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AIR 2023: corsa cancellata. A Corropoli un silenzio rumoroso

21.09.2023
5 min
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CORROPOLI – La piazza di questo paesino delle colline teramane è vuota e silenziosa. Sul balcone del municipio ci sono i palloncini bianchi, azzurri e verdi: i colori dell’Adriatica Ionica Race. Sotto c’è un camion con le transenne, ancora sul cassone. I cartelli con divieto di sosta indicano che i parcheggi sono riservati ai mezzi della gara, ma sono vuoti. Doveva essere una festa. Niente di tutto ciò.

Vi raccontiamo dunque la storia di una giornata surreale. L’Adriatica Ionica Race è stata annullata a meno di 24 ore dal via. La gara di Moreno Argentin si ferma dunque dopo quattro anni. E lo fa in malo modo.

Corropoli è vuota. Si aspettava la corsa: tutto annullato
Corropoli è vuota. Si aspettava la corsa… tutto annullato

Piazza deserta

Già dal pomeriggio di ieri iniziavano a circolare delle voci insistenti circa le difficoltà nel far svolgere dell’evento. Niente gara. Poi al contrario arrivavano delle rassicurazioni.

In realtà i problemi c’erano e avevano radici ben più lontane. Sei mesi secondo Argentin, quando non trovò l’accordo con la Lega del Ciclismo Professionistico per i diritti tv. Inizio settembre secondo altre fonti, quando in prefettura a L’Aquila, al momento della richiesta di permessi e scorta tecnica, emersero delle inadempienze da parte della società organizzatrice Asd Sportunion e da lì tutta una serie di difficoltà.

Ma andiamo con ordine. Si fa, non si fa: alla fine tra passa parola e comunicati ufficiali che tardano ad arrivare si arriva al pomeriggio di oggi, con una comunicazione definitiva attesa entro le 16.

La festa prevista

Il fatto è che a Corropoli non solo la piazza è vuota. Ma anche la sede della gara nel teatro comunale. C’è una piccolissima parte dell’organizzazione, guidata dalla bravissima Marilena Zangrando che ci ha messo la faccia e ha svolto un ruolo di mediazione unico. Ci siamo noi giornalisti, tra cui uno australiano arrivato da Sydney, c’è il sistema di cronometraggio e basta.

Niente giudici, niente giuria né chaperon, niente rappresentati di sponsor, speaker, radio corsa… e tutto quel che si trova solitamente ad una corsa di ciclismo. 

E dire che il vicesindaco chiedeva se avessimo notizie fresche. Era dispiaciuto in quanto aveva organizzato una festa per la sera dopo la presentazione delle squadre, con musica, cibo tipico per tutti… Era dispiaciuto perché la sua Giunta ci aveva creduto e temeva anche la figuraccia agli occhi dei cittadini.

E come già al Comune di Corropoli, è trapelato che anche Puglia e Calabria soprattutto non abbiano preso affatto bene la notizia dell’annullamento.

I direttori sportivi parlottano tra loro. Mezzi spostati, spese di voli e viaggi gettati al vento
I direttori sportivi parlottano tra loro. Mezzi spostati, spese di voli e viaggi gettati al vento

Arrivano i diesse

A un certo punto, sono più o meno le 15, ecco comparire i direttori sportivi delle 16 squadre presenti. In realtà ne mancavano quattro all’appello: Mg-K Vis, GW Shimano, Novo Nordisk e Team Corratec.

Sono qui perché di fatto non hanno ricevuto comunicazioni ufficiali.

Stefano Zanatta, direttore sportivo della Eolo-Kometa, si è fatto portavoce di tutti gli altri: «Non potevamo non venire, basandoci su una telefonata non ufficiale da parte di un membro della Lega nel pomeriggio di ieri. Non funziona così. La Lega Ciclismo ci dovrebbe tutelare. Aspettavamo una comunicazione ufficiale e l’unica che abbiamo letto è stata quella di questa mattina, in cui l’organizzazione si riservava di sciogliere i dubbi entro le 16. Noi quindi ci siamo regolarmente presentati».

Le squadre hanno fatto il loro. Si sono presentate in effetti, ma senza una punzonatura in programma, che cosa avrebbero potuto fare? Nulla… E nulla hanno fatto. Allo scoccare delle 16, accompagnate dal suono delle campane di Corropoli, tutti si sono riversati verso l’unica referente dell’AIR, appunto la signora Zangrando. Alle 16,15 Argentin avrebbe tenuto una call.

La call di Argentin

E alle 16,15, su Zoom, Argentin parla ai dodici team presenti, al capo della Polizia e a qualche giornalista. Sostanzialmente, nei 20 minuti di videochiamata, l’ex corridore ha spiegato la situazione dicendo che le inadempienze economiche di cui è accusato da parte di Lega Ciclismo e Federciclismo, sarebbero state sanate nei tempi previsti. Non solo, ma sono stati onorati anche i premi per gli atleti.

Argentin, che parla da casa, enuncia le sue ragioni e accusa in modo diretto l’intento politico della Lega Ciclismo di remare contro l’AIR, in quanto lui e qualche giorno prima anche Pozzato col mondiale gravel, (anche se le storie sono in apparenza differenti) non si sarebbero accordati con la stessa Lega sui diritti tv. 

Come spesso accade in Italia, in realtà dietro ci sarebbero anche dei conflitti “politici”. Ed è per questo motivo, secondo Argentin, che l’UCI non ha fatto arrivare i suoi giudici.

Se tutto era in regola e c’era la scadenza delle 16 per sanare le ultime cose, perché queste figure già dal giorno prima non hanno preso la via di Corropoli? Chi le ha imbeccate? Almeno su queste domande i dubbi di Argentin sono legittimi. Di contro, perché ridursi all’ultimo se si è consapevoli di tali problematiche?

I colori delle targhe della AIR, tutto era pronto. Il Garibaldi? Qui si chiamava il Marco Polo
I colori delle targhe della AIR, tutto era pronto. Il Garibaldi? Qui si chiamava il Marco Polo

Fino alla fine

Dalla call emerge che Argentin, al lavoro con il suo avvocato e smuovendo la politica sportiva abruzzese, stava cercando di salvare il salvabile, rimediando una giuria e la scorta tecnica. Ha pertanto chiesto di attendere ancora un’ora, un’ora e mezza al massimo. Cosa che sarebbe andata oltre i limiti consentiti (le 16,45 della vigilia del via) dal regolamento UCI ma che, vista la situazione, ha trovato la collaborazione da parte dei direttori sportivi a sforare il limite delle 16,45. Il problema è che non c’era nessuno.

Dopo neanche mezz’ora, la solita Zangrando è uscita dal teatro e ai diesse che parlottavano ha dato il via libera: «Andate a casa».

Sono le 17, suonano ancora le campane e termina così una giornata surreale. Una giornata che porterà con sé molte polemiche, rimpalli di responsabilità, molti dubbi, una brutta pagina di sport e una lunga battaglia legale.

P.S. Mentre scriviamo questo articolo, nella sede della gara c’è il caos per la logistica: chi rientra a casa anzitempo, chi resta, cosa si deve fare con l’evento cicloturistico parallelo all’Adriatica Ionica Race. Altro che giornata finita, la serata si annuncia ancora lunga…

Lombardo, Rudy Project e Veloplus: piena fiducia all’AIR 2023

04.09.2023
3 min
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Mancano poco meno di tre settimane al via dell’edizione 2023 dell’Adriatica Ionica Race. La recente presentazione ufficiale si è tenuta in grande stile presso il Museo dello Sport allo Stadio Domiziano di Roma. Questa ha messo in evidenza la volontà degli organizzatori di rendere la corsa sempre più uno strumento di narrazione dei territori coinvolti. Quest’anno saranno l’Abruzzo, la Puglia e la Calabria. Una presentazione importante quella romana, che ha registrato la partecipazione di alcune delle principali figure istituzionali del settore. A partire dal Ministro del Turismo Daniela Santanché e dall’amministratore delegato di Enit Ivana Jelinic

E con l’avvio della corsa oramai all’orizzonte, la società organizzatrice Sportunion ASD, guidata da Moreno Argentin, ha recentemente ricevuto importanti adesioni a livello brand sponsor di realtà che hanno già deciso di salire a bordo di questo rinnovato viaggio alla scoperta di nuove ”bike destination”. 

Ricordiamo che la prossima Adriatica Ionica Race si disputerà dal 22 al 24 settembre. Tre le tappe in programma: il via dall’Abruzzo (da Corropoli ed arrivo a Trasacco) per scendere in Puglia (da Conversano a Castellaneta). Si terminerà sulle coste della Calabria con l’ultima tappa che porterà da Cassano allo Ionio fino al centro di Crotone, dopo aver attraversato la Sila.

Le divise dell’AIR saranno realizzate da Veloplus. Nella foto, Silvio Martinello durante i sopralluoghi
Le divise dell’AIR saranno realizzate da Veloplus. Nella foto, Silvio Martinello durante i sopralluoghi

Tre partner, una visione

Tra i nuovi partner di Adriatica Ionica Race 2023 è confermata la presenza di Veloplus, di Rudy Project e di Cicli Lombardo. Veloplus, azienda lombarda che produce abbigliamento personalizzato per il mondo del ciclismo, con una spiccata attenzione verso i clienti ed un costante investimento in ricerca e sviluppo, realizzerà le maglie dei leader delle differenti classifiche. La collaborazione tra AIR e Veloplus in realtà era già stata avviata in coincidenza della realizzazione dello speciale kit (maglia, salopette, gilet smanicato e cappellino), indossato da Silvio Martinello e da Daniele Marcassa durante le video-ricognizioni dei percorsi. 

Anche la collezione di caschi ed occhiali Rudy Project, frutto di oltre 30 anni di esperienza sul mercato e nel mondo delle corse professionistiche, e da sempre alla costante ricerca dell’eccellenza, eleva il livello di sicurezza, comfort e performance degli sportivi, fondendo loro tecnologia d’avanguardia e design innovativo con stile italiano, artigianalità e minuziosa cura dei più minimi particolari. L’azienda trevigiana, di proprietà della famiglia Barbazza, è oggi presente in oltre sessanta paesi nel mondo a conferma della propria vocazione internazionale. Questo grazie soprattutto all’impulso della seconda generazione di imprenditori: Cristiano e Simone Barbazza. 

L’AIR si disputerà dal 22 al 24 settembre, con partenza dall’Abruzzo e arrivo in Calabria
L’AIR si disputerà dal 22 al 24 settembre, con partenza dall’Abruzzo e arrivo in Calabria

«Il legame con Moreno Argentin – ha dichiarato Barbazza – ha radici che rimandano ai primi anni della nostra azienda, collaborare con lui è sempre un piacere. L’Adriatica Ionica Race contribuisce a valorizzare il nostro paese e le sue bellezze, e siamo entusiasti di condividere questo fantastico spettacolo con tutto il pubblico degli appassionati».

E’ invece una concezione di pura libertà, di curiosità e di un vero e proprio approccio attivo alla vita il “fil rouge” che unisce l’Adriatica Ionica Race a Cicli Lombardo. La realtà siciliana, fondata da Gaspare Lombardo nel 1952, sostiene da sempre il sogno di uno stile di vita ecologico, pratico e libero. Un approccio che rende oggi Cicli Lombardo un brillante esempio di Made in Italy – una vera e propria eccellenza nel mondo – garantendo lavoro a ben settanta dipendenti, di cui la metà donne. Commercialmente, le bici Lombardo possono contare su una rete distributiva costituita da ben 1.300 punti vendita, mentre 500 sono le biciclette prodotte e assemblate ogni singolo giorno. 

Adriatica Ionica Race

Abruzzo, Puglia e Calabria: Argentin rilancia la sfida

06.08.2023
7 min
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Moreno Argentin riparte dall’Abruzzo. La Adriatica Ionica Race ha visto la luce nei giorni scorsi a Roma, nella veste che già lo scorso anno fece della corsa l’ambasciatore dei territori su cui si snoda. L’hanno svelata alla presenza di Daniela Santanchè (Ministro del Turismo) e Ivana Jelinic (Amministratore delegato di Enit) e nel corso della mattinata sono stati snocciolati concetti molto cari a chi opera nel ciclismo, che finora erano rimasti fuori dalla porta dei Palazzi. Il legame fra una corsa e il turismo sta nel traino di immagine che l’evento sportivo esercita sull’utente: si va in vacanza per riposare, scoprire, mangiare, ma anche per vivere esperienze. Un evento sportivo fruibile come una corsa è fra queste ed è molto efficace: il Tour de France ne è la conferma più evidente.

La corsa di Argentin ha sposato questa filosofia, traendone nuova linfa. E per essere certa che la comunicazione non si limiti al racconto sportivo, ha coinvolto la Communication Clinic di Marco Pavarini, uno dei due fondatori di Extra Giro. Si occuperanno loro di curare la comunicazione legata ai territori e la valorizzazione delle iniziative enogastronomiche già messe in atto nel 2022.

Tre tappe per l’edizione numero 5 della Adriatica Ionica Race: al timone sempre Moreno Argentin
Tre tappe per l’edizione numero 5 della Adriatica Ionica Race: al timone sempre Moreno Argentin

Tre regioni, tre tappe

La Adriatica Ionica Race 2023, spiega Argentin, avrà tre tappe, dal 22 al 24 settembre: in Abruzzo, Puglia e Calabria. Prima tappa da Corropoli a Trasacco: 226,2 chilometri e 3.961 metri di dislivello. Seconda tappa da Conversano a Castellaneta: 184,4 chilometri e 1.774 metri di dislivello. Terza tappa da Cassano allo Ionio a Crotone: 193,6 chilometri e 2.296 metri di dislivello.

La riduzione dei giorni di gara (lo scorso anno erano 5) deriva dalla necessità di essere concreti e di operare con le spalle coperte: ci sono organizzatori che negli ultimi 2-3 anni hanno speso di tasca loro per avere, ad esempio, la copertura televisiva e sono alle prese con bilanci non proprio esaltanti.

Moreno, promuovere i territori permette di aprire altre porte ed è anche il modo per sostenersi, giusto?

E’ un bel modo per disegnare la corsa. L’Italia da questo punto di vista ha potenzialità pazzesche, non nascondo che la sto scoprendo io per primo, dopo anni a girarla con le mani sul manubrio e la testa fissa alla ruota di quello davanti. Quello che manca per programmare a lungo termine è un calendario che offra a tutti possibilità di lavorare, la capacità di attrarre squadre senza che vadano via per delle sovrapposizioni. Però la nostra formula funziona e da questa abbiamo deciso di ripartire.

La presenza del Ministro del Turismo acquisisce un’importanza particolare?

Per noi è stato un regalo e il riconoscimento per quello che facciamo. Abbiamo chiesto e ottenuto la sua presenza e dobbiamo ringraziare anche Marco Pavarini che si è impegnato a trovare la location e a mettere insieme il puzzle.

In ogni città, cucina del piatto tipico e degustazione di prodotti del territorio
In ogni città, cucina del piatto tipico e degustazione di prodotti del territorio
Turismo e corse: hai lanciato la suggestione di una corsa che si sposta in nave di mare in mare su una nave da crociera…

Spero che ci possa essere una buona collaborazione. L’idea pazza della crociera permetterebbe di unire turismo, cicloturismo e sport in una festa di sette giorni, in cui diamo al turista la possibilità di percorrere un pezzo di percorso. Il nome di Adriatica Ionica nasce dall’idea di unire i due mari: nulla vieta che si faccia sulle sponde di altre Nazioni che su essi si affacciano.

Nel 2022 si corse a giugno, questa volta a settembre. Cambia qualcosa?

Siamo andati a settembre perché a giugno eravamo insieme al Giro del Belgio, allo Slovenia e in parte anche al Delfinato. Dobbiamo crescere e trovare risorse, magari anche nei territori. Dobbiamo diventare sempre più efficaci e potenti dal punto di vista comunicativo. A settembre ci siamo trovati il campionato europeo e il Giro di Lussemburgo, per cui dovremo essere bravi a barcamenarci e trovare piano piano la data giusta. Se non la troviamo, non riusciamo a crescere e diventare sempre più importanti. 

Che cosa possiamo aspettarci dall’edizione 2023?

E’ una corsa che dà la possibilità a diversi tipi di corridori di mettersi in mostra, anche ai giovani. Forse la prima tappa era meglio posizionarla al secondo giorno, ma il territorio è questo e abbiamo dovuto adattarci. Non è detto che grazie all’improvvisazione, non si possano creare cose nuove: per questo abbiamo previsto abbuoni ai traguardi volanti e sui GPM, per costringere chi fa classifica a scoprirsi. La prima tappa è dura. La seconda comunque è nervosa, con l’arrivo in leggera salita e uno strappo di 2-3 chilometri ai 20 dall’arrivo, che potrebbe propiziare un’azione. Nella terza invece spazio ai velocisti. Insomma, non diamo per scontato che la prima tappa uccida la corsa.

Rimane il programma enogastronomico di ogni giorno?

Rimane e sarà potenziato rispetto al 2022. Vogliamo puntarci molto, facendo leva sulle esigenze dei Comuni e delle Regioni di far conoscere anche delle realtà più piccole, che non hanno la possibilità di andare sui grandi schermi. E anche il modo per scoprire la nostra cultura, per consolidarci e capire quanto valiamo. Io credo che su questo fronte, abbiamo un patrimonio inestimabile.

Lo scorso anno sul pul podio finale della corsa di Argentin, oltre a Zana c’erano anche Tesfatsion e Pronskiy
Lo scorso anno sul pul podio finale della corsa di Argentin, oltre a Zana c’erano anche Tesfatsion e Pronskiy
Ci sarà copertura televisiva?

Stiamo puntando a una differita di 70 minuti come l’anno scorso, chiamata tecnicamente Silver Plus, quindi con l’elicottero. Però non vi nascondo che stiamo lavorando per passare alla diretta, che è il prodotto più richiesto a livello internazionale. Questo ci permetterebbe di arrivare a 100-150 Paesi e spero che il Ministro si sia resa conto che la RAI deve aiutarci. Forse non l’abbiamo capito, ma l’Italia deve vivere di questa economia. Quindi è anche nell’interesse della Rai fare il possibile per darci la diretta. Stiamo cercando una coproduzione, perché se non andiamo in diretta, facciamo fatica a trovare collocazione.

Squadre al via?

Qualche WorldTour, per ora ci hanno confermato Astana e Intermarché, con la speranza di avere la Soudal Quick Step. Le professional, certo anche le italiane, e qualche continental davvero all’altezza. Tre tappe sono una bella formula, c’è modo di raccontarle bene. Abbiamo in progetto di inserire itinerari cicloturistici nel Marco Polo – il libro di corsa, da veicolare con gli organi di informazione – se non quest’anno, il prossimo. Le idee ci sono e vengono fuori dalla passione. Questo mi pare che il Ministro l’abbia ben compreso.

Quattro Liegi in bacheca e una corsa da organizzare

16.04.2023
6 min
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In cima c’è Merckx, con le cinque vittorie. Poi nell’albo d’oro della Liegi, a quota quattro ci sono un italiano e uno spagnolo: Argentin e Valverde. L’ultima del veneziano porta la data del 1991 e dopo di allora, Moreno fece in tempo a centrare anche il quinto posto del 1993, alla vigilia dell’anno del suo ritiro. Classe 1960, smise a 34 anni, senza fare come Cavendish che per vincere la tappa che gli manca per il record di Merckx al Tour, ha trovato a 37 anni il contratto con l’Astana.

«In realtà – racconta Argentin – a quel record non ci ho mai pensato. Se fosse stato una priorità, avrei provato magari qualche anno in più, perché come avete detto, ho fatto anche dei piazzamenti. Però, insomma, essere secondo non è una vergogna, anzi è un orgoglio. Eddy è un grande, molto più di certi italiani che nel conto delle loro vittorie mettono anche i circuiti a pagamento. Cominciamo a togliere le decine di vittorie combinate e poi di certi record riparliamo… ».

Dal 2018, Argentin è l’organizzatore della Adriatica Ionica Race
Dal 2018, Argentin è l’organizzatore della Adriatica Ionica Race
Per uno come te che è stato grande al Nord e che oltre alle 4 Liegi, ha 3 Freccia Vallone e anche il Fiandre, quando arriva questo periodo, torna fuori qualche prurito?

E’ passato tanto tempo, ovviamente il prurito ce l’ho avuto i primi anni. Avevo ancora la smania di essere lì, anche se non ero più allenato. Ormai vediamo tutto con una lente di ingrandimento, ma non ho più lo sguardo del corridore che le ha fatte. Solo una sensazione non va via…

Di cosa si tratta?

L’unica emozione, anche se non so se sia un’emozione, è quando li vedo cadere e ultimamente cadono spesso. Mi vengono i brividi, come se io fossi là: sento la carne che si strappa. La sensazione come se a scivolare sull’asfalto, ci fossi io al posto loro. Ecco, questa mi rimane ancora. Sento il dolore, per un attimo mi vengono i brividi. Penso a quello che provano loro. Insomma, fanno di quelle cadute certe volte…

Quando li vedi attaccare, magari sullo Stockeu o la Redoute, le gambe cosa dicono?

Oggi niente. Allora il mal di gambe, quando andavi forte, non lo sentivi. Sentivi i dolori da stanchezza, più che altro. Però c’era la voglia di tenere comunque. Lo Stockeu era una salita a metà percorso, in cui iniziavano a fare la prima selezione. Si entrava nel vivo della corsa, ma non si impiegava tanto a lasciarselo dietro. Lo Stockeu è uno strappo breve, non è che senti il mal di gambe come fosse una salita da 20 chilometri. Finiva presto, poi iniziava la discesa e si recuperava. Io avevo questa caratteristica.

Liegi del 1991: arriva il quarto sigillo, davanti a Criquielion, Sorensen e Indurain, tre giorni dopo la vittoria nella Freccia
Liegi del 1991: arriva il quarto sigillo, davanti a Criquielion, Sorensen e Indurain, tre giorni dopo la vittoria nella Freccia
Dopo aver corso per 10 volte la Liegi e averne vinte quattro, se chiudi gli occhi, ricordi ogni passaggio?

Mi ricordo le strade e forse ancora di più gli episodi. Quando magari inseguivi perché il gruppo si era rotto oppure eri davanti e controllavi la situazione. Mi ricordo che dopo lo Stockeu, quando venivi giù scendevi in paese a tutta, trovavi il pavé, poi iniziava subito l’altra salita, la Haute Levée. In quella doppietta di cote, i miei mi portavano davanti. Dovevi per forza fare la salita davanti per stare lontano dai pericoli. Anche se lo Stockeu ancora è lontano.

Qual era la tua cote preferita?

Ovviamente era la Redoute, quella che mi è rimasta più nella mente. Anche se non è proprio bellissima, perché si va fuori dal paese e passi vicino all’autostrada, poi la pendenza cresce sempre di più. Alla fine gli davi la stoccata in cima e si rimaneva in pochi. Oddio, se non scattavo io, comunque gli andavo dietro, perché tante volte è successo anche così.

Detta così la fai sembrare facile…

La Liegi è sempre stata una corsa un po’ controllata e dal punto di vista tattico abbastanza semplice. Bastava star davanti, non staccarsi e andar dietro ai vari Criquielion oppure Van der Poel che scattavano e a tutti gli avversari che mi sono ritrovato nelle varie edizioni.

Nel 1990, Argentin vince prima il Giro delle Fiandre e poi la Freccia Vallone
Nel 1990, Argentin vince prima il Giro delle Fiandre e poi la Freccia Vallone
La preferita?

La terza, la più rocambolesca: quella del 1987 (foto di apertura, ndr). Facevamo la salita dell’Università dopo aver passato la Redoute e Sprimont, che non era questa grande salita. Però alla fine, andando forte faceva la differenza anche questa. E mi ricordo che dovetti mollare perché mi avevano un po’ messo in croce. Avevo mal di gambe e crampi, non riuscivo più a reagire. In un primo momento fui abbastanza freddo da lasciarli andare, cercando di ritrovare un po’ di gambe. E poi mi è andata bene, perché loro hanno iniziato a guardarsi e io li ho rimontati. C’era Yvon Madiot, il francese fratello di Marc quarto all’arrivo, che dopo il traguardo mi venne vicino, battendomi la mano sulle spalle: «E così avevi i crampi?».

Invece la Freccia ti piaceva?

Il motivo per cui non ho mai fatto la Roubaix è che il mercoledì, quindi tre giorni dopo, si correva la Freccia Vallone. Mi tenevo per le mie corse, che erano appunto la Freccia, la Liegi e poi l’Amstel che si faceva la domenica dopo. Quelli che venivano a fare la Freccia e provenivano dalla Roubaix erano distrutti. La Freccia Vallone aveva qualche chilometro in meno, però era tutta piena di strappi. Io in quei territori ho costruito la mia carriera, soprattutto sulle Ardenne, anche se poi venne pure il Fiandre. Evidentemente il percorso si adattava alle mie caratteristiche di scattista e ne ho tratto beneficio. Soprattutto quando spostarono l’arrivo in cima al Muro d’Huy, mentre i primi tempi era già a Spa.

La terza che vincesti fu quella della fuga a tre con Berzin e Furlan.

Neanche volevamo attaccare, ma la squadra ci portò davanti all’attacco del secondo Muro e quando in cima ci voltammo e vedemmo che non c’era dietro nessuno, tirammo dritto.

Nel 1994 Argentin vince la terza Freccia Vallone, battendo Berzin e Furlan
Nel 1994 Argentin vince la terza Freccia Vallone, battendo Berzin e Furlan
Tre giorni dopo la tua Freccia Vallone, Berzin vinse la Liegi. Come fisionomia ricordava l’Evenepoel di oggi?

Era piccolotto, robusto: stagno, come si dice da noi. Però quando dava le sue stilettate non era facile stargli dietro...

Veniamo un po’ al presente: come procede l’organizzazione della Adriatica Ionica Race?

Stiamo lavorando per le tappe, spaziando tra Marche, Umbria, Abruzzo, Basilicata e Reggio Calabria. Le ultime due saranno in Puglia e spero proprio che quest’anno si possa fare un’edizione della Adriatica Ionica Race al Sud, arrivando finalmente allo Ionio. Dobbiamo sempre aspettare la fine dei giochi del Giro d’Italia, perché prima vengono quelle trattative e poi, dove resta spazio, andiamo noi. Le risorse non te le tirano dietro e io non ho nessuna intenzione di organizzare tanto per farlo. Per fare un prodotto di qualità devi anche investire, ma abbiamo problemi con la Lega Ciclismo. Non si vede un gran disegno, abbiamo ancora problemi con i diritti televisivi e chissà se saranno risolti.

Sul podio finale della Adriatica Ionica Race 2022, Zana, Tesfatsion e Pronskiy
Sul podio finale della Adriatica Ionica Race 2022, Zana e Tesfatsion
Che problemi vedi?

Non so quali siano i ragionamenti che hanno fatto, ma hanno sbagliato tutto perché se non dai a tutti lo stesso contratto, saremo sempre divisi. L’unico collante che abbiamo è la produzione televisiva. Se dai le stesse cose, il collante diciamo che è efficace. Altrimenti ognuno va per i fatti propri, come sta accadendo. Il Commissario Straordinario sta gestendo la Lega Ciclismo come se ne fosse il presidente, mentre dovrebbe solo portarci alle elezioni. Siamo sicuri che così le corse rinasceranno?

AIR, il Food Project ha esaltato legame tra gastronomia e sport

14.06.2022
9 min
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Cinque tappe per un totale di 826,5 chilometri, intrecciate nelle quattro Regioni, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Marche, hanno ospitato il Food Project affiancato all’Adriatica Ionica Race 2022. Una corsa giovane ma affascinante che ha tracciato un nuovo modo di intendere una competizione internazionale, accompagnando lo sport insieme alla gastronomia. Cinque piatti tipici e molte aziende locali hanno infatti avuto la possibilità di mettere in mostra le proprie eccellenze nell’Hospitality alla partenza e all’arrivo di ogni tappa. 

La corsa vinta da Filippo Zana della Bardiani CSF Faizanè si è conclusa giovedì ad Ascoli Piceno. Con un bilancio più che positivo, grazie ai risultati sportivi di spessore dei corridori azzurri e non solo. L’occasione della manifestazione ha abbracciato i produttori locali e ha permesso in questi cinque giorni di avvicinare il territorio e le aziende a pochi metri dalla linea del traguardo. Siamo stati ospiti della terza tappa Ferrara-Brisighella dove abbiamo assaggiato e toccato con mano la passione e il legame della gastronomia locale con il benessere delle sport. 

L’Hospitality era aperto a giornalisti, televisioni e autorità del territorio
L’Hospitality era aperto a giornalisti, televisioni e autorità del territorio

Piatti tipici

L’obiettivo del Food Project è stato chiaro e semplice, a tal punto da diventare un esempio di come lo sport può essere ambasciatore di benessere fisico e salutare anche a tavola. Per l’occasione di ogni arrivo, i cinque piatti tipici hanno rappresentato l’eccellenza del contesto ospitante traducendola in un piatto. 

Abbiamo visto nella prima frazione il risotto all’acqua dolce con mela verde, zenzero, trota affumicata e aceto balsamico a cura dello Chef Kevin Gaddi, Ambasciatore del gusto del Friuli Venezia Giulia.

Per la seconda tappa, il risotto (Carnaroli La Fagiana) al Piave Stravecchio Lattebusche realizzato da Mirko e Alex De Luca in collaborazione con gli studenti dell’istituto Maffioli di Castelfranco Veneto.

In terra romagnola a Brisighella è stato proposto grazie al lavoro degli Agrichef di Coldiretti Ravenna, la pasta al ragù di mora.

Per il penultimo appuntamento è stato proposto un doppio piatto. In particolare, lo stoccafisso all’ancontina dallo Chef Roberta Carotti e il tortino di patate e alici & sorte di moscioli di Sirolo da parte dello Chef Elis Marchetti.

Infine a chiudere ad Ascoli Piceno lo Chef Enrico Mazzaroni ha proposto gli spaghetti al burro, acciughe e lenticchia di Castelluccio soffiata.

Da vicino

In occasione della terza tappa siamo andati tra gli stand presenti all’Hospitality del Food Project a conoscere e carpire cosa vuol dire per un azienda essere così vicino ad una manifestazione ciclistica.

«Siamo l’unica provincia – dice Roberto Belli Presidente del Consorzio Salumi Piacentini – in tutta Europa, ad avere tre salumi DOP: la coppa, la pancetta e il salame piacentino e questo la dice lunga sulla tradizione che ha il nostro territorio per i salumi. Partecipare alle manifestazioni sportive legando gastronomia e attività fisica è bello e importante, quando viene fatto attraverso il ciclismo lo è ancora di più».

Ci sono anche aziende che a pochi metri dall’arrivo vantano la produzione del proprio prodotto, come l’olio di Brisighella. «Siamo una cooperativa – dice Sergio Spada, Presidente di Terre di Brisighella – nata nel 1966 con la produzione di prodotti vinicoli del territorio. Poi dal 1971 abbiamo iniziato a produrre l’olio con l’implementazione del primo frantoio. Con la prima bottiglia di produzione nel 1975, che come caratteristica unica aveva tutta la filiera certificata.

«Il nostro disciplinare è stato preso come traccia dal ministero dell’agricoltura italiana e poi in Europa per mettere le basi per la DOP dell’olio. Siamo stati i primi in Italia. Per noi è importantissimo il discorso salutistico e il legame con il ciclismo è naturale. Il Brisighello DOP non è un condimento ma un alimento a tutti gli effetti. I suoi benefici sono riconosciuti scientificamente come sono quelli dello sport».

Promozione e sport

Il pasto per lo sportivo è un momento sacro e determinante. Le aziende del territorio che lavorano a contatto con lo sport lo sanno e fanno si che ci sia un legame indissolubile con la qualità.

 «Per Coldiretti Ravenna – dice Nicola Dalmonte, Presidente di Coldiretti Ravenna – l’arrivo a Brisighella è stato un appuntamento molto importante e un’occasione per la promozione del territorio. La collina ospitante in questo caso è ricca di peculiarità e aziende che producono eccellenze. Abbiamo accolto l’invito con entusiasmo. Questo Food Project ci ha dato la possibilità di fare assaggiare, su un palcoscenico internazionale, i nostri prodotti tipici e la nostra ideologia di gastronomia e produzione. Anche attraverso la fondazione di Coldiretti, Campagna Amica.

«L’agricoltura sta al centro delle nostre vite e in questo periodo storico sta tornando ad essere vitale quella che è l’autosufficienza alimentare. Lo sport valorizza tutti questi aspetti e ne esalta la ricerca costante della qualità per il benessere fisico e mentale».

Parola a Da Re

A seguire il progetto nato dalla spinta del patron della corsa Moreno Argentin, c’è Federico Da Re, Hospitality Manager dell’evento e responsabile del Food Project.

«Il bilancio è sicuramente positivo – spiega Da Re – A noi piace chiamare questa prima edizione del Food Project l’anno zero. Il fatto di unire la gastronomia al ciclismo in un evento sportivo è stato per noi una novità e ci ha dato l’opportunità di valorizzare le eccellenze dei territori toccati dalla corsa. Ci tengo a ringraziare gli Chef Alex e Mirko De Luca di Filo Eventi e Gabriele Tonon, della Birreria San Gabriel per il supporto nell’intera organizzazione. Nella prima tappa un plauso va ad AgriFood FVG per aver coordinato la presenza dello Chef Kevin Gaddi, al Consorzio del Prosciutto di San Daniele, al prosciuttificio Uniko e all’azienda di vini Cozzarolo di Cividale del Friuli.

«Per la tappa di Cima Grappa i ringraziamenti vanno all’Istituto Maffioli di Castelfranco Veneto che ha preparato il piatto tipico insieme ai nostri Chef, al Becher per la degustazione di salumi, a Lattebusche per i formaggi, ai Bibanesi, alle aziende agricole Ai Galli e Vanzella, al CNA di Asolo per la Ghisola e le ciliegie di Maser e a Forno Miotti, per aver fornito le proprie crostatine alla frutta a tutti gli addetti ai lavori».

Ringraziamenti finali

«La terza tappa – prosegue Da Re – ha visto la presenza della Coldiretti di Ravenna che ha coinvolto un cuoco contadino per la preparazione del piatto tipico. Ringrazio anche il Consorzio della Piadina Romagnola IGP che ci ha offerto il proprio prodotto da farcire con gli ingredienti tipici regionali. Il mio grazie va al Consorzio del Prosciutto di Parma DOP, al Consorzio dei Salumi Piacentini DOP, al Consorzio dello Squacquerone di Romagna DOP e al Consorzio della Mortadella di Bologna. Infine a Brisighella ringrazio la CAB Terra di Brisighella e il Consorzio Tutela Olio Brisighella DOP per la loro partecipazione e vicinanza all’evento.

«Per la quarta e la quinta tappa un ringraziamento speciale va a Copagri Marche che si è occupata degli inviti alle aziende regionali che con entusiasmo hanno partecipato alla due giorni marchigiana. Infine un plauso va all’azienda Cristianpack BIO che ci ha fornito le stoviglie ecosostenibili per tutto l’evento, garantendo così un occhio di riguardo anche a questa importante tematica attuale».

«In generale – conclude Da Re – è un progetto ben riuscito che ha portato alla partecipazione di molte persone, come giornalisti, televisioni, autorità e sponsor. Gli ospiti e i fornitori coinvolti sono rimasti entusiasti e questo per noi è molto importante. E’ un progetto che sicuramente riproporremo, rivisitato e maggiorato per le prossime edizioni. I miei ringraziamenti vanno anche alle città coinvolte: Tarvisio, Monfalcone, Castelfranco Veneto, Monte Grappa, Ferrara, Brisighella, Fano, la Riviera del Conero, Castelraimondo e infine Ascoli Piceno. Ultimo, ma non per importanza, un grazie a Moreno Argentin per la scintilla di questo progetto e per la bellissima corsa organizzata».

Adriatica Ionica Race, molto più di una corsa. Parla Argentin

03.06.2022
5 min
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Domani si parte, con meno mascherine e due tappe più del 2021. Un’altra valigia dopo quella del Giro e la prua in direzione del Friuli, per la Adriatica Ionica Race: quarta edizione dopo l’ultima vinta da Lorenzo Fortunato (in apertura il podio 2021, con il bolognese tra Kudus e Pronskiy, foto Scanferla). Manca meno di un giorno. Il conto alla rovescia nella home page del sito ufficiale scandisce il tempo fino alla partenza della prima tappa da Tarvisio ed è ormai agli sgoccioli.

Moreno Argentin che l’organizza fa il punto della situazione, partendo dalla sola nota dolente che salta agli occhi: la data, che non è certo delle migliori per favorire la partecipazione delle squadre. In un calendario che antepone gli interessi dei grandi in termini di collocazione e fa fatica ad assorbire altri eventi in quel meccanismo quasi perfetto di corse, ritiri e periodi di riposo.

La AIR 2022 è stata presentata alla BIT di Milano per la valenza promozionale. Qui Argentin con Castelli, assessore regionale delle Marche
La AIR 2022 è stata presentata alla BIT di Milano. Qui Argentin con Castelli, Assessore delle Marche

«Abbiamo dovuto accettare questa data – spiega il campione del mondo di Colorado Springs, organizzatore della Adriatica Ionica Race – perché altrimenti non ci mettevano più nel calendario. Forse è stato un errore, dovevamo metterla prima e magari i team si facevano un po’ i loro conti. In questa collocazione, ci sono squadre al Delfinato, quelle che mandano i corridori in altura e quelle che si riposano dopo il Giro e magari si preparano per lo Svizzera. Ci sono alcune concomitanze su cui ragionare».

E l’anno prossimo il Giro ha chiesto di avanzare di una settimana per inglobare la Festa della Repubblica, come il Tour ha sempre il 14 luglio…

Ho visto ed è una richiesta che, se accolta, creerà problemi sia a noi sia al Giro dell’Appennino. Ci spostiamo? E dove? Se ci mettiamo prima del Giro, andiamo contro il Tour of the Alps. Se andiamo a luglio c’è la difficoltà di trovare posto negli alberghi e magari anche il problema di avere i permessi da parte delle Prefetture, perché a luglio ci sono le vacanze e non sono molto propensi a chiudere le strade. Oppure andiamo a settembre, altra alternativa che stiamo valutando. Anche perché entro il 10 giugno bisognerebbe dare la data…

Parliamo della corsa, cosa dici del percorso?

Sono andato in ricognizione e ritengo che sia abbastanza impegnativo, anche se abbiamo tentato di alleggerirlo nella prima parte. Cinque tappe. Abbiamo cercato di concentrare strappi e salite nel finale di ogni giornata, ma certo che trovando il Monte Grappa al secondo giorno, sono convinto che domenica la classifica sarà delineata.

Nel 2021, Fortunato vince la seconda tappa sul Monte Grappa e ipoteca la vittoria finale (foto Scanferla)
Nel 2021, Fortunato vince la seconda tappa sul Monte Grappa e ipoteca la vittoria finale (foto Scanferla)
E poi cosa si fa?

Gli altri giorni ovviamente ci sarà un po’ di controllo in più. Diciamo che se domenica dovremmo vedere chi può vincere la corsa, dal successivo ci saranno delle battaglie. Occhio però a non dare tutto per scontato. La tappa di Brisighella non è facile. Ci sono strappi corti e ripidi, poi discese impegnative. Può succedere di tutto. Poi c’è il Conero, anche se la prima parte di tappa non è impegnativa. E poi il finale ad Ascoli, con l’arrivo in circuito e prima ancora salite.

Qual è la prima preoccupazione per un organizzatore?

Una volta che è tutto pronto, il primo obiettivo è che innanzitutto nessuno si faccia male. Ho il pensiero non solo ai corridori, ma anche a tutto il personale che gira. Abbiamo alcuni volontari che vengono per la passione e ci danno una mano. Ci siamo attrezzati bene, non è che speculiamo. Una volta che tutto è pronto e tutto è andato bene, non mi fisso nessuno obiettivo particolare.

Avete puntato molto sulla promozione legata a territorio e gastronomia, come mai?

L’importante è che le regioni che ci hanno dato fiducia siano contente di quello che stiamo facendo. Ci siamo prefissati di fare una comunicazione un po’ diversa rispetto gli altri, non limitandoci solo alla corsa. Abbiamo iniziato da prima e dopo la corsa ci sarà una coda un po’ lunga. Ma credo che sia questo il lavoro da fare per noi che siamo giovani e piccoli. Il ciclismo deve essere un veicolo per la promozione turistica, non un semplice gruppo di atleti che passa e lascia solo la polvere. Di questo sono convinto, altrimenti la corsa racconta meno di quanto potrebbe.

Tutto pronto, dunque?

Tutto pronto. Ci siamo impegnati per gli allestimenti dei traguardi volanti o dei GPM con dei totem particolari. Sono due mesi che stiamo costruendo delle transenne fatte ad hoc, perché ovviamente anche gli sponsor è giusto che abbiano la giusta visibilità.

Ci sarà Fortunato e anche un bel nucleo di giovani molto forti.

Non li conosco tutti, ma spero che trovino il modo di farsi conoscere. Come al Giro in Italia, quando non ci sono i campionissimi e gli altri hanno modo di mettersi in mostra. L’Astana sembra la squadra più attrezzata, ma bisognerà vedere se avranno voglia di tenere tutto il peso della corsa. C’è Fortunato. C’è la nazionale. E c’è gente che ha cose da dimostrare. Noi gli diamo il palcoscenico, sta a loro metterci le gambe.

NEGLI ARTICOLI PRECEDENTI

Adriatica Ionica Race: viaggio nei sapori con il Food Project

AIR, gastronomia e territorio da Castelfranco Veneto al Monte Grappa

AIR, in Emilia Romagna: da Ferrara a Brisighella fra piadina e ragù

AIR, quarta tappa da Fano al Conero, nelle tradizioni marchigiane

AIR, percorso e sapore dell’ultima tappa nelle Marche

Tutta la qualità di GSG per le maglie della Adriatica Ionica Race

03.06.2022
3 min
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In occasione della recente presentazione ad Ancona delle due tappe marchigiane della prossima Adriatica Ionica Race, incontro svoltosi presso la prestigiosa sede della Regione Marche alla presenza del Governatore Francesco Acquaroli, Moreno Argentin che della AIR stessa è l’organizzatore ha svelato ufficialmente le cinque maglie dei leader delle rispettive classifiche generali della breve corsa a tappe in programma dal 4 all’8 di giugno. Anche per questa edizione, il “jersey partner” della AIR è la GSG.

L’azienda di Simone Fraccaro è sin dall’inizio molto vicina al progetto agonistico promosso dal 2019 dall’iridato di Colorado Springs. La maglia blu, griffata Geo&Tex2000, andrà come nel 2021 sulle spalle del primo della classifica generale. Confermata è anche la livrea bianca Gabetti per quanto riguarda la graduatoria speciale riservata ai giovani Under 23. La maglia rossa, che anche quest’anno premierà il leader della classifica a punti, sarà patrocinata dal colosso industriale Suzuki: un brand da qualche anno particolarmente vicino al mondo del ciclismo. Completano la dotazione la maglia verde, messa in palio dall’Agenzia Nazionale del Turismo ENIT per i Gran Premi della Montagna, e la maglia arancione FSA-Full Speed Ahead che premierà il coraggio del più combattivo in corsa.

Sponsor di gran livello

«Dopo tanti mesi di lavoro finalizzati ad allestire e a prevedere tutti i dettagli – ha dichiarato Moreno Argentin – siamo ormai pronti per partire con l’edizione 2022 della Adriatica Ionica Race, e poterlo fare con l’appoggio di partner importanti come quelli che firmano le maglie GSG delle nostre classifiche ci da davvero una marcia in più. Quest’anno, grazie al supporto della Regione Marche, arriveremo in questi splendidi territori che mi riportano alla mente tanti episodi molto bello della mia carriera. Territori che ci permetteranno di avvicinarci ancora di più al Mare Ionio che rimane il punto di riferimento per lo sviluppo che vogliamo dare in futuro alla nostra corsa».

Simone Fraccaro, CEO di GSG, con Francesco Moser
Simone Fraccaro, CEO di GSG, con Francesco Moser

Tutto pronto per la Adriatica Ionica Race: manifestazione che toccherà ben quattro Regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e appunto Marche. Lungo un percorso che in cinque tappe attraverserà alcuni degli scenari ciclabili e turistici più apprezzati del nostro bel paese.

Adriatica Ionica Race

GSG

Adriatica Ionica Race, viaggio nei sapori con il Food Project

21.05.2022
6 min
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Cinque giorni, quattro regioni per 826,5 chilometri. Questa è l’Adriatica Ionica Race 2022 che scatterà il 4 giugno con la tappa Tarvisio-Monfalcone. La corsa nata dall’intuizione del campione Moreno Argentin nel 2018 è arrivata alla quarta edizione. Un viaggio che attraverserà le bellezze dei territori di Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Marche

Non solo territorio e competizione ma anche gastronomia. La carovana della corsa infatti avrà un appuntamento fisso alla fine di ogni arrivo con le specialità del posto e un piatto tipico. Ispirata ai valori di un ciclismo passato, questa gara a tappe vede nel suo percorso luoghi come Monte Grappa, Mazzolano, Filottrano, Recanati, e l’arrivo ad Ascoli Piceno. Questi sono solo alcuni dei passaggi più iconici che gli atleti dovranno affrontare per la conquista della maglia azzurra. 

Da oggi vi accompagneremo nei cinque appuntamenti dedicati ad ogni frazione, attraverso territorio, cibo e le parole di: campioni, esperti ed ex cittì della nazionale. 

A tavola

L’Adriatica Ionica Race oltre ad essere un’occasione per la scoperta del territorio, è anche un viaggio tra le specialità gastronomiche di un Paese come l’Italia.

E’ nato infatti per questa edizione un Food Project, coordinato da Federico Da Re, attraverso cui ogni giorno, all’interno dell’area Hospitality creata presso la sede d’arrivo, il piatto del giorno verrà realizzato con i prodotti e le eccellenze agroalimentari del territorio. Un’opportunità per dare risalto alla specialità del luogo che ospita la carovana e dare la possibilità a chi segue la corsa di prendere spunto e conoscere i piatti tipici. 

Saranno inoltre proposti prodotti tipici che rispecchiano le eccellenze della gastronomia Friulana. Tra questi ci sarà il Consorzio Prosciutto San Daniele DOP con un tagliatore che farà assaggiare i tagli direttamente sul posto. E ancora, il salumificio Uniko con i suoi prodotti provenienti dal cuore della Valle del Vajont. Ci sarà anche una degustazione di vini proposta dall’azienda vinicola Cozzarolo di Cividale (UD).

Per il primo arrivo di tappa gli Chef Mirko e Alex De Luca, padre e figlio titolari di Filo Eventi, ci portano alla scoperta delle specialità.

«Tra i prodotti tipici che verranno proposti – spiega Mirko – si può trovare il prosciutto crudo San Daniele DOP, che nasce tra le colline di San Daniele del Friuli a pochi chilometri da Udine e le specialità che rispecchiano i sapori e i gusti del Friuli-Venezia Giulia. Non mancheranno i vini, i salumi e i formaggi come il Frico che rappresenta uno dei prodotti tradizionali di questa regione».

La corsa

Come già introdotto la corsa si svilupperà in cinque tappe che partiranno dal Friuli-Venezia Giulia, in particolare da Tarvisio a Monfalcone, 189 chilometri. La seconda tappa sarà invece teatro dei primi distacchi in classifica generale con la scalata del Monte Grappa su cui è posto l’arrivo. Mentre la partenza sarà dalla località di Castelfranco Veneto e si svilupperà poi in 155 chilometri.

La terza frazione scatterà dalla città emiliano romagnola di Ferrara per arrivare nel borgo storico di Brisighella con 139 chilometri alle spalle. La penultima tappa invece sarà ospitata dalle Marche dove andrà in scena la quarta frazione Fano-Riviera del Conero (Sirolo) con 165 chilometri. Infine l’ultima tappa Castelraimondo-Ascoli Piceno che consegnerà la maglia azzurra del leader al vincitore al termine dei 119 chilometri tra i sali e scendi marchigiani. 

Le altre maglie in palio saranno: la maglia verde per il migliore scalatore, bianca per il miglior giovane e la rossa per il miglior sprinter. 

La tappa

Il Friuli-Venezia Giulia aprirà le danze alla quarta edizione dell’Adriatica Ionica Race 2022. La prima tappa vedrà la partenza dalla città storica di Tarvisio. Una delle quattro città italiane che confinano con due Stati esteri: a un passo da Austria e Slovenia. Un primo appuntamento tutto sommato tranquillo con un’altimetria che non offre dislivelli eccessivi e salite che possano già dare una scossa alla classifica. I chilometri da percorrere saranno 189 e il dislivello sarà di 1400 metri. 

L’arrivo è posto nella città industriale di Monfalcone conosciuta in tutto il mondo per la maestosità delle navi che si costruiscono all’interno dei propri cantieri. Luogo insignito della medaglia al valor militare, dopo essere stata rasa al suolo durante la prima Guerra mondiale, ha saputo rinascere proiettandosi al futuro con la forza delle proprie tradizioni. 

Enzo Cainero e Chris Froome all’indomani della vittoria del britannico sullo Zoncolan nel 2018
Enzo Cainero e Chris Froome all’indomani della vittoria del britannico sullo Zoncolan nel 2018

Parla Cainero

Per raccontare cosa vuol dire ospitare un evento come l’Adriatica Ionica Race ci siamo affidati a Enzo Cainero. Colui che ha portato il ciclismo svariate volte nel territorio del Friuli e che ancora oggi lavora per ospitare le due ruote dei pro’ in più occasioni. 

«Il Friuli – dice – è presente da 19 anni con il Giro d’Italia, con ottimi risultati sotto tutti i profili. L’Adriatica Ionica Race è una corsa nuova che logicamente si è inserita molto bene nel nostro territorio. Questo infatti non è il primo arrivo di tappa che la nostra regione ospita.

«E’ logico che possa essere un elemento aggiuntivo a quella che è l’azione complessiva che la regione svolge per il ciclismo. Siamo un territorio amico delle due ruote, che grazie a passaggi come questi e all’organizzazione di corse per giovani e non solo, sta contribuendo a rendere questi luoghi sempre più appetibili e fruibili».

Geo&Tex 2000 è main sponsor dell’Adriatica Ionica Race

04.05.2022
3 min
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Squadra che vince non si cambia. Geo&Tex 2000 conferma per il quarto anno consecutivo il ruolo di main sponsor della Adriatica Ionica Race. Breve corsa a tappe ideata e coordinata da Moreno Argentin, in programma dal 4 all’8 giugno.

«La passione per lo sport è pari alla passione per il nostro lavoro – ha affermato Renato Campana, il fondatore e ancora oggi il CEO di Geo&Tex 2000 – ed è proprio per questo motivo anche quest’anno abbiamo deciso di sponsorizzare la Adriatica Ionica Race. Una gara di prestigio e dallo spirito internazionale che richiama sempre più corridori di fama mondiale. C’è voglia di tornare alla normalità, dopo che gli ultimi due anni, per colpa della pandemia, hanno causato la soppressione dell’edizione 2020 e una formula ridotta nel 2021. Aspettiamo con grande trepidazione domenica 5 giugno, quando, in occasione della seconda tappa, la gara partirà da Castelfranco Veneto per arrivare in vetta a Cima Grappa, solcando quelle strade del nostro territorio ben note al ciclismo nazionale ed internazionale».

L’Adriatica Ionica Race del 2021 ha visto il ritorno alla vittoria di Elia Viviani
L’Adriatica Ionica Race del 2021 ha visto il ritorno alla vittoria di Elia Viviani

AIR: agonismo & turismo

Ed è anche grazie al supporto di realtà imprenditoriali del calibro di Geo&Tex 2000 che Adriatica Ionica Race prosegue spedita nella propria marcia di crescita. A conferma della bontà di questo progetto organizzativo che fonde il grande ciclismo al turismo e alla scoperta di alcuni dei luoghi più belli d’Italia. Un connubio che quest’anno porterà il gruppo ad attraversare ben quattro regioni (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Marche) per complessive cinque tappe. Frazioni tecnicamente spettacolari e paesaggisticamente meravigliose, che regaleranno grandi emozioni agli appassionati delle due ruote. 

Anche quest’annno Geo&Tex 2000 sarà main sponsor Adriatica Ionica Race
Anche quest’annno Geo&Tex 2000 sarà main sponsor Adriatica Ionica Race

«Renato Campana e la Geo&Tex2000 – ha spiegato Moreno Argentin – rappresentano per noi una vera e propria sicurezza e siamo tutti davvero orgogliosi di averli al nostro fianco anche quest’anno. Il loro impegno in favore del ciclismo è encomiabile e questa presenza merita il massimo della visibilità. La maglia blu di leader della Adriatica Ionica Race, ancora griffata Geo&Tex 2000, ha sempre portato bene agli atleti che hanno avuto l’onore di vestirla. E anche quest’anno avremo in gara dei grandi campioni e molti grandi talenti che si sfideranno per conquistarla regalando agli appassionati un grandissimo spettacolo».

Moreno Argentin, organizzatore della AIR, con Renato Campana il fondatore e CEO della Geo&Tex 2000 in una foto del 2019
Moreno Argentin, organizzatore della AIR, con Renato Campana il fondatore e CEO della Geo&Tex 2000 in una foto del 2019

Una realtà leader

Geo&Tex 2000 spa è il sinonimo di un’azienda leader a livello europeo nel settore della produzione di geotessili non tessuti. In modo particolare, questi ultimi si caratterizzano per avere un’ampia gamma di applicazioni, e nel prossimo futuro giocheranno un ruolo fondamentale nei progetti di riqualificazione delle aree urbane in quanto utilizzati per la progettazione e realizzazione di opere di mobilità sostenibile (piste ciclabili e pedonabili, metropolitane), di aree verdi, di abbellimento di aree urbane, di sistemi di raccolta delle acque meteoriche. Contribuendo a migliorare l’abitabilità dei centri urbani, al risparmio di importanti risorse naturali, all’allungamento della vita utile dei lavori pubblici, al risparmio di tempo e denaro nella messa in opera nonché ad una maggiore sostenibilità delle infrastrutture.

Geo&Tex
Adriatica Ionica Race