Adriatica Ionica Race, molto più di una corsa. Parla Argentin

03.06.2022
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Domani si parte, con meno mascherine e due tappe più del 2021. Un’altra valigia dopo quella del Giro e la prua in direzione del Friuli, per la Adriatica Ionica Race: quarta edizione dopo l’ultima vinta da Lorenzo Fortunato (in apertura il podio 2021, con il bolognese tra Kudus e Pronskiy, foto Scanferla). Manca meno di un giorno. Il conto alla rovescia nella home page del sito ufficiale scandisce il tempo fino alla partenza della prima tappa da Tarvisio ed è ormai agli sgoccioli.

Moreno Argentin che l’organizza fa il punto della situazione, partendo dalla sola nota dolente che salta agli occhi: la data, che non è certo delle migliori per favorire la partecipazione delle squadre. In un calendario che antepone gli interessi dei grandi in termini di collocazione e fa fatica ad assorbire altri eventi in quel meccanismo quasi perfetto di corse, ritiri e periodi di riposo.

La AIR 2022 è stata presentata alla BIT di Milano per la valenza promozionale. Qui Argentin con Castelli, assessore regionale delle Marche
La AIR 2022 è stata presentata alla BIT di Milano. Qui Argentin con Castelli, Assessore delle Marche

«Abbiamo dovuto accettare questa data – spiega il campione del mondo di Colorado Springs, organizzatore della Adriatica Ionica Race – perché altrimenti non ci mettevano più nel calendario. Forse è stato un errore, dovevamo metterla prima e magari i team si facevano un po’ i loro conti. In questa collocazione, ci sono squadre al Delfinato, quelle che mandano i corridori in altura e quelle che si riposano dopo il Giro e magari si preparano per lo Svizzera. Ci sono alcune concomitanze su cui ragionare».

E l’anno prossimo il Giro ha chiesto di avanzare di una settimana per inglobare la Festa della Repubblica, come il Tour ha sempre il 14 luglio…

Ho visto ed è una richiesta che, se accolta, creerà problemi sia a noi sia al Giro dell’Appennino. Ci spostiamo? E dove? Se ci mettiamo prima del Giro, andiamo contro il Tour of the Alps. Se andiamo a luglio c’è la difficoltà di trovare posto negli alberghi e magari anche il problema di avere i permessi da parte delle Prefetture, perché a luglio ci sono le vacanze e non sono molto propensi a chiudere le strade. Oppure andiamo a settembre, altra alternativa che stiamo valutando. Anche perché entro il 10 giugno bisognerebbe dare la data…

Parliamo della corsa, cosa dici del percorso?

Sono andato in ricognizione e ritengo che sia abbastanza impegnativo, anche se abbiamo tentato di alleggerirlo nella prima parte. Cinque tappe. Abbiamo cercato di concentrare strappi e salite nel finale di ogni giornata, ma certo che trovando il Monte Grappa al secondo giorno, sono convinto che domenica la classifica sarà delineata.

Nel 2021, Fortunato vince la seconda tappa sul Monte Grappa e ipoteca la vittoria finale (foto Scanferla)
Nel 2021, Fortunato vince la seconda tappa sul Monte Grappa e ipoteca la vittoria finale (foto Scanferla)
E poi cosa si fa?

Gli altri giorni ovviamente ci sarà un po’ di controllo in più. Diciamo che se domenica dovremmo vedere chi può vincere la corsa, dal successivo ci saranno delle battaglie. Occhio però a non dare tutto per scontato. La tappa di Brisighella non è facile. Ci sono strappi corti e ripidi, poi discese impegnative. Può succedere di tutto. Poi c’è il Conero, anche se la prima parte di tappa non è impegnativa. E poi il finale ad Ascoli, con l’arrivo in circuito e prima ancora salite.

Qual è la prima preoccupazione per un organizzatore?

Una volta che è tutto pronto, il primo obiettivo è che innanzitutto nessuno si faccia male. Ho il pensiero non solo ai corridori, ma anche a tutto il personale che gira. Abbiamo alcuni volontari che vengono per la passione e ci danno una mano. Ci siamo attrezzati bene, non è che speculiamo. Una volta che tutto è pronto e tutto è andato bene, non mi fisso nessuno obiettivo particolare.

Avete puntato molto sulla promozione legata a territorio e gastronomia, come mai?

L’importante è che le regioni che ci hanno dato fiducia siano contente di quello che stiamo facendo. Ci siamo prefissati di fare una comunicazione un po’ diversa rispetto gli altri, non limitandoci solo alla corsa. Abbiamo iniziato da prima e dopo la corsa ci sarà una coda un po’ lunga. Ma credo che sia questo il lavoro da fare per noi che siamo giovani e piccoli. Il ciclismo deve essere un veicolo per la promozione turistica, non un semplice gruppo di atleti che passa e lascia solo la polvere. Di questo sono convinto, altrimenti la corsa racconta meno di quanto potrebbe.

Tutto pronto, dunque?

Tutto pronto. Ci siamo impegnati per gli allestimenti dei traguardi volanti o dei GPM con dei totem particolari. Sono due mesi che stiamo costruendo delle transenne fatte ad hoc, perché ovviamente anche gli sponsor è giusto che abbiano la giusta visibilità.

Ci sarà Fortunato e anche un bel nucleo di giovani molto forti.

Non li conosco tutti, ma spero che trovino il modo di farsi conoscere. Come al Giro in Italia, quando non ci sono i campionissimi e gli altri hanno modo di mettersi in mostra. L’Astana sembra la squadra più attrezzata, ma bisognerà vedere se avranno voglia di tenere tutto il peso della corsa. C’è Fortunato. C’è la nazionale. E c’è gente che ha cose da dimostrare. Noi gli diamo il palcoscenico, sta a loro metterci le gambe.

NEGLI ARTICOLI PRECEDENTI

Adriatica Ionica Race: viaggio nei sapori con il Food Project

AIR, gastronomia e territorio da Castelfranco Veneto al Monte Grappa

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AIR, quarta tappa da Fano al Conero, nelle tradizioni marchigiane

AIR, percorso e sapore dell’ultima tappa nelle Marche

Tutta la qualità di GSG per le maglie della Adriatica Ionica Race

03.06.2022
3 min
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In occasione della recente presentazione ad Ancona delle due tappe marchigiane della prossima Adriatica Ionica Race, incontro svoltosi presso la prestigiosa sede della Regione Marche alla presenza del Governatore Francesco Acquaroli, Moreno Argentin che della AIR stessa è l’organizzatore ha svelato ufficialmente le cinque maglie dei leader delle rispettive classifiche generali della breve corsa a tappe in programma dal 4 all’8 di giugno. Anche per questa edizione, il “jersey partner” della AIR è la GSG.

L’azienda di Simone Fraccaro è sin dall’inizio molto vicina al progetto agonistico promosso dal 2019 dall’iridato di Colorado Springs. La maglia blu, griffata Geo&Tex2000, andrà come nel 2021 sulle spalle del primo della classifica generale. Confermata è anche la livrea bianca Gabetti per quanto riguarda la graduatoria speciale riservata ai giovani Under 23. La maglia rossa, che anche quest’anno premierà il leader della classifica a punti, sarà patrocinata dal colosso industriale Suzuki: un brand da qualche anno particolarmente vicino al mondo del ciclismo. Completano la dotazione la maglia verde, messa in palio dall’Agenzia Nazionale del Turismo ENIT per i Gran Premi della Montagna, e la maglia arancione FSA-Full Speed Ahead che premierà il coraggio del più combattivo in corsa.

Sponsor di gran livello

«Dopo tanti mesi di lavoro finalizzati ad allestire e a prevedere tutti i dettagli – ha dichiarato Moreno Argentin – siamo ormai pronti per partire con l’edizione 2022 della Adriatica Ionica Race, e poterlo fare con l’appoggio di partner importanti come quelli che firmano le maglie GSG delle nostre classifiche ci da davvero una marcia in più. Quest’anno, grazie al supporto della Regione Marche, arriveremo in questi splendidi territori che mi riportano alla mente tanti episodi molto bello della mia carriera. Territori che ci permetteranno di avvicinarci ancora di più al Mare Ionio che rimane il punto di riferimento per lo sviluppo che vogliamo dare in futuro alla nostra corsa».

Simone Fraccaro, CEO di GSG, con Francesco Moser
Simone Fraccaro, CEO di GSG, con Francesco Moser

Tutto pronto per la Adriatica Ionica Race: manifestazione che toccherà ben quattro Regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e appunto Marche. Lungo un percorso che in cinque tappe attraverserà alcuni degli scenari ciclabili e turistici più apprezzati del nostro bel paese.

Adriatica Ionica Race

GSG

Adriatica Ionica Race, viaggio nei sapori con il Food Project

21.05.2022
6 min
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Cinque giorni, quattro regioni per 826,5 chilometri. Questa è l’Adriatica Ionica Race 2022 che scatterà il 4 giugno con la tappa Tarvisio-Monfalcone. La corsa nata dall’intuizione del campione Moreno Argentin nel 2018 è arrivata alla quarta edizione. Un viaggio che attraverserà le bellezze dei territori di Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Marche

Non solo territorio e competizione ma anche gastronomia. La carovana della corsa infatti avrà un appuntamento fisso alla fine di ogni arrivo con le specialità del posto e un piatto tipico. Ispirata ai valori di un ciclismo passato, questa gara a tappe vede nel suo percorso luoghi come Monte Grappa, Mazzolano, Filottrano, Recanati, e l’arrivo ad Ascoli Piceno. Questi sono solo alcuni dei passaggi più iconici che gli atleti dovranno affrontare per la conquista della maglia azzurra. 

Da oggi vi accompagneremo nei cinque appuntamenti dedicati ad ogni frazione, attraverso territorio, cibo e le parole di: campioni, esperti ed ex cittì della nazionale. 

A tavola

L’Adriatica Ionica Race oltre ad essere un’occasione per la scoperta del territorio, è anche un viaggio tra le specialità gastronomiche di un Paese come l’Italia.

E’ nato infatti per questa edizione un Food Project, coordinato da Federico Da Re, attraverso cui ogni giorno, all’interno dell’area Hospitality creata presso la sede d’arrivo, il piatto del giorno verrà realizzato con i prodotti e le eccellenze agroalimentari del territorio. Un’opportunità per dare risalto alla specialità del luogo che ospita la carovana e dare la possibilità a chi segue la corsa di prendere spunto e conoscere i piatti tipici. 

Saranno inoltre proposti prodotti tipici che rispecchiano le eccellenze della gastronomia Friulana. Tra questi ci sarà il Consorzio Prosciutto San Daniele DOP con un tagliatore che farà assaggiare i tagli direttamente sul posto. E ancora, il salumificio Uniko con i suoi prodotti provenienti dal cuore della Valle del Vajont. Ci sarà anche una degustazione di vini proposta dall’azienda vinicola Cozzarolo di Cividale (UD).

Per il primo arrivo di tappa gli Chef Mirko e Alex De Luca, padre e figlio titolari di Filo Eventi, ci portano alla scoperta delle specialità.

«Tra i prodotti tipici che verranno proposti – spiega Mirko – si può trovare il prosciutto crudo San Daniele DOP, che nasce tra le colline di San Daniele del Friuli a pochi chilometri da Udine e le specialità che rispecchiano i sapori e i gusti del Friuli-Venezia Giulia. Non mancheranno i vini, i salumi e i formaggi come il Frico che rappresenta uno dei prodotti tradizionali di questa regione».

La corsa

Come già introdotto la corsa si svilupperà in cinque tappe che partiranno dal Friuli-Venezia Giulia, in particolare da Tarvisio a Monfalcone, 189 chilometri. La seconda tappa sarà invece teatro dei primi distacchi in classifica generale con la scalata del Monte Grappa su cui è posto l’arrivo. Mentre la partenza sarà dalla località di Castelfranco Veneto e si svilupperà poi in 155 chilometri.

La terza frazione scatterà dalla città emiliano romagnola di Ferrara per arrivare nel borgo storico di Brisighella con 139 chilometri alle spalle. La penultima tappa invece sarà ospitata dalle Marche dove andrà in scena la quarta frazione Fano-Riviera del Conero (Sirolo) con 165 chilometri. Infine l’ultima tappa Castelraimondo-Ascoli Piceno che consegnerà la maglia azzurra del leader al vincitore al termine dei 119 chilometri tra i sali e scendi marchigiani. 

Le altre maglie in palio saranno: la maglia verde per il migliore scalatore, bianca per il miglior giovane e la rossa per il miglior sprinter. 

La tappa

Il Friuli-Venezia Giulia aprirà le danze alla quarta edizione dell’Adriatica Ionica Race 2022. La prima tappa vedrà la partenza dalla città storica di Tarvisio. Una delle quattro città italiane che confinano con due Stati esteri: a un passo da Austria e Slovenia. Un primo appuntamento tutto sommato tranquillo con un’altimetria che non offre dislivelli eccessivi e salite che possano già dare una scossa alla classifica. I chilometri da percorrere saranno 189 e il dislivello sarà di 1400 metri. 

L’arrivo è posto nella città industriale di Monfalcone conosciuta in tutto il mondo per la maestosità delle navi che si costruiscono all’interno dei propri cantieri. Luogo insignito della medaglia al valor militare, dopo essere stata rasa al suolo durante la prima Guerra mondiale, ha saputo rinascere proiettandosi al futuro con la forza delle proprie tradizioni. 

Enzo Cainero e Chris Froome all’indomani della vittoria del britannico sullo Zoncolan nel 2018
Enzo Cainero e Chris Froome all’indomani della vittoria del britannico sullo Zoncolan nel 2018

Parla Cainero

Per raccontare cosa vuol dire ospitare un evento come l’Adriatica Ionica Race ci siamo affidati a Enzo Cainero. Colui che ha portato il ciclismo svariate volte nel territorio del Friuli e che ancora oggi lavora per ospitare le due ruote dei pro’ in più occasioni. 

«Il Friuli – dice – è presente da 19 anni con il Giro d’Italia, con ottimi risultati sotto tutti i profili. L’Adriatica Ionica Race è una corsa nuova che logicamente si è inserita molto bene nel nostro territorio. Questo infatti non è il primo arrivo di tappa che la nostra regione ospita.

«E’ logico che possa essere un elemento aggiuntivo a quella che è l’azione complessiva che la regione svolge per il ciclismo. Siamo un territorio amico delle due ruote, che grazie a passaggi come questi e all’organizzazione di corse per giovani e non solo, sta contribuendo a rendere questi luoghi sempre più appetibili e fruibili».

Geo&Tex 2000 è main sponsor dell’Adriatica Ionica Race

04.05.2022
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Squadra che vince non si cambia. Geo&Tex 2000 conferma per il quarto anno consecutivo il ruolo di main sponsor della Adriatica Ionica Race. Breve corsa a tappe ideata e coordinata da Moreno Argentin, in programma dal 4 all’8 giugno.

«La passione per lo sport è pari alla passione per il nostro lavoro – ha affermato Renato Campana, il fondatore e ancora oggi il CEO di Geo&Tex 2000 – ed è proprio per questo motivo anche quest’anno abbiamo deciso di sponsorizzare la Adriatica Ionica Race. Una gara di prestigio e dallo spirito internazionale che richiama sempre più corridori di fama mondiale. C’è voglia di tornare alla normalità, dopo che gli ultimi due anni, per colpa della pandemia, hanno causato la soppressione dell’edizione 2020 e una formula ridotta nel 2021. Aspettiamo con grande trepidazione domenica 5 giugno, quando, in occasione della seconda tappa, la gara partirà da Castelfranco Veneto per arrivare in vetta a Cima Grappa, solcando quelle strade del nostro territorio ben note al ciclismo nazionale ed internazionale».

L’Adriatica Ionica Race del 2021 ha visto il ritorno alla vittoria di Elia Viviani
L’Adriatica Ionica Race del 2021 ha visto il ritorno alla vittoria di Elia Viviani

AIR: agonismo & turismo

Ed è anche grazie al supporto di realtà imprenditoriali del calibro di Geo&Tex 2000 che Adriatica Ionica Race prosegue spedita nella propria marcia di crescita. A conferma della bontà di questo progetto organizzativo che fonde il grande ciclismo al turismo e alla scoperta di alcuni dei luoghi più belli d’Italia. Un connubio che quest’anno porterà il gruppo ad attraversare ben quattro regioni (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Marche) per complessive cinque tappe. Frazioni tecnicamente spettacolari e paesaggisticamente meravigliose, che regaleranno grandi emozioni agli appassionati delle due ruote. 

Anche quest’annno Geo&Tex 2000 sarà main sponsor Adriatica Ionica Race
Anche quest’annno Geo&Tex 2000 sarà main sponsor Adriatica Ionica Race

«Renato Campana e la Geo&Tex2000 – ha spiegato Moreno Argentin – rappresentano per noi una vera e propria sicurezza e siamo tutti davvero orgogliosi di averli al nostro fianco anche quest’anno. Il loro impegno in favore del ciclismo è encomiabile e questa presenza merita il massimo della visibilità. La maglia blu di leader della Adriatica Ionica Race, ancora griffata Geo&Tex 2000, ha sempre portato bene agli atleti che hanno avuto l’onore di vestirla. E anche quest’anno avremo in gara dei grandi campioni e molti grandi talenti che si sfideranno per conquistarla regalando agli appassionati un grandissimo spettacolo».

Moreno Argentin, organizzatore della AIR, con Renato Campana il fondatore e CEO della Geo&Tex 2000 in una foto del 2019
Moreno Argentin, organizzatore della AIR, con Renato Campana il fondatore e CEO della Geo&Tex 2000 in una foto del 2019

Una realtà leader

Geo&Tex 2000 spa è il sinonimo di un’azienda leader a livello europeo nel settore della produzione di geotessili non tessuti. In modo particolare, questi ultimi si caratterizzano per avere un’ampia gamma di applicazioni, e nel prossimo futuro giocheranno un ruolo fondamentale nei progetti di riqualificazione delle aree urbane in quanto utilizzati per la progettazione e realizzazione di opere di mobilità sostenibile (piste ciclabili e pedonabili, metropolitane), di aree verdi, di abbellimento di aree urbane, di sistemi di raccolta delle acque meteoriche. Contribuendo a migliorare l’abitabilità dei centri urbani, al risparmio di importanti risorse naturali, all’allungamento della vita utile dei lavori pubblici, al risparmio di tempo e denaro nella messa in opera nonché ad una maggiore sostenibilità delle infrastrutture.

Geo&Tex
Adriatica Ionica Race

Adriatica Ionica Race e Marche, su il velo alla BIT di Milano

13.04.2022
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Sin dalla nascita della Adriatica Ionica Race, Moreno Argentin disse chiaramente che uno degli intenti della sua corsa fosse quello di valorizzare i territori che attraversava. Avendo rintracciato in questo il modo di diventare appetibili per le Amministrazioni che ogni volta sono chiamate a pagare per ospitare partenze e arrivi.

Un giorno alla BIT

Non è stato pertanto con stupore che abbiamo accolto la presenza del veneziano alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, dove ha raccontato le due tappe finali nelle Marche assieme a Guido Castelli, assessore regionale al Bilancio della Regione.

«Il nostro territorio è legato a doppio filo al mondo del ciclismo – ha detto Castelli – ed è proprio attraverso l’utilizzo della bicicletta che vogliamo incentivare i turisti di tutto il mondo a scoprire e visitare le bellezze delle Marche. La proposta avanzata da Moreno Argentin va esattamente in questa direzione: l’Adriatica Ionica Race ha un format studiato appositamente per dare risalto e visibilità alle città e ai territori attraversati dalla corsa. I prossimi 7 e 8 giugno vogliamo mandare in tutto il mondo una splendida cartolina delle Marche valorizzando la nostra Regione sia dal punto di vista artistico e paesaggistico sia per le proprie eccellenze culturali ed enogastronomiche».

Dal Friuli alle Marche

La corsa partirà il 4 giugno da Tarvisio, con la prima tappa fino a Monfalcone. Poi da Castelfranco Veneto arriverà sul Monte Grappa. Da Ferrara a Brisighella. Da Fano alla Riviera del Conero. E si concluderà l’8 giugno con la Castelraimondo-Ascoli Piceno. Ciascuna delle città coinvolte trasuda di storia e tradizioni gastronomiche, pertanto al racconto della corsa lo stesso Argentin vuole abbinare un percorso legato al gusto.

«Abbiamo sempre visto la gara ciclistica – ha spiegato Moreno – come uno strumento di vera promozione dei territorio. Un lavoro che è stato apprezzato non solo dalle amministrazioni regionali e locali interessate dalla nostra manifestazione, ma anche e sempre di più dai tifosi provenienti da tutte le parti del mondo. Per la quarta edizione, oltre agli 80 minuti di passaggi televisivi diffusi in 100 Paesi del mondo, abbiamo voluto mettere in campo anche un’iniziativa dedicata ad un’altra eccellenza tutta italiana: il mondo dell’enogastronomia. Per questo ad ogni tappa proporremo un piatto tipico regionale e lo promuoveremo attraverso la presenza non solo dei media che si occupano di ciclismo, ma anche di quelli che dedicano la propria attenzione al mondo del food».

Sul traguardo marchigiano di Carpegna alla Tirreno-Adriatico 2022, la vittoria di Tadej Pogacar
Sul traguardo marchigiano di Carpegna alla Tirreno 2022, la vittoria di Pogacar

Corse e promozione

Durante la conferenza stampa, più simile in realtà a un incontro fra amici, l’assessore Castelli ha avuto anche il modo di ribadire il legame con il grande ciclismo, che nel 2022 è già approdato nelle Marche con le due tappe della Tirreno-Adriatico (Carpegna e San Benedetto del Tronto) e prima della Adriatica Ionica Race, accoglierà il Giro d’Italia.

«Crediamo fortemente nella manifestazione proposta da Moreno Argentin – ha detto – e siamo felici di farne parte. Il ciclismo è un incredibile volano di promozione per la nostra Regione che è particolarmente vocata per questo sport: eventi come l’Adriatica Ionica Race, ma anche come la Tirreno-Adriatico e poi la tappa del Giro d’Italia che il 17 maggio arriverà a Jesi, ci consentono di mettere in evidenza tutte le nostre bellezze dal mare sino all’entroterra. Sarà uno spot preziosissimo per tutta la Regione Marche che assicurerà una grande visibilità alle eccellenze del nostro territorio».

Dai pro’ al turismo

Subito dopo l’incontro con Argentin, nello stand delle Marche si è svolto un altro interessante momento che ha visto lo stesso Castelli affiancato a Chiara Ercoli, responsabile di Marche Outdoor, e Andrea Tonti. Si è parlato di scoperta del territorio, di gravel, di accoglienza e di fatturati già buoni che nell’estate 2022 potrebbero migliorare ancora. Il Covid ha messo in bicicletta un esercito di nuovi turisti. Saperli intercettare farà decisamente la differenza.

«Le Marche – ha detto Chiara Ercoli – sono la seconda regione più strutturata per il settore Bike nonostante i tempi relativamente brevi in cui è stato lanciato come cluster e contiamo di recuperare ulteriori posizioni».

Argentin 2021

Adriatica Jonica Race, Argentin ha grandi ambizioni

14.03.2022
5 min
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La campagna di comunicazione dell’Adriatica Ionica Race segue quest’anno la via tracciata dal Giro d’Italia: presentazioni delle tappe con il contagocce, per dare a ognuna il giusto risalto e mantenere viva l’attenzione. Per ora ne sono state presentate tre, mancano le ultime due che si svolgeranno nelle Marche, ma intanto il suo ideatore Moreno Argentin tira le somme sulla storia scritta fin qui, con tante ambizioni all’orizzonte.

Gli anni passano, ma è indubbio che nello spirito Argentin sia rimasto il ragazzo di una volta, con quella voglia di stupire e di gettarsi nella mischia che lo ha portato nella storia del ciclismo. Quando si parla con lui della gara, sembra davvero di rivolgersi a un esponente delle nuove generazioni: «Ci muoviamo soprattutto attraverso i social, si sa che ormai è grazie a loro che si arriva alla gente, quindi stiamo centellinando le presentazioni delle tappe passando per loro e abbiamo già risultati confortanti»

Fortunato Adriatica 2021
Lorenzo Fortunato, vincitore dell’ultima edizione davanti a Kudus (ERI) e Pronskiy (KAZ)
Fortunato Adriatica 2021
Lorenzo Fortunato, vincitore dell’ultima edizione davanti a Kudus (ERI) e Pronskiy (KAZ)
Non si tratta di presentazioni classiche…

Ho coinvolto alcuni personaggi del ciclismo nostrano, miei amici di lunga data come Martinello, Cassani, Ballan. Ognuno presenta le tappe che coinvolgono le loro zone come un vero testimonial e tester, giriamo delle clip che raccontano le tappe non solo dal punto di vista tecnico, ma anche per far capire dove si pedala perché la nostra missione è dare all’Adriatica Ionica Race un’immagine che vada al di là del puro agonismo.

Sembra quasi un discorso legato più a manifestazioni amatoriali che professonistiche…

I professionisti svolgono il loro compito, ma possono anche essere protagonisti di qualcosa che vada al di là. Noi vogliamo promuovere il territorio, mostrare un’immagine bella dell’Italia e delle zone che attraversiamo, fare promozione turistica per portare gente a pedalare su quelle strade tutto l’anno. Vogliamo soprattutto che si capisca bene dove si pedala, è un concetto importante.

Ogni tappa rappresenta una regione.

Iniziamo con il Friuli per poi andare in Veneto, Romagna e le ultime due tappe, ancora da presentare, saranno nelle Marche. Volevamo arrivare in Abruzzo ma non ci è stato possibile. Il mio sogno è abbracciare tutta la costa adriatica, arrivare fino in Puglia, ma per farlo avremmo bisogno di più giorni, almeno 7 tappe e al momento non è una cosa fattibile considerando il calendario già fin troppo intasato.

Adriatica sterrato 2021
Quest’anno l’Adriatica Ionica Race andrà in controtendenza, abolendo gli sterrati
Adriatica sterrato 2021
Quest’anno l’Adriatica Ionica Race andrà in controtendenza, abolendo gli sterrati
E’ un percorso che cambia di continuo…

Ogni anno proponiamo qualcosa di diverso. Ad esempio quest’anno abbiamo deciso di non prevedere sterrati, che erano stati un po’ il nostro marchio di fabbrica, ma abbiamo comunque lavorato molto sui tracciati da due punti di vista: farne una sorta di ipotesi di percorsi ciclabili da utilizzare tutto l’anno e dall’altra parte rendendoli tecnicamente appetibili per i corridori, che si troveranno ad affrontare tappe con finali un po’ inaspriti.

Accennavi alla possibilità di abbracciare altre regioni: che cosa ve lo ha impedito?

Potremo farlo quando la gara salirà di grado, diventando una gara Pro oppure, ancor meglio, WorldTour, ma ci vuole tempo, noi stiamo crescendo per gradi, ci facciamo le ossa in base al potenziale. Sicuramente dopo 4 edizioni ci sentiamo pronti per salire ancora, ma si sa che non è semplice. Perché ciò avvenga, perché l’Uci ti tenga in considerazione servono i giusti appoggi, non è neanche questione di soldi, di solidità economica da dimostrare, devi davvero avere chi all’interno spinga perché la gara abbia una giusta collocazione. Noi dal punto di vista politico abbiamo perso molto terreno, è innegabile e poi Lega, Fci e componenti italiani nell’Uci litigano invece di collaborare, ottieni poco…

Adriatica velocisti 2021
Alla prossima edizione ci saranno due frazioni su 5 adatte a una volata di gruppo
Adriatica velocisti 2021
Alla prossima edizione ci saranno due frazioni su 5 adatte a una volata di gruppo
Una squadra italiana nel WorldTour aiuterebbe in tal senso?

Enormemente. Sarebbe tutto più facile perché avrebbe un effetto trascinante. Noi invitiamo tutte le squadre WorldTour, ma nello stesso periodo della gara (4-8 giugno, ndr) c’è il Giro del Delfinato, la Brussels Classic, il Giro del Limburgo. Se gli sponsor delle squadre hanno più mercato in quelle zone, è chiaro che vorranno che i team gareggino lì e noi veniamo penalizzati. Poi è un problema di punteggio: le corse in linea danno troppi punti rispetto a quelle a tappe a fronte di un impegno minore, anche questo è un fattore da considerare.

Veniamo all’aspetto tecnico partendo dalla tappa in Friuli…

È una frazione per velocisti, si va da Tarvisio a Monfalcone, una prima presa di contatto per le squadre attraverso 189 chilometri, anche se bisognerà stare sempre attenti a qualche colpo di mano.

Seconda frazione in Veneto.

Qui c’è una primizia assoluta, da Castelfranco Veneto al Monte Grappa su 155 chilometri, ma il monte sarà affrontato dalla parte bellunese che è stato affrontato pochissime volte. Dobbiamo dire grazie all’impegno dei 14 comuni coinvolti, si tratta di strade ai più sconosciute. Una tappa breve ma con ben 27 chilometri di salita, sarà spettacolo puro.

Adriatica Grappa 2021
Il Monte Grappa nel 93° Giro d’Italia. Il versante dell’Adriatica Ionica Race sarà diverso
Adriatica Grappa 2021
Il Monte Grappa nel 93° Giro d’Italia. Il versante dell’Adriatica Ionica Race sarà diverso
Terza tappa ancora per velocisti?

Non direi. Si va da Ferrara a Brisighella su 139 chilometri, è una frazione pimpante, con un inizio pianeggiante, ma poi propone strappi corti ma impegnativi, che sicuramente influiranno sulla classifica.

Resta la parte ancora “coperta”, nelle Marche…

Posso dire solamente che saranno due frazioni molto diverse fra loro, che potranno ancora dire molto in termini di evoluzione della corsa, ma che daranno nuovo spazio anche ai velocisti.

La scelta di gareggiare nella prima decade di giugno ti soddisfa?

Non credo sia il periodo ideale, per le concomitanze di cui ho detto prima, ma noi dobbiamo comunicare le date entro fine dicembre e non c’era altra possibilità. Se dobbiamo crescere come vogliamo dovremo trovare altri spazi, ma ce ne occuperemo dal 9 giugno in poi…

EDITORIALE / Per andare forte si deve stare scomodi

08.11.2021
4 min
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Per andare forte bisogna stare scomodi. Questa frase di Mattia Cattaneo a proposito della sua posizione a cronometro continuava a risuonarci nella testa. E poi chissà perché si è estesa ad altri ragionamenti. A Bartoli che parlava di Sagan. Oppure a Roberto Amadio che raccontava della sua entrata nello staff della nazionale. Per andare forte bisogna essere scomodi. Non scomodi nel senso che si debba vivere un disagio, ma di sicuro non si può fare sport di alto livello creando per sé un ambiente troppo morbido. Non funziona.

Ha detto Bartoli che a Sagan servirebbe un Ferretti o un Riis, capace di tirargli fuori la rabbia. Ha detto Amadio che in un primo momento i tecnici federali potrebbero aver vissuto male la sua presenza, perché era lì a sorvegliare che tutto fosse fatto al massimo. Questo non significa che Sagan e i tecnici azzurri abbiano lavorato male, ma forse in determinati momenti (magari non tutti) se la sono fatta bastare.

Sagan è stato con Riis nel 2015-2016, vincendo due mondiali, il Fiandre e altre 22 corse
Sagan è stato con Riis nel 2015-2016, vincendo due mondiali, il Fiandre e altre 22 corse

La scelta di Argentin

Sapete chi a un certo punto, oltre chiaramente a Bartoli, per tornare vincente andò con Ferretti? Moreno Argentin, che dalla Gewiss-Bianchi nel 1990 arrivò all’Ariostea, voluto fortemente dal patron Pederzoli. Aveva trent’anni e un bottino di 48 vittorie, fra cui un mondiale, tre Liegi e due Freccia Vallone, ma da due stagioni non rendeva più come prima. Sembrava appagato, serviva una svolta.

«Deve tornare la fame – racconta Moreno – anche Sagan l’ha avuta e l’ha utilizzata per ottenere tante vittorie. Non fame economica, perché credo che abbia guadagnato abbastanza, ma la fame di dimostrare di esserci ancora. Cambiare aria e trovare un Ferretti è il desiderio del corridore che ha l’orgoglio di tornare. Che ha voglia di riscattarsi, in un ambiente in cui magari non deve pensare ai suoi gregari, ma concentrarsi su se stesso. Se non ci sei con la testa, non vai da nessuna parte.

«Se vuoi continuare a vincere, devi andare in una squadra che ti metta nelle condizioni di farlo. Oggi la migliore da questo punto di vista è la Deceuninck-Quick Step, perché ha l’ambiente giusto. Non so se Sagan in Francia troverà questo. Quando arrivai all’Ariostea, Ferretti preparava e mentalizzava la squadra per le singole gare, come fanno oggi nel calcio. Ma il capitano a quel punto deve dimostrare di avere la condizione fisica e mentale per vincere. Altrimenti i compagni puoi prepararli quanto vuoi, ma in corsa ti mollano».

Nei tre anni con Ferretti, Argentin vinse 14 corse, fra cui il Fiandre, due Freccia Vallone e la Liegi. Con Ferretti litigò più volte, ma il risultato finale di quella convivenza così… scomoda andò bene a entrambi.

Argentin corse con Ferretti per 3 anni e tornò a vincere. Qui nella Liegi del 1991
Argentin corse con Ferretti per 3 anni e tornò a vincere. Qui nella Liegi del 1991

Come Nibali all’Astana

Bisogna stare scomodi. Trovare un tecnico capace di morderti e darti la scossa, come seppe fare anche Scinto con Pozzato nel 2012. Non ci sarà soprattutto questo alla base dei tanti successi della Deceunick di Bramati e anche del gruppo Ineos che lavora con Tosatto? Che ambiente troverà Sagan alla TotalEnergie? Ci sarà qualcuno capace di pungerlo nel vivo e tenerlo sulla corda? Oppure, come detto e scritto, l’obiettivo sarà ritrovare il divertimento nell’andare in bici?

Bisogna stare scomodi, oppure pensare che ci sia il rischio che ciò accada. Forse c’è anche questo nel ritorno di Nibali all’Astana. Perché ci sono squadre in cui si corre per vincere e null’altro. E Vincenzo ricorda bene quando a giugno del 2014 gli arrivò una lettera in cui si parlava di scarso rendimento, pur dopo il Giro vinto nel 2013 e il secondo posto alla Vuelta. Vinokourov non le manda a dire e il siciliano in tutta risposta vinse il campionato italiano e poi il Tour. Lui lo sa che troverà ancora il capo kazako e anche Martinelli, che le cose te le dice e quando serve, ti scuote. Stare scomodi è il solo modo che funziona. E poi, quando il traguardo è stato raggiunto e finalmente ci si può rilassare, si gode di più la conquista.

EDITORIALE / Con Argentin a Leuven, parlando al futuro

27.09.2021
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Ieri sera tardi la Muntstraaat, una delle strade di locali di Leuven, sembrava il red carpet del ciclismo. Con campioni, figure di spicco, tifosi e giornalisti alla fine di un mondiale splendido per cornice e risultati. Così dopo il passaggio di Enrico Della Casa (presidente della Uec e vicepresidente dell’Uci), di John Lelangue (tecnico della Lotto Soudal), di Czeslaw Lang (organizzatore del Giro di Polonia) e di Fabian Cancellara inseguito dai fans, è stata la volta di Moreno Argentin. Il veneziano, invitato dall’Uci al Galà dei campioni del mondo di sabato sera, si è seduto con noi e ci siamo messi a parlare al futuro.

Dal cittì ai bambini

Del futuro cittì, ad esempio: chi sarà? Chi fra i personaggi tirati in ballo ha il carisma necessario per mettere d’accordo i corridori? Si è parlato del fatto che nessun esponente della Fci fosse presente alla serata di gala (era la sera della Balsamo iridata, ma in effetti un vicepresidente poteva anche andare). E alla fine il discorso è andato sui mondiali appena conclusi e quanta gente li abbia seguiti, mentre a tratti tifosi con le bandiere sulle spalle portavano la loro allegria rumorosa verso la birra successiva.

«Si parla di un milione e mezzo di presenze – diceva Argentin – ma si vede che qui la bicicletta non è uno sport fine a se stesso, fa parte della loro cultura. I centri storici sono quasi tutti pedonali. Le vie sono piene di ciclabili. I bambini iniziano a sentirne parlare all’asilo. Le maestre gli spiegano le regole del pedalare e del traffico. Credo che con tanto pedalare spendano meno anche per la sanità, sembrano tutti in forma. Così quando crescono, seguire le corse è una cosa vicina alla loro quotidianità. Avete visto quanti giovani e quanti bambini c’erano sulle strade? Da noi invece i ciclisti sono una presenza fastidiosa. E se nelle città storiche proponi di chiudere il centro, scoppia il pandemonio. Hanno speso davvero 21 milioni di euro per questi mondiali? Una bella fetta sarà finita nelle tasche dell’Uci, ma vista la riuscita, credo siano stati soldi ben investiti».

Con il centro delle cità totalmente chiuso al traffico, sin da bambini ci si muove liberamente in bici
Con il centro delle cità totalmente chiuso al traffico, sin da bambini ci si muove liberamente in bici

Un progetto a San Donà

Strade già pulite e piene di biciclette. Programmi cicloturistici abbinati alle corse. Tifosi che inneggiavano a Van Aert dai giorni precedenti e ancora ieri sera. Perché vincere è bello. Pregustare la vittoria è il motivo per stare insieme e brindare. Ma combattere per il proprio Paese, giocarsela sino in fondo, accettare la sconfitta e scusarsi se va male, non lo puoi raccontare come una sconfitta. E mentre si ragionava su questo, Argentin ha cominciato a parlare di quel che sta facendo con il sindaco di San Donà di Piave, che casualmente è un amico comune e si chiama Andrea Cereser.

«C’è un’area molto ampia – racconta Argentin – che prima ospitava una discarica ed è stata bonificata. Vorremmo fare una sorta di parco in cui si insegnano l’educazione stradale e l’educazione ambientale. Con dei percorsi ciclabili, delle aule e dei laboratori in cui gli insegnanti possano portare i ragazzi per fare le loro lezioni. Sto martellando Cereser da tanto tempo e sono fortunato, perché lui è appassionato della bicicletta e ci sostiene. Si tratta di vincere il bando, ma è un bel progetto. E se poi il bambino che viene dentro con la scuola, vede il percorso e le bici e se ne innamora? Se convivi con la bici sin da piccolo, quando cresci avrai un approccio diverso».

Ripartire dal futuro

Bisogna partire dai bambini, il futuro sono loro. Rcs ha avuto dei fondi dal Governo per il progetto Biciscuola, ma trattandosi di iniziative private, dipendono dalla libera iniziativa degli insegnanti e non tutti gli insegnanti hanno aderito (sarebbe meglio chiedersi quanti lo abbiano fatto). Serve qualcosa di più organico e strutturato.

E serve che la Federazione ciclistica cominci a guardare con attenzione cosa accade nei comitati provinciali. Sta a loro agire sul territorio, entrare nelle scuole, promuovere il ciclismo, mentre la sensazione è che in molti casi si tratti dei primi avamposti per la raccolta dei voti e lì si fermino. Sta alla Federazione e alla stampa. Perché è vero che le medaglie sono arrivate, ma facciamoci qualche domanda. Sono venute per l’attività capillare sul territorio o per l’opera appassionata e competente di pochi tecnici e alcuni atleti di talento? Raccontare la punta dell’iceberg non porta tanto lontano.

Oggi si riparte dalle Fiandre, il luogo in cui vivere se si è appassionati di ciclismo, e si farà nuovamente rotta sull’Italia. Porteremo negli occhi ancora per un po’ il bello di questi giorni e ben annotato sul taccuino un altro filone da seguire. Ci piacciono i campioni, è bello raccontarne le gesta e le emozioni. Ma come stiamo già facendo con gli juniores, adesso andiamo a vedere cosa c’è sotto.

Argentin non ha dubbi: Alaphilippe ha fatto la scelta giusta

20.06.2021
5 min
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La domanda è di quelle scomode, quasi come quelle che si fanno ai bambini se preferiscono la mamma o il papà: meglio correre da capitano e protagonista le Olimpiadi o il Tour de France? La risposta potrebbe essere complicata per chiunque tranne che per un francese. Nelle settimane scorse infatti Julian Alaphilippe, uno dei più accreditati a vincere l’oro olimpico nella prova in linea ha rinunciato alla partecipazione a Tokyo. In molti hanno storto il naso e avuto dubbi davanti a questa scelta, ma per il campione del mondo in carica della Deceuninck-Quick Step c’è una motivazione personale e profonda

Oggi Argentin organizza la Adriatica Ionica Race
Oggi Argentin organizza la Adriatica Ionica Race

Tempi brevi

Il Tour de France è in programma dal 26 giugno al 18 luglio mentre la prova a cinque cerchi ci sarà sabato 24 luglio – uno spazio troppo corto per un viaggio molto lungo (con differenza in avanti di sette ore di fuso orario) per poter restare competitivo – e così abbiamo provato a chiedere a Moreno Argentin, durante i giorni della sua Adriatica Ionica Race, cosa pensasse di questa decisione del francese.

Moreno, secondo te cosa c’è dietro questa scelta di Alaphilippe?

Sembrerà un paradosso, ma credo ci sia la necessità di fare delle scelte nelle scelte. I corridori moderni devono battezzare delle date nel loro calendario, perché non possono essere al top in tutte le corse. La forma la raggiungi esasperando l’allenamento e la competizione. Pertanto credo che, considerando che è francese, che ha la maglia iridata e che al Tour aveva fatto bene nel 2019 portando per tanti giorni la maglia gialla (così come l’anno scorso), la sua volontà sia quella di riprovarci nuovamente. In definitiva, mi pare non ci siano dubbi: nel suo arco di forma ha inserito il Tour anziché la prova olimpica di Tokyo.

Così su Instagram ha annunciato la nascita del figlio Nino, il 14 giugno
Così su Instagram ha annunciato la nascita del figlio Nino, il 14 giugno
Quanto può aver influito la nascita del figlio, per il quale si è ritirato dal Giro di Svizzera da terzo in classifica alla vigilia della tappa conclusiva e decisiva?

Diciamo che aveva già una buonissima condizione, si è fermato il giorno prima perché forse riteneva che non cambiasse nulla in classifica. Ha senz’altro assecondato la sua compagna e la propria voglia di esserle accanto in quel momento speciale. E’ normale che avesse questa necessità mentale e credo che gli darà ancora più tranquillità per affrontare il Tour.

Le Olimpiadi però ci sono ogni quattro anni, il percorso poteva essere adatto a lui. Non rischia di aver perso una occasione di vincere una medaglia importante?

Sì, è vero però bisogna capire meglio com’è il percorso di Tokyo, magari ha dei dubbi e lo ha ritenuto troppo duro per sé. Però anche se fosse adattissimo e la scelta comunque è col Tour, se lui è convinto di poter fare bene in Francia, allora è giusto che ci provi.

Si è ritirato dal Giro di Svizzera, dopo aver faticato dietro Van der Poel, per la nascita di suo figlio
Si è ritirato dal Giro di Svizzera, dopo aver faticato dietro Van der Poel, per la nascita di suo figlio
In Francia in ogni caso sulla carta parte meno favorito rispetto ai suoi rivali. Alla fine ha deciso il cuore, l’istinto patriottico?

Il Tour concentra la crema dei migliori atleti e lui ha dimostrato di saper vincere in mezzo ai campioni, anche quelli più predisposti per le grandi gare a tappe. Per un francese correre la Grande Boucle da protagonista è una cosa che vale una vita. Per loro conta più di poter disputare altrettanto da protagonista le Olimpiadi. Poi sa che valore aggiunto gli può dare il tifo della sua gente sulle sue strade. Però chiaramente deve dimostrare di essere davvero in forma e spazzare tutti i dubbi.

Tu hai vinto mondiale, Liegi, Fiandre, Lombardia, Freccia Vallone, tappe nei grandi Giri e sei arrivato terzo al Giro ’84, possiamo dire che per caratteristiche fisiche Argentin e Alaphilippe si somigliano. O ci sono delle differenze?

Siamo molto simili. Diciamo che nelle gare a tappe non ero convinto come lui, però nel finale della mia carriera potevo essere più determinato e poter pensare di più al podio perché una vittoria sarebbe stata comunque molto difficile per me.

Al Tour del 2019, Alaphilippe ha difeso la maglia gialla fino a 3 tappe da Parigi
Al Tour del 2019, Alaphilippe ha difeso la maglia gialla fino a 3 tappe da Parigi
Quindi Alaphilippe per te è nella fascia di età giusta per essere convinto veramente di puntare a migliorare il quinto posto del 2019?

Lui è nella maturazione giusta. Ha vinto il mondiale, sa di avere la pressione mediatica dalla sua parte ed è consapevole di tutti questi aspetti.

Ultima domanda secca: Moreno Argentin, certo di essere protagonista, cosa avrebbe scelto tra Giro o Tour in maglia iridata e le Olimpiadi?

Non ho dubbi, avrei scelto il Tour. E’ vero che non ho mai avuto la fortuna di partecipare alla competizione olimpica, ma ho il corso il Tour, anche se solo tre volte (centrando due successi di tappa, ndr), so cos’è e cosa rappresenta. Quindi scelta giusta quella di Alaphilippe.