Qualcuno si sarà chiesto come mai la vittoria di Scaroni ieri a Monfalcone non si sia vista in diretta RAI o su PMG, nonostante alla Adriatica Ionica Race ci sia Andrea De Luca per commentarla.
«La corsa – spiega Andrea Fin, responsabile dell’ufficio stampa – viene trasmessa da PMG circa 70 minuti dopo l’arrivo, con il commento mio e di Massimo Ghirotto. La Rai manda in onda dei servizi intorno alle 20. La produzione delle immagini è a carico di PMG, il service incaricato è Rodella».
La gestione delle dirette è piuttosto illeggibile all’occhio esterno. Si sa che c’è di mezzo la Lega Ciclismo e poco altro. Così, per capire qualcosa di più, ci siamo rivolti a Stefano Piccolo, che dell’organo presieduto da Enzo Ghigo è il segretario generale.
Stefano, come funziona il rapporto tra televisione e ciclismo?
Fino al 2015 c’è stato un contratto esclusivo tra RAI, Lega e FCI, anche se negli ultimi tempi ci eravamo accorti che la TV di Stato non trattava più troppo bene il ciclismo. Così nel 2016 abbiamo provato a trattare separatamente lo streaming e i diritti per l’estero. La Ciclismo Cup prevedeva la necessità di coprire più gare rispetto a prima e la copertura della RAI prevedeva delle differite a orari a volte improbabili, mentre la diretta ha orari certi, perché prenoti il satellite e tutto si deve svolgere in quell’intervallo di tempo. E’ il motivo per cui alcune gare come il Tour of the Alps e la Tre Valli Varesine si sono organizzati per produrre da sé le immagini, vendendole poi all’estero. So però che la RAI ha contestato il loro lavoro per delle problematiche tecniche.
Come siamo arrivati a PMG, che al momento gestisce le gare non RCS?
L’anno dopo trattammo e concludemmo con loro. Permisero e permettono di aumentare gli spazi in diretta. Hanno investito molto contenendo i costi di produzione e diffondendo le immagini all’estero e in streaming.
Durata del contratto?
Cinque anni, quindi scade quest’anno. Non tutte le gare sono state trasmesse in diretta per una questione di costi. La Adriatica Ionica Race in questo senso ha pagato il fatto di essere nuova e di essere nata quando il contratto era stato già firmato. Per motivi simili, dopo due anni c’è stato chi ha valutato di rifare il contratto direttamente con la RAI senza la mediazione della Lega (si tratta della Tre Valli Varesine e delle corse del GS Emilia di Adriano Amici, ndr).
E alla fine torniamo a parlare della RAI…
E’ una realtà molto complessa e ha molte anime. C’è chi deve provvedere a trattare e acquistare i diritti sportivi. Ci sono quelli che chiudono i contratti. E poi c’è Rai Sport che con i vari direttori che si sono succeduti ha mostrato interesse e ha sempre cercato di aumentare lo spazio per il ciclismo. Poi c’è la produzione, che si fa carico dei costi e stanzia un budget. Quindi ci sono quelli che si occupano del palinsesto, per cui se ci sono eventi di altri sport, devono fare la programmazione, in modo che ci stia tutto.
Un bel labirinto…
Soprattutto perché all’interno della RAI non c’è una persona o un ufficio che faccia la sintesi. Uno che ci ha provato è stato Alessandro Fabretti, in qualità di responsabile del ciclismo. Lo scoglio più grande sono i diritti, perché ultimamente si è deciso di limitare gli acquisti e i costi di produzione.
Quest’anno infatti il Giro non l’hanno prodotto loro…
E questo ci ha fatto pensare che potrebbe esserci la disponibilità da parte di RAI di produrre altri eventi. Del resto la squadra che produceva il Giro era stata già allestita e ora di fatto è ferma. Il prodotto ciclismo funziona e le dirette streaming verso l’estero sono una grande apertura.
Si è aperta la trattativa per il rinnovo del contratto?
Siamo a scadenza e si sta cercando di capire come trattare, anche perché la RAI non ha più tanti sport in esclusiva. Finora la soluzione è stata di chiedere a PMG di trattare direttamente con la RAI. Noi davamo le nostre condizioni e capitava anche che si arrivasse a una conclusione migliorativa, ma in ogni caso il contratto lo firmava PMG. Per il 2023 non è stato ancora firmato nulla.
Cosa si aspetta?
Si sta cercando di individuare un interlocutore unico che possa portare e rappresentare il peso di tutto il ciclismo, che è notevole. Avendo per questo una migliore capacità di contrattazione.
Si potrebbe pensare che essendoci nel direttivo anche Mauro Vegni, la Lega potrebbe dedicare un occhio in più alle corse RCS.
E’ l’esatto contrario. La Lega non si è mai occupata di questioni legate a RCS, perché loro gestiscono da soli i propri spazi. Solo una volta, 25 anni fa, si fece una trattativa unica. Quando Vincenzo Scotti, allora presidente della Lega, fece sedere allo stesso tavolo tutti gli organizzatori. Oggi come oggi, la Lega si occupa di trovare la quadra per i meno forti. E Vegni occupa la sua posizione perché è stato eletto dagli altri organizzatori. E’ legittimato dalla sua storia e dalla sua esperienza, non dal suo ruolo in RCS.
Qual è il presupposto per firmare un buon contratto?
Creare un pacchetto unico con tutte le gare, ne sarebbe contenta anche la RAI. Cercheremo di vigilare, non credo che i tempi saranno brevi. Potremmo cominciare la prossima stagione con il contratto ancora aperto. Chiaro che se c’è volontà, si può provare a stringere i tempi, ma ci sono anche verifiche tecniche da fare. Proprio perché il ciclismo è un grande pacchetto e la RAI un’azienda non certo da meno.