La calda estate di Juan Ayuso va avanti. Il giovane talento del UAE Team Emirates ha messo nel sacco anche la partecipazione olimpica, passata un po’ in sordina, come per tanti altri nomi importanti, al di fuori di Remco Evenepoel, e ora si appresta ad affrontare il suo finale di stagione.
Un finale che però è ancora da definire e che in qualche modo è figlio del Tour de France finito anzitempo per il Covid. La situazione al momento per il ragazzo di catalano è abbastanza complessa.
Ayuso tra le curve
Perché complessa? Perché i rumors intorno allo spagnolo non sono mai mancati. Pensiamo al fatto del Galibier al Tour. Quel giorno, lo ricordiamo, Ayuso non entrò in azione subito e rischiò di far saltare il programma di attacco di Tadej Pogacar e scatenando quella che è stata ribattezzata la querelle del Galibier. L’attacco di Tadej fu ritardato e se Vingegaard non avesse perso quei 10” al Gpm e fosse rimasto sulle ruote dello sloveno, le cose sarebbero potute andare diversamente, almeno quel giorno. Poi sono emerse le voci che la non partecipazione di Ayuso alla Vuelta fosse una punizione da parte della squadra. E a tutto ciò ora si aggiungono le voci di mercato, secondo le quali Ayuso vorrebbe andare via per avere più spazio.
Insomma c’è tanta carne al fuoco, meglio dunque sentire Joxean Fernandez Matxin responsabile tecnico della UAE Emirates, colui che forse meglio di tutti conosce Juan e la sua gigantesca ambizione, il che non è del tutto un male per chi è campione nel Dna.
Joxean, abbiamo visto Ayuso lavorare in altura e poi andare alle Olimpiadi: come sta dunque?
Ora sta bene. Più che altura lui era ad Andorra, dove vive, e lì si è allenato con i ragazzi che erano andati invece in ritiro. Ma sta bene e sta svolgendo il suo programma regolarmente.
A mente fredda torniamo sul Galibier. Cosa è successo davvero quel giorno?
Alla fine è nato tutto da un gesto, quello di Almeida, più grande di quello che realmente è stato. La verità è che Ayuso doveva andare davanti a tirare prima, ma era dietro. Non doveva stare in quella posizione. Poi quando si è deciso ha cambiato ed è andato avanti in modo veloce, perché c’era un chiaro ordine e si è messo a menare. Lo ha fatto “da Dio” Almeida, e poi lo ha fatto anche lui… per quello che poteva (come a dire che forse non era già al top, ndr). Una volta passato avanti, poi hanno tirato tutti e due.
Anche Pogacar poi disse che doveva scattare prima. Immaginiamo che a fine tappa abbiate fatto una riunione…
Ma per noi era tutto chiaro già nel bus. Il fatto stesso di parlarne ancora è una cosa più grande di quanto realmente sia stata. Ognuno ha fatto il suo, semplicemente Juan si è mosso un po’ dopo. E’ poi bastato un gesto plateale di Almeida che lo invitava a tirare e nella vetrina mondiale del Tour il tutto è diventato un caso.
Ed ora lo vedremo alla Vuelta?
Non abbiamo nessun dubbio, da quando quest’inverno abbiamo parlato dei programmi. Io gli ho proposto Giro d’Italia e Vuelta, come alternativa al Tour, ma lui ha detto che voleva andare al Tour. «Okay – gli dissi – ma se vieni in Francia sai che vieni per tirare». Con un atleta di vertice come Pogacar è così. Noi siamo stati chiari ed onesti con il ragazzo sin da subito. E poi fermarsi prima, allenarsi e riprendere il programma… Okay fai altura, fai anche qualità, un lavoro grande, ma non correre ti dispiace, specie quando hai la sensazione che stai bene ma non puoi farlo.
Dopo il ritiro anticipato dal Tour magari se lo aspetta e anche da fuori sembra una scelta scontata…
Juan è la prima riserva. Come sapete facciamo in autunno i nostri programmi e tutti i ragazzi vanno rispettati e tutti si sono preparati bene. Vediamo come stanno gli altri compagni, se tutti dimostreranno di stare bene, di poter essere pronti per affrontare una Vuelta al meglio si andrà avanti con quel programma, altrimenti ci sarà Juan.
Conoscendolo quanta voglia ha?
Tanta, lui stesso ci ha chiesto di correre la Vuelta, ma come ho detto dobbiamo pensare anche al resto del gruppo. E se tutti stanno bene, lui non corre. Lo sai lui e lo sanno gli altri, per questo facciamo programmi chiari sin dall’inverno, affinché tutti possano farsi trovare pronti.
E se non dovesse andare alla Vuelta che corse farà?
La trasferta in Canada, quindi le corse in Italia e il Giro di Lombardia, ma vediamo…
Joxean, non possiamo non chiederti delle voci di mercato intorno ad Ayuso, specie dopo le scaramucce del Tour e cioè che lui vuole andare via. Cosa ci puoi dire?
Che per me è tutto chiaro e semplice: Juan Ayuso ha contratto con noi fino al 2028. E quella, per me, è l’unica voce che conta.