«A volte – Cassani sorride – succedono cose che ti fanno capire che è tempo di cambiare mestiere. Sto vivendo questa fase nel modo migliore, ho il piglio giusto. Non ho mai preso di petto i corridori come ho fatto quest’anno. E’ il mio carattere. Quando nel 1995 Ferretti mi disse che non mi rinnovava il contratto perché ero vecchio, mi misi di impegno e vinsi tre corse. Forse è per il mio orgoglio, ma se mi mancano di rispetto tiro fuori il meglio di me».
Oggi sarà l’ultimo. Da Anversa a Leuven, a capo di 268,3 chilometri e 2.562 metri di dislivello. Se le cose non cambieranno (e non si vede come e perché dovrebbero), il mondiale è l’ultima tappa nel viaggio di Davide Cassani sull’ammiraglia azzurra. Vinti gli europei di Trento, Flanders 2021 chiuderà otto anni che meritano un racconto.
Per questo, con il pretesto di un caffè alla vigilia della sfida, ci siamo presentati con una lunga serie di domande. Anche se da un certo punto in poi è stata la storia a guidare il racconto.
Il 2014 è l’anno del Tour di Nibali e della morte di Martini. Mondiali a Ponferrada Per la trasferta spagnola, coinvolge il vecchio maestro Ferretti Il 4 gennaio del 2014, Cassani aveva ricevuto da Martini e Di Rocco la proposta di diventare tcittì
Come la vivi?
Nel modo giusto, con la cattiveria agonistica che a volte mi è mancata. E ogni tanto ricordo. La telefonata di Di Rocco il 29 dicembre del 2013. L’incontro a casa di Alfredo Martini il 4 gennaio. Il primo mondiale. Le delusioni. Le arrabbiature. Sono stati anni intensi come quelli da corridore. Per il mio cammino personale, non potevo chiedere di più.
Hai sempre sognato questo posto…
Era la mia idea di una vita, ma appena smesso di correre non mi sentivo di farlo. Però quando me lo hanno proposto ho accettato subito. Ero in Rai da 18 anni, bisognava cambiare. Ho sempre vissuto di sfide e nuovi sogni, ma sapevo che non sarei durato per sempre.
Se non ci fosse stato il cambio di presidente, probabilmente saresti durato più a lungo.
Probabilmente sì.
Mondiali del 2015 a Richmond, nulla possiamo contro il primo Sagan Il primo degli azzurri a Richmond è Nizzolo: 18° nel gruppo dietro Sagan Richmond è però il mondiale di Malori argento a crono
Mondiali del 2015 a Richmond, nulla possiamo contro il primo Sagan Il primo degli azzurri a Richmond è Nizzolo: 18° nel gruppo dietro Sagan Richmond è però il mondiale di Malori argento a crono
Primo mondiale, Ponferrada 2014.
Facevo riunioni tutte le sere, cercando di trasferire ai corridori quello che avevano insegnato a me. Dopo il Tour, Nibali aveva perso smalto. Ulissi non c’era per squalifica. Aru era più adatto alle corse a tappe. Avevo coinvolto Ferretti e Luca Paolini, che correva con lo scooter sulla salita e poi mi riferiva. Ferretti mi diede consigli molto preziosi. Io non avevo mai guidato una squadra, lui poteva aiutarmi.
Secondo mondiale, Richmond 2015.
Sbagliai completamente, andò male per colpa mia. Non avevo corridori, perché al tempo Viviani e Nizzolo erano al di sotto dello standard di adesso. Mi interrogai molto sul mio ruolo, sull’incapacità di dare le indicazioni giuste. Applicai le dritte di Alfredo, senza rendermi conto che i corridori non erano come noi. Avevano bisogno di indicazioni e incarichi precisi, per svolgere il loro compito. Io non fui in grado di darli.
Nel 2016 mondiali a Doha, vince ancora Sagan. Nizzolo è quinto A Doha Guardnieri tira la volata, Nizzolo deve arrendersi a quattro giganti Le Olimpiadi di Rio fallirono per una caduta. Per Cassani il colpo più duro
NEel 2016 mondiali a Doha, vince ancora Sagan. Nizzolo è quinto A Doha Guardnieri tira la volata, Nizzolo deve arrendersi a quattro giganti Le Olimpiadi di Rio fallirono per una caduta. Per Cassani il colpo più duro
Quasi fossero meno autonomi di quanto foste voi?
Parlerei di abitudini e necessità. In ogni caso, dopo quel mondiale mi isolai per un mese. Andai in America da amici e da lì le cose cambiarono. Nel 2016 sappiamo bene come andarono le Olimpiadi, ma la squadra fu perfetta e disegnata bene. Perdemmo per una caduta che ad oggi resta la delusione più grande. Più del mondiale di Trentin, perso da uno più forte.
Terzo mondiale, Doha 2016. Dicemmo che forse si poteva puntare su Bennati.
Facemmo una bella corsa con Nizzolo capitano. Eravamo presenti nel ventaglio. Bennati fece un lavoro straordinario per tenere il gruppo. Guarnieri lanciò benissimo la volata e Giacomo arrivò quinto. Battuto da Sagan, Cavendish, Boonen e Matthews. Non gente di poco conto, insomma.
Eppure sembra che tu abbia miglior rapporto con il gruppo degli europei…
Si è creato un gruppo di corridori che si fidano l’uno dell’altro e hanno un grande attaccamento nei miei confronti. Non nascondo che se sono ancora qui lo devo anche a loro e alla vicinanza che mi hanno dimostrato un mese fa quando ho avuto un piccolo problema.
Il problema di Tokyo?
Ti è mai capitato di rivederti in loro?
Spesso mi capita. Per la passione che ci mettevo, l’attaccamento per la maglia azzurra. Trentin è più forte di me, ma in tante cose è com’ero io. Oggi è tutto più esasperato, ma la loro voglia di esserci è identica.
Dopo il tris di Sagan a Bergen, nel 2018 c’è Valverde. E Peter lo incorona Nel 2018, dice Cassani, a Moscon mancano 100 metri per agganciare Valverde Il 2018 è però anche l’anno del primo europeo con Trentin, qui con Cimolai
Dopo il tris di Sagan a Bergen, nel 2018 c’è Valverde. E Peter lo incorona Nel 2018, dice Cassani, a Moscon mancano 100 metri per agganciare Valverde Il 2018 è però anche l’anno del primo europeo con Trentin, qui con Cimolai
Quarto mondiale, Bergen 2017.
Quello della scoperta di Bettiol, ma anche quello di Moscon squalificato.
Brutto episodio.
Nulla che non si veda di frequente in corsa. C’era stato un barrage e proprio mentre Gianni stava per rientrare, una macchina della giuria si fermò in mezzo alla strada. Gli dissi di prendersi alla borraccia e lo tirai per 7 secondi. Non l’ho più fatto da allora.
Bettiol e Moscon, due ragazzi da seguire…
Che a volte non si rendono conto del loro talento. Ho cercato di stargli sempre vicino, provando a motivarli. Una cosa che Alfredo sapeva fare da grande maestro. Moscon in nazionale ha sempre fatto ottime corse, anche quando nella sua squadra faceva fatica.
Quinto mondiale, Innsbruck 2018. Tutti ad aspettare Nibali…
Ma Nibali cadde sull’Alpe d’Huez. A ben vedere non ho mai avuto la fortuna di fare un mondiale con i più forti al top della condizione. Nel 2018 vincemmo il primo europeo con Trentin, ma prima di Innsbruck ci fu la caduta di Vincenzo. Provammo a recuperare, ma andò male. Mentre a Moscon mancarono 100 metri sullo strappo per tenere Valverde.
LA volata che non ti aspetti: ad Harrogate 2019, Pedersen piega Trentin Dopo il traguardo il trentino è incredulo, Moscon prova a tirarlo su Sul podio, Matteo ha lo sguardo livido: Pedersen iridato Nel 2019 Viviani vince l’oro agli europei di Alkmaar: secondo titolo per Cassani
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Dopo l’argento di Malori nel 2015, negli anni è cresciuto anche il settore crono…
I successi di Ganna sono frutto di quel lavoro. Me ne parlò Villa, poi lo portammo a fare la Roubaix da junior e lo ripresero sono alla fine. Quando passò U23, chiamai Pinarello e gli dissi di trovargli una bici da crono e Fausto gli diede subito una Bolide. Giorni fa è venuto e mi ha regalato la maglia iridata di Imola con una dedica che mi ha toccato molto. Ma non è merito mio, bensì del lavoro trasversale e delle società che hanno accettato di collaborare con la federazione.
Un lavoro di cui sei orgoglioso?
Ma io non ho inventato niente. Ho ripreso il lavoro di Bettini, che a sua volta discendeva da quello di Ballerini. Ho sempre avuto una bella intesa con i cittì e i risultati si sono visti.
Hai lavorato anche tanto per propiziare eventi e far entrare sponsor.
E ne vado orgoglioso, ma non ho mai fatto l’organizzatore. Con il Giro d’Italia under 23 ho trovato due amici molto bravi (Marco Selleri e Marco Pavarini, ndr) che hanno fatto crescere il ciclismo dei giovani in Italia. Con Extra Giro è ripartito il ciclismo dopo il Covid. I mondiali di Imola sono stati un incontro tra forze diverse e sono costati un settimo di questi in Belgio. E quanto agli sponsor, non ho mai preso un euro. Tutto quello che è entrato, l’ho riversato sull’attività. Sono nate corse e ne vado molto orgoglioso.
Imola 2020, si corre dopo il Covid: Ganna ora nella crono Villa, Cassani e Velo: l’intesa porta grandi frutti Sul podio, l’iridato con Marco Selleri, l’uomo di extra Giro Il 2020 sotto la guida di Cassani è anche l’anno di Nizzolo campione d’Europa
Imola 2020, si corre dopo il Covid: Ganna ora nella crono Villa, Cassani e Velo: l’intesa porta grandi frutti Sul podio, l’iridato con Marco Selleri, l’uomo di extra Giro Il 2020 sotto la guida di Cassani è anche l’anno di Nizzolo campione d’Europa
Bettini ha detto che forse sei stato poco con i tuoi corridori.
Può avere ragione, ma quest’anno ho cambiato tutto e sono stato tanto con loro. Comunque l’unione c’è sempre stata, non mi hanno mai tradito.
Corridori oggi, corridori ieri…
Adesso è complicato. Hanno mille impegni, le squadre sono più esigenti. Prima erano famiglie, ora sono aziende. Hanno bisogno di compiti precisi e qualcuno che glieli dia, poi diventano infallibili. I giovani hanno la testa sulle spalle. In un momento in cui la fragilità riguarda tutti i ragazzi, i ciclisti sono persone solide. Abituati a faticare e correre. Ma alla base di tutto deve esserci la passione. Se manca quella, sono finiti.
Corridore, cronista, cittì: cosa ti resta di tutto questo?
Diventare corridore era il mio sogno. Da commentatore ho capito che potevo fare anche altro nella vita. Ho scoperto la capacità di scrivere che mi ha aperto il mondo del giornalismo. Ho visto il ciclismo da un altro punto di vista, dopo anni in cui con i corridori avevo soprattutto un rapporto di complicità.
E da tecnico?
Ho capito che non si può piacere a tutti. A un certo punto te ne devi fregare e lavorare con la massima onestà. Sei quello che sceglie fra un sogno che si realizza e un altro che naufraga. Fare le scelte è la parte più difficile.
I corridori ti hanno riconosciuto come uno di loro?
Direi di sì, all’istante. Se mi avessero percepito come un giornalista, non avrei avuto possibilità di entrare in sintonia con loro (lo ringraziamo, ridendo e ride anche lui alzando le mani, ndr). In questi giorni in Belgio abbiamo avuto un rapporto fantastico. Quando Ganna mi ha chiesto di non fare la prova su strada, era dispiaciuto perché ci teneva a correre il mio ultimo mondiale da cittì.
Il 2021 ha portato il titolo europeo di Colbrelli, qui con Cassani Poi è venuta la crono iridata di Ganna E agli europi di Trento anche la vittoria nel Team Mixed Relay
Il 2021 ha portato il titolo europeo di Colbrelli, qui con Cassani Poi è venuta la crono iridata di Ganna E agli europi di Trento anche la vittoria nel Team Mixed Relay
La riunione di ieri sera l’hai improvvisata o te l’eri preparata?
Sono andato a braccio, come sempre del resto. Ma sono stato determinato come all’europeo. Sono andato a braccio e li ho seguiti nelle loro risposte.
Alla fine puoi dire che ne sia valsa la pena?
Decisamente sì, è stata un’esperienza straordinaria per cui ringrazio la Federazione. E adesso mi godo l’ultimo mondiale. Al futuro e alle proposte che mi saranno fatte ci penseremo poi.