Wout Beel)

Almeida e Bagioli

Nei grandi Giri, in attesa di Evenepoel (che resta pur sempre un corridore in grado di vincere anche nelle classiche come ha già dimostrato) l’uomo di punta è il portoghese Almeida, grande protagonista dell’ultimo Giro, ma attenzione anche ad Andrea Bagioli, che dovrà continuare nella sua opera di crescita che lo ha già messo in evidenza nelle piccole corse a tappe e a Fausto Masnada, che per quel che ha fatto merita di trovare spazio nel team anche come riferimento finale e non solo come aiutante del capitano di turno.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Julian AlaphilippeSaint Amand Fra11.06.19922014
Joao AlmeidaCaldas da RainhaPor05.08.19982018
Shane ArchboldTimaruNzl02.02.19892012
Kasper AsgreenKoldingDen08.02.19952018
Andrea BagioliSondrioIta23.03.19992020
Davide BalleriniCantùIta21.09.19942017
Sam BennettWervikIrl16.10.19902011
Mattia CattaneoAlzano LombardoIta25.10.19902013
Rémi CavagnaClermont FerrandFra10.08.19952017
Mark CavendishDouglasGbr21.05.19852007
Josef CernyFrydek MistekCze11.05.19932016
Tim DeclercqIzegemBel21.03.19892012
Dreis DevenynsLovanioBel22.07.19832007
Remco EvenepoelSchepdaalBel25.01.20002019
Ian GarrisonDecaturUsa14.04.19982019
Alvaro J.Hodeg ChaguiMonterìaCol16.09.19962018
Mikkel HonoréFredericiaDen21.01.19972019
Fabio JakobsenHeukelumNed31.08.19962018
Iljo KeisseGandBel21.12.19822005
James KnoxKendalGbr04.11.19952018
Yves LampaertIzegemBel10.04.19912013
Fausto MasnadaBergamoIta06.11.19932017
Michael MorkovKokkedalDen30.04.19952009
Florian SenechalCambraiFra10.07.19932014
Pieter SerryAalter Bel21.11.19882011
Stijn SteelsGandBel21.08.19892013
Jannik SteimleWeilheimGer04.04.19962020
Zdenek StybarPlanaCze11.12.19852011
Bert Van LerbergheCourtraiBel29.09.19922015
Mauri VansevenantOstendaBel01.06.19992020

DIRIGENTI

Patrick LefevereBelGeneral Manager
Wilfried PeetersBelDirettore Sportivo
Tom SteelsBelDirettore Sportivo
Davide BramatiItaDirettore Sportivo
Brian HolmDenDirettore Sportivo
Klaas LodewyckBelDirettore Sportivo
Ricardo ScheideckerPorDirettore Sportivo
Geert Van BondtBelDirettore Sportivo
Rik Van SlyckeBelDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Il team su cui Specialized ha il maggior controllo e con cui spinge forte sul gas della ricerca. Proprio la Deceuninck-Quick Step ha provato le corse del Nord (e vinto il Fiandre) mettendo via i tubolari e puntando sui copertoncini. I corridori vengono dotati di Tarmac SL7, Roubaix e della Shiv TT Disc per le cronometro.

CONTATTI

DECEUNINCK-QUICK STEP (Bel)

Rue de la Greve 8, 1643 Luxembourg (LUX)

info@decolef.com – www.deceuninck-quickstep.com

Facebook: @deceuninckquickstep

Twitter: @deceuninck_qst

Instagram: deceuninck_quickstepteam

Specialized Tarmac SL7 Bennett

Le Specialized del “branco di lupi”

20.04.2021
4 min
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La fortissima Deceuninck – Quick-Step corre ormai da alcuni anni su biciclette Specialized, il marchio americano fra i leader di mercato che per la stagione 2021 rifornisce la squadra con il Tarmac SL7, la Roubaix e la Shiv TT Disc.

Una bici universale

Il Tarmac SL7 è stato presentato nel 2020 ed ha subito vinto numerose corse, come il Campionato del Mondo ad Imola con Julian Alaphilippe e il Giro delle Fiandre con Kasper Asgreen, solo per citare alcune vittorie. Il Tarmac SL7 è una bicicletta che riesce ad essere leggera, con i suoi 800 grammi in taglia 54 e allo stesso tempo aerodinamica. I tecnici Specialized hanno voluto condensare tutto in una sola bicicletta, mandando in pensione la Venge che era il modello aerodinamico del brand americano. Il telaio della Tarmac SL7 è realizzato con il carbonio Fact 12r e con le forme dei tubi che sono state pensate per ottimizzare vari fattori come la rigidità torsionale, l’aerodinamica ed il peso.

La libreria dei tubi

Per arrivare a questo risultato è stata usata la “FreeFoil Shape Library”, una specie di archivio dei tubi, in cui ci sono moltissimi prototipi. Attingendo da questo archivio e unendo il tutto con ulteriori studi fatti in galleria del vento è stato possibile ottimizzare ogni zona del telaio con una forma e un tipo di laminazione del carbonio specifici. Il risultato è che il Tarmac SL7 risulta più veloce di 45 secondi su una distanza di 40 chilometri rispetto alla versione precedente.

Sul Tarmac SL7 Specialized ha optato per un manubrio semi integrato, infatti i corridori della Deceuninck – Quick-Step utilizzano l’attacco di Specialized con il manubrio del marchio PRO.

Specialized Soubaix
La Specialized Roubaix, pensata proprio per il terribile pavè del Nord
Specialized Soubaix
La Specialized Roubaix, pensata proprio per il terribile pavè del Nord

Profili differenziati

A livello di ruote troviamo le Roval, marchio sempre di Specialized, con le Rapide CLX e le Alpinist CLX.

Le prime sono ruote a profilo differenziato con un cerchio anteriore da 51 millimetri e uno posteriore da 60 millimetri. Anche la larghezza esterna del cerchio è diversa, con un 35 millimetri all’anteriore e un 30,7 millimetri al posteriore. Uguale, invece, la larghezza interna che è di 21 millimetri. Il peso è di 1.400 grammi.

Le Alpinist CLX sono ruote con un profilo da 33 millimetri e canale interno da 21 millimetri dal peso di 1.284 grammi e più adatte alle gare con salite impegnative. Entrambi i modelli possono essere equipaggiati con i copertoncini.

Per il pavé

Per le prove con tanto pavé, soprattutto per la Parigi-Roubaix, Specialized ha fornito i corridori della Deceuninck – Quick-Step della bicicletta modello Roubaix. Progettata per assorbire meglio le vibrazioni, questa bicicletta ha un telaio realizzato con il carbonio Fact 11r dal peso di 900 grammi. A livello aerodinamico le prestazioni sono come quelle del Tarmac SL6. Il reggisella S-Works Pavé ha un grado di flessibilità maggiore rispetto agli altri modelli, facilitato anche dalla chiusura posta più in basso nel telaio.
Il cuore della Roubaix sta nella cartuccia Future Shock 2.0 posta nel tubo sterzo che ha un’escursione di 20 millimetri. Il risultato è un comfort e un controllo di guida migliori su percorsi accidentati. Sull’attacco manubrio è posto il registro per aprire o chiudere la compressione.

Remi Cavagna con la Specialized Shiv TT Disc
Remi Cavagna impegnato con la Shiv TT Disc
Remi Cavagna con la Specialized Shiv TT Disc
Il campione nazionale francese a cronometro Remi Cavagna con la Shiv TT Disc

Più guidabile e più leggera

Quando bisogna sfidare il cronometro i corridori del Wolfpack Team possono contare sulla Shiv TT Disc. Questa bicicletta va incontro all’esigenze delle cronometro moderne, fatte da tracciati sempre più tecnici dove oltre all’aerodinamica assume grande importanza anche la guidabilità. Per questo motivo i tecnici di Specialized hanno usato i dati che avevano in loro possesso, figli di anni di collaborazione con i professionisti, e hanno rifatto la geometria e l’avantreno della bici con l’obiettivo di avere il massimo delle regolazioni in sella possibili. Realizzata in carbonio Fact 11r la nuova Shiv TT è più leggera di 500 grammi rispetto alla versione precedente.

La sella Specialized Mirror di Cavendish
La sella Specialized Mirror di Cavendish è realizzata con dei polimeri speciali

La scheda tecnica

GruppoShimano Dura Ace Di2
RuoteRoval
PneumaticiSpecialized
ManubrioSpecialized/PRO
Sella Specialized
ReggisellaSpecialized
PedaliShimano

I Componenti

Per quanto riguarda il gruppo con cui sono montate le biciclette troviamo lo Shimano Dura Ace Di2, sempre del marchio giapponese sono anche i pedali. Per le selle rimaniamo in casa Specialized, dove sempre più atleti amano usare la nuova Mirror. I copertoni sono sempre di Specialized, che come sappiamo sta puntando sui classici copertoncini con la camera d’aria, mentre i portaborracce sono di Tacx.

Specialized S-Works Prevail II Vent

S-Works Prevail II Vent, più fresco e più sicuro

10.03.2021
4 min
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Specialized ha presentato il nuovo casco S-Works Prevail II Vent. Partendo dal casco S-Works Prevail II, i tecnici del marchio americano hanno apportato una serie di miglioramenti che incrementano la ventilazione e quindi la sensazione di freschezza.

Più ventilato

Il Prevail è certamente uno dei caschi di maggiore successo di Specialized e con questa ultima versione i tecnici americani sono riusciti ad aumentare del 20% le aree ventilate, permettendo così all’aria di fluire in maniera più efficiente in tutto il casco. In questo modo la capacità di raffreddamento è stata raddoppiata rispetto al Prevail II.
Per ottenere questo risultato sono stati rimossi sette ponti di schiuma sia dalla parte centrale che ai lati. In questo modo sono stati creati dei canali d’aria più efficaci. Un risultato che permette all’aria di muoversi il 18% più velocemente intorno alla testa rispetto al Prevail II. La maggiore velocità dell’aria intorno alla testa porta a una eliminazione più rapida del calore. Questo effetto si chiama “trasferimento di calore convettivo” e aiuta a mantenere più fresca la testa.

 S-Works Prevail II Vent
Il casco S-Works Prevail II Vent
 S-Works Prevail II Vent
Il casco S-Works Prevail II Vent

Nuova struttura interna

I tecnici Specialized hanno dovuto ridisegnare lo scheletro interno del casco. Il nuovo sistema 5th Dimension Cooling ha così una struttura interna in Aramide filate da robot e fibra di carbonio, che hanno portato ad un aumento della resistenza interna. Solo in questo modo è stato possibile eliminare i ponti di schiuma e creare i canali di ventilazione più ampi, di cui si è già detto in precedenza.

S-Works Prevail II Vent dall'alto
Nella parte centrale e sui lati i canali sono senza ponti in schiuma
S-Works Prevail II Vent dall'alto
Si nota nella parte centrale e sui lati i canali senza i ponti in schiuma

C’è anche il MIPS

Non poteva mancare un occhio particolare alla sicurezza. L’S-Works Prevail II Vent è dotato di MIPS SL, il famoso sistema di protezione del cervello che fa ruotare il casco in caso di urto a terra. Nel caso specifico dell’S-Works Prevail II, fornisce da 10 a 15 millimetri di rotazione nelle varie direzioni, fornendo tutti i vantaggi di protezione delle altre versioni di MIPS. L’elemento in più ed esclusivo di questo casco è che sono state realizzate una serie di imbottiture MIPS con un supporto traforato che favorisce una traspirazione migliore. Il livello di sicurezza molto elevato è stato confermato anche dall’autorevole laboratorio di test Virginia Tech Helmet Ratings che ha dato 5 stelle all’S-Works Prevail II Vent. Il massimo dei voti.

Il sensore ANGi

Sempre a livello di sicurezza Specialized ha voluto dotare l’S-Works Prevail II Vent del sensore ANGi che una volta abbinato all’App di Specialized o a Strava, permette tramite un SMS di avvertire i propri cari a casa di un eventuale caduta o incidente accorso al ciclista.

Prevail II Vent posteriore
Nella parte posteriore si notano gli sfoghi posteriori allineati
Prevail II Vent posteriore
Nella parte posteriore si notano gli sfoghi posteriori allineati

Dettagli di alta gamma

A completare questo nuovo casco di Specialized ci sono il Mindset Hairport II che è il sistema di regolazione verticale per trovare la calzata migliore sulla propria testa e i cinghietti realizzati in materiale 4X DryLite che non si sfilacciano né con il sudore e nemmeno con l’acqua.

Infine, segnaliamo che l’S-Works Prevail II Vent è disponibile in quattro colori: Matte Sand/Gloss Dopio, Matte Gloss White/Chrome, Matte Maroon/Matte Black (nell’immagine di apertura) e Matte Black. Il prezzo è di 310,00 euro.

specialized.com

La Deceuninck pensiona i tubolari: Ballerini ringrazia!

28.02.2021
4 min
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«Veramente bene con i clincher – dice Ballerini, dopo aver vinto – ho avuto per tutta la corsa un ottimo feeling soprattutto sul pavé. Moltissima aderenza anche su strada, perfetto anche a velocità elevata. Veramente ottime e confortevoli».

Tubolari addio

Da casa forse non ve ne siete accorti, del resto il bello (e il privilegio) di andare e vivere le corse è la possibilità di ficcare il naso anche dove normalmente non si fa. Seppure in epoca Covid, il naso spesso resti sotto la mascherina. Ma facciamo un passo indietro…

Ieri, partenza da Gand. Un gigante mascherato si avvicina e butta lì una frase che sul momento lascia interdetti.

Sul pavé i corridori della Deceuninck ben soddisfatti
Sul pavé i corridori della Deceuninck ben soddisfatti

«Oggi è il giorno del funerale».

Chi è morto? Il tempo di riconoscere Giampaolo Mondini e il buontempone si mette a ridere.

«Ammetto – concede – di aver omesso l’oggetto. Oggi per la Deceuninck-Quick Step è il giorno del funerale definitivo dei tubolari. Prima gara per tutti con i clincher, i copertoncini. E se avete dubbi, chiedete a Kasper Asgreen. Lui è uno che studia tutto e negli ultimi mesi ci ha sommerso con messaggi e feedback».

Kasper conferma

Ne avevamo già parlato proprio con Mondini, ricordate? Ci aveva raccontato di come Specialized affianchi il team di Ballerini e precisò che era all’inizio una serie di test per capire se fosse possibile rimpiazzare definitivamente i tubolari. E proprio mentre ricordiamo l’intervista di novembre, Kasper Asgren e la sua maglia di campione danese passano accanto e li fermiamo.

Il cotone cede meglio e assorbe le vistrazioni della strada
Il cotone cede meglio e assorbe le vistrazioni della strada
Come ti trovi con le nuove gomme?

Le gomme? Sono super veloci nonostante la sezione da 28 e ovviamente comode. Molto buone sulle pietre.

Tanto diverse dai tubolari?

Parecchio, aderiscono meglio in curva e sui sassi. Assorbono tutto. Le sto testando dalla ripresa, prima di Natale, quindi già da parecchio. Si usano pressioni più basse, la gomma è più grande e serve meno aria.

Clincher: Bora aspetta

Mondini gongola e gongolerà anche di lì a quasi 5 ore quando Ballerini, con quelle gomme che tanto gli sono piaciute, vincerà in volata l’Omloop Het Nieuwsblad. Ma il discorso merita un approfondimento, perché se un colosso come Specialized intraprende questa strada, prima o poi il mercato dovrà chiedersi cosa fare. Per ora la scelta però si limita alla Deceuninck-Quick Step, la Bora ancora non cambia.

Mezz’ora alla partenza, la bici di Ballerini con gli Hell of the North
Mezz’ora alla partenza, Ballerini userà gli Hell of the North
Da quanto tempo, Mondo, si lavora al… funerale?

Il processo di passaggio dal tubolare al clincher è iniziato già l’anno scorso. In qualche gara provammo i copertoncini e alcuni avevano usato anche i tubeless. E’ stata anche la scelta aziendale di fare le nuove Roval solo per copertoncino e tubeless. Così abbiamo messo sotto pressione la squadra, che ha fatto qualche prova in più, soprattutto per le classiche. Un mese fa è stato fatto qualche test in Spagna, poi in Belgio.

Ballerini dice di averle usate soltanto due giorni prima.

Dalla ricognizione di mercoledì, confermo, quando si è deciso di partire solo con i clincher.

In che modo i clincher si adattano al terreno?

Abbiamo più possibilità, stiamo lavorando non su diverse mescole ma su diversi tipi di copertura. Quello classico con la spalla più rigida, il Turbo RapidAir. E quelli che hanno usato ieri con la spalla in cotone, assorbono meglio i colpi derivanti dal pavé. Non a caso si chiamano Cotton Hell. Il test è andato bene, i corridori hanno dato ottimo feedback, possiamo esser contenti.

Davvero dal camion della Deceuninck spariranno le ruote per tubolari?

Sì, perché a questo punto la cosa che cercheremo di fare come azienda è fornire diverse sezioni. Metteremo a disposizione copertoncini da 26-28-30 e saranno poi loro a decidere quali usare. Tre sezioni in entrambe le versioni: con spalla normale che si chiama Turbo Rapid Air e gli Hell of the North con spalla in cotone.

Anche Asgreen al via con la spalla in cotone
Anche Asgreen al via con la spalla in cotone
Quali clincher si useranno alla Strade Bianche?

Bella domanda, dovremo fare delle ricognizioni. L’idea sul gravel, cioè sullo sterrato, è di avere una spalla più resistente, perché il sasso tende a lacerare il fianco del copertone. In quel caso il Turbo Rapid Air dovrebbe essere scelta migliore. Però bisogna veder la sezione, perché dipende da quanto il fondo sarà colloso. Si parla di argilla, per cui se è più colloso si abbassano le sezioni e magari un 26 potrebbe bastare per un corridore di 65-70 chili. Questo è il lavoro che stiamo facendo.

Date anche indicazioni sulla pressione?

Da lì parte il discorso enorme della pressione, che diventa la parte più soggettiva che il corridore dovrà scegliere. E questo probabilmente farà impazzire ancora di più i meccanici.

Sede europea Specialized

Specialized inaugura il nuovo centro europeo

23.02.2021
2 min
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Specialized ha inaugurato il suo nuovissimo quartier generale europeo, al tempo stesso sede operativa per l’importante attività di distribuzione sui mercati olandese e fiammingo. Il brand americano fondato nel 1974 da Mike Sinyard ha difatti trasferito la propria sede nel Vecchio Continente da Heerenberg ad Arnhem, entrambe località olandesi, trovando spazio presso il bellissimo parco commerciale Arnhems Buiten.

Presentazione virtuale

La situazione pandemica ha imposto di effettuare un’inaugurazione virtuale per dare il via all’attività del nuovo centro. L’inaugurazione è stata in grande stile Specialized, molto curata e soprattutto originale, alla quale ha partecipato lo stesso Sinyard. Ciascun invitato ha ricevuto personalmente una scatola contenente un calice, una piccola bottiglia di spumante, un nastro rosso, delle forbici, dei coriandoli e delle caramelle. In questo modo si è potuto festeggiare e brindare, benchè a distanza, “all’opening”.

Il trasferimento in una sede più grande e anche molto prestigiosa risiede anche nella volontà del marchio americano di far “vivere” l’intero parco commerciale, i residenti locali ed il territorio per tutto l’anno. E questo mediante l’organizzazione di iniziative dinamiche e coinvolgenti legate al ciclismo.

Sede europea Specialized
L’interno della nuova sede di Arnhem
Sede europea Specialized
L’interno della nuova sede di Arnhem

Specialized per la mobilità urbana

Le ambizioni per il prossimo futuro, ed in modo particolare il focus che Specialized sta perseguendo sul costante miglioramento della mobilità urbana, sono le principali motivazioni che hanno indotto il bike brand americano a cercare – sempre in Olanda – una nuova e più ampia location per il proprio centro servizi europeo.

Mike Synard con Peter Sagan
Mike Synard fondatore e CEO Specialized con Peter Sagan
MIke Synard con Peter Sagan
Mike Synard fondatore e CEO Specialized con Peter Sagan

Un migliore accesso

Un’ulteriore necessità molto cara al marchio californiano è quella di migliorare l’accesso presso il proprio ufficio di persone, e dunque di professionalità, estremamente qualificate e talentuose considerando che già molti dei suoi attuali dipendenti della sede europea risiedono in questa regione.

specialized.com

Leonardi, quale futuro per il mercato della bici?

03.02.2021
5 min
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Durante il lockdown, nella fase più buia in cui si faceva fatica a vederne l’uscita, Mike Sinyard aprì il collegamento del giovedì con un concetto che ad Ermanno Leonardi, il grande capo di Specialized Italia, sembrò fin troppo ottimistico.

«Appena calerà questa tensione – disse il fondatore del brand americano – la gente non andrà in palestra, perché non avranno voglia di sudarsi addosso e comunque le palestre saranno chiuse. Non andrà in piscina, perché l’acqua è un veicolo di contagio e comunque anche le piscine saranno chiuse. Non andrà in vacanza o comunque si sposterà molto meno, per la paura di prendere treni o aerei. Il running non è per tutti. State tranquilli, perché la gente correrà a comprarsi una bicicletta».

Ermanno Leonardi con Peter Sagan, uno dei volti più potenti e noti del brand americano
Leonardi con Sagan, testimonial del brand americano

Nuova gente

Iniziamo con questo articolo un viaggio fra gli operatori del settore e i produttori per capire in quale direzione stia filando il mercato della bicicletta. Ci siamo effettivamente resi conto che sulle strade sono spuntati soggetti di ogni forma e preparazione. Con biciclette tirate fuori da scantinati, comprate nella grande distribuzione o acquistate in negozio con l’istinto iniziale di spendere poco. Quando li incontri, fanno domande su tutto: dalla bici all’abbigliamento, passando per l’alimentazione e i materiali. Sono i neofiti figli del lockdown, che si sono riversati sulle strade e sul mercato con entusiasmo e curiosità. Come si stanno attrezzando le aziende che fino ad oggi avevano la loro forza nell’agonismo più spinto? In che modo pensano di intercettare la domanda di un popolo a pedali che magari non sa ancora chi siano Sagan e Alaphilippe e forse ha sentito parlare di Nibali, avendolo visto in tivù da Fazio e poco altro?

Global call

Leonardi sorride, il capo aveva visto giusto. Ancora una volta la sua visione si è rivelata vincente, malgrado lo scetticismo dei primi sguardi.

«Si era inventato una cosa chiamata Global Call – spiega – in cui tutti i giovedì avevamo il nostro link e ci trovavamo tutti nella stessa stanza virtuale. In tutto il mondo siamo 1.500 dipendenti, una sera ho visto che eravamo connessi in 1.342. Parlava lui per cinque minuti, in una sorta di piccola introduzione, poi toccava a noi. E quel giorno onestamente anche a me sembrò una previsione troppo ottimistica, ma non lo era affatto…».

E adesso pensi che l’onda sia destinata ad afflosciarsi?

Faccio fatica a pensarlo, non fosse altro per la coda di attesa del prodotto. Credo che ci sia almeno un anno di respiro, se non addirittura due. E se a noi le cose vanno particolarmente bene, c’è un motivo preciso.

Non farti pregare…

Non abbiamo fatto togliere nulla dalla produzione e abbiamo dovuto prendere un magazzino doganale a Linate, in cui entravano direttamente i treni in arrivo dal porto di Genova, perché quello storico di Specialized era pieno di accessori. Scaricano in continuazione e si paga il dazio ogni volta che la merce entra in Italia. Bene, noi chiudiamo l’anno fiscale a giugno come in America. E sebbene siamo stati chiusi a marzo e aprile, riaprendo a maggio come i negozi, fra maggio e giugno abbiamo recuperato in abbondanza quello che avevamo perso nei due mesi di ferma. Chiudendo soltanto in quei due mesi (maggio e giugno) con un fatturato di 22 milioni di euro.

Alla mentalità race italiana si va unendo una spinta all’uso della bici come modello di benessere
La bici è race, ma anche benessere
Un magazzino più grande, ma la rete vendita si lamenta che non ci sono bici…

Lo dicono, ma non dicono tutta la verità. Abbiamo consegnato un 35% di bici più del solito e ne hanno venduto il 50% in più. Gliene mancano 15 su 100, ma si tratta comunque di molto più di quanto avrebbero venduto a cose normali. Sinyard in questo è stato bravo una volta di più, non cancellando gli ordini dei componenti.

Quindi l’imbuto è ancora in Oriente?

Il problema è che la manodopera di Taiwan ormai costa come da noi. Ci lavorano filippini e indiani che, allo scoppiare della pandemia, sono stati rispediti a casa e non li hanno più fatti rientrare. Il risultato è che stanno lavorando a dire tanto con il 70% della forza lavoro, quando per stare dietro a tutti gli ordini ne servirebbe il 150%. La coda nelle consegne durerà almeno un altro anno, anche perché nessun negozio nel frattempo ha cancellato gli ordini. E l’elettrico, venuto fuori nel frattempo, ha aiutato a coinvolgere nel discorso persone di mezza età che altrimenti non si sarebbero mai avvicinate a una bicicletta.

In pratica si può dire che il mercato sia esploso?

E’ proprio così, nel segno della tecnologia e del benessere. Prima la bicicletta era fra le terapie suggerite dai medici, adesso è praticamente l’unica, visto che le palestre e le piscine sono effettivamente chiuse. E la corsa a piedi, se non l’hai mai fatta, porta acciacchi e dolori che non vi dico. La bici è entrata nella cultura fitness, non è più solo un mezzo da gara. E’ diventata un oggetto che piace.

E’ stato o sarà necessario ampliare la rete vendita?

Abbiamo rivenditori che stanno vivendo un ottimo momento. Vorremmo fare qualcosa di più, ma il momento lo impedisce. Abbiamo un 40% in più con la stessa rete, eppure siamo al punto che i negozi ci chiedono di mandare quello che abbiamo, perché riescono a venderlo ugualmente. I nuovi praticanti parlano fra loro, si scambiano informazioni, escono in gruppo. Sta diventando un fenomeno sociale più di prima, perché coinvolge gente che ne era totalmente all’oscuro. E consideriamo che il settore ciclo non ha mai conosciuto la vera crisi.

I punti vendita hanno bisogno secondo Leonardi di una ristrutturazione
Secondo Leonardi i negozi andrebbero ripensati
Sei soddisfatto dei negozi che avete in giro?

Quelli sufficientemente attrezzati sono pochi, se comprassero quello accanto e si allargassero, farebbero un favore prima a se stessi e poi a noi. Per questo abbiamo un progetto che si chiama Retail Service, con cui mettiamo a disposizione architetti e materiali perché i nostri punti vendita raggiungano un target sempre più alto. Non vorrei vedere più negozi polverosi, in cui non posso cambiarmi o appendere la giacca mentre provo qualcosa. Ma ci sono segnali positivi. C’è chi ha creato un punto vendita a parte per l’elettrico, ad esempio, e chi si è attrezzato per il noleggio. Anche se non ci sono le bici.

Cosa significa?

Che anche quelle destinate al noleggio sono in lista di attesa, ma arriveranno. E allora in tutte le località di montagna, come con gli sci d’inverno, ci saranno e ci sono già i punti di noleggi bici che faranno affari d’oro. E’ triste che per vivere questo momento si sia dovuta soffrire una pandemia così, mentre intorno ci sono settori davvero in crisi. Quello che possiamo fare è non sciupare una simile fortuna. Durante il lockdown abbiamo assunto cinque persone e altre sette dovremo prenderne presto. Siamo in 30 ormai, ma è giusto che se c’è il lavoro, il lavoro venga dato.