Li manda Guercilena, tutto chiaro. Bramati e Tosatto, come Mourinho e Guardiola, sono due fra i direttori sportivi più apprezzati al mondo. Lo dicono i corridori, che su certe cose non transigono. Poiché siamo fermamente convinti che le coincidenze non esistano, abbiamo iniziato a camminare indietro nella loro storia per capire che cosa li abbia resi così speciali. E francamente non ci siamo stupiti affatto nel trovare che il primo elemento in comune di un certo rilievo è stato Luca Guercilena. Entrambi lo hanno avuto come tecnico e Bramati addirittura, sceso di sella, ha condiviso con lui l’ammiraglia. Oggi lavorano in squadre distinte, ma la strada unisce, perciò è davvero illuminante parlare con il manager della Trek-Segafredo di quei due ex corridori diventati così bravi come tecnici.
Buongiorno Luca, è possibile capire se un corridore abbia la predisposizione per diventare un tecnico?
Secondo me sì. Si vede da come si relaziona con i grandi capitani. Se è obiettivo nel ragionamento ed è in grado di fargli capire, ad esempio, che stanno sbagliando sul piano tattico, ma anche su quello dei comportamenti, allora non ha paura di nessuno. Poi si capisce da come si muove in squadra.
Cioè?
Se ha una leadership nel rapportarsi con i corridori e poi nel riportare al team manager quello che la squadra vuole dire. La capacità di mediare, insomma. Sono queste le caratteristiche che fanno pensare che l’atleta ha le potenzialità per diventare un diesse. Che poi venga fuori bravo o meno bravo, quello dipende anche tanto dal lavoro.
Loro due ti davano queste sensazioni?
Matteo è sempre stato più riflessivo e taciturno, ma ha sempre detto la sua senza tirarsi indietro. Brama è più estroverso e giocoso, ma anche lui ha sempre detto la sua. Inoltre sono stati entrambi due gregari di grande esperienza, capaci di essere sempre a disposizione della squadra.
Bramati all’inizio è stato anche un collega…
Esatto, abbiamo spesso fatto corse insieme. Non pensavo che diventasse così bravo tanto in fretta. E’ sempre stato un amicone e vedevo il suo essere sempre giocoso come un limite. Invece mi ha piacevolmente sorpreso, perché nel giro di 2-3 anni è riuscito a mettere la necessaria distanza fra sé e i corridori. E non dimentichiamo che è passato subito a guidare i suoi compagni di stanza…
Invece Toso?
Toso ha smesso in età più adulta (42 anni il veneto, contro i 38 del bergamasco, ndr) quindi il distacco con le nuove generazioni è stato più netto ed è stato più facile impostare le relazioni in squadra, non avendo particolari rapporti personali.
Che tipo è il Bramati direttore sportivo?
La qualità più importante che ho sempre visto in lui è la capacità di motivare tutto il gruppo. Quando eravamo insieme alle corse, ci completavamo abbastanza. Io ero quello scientifico e più preciso, lui il guascone che dava le motivazioni. Invece con Tosatto ho vissuto la mia giornata più bella come direttore sportivo.
Quale giornata?
La vittoria della tappa Morzine-Macon al Tour del 2006. Fino a quel momento era stato un Tour complesso, il giorno prima c’era stata l’impresa incredibile di Landis, poi tolto dalla classifica. E Toso vinse con quella fuga, battendo in volata Moreni. Indimenticabile.
Siete tutti e tre legati dagli anni alla Quick Step, credi che lavorare con Lefevere vi abbia in qualche modo formato?
Con Patrick si lavora bene, perché al di là della sua personalità molto ferma, ha grande rispetto per le qualità altrui. Ma Bramati ed io arriviamo dalla Mapei e Tosatto dalla Fassa Bortolo e penso che quella italiana sia davvero una grande scuola. Ci piangiamo spesso addosso, ma per come è impostata la nostra formazione e i maestri che abbiamo avuto, oltre alla possibilità di maturare in squadre straniere, non abbiamo da invidiare niente a nessuno.
Moscon ha detto che Tosatto ha portato alla Ineos la mentalità italiana.
La radice italiana va difesa, la formazione fa parte della nostra cultura e spero che questa continui a evolversi. Siamo l’unico Paese che ha un’associazione di categoria in cui si facciano raduni per aggiornarsi.
Quando farete la Segafredo-Trek, li prenderai a lavorare con te?
Non credo che questo succederà (Guercilena ride, ndr), ma certo avrei molto piacere di lavorare con loro. Però ho idea che stiano entrambi bene dove già sono.