EDITORIALE / Buon compleanno alla Lega commissariata

06.11.2023
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Il commissariamento di una Lega è un passaggio traumatico, reso necessario da una situazione di ingovernabilità. Una sorta di trattamento radicale e rapido in seguito al quale si possa tornare a definire obiettivi e strategie.

Quando il 4 novembre 2022 il Consiglio federale della FCI ha deciso di commissariare la Lega del Ciclismo Professionistico, pare avesse valutato anche la possibilità di scioglierla. Poi il tempo ha portato altre indicazioni e adesso fra le ipotesi ci sarebbe anche la possibilità di includervi le continental, gli juniores e le donne. Probabilmente modificando l’articolo 1 dello Statuto che, sin dalla sua nascita, ammette nella Lega soltanto gli atleti il cui rapporto di lavoro è professionistico, come previsto dalla Legge 91 del 23 marzo 1981.

E’ il 29 novembre 2022, i commissari Tognon e Di Cintio incontrano i gruppi sportivi pro’ (foto LCP)
E’ il 29 novembre 2022, i commissari Tognon e Di Cintio incontrano i gruppi sportivi pro’ (foto LCP)

Fronte comune

La Lega ha per obiettivo la tutela dei diritti dei suoi associati, che mai come oggi devono affrontare situazioni economiche molto difficili. Sarebbe auspicabile che facessero per questo fronte comune, invece la situazione appare spaccata e si fatica a comprendere se l’attuale gestione commissariale, che compirà un anno il 10 novembre (il commissariamento lo ha già compiuto il 4), sia improntata o meno a una scelta democratica.

Il ciclismo professionistico italiano è in crisi, con poche squadre e corse schiacciate dallo strapotere di RCS Sport. Il 26 ottobre, la Corte di appello federale ha invalidato l’elezione di Mauro Vegni a presidente della Lega, dopo che Moreno Argentin (cui già nella prima assemblea elettiva era stata contestata la situazione debitoria) e altri organizzatori avevano presentato ricorso ravvedendo un conflitto di interessi.

Non si può dire che l’elezione del patron del Giro rientrasse in un disegno più ampio, ma certo avrebbe posto il ciclismo di fronte a un bivio. Da un lato ci sarebbe stato l’appiattimento sulle istanze del Giro d’Italia (riteniamo di no, per la stima verso Vegni), dall’altro avrebbe visto il soggetto più forte alla guida del gruppo.

In ogni caso, vista la difficoltà nel trovare una soluzione, la FCI fa ricorso al commissariamento, con un doppio incarico. L’avvocato Tognon dovrà riscrivere lo Statuto, rispetto a quello in vigore. L’avvocato Di Cintio si occuperà della contrattazione per i diritti televisivi. Il primo è uomo delle Istituzioni e viene da 12 anni alla guida della Procura federale d’appello. Il secondo e il suo collaboratore Marcel Vulpis arrivano dal mondo del calcio.

Mauro Vegni è il direttore del ciclismo di Rcs Sport, la sua nomina in Lega è stata invalidata
Mauro Vegni è il direttore del ciclismo di Rcs Sport, la sua nomina in Lega è stata invalidata

Via Tognon

Al momento di illustrare il lavoro sullo Statuto, succede però qualcosa. Per metà marzo 2023 infatti, viene indetta una riunione per parlarne, ma poco prima la collaborazione con l’avvocato Tognon si interrompe. Il suo lavoro è durato quattro mesi, la bozza di Statuto è stata consegnata alla Federciclismo e alla Lega, ma pare che nessuno fra gli associati della Lega l’abbia ancora vista. Al posto di Tognon, che dunque non illustrerà il suo lavoro, viene nominato un sub commissario: avvocato Mauro Sferrazza. Arriva dall’Avvocatura generale dell’Inps ed ha avuto a sua volta degli incarichi nel mondo del calcio.

Niente di anomalo, formalmente. Se l’incarico era quello di riscrivere lo Statuto ed è stato portato a termine, si può benissimo chiudere la collaborazione con Tognon e tenere aperta quella altrettanto complessa legata ai diritti televisivi, che è ancora sul tavolo.

Argentin ha iniziato con l’Adriatica Ionica Race nel 2018
Argentin ha iniziato con l’Adriatica Ionica Race nel 2018

I diritti televisivi

Agli organizzatori viene chiesto di dare fiducia all’ufficio del Commissario, che procederà alla trattativa per loro conto. Inizialmente aderiscono tutti. Poi con l’avvicinarsi delle gare e vista l’assenza di risultati, a fine febbraio gli organizzatori si riuniscono in una videochiamata in cui chiedono ad Argentin e Pozzato di andare a parlare con il Commissario per ricevere informazioni. A causa di due spostamenti di data, tuttavia, alla riunione si presenterà soltanto Argentin, che non riceverà risposte, perché privo delle deleghe da parte degli altri.

A questo punto il veneziano cade nell’errore di perdere lucidità e, come conseguenza di quell’incontro e per le parole pronunciate, si espone probabilmente al rischio di essere deferito alla Corte federale. Mentre all’indomani dell’incontro e probabilmente a causa di quanto accaduto, si stabilisce che ciascun organizzatore potrà ricevere informazioni unicamente sulla propria corsa e non sulle altre.

Il Giro dell’Emilia, vinto da Roglic, è andato in onda sulla RAI per trattativa diretta con il GS Emilia
Il Giro dell’Emilia, vinto da Roglic, è andato in onda sulla RAI per trattativa diretta con il GS Emilia

Corse scoperte

A quanto si sa, le corse che a fine 2022 non hanno copertura per la produzione televisiva sarebbero Laigueglia, Per Sempre Alfredo, Coppi e Bartali, Larciano, Giro dell’Appennino, Giro della Toscana-Memorial Alfredo Martini, Coppa Sabatini, Memorial Pantani, Adriatica Ionica Race, Giro dell’Emilia Internazionale Donne, Giro dell’Emilia Uomini (che in realtà ha un’opzione con la RAI), Coppa Bernocchi, Giro del Veneto, Veneto Classic.

A febbraio, l’assegnazione del Giro Donne a RCS Sport priva il sopracitato pacchetto del fiore all’occhiello. La trattativa con la Rai si ferma a marzo quando Alessandra De Stefano, direttore di Rai Sport, dà le dimissioni. Si apre una fase di incertezza, in cui i singoli prendono l’iniziativa. Pozzato ad esempio decide per il secondo anno consecutivo di mettere mano al portafogli e pagare per le sue corse.

La Adriatica Ionica Race sarebbe dovuta partire il 21 settembre da Corropoli
La Adriatica Ionica Race sarebbe dovuta partire il 21 settembre da Corropoli

Il caso Argentin

Argentin è una spina nel fianco. Chiede incontri e copie di delibere, ottenendo più che altro rifiuti. Lui insiste, ma ha il difetto di non essere inattaccabile. Ha pendenze economiche verso vari fornitori e non tutti i passaggi nella sua organizzazione appaiono immuni da difetti. Pertanto, quando si decide che è la misura è colma, basta applicare i regolamenti e la sua corsa, come già raccontato più volte, viene cancellata. Moreno cede al suo temperamento e perde le staffe, sacrificando probabilmente anche uno spicchio di credibilità. Forse per questo quando convoca la conferenza stampa di Roma, in cui spiega le sue posizioni, è evidente che all’appello manchino le grandi testate, capaci di suscitare grande clamore.

Figli e figliastri? Di situazioni complicate ce ne sarebbero anche altre. Ci sarebbero squadre (anche WorldTour) che avanzano migliaia di euro per rimborsi mai percepiti. Alcuni organizzatori li avrebbero affidati a società di intermediazione e pare che non siano mai stati versati. Si potrebbe intendere che quegli organizzatori siano inadempienti, eppure non se ne parla. Forse perché nel frattempo i soldi sono arrivati?

Il Consiglio federale si occuperà della situazione della Lega? L’immagine FCI è precedente alle dimissioni di Norma Gimondi
Il Consiglio federale si occuperà della Lega? L’immagine FCI è precedente alle dimissioni di Norma Gimondi

Il senso della Lega

La Lega, così com’è, ha ancora senso? Ci sono tante riflessioni da fare, almeno finché c’è un protagonista come RCS, che si ritrova nello stesso… recinto di realtà ben più piccole. Ripartire dopo l’annullamento dell’elezione di Mauro Vegni poteva essere il momento della svolta, invece la sensazione è che abbia peggiorato i rapporti.

Il Commissario della Lega è autonomo oppure la Federazione dà la rotta? Nel 2024 si chiude il primo quadriennio dell’attuale gestione e dopo le Olimpiadi si andrà a nuove elezioni. Per cui c’è da immaginare che presto o tardi il Consiglio federale prenderà in mano la situazione e che prima o poi lo Statuto della Lega sarà tirato fuori dal cassetto e votato, per come l’ha scritto Tognon o alla luce di qualche modifica.

Il commissariamento sta dando i frutti sperati? E’ di poche settimane fa la notizia che la Lega ha firmato un contratto con Warner Bros per “la distribuzione internazionale, a livello mondiale, delle gare professionistiche italiane su strada”. Non si parla però di produzione: a chi competerà?

Il 2023 è alle spalle, magari per l’inizio del 2024 ci saranno progetti e proposte ben definiti. Certe attenzioni, come quelle sui bilanci sono necessarie. Le vicende di cui si parla probabilmente risulteranno noiose, parlarne serve per offrirvi un quadro quanto più possibile completo. L’incontro necessario con il Commissario di Cintio permetterà finalmente a tutti di esporre la propria versione.

Salvato risponde, su Argentin e qualche critica

28.10.2023
7 min
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La cancellazione della Adriatica Ionica Race il giorno prima della partenza continua a macchiare il finale della stagione. A poco sono serviti i tentativi di spiegare, perché sostanzialmente alle veementi rimostranze di Argentin non sono pervenute risposte da parte della Lega Ciclismo. L’ex campione del mondo ha prima riunito la conferenza stampa del 5 ottobre a Roma e poi si è messo a cantarle a tutti dal suo profilo Facebook, che tuttavia è stato hackerato e non ve ne è più traccia.

Argentin ha commesso i suoi errori, ha gestito i pagamenti con eccesso di disinvoltura, tuttavia a nostro avviso meritava un diverso trattamento e lo meritavano anche la sua corsa e il ciclismo, che invece è stato messo alla berlina da chi dovrebbe tutelarlo. Il tirarsi indietro iniziato il giorno prima con perfetto sincronismo da parte di tutte le componenti coinvolte continua a non sembrare casuale.

Nella conferenza stampa di Roma, Argentin ha prodotto le copie dei pagamenti eseguiti a poche ore dal via
Nella conferenza stampa di Roma, Argentin ha prodotto le copie dei pagamenti eseguiti a poche ore dal via

Il punto sull’Accpi

Tirato in ballo da Argentin con vari argomenti, compreso il presunto stipendio da parte dell’Accpi che dirige, Cristian Salvato ha avuto un ruolo nella vicenda, partecipando alla decisione di fermare una corsa che si poteva svolgere, consentendo a corridori in cerca di contratto di farsi valere e guadagnare i premi che avrebbero incassato. E questo resta un danno al ciclismo e alla sua immagine. Abbiamo contattato il presidente dell’Accpi per fare luce su quelle ore convulse e il suo coinvolgimento.

«La prima cosa che vorrei dire – comincia Salvato – è che io non ce l’ho con Argentin, di cui ero anche tifoso. Ma siccome mi ha chiamato dicendosi deluso perché pensava che io avessi le palle, qualcosina da dire ci sarebbe. Intanto che non è affatto vero che prendo quei soldi dall’Accpi, come dimostrano i bilanci firmati ogni anno dai corridori. E poi che probabilmente il problema della Adriatica Ionica Race non è iniziato il giorno prima della corsa, come invece si è voluto raccontare. Senza andare troppo indietro, basterebbe dire che un giorno mi ha chiamato il direttore di corsa della prova, scusandosi perché si era dimesso dall’incarico».

Nel 2022, la AIRace partì dal Friuli e si chiuse nelle Marche. Quest’anno, dall’Abruzzo sarebbe finita in Calabria
Nel 2022, la AIRace partì dal Friuli e si chiuse nelle Marche. Quest’anno, dall’Abruzzo sarebbe finita in Calabria
Perché?

Mi disse che non c’erano le necessarie condizioni di sicurezza. E io gli risposi di pensare alle sue responsabilità, perché sarebbe stato chiamato lui a rispondere di eventuali problemi, se si fossero create situazioni pericolose.

A quale punto della storia sei stato coinvolto come presidente dell’Associazione corridori?

In Italia, il regolamento per il pagamento dei premi è molto semplice. Si deve pagare un mese prima. Altrimenti produci una fideiussione, una garanzia bancaria oppure una garanzia assicurativa. L’unico che fa eccezione è Amici, la cui banca gli permette di fare un bonifico irrevocabile. Non si è mai arrivati all’estremo come in questo caso. Io sono stato chiamato quando la Lega mi ha detto che erano passati i 30 giorni entro cui versare i premi e Moreno non lo aveva fatto. Non siamo giudici, siamo solo responsabili dei premi in Italia. Una volta li teneva l’Associazione e poi pagava le squadre e i corridori. Dal 2019 invece, anche grazie all’Accpi, si è fatto in modo che per avere ancora più sicurezza la gestione dei premi sia stata affidata al CPA, l’Associazione mondiale dei corridori, sotto la tutela e la garanzia dell’UCI.

Perché è stato necessario?

Perché c’erano vari gruppi privati che cominciavano a mettersi in mezzo. La somma dei premi mondiali è di circa 13 milioni di euro e si può capire che gestirli faccia gola. Per cui oggi noi siamo i garanti per l’Italia e quando mi hanno chiamato per dire che la AIRace non aveva pagato, ho detto: «Vabbè, vediamo come fare per dargli una mano».

Tu non hai mai avuto contatti con Argentin prima della corsa?

Mi aveva cercato e mi aveva detto di voler pagare a 60-90 giorni. Il punto non era convincere me, ma bisognava parlare con la Lega, perché è la Lega che ha l’ultima parola. Poi, mano a mano che il tempo passava, è stato tutto un susseguirsi di messaggi e chiamate. Fino a che si è svolta a Roma la riunione fra il commissario Di Cintio e l’avvocato Vulpis, in seguito al quale sono stato chiamato e mi è stato detto che la situazione non fosse proprio proprio a posto. Mi aveva richiamato anche Moreno e gli avevo risposto che non c’era problema a concedere il pagamento dei premi a 60-90 giorni, purché ci fosse una garanzia bancaria. Lui voleva che si procedesse sulla parola e quello non si può fare.

Argentin ha provato in tutti i modi a far partire la sua corsa, ma si è trovato davanti un muro di problemi
Argentin ha provato in tutti i modi a far partire la sua corsa, ma si è trovato davanti un muro di problemi
Perché Argentin ha detto che il Giro d’Italia paga i premi in ritardo e nessuno fa nulla?

E’ vero che il Giro paga i premi dopo la corsa, ma dà una garanzia bancaria come quella che era stata richiesta a lui. A quanto so, l’ultima volta che in Italia non è stata pagata parte del montepremi fu con il Giro di Padania.

Intanto il tempo passava ed eravamo a pochi giorni dalla partenza…

Mi hanno richiamato quelli della Lega. Hanno confermato che la situazione non fosse ancora a posto e hanno elencato il discorso della Polizia e di altri che chiedevano di essere pagati per lavorare nuovamente. C’erano delle insolvenze e mi hanno detto che bisognava stringere le maglie per evitare che la situazione scappasse di mano. Finché mi hanno chiamato per l’ultima volta, affinché dessi la mia opinione sulla questione dei premi, prima che la Lega desse l’ultima parola.

E cosa hai detto?

Ho fatto una riunione in cui c’era anche Marcello Tolu, segretario generale della Federazione, e Di Cintio, il commissario della Lega. Mi hanno ribadito la situazione generale e quando ho provato a dare una mano ad Argentin, spingendo perché potesse pagare dopo con una garanzia bancaria, mi hanno risposto che il discorso dei premi era solo una parte. C’era anche il problema del Direttore di corsa che si era dimesso, delle motostaffette che non volevano andare giù, di alcuni fornitori e della Polizia. C’erano un problema di sicurezza e pagamenti sospesi da 15 mesi, dato che nel 2022 la corsa si era svolta a giugno.

Anche Pozzato ha faticato per pagare i premi, ma lo ha fatto 15 giorni prima del via delle sue corse
Anche Pozzato ha faticato per pagare i premi, ma lo ha fatto 15 giorni prima del via delle sue corse
Hai partecipato anche tu alla riunione con il Prefetto dell’Aquila che avrebbe bloccato definitivamente la corsa?

Macché, figuratevi se da Bassano vado all’Aquila per fare una cosa che neppure mi compete. Ho letto vari commenti, perché è facile sparare contro di noi. Io non ho nulla contro gli organizzatori italiani, anzi li ringrazio, ma non sento di essermi allineato ad alcun palazzo. 

Secondo te è credibile che Argentin si sia ridotto all’ultimo coi pagamenti perché prende soldi dagli Enti Pubblici che pagano con i loro tempi?

E’ possibile. Lo stesso problema l’ha avuto Pozzato con le sue corse: se lo chiamate, non lo nasconde. E se Pippo mi dice che paga, dato che è un mio amico e lo conosco bene, io sono tranquillo. Infatti non ha pagato con un mese di anticipo, ma c’è riuscito 15 giorni prima.

Se la situazione era così compromessa, perché la Lega ha concesso ad Argentin una proroga fino alle 16 del giorno prima?

Ne ho parlato anche con Di Cintio e Dagnoni, secondo me hanno sbagliato. Nel frattempo Argentin si era messo a fare pagamenti a raffica, è arrivato il suo avvocato a rassicurare che la corsa si sarebbe potuta fare. Quando però c’è stata la conferma che non c’erano direttori di corsa e che tanti non sarebbero andati, hanno deciso di fermare tutto.

Trentin è vicepresidente dell’Accpi e ha appoggiato la direzione scelta da Salvato
Trentin è vicepresidente dell’Accpi e ha appoggiato la direzione scelta da Salvato
Argentin non è stato tenero con te…

I rapporti sicuramente si sono deteriorati, da parte sua almeno. Ha speso parole poco piacevoli, ma io non sono andato a raccontare bugie. Mi dispiace perché chi organizza una gara lo fa per avere un guadagno e non è bello per tutto il movimento andare così avanti senza avere le carte in regola. 

Come funziona l’Accpi, quando si creano queste situazioni? Sei tu che decidi o parli con i tuoi associati?

Abbiamo una chat Whatsapp in cui riportavo la situazione. Dentro c’è anche Matteo Trentin, che è il vicepresidente, e tutti quanti hanno appoggiato la mia proposta, che poi è diventata la scelta dell’Associazione. Ho parlato anche con Reverberi, chiedendogli cosa ne pensasse e anche lui ha detto che non c’erano le condizioni per andare. Io spero che Moreno ritrovi le risorse e quello che serve per ripartire l’anno prossimo. Penso però che quest’anno non ci fossero le condizioni per correre.

La sensazione che resta invece è che con la giusta volontà, la corsa si sarebbe potuta salvare. Resta così una domanda: se Argentin avesse ceduto i suoi diritti televisivi e questi fossero diventati patrimonio della Lega, si sarebbe fatto qualcosa di più per far partire la corsa e salvare l’investimento?

Argentin, la (sua) dura verità sull’AIR 2023 cancellata

05.10.2023
7 min
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ROMA – La verità di Argentin prende definitivamente forma attorno alle 13,30. Arriva dopo due ore di spiegazioni e ipotesi, nella conferenza stampa che si è svolta nell’Hotel Albergo Senato, affacciato sul Pantheon e un mare di turisti. Ha preso prima la parola l’avvocato Fiorenzo Alessi, che assiste Moreno nella spinosa vicenda della cancellazione della Adriatica Ionica Race a meno di 24 ore dal suo inizio. Poi è toccato al veneziano, che ha parlato con vigore e calore, a tratti ha tradito la commozione, ma non ha mai abbassato lo sguardo. Nella sala, c’erano Gianni Bugno, Silvio Martinello, Renato Di Rocco e Mario Valentini.

Le panetterie di Corropoli avevano raddoppiato la produzione, il Comune aveva organizzato una festa
Le panetterie di Corropoli avevano raddoppiato la produzione, il Comune aveva organizzato una festa

Sparita dai calendari

Quella che leggerete è chiaramente la versione dei fatti di Argentin, ricostruita secondo i suoi presupposti e raccontata con la consapevolezza delle responsabilità che ciò comporta. Il Commissario della Lega e il Presidente Dagnoni avranno diritto alla replica per fare luce su eventuali aspetti mancanti. In ogni caso, quello che abbiamo sentito e letto (sono tante le carte fornite a supporto delle parole) conferma la sensazione di quei giorni: è stata e resta una brutta storia.

«Ho scritto una mail a David Lappartient, presidente dell’UCI – dice Argentin – che mi ha risposto dopo due giorni. Gli chiedevo notizie sulla possibilità che la corsa torni nel 2024 e lui ha risposto che la Adriatica Ionica Race non è fra le corse che la Federazione Ciclistica Italiana e la Lega del Ciclismo Professionistico hanno inviato all’UCI. Certe cose si decidono nelle riunioni del CCP, che però non si è riunito a Glasgow, ma prima. Verrebbe da pensare che la corsa avesse già sopra un bollo rosso. E il membro italiano del CCP è Cordiano Dagnoni».

Il presidente Lappartient ha confermato ad Argentin che la Adriatica Ionica Race non si terrà nel 2024
Il presidente Lappartient ha confermato ad Argentin che la Adriatica Ionica Race non si terrà nel 2024

Scarsa collaborazione

L’avvocato parte raccontando di una mail arrivata proprio oggi a tutti gli associati della Lega. Non si tratta di una coincidenza: la data e l’orario della conferenza stampa erano noti da tempo. Vi si legge una ricostruzione preventiva dei fatti, quasi a voler tenere il punto in attesa di ascoltare le parole di Argentin, diffuse anche in streaming.

Malgrado quello che si dice nella lettera, l’avvocato Alessi racconta che nei giorni che hanno condotto alla cancellazione della gara non ha visto da parte della Lega alcuna collaborazione, mentre asserisce che dal suo punto di vista prende piede la sensazione che si sia voluto stroncare la manifestazione. Nel raccontare quelle ore convulse, racconta di aver avuto a che fare sempre con Marcel Vulpis, incaricato dalla Lega di verificare che la ASD Sportunion rispettasse tutti gli adempimenti.

La prima ricostruzione è venuta dall’avvocato, a seguire ha preso la parola Argentin
La prima ricostruzione è venuta dall’avvocato, a seguire ha preso la parola Argentin

La scorta tecnica

Uno dei motivi per cui la corsa non avrebbe potuto disputarsi era l’assenza della Scorta Tecnica. Non essendo stata pagata per il 2022, la Polizia non sarebbe stata presente. L’avvocato spiega che la richiesta del Commissario Eugenio Amorosa voleva la regolarizzazione del pregresso e la stipula di una garanzia assicurativa prima della partenza. L’assenza di Argentin nel giorno di Corropoli sarebbe stata dovuta proprio all’attesa della documentazione da parte di Generali, arrivata proprio il 21 settembre. Il pagamento delle spettanze 2022 della Scorta tecnica, stando alle carte fornite, è stato effettuato il 18 settembre.

«Moreno Argentin – dice l’avvocato Alessi – ha pagato nei tempi previsti. Nelle telefonate della tarda serata del 20 settembre, il dottor Vulpis diceva di voler salvare la corsa. Viene richiesto che Argentin si impegni a garantire in prima persona la copertura dei costi. Abbiamo redatto un comunicato, che è stato dettato dallo stesso Vulpis e poi condiviso da me, perché la manifestazione si svolgesse. Ci hanno sollecitato la sua diffusione. Perché perdere tempo a farlo e richiedere che venisse pubblicato, se l’annullamento della gara porta la data del 20 settembre alle 19?».

Questa la polizza delle Generali stipulata a tutela della scorta della Polizia Stradale
Questa la polizza delle Generali stipulata a tutela della scorta della Polizia Stradale

La sicurezza

Un altro dei motivi indicato dalla Lega come “criticità” è la mancanza delle condizioni di sicurezza, emerse da un incontro che si sarebbe tenuto alla Prefettura de L’Aquila (confermato ad Argentin dalla Capo Scorta della Polizia, convocata per l’occasione) su richiesta della Lega: in presenza del Commissario e di Vulpis, ma non di Argentin.

«Non si è mai visto – dice l’avvocato – che due alti dirigenti si mettano in macchina e vadano in Prefettura a discutere di un tema così importante senza neppure avvisare l’organizzatore. Noi nel frattempo eravamo alle prese con il comunicato e la richiesta di farne uscire un altro in cui si comunicava alle squadre che la corsa si sarebbe fatta, per arginare la loro voglia di tornare a casa. Invece lo stesso Vulpis ci ha impedito di farlo, dicendo di non procedere con iniziative differenti da quelle concordate».

Martinello, presente a Corropoli, ha lodato la gestione dell’emergenza da parte dello staff di Argentin
Martinello, presente a Corropoli, ha lodato la gestione dell’emergenza da parte dello staff di Argentin

La Prefettura dell’Aquila

A questo punto, la domanda arriva spontanea: perché mai il commissario della Lega dovrebbe avercela con Argentin, al punto di boicottare la sua corsa?

«Da febbraio 2023 – spiega l’avvocato Alessi – Argentin è stato visto come un dissidente rispetto alla cessione dei diritti televisivi della sua gara e come lui un altro ex corridore veneto. A dicembre avevano dato disponibilità a lasciare che la Lega trattasse a nome loro, ma quando il 28 febbraio Argentin ha visto che non si facevano passi avanti, ha preferito sganciarsi e andare avanti da sé. E’ seguito un contraddittorio fra lui e il Commissario, sfociato in due segnalazioni a censura di Argentin davanti alla Procura Federale. La prima per aver definito Dagnoni “il gran burattinaio”, la seconda per atteggiamenti minacciosi durante un incontro con l’avvocato Di Cintio. La prima è stata archiviata, la seconda è ancora aperta. Moreno non è immune da difetti di intempestività nel suo agire. Si è fidato di persone che dichiaravano di voler tutelare l’attività ciclistica, invece è finita malamente. Per il ciclismo e per lui, che si troverà a fronteggiare le rivendicazioni di chi da questa storia ha avuto dei danni».

A Corropoli i direttori sportivi hanno atteso sino alla fine una decisione sulla corsa
A Corropoli i direttori sportivi hanno atteso sino alla fine una decisione sulla corsa

Pagamenti e ritardi

Argentin ha ascoltato e scalpitato e quando prende la parola, fa fatica a trattenersi. E se l’avvocato ha mostrato con il riscontro delle carte che i pagamenti sono stati fatti e che le condizioni richieste dalla Lega sono state esaudite, Moreno allarga lo spettro del dibattito.

«Non mi sono presentato a Corropoli – dice – perché ero a casa ad aspettare la fideiussione, con la valigia chiusa e l’auto pronta. Nel frattempo qualcuno ha messo in giro la voce che non si sarebbe corso, era stato già tutto deciso? Non avevamo problemi economici, come dimostra la comunicazione del rendiconto gestionale inviata il 25 agosto alla Lega. Non nascondo che nei primi tre anni di questa corsa, Lega e FCI hanno concesso delle proroghe. Ci sono stati ritardi, ma queste sono attività che vivono su fondi pubblici, per cui a garanzia finora era bastata l’erogazione del contributo, nell’attesa che i soldi arrivassero davvero.

«Quest’anno avevamo trovato un equilibrio economico, invece ci hanno tolto la soddisfazione di andare avanti e l’hanno negata ai territori. Mi sento di chiedere scusa a loro, alle persone che ci aspettavano. E mi sento anche di chiedere le dimissioni oltre che del Commissario Di Cintio, anche del presidente Dagnoni. Probabilmente avrà qualcuno che gli suggerisce di stare in disparte perché questo non lo riguarda, invece è lui che ha dato mandato alla Lega».

Bugno, critico a suo tempo su alcuni passaggi della gestione federale, si è detto d’accordo con Argentin
Bugno, critico a suo tempo su alcuni passaggi della gestione federale, si è detto d’accordo con Argentin

Vivo e lucido

Moreno si commuove, neppure dopo le vittorie più belle lo abbiamo visto così scosso. Parla di suo figlio che ha vissuto il tutto con attacchi di panico e di chi ha cancellato la corsa infischiandosene delle conseguenze.

«Forse qualcuno avrà voluto distruggere Argentin – dice – perché continuava a mettere tutto in discussione. Oltre ad avermi cancellato la corsa, ho perso anche la qualifica di associato alla Lega, non esisto più. Questo Commissario doveva riscrivere lo Statuto, non lavorare sull’attività, che invece compete al Consiglio Federale. Il fattore veramente decisivo sono stati i diritti televisivi. Hanno accompagnato alla porta PMG, che tutti noi dobbiamo ringraziare, e hanno venduto il Giro Donne a RCS, scrivendo un bando su misura. A quel punto sono spariti gli articoli sulle sponsorizzazioni irlandesi e le famose 5 domande a Dagnoni. Con altri organizzatori di cui conservo le deleghe e alcuni operatori della comunicazione, avevamo in ballo un pacchetto con 46 giorni di diretta, ma senza il Giro Donne è crollato tutto. La causa civile è stata comunicata alla Federazione e alla Lega, ci sono avvocati che studiano. Volevano che firmassi un contratto in bianco, ma piuttosto dovrebbero uccidermi. Mi hanno solo ferito. Sono vivo e lucido di mente e voglio proprio che lo sappiano».

EDITORIALE / Adriatica Ionica, in ogni caso una brutta storia

25.09.2023
6 min
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La cancellazione della Adriatica Ionica Race a poche ore dal via è probabilmente la pagina di ciclismo più triste e a suo modo grottesca degli ultimi tempi. Nel corso della riunione online con cui Argentin ha spiegato le sue ragioni ai direttori sportivi, cui bici.PRO era presente con l’inviato alla corsa, sono stati sollevati argomenti decisamente pesanti all’indirizzo della Lega Ciclismo e dell’Accpi, allo stesso modo in cui altri da altre sponde hanno dedicato identiche… attenzioni al veneziano.

Per questo motivo abbiamo chiesto di parlare con il Commissario Straordinario Di Cintio, per farci raccontare in che modo abbia preso in mano la stessa Lega e in che modo si siano sviluppate le vicende della corsa, per approfondire il comunicato con cui la vicenda è già stata ricostruita.

Qui non si tratta di una critica preconcetta al sistema, ma ai tempi in cui ha attuato le sue misure.

Argentin è stato pro’ dal 1980 al 1994, qui vince la Freccia Vallone 1990, dopo aver vinto anche il Fiandre
Argentin è stato pro’ dal 1980 al 1994, qui vince la Freccia Vallone 1990, dopo aver vinto anche il Fiandre

Il ruolo di Argentin

Argentin ha solcato con lustro le strade del ciclismo e quando si è convertito al ruolo di organizzatore, ha toccato con mano le difficoltà nel reperire sponsor e trovare una valida collocazione nel calendario. Il suo progetto, nato ben più ambizioso, quest’anno era sceso infatti a tre sole tappe.

Ha imparato le regole non scritte per stare a galla nel modo più redditizio? Possibile, lo fanno tutti. Per abitudine infatti si sono sempre concesse deroghe a situazioni particolari pur di salvaguardare le giornate di gara. In passato i ritardi nei pagamenti sono stati più che tollerati, venendo incontro anche alle esigenze di strutture più solide. In questo caso forse, si sarebbe trattato di tenere nella dovuta considerazione l’impegno di tre Regioni, l’accordo triennale con il Ministero del Turismo ottenuto da Argentin, evitando il danno di immagine per tutto il ciclismo.

La Adriatica Ionica Race era stata presentata alla presenza del Ministro Santanchè e di Ivana Jelinic, CEO di Enit
La Adriatica Ionica Race era stata presentata alla presenza del Ministro Santanchè e di Ivana Jelinic, CEO di Enit

Il vuoto di Corropoli

Dicono che Moreno abbia avuto ritardi cronici nell’osservare gli impegni economici e che la fila dei creditori sia lunga. E’ possibile, ma in tal caso sarebbe stato necessario fermare la gara ben prima e non rimandarla fino al giorno prima. Ci hanno spiegato che gli avvertimenti tempestivi non siano mancati, ma il sistema evidentemente non ha funzionato, soprattutto se non sono state fornite garanzie economiche e, prima ancora, di sicurezza.

Si è andati avanti, costringendo le squadre ad affrontare il viaggio fino all’Abruzzo, per scoprire che invece nessuna delle componenti tecniche preposte alla gara si era presentata. Non la giuria, non radio corsa, non la scorta tecnica. Nessuno, se non il servizio accrediti. Come mai non c’erano, ha chiesto Argentin, se gli era stata concessa una proroga fino alle 16 della vigilia? Se si era certi che non ce l’avrebbe fatta, perché quel teatrino? Alcuni avrebbero ricevuto messaggi in tal senso da uomini della Lega. E così la bislacca carovana, amputata e triste, si è riunita a Corropoli e da Corropoli ha iniziato la ritirata.

In realtà, sarebbe interessante sapere perché non ci fosse neppure Argentin: era consapevole anche lui che sarebbe stata solo una farsa?

A Corropoli i tecnici delle squadre si sono presentati alla riunione della Adriatica Ionica Race per puro dovere di firma
A Corropoli i tecnici delle squadre si sono presentati alla riunione della Adriatica Ionica Race per puro dovere di firma

La battaglia sui diritti

In attesa di approfondire il discorso con il Commissario Straordinario, continuiamo a riflettere sulle parole di Argentin, che ha tirato in ballo la questione dei diritti televisivi, la cui cessione è stata richiesta dalla Lega agli organizzatori per trattare con una produzione televisiva unica. Argentin e anche altri hanno declinato l’invito e questo sarebbe diventato motivo di tensione. A quel punto, immaginando scenari tutti da verificare, è bastato applicare la prevista intransigenza nei pagamenti per mettere l’organizzatore con le spalle al muro.

Intendiamoci, nessuno vuole fare di Argentin la vittima sacrificale, perché probabilmente anche Moreno ha le sue responsabilità. Quello che stride fortemente è la sensazione che in tanto agire da entrambe le parti non si sia tenuto nella dovuta considerazione l’interesse primario del ciclismo. Se invece si è agito avendolo per obiettivo, bisognava farlo prima.

Perché neppure Argentin era presente a Corropoli? Sapeva già che la Adriatica Ionica Race era al capolinea?
Perché neppure Argentin era presente a Corropoli? Sapeva già che la Adriatica Ionica Race era al capolinea?

L’inibizione di Fin

Sotto lo stesso cielo, negli ultimi giorni sono successe cose che fanno pensare a un clima generale di tensione. Desta curiosità ad esempio l’inibizione comminata al giornalista Andrea Fin, tesserato FCI con una piccola società. Chi è in questo ambiente sa che il veneto curò a suo tempo l’ufficio stampa di Martinello durante la competizione elettorale e non ha poi perso occasione per sollevare questioni sulla gestione federale, a cominciare dalla vicenda delle sponsorizzazioni irlandesi. Casualmente o meno, Fin è anche l’addetto stampa della Adriatica Ionica Race.

E’ evidente che i suoi articoli abbiano infastidito i vertici federali, ma in questi casi, se si pensa di poterlo fare, lo strumento più pertinente ed efficace è la querela per diffamazione a mezzo stampa, non certo il procedimento disciplinare nei confronti del tesserato.

Al momento del tesseramento, richiamandosi al codice etico, il soggetto accetta infatti di non dileggiare o danneggiare la stessa Federazione. Il procedimento era probabilmente motivato, ragione per cui ad esempio il sottoscritto smise di chiedere la tessera con cui accedere alla patente UCI per la guida in corsa. Il giornalista deve essere libero di svolgere il suo ruolo sapendo di essere sottoposto alle leggi sulla stampa, al codice civile e al codice penale, non certo a un regolamento sportivo.

L’avvocato Cesare Di Cintio è Commissario della Lega dal novembre 2022 (foto Facebook)
L’avvocato Cesare Di Cintio è Commissario della Lega dal novembre 2022 (foto Facebook)

Il ruolo del Commissario

Tornando alla vicenda da cui questo editoriale è scaturito e sempre in attesa di poterla approfondire, la Federazione ha delegato alla Lega tutto il calendario, dal novembre 2022 quando è scattato il commissariamento. Per statuto, il Commissario Straordinario dovrebbe modificare le regole, passare per l’Assemblea e ricomporre l’organo (la stessa Lega) in 60+30 giorni. In realtà, la FCI ha rinnovato il mandato dell’avvocato Di Cintio, che certo avrà trovato davanti a sé una situazione compromessa da anni di conduzioni diverse e non sempre eccellenti. Per cui comprendiamo le necessità di resettare il sistema, siamo meno in sintonia quando questo si fa a spese dell’attività.

E’ chiaro che se lo scopo della Lega è anche quello di costituire un pacchetto di gare da vendere a chi possa produrle, trovare ostacoli sul cammino allunga i tempi e rende più gravoso il compito. In attesa che anche Argentin racconti il suo punto di vista nella conferenza stampa che ha promesso, il ciclismo italiano va avanti come meglio può, costretto questa volta a leccarsi le ferite.

AIR 2023: corsa cancellata. A Corropoli un silenzio rumoroso

21.09.2023
5 min
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CORROPOLI – La piazza di questo paesino delle colline teramane è vuota e silenziosa. Sul balcone del municipio ci sono i palloncini bianchi, azzurri e verdi: i colori dell’Adriatica Ionica Race. Sotto c’è un camion con le transenne, ancora sul cassone. I cartelli con divieto di sosta indicano che i parcheggi sono riservati ai mezzi della gara, ma sono vuoti. Doveva essere una festa. Niente di tutto ciò.

Vi raccontiamo dunque la storia di una giornata surreale. L’Adriatica Ionica Race è stata annullata a meno di 24 ore dal via. La gara di Moreno Argentin si ferma dunque dopo quattro anni. E lo fa in malo modo.

Corropoli è vuota. Si aspettava la corsa: tutto annullato
Corropoli è vuota. Si aspettava la corsa… tutto annullato

Piazza deserta

Già dal pomeriggio di ieri iniziavano a circolare delle voci insistenti circa le difficoltà nel far svolgere dell’evento. Niente gara. Poi al contrario arrivavano delle rassicurazioni.

In realtà i problemi c’erano e avevano radici ben più lontane. Sei mesi secondo Argentin, quando non trovò l’accordo con la Lega del Ciclismo Professionistico per i diritti tv. Inizio settembre secondo altre fonti, quando in prefettura a L’Aquila, al momento della richiesta di permessi e scorta tecnica, emersero delle inadempienze da parte della società organizzatrice Asd Sportunion e da lì tutta una serie di difficoltà.

Ma andiamo con ordine. Si fa, non si fa: alla fine tra passa parola e comunicati ufficiali che tardano ad arrivare si arriva al pomeriggio di oggi, con una comunicazione definitiva attesa entro le 16.

La festa prevista

Il fatto è che a Corropoli non solo la piazza è vuota. Ma anche la sede della gara nel teatro comunale. C’è una piccolissima parte dell’organizzazione, guidata dalla bravissima Marilena Zangrando che ci ha messo la faccia e ha svolto un ruolo di mediazione unico. Ci siamo noi giornalisti, tra cui uno australiano arrivato da Sydney, c’è il sistema di cronometraggio e basta.

Niente giudici, niente giuria né chaperon, niente rappresentati di sponsor, speaker, radio corsa… e tutto quel che si trova solitamente ad una corsa di ciclismo. 

E dire che il vicesindaco chiedeva se avessimo notizie fresche. Era dispiaciuto in quanto aveva organizzato una festa per la sera dopo la presentazione delle squadre, con musica, cibo tipico per tutti… Era dispiaciuto perché la sua Giunta ci aveva creduto e temeva anche la figuraccia agli occhi dei cittadini.

E come già al Comune di Corropoli, è trapelato che anche Puglia e Calabria soprattutto non abbiano preso affatto bene la notizia dell’annullamento.

I direttori sportivi parlottano tra loro. Mezzi spostati, spese di voli e viaggi gettati al vento
I direttori sportivi parlottano tra loro. Mezzi spostati, spese di voli e viaggi gettati al vento

Arrivano i diesse

A un certo punto, sono più o meno le 15, ecco comparire i direttori sportivi delle 16 squadre presenti. In realtà ne mancavano quattro all’appello: Mg-K Vis, GW Shimano, Novo Nordisk e Team Corratec.

Sono qui perché di fatto non hanno ricevuto comunicazioni ufficiali.

Stefano Zanatta, direttore sportivo della Eolo-Kometa, si è fatto portavoce di tutti gli altri: «Non potevamo non venire, basandoci su una telefonata non ufficiale da parte di un membro della Lega nel pomeriggio di ieri. Non funziona così. La Lega Ciclismo ci dovrebbe tutelare. Aspettavamo una comunicazione ufficiale e l’unica che abbiamo letto è stata quella di questa mattina, in cui l’organizzazione si riservava di sciogliere i dubbi entro le 16. Noi quindi ci siamo regolarmente presentati».

Le squadre hanno fatto il loro. Si sono presentate in effetti, ma senza una punzonatura in programma, che cosa avrebbero potuto fare? Nulla… E nulla hanno fatto. Allo scoccare delle 16, accompagnate dal suono delle campane di Corropoli, tutti si sono riversati verso l’unica referente dell’AIR, appunto la signora Zangrando. Alle 16,15 Argentin avrebbe tenuto una call.

La call di Argentin

E alle 16,15, su Zoom, Argentin parla ai dodici team presenti, al capo della Polizia e a qualche giornalista. Sostanzialmente, nei 20 minuti di videochiamata, l’ex corridore ha spiegato la situazione dicendo che le inadempienze economiche di cui è accusato da parte di Lega Ciclismo e Federciclismo, sarebbero state sanate nei tempi previsti. Non solo, ma sono stati onorati anche i premi per gli atleti.

Argentin, che parla da casa, enuncia le sue ragioni e accusa in modo diretto l’intento politico della Lega Ciclismo di remare contro l’AIR, in quanto lui e qualche giorno prima anche Pozzato col mondiale gravel, (anche se le storie sono in apparenza differenti) non si sarebbero accordati con la stessa Lega sui diritti tv. 

Come spesso accade in Italia, in realtà dietro ci sarebbero anche dei conflitti “politici”. Ed è per questo motivo, secondo Argentin, che l’UCI non ha fatto arrivare i suoi giudici.

Se tutto era in regola e c’era la scadenza delle 16 per sanare le ultime cose, perché queste figure già dal giorno prima non hanno preso la via di Corropoli? Chi le ha imbeccate? Almeno su queste domande i dubbi di Argentin sono legittimi. Di contro, perché ridursi all’ultimo se si è consapevoli di tali problematiche?

I colori delle targhe della AIR, tutto era pronto. Il Garibaldi? Qui si chiamava il Marco Polo
I colori delle targhe della AIR, tutto era pronto. Il Garibaldi? Qui si chiamava il Marco Polo

Fino alla fine

Dalla call emerge che Argentin, al lavoro con il suo avvocato e smuovendo la politica sportiva abruzzese, stava cercando di salvare il salvabile, rimediando una giuria e la scorta tecnica. Ha pertanto chiesto di attendere ancora un’ora, un’ora e mezza al massimo. Cosa che sarebbe andata oltre i limiti consentiti (le 16,45 della vigilia del via) dal regolamento UCI ma che, vista la situazione, ha trovato la collaborazione da parte dei direttori sportivi a sforare il limite delle 16,45. Il problema è che non c’era nessuno.

Dopo neanche mezz’ora, la solita Zangrando è uscita dal teatro e ai diesse che parlottavano ha dato il via libera: «Andate a casa».

Sono le 17, suonano ancora le campane e termina così una giornata surreale. Una giornata che porterà con sé molte polemiche, rimpalli di responsabilità, molti dubbi, una brutta pagina di sport e una lunga battaglia legale.

P.S. Mentre scriviamo questo articolo, nella sede della gara c’è il caos per la logistica: chi rientra a casa anzitempo, chi resta, cosa si deve fare con l’evento cicloturistico parallelo all’Adriatica Ionica Race. Altro che giornata finita, la serata si annuncia ancora lunga…

Lombardo, Rudy Project e Veloplus: piena fiducia all’AIR 2023

04.09.2023
3 min
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Mancano poco meno di tre settimane al via dell’edizione 2023 dell’Adriatica Ionica Race. La recente presentazione ufficiale si è tenuta in grande stile presso il Museo dello Sport allo Stadio Domiziano di Roma. Questa ha messo in evidenza la volontà degli organizzatori di rendere la corsa sempre più uno strumento di narrazione dei territori coinvolti. Quest’anno saranno l’Abruzzo, la Puglia e la Calabria. Una presentazione importante quella romana, che ha registrato la partecipazione di alcune delle principali figure istituzionali del settore. A partire dal Ministro del Turismo Daniela Santanché e dall’amministratore delegato di Enit Ivana Jelinic

E con l’avvio della corsa oramai all’orizzonte, la società organizzatrice Sportunion ASD, guidata da Moreno Argentin, ha recentemente ricevuto importanti adesioni a livello brand sponsor di realtà che hanno già deciso di salire a bordo di questo rinnovato viaggio alla scoperta di nuove ”bike destination”. 

Ricordiamo che la prossima Adriatica Ionica Race si disputerà dal 22 al 24 settembre. Tre le tappe in programma: il via dall’Abruzzo (da Corropoli ed arrivo a Trasacco) per scendere in Puglia (da Conversano a Castellaneta). Si terminerà sulle coste della Calabria con l’ultima tappa che porterà da Cassano allo Ionio fino al centro di Crotone, dopo aver attraversato la Sila.

Le divise dell’AIR saranno realizzate da Veloplus. Nella foto, Silvio Martinello durante i sopralluoghi
Le divise dell’AIR saranno realizzate da Veloplus. Nella foto, Silvio Martinello durante i sopralluoghi

Tre partner, una visione

Tra i nuovi partner di Adriatica Ionica Race 2023 è confermata la presenza di Veloplus, di Rudy Project e di Cicli Lombardo. Veloplus, azienda lombarda che produce abbigliamento personalizzato per il mondo del ciclismo, con una spiccata attenzione verso i clienti ed un costante investimento in ricerca e sviluppo, realizzerà le maglie dei leader delle differenti classifiche. La collaborazione tra AIR e Veloplus in realtà era già stata avviata in coincidenza della realizzazione dello speciale kit (maglia, salopette, gilet smanicato e cappellino), indossato da Silvio Martinello e da Daniele Marcassa durante le video-ricognizioni dei percorsi. 

Anche la collezione di caschi ed occhiali Rudy Project, frutto di oltre 30 anni di esperienza sul mercato e nel mondo delle corse professionistiche, e da sempre alla costante ricerca dell’eccellenza, eleva il livello di sicurezza, comfort e performance degli sportivi, fondendo loro tecnologia d’avanguardia e design innovativo con stile italiano, artigianalità e minuziosa cura dei più minimi particolari. L’azienda trevigiana, di proprietà della famiglia Barbazza, è oggi presente in oltre sessanta paesi nel mondo a conferma della propria vocazione internazionale. Questo grazie soprattutto all’impulso della seconda generazione di imprenditori: Cristiano e Simone Barbazza. 

L’AIR si disputerà dal 22 al 24 settembre, con partenza dall’Abruzzo e arrivo in Calabria
L’AIR si disputerà dal 22 al 24 settembre, con partenza dall’Abruzzo e arrivo in Calabria

«Il legame con Moreno Argentin – ha dichiarato Barbazza – ha radici che rimandano ai primi anni della nostra azienda, collaborare con lui è sempre un piacere. L’Adriatica Ionica Race contribuisce a valorizzare il nostro paese e le sue bellezze, e siamo entusiasti di condividere questo fantastico spettacolo con tutto il pubblico degli appassionati».

E’ invece una concezione di pura libertà, di curiosità e di un vero e proprio approccio attivo alla vita il “fil rouge” che unisce l’Adriatica Ionica Race a Cicli Lombardo. La realtà siciliana, fondata da Gaspare Lombardo nel 1952, sostiene da sempre il sogno di uno stile di vita ecologico, pratico e libero. Un approccio che rende oggi Cicli Lombardo un brillante esempio di Made in Italy – una vera e propria eccellenza nel mondo – garantendo lavoro a ben settanta dipendenti, di cui la metà donne. Commercialmente, le bici Lombardo possono contare su una rete distributiva costituita da ben 1.300 punti vendita, mentre 500 sono le biciclette prodotte e assemblate ogni singolo giorno. 

Adriatica Ionica Race

Abruzzo, Puglia e Calabria: Argentin rilancia la sfida

06.08.2023
7 min
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Moreno Argentin riparte dall’Abruzzo. La Adriatica Ionica Race ha visto la luce nei giorni scorsi a Roma, nella veste che già lo scorso anno fece della corsa l’ambasciatore dei territori su cui si snoda. L’hanno svelata alla presenza di Daniela Santanchè (Ministro del Turismo) e Ivana Jelinic (Amministratore delegato di Enit) e nel corso della mattinata sono stati snocciolati concetti molto cari a chi opera nel ciclismo, che finora erano rimasti fuori dalla porta dei Palazzi. Il legame fra una corsa e il turismo sta nel traino di immagine che l’evento sportivo esercita sull’utente: si va in vacanza per riposare, scoprire, mangiare, ma anche per vivere esperienze. Un evento sportivo fruibile come una corsa è fra queste ed è molto efficace: il Tour de France ne è la conferma più evidente.

La corsa di Argentin ha sposato questa filosofia, traendone nuova linfa. E per essere certa che la comunicazione non si limiti al racconto sportivo, ha coinvolto la Communication Clinic di Marco Pavarini, uno dei due fondatori di Extra Giro. Si occuperanno loro di curare la comunicazione legata ai territori e la valorizzazione delle iniziative enogastronomiche già messe in atto nel 2022.

Tre tappe per l’edizione numero 5 della Adriatica Ionica Race: al timone sempre Moreno Argentin
Tre tappe per l’edizione numero 5 della Adriatica Ionica Race: al timone sempre Moreno Argentin

Tre regioni, tre tappe

La Adriatica Ionica Race 2023, spiega Argentin, avrà tre tappe, dal 22 al 24 settembre: in Abruzzo, Puglia e Calabria. Prima tappa da Corropoli a Trasacco: 226,2 chilometri e 3.961 metri di dislivello. Seconda tappa da Conversano a Castellaneta: 184,4 chilometri e 1.774 metri di dislivello. Terza tappa da Cassano allo Ionio a Crotone: 193,6 chilometri e 2.296 metri di dislivello.

La riduzione dei giorni di gara (lo scorso anno erano 5) deriva dalla necessità di essere concreti e di operare con le spalle coperte: ci sono organizzatori che negli ultimi 2-3 anni hanno speso di tasca loro per avere, ad esempio, la copertura televisiva e sono alle prese con bilanci non proprio esaltanti.

Moreno, promuovere i territori permette di aprire altre porte ed è anche il modo per sostenersi, giusto?

E’ un bel modo per disegnare la corsa. L’Italia da questo punto di vista ha potenzialità pazzesche, non nascondo che la sto scoprendo io per primo, dopo anni a girarla con le mani sul manubrio e la testa fissa alla ruota di quello davanti. Quello che manca per programmare a lungo termine è un calendario che offra a tutti possibilità di lavorare, la capacità di attrarre squadre senza che vadano via per delle sovrapposizioni. Però la nostra formula funziona e da questa abbiamo deciso di ripartire.

La presenza del Ministro del Turismo acquisisce un’importanza particolare?

Per noi è stato un regalo e il riconoscimento per quello che facciamo. Abbiamo chiesto e ottenuto la sua presenza e dobbiamo ringraziare anche Marco Pavarini che si è impegnato a trovare la location e a mettere insieme il puzzle.

In ogni città, cucina del piatto tipico e degustazione di prodotti del territorio
In ogni città, cucina del piatto tipico e degustazione di prodotti del territorio
Turismo e corse: hai lanciato la suggestione di una corsa che si sposta in nave di mare in mare su una nave da crociera…

Spero che ci possa essere una buona collaborazione. L’idea pazza della crociera permetterebbe di unire turismo, cicloturismo e sport in una festa di sette giorni, in cui diamo al turista la possibilità di percorrere un pezzo di percorso. Il nome di Adriatica Ionica nasce dall’idea di unire i due mari: nulla vieta che si faccia sulle sponde di altre Nazioni che su essi si affacciano.

Nel 2022 si corse a giugno, questa volta a settembre. Cambia qualcosa?

Siamo andati a settembre perché a giugno eravamo insieme al Giro del Belgio, allo Slovenia e in parte anche al Delfinato. Dobbiamo crescere e trovare risorse, magari anche nei territori. Dobbiamo diventare sempre più efficaci e potenti dal punto di vista comunicativo. A settembre ci siamo trovati il campionato europeo e il Giro di Lussemburgo, per cui dovremo essere bravi a barcamenarci e trovare piano piano la data giusta. Se non la troviamo, non riusciamo a crescere e diventare sempre più importanti. 

Che cosa possiamo aspettarci dall’edizione 2023?

E’ una corsa che dà la possibilità a diversi tipi di corridori di mettersi in mostra, anche ai giovani. Forse la prima tappa era meglio posizionarla al secondo giorno, ma il territorio è questo e abbiamo dovuto adattarci. Non è detto che grazie all’improvvisazione, non si possano creare cose nuove: per questo abbiamo previsto abbuoni ai traguardi volanti e sui GPM, per costringere chi fa classifica a scoprirsi. La prima tappa è dura. La seconda comunque è nervosa, con l’arrivo in leggera salita e uno strappo di 2-3 chilometri ai 20 dall’arrivo, che potrebbe propiziare un’azione. Nella terza invece spazio ai velocisti. Insomma, non diamo per scontato che la prima tappa uccida la corsa.

Rimane il programma enogastronomico di ogni giorno?

Rimane e sarà potenziato rispetto al 2022. Vogliamo puntarci molto, facendo leva sulle esigenze dei Comuni e delle Regioni di far conoscere anche delle realtà più piccole, che non hanno la possibilità di andare sui grandi schermi. E anche il modo per scoprire la nostra cultura, per consolidarci e capire quanto valiamo. Io credo che su questo fronte, abbiamo un patrimonio inestimabile.

Lo scorso anno sul pul podio finale della corsa di Argentin, oltre a Zana c’erano anche Tesfatsion e Pronskiy
Lo scorso anno sul pul podio finale della corsa di Argentin, oltre a Zana c’erano anche Tesfatsion e Pronskiy
Ci sarà copertura televisiva?

Stiamo puntando a una differita di 70 minuti come l’anno scorso, chiamata tecnicamente Silver Plus, quindi con l’elicottero. Però non vi nascondo che stiamo lavorando per passare alla diretta, che è il prodotto più richiesto a livello internazionale. Questo ci permetterebbe di arrivare a 100-150 Paesi e spero che il Ministro si sia resa conto che la RAI deve aiutarci. Forse non l’abbiamo capito, ma l’Italia deve vivere di questa economia. Quindi è anche nell’interesse della Rai fare il possibile per darci la diretta. Stiamo cercando una coproduzione, perché se non andiamo in diretta, facciamo fatica a trovare collocazione.

Squadre al via?

Qualche WorldTour, per ora ci hanno confermato Astana e Intermarché, con la speranza di avere la Soudal Quick Step. Le professional, certo anche le italiane, e qualche continental davvero all’altezza. Tre tappe sono una bella formula, c’è modo di raccontarle bene. Abbiamo in progetto di inserire itinerari cicloturistici nel Marco Polo – il libro di corsa, da veicolare con gli organi di informazione – se non quest’anno, il prossimo. Le idee ci sono e vengono fuori dalla passione. Questo mi pare che il Ministro l’abbia ben compreso.

Quattro Liegi in bacheca e una corsa da organizzare

16.04.2023
6 min
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In cima c’è Merckx, con le cinque vittorie. Poi nell’albo d’oro della Liegi, a quota quattro ci sono un italiano e uno spagnolo: Argentin e Valverde. L’ultima del veneziano porta la data del 1991 e dopo di allora, Moreno fece in tempo a centrare anche il quinto posto del 1993, alla vigilia dell’anno del suo ritiro. Classe 1960, smise a 34 anni, senza fare come Cavendish che per vincere la tappa che gli manca per il record di Merckx al Tour, ha trovato a 37 anni il contratto con l’Astana.

«In realtà – racconta Argentin – a quel record non ci ho mai pensato. Se fosse stato una priorità, avrei provato magari qualche anno in più, perché come avete detto, ho fatto anche dei piazzamenti. Però, insomma, essere secondo non è una vergogna, anzi è un orgoglio. Eddy è un grande, molto più di certi italiani che nel conto delle loro vittorie mettono anche i circuiti a pagamento. Cominciamo a togliere le decine di vittorie combinate e poi di certi record riparliamo… ».

Dal 2018, Argentin è l’organizzatore della Adriatica Ionica Race
Dal 2018, Argentin è l’organizzatore della Adriatica Ionica Race
Per uno come te che è stato grande al Nord e che oltre alle 4 Liegi, ha 3 Freccia Vallone e anche il Fiandre, quando arriva questo periodo, torna fuori qualche prurito?

E’ passato tanto tempo, ovviamente il prurito ce l’ho avuto i primi anni. Avevo ancora la smania di essere lì, anche se non ero più allenato. Ormai vediamo tutto con una lente di ingrandimento, ma non ho più lo sguardo del corridore che le ha fatte. Solo una sensazione non va via…

Di cosa si tratta?

L’unica emozione, anche se non so se sia un’emozione, è quando li vedo cadere e ultimamente cadono spesso. Mi vengono i brividi, come se io fossi là: sento la carne che si strappa. La sensazione come se a scivolare sull’asfalto, ci fossi io al posto loro. Ecco, questa mi rimane ancora. Sento il dolore, per un attimo mi vengono i brividi. Penso a quello che provano loro. Insomma, fanno di quelle cadute certe volte…

Quando li vedi attaccare, magari sullo Stockeu o la Redoute, le gambe cosa dicono?

Oggi niente. Allora il mal di gambe, quando andavi forte, non lo sentivi. Sentivi i dolori da stanchezza, più che altro. Però c’era la voglia di tenere comunque. Lo Stockeu era una salita a metà percorso, in cui iniziavano a fare la prima selezione. Si entrava nel vivo della corsa, ma non si impiegava tanto a lasciarselo dietro. Lo Stockeu è uno strappo breve, non è che senti il mal di gambe come fosse una salita da 20 chilometri. Finiva presto, poi iniziava la discesa e si recuperava. Io avevo questa caratteristica.

Liegi del 1991: arriva il quarto sigillo, davanti a Criquielion, Sorensen e Indurain, tre giorni dopo la vittoria nella Freccia
Liegi del 1991: arriva il quarto sigillo, davanti a Criquielion, Sorensen e Indurain, tre giorni dopo la vittoria nella Freccia
Dopo aver corso per 10 volte la Liegi e averne vinte quattro, se chiudi gli occhi, ricordi ogni passaggio?

Mi ricordo le strade e forse ancora di più gli episodi. Quando magari inseguivi perché il gruppo si era rotto oppure eri davanti e controllavi la situazione. Mi ricordo che dopo lo Stockeu, quando venivi giù scendevi in paese a tutta, trovavi il pavé, poi iniziava subito l’altra salita, la Haute Levée. In quella doppietta di cote, i miei mi portavano davanti. Dovevi per forza fare la salita davanti per stare lontano dai pericoli. Anche se lo Stockeu ancora è lontano.

Qual era la tua cote preferita?

Ovviamente era la Redoute, quella che mi è rimasta più nella mente. Anche se non è proprio bellissima, perché si va fuori dal paese e passi vicino all’autostrada, poi la pendenza cresce sempre di più. Alla fine gli davi la stoccata in cima e si rimaneva in pochi. Oddio, se non scattavo io, comunque gli andavo dietro, perché tante volte è successo anche così.

Detta così la fai sembrare facile…

La Liegi è sempre stata una corsa un po’ controllata e dal punto di vista tattico abbastanza semplice. Bastava star davanti, non staccarsi e andar dietro ai vari Criquielion oppure Van der Poel che scattavano e a tutti gli avversari che mi sono ritrovato nelle varie edizioni.

Nel 1990, Argentin vince prima il Giro delle Fiandre e poi la Freccia Vallone
Nel 1990, Argentin vince prima il Giro delle Fiandre e poi la Freccia Vallone
La preferita?

La terza, la più rocambolesca: quella del 1987 (foto di apertura, ndr). Facevamo la salita dell’Università dopo aver passato la Redoute e Sprimont, che non era questa grande salita. Però alla fine, andando forte faceva la differenza anche questa. E mi ricordo che dovetti mollare perché mi avevano un po’ messo in croce. Avevo mal di gambe e crampi, non riuscivo più a reagire. In un primo momento fui abbastanza freddo da lasciarli andare, cercando di ritrovare un po’ di gambe. E poi mi è andata bene, perché loro hanno iniziato a guardarsi e io li ho rimontati. C’era Yvon Madiot, il francese fratello di Marc quarto all’arrivo, che dopo il traguardo mi venne vicino, battendomi la mano sulle spalle: «E così avevi i crampi?».

Invece la Freccia ti piaceva?

Il motivo per cui non ho mai fatto la Roubaix è che il mercoledì, quindi tre giorni dopo, si correva la Freccia Vallone. Mi tenevo per le mie corse, che erano appunto la Freccia, la Liegi e poi l’Amstel che si faceva la domenica dopo. Quelli che venivano a fare la Freccia e provenivano dalla Roubaix erano distrutti. La Freccia Vallone aveva qualche chilometro in meno, però era tutta piena di strappi. Io in quei territori ho costruito la mia carriera, soprattutto sulle Ardenne, anche se poi venne pure il Fiandre. Evidentemente il percorso si adattava alle mie caratteristiche di scattista e ne ho tratto beneficio. Soprattutto quando spostarono l’arrivo in cima al Muro d’Huy, mentre i primi tempi era già a Spa.

La terza che vincesti fu quella della fuga a tre con Berzin e Furlan.

Neanche volevamo attaccare, ma la squadra ci portò davanti all’attacco del secondo Muro e quando in cima ci voltammo e vedemmo che non c’era dietro nessuno, tirammo dritto.

Nel 1994 Argentin vince la terza Freccia Vallone, battendo Berzin e Furlan
Nel 1994 Argentin vince la terza Freccia Vallone, battendo Berzin e Furlan
Tre giorni dopo la tua Freccia Vallone, Berzin vinse la Liegi. Come fisionomia ricordava l’Evenepoel di oggi?

Era piccolotto, robusto: stagno, come si dice da noi. Però quando dava le sue stilettate non era facile stargli dietro...

Veniamo un po’ al presente: come procede l’organizzazione della Adriatica Ionica Race?

Stiamo lavorando per le tappe, spaziando tra Marche, Umbria, Abruzzo, Basilicata e Reggio Calabria. Le ultime due saranno in Puglia e spero proprio che quest’anno si possa fare un’edizione della Adriatica Ionica Race al Sud, arrivando finalmente allo Ionio. Dobbiamo sempre aspettare la fine dei giochi del Giro d’Italia, perché prima vengono quelle trattative e poi, dove resta spazio, andiamo noi. Le risorse non te le tirano dietro e io non ho nessuna intenzione di organizzare tanto per farlo. Per fare un prodotto di qualità devi anche investire, ma abbiamo problemi con la Lega Ciclismo. Non si vede un gran disegno, abbiamo ancora problemi con i diritti televisivi e chissà se saranno risolti.

Sul podio finale della Adriatica Ionica Race 2022, Zana, Tesfatsion e Pronskiy
Sul podio finale della Adriatica Ionica Race 2022, Zana e Tesfatsion
Che problemi vedi?

Non so quali siano i ragionamenti che hanno fatto, ma hanno sbagliato tutto perché se non dai a tutti lo stesso contratto, saremo sempre divisi. L’unico collante che abbiamo è la produzione televisiva. Se dai le stesse cose, il collante diciamo che è efficace. Altrimenti ognuno va per i fatti propri, come sta accadendo. Il Commissario Straordinario sta gestendo la Lega Ciclismo come se ne fosse il presidente, mentre dovrebbe solo portarci alle elezioni. Siamo sicuri che così le corse rinasceranno?

AIR, il Food Project ha esaltato legame tra gastronomia e sport

14.06.2022
9 min
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Cinque tappe per un totale di 826,5 chilometri, intrecciate nelle quattro Regioni, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Marche, hanno ospitato il Food Project affiancato all’Adriatica Ionica Race 2022. Una corsa giovane ma affascinante che ha tracciato un nuovo modo di intendere una competizione internazionale, accompagnando lo sport insieme alla gastronomia. Cinque piatti tipici e molte aziende locali hanno infatti avuto la possibilità di mettere in mostra le proprie eccellenze nell’Hospitality alla partenza e all’arrivo di ogni tappa. 

La corsa vinta da Filippo Zana della Bardiani CSF Faizanè si è conclusa giovedì ad Ascoli Piceno. Con un bilancio più che positivo, grazie ai risultati sportivi di spessore dei corridori azzurri e non solo. L’occasione della manifestazione ha abbracciato i produttori locali e ha permesso in questi cinque giorni di avvicinare il territorio e le aziende a pochi metri dalla linea del traguardo. Siamo stati ospiti della terza tappa Ferrara-Brisighella dove abbiamo assaggiato e toccato con mano la passione e il legame della gastronomia locale con il benessere delle sport. 

L’Hospitality era aperto a giornalisti, televisioni e autorità del territorio
L’Hospitality era aperto a giornalisti, televisioni e autorità del territorio

Piatti tipici

L’obiettivo del Food Project è stato chiaro e semplice, a tal punto da diventare un esempio di come lo sport può essere ambasciatore di benessere fisico e salutare anche a tavola. Per l’occasione di ogni arrivo, i cinque piatti tipici hanno rappresentato l’eccellenza del contesto ospitante traducendola in un piatto. 

Abbiamo visto nella prima frazione il risotto all’acqua dolce con mela verde, zenzero, trota affumicata e aceto balsamico a cura dello Chef Kevin Gaddi, Ambasciatore del gusto del Friuli Venezia Giulia.

Per la seconda tappa, il risotto (Carnaroli La Fagiana) al Piave Stravecchio Lattebusche realizzato da Mirko e Alex De Luca in collaborazione con gli studenti dell’istituto Maffioli di Castelfranco Veneto.

In terra romagnola a Brisighella è stato proposto grazie al lavoro degli Agrichef di Coldiretti Ravenna, la pasta al ragù di mora.

Per il penultimo appuntamento è stato proposto un doppio piatto. In particolare, lo stoccafisso all’ancontina dallo Chef Roberta Carotti e il tortino di patate e alici & sorte di moscioli di Sirolo da parte dello Chef Elis Marchetti.

Infine a chiudere ad Ascoli Piceno lo Chef Enrico Mazzaroni ha proposto gli spaghetti al burro, acciughe e lenticchia di Castelluccio soffiata.

Da vicino

In occasione della terza tappa siamo andati tra gli stand presenti all’Hospitality del Food Project a conoscere e carpire cosa vuol dire per un azienda essere così vicino ad una manifestazione ciclistica.

«Siamo l’unica provincia – dice Roberto Belli Presidente del Consorzio Salumi Piacentini – in tutta Europa, ad avere tre salumi DOP: la coppa, la pancetta e il salame piacentino e questo la dice lunga sulla tradizione che ha il nostro territorio per i salumi. Partecipare alle manifestazioni sportive legando gastronomia e attività fisica è bello e importante, quando viene fatto attraverso il ciclismo lo è ancora di più».

Ci sono anche aziende che a pochi metri dall’arrivo vantano la produzione del proprio prodotto, come l’olio di Brisighella. «Siamo una cooperativa – dice Sergio Spada, Presidente di Terre di Brisighella – nata nel 1966 con la produzione di prodotti vinicoli del territorio. Poi dal 1971 abbiamo iniziato a produrre l’olio con l’implementazione del primo frantoio. Con la prima bottiglia di produzione nel 1975, che come caratteristica unica aveva tutta la filiera certificata.

«Il nostro disciplinare è stato preso come traccia dal ministero dell’agricoltura italiana e poi in Europa per mettere le basi per la DOP dell’olio. Siamo stati i primi in Italia. Per noi è importantissimo il discorso salutistico e il legame con il ciclismo è naturale. Il Brisighello DOP non è un condimento ma un alimento a tutti gli effetti. I suoi benefici sono riconosciuti scientificamente come sono quelli dello sport».

Promozione e sport

Il pasto per lo sportivo è un momento sacro e determinante. Le aziende del territorio che lavorano a contatto con lo sport lo sanno e fanno si che ci sia un legame indissolubile con la qualità.

 «Per Coldiretti Ravenna – dice Nicola Dalmonte, Presidente di Coldiretti Ravenna – l’arrivo a Brisighella è stato un appuntamento molto importante e un’occasione per la promozione del territorio. La collina ospitante in questo caso è ricca di peculiarità e aziende che producono eccellenze. Abbiamo accolto l’invito con entusiasmo. Questo Food Project ci ha dato la possibilità di fare assaggiare, su un palcoscenico internazionale, i nostri prodotti tipici e la nostra ideologia di gastronomia e produzione. Anche attraverso la fondazione di Coldiretti, Campagna Amica.

«L’agricoltura sta al centro delle nostre vite e in questo periodo storico sta tornando ad essere vitale quella che è l’autosufficienza alimentare. Lo sport valorizza tutti questi aspetti e ne esalta la ricerca costante della qualità per il benessere fisico e mentale».

Parola a Da Re

A seguire il progetto nato dalla spinta del patron della corsa Moreno Argentin, c’è Federico Da Re, Hospitality Manager dell’evento e responsabile del Food Project.

«Il bilancio è sicuramente positivo – spiega Da Re – A noi piace chiamare questa prima edizione del Food Project l’anno zero. Il fatto di unire la gastronomia al ciclismo in un evento sportivo è stato per noi una novità e ci ha dato l’opportunità di valorizzare le eccellenze dei territori toccati dalla corsa. Ci tengo a ringraziare gli Chef Alex e Mirko De Luca di Filo Eventi e Gabriele Tonon, della Birreria San Gabriel per il supporto nell’intera organizzazione. Nella prima tappa un plauso va ad AgriFood FVG per aver coordinato la presenza dello Chef Kevin Gaddi, al Consorzio del Prosciutto di San Daniele, al prosciuttificio Uniko e all’azienda di vini Cozzarolo di Cividale del Friuli.

«Per la tappa di Cima Grappa i ringraziamenti vanno all’Istituto Maffioli di Castelfranco Veneto che ha preparato il piatto tipico insieme ai nostri Chef, al Becher per la degustazione di salumi, a Lattebusche per i formaggi, ai Bibanesi, alle aziende agricole Ai Galli e Vanzella, al CNA di Asolo per la Ghisola e le ciliegie di Maser e a Forno Miotti, per aver fornito le proprie crostatine alla frutta a tutti gli addetti ai lavori».

Ringraziamenti finali

«La terza tappa – prosegue Da Re – ha visto la presenza della Coldiretti di Ravenna che ha coinvolto un cuoco contadino per la preparazione del piatto tipico. Ringrazio anche il Consorzio della Piadina Romagnola IGP che ci ha offerto il proprio prodotto da farcire con gli ingredienti tipici regionali. Il mio grazie va al Consorzio del Prosciutto di Parma DOP, al Consorzio dei Salumi Piacentini DOP, al Consorzio dello Squacquerone di Romagna DOP e al Consorzio della Mortadella di Bologna. Infine a Brisighella ringrazio la CAB Terra di Brisighella e il Consorzio Tutela Olio Brisighella DOP per la loro partecipazione e vicinanza all’evento.

«Per la quarta e la quinta tappa un ringraziamento speciale va a Copagri Marche che si è occupata degli inviti alle aziende regionali che con entusiasmo hanno partecipato alla due giorni marchigiana. Infine un plauso va all’azienda Cristianpack BIO che ci ha fornito le stoviglie ecosostenibili per tutto l’evento, garantendo così un occhio di riguardo anche a questa importante tematica attuale».

«In generale – conclude Da Re – è un progetto ben riuscito che ha portato alla partecipazione di molte persone, come giornalisti, televisioni, autorità e sponsor. Gli ospiti e i fornitori coinvolti sono rimasti entusiasti e questo per noi è molto importante. E’ un progetto che sicuramente riproporremo, rivisitato e maggiorato per le prossime edizioni. I miei ringraziamenti vanno anche alle città coinvolte: Tarvisio, Monfalcone, Castelfranco Veneto, Monte Grappa, Ferrara, Brisighella, Fano, la Riviera del Conero, Castelraimondo e infine Ascoli Piceno. Ultimo, ma non per importanza, un grazie a Moreno Argentin per la scintilla di questo progetto e per la bellissima corsa organizzata».